2 November, 2024
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Le comunità per l’accoglienza rivolte al mondo della detenzione sollecitano la Regione a dare attuazione agli impegni assunti con la legge finanziaria. Venerdì mattina, alle 11.00, nella sede regionale delle Acli della Sardegna, a Cagliari, le strutture sociali del Il Samaritano ad Arborea, il Seme a Santa Giusta, Giovani in Cammino a Sorso, San Lorenzo a Iglesias, La Collina a Serdiana, terranno una conferenza stampa per denunciare che le strutture sociali storiche sono a rischio chiusura a causa dei ritardi nelle politiche sociali della Regione Sardegna.

Le strutture sociali, da sempre impegnate sul versante dell’accoglienza ai condannati e detenuti in misura alternativa per il loro reinserimento sociale, dal 2015 coordinano le loro attività per consentire alle persone in espiazione penale di avere dei luoghi dove scontare la pena e cominciare un serio cammino di riconciliazione sociale e civile, in una nota sottolineano che «con l’art. 7 della legge finanziaria del 2016 la Regione ha istituito un apposito Fondo dedicato a questa tipologia di strutture sociali, con l’obiettivo di garantire sostegno ed al contempo regolamentare un settore peculiare delle Politiche Sociali della Regione. Nel corso del 2017 il Consiglio regionale della Sardegna ha stabilizzato il sostegno definendo un’ulteriore fase attuativa del richiamato articolo e confermando gli stanziamenti».

«Il 7 giugno scorso – si legge ancora nella nota – l’assessore Arru ha convocato il Coordinamento prendendo precisi impegni e stabilendo in luglio la definizione delle procedure ed i primi pagamenti. Nonostante tutto questo ad oggi non è stato definito alcun provvedimento e le strutture hanno mantenuto la funzionalità e l’accoglienza a regime accollandosi speranzose tutti i ritardi.»

«Non è possibile che su risorse stanziate la Regione non riesca a definire procedure adeguate alle esigenze di funzionamento delle strutture di accoglienza, che hanno proseguito il loro servizio a loro completo rischio. Ma ad allarmare di più – concludono i rappresentanti delle strutture sociali Gianni Cappai, Antonello Caria, Antonello Comina, don Ettore Cannavera e Giuseppe Madeddu – è il fatto che siano molti ambiti delle politiche sociali della Regione ad essere ferme o rallentate nella loro funzione, con grande disaggio in particolare per i beneficiari dei servizi.»