19 July, 2024
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La proprietà della discarica Is Candiazzus dal Consorzio ZIR di Iglesias in liquidazione verrà trasferita al Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari. Lo ha deciso oggi la Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, di concerto con l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano. Il Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari beneficerà di risorse regionali per la realizzazione della copertura definitiva del primo modulo di discarica e della relativa post-gestione.

Approvando la decisione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino, la Giunta ha modificato ed integrato alcune delle norme di attuazione del Piano d’assetto idrogeologico (PAI). Si tratta di semplificazioni e precisazioni molto attese, in particolare quelle riguardanti le aziende agricole ricadenti in zone ad elevata pericolosità idraulica (Hi4), che consentono lo sviluppo produttivo di tali aree, senza diminuire i livelli di sicurezza delle attività produttive presenti o da insediare. Infatti, a seguito della emanazione dei primi bandi del Piano di sviluppo rurale, l’applicazione delle norme del PAI aveva determinato criticità applicative. Da qui la necessità di revisionare alcune prescrizioni relative alla disciplina d’uso del territorio, in particolare nelle aree agricole dichiarate pericolose dal punto di vista idrogeologico, e di consentire lo sviluppo delle attività produttive a seguito delle verifiche da compiere attraverso apposito studio di compatibilità e di sicurezza idraulica. Le modifiche introdotte riguardano inoltre, in particolare, l’art. 8 (Indirizzi per la pianificazione urbanistica e per l’uso di aree di costa), l’art. 21 (Indirizzi per la progettazione, realizzazione e identificazione delle misure di manutenzione delle nuove infrastrutture), l’art. 30 ter (Identificazione e disciplina delle aree di pericolosità quale misura di prima salvaguardia) e l’art. 37 (Varianti ed aggiornamenti del PAI). Con le modificazioni introdotte vengono assicurate, nel rispetto delle condizioni generali di sicurezza, maggiori certezze e semplificazioni procedurali.
Su proposta dell’assessore Filippo Spanu, la Giunta ha approvato i criteri per l’erogazione degli indennizzi per i danni provocati da attentati contro una serie di soggetti che esercitano funzioni istituzionali a livello locale. Gli indennizzi vengono erogati in base alle legge regionale 21 del ‘98 che è stata oggetto di integrazioni due anni fa. Il provvedimento prevede inoltre la possibilità di concedere alla vittima dell’attentato un’anticipazione per un importo non superiore al 50% dell’ammontare del danno accertato dall’Amministrazione. L’esecutivo, con la delibera approvata oggi, ha anche individuato le modalità di rivalsa nei casi in cui le somme anticipate non risultino dovute in base alle conclusioni delle inchieste giudiziarie.


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ambiente, acqua, risorse idriche
 «Nelle azioni previste a favore della sostenibilità abbiamo messo a bando oltre 9 milioni di euro per infrastrutture verdi, ripristino di habitat sensibili e altri interventi volti alla tutela della biodiversità delle aree della Rete Natura 2000.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, annunciando che è online, sul sito istituzionale, il bando rivolto ai siti Natura 2000 dotati di piano di gestione approvato.

«Agiamo per promuovere un’economia più verde e competitiva con un uso efficiente delle risorse e una valorizzazione degli attrattori naturali, culturali e turistici – spiega Donatella Spano -. Ripristinare i servizi ecosistemici significa renderli funzionali anche alla mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e ridurre la frammentazione degli habitat della nostra isola.»

La dotazione finanziaria dell’avviso è di 9.110.880 euro e possono partecipare gli Enti pubblici del territorio in cui ricadono i siti Natura 2000 (SIC/ZSC, ZPS ossia Siti di interesse comunitario/Zone speciali di conservazione e Zone di protezione speciale). Interessa quindi singoli Amministrazioni comunali se il sito ricade in un solo Comune, o associati con individuazione di un capofila se il territorio del sito comprende più centri, Unioni di Comuni e Rete metropolitana, Province e Città metropolitana come capofila. Nel caso in cui il sito ricada in aree protette (Parchi o Aree marine protette) possono presentare domanda i relativi soggetti gestori.

Sono ammissibili gli interventi volti alla tutela della biodiversità delle aree della Rete Natura 2000 inseriti nel piano di gestione approvato, o indicati nel Quadro di azioni prioritarie (Prioritized Action Framework, PAF) per la programmazione 2014-2020 approvato nel 2014 (delibera 22/4 del 17 giugno 2014). In particolare potranno essere finanziati: la realizzazione di infrastrutture verdi (greenways, eco-tunnel, fish passes, sottopassaggi stradali ecc). Ancora la sostituzione di elementi di infrastrutturazione “obsoleti” (cavalcafossi, briglie, recinzioni) con tecniche di ingegneria naturalistica. Quindi il ripristino e/o la creazione di elementi di connessione ecologici, la rinaturazione/deframmentazione di habitat sensibili e/o degradati e il controllo e/o la eradicazione di specie alloctone invasive. Si tratta di un bando aperto, a sportello, e le domande potranno essere presentate a partire dal prossimo 15 maggio.

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drone

La Direzione regionale della Protezione civile parteciperà all’attuazione del progetto europeo per l’evacuazione rapida a mezzo droni “Switfers”, finanziato dalla Commissione Europea e del valore di oltre 682mila euro.

«La nostra Protezione civile si doterà di droni per interventi di prevenzione e di emergenza – annuncia l’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano -. La partecipazione al progetto, con un cofinanziamento regionale di quasi 20mila euro accanto a quello comunitario di quasi 50mila, prevede infatti l’utilizzo dei droni in situazioni sia di emergenza che di monitoraggio. La visione privilegiata dall’altro consente di monitorare l’evento in atto e, allo stesso tempo, attraverso un secondo drone guidare i civili verso una via di evacuazione sicura. Ecco che il loro utilizzo rappresenta un potenziale di strategica importanza.»

Inoltre. la partecipazione al progetto consentirà di creare una squadra di esperti da inviare in tutta Europa nel caso di eventi calamitosi, come precisa Donatella Spano. «La formazione è sempre fondamentale e Swifters prevede di addestrare anche il personale della nostra Protezione civile per gestire in situazioni critiche e non, la previsione e l’evoluzione degli eventi e di individuare possibili scenari con il supporto dei droni».

“SWIFTERS: Safe and Rapid Evacuation Facilitated by UAV Swarms” è stato approvato dalla Commissione Europea – Direzione Generale per gli Aiuti Umanitari e la Protezione Civile Europea. Il progetto, che ha come capofila l’Università di Cipro,prevede sia di studiare, di delineare, di sviluppare e testare strategie di cooperazione per supportare le operazioni di protezione civile con i droni. L’obiettivo è il miglioramento in termini di risposta l’efficienza delle operazioni in casi di allerta e successiva evacuazione. Il costo complessivo per l’attuazione è pari a 682.313 euro, di cui 511.735,00 (75%) finanziato dall’Unione Europea e il restante a carico dei soggetti proponenti.

Proseguono, intanto, le riunioni territoriali programmate per incontrare tutti i sindaci sulle novità della riforma nazionale di Protezione civile e di approfondimenti tecnici. Domani è la volta dei primi cittadini della Provincia del Sud Sardegna e della Città metropolitana. L’appuntamento è alle 10,30 a Cagliari, nella sala anfiteatro regionale di via Roma 253. Stesso luogo, ma alle 15,30 per i sindaci delle ex Province del Medio Campidano e Carbonia Iglesias.

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Gasdotto

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha espresso grande soddisfazione per l’esito dell’incontro convocato a Roma per la Cabina di Regia sulla metanizzazione.

«Gli esiti dell’incontro al MISE segnano un nuovo, importante punto nel percorso avviato a luglio del 2016 con la firma del Patto per la Sardegna – ha detto il governatore della Sardegna -. Da allora si è lavorato intensamente per dare il prima possibile ai cittadini e alle imprese sarde pari opportunità nel settore energetico. E con il passaggio di ieri – ha concluso Francesco Pigliaru – sono stati fatti passi avanti molto importanti per definire le regole del gioco e il ruolo che verrà svolto dai soggetti pubblici e privati interessati al progetto.»
Soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras. «Ieri la cabina di regia della metanizzazione della Sardegna ha fatto un passo avanti decisivo – ha detto Maria Grazia Piras -. Il quadro è oramai chiaro e rispetta perfettamente la pianificazione che abbiamo impostato con il Governo due anni fa e che è confluita all’interno della Strategia Energetica Nazionale. La Dorsale verrà realizzata da una joint venture fra Snam e Sgi, sgomberando il campo dal rischio di concorrenza fra due progetti. Accogliamo con favore – ha aggiunto l’assessore Piras – il fatto che l’adduzione verrà garantita da almeno due impianti di rigassificazione, uno annunciato ieri che verrà realizzato a Porto Torres sulla base di un progetto ENI, l’altro in corso di autorizzazione a Cagliari presentato dalla società IsGas. Importante inoltre l’impegno di ENI sulla disponibilità e i prezzi del Gnl, che ci dà alcune garanzie nella fase di avvio sugli assetti del mercato e quindi – ha concluso l’assessore dell’Industria – sul prezzo finale per cittadini e imprese, che da sempre è il faro che guida le nostre scelte».
Plauso anche dell’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano. «Questa notizia è molto positiva anche dal punto di vista dei procedimenti di valutazione ambientale, che sono in capo al ministero dell’Ambiente ma su cui la Regione e gli enti locali sono chiamati ad esprimersi – ha detto l’assessore Spano -. Ora che sono chiari i compiti di ciascuna parte la sinergia non può che essere vincente». 

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Gasdotto

Il ministero dello Sviluppo economico ha impresso un significativo impulso al progetto di metanizzazione della Sardegna, convocando ieri, in un incontro dedicato, il presidente della Regione Francesco Pigliaru, le assessore dell’Industria e dell’Ambiente, Maria Grazia Piras e Donatella Spano, e tutti gli operatori interessati, alla presenza del ministero dell’Ambiente e dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente.
Snam e SGI hanno annunciato la convergenza sul progetto presentato da Snam, il cui iter autorizzativo sta procedendo speditamente. Nel contempo, le due società stanno finalizzando l’accordo per la costituzione della joint-venture operativa che realizzerà e gestirà la nuova infrastruttura. Data l’urgenza e la strategicità dell’opera, gli uffici dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente hanno confermato la propria disponibilità ad effettuare le valutazioni di competenza in tempi rapidi (“fast track”) rispetto al normale iter di valutazione dei piani decennali di sviluppo della rete di trasporto.
E’ stato manifestato un grande interesse da parte degli operatori disponibili ad effettuare investimenti in infrastrutture di approvvigionamento di GNL, che hanno evidenziato apprezzabili progressi degli iter autorizzativi e la necessità di completamento del quadro regolatorio di riferimento. In particolare, Eni ha manifestato disponibilità a mettere a disposizione di un soggetto terzo strutture e aree per la realizzazione di un terminale di rigassificazione nell’area di Porto Torres. Eni, inoltre, è disponibile a fornire per due anni al mercato sardo GNL a un prezzo in linea a quello del gas italiano. Gli uffici dell’Autorità hanno quindi espresso il loro impegno per la definizione del quadro regolatorio relativo all’attuazione della direttiva DAFI, presumibilmente nel corso dell’anno, con la predisposizione di documenti di consultazione entro la prossima primavera.

Il ministero dello Sviluppo economico, il ministero dell’Ambiente e la Regione hanno confermato che intendono procedere speditamente alla conclusione dei procedimenti autorizzativi in corso.

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Industria - Porto Torres Syndial

La Giunta Pigliaru, su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, ha espresso un giudizio positivo di compatibilità ambientale per la fase 1 del progetto Nuraghe nell’ex area Syndial di Porto Torres.
«Con l’approvazione di questa delibera abbiamo ultimato l’iter regionale per la bonifica di un sito pesantemente inquinato», ha dichiarato Donatella Spano sull’atto relativo alla realizzazione di un sito di raccolta che sarà realizzato nella zona industriale. «I tempi per le bonifiche sono impegnativi ma l’impegno preso ci spinge a rispettare puntualmente i cronoprogrammi per costruire un futuro sostenibile per i territori».
La chiusura dell’iter permetterà quindi di bonificare un’area fortemente compromessa dall’attività industriale del passato. Il progetto “Nuraghe” è il frutto di un lavoro di oltre dieci anni avviato con la lunga caratterizzazione dell’area Syndial di Porto Torres, la più estesa e la più critica dal punto di vista ambientale del Sito di Interesse Nazionale di Porto Torres.
L’assessore Donatella Spano ha espresso vivo apprezzamento per il lavoro svolto agli uffici dell’assessorato dell’Ambiente e a tutte le strutture tecnico-amministrative coinvolte.

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Lavori pubblici agricoltura diga acqua risorse idriche
 La Giunta regionale ha approvato oggi – su proposta del presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, d’intesa con gli assessori dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini e della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano – una modifica temporanea e sperimentale al Piano di laminazione statica dell’invaso della diga di Maccheronis sul rio Posada, nel comune di Torpè.
La modifica consentirà il superamento delle soglie di riempimento prefissate nello stesso piano, permettendo così un maggior riempimento dell’invaso. Contestualmente saranno incrementate le misure di Protezione Civile in capo ai sindaci e alla Regione. Nei prossimi giorni il livello dell’acqua dell’invaso potrà essere portato da 38 metri sul livello del mare a 42 metri. Tale quota potrà essere mantenuta fino al mese di settembre consentendo di modificare il volume utile di regolazione dagli attuali 12,2 milioni di metri cubi a 22,1 milioni di metri cubi. «Sulla base delle attuali previsioni meteorologiche – hanno detto gli assessori Balzarini e Spano – si ipotizza di incamerare nell’immediato 5 milioni di metri cubi d’acqua e, successivamente, altri 5 milioni». 
L’approvazione della delibera segue l’incontro convocato ieri (19 febbraio) a Cagliari dall’assessore Balzarini al quale hanno preso parte rappresentanti di ARPAS, Direzione Generale della Protezione Civile, Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale, ENAS, Direzione Generale del Distretto Idrografico della Sardegna, del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura dell’Università di Cagliari Direzione Generale dei Lavori Pubblici e i Sindaci dei Comuni di Posada e Torpè. Nel corso della riunione è emersa la necessità di coniugare le esigenze di protezione delle popolazioni a valle dell’invaso con quelle di approvvigionamento del territorio con particolare riferimento alle necessità delle attività produttive su cui gravano ricorrenti problemi di siccità.
«Al fine di garantire le condizioni di sicurezza per le popolazioni a valle i sindaci dei Comuni di Posada e di Torpè – hanno concluso gli assessori Spano e Balzarini – hanno contestualmente sottoscritto uno specifico impegno che prevede l’aggiornamento immediato, con Deliberazione del Consiglio Comunale, del Piano comunale di protezione civile e di attuare sin d’ora le relative misure.»

 

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Un progetto che parte da lontano, che trova la sua origine nel 2006, negli studi realizzati dall’Ispra, nelle ricerche sullo spostamento della sabbia e sull’influenza delle correnti marine che modificano la spiaggia. Questa mattina, nella sala consiliare del comune di Stintino, l’amministrazione comunale, alla presenza dell’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano, ha illustrato ai cittadini il progetto definitivo di riqualificazione della spiaggia della Pelosa. Un progetto che rappresenta un intervento virtuoso, che coniuga il ripristino del sistema dunale con un sistema di fruizione sostenibile della spiaggia della Pelosa.

Un progetto da 18 milioni di euro che, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale guidata da Antonio Diana, si realizzerà per lotti funzionali. E i primi in programma sono proprio quelli che prevedono lo smantellamento della strada asfaltata nel tratto compreso tra il Gabbiano e la Pelosetta. Lavori importanti che, così è stato previsto, avranno un costo di circa 5 milioni di euro, al momento interamente finanzianti dalla Regione.

E altri potrebbero arrivare «perché – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente – siamo convinti che ci possano essere altre risorse sulla programmazione territoriale o su altri bandi, europei o statali, che possano così concorrere al raggiungimento dell’obiettivo finale».

Un progetto che «dimostra il coraggio di questa amministrazione – ha detto ancora l’assessore regionale – e la Pelosa per il suo valore ecologico e quale risorsa economico-ambientale merita questa attenzione. E questo progetto, avviato nel 2006, si fonda su basi tecnico-scientifiche. Un punto di partenza importante per essere sicuri che il risultato finale sia quello giusto». Quello che riporti la spiaggia, considerata una delle più belle al mondo, alla bellezza che si osserva ancora nella storiche cartoline di un tempo.

«È un gioiello del comune di Stintino che vogliamo salvaguardare – ha detto il sindaco Antonio Diana – ecco perché già nel Puc del 2010 avevamo inserito questo tipo di intervento. Un lavoro che abbiamo definito essere di “chirurgia ambientale” che deve mirare a ricostituire il sistema dunale. Dobbiamo lavorare con attenzione, perché quello a cui miriamo è custodire e trasmettere questo patrimonio ambientale alle generazioni future».

Già da quest’anno, intanto, in attesa che le procedure siano concluse – entro metà aprile approvazione del progetto in giunta e poi in consiglio comunale quindi procedure per l’indizione della gara a evidenza europea e aggiudicazione infine avvio lavori dopo estate 2019 – saranno adottate delle novità. «Grazie agli studi scientifici sulla pressione antropica realizzati gli scorsi anni – ha aggiunto il primo cittadino – pensiamo di adottare una regolamentazione degli accessi».

A presentare il progetto sono stati gli esperti del raggruppamento temporaneo di professionisti formato dalla capofila Criteria srl, dallo studio associato di ingegneria “Prima” e dalla società cooperativa di ingegneria ambientale “Ambiente”.

«L’obiettivo prioritario – hanno detto Paolo Falqui, Maurizio Costa e Francesca Etzi – è il ripristino dell’assetto morfologico-ambientale del sistema dunale e delle relazioni funzionali con la spiaggia. Questo comporta la rimozione della strada litoranea e la riorganizzazione delle modalità di accesso e di fruizione del sistema costiero.»

A essere interessato sarà il tratto compreso tra la spiaggia del Gabbiano e la zone dalle Pelosetta, sia a monte che a valle della strada quindi, della zona alle spalle della Pelosa e di aree condominiali private.

Un’operazione che permetterà di dare nuova vita alle collinette di sabbia che potranno così ricostituire un prezioso sistema dunale, in grado di alimentare la spiaggia.

Il progetto del Comune prevede, quindi, il posizionamento di un sistema di passerelle in legno in aggiunta a quelle già esistenti che, assieme alle barriere installate da dieci anni sulla spiaggia e per le quali periodicamente viene fatta manutenzione, hanno evitato l’erosione delle dune. La nuove passerelle che sostituiranno la strada saranno sollevate da terra, per favorire lo scambio della sabbia e consentiranno il passaggio di mezzi elettrici leggeri. Le aree parcheggio permetteranno di contingentare il numero delle auto e, contemporaneamente, fungeranno da siti di interscambio. Le persone lasceranno la loro vettura e prenderanno i mezzi pubblici o biciclette.

Saranno create piste ciclabili, verrà realizzata una piazza all’altezza della Pelosetta, con sedute e pergolati, e l’ultimo tratto della strada, quello che porta alla zona alta di Capo Falcone, sarà transitabile solo dai mezzi pubblici e dagli automezzi dei residenti. Sarà presente una ztl, una sola area per gli accessi pedonali dei privati e ben quattro per gli accessi pubblici, quindi una viabilità d’accesso con le auto, le rotatorie e due parcheggi.

Il progetto, oltre a questa operazione, prevede la ricostituzione del sistema dunale e della vegetazione. Un intervento che potrebbe essere realizzato con l’utilizzo della sabbia sottomarina che si deposita all’ingresso del porticciolo dell’Ancora. Sabbia ricca di materiale organico in grado di innescare il sistema dunale.

Al termine della presentazione, moderata all’assessora comunale dei Lavori pubblici, Antonella Mariani, e che ha visto la partecipazione di assessori e consiglieri comunali, è stato dato spazio agli interventi del pubblico, tra questi si segnalano quelli dei rappresentanti locali delle associazioni ambientaliste che hanno espresso apprezzamento per il progetto. Tra queste Wwf che ha posto l’accento sull’attenzione alla ri-vegetazione delle dune mentre Legambiente ha definito il progetto «una pietra miliare, un progetto coraggioso e importante».

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15 febbraio 2018, ministero dello Sviluppo economico. Quella di domani sarà una giornata che resterà nella storia del polo industriale di Portovesme, con il passaggio di proprietà dello stabilimento di produzione di alluminio primario dall’Alcoa Trasformazioni alla Sider Alloys, attraverso Invitalia. Il passaggio avverrà in due fasi, a distanza di alcune ore l’una dall’altra: intorno a mezzogiorno la prima, che porterà all’acquisizione dello stabilimento da parte di Invitalia; nel pomeriggio la seconda, con la cessione definitiva alla Sider Alloys.

Arriva a conclusione, dunque, la procedura annunciata lo scorso 22 dicembre a Portovesme dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, alla presenza dell’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri e dell’amministratore delegato della Sider Alloys Giuseppe Mannina, oltreché del governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, degli assessori Maria Grazia Piras (Industria), Donatella Spano (Ambiente), Virginia Mura (Lavoro) e Cristiano Erriu (Urbanistica ed Enti locali); i parlamentari Francesco Sanna ed Emanuele Cani, i consiglieri regionali Pietro Cocco e Luca Pizzuto; il coordinatore del Piano Sulcis Salvatore Cherchi; e numerosi sindaci dei comuni del territorio.

«Il passaggio di domani era atteso da tempo e va valutato molto positivamente – ha detto Roberto Puddu, segretario generale della Camera del Lavoro CGIL del Sulcis Iglesiente – perché per assicurare un futuro alla fabbrica, è indispensabile l’uscita di scena di Alcoa, ed è importantissimo che questo avvenga con la garanzia del Governo, attraverso Invitalia, per i prossimi tre anni. Ciò che ci lascia perplessi – ha aggiunto Roberto Puddu – è che non ci sia ancora stato, come concordato ed annunciato, il confronto preventivo tra la Sider Alloys e le organizzazioni sindacali sul piano industriale e sugli organici necessari per la ripresa della produzione a pieno regime.»

Il progetto di rilancio della produzione di alluminio primario prevede un investimento iniziale di 135 milioni di euro, 80 dei quali saranno coperti da un finanziamento del Governo da restituire a tasso agevolato, mentre sono previsti una quota di una decina di milioni a fondo perduto ed un concorso della Regione Sardegna per altri 8 milioni di euro.

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Come sarà la spiaggia della Pelosa? Come si presenterà il tratto di strada compreso tra la spiaggia del Gabbiano e l’albergo Roccaruja? Cosa succederà una volta eliminata la strada asfaltata a monte della spiaggia tra le più belle al mondo? Gli interrogativi potranno ricevere una risposta venerdì prossimo, 16 febbraio, quando alle ore 11.00, nella sala consiliare del comune di Stintino, sarà presentato alla cittadinanza il progetto definitivo della spiaggia della Pelosa. Per l’occasione sarà presente l’assessora regionale della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano.

Un progetto da 18 milioni di euro che, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale guidata da Antonio Diana, si realizzerà per lotti funzionali. E i primi in programma sono proprio quelli che prevedono lo smantellamento della strada asfaltata nel tratto compreso tra il Gabbiano e la Pelosetta. Lavori importanti che, così è stato previsto, avranno un costo di circa 5,5 milioni di euro.

Ad illustrare il progetto saranno i professionisti dell’associazione temporanea che si è aggiudicata la progettazione dei lavori. L’appuntamento consentirà di illustrare le azioni che l’amministrazione comunale intende adottare per la tutela, valorizzazione e protezione della spiaggia della Pelosa. Sarà possibile anche conoscere alcune aree che potrebbero rientrare all’interno di un piano di espropri finalizzati a ricondurre i terreni nel “patrimonio” dunale, così da essere rinaturalizzati.

Un’operazione che permetterà di dare nuova vita alle collinette di sabbia che potranno così ricostituire un prezioso sistema dunale, in grado di alimentare la spiaggia.

«Siamo arrivati a un punto importante dell’iter che abbiamo iniziato oltre dieci anni fa – spiega il sindaco di Stintino, Antonio Diana -. Dopo tutti i necessari approfondimenti di studi, realizzati anche con il prezioso contributo dell’Ispra che ha consentito la protezione e la salvaguardia delle dune, quindi l’attività di progettazione, abbiamo trovato una soluzione che riteniamo ottimale per difendere la nostra spiaggia.» 

All’incontro saranno presenti gli assessori, consiglieri del comune di Stintino, e sono stati invitati a partecipare  oltre alla cittadinanza, anche gli operatori turistici, le rappresentanza regionali e locali delle associazioni ambientaliste e le autorità del territorio.

Per fornire maggiori informazioni a chi non potesse partecipare all’incontro in programma il 16 febbraio, il comune di Stintino riproporrà la presentazione del progetto tutti i venerdì, alle ore 12,30, sino al 30 marzo.

Il progetto del Comune prevede il posizionamento di un sistema di passerelle in legno in aggiunta a quelle già esistenti.

Le nuove passerelle che sostituiranno la strada saranno sollevate da terra, per favorire lo scambio della sabbia, e consentiranno il passaggio di mezzi elettrici leggeri. Le aree parcheggio permetteranno di contingentare il numero delle auto e, contemporaneamente, fungeranno da siti di interscambio. Le persone lasceranno la loro vettura e prenderanno i mezzi pubblici o biciclette.

Il progetto, oltre a questa operazione, prevede la ricostituzione del sistema dunale e della vegetazione. Un intervento che potrebbe essere realizzato con l’utilizzo della sabbia sottomarina che si deposita all’ingresso del porticciolo dell’Ancora. Sabbia ricca di materiale organico in grado di innescare il sistema dunale.

L’intenzione dell’Amministrazione comunale è chiudere l’appalto entro l’anno e far partire i lavori dopo l’estate.