2 November, 2024
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Il lungo tour europeo (34 date) di Sting 3.0 2024 si è concluso ieri notte con un concerto straordinario alla Forte Arena. La prima è stata Dresda, in Germania, seguita da quelle in Croazia, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Lituania, Estonia, United Kingdom, Irlanda, Francia, Grecia, Netherlands, Svizzera, Belgio. Ieri sera è andata in scena una vera e propria masterclass in un’atmosfera da sogno, sotto il cielo stellato di Pula. Sting ha incantato i 5.000 della Forte Arena per circa un’ora e quaranta. Sting è una perla rara del panorama musicale mondiale, con le sue bellezze, scenica, acustica, vocale, una presenza semplice ma straordinaria, con una voce di velluto che accarezza l’anima del pubblico.

Sting si è esibito in trio, con il chitarrista argentino Dominic Miller, classe 1960, musicista di eccelse capacità tecnica e interpretativa, con Sting dal 1991; e con il batterista Chris Mass, lussemburghese che vive a Londra dal 2005 e che durante la pandemia è stato coinvolto da Sting. Lui grato ed eccitato, ha subito accettato di partecipare a questo tour e ha suonato con un entusiasmo travolgente.

Questo tour è stato una reminiscenza della lunga carriera dell’artista, un viaggio straordinario per uno Sting che ha saputo coinvolgere il pubblico che, pure essendo comodamente seduto, ha saputo trovare spazio nella grande Arena per ballare. A 72 anni Sting rimane particolarmente performante, ha superato se possibile se stesso, tra un brano e l’altro salutava il pubblico, interagiva descrivendo qualche brano e coinvolgendo gli spettatori delicatamente tra un brano e l’altro in italiano, muovendosi sul palco con una grazia felina e ammaliante, una performance precisa, semplice e ricca allo stesso tempo, degna di un’incisione live. Hanno suonato tutti e tre creando un’atmosfera indimenticabile, i suoni erano puliti e per i 5.000 spettatori della Forte Arena è stato come vivere un sogno.

Nella parte finale del concerto, Sting ha salutato e ringraziato il pubblico, inchinandosi a lui, e ha suonato come ultimo brano “Fragile” suonando la chitarra.

Manola Cirronis

 

 

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Sarah Jane Morris - hands (m)SARAH HENRY TONY (m)

Notte di Ferragosto a Nureci con un grande nome della scena musicale internazionale per la terza e ultima serata di Mamma Blues, il cartellone di concerti ospitato nel centro dell’Alta Marmilla in chiusura della diciottesima edizione di Dromos: oggi, alle 20.00, alla Corte Saba e alle 22,30 sale sul palco dell’Arena Mamma Blues, accompagnata da Tony Remy alla chitarra, Alastair Gavin alle tastiere, Henry Thomas al basso e Liam Genockey alla batteria.

Apertura di serata, alle 22.00, e poi dopo festival (intorno a mezzanotte ai Giardini del Sottomonte) con il blues, le sonorità funk e la black music dei Bad Blues Quartet, formazione cagliaritana che riunisce la cantante Eleonora Usala, Federico Valenti alla chitarra, Simone “Speemo” Arca al basso e Francesco “Frank” Stara alla batteria.

Sarah Jane Morris è una delle più raffinate e meno formali cantanti degli ultimi anni, sempre in bilico tra rispetto della tradizione e desiderio di esplorare nuovi territori musicali, accostando ritmi jazz, blues, rock e africani. Classe 1959, l’artista inglese si è calata nel corso del tempo in generi diversi tra loro, dal jazz al pop, dal rock al R&B, con la sua voce sensuale e sofisticata, graffiante e raffinata, dall’ampia estensione e dalla forte carica emotiva, che sa unire intensità e energia soul.

Dopo aver partecipato, nel 1981, all’incisione del disco “In the Garden” degli Eurythmics, primo passo importante nella musica pop, e cantato con il gruppo afro-caraibico The Republic e con la big band Happy End, è stata corista per i Communards di Jimmy Somerville, con i quali ha scalato le classifiche di vendita internazionali, nel 1986, con Don’t Leave Me This Way. Da lì ha preso il via la carriera da solista di Sarah Jane Morris, ricca di collaborazioni – con Steve Martland, Matt Bianco, Marc Ribot, Dominic Miller, Annie Whitehead tra gli altri, e in Italia con Riccardo Fogli e Riccardo Cocciante (col quale ha vinto il festival di Sanremo nel 1991), – e album a suo nome: il primo è del 1986; il più recente, “Bloody Rain“, pubblicato due anni fa da Sony è una raccolta di canzoni scritte con i collaboratori di sempre – Tony Remy, Dominic Miller e Martyn Barker – e con un legame con l’Africa nelle melodie, nei ritmi e nei testi, che affrontano tematiche riguardanti i diritti umani, l’amore, la paura e la libertà.

Con la serata odierna, dunque, cala il sipario sulla nona edizione di Mamma Blues, ma per domani c’è ancora un appuntamento extra in programma a Nureci: un concerto della band romana Fleurs du Mal, di scena alle 19.00 (con ingresso gratuito), nella piscina dell’Arena Mamma Blues.