La Giunta regionale ha approvato la ripartizione dei contributi per gli spettacoli dal vivo, musica, danza teatro e residenze artistiche.
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4 milioni e 506mila euro per i Comuni sardi che hanno subìto una diminuzione degli occupati nel settore della forestazione. La Giunta regionale ieri ha deciso, su proposta dell’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, gli stanziamenti da destinare per gli interventi per l’aumento, la manutenzione e la valorizzazione del patrimonio boschivo.
«Queste risorse potranno essere utilizzate – spiega l’assessore Donatella Spano – per interventi selvicolturali, rimboschimenti, lavori fitosanitari e lavori di manutenzione della viabilità agro-silvo-pastorale a fondo naturale. Inoltre possono essere usate, nella prevenzione antincendi, per lo sfalcio delle strade comunali a fondo naturale e lavori di sistemazioni idraulico forestale per la cura dei boschi.»
I criteri scelti per l’attribuzione delle somme tengono conto del numero di disoccupati nel settore della forestazione, di virtuosità in termini di avanzamento degli interventi e dell’estensione delle aree del territorio comunale concesse all’Agenzia Forestas. A ogni Comune con i requisiti sarà assegnato un contributo compreso tra un minimo di 34mila euro e un massimo di 90mila.
I Comuni interessati devono presentare le domande sulla base della manifestazione di interesse che verrà pubblicata sul sito istituzionale della Regione Sardegna.
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«Ringrazio tutti per il grande impegno, il senso di responsabilità e l’enorme professionalità di tutti – ha detto l’assessore Spano incontrando le forze in campo della macchina contro il fuoco -. Le organizzazioni di volontariato hanno lavorato al massimo, sempre con enorme generosità. Anche ieri si è data prova di grande sinergia fra tutte le forze in campo, locali, regionali e statali.»
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Dieci fari tra i più noti della Sardegna, in zone di particolare rilievo paesaggistico ed ambientale e di grande potenzialità turistiche, saranno dati in locazione o in concessione per essere oggetto di interventi di restauro e riutilizzo. All’interno di una visione che promuove, in sinergia tra diversi livelli amministrativi e con il coinvolgimento dei privati, la piena valorizzazione degli immobili esistenti, la Regione e l’Agenzia del Demanio, per la prima volta in Italia, in un rapporto di proficua collaborazione, elaboreranno congiuntamente un bando che riguarderà ben 10 tra fari e stazioni semaforiche: 9 regionali e uno ancora in capo allo Stato.
«La Regione possiede beni di grande valore: vogliamo metterli in grado di creare reddito e occupazione – dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Siamo ben consapevoli che giocare questa partita significa dover affrontare complessità burocratiche e contenziosi, ma non si può continuare a tenerli bloccati come è stato fatto per troppo tempo, con il risultato di vederli trasformati spesso in ruderi abbandonati. Siamo determinati a metterli a disposizione e, nel caso dei fari ci siamo riusciti grazie ad un importante lavoro di squadra e alla collaborazione con l’Agenzia del Demanio, che ci permette di raggiungere una maggiore e immediata visibilità internazionale.»
La Giunta, su proposta dell’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu e di concerto con gli assessori della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e del Turismo Barbara Argiolas, ha infatti dato mandato all’Assessorato degli Enti locali di stipulare un accordo di collaborazione con l’Agenzia del Demanio per la predisposizione e attuazione degli atti esecutivi del Progetto Orizzonte Fari, in attuazione del Programma integrato di valorizzazione dei compendi costieri, predisposto dalla Conservatoria delle Coste della Sardegna e approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 19/45 del 14 maggio 2013.
Il Programma integrato di valorizzazione include i seguenti fari e stazioni semaforiche:
– vecchio faro di Razzoli (La Maddalena);
– faro di Punta Filetto – Isola di Santa Maria (La Maddalena);
– ex stazione di vedetta di Marginetto (La Maddalena);
– ex faro di Capo d’Orso (Palau);
– ex stazione segnali di Capo Sperone (Sant’Antioco);
– ex stazione semaforica di Capo Ferro (Arzachena);
– ex stazione di vedetta di Capo Fìgari (Golfo Aranci);
– ex stazione segnali di Punta Falcone (Santa Teresa Gallura);
– ex stazione semaforica di Punta Scorno (Isola dell’Asinara);
– faro di Capo Comino (Siniscola), ancora in capo allo Stato.
Il restauro degli edifici esistenti è consentito negli ambiti di paesaggio costieri. Eventuali modifiche alle disposizioni contenute negli strumenti urbanistici comunali possono essere apportate attraverso specifiche varianti, anche per interventi di riuso e trasformazione a scopo turistico-ricettivo degli immobili.
«La Regione possiede beni di grande valore e vogliamo metterli in grado di creare reddito ed occupazione – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Siamo ben consapevoli che giocare questa partita significa dover affrontare complessità burocratiche e contenziosi, ma non si può continuare a tenerli bloccati come è stato fatto per troppo tempo, con il risultato di trasformarli spesso in ruderi abbandonati. Facciamo la nostra parte mettendoli a disposizione perché, nel rispetto delle regole, tornino a nuova vita e vengano resi produttivi. Siamo determinati ad andare avanti in questa direzione – conclude il presidente Pigliaru -. Nel caso dei fari ci siamo riusciti grazie ad un importante lavoro di squadra e alla collaborazione con l’Agenzia del Demanio, che ci permette di raggiungere una maggiore e immediata visibilità internazionale.»
«I fari e le stazioni semaforiche – sottolinea l’assessore Erriu – sono collocati in promontori o piccole isole, in zone dichiarate di pubblico interesse, talvolta all’interno di Parchi e riserve nazionali o regionali oppure di aree marine protette e di siti di interesse comunitario. Sono immobili di proprietà pubblica, dunque soggetti a vincolo storico-culturale. Anche le norme tecniche di attuazione del Piano Paesaggistico Regionale, nel riconoscere alla rete infrastrutturale storica la natura di bene identitario, ricomprendono fanali e fari, che devono essere oggetto di interventi di valorizzazione e riuso nel contesto dei circuiti di fruizione del paesaggio. Con il coinvolgimento degli imprenditori privati e delle amministrazioni locali su cui questi beni ricadono, valuteremo i progetti più ambiziosi che contribuiscano al rilancio economico e turistico dei territori, nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Abbiamo voluto impostare un approccio unitario di questa materia, per costruire un circuito di fruizione dei paesaggi costieri in maniera integrata. Per questo motivo stipuleremo un accordo di collaborazione con l’Agenzia del Demanio, che di recentemente ha dato vita al Progetto Valore Paese Fari, il quale punta alla promozione di una rete nazionale dedicata ad una forma di turismo sostenibile, legata alla cultura del mare e dell’ambiente mediterraneo. Tale accordo – conclude Cristiano Erriu – consentirà di utilizzare un unico modello gestionale nella ricerca dei migliori aggiudicatari per una valorizzazione del patrimonio costiero inclusiva.»
«Questa iniziativa è perfettamente in linea con le nostre politiche ambientali – afferma l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano -. Naturalmente i bandi selezioneranno progetti vincenti, cioè rispettosi di tutti i principi della sostenibilità sia nel restauro che nella fruizione delle aree. Negli atti di concessione dovranno infatti essere contemplati impatti ambientali minimizzati, compresa la gestione dei rifiuti, e dovranno essere definiti alti standard di qualità ambientale per la fruizione dei beni resi accessibili, specialmente in quelli situati nei parchi nazionali e nelle aree marine protette.»
«Si tratta – dice l’assessore del Turismo Barbara Argiolas – di strutture inserite in scenari di grande pregio che avranno nuova vita e potranno essere valorizzate, sempre nel rispetto di quel modello di sviluppo sostenibile che questa amministrazione sta portando avanti. Riteniamo che questa seconda vita dei fari ci aiuterà a rendere più ampia anche la nostra offerta di qualità. In tutto il mondo le vecchie torri costiere di segnalazione, quelle ancora operative e quelle dismesse, sono sempre più spesso oggetto di riconversioni e soddisfano target di turisti sensibili alla salvaguardia del paesaggio e ad alta capacità di spesa.»
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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, sollecita la Giunta Pigliaru, con un’interrogazione all’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, a potenziare la campagna antincendi, con un supporto tecnico per il miglioramento della prevenzione sul territorio, il contributo di mezzi adeguati per arginare le fiamme e il rafforzamento delle dotazioni agli enti locali per l’organizzazione della stagione antincendio.
«Con gli incendi divampati nelle campagne tra Buggerru e Fluminimaggiore – spiega Gianluigi Rubiu – si è potuto annotare la scarsità di mezzi sul territorio per combattere la guerra del fuoco. Le squadre antincendio di Forestas sono operative nel compendio del Sulcis Iglesiente da oltre un mese, ma in diversi centri del distretto il servizio è svolto senza le autobotti.»
In occasione di alcuni interventi di spegnimento delle fiamme e bonifica del territorio, le amministrazioni comunali hanno provveduto a fornire dei mezzi non appropriati per arginare il rischio sul territorio. «Ecco perché – conclude Gianluigi Rubiu – crediamo sia necessario un rafforzamento delle misure antincendio da Forestas per evitare dei pericoli che possano danneggiare l’immenso patrimonio naturalistico ed ambientale del Sulcis Iglesiente».
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Su proposta dell’assessora della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, la Giunta regionale ha approvato le Linee guida per la redazione dei Piani forestali particolareggiati, previsti dalla nuova Legge forestale e redatte dalle Direzioni Generali della Difesa dell’Ambiente, del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e dell’Agenzia Forestas.
«Da oggi abbiamo uno strumento in più per la pianificazione e lo sviluppo di attività forestali produttive del ricco patrimonio sardo – spiega l’assessore Spano -. Le linee guida sapranno guidare privati e Amministrazioni comunali nella stesura dei Piani forestali particolareggiati che, nel loro complesso, concorrono alla migliore gestione del suolo e del bosco.»
Oltre ai contenuti tecnici, che definiscono la struttura dei Piani e degli elaborati documentali, analitici e cartografici correlati, le linee guida includono una sezione preliminare sul campo di applicazione, che sinteticamente illustra le diverse tipologie di piani assimilati ai Piani forestali particolareggiati, e chiarificano alcuni aspetti del procedimento amministrativo connesso all’approvazione degli stessi Piani, con particolare riferimento ai boschi pubblici ed alla pianificazione forestale in contesti speciali di tutela, naturalistica e paesaggistica.
Le linee guida sono strumento di facilitazione per lo sviluppo dei Piani, per la cui stesura sono a disposizione specifiche risorse nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020.
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Dal 19 al 23 giugno, il Centro Ricerche Sotacarbo di Carbonia ospiterà la 5ª International Sulcis Summer School sulle Ccus (“Carbon Capture Utilization and Storage”). Lo sviluppo delle tecnologie di Cattura, confinamento e riutilizzo della CO2, visto il peso ancora prevalente dei combustibili fossili nella produzione di energia elettrica, è una delle principali azioni previste dal governo italiano nel documento di Strategia Energetica Nazionale, per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di de-carbonizzazione del continente europeo perseguiti nella Roadmap 2050.
Il profilo internazionale della Scuola è assicurato sia dalla presenza di oltre trenta studenti di varie nazionalità, sia dalla partecipazione di relatori di tutto il mondo sui temi delle tecnologie di separazione, riutilizzo e confinamento dell’anidride carbonica. Assieme alle partecipazioni del Department of Energy degli Stati Uniti, della World Carbon-to-X Association e dell’Illinois State Geological Survey da segnalare tra le novità di quest’anno la presenza di John Scowcroft, direttore generale del Global Ccs Institute Europe.
La cinque giorni verrà aperta lunedì 19 giugno, alle 13.30, dal presidente Sotacarbo, Alessandro Lanza. La giornata inaugurale ospiterà l’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras e i saluti istituzionali dell’assessore dell’Ambiente della Regione Sardegna, Donatella Spano, e del sindaco di Carbonia, Paola Massidda.
Il ruolo strategico delle tecnologie Ccus in tutti gli scenari di politica energetica, condizionati sempre più dal fenomeno del riscaldamento globale del pianeta, è stato ribadito in più occasioni dall’Agenzia internazionale per l’Energia ed è evidenziato nell’accordo sul clima di Parigi.
Nella Scuola, particolare risalto sarà dato alle tecniche di riutilizzo della CO2 per la produzione di combustibili ad elevata valenza ambientale, ritenuti i più idonei a sostituire i derivati del petrolio e del gas naturale. Mercoledì 21 giugno, alle 15.00, è previsto un workshop su alcuni dei principali progetti internazionali, tra i quali Decatur, Enos ed Eccsel, rete europea dei più prestigiosi laboratori di ricerca in questo ambito.
Questi ed altri temi connessi verranno approfonditi nella Scuola organizzata da Sotacarbo, Enea e Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Chimica e Materiali dell’Università di Cagliari, in collaborazione con l’International Energy Agency (Iea) Clean Coal Centre e il CO2 GeoNet.
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Domani, mercoledì 14, nella prestigiosa sede di Parigi, in Place de Fontenoy, l’assegnazione verrà ufficializzata alla presenza dell’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano, dei sindaci interessati, del presidente del Parco di Tepilora, dei responsabili di Forestas e del direttore generale della “Protezione della natura e del mare” del ministero dell’Ambiente, Maria Carmela Giarratano.
Il Programma “Uomo e Biosfera” – Man and the Biosphere Programme (MAB) – nasce nel 1971 nel corso della 16ª Conferenza Generale Unesco per sostenere l’uso sostenibile e razionale e la conservazione delle risorse della biosfera ed incoraggiare lo sviluppo di formule equilibrate nel rapporto uomo/ambiente. Dalla Conferenza su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro del 1992, l’attenzione si è poi focalizzata sull’individuazione di aree e pratiche tradizionali intese come vettori per la salvaguardia e la valorizzazione degli ecosistemi, sui modelli di gestione promossi a livello locale e sulle politiche di sviluppo sostenibile.
In Italia, la zona del Parco naturale regionale di Tepilora e i territori del Rio Posada e del Montalbo è la quindicesima riserva individuata. Nel 2016 il riconoscimento è stato assegnato al Parco del Po e alla Collina torinese.