21 November, 2024
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Con la presenza di una qualificata delegazione dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Belarus che comprende fra gli altri l’Accademico Aliaksandr Kilcheuski, segretario generale scientifico della presidenza di questa prestigiosa istituzione e la prof.ssa Elena Makeyeva, responsabile del centro nazionale bielorusso di coordinamento per l’accesso alle risorse genetiche, si svolgono a Cagliari dal 4 al 9 giugno 2018 “Le Giornate della ricerca scientifica bielorussa in Sardegna”.

L’iniziativa si tiene nell’ambito delle attività di cooperazione promosse dalla Regione Autonoma della Sardegna e sono il frutto, anche, dell’implementazione dell’Accordo di collaborazione firmato fra Accademia delle Scienze della Repubblica Belarus ed Università di Cagliari.

A seguito delle intese intercorse nei lavori del Forum internazionale “Longevità, nutrigenomica e saperi tradizionali: Sardegna e Bielorussia a confronto” svoltosi lo scorso 17 maggio a Minsk, alcune delle iniziative in programma vengono curate dall’Associazione Medicina Sociale e dalla Comunità Mondiale della Longevità, da anni impegnate a sostenere i rapporti sardo-bielorussi affiancando all’attività prettamente di ricerca, quella di divulgazione.

Lo start alle giornate è stato dato dall’incontro della delegazione scientifica bielorussa, accompagnata dal Console onorario della Repubblica Belarus Giuseppe Carboni, con la d.ssa Giovanna Medde, direttore del Servizio Rapporti internazionali della Direzione generale della Presidenza della Regione. Presenti, inoltre, negli uffici della presidenza, la d.ssa Donatella Petretto delegata del Rettore, in rappresentanza dell’Università di Cagliari, il dott. Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità, il dott. Luca Gaviano dell’Associazione Medicina Sociale e la d.ssa Aksana Vasilevskaya dell’Associazione Cittadini del Mondo Onlus. 

Numerose le iniziative messe in campo dall’Università di Cagliari, non solo gli incontri in rettorato con i pro-Rettori all’Internazionalizzazione (prof.ssa Alessandra Carucci) ed alla Ricerca (prof.ssa Micaela Morelli) e con svariati docenti dei dipartimenti ad indirizzo scientifico, ma svariate giornate di intenso lavoro e visite ai laboratori e centri di ricerca universitari.

L’ulteriore approfondimento della collaborazione già avviata nel settore degli studi legati alla longevità e alla nutrigenomica, e affidato alle iniziative messe in campo dalla Comunità Mondiale della Longevità che coinvolgerà la delegazione dell’Accademia delle Scienza in alcune attività congiunte con il proprio gruppo di ricercatori e divulgatori. 

La solenne cerimonia di chiusura delle “Giornate della ricerca scientifica bielorussa in Sardegna” è in programma sabato 9 giugno nella Sala del Consiglio Comunale di Cagliari.

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Sabato 18 novembre nuovi appuntamenti con “SulciScienza”, l’evento organizzato dall’Associazione S’Ischiglia con il patrocinio e il contributo economico del comune di Carbonia.

Nella giornata di domani, oltre ai consueti incontri destinati agli studenti, sono previste le seguenti conferenze:

1. Dalle 16.30 alle 17.30 “Ultimi, recenti sviluppi del Progetto ARIA”, a cura di Alberto Devoto. Il dibattito si svolgerà nella Sezione di Storia Locale della Grande Miniera di Serbariu e sarà moderato da Sandro Mantega;

2. Dalle 17.30 alle 19.00 appuntamento con “La promozione del benessere e dell’invecchiamento sano ed attivo”, curato da Donatella Petretto e Roberto Pili, sempre nella location della Sezione di Storia Locale;

3. Ore 20.30: nella sala Astarte si terrà il concerto vocale-strumentale “Incanti in musica: percorsi sonori fra celebri melodie”, tenuto dal Gruppo Cameristico vocale-strumentale “Ensemble Porrino” di Elmas.

 

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Esiste nell’organismo del nutrito gruppo di supercentenari sardi un tipico Microbiota isolano responsabile di lunga vita? A questo fondamentale quesito cercherà di dare soluzione inappuntabile il “Centro Studi Centenari Sardi” realtà scientifica frutto della collaborazione tra Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità, Fernanda Velluzzi UO di Obesità della AOU di Cagliari, Andrea Loviselli, coordinatore del Corso di Scienze Motorie dell’Ateneo cagliaritano, Paolo Usai Satta Gastroenterologo dell’Azienda Brotzu, Donatella Petretto, Aldo Manzin e Carlo Carcassi dell’Università di Cagliari.

«In genere pensiamo ai batteri come a una delle cause per cui ci si può ammalare – sottolinea Roberto Pili – questo è’ vero solo in parte perché negli ultimi vent’anni anni abbiamo cominciato a conoscere come ci siano decine di miliardi di batteri presenti nel nostro intestino il così detto “Microbiota”, un ecosistema integrato che porta beneficio alla salute intestinale, al sistema immunitario, alle nostre ghiandole.»

L’organismo umano ospita un numero di batteri sino a 2,7 volte maggiore delle nostre cellule. Col travaglio del parto, passano dalla madre nell’intestino del neonato, determinando già nei primi istanti una trasmissione dei dati ambientali. Questa flora batterica che nell’adulto consta di circa 600 generi e oltre 40.000 specie di batteri può arrivare anche a decine di miliardi di unità, costituisce un organismo vero e proprio chiamato “Microbiota” che continuamente riceve e trasmette informazioni all’ospite uomo.

Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che in particolare il Microbiota condiziona la spesa energetica e soprattutto condiziona ed è condizionato dall’ambiente alimentare in cui si vive e produce di conseguenza fattori che possono peggiorare o migliorare lo stato di salute. Nell’obesità, la “grande madre” di tutte le malattie cosiddette non trasmissibili, quali tumori, diabete e cardiopatie ischemiche, il microbiota può essere causa per sé dell’aumento di peso o può condizionarne la risposta alla terapia.

«Dati recenti hanno individuato una sorta di firma di estrema longevità nella alta frequenza del genere Eubacterium limosum nei centenari studiati – riprende il presidente della Comunità Mondiale della Longevità – è ormai consolidato che la Sardegna, è una delle zone blu del pianeta per l’alta prevalenza di centenari, caratteristicamente e insolitamente di sesso maschile. Queste evidenze rendono il Microbiota un candidato ideale per ulteriori studi sui markers dell’invecchiamento e le patologie correlate con l’età, le disabilità e la mortalità.»

Questa equipe di ricerca ha in progetto la verifica e la codificazione sulla popolazione centenaria dell’isola, di un potenziale Microbiota isolano e l’analisi di particolari relazioni genetiche con l’espressione microbiotica intestinale. L’insieme dei dati anamnestici, clinici, di laboratorio (totalmente non invasivi) saranno oggetto di indagine statistica per la costruzione del “modello ideale” confrontabile con analoghe rilevazioni in zone del pianeta a bassa “centenarietà” come la Bielorussia, per valutarne le differenze di composizione ed un eventuale nesso causale con la longevità stessa.

«Questo progetto – conclude Roberto Pili – intende individuare sia elementi nutrizionali migliorativi per arrivare alla definizione di una Dieta mediterranea funzionale, sia testare soluzioni che potrebbero indirizzare verso la tipizzazione riconosciuta più correlata a longevità e benessere.»

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Prosegue la collaborazione tra l’Università di Cagliari e la “Belarusian state pedagogical university” di Minsk (Repubblica Bielorussa). Scambi, confronto, ricerca e intesa su varie aree disciplinari costituiscono l’attività promossa dai pro rettori Ricerca e Internazionalizzazione, Micaela Morelli e Alessandra Carucci. Alla mission collabora Donatella Petretto, delegato del rettore (coordinamento iniziative supporto studenti con disabilità, disturbi apprendimento e bisogni educativi speciali) con il sostegno di Centro relazioni internazionali (ministero Istruzione Bielorussia), Regione Sardegna e Consolato onorario bielorusso in Sardegna.La dottoressa Petretto ha tenuto una lecture e preso parte al masterclass nel “Belarusian italian festival of psychological skills”, organizzato dall’Institute of training and retraining of the educational institution of the Belarusian university. L’evento si è tenuto a Minsk dal 12 al 13 maggio scorso, ed è stato coordinato da Julia Kolyago e dall’Institute, diretto da Irina Shestitko. “The history of intelligence assessment and inclusion issues in school and university” è stata la cornice della relazione mentre la masterclass ha avuto per bersaglio “The assessment of intelligence in different clinical conditions: inclusion issues”. Ovvero, l’analisi di temi quali l’assessment neuropsicologico dell’intelligenza e altre funzioni cognitive e i loro legami con i processi inclusivi. Spazio anche alla descrizione del quadro italiano in ambito scolastico e ai servizi specifici offerti dal Sia (Servizi inclusione e apprendimento) dell’ateneo di Cagliari. Le iniziative del Sia – recentemente certificato, norme ISO 9001-2015 – sono coordinate da Donatella Petretto (aspetti generali) e Laura Mura (aspetti amministrativi).

La tavola rotonda sul tema “Modern Problem of Neuropsychological diagnosis and correction”, tenutasi all’Institute of Psychology ha incrociato le tematiche dell’assessment in ambito neuropsicologico e le future collaborazioni di ricerca. «La visita fa capo a una collaborazione già attiva. La partecipazione al Festival, di elevato livello scientifico, e gli incontri hanno consentito di approfondire argomenti che saranno oggetto di progetti di ricerca e conferenze da tenersi a breve nel nostro ateneo e alla Belarusian university» rimarca Donatella Petretto. Relatrice al congresso internazionale “Inclusive processes”, tenutosi a Minsk lo scorso ottobre, la docente ha perso parte anche al seminario su Invecchiamento attivo all’Accademia della scienze di Minsk, organizzato dalla Comunità mondiale della longevità, diretta da Roberto Pili, dal Consolato onorario della Repubblica Bielorussa in Sardegna e dalla Regione. Inoltre, il 2 e 3 marzo scorso alle “Giornate della scienza e dell’istruzione universitaria della Sardegna nella Repubblica Belarus”, sempre a Minsk, ha preso parte una delegazione dell’Università di Cagliari, guidata dalla professoressa Carucci.

L’evento ha creato le basi per intensificare i rapporti con l’Istituto per la pedagogia inclusiva della “Belarusian university”.

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Proseguono gli appuntamenti proposti dall’Università Popolare del Sulcis – S’Ischiglia Onlus, col patrocinio del comune di Carbonia. Tutti gli incontri in calendario si svolgono dalle 16.30 alle 17.30 nella Sala Astarte, al primo piano dell’edificio ex officia meccanica (fianco Sezione di Storia Locale), presso la Grande Miniera di Serbariu.

Calendario prossimi appuntamenti del mese di marzo

Mercoledì 16, Donatella Petretto, Ricercatore presso dipartimento di pedagogia, psicologia, filosofia dell’Università di Cagliari e presidente della Sezione dell’AID (Associazione Italiana Dislessia) di Cagliari.

“Disturbi specifici di apprendimento. Uno sguardo sulla complessità”.

Lunedí 21, Nicola Pirina, Advisory Board Member at Gate 14 Group.

“La sfida sostenibile e inclusiva di uno sviluppo locale intelligente”.

Mercoledì 23, Emanuela Katia Pilloni, assessore della Cultura presso il comune di San Sperate. Archeologa e ricercatrice, docente di greco, latino e materie letterarie presso cooperativa sociale “Facta et Verba” di Sestu.

“Dal mito di Adone a Su Nenneri. Riti di Pasqua in Sardegna”.

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Sono 1.078, su una popolazione scolastica di circa 180mila ragazzi, i casi di dislessia certificati dal MIUR in Sardegna. Una fotografia non veritiera, secondo gli esperti del settore: il fenomeno potrebbe infatti essere sottostimato per la mancanza di un’adeguata attività di screening e di un percorso diagnostico diffuso nel territorio. Lo hanno sostenuto i rappresentanti dell’Associazione Onlus “Neuropsicopedagogia”, Gianluigi Lilliu e Donatella Petretto, davanti alla commissione “Sanità” del Consiglio regionale impegnata nell’esame del Testo Unico sulla Dislessia.

«Le statistiche internazionali dicono che il fenomeno colpisce circa il 5% della popolazione in età scolare – ha spiegato Lilliu – se questo è vero, i ragazzi sardi dislessici potrebbero essere circa 9.000. I dati ufficiali del Miur limitano il problema allo 0,6% degli studenti isolani, un risultato troppo basso, ben al di sotto della media nazionale ed europea.»

L’Associazione, che ha espresso forte apprezzamento per i contenuti del Testo Unico, ha suggerito un potenziamento delle attività di screening e il rafforzamento della collaborazione tra le famiglie, il corpo docente e i professionisti. «La proposta di legge introduce elementi innovativi rispetto all’attuale normativa nazionale – ha detto Donatella Petretto – tra questi, l’attenzione per i disturbi di apprendimento tra gli adulti e la previsione di un supporto ai dislessici in ambito lavorativo e nei concorsi pubblici». “Neuropsicopedagogia” ha proposto tre correttivi alla legge: 1) l’adeguamento dei riferimenti normativi agli ultimi criteri diagnostici e ai disciplinari internazionali; 2) l’incentivazione del rapporto pubblico privato che consenta alle famiglie di ottenere una diagnosi precoce e un tempestivo piano d’intervento; 3) l’individuazione di percorsi personalizzati.

La Quinta Commissione, presieduta da Raimondo Perra, ha sentito in serata anche i direttori delle Cliniche di Neuropsichiatria infantile di Cagliari e Sassari, Alessandro Zuddas e Stefano Sotgiu, e i neuropsichiatri Carlo Gianchetti e Giuseppe Doneddu.

Secondo Carlo Gianchetti, il problema fondamentale da affrontare è quello della diagnosi precoce: «I bambini dislessici hanno spesso un’intelligenza superiore alla media – ha detto l’ex professore dell’Università di Cagliari – se il loro disturbo viene certificato subito si possono individuare i rimedi. Per questo è necessario coinvolgere gli insegnanti in una capillare attività di screening. Basta far leggere i bambini ad alta voce per capire se il problema esiste. Successivamente spetterà ai professionisti intervenire per una diagnosi precisa».

Sulle figure professionali individuate dalla legge per i percorsi diagnostici, Giuseppe Doneddu ha suggerito alla Commissione di tener conto degli indirizzi ministeriali e delle linee direttive della Conferenza Stato-Regioni: «Le figure sono tre – ha spiegato Doneddu – neuropsichiatri, psicologi e logopedisti. A loro deve essere affidato il delicato compito di valutare caso per caso». Il direttore del Centro per i disturbi pervasivi dello sviluppo dell’Azienda Ospedaliera Brotzu ha poi chiesto alla Commissione più attenzione per le strutture territoriali di neuropsichiatria infantile: «La situazione della Sardegna è gravemente carente – ha detto – non solo per la diagnosi della dislessia».

Il direttore della clinica di Neuropsichiatria infantile di Cagliari, Alessandro Zuddas, ha rimarcato l’esigenza di affidare i processi diagnostici a un equipe di professionisti: «Diverse Regioni hanno già codificato le modalità di intervento e, in alcun casi, anche i test da fare – ha spiegato Zuddas – serve un protocollo minimo di valutazione e una griglia riassuntiva dei dati da raccogliere. La Toscana ha pensato a specifici pacchetti di Day Service graduati a seconda della gravità del caso». Zuddas ha poi auspicato un ruolo più forte per la scuola, a cui deve essere affidato il compito di pensare interventi didattici personalizzati attraverso un piano ad hoc. Per il responsabile della Clinica di Neuropsichiatria infantile di Cagliari, infine, occorre specificare meglio le competenze del Comitato Tecnico Scientifico: «E’ necessario inserire alcune attività vincolanti – ha affermato Zuddas – come il monitoraggio delle capacità del servizio sanitario di rilasciare le certificazioni di DSA (Dislessia) e l’individuazione di un percorso certo per l’accreditamento dei soggetti privati che possono fare la diagnosi nel caso in cui le strutture pubbliche non siano in grado di intervenire».

Alessandro Sotgiu ha ribadito la centralità del neuropsichiatra. «Non si può prescindere da questa figura per la certificazione del disturbo – ha detto il direttore della Clinica di Neuropsichiatria infantile di Sassari – per lo screening bastano invece gli insegnanti». Sotgiu, infine, ha chiesto maggiore attenzione per il sistema pubblico. «Occhio a come si coinvolgono i privati – ha ammonito Sotgiu – nella provincia di Sassari girano professionisti che rilasciano certificazioni a gogò».

Lica Mocci 2 copia

Cresce la pattuglia dei centenari di Teulada. Con Lica Mocci che oggi ha compiuto e festeggiato 100 anni, sono quattro. Bardilia Marras il 2 aprile aveva compiuto 103 anni, Giuannica Putzu il giorno successivo aveva festeggiato i suoi 107 anni, Antonio Angioni tre settimane più tardiaveva raggiunto i 100 anni, primo uomo del paese a riuscirsi dal 1996. Nel 2014 sono scomparse tre donne di 102 anni e una di 101, ma ora con Lica Mocci i centenari teuladini sono saliti nuovamente a quattro e a breve accoglieranno nel “Club dei Centenari” un’altra nonnina.

Il fenomeno della longevità nel paese del Basso Sulcis viene studiato da anni con il progetto A.Te.Ne. Ageing in Teulada’s neurocognition, portato avanti dal gruppo di ricerca della Comunità mondiale della Longevità presieduta da Roberto Pili. Il gruppo scientifico, guidato da Donatella Petretto e coordinato da Luca Gaviano dell’Università di Cagliari, ha operato in collaborazione con Salvatore Loi, studioso della storia e della realtà del Sulcis e rappresentante del sindacato dei pensionati locale ed il supporto del comune di Teulada.

Il 14 ed il 19 febbraio anche Carbonia aveva festeggiato due centenari, Giovannino Longu e Severino Scotto, entrambi minatori in pensione.

 

Teulada è sempre più paese di centenari: Bardilia Marras ieri ha compiuto 103 anni, Giuannica Putzu oggi ha tagliato il traguardo dei 107 anni. Nel 2014 sono scomparse tre donne di 102 anni e una di 101, ma nei prossimi mesi altri tre teuladini, due donne e un uomo, taglieranno il traguardo dei 100 anni. Il fenomeno della longevità nel paese del Basso Sulcis viene studiato da anni con il progetto A.Te.Ne. Ageing in Teulada’s neurocognition, portato avanti dal gruppo di ricerca della Comunità mondiale della Longevità presieduta da Roberto Pili. Il gruppo scientifico, guidato da Donatella Petretto e coordinato da Luca Gaviano dell’Università di Cagliari, ha operato in collaborazione con Salvatore Loi, studioso della storia e della realtà del Sulcis e rappresentante del sindacato dei pensionati locale ed il supporto del comune di Teulada.

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Sabato 20 settembre, alle 20.00, la #Casa baronale di Teulada ospiterà il convegno “#Genti Beccia – Il fenomeno teuladino”, organizzato dalla #Comunità Mondiale della longevità, dal comune di Teulada e dallo SPI-CGIL.

Interverranno, Daniele Serra, sindaco di Teulada; Gloria Addis, assessore della Cultura del comune di Teulada; Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della longevità; Salvatore Loi, del sindacato Pensionati Italiani SPI-CGIL; Donatella Petretto, dell’Università di Cagliari; Luca Gaviano, dell’Università di Cagliari; Bonaria Lai, dell’Università di Cagliari. L’iniziativa, organizzata anche un anno fa, come documentano le fotografie allegate, rientra nell’ambito del progetto A.Te.Ne., Ageing in Teulada’s Neurocognition – Longevità a Teulada.

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Oggi, lunedì 14 aprile, nella sala Consiglio del rettorato, la Sgs Italia ha consegnato al rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis, la certificazione di Qualità Uni En Iso 9001:2008. L’attestazione di pregio qualifica l’ateneo di Cagliari, tra i primi a riceverlo nell’ambito accademico nazionale.

«L’Ateneo offre servizi per gli studenti disabili dal 2001, la certificazione conferma il nostro salto di qualità: aver laureato 50 studenti con disabilità nel 2013 è per noi motivo d’orgoglio», ha detto il professor Melis nel corso di una conferenza stampa.

«Diamo molta importanza alla personalizzazione dei servizi, anche perché i nostri utenti hanno diverse patologie», ha precisato Donatella Petretto, delegato rettorale coordinamento iniziative supporto studenti con disabilità.

Alla conferenza, con i delegati di Sgs Italia, Paola Santarelli  e Vittorio Guzzonato, il consulente Centro Qualità, Lorenzo Antonini, hanno preso parte anche Giuseppina Locci (dirigente direzione Didattica e Orientamento), Laura Mura (responsabile ufficio Sia), i professori Vincenzo Solinas (Centro Qualità), Alessandra Fanni (Nucleo Valutazione) e Giovanna Maria Ledda (Comitato unico di Garanzia, Università Cagliari).

Il Sia (Servizi per inclusione e apprendimento) eroga servizi agli studenti con Disabilità e Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) e li supporta durante il percorso accademico. Nell’ateneo cagliaritano sono circa cinquecento gli iscritti con disabilità e Dsa di cui più di 350 si rivolgono al Sia. Tra i servizi si va dall’orientamento in itinere, intermediazione con docenti e segreteria studenti, piani di studio personalizzati, assistenza durante le lezioni, servizio di trasporto e altri, fino all’orientamento in uscita con il sostegno ai percorsi di individuazione delle opportunità lavorative. Per gli studenti con Dsa, sono attivi percorsi di screening e diagnosi.

«Ho usufruito dei servizi da anni, non mi sono sentito mai solo, l’università mi ha dato tanto». Michele Picci, cagliaritano, 26 anni, laureato in Scienze tecniche psicologiche e specializzando in Psicologia del lavoro, si è mostrato raggiante: «Mi hanno ascoltato e capito. Ho sfruttato i servizi prendi-appunti, trasporto e le lezioni on line, vera manna per chi non può spostarsi». Michele Picci è affetto da una importante disabilità motoria.