19 July, 2024
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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, ha approvato una delibera che fissa nuovi obiettivi e la riqualificazione del personale per l’Agenzia Forestas. «Il ruolo di Forestas viene ancor più definito e rilanciato – spiega l’assessore Spano -, soprattutto nell’attività di protezione civile e per la valorizzazione del sistema forestale».
In quest’ottica, vengono indicate come prioritarie l’attività di prevenzione diretta e indiretta contro gli incendi boschivi, con un ruolo di supporto nelle emergenze e nel post emergenza, l’esecuzione di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria dei territori a rischio, la sistemazione idraulico-forestale, il rimboschimento e il rinsaldamento, attività di presidio idraulico e idrogeologico. Sempre sul fronte della difesa del suolo, a Forestas è stato assegnato un programma straordinario di interventi di pulizia degli alvei fluviali da vegetazione e materiali ingombranti, su tutto il territorio regionale. Tra le nuove priorità, è rafforzato il supporto all’Unità di Progetto nelle azioni di contrasto ed eradicazione alla Peste suina africana.
«Un compito fondamentale, e per questo espressamente inserito tra gli obiettivi, è quello della riqualificazione del personale. Sulla base di quanto previsto nella legge forestale – ricorda l’assessore dell’Ambiente -, i vertici di Forestas hanno predisposto un regolamento che consenta le progressioni e di affrontare la problematica del passaggio a mansioni superiori. Questa opportunità potrà riguardare il personale con titolo di studio della scuola dell’obbligo. E’ importante poter sviluppare e certificare tutte le competenze necessarie per le attività specifiche e nuove di Forestas. In finanziaria, inoltre, – prosegue Donatella Spano -, abbiamo previsto otto milioni in più per il funzionamento dell’agenzia: sono risorse che consentiranno di organizzare ancora meglio la copertura sul territorio di tutte le attività e in particolare affrontare in maniera ottimale la prossima campagna antincendio.»
Oltre al rafforzamento degli interventi di supporto all’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana, l’assessorato ha affidato a Forestas progetti pilota innovativi, come la predisposizione della cosiddetta contabilità ambientale e la valorizzazione ecosistemica di realtà economiche.

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Si è concluso con la definizione di una precisa “agenda” di lavoro l’incontro della conferenza dei capigruppo, presieduta dal vice presidente Eugenio Lai, con una delegazione l’Aiea e la partecipazione degli assessori della Sanità Luigi Arru e dell’Ambiente Donatella Spano.

L’“agenda” prevede il proseguimento dell’istruttoria per inserire l’area di Ottana fra i siti nazionali delle bonifiche, accelerazione dei lavori del tavolo tecnico presso l’assessorato della Sanità per mettere a punto le migliori prestazioni sanitarie e medico-legali per i pazienti, approfondimento a tutto campo della materia dell’amianto attraverso una specifica riunione del Consiglio regionale aperta ai contributi della comunità scientifica ed alle esperienze dei lavoratori.

Nel corso dell’incontro, i rappresentanti dell’Aiea hanno particolarmente insistito sulla necessità di concludere in tempi brevi i lavori del tavolo tecnico incaricato di mettere a punto protocolli e procedure comuni a tutto il servizio sanitario regionale perché, ad oltre 10 anni di distanza dall’istituzione del registro dei pazienti colpiti da patologie collegate all’amianto, la “platea” degli iscritti (poco più di 1.300) è ancora troppo bassa rispetto alla realtà dei grandi insediamenti industriali (da Assemini a Porto Torres ad Ottana) in cui migliaia di lavoratori (molto probabilmente più di 50.000 negli anni) sono venuti a contatto col pericoloso materiale, contraendo gravi malattie tumorali al termine di un lungo periodo di incubazione.

Molti malati, purtroppo, hanno perso la vita (120 negli ultimi anni, 30 nel solo 2016) ma sono ancora tantissimi, è stato ricordato, quelli che attendono una risposta dalle Istituzioni, in termini di prestazioni sanitarie e di diagnosi precoce, ma anche di tutela medico legale e previdenziale e di miglioramento della qualità di vita.

«Quello di lavorare secondo metodologie unitarie e interdisciplinari assicurando un alto livello della qualità dei servizi – ha dichiarato l’assessore delle Sanità Luigi Arru – è il modello che abbiamo scelto per riorganizzare la sanità sarda e intendiamo applicarlo anche a questi pazienti particolari; ribadisco tutto il mio impegno, quindi, per favorire la conclusione dei lavori del tavolo tecnico e cominciare a lavorare secondo i nuovi standard».

L’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha affermato, fra l’altro, che l’azione della Regione è ispirata al principio “chi inquina paga”, per cui, anche tenendo conto dei requisiti previsti dal ministero dell’Ambiente, «l’inserimento di Ottana fra i siti nazionali di bonifica è una battaglia giusta che sosterremo in tutte le sedi istituzionali». Per quanto riguarda le bonifiche extra-industriali la Spano ha ricordato la significativa disponibilità di risorse già impiegate (40 milioni) e ancora da spendere (25 milioni) per la bonifica del patrimonio edilizio pubblico (comprese le reti idriche) e privato per il quale però, ha precisato, «stiamo studiando una forma di incentivo perché al momento la rimozione delle coperture deve essere seguita dalla ricostruzione e in molti casi abbiamo incontrato difficoltà».

Nel dibattito hanno preso la parola i capigruppo Daniele Cocco (Sdp), Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi), Angelo Carta (Psd’Az), Gaetano Ledda (Misto), Attilio Dedoni (Riformatori sardi), Pietro Pittalis (Forza Italia) e la consigliera del Pd Daniela Forma.

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Su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, la Giunta regionale ha approvato ieri gli indirizzi per la redazione del PRAI, il Piano Regionale Antincendio 2017-2019, il primo dopo l’entrata in vigore della legge 8 del 2016 (“Legge forestale della Sardegna”).

«Il Piano regionale antincendio per il prossimo triennio – ha spiegato Donatella Spano – terrà conto dell’applicazione della nuova legge forestale e vedrà il coinvolgimento di tutti gli attori che possono contribuire al controllo e utilizzo del territorio.»

E’ chiara la visione di una macchina di difesa della natura e delle vite umane ancora più avanzata. «Il nuovo approccio – sottolinea la titolare dell’Ambiente – punta a realizzare un sistema antincendio sempre più moderno, efficiente, tecnologicamente avanzato e scientificamente evoluto. Il Piano dovrà definire, con maggiore precisione, gli interventi legati al post-incendio volti alle indagini, al monitoraggio e al ripristino delle aree percorse dal fuoco».

Il Piano sarà corredato dalle prescrizioni regionali antincendio e dai singoli “piani ripartimentali”, cioè i documenti che contengono il dettaglio e l’organizzazione delle risorse presenti nei singoli territori. Prevede un coinvolgimento del mondo della ricerca e dovrà dare maggiore risalto alle attività di prevenzione e di mitigazione nonché una maggiore evidenza alle fasi di coordinamento e gestione delle attività di bonifica dell’incendio. L’Esecutivo ha inoltre fornito gli indirizzi per gettare le basi metodologiche e tecniche per la futura zonizzazione regionale, cioè l’individuazione di aree omogenee in termini di regime storico, pericolosità e rischio incendio, con l’obiettivo di calibrare al meglio e a scala di dettaglio gli obiettivi specifici, gli interventi di prevenzione e mitigazione, e l’organizzazione della lotta attiva.

La redazione del Piano è stata affidata dalla Giunta al direttore generale della Protezione civile regionale, il quale costituirà un’apposita task force insieme ai principali soggetti del sistema regionale antincendio. Infine i diversi assessorati, per i propri ambiti di competenza, potranno fornire un utile contributo.

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In 29 mesi di legislatura solo il 14% degli atti prodotti da Giunta e Consiglio ha riguardato le esigenze di sviluppo delle piccole imprese sarde. Infatti, sui 2.155 provvedimenti presentati da Assessori e Consiglieri solo 302 hanno contribuito alla crescita del sistema produttivo regionale.

Sono questi i dati generali, incontrovertibili e verificabili, emersi dalla presentazione della seconda edizione del “Rating della Regione Sardegna”, disponibile sul sito www.sardegnaimpresa.it, realizzato da Confartigianato Imprese Sardegna e OpenPolis, società specializzata in rilevazioni e studi.

Come negli anni passati, l’analisi ha “radiografato” gli atti di Giunta e Consiglio, prodotti nella prima metà del mandato, da marzo 2014 a fine di luglio 2016. Ben 2.155 tra delibere, proposte di legge, relazioni, interrogazioni, risoluzioni, mozioni, ordini del giorno e interpellanze; tutto è stato letto, analizzato, vagliato e valutato secondo 7 priorità che gli imprenditori avevano individuato già prima delle elezioni, quali burocrazia, fisco e costo del lavoro, credito e pagamenti, sviluppo territoriale e programmazione, istruzione e formazione, infrastrutture e trasporti e riforma dell’artigianato.

Numeri, quelli del Rapporto, che stridono con la capacità produttiva delle circa 36mila aziende artigiane (il 23% della forza produttiva sarda), che negli ultimi 12 mesi, con 3milardi e mezzo di valore aggiunto, hanno contribuito al PIL regionale per il 16%. Dal Rating, quindi, emerge una rapporto tra imprese e Giunta-Consiglio non coincidente con le necessità di cui avrebbe bisogno il sistema produttivo isolano.

«Sono dati incontrovertibili e incontestabili – ha affermato la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, durante la presentazione questa mattina in conferenza stampa – perché sono quelli prodotti e messi a disposizione dall’Esecutivo e dalla Massima Assemblea regionale. Purtroppo, e non è una novità, in questi 2 anni e mezzo la Politica regionale è stata “sfuggente” nei confronti del nostro comparto che, quindi, è stato solo “incidentalmente” interessato dall’azione politica di Giunta e Consiglio.»

Ma nel Rapporto ci sono anche le azioni positive che Confartigianato ha voluto “premiare” come più “vicine” alle esigenze delle piccole realtà produttive, che hanno visto il coinvolgimento attivo dell’Associazione da parte della politica e che cominciano a dare i primi risultati. Gli atti che più si sono avvicinati alle esigenze degli artigiani sono stati quelli sull’internazionalizzazione delle imprese, dell’assessore Maria Grazia Piras,  sulla tutela del pane, realizzata dai consiglieri Daniela Forma e Luigi Crisponi e sulla semplificazione burocratica, a firma del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore Maria Grazia Piras.

Al contrario, tra le richieste delle imprese a oggi rimaste insoddisfatte le leggi sull’artigianato e sull’urbanistica (da fonti di stampa abbiamo letto che dovrebbe essere approvata questa settimana in Giunta per poi essere discussa in Consiglio e si spera anche con le associazioni Imprenditoriali) e la riforma dei Consorzi fidi (completamente da bocciare secondo Confartigianato).

«Un aspetto importante che rileviamo – ha sottolineato il segretario regionale di Confartigianato Sardegna, Stefano Mameli, nel suo intervento – è quanto spesso ci sia scollamento fra atti di programmazione condivisibili e una loro attuazione non all’altezza”. “E’ il caso, ad esempio, delle delibere di Giunta contenenti gli incentivi alle imprese ha proseguito – che hanno ricevuto un parere positivo nel rating per diversi motivi tra cui la procedura a sportello “veloce”, o perché prevedevano finanziamenti anche di piccola taglia per le piccole imprese (il cosiddetto T0)”. “Ad oggi notiamo un forte ritardo nelle procedure di istruttoria anche a distanza di 4 mesi le imprese non ne conoscono ancora gli esiti. In merito ai finanziamenti di piccola taglia (T0), la delibera è del 6 luglio 2016 e ancora oggi non è stato nemmeno pubblicato il bando. I tempi della Pubblica Amministrazione ancora una volta non sono quelli delle imprese.»

Dall’analisi generale, emerge che 1.110 atti sono stati giudicati “attinenti/coerenti con le priorità degli artigiani”. Di questi ben 784 (il 71%) sono “neutri”, ovvero che non incidono rispetto alle necessità delle imprese. Al contrario, quelli “buoni”, che incidono positivamente sulle priorità, sono risultati 302. Analisi confermata anche dai “tag” più ricorrenti. Quello relativo alle imprese risulta solo al 10° posto (presente in 127 atti) mentre quelli più frequenti sono ambiente (403 atti), “enti pubblici” (372 atti) e sanità (284 atti).

«Con certezza – ha aggiunto Maria Carmela Folchetti – sappiamo di non essere tra i primi pensieri di assessori e consiglieri, anzi siamo proprio relegati al ruolo di comprimari». Per la presidente di Confartigianato Sardegna «l’attenzione sui temi dell’artigianato è ancora insufficiente: i pochi atti favorevoli a imprese e artigianato sono sovrastati da atti “neutri e ininfluenti”, che non incidono sulla svolta che si chiede».

Ma non tutto è negativo ciò che non è stato inserito nel rating: «Tra le cose da segnalare – ha sottolineato Maria Carmela Folchetti – è soddisfacente anche l’attività che si sta realizzando sugli appalti pubblici, sulle infrastrutture e sulla programmazione territoriale. Al contrario, ancora assai deficitaria l’attività sulla formazione che necessita di un urgente intervento strutturale».

«In un contesto come quello attuale, fortemente condizionato dal dilagare dell’antipolitica – ha precisato la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – riteniamo che aver dato anche valutazioni di soddisfazione per alcuni risultati raggiunti, sia da stimolo per i nostri politici per continuare sulla strada della condivisione e dell’ascolto delle istanze del tessuto economico sardo». «In ogni caso, continueremo a lavorare nella direzione indicata da artigiani e piccoli imprenditori – ha concluso Maria Carmela Folchetti – chiedendo alla Politica, ancora una volta, un reale coinvolgimento delle nostre istanze, che sono quelle delle migliaia di piccole e piccolissime realtà che, con grande fatica e sacrifici, cercano di resistere alla crisi.»

Oltre alla valutazione sui temi che riguardano le imprese, è stata realizzata anche quella complessiva degli amministratori regionali. Come già gli scorsi anni, i risultati dello studio si sono concretizzati in una classifica virtuale che ha tenuto conto, per il presidente, gli assessori e i consiglieri, di tutti gli aspetti dell’attività istituzionale, delle ricadute che questa ha avuto sul mondo delle micro imprese.

Dei 2.155 atti analizzati (1.680 della Giunta e 475 del Consiglio), 1.110 sono quelli che sono stati rilevati come “attinenti/coerenti con le priorità degli artigiani” (52%). Di questi ben 784 (il 71%) sono stati giudicati “neutri” ovvero che non incidono rispetto alle necessità delle imprese. Al contrario, quelli “buoni”, che incidono positivamente sulle priorità, sono risultati 302 (27%). Quelli “contrari” alle necessità delle imprese artigiane sono solo il 2%.

Dal dossier emerge che, tra tutti gli atti (qualunque atto) sottoscritti come primo firmatario, l’assessore più produttivo è Donatella Spano (Ambiente) con 305 atti, il meno prolifico risulta l’ex assessore dell’Artigianato, Francesco Morandi con 39 atti. Tra i consiglieri, il più attivo è Pietro Cocco (PD) con 50 atti che lo vedono come primo firmatario mentre il meno dinamico di quelli che hanno firmato proposte, è Antonio Solinas (PD) con 9 atti.

Dal dossier emerge anche che l’assessore che ha prodotto più atti riguardanti il mondo dell’artigianato è Raffaele Paci (Programmazione) con 191 (di cui 71 pro, 108 neutri e 12 contrari).

In Consiglio, Pietro Cocco, capogruppo PD, è il Consigliere che ha messo la firma su più atti che riguardano le “7 priorità degli artigiani”: 22 atti di cui 7 pro, 15 neutri e 0 contrari. Seguono Paolo Truzzu (FDI) (10 atti di cui 5 pro, 5 neutri e 0 contrari) e Michele Cossa (Riformatori sardi) con 9 atti totali (di cui 1 pro, 8 neutri e 0 contrari). In coda, Christian Solinas (Psdaz) con 1 solo atto (tra l’altro neutro) che lo vede primo firmatario.

In Giunta, tra le priorità su cui gli artigiani hanno chiesto di intervenire, il primato va alla priorità “infrastrutture, trasporti ed energia” con ben 308 atti (73 pro, 234 neutri e 1 contro). Solo 43 (26 pro, 13 neutri e 4 contro) riguardano la “riforma dell’artigianato”.

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I dati di produzione totale e pro capite dei rifiuti urbani e di quelli sui rifiuti speciali, verranno pubblicati online nel sito della Regione. Lo ha deciso oggi, con apposita delibera, la Giunta Pigliaru, su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, nel rispetto della normativa nazionale.

La legge n. 221/2015 sulla green economy, infatti, ha posto questo compito in capo all’amministrazione regionale, in modo da consentire all’organo di governo di esercitare un’azione di vigilanza sulla gestione dei rifiuti sul territorio regionale.

«La Sardegna si distingue dalla regioni centro meridionali collocandosi al 7° posto al livello nazionale, affianco alle regioni più virtuose. Cresciamo di anno in anno nella raccolta differenziata, nel riciclo e nella diminuzione complessiva dei rifiuti prodotti. Non solo siamo coerenti alle direttive europee, ma speriamo di anticipare i risultati che l’UE prevede per il 2020» ha spiegato l’assessora Spano, che oggi ha presentato in Giunta anche il 17° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna relativo al 2015. Nel documento viene confermato quanto già previsto nella redazione dell’ultimo aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti.

I dati evidenziano, in sintesi, la tendenza di un andamento decrescente della produzione dei rifiuti urbani già osservato negli anni precedenti, con un calo significativo dei rifiuti a smaltimento grazie, soprattutto, all’adozione di sistemi di gestione più efficienti anche in alcuni centri interessati da fenomeni turistici importanti.

I sardi hanno conseguito il 56% di raccolta differenziata, a livello regionale. 206 Comuni su 377 hanno superato il 65 per cento e addirittura 47, tra questi ultimi, hanno superato il 75 per cento. Alcuni centri di media dimensione interessati da notevoli flussi turistici, come Orosei e Siniscola, oltrepassano la soglia del’80 per cento. «Segnali positivi e incoraggianti – ha concluso l’assessore Spano – che ci devono ispirare per il miglioramento di altre performance, come quella del tasso di riciclaggio, oggi al 45 per cento, e che la normativa europea fissa al 50 per cento entro il 2020».

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E’ iniziato questa mattina all’istituto agrario Duca degli Abruzzi di Elmas, il primo appuntamento del 2017 del progetto PRONTI,“Protezione Nella Tua Isola”, ideato dalla Direzione generale della Protezione Civile per diffondere la cultura della sicurezza nelle scuole sarde di ogni ordine e grado.
«Questo è un percorso formativo e informativo in materia di sicurezza in cui si realizza, grazie agli studenti, un processo di contaminazione virtuosa anche nelle famiglie. Stiamo infatti dando ai ragazzi l’opportunità di imparare come funziona la protezione civile e quali sono i rischi per poi portare il messaggio fuori delle aule scolastiche. Più imparate e diffondete, più saremo capaci di proteggerci» ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente con delega alla Protezione civile Donatella Spano alla numerosa platea di studenti, assieme al sindaco di Elmas, Tonio Ena, e al direttore della Protezione civile regionale, Graziano Nudda, e quello del Dipartimento meteoclimatico dell’Arpas, Giuseppe Bianco.
Il progetto, con l’obiettivo di realizzare l’azione sistemica di formazione in sicurezza dettata dalla delibera di Giunta dello scorso ottobre, è stato disegnato dalla Direzione regionale di Protezione civile con il contributo dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente e il coinvolgimento dell’assessorato della Pubblica Istruzione, dell’Ufficio scolastico regionale, degli Enti locali e dei volontari di Protezione civile. Gli studenti sono accompagnati nell’apprendimento di specifici programmi formativi per conoscere il Sistema di Protezione Civile e le sue componenti, con in compiti di Arpas, di Corpo forestale, di Forestas e del volontariato. Vengono approfonditi i temi dei rischi presenti nel territorio, della salvaguardia delle persone, dei beni e dell’ambiente in genere. Inoltre viene favorito il contatto diretto con la realtà delle Organizzazioni di volontariato di protezione civile.

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Verranno assunti a tempo indeterminato 315 operai dell’agenzia Forestas: lo ha annunciato questa mattina alla commissione Prima del Consiglio regionale l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, nel corso dell’audizione sul tema dell’ex Ente Foreste.

Rispondendo alle domande del presidente del “parlamentino”, on. Francesco Agus, l’esponente della Giunta si è soffermata sull’ipotesi dell’applicazione del contratto della Regione ai dipendenti di Forestas e sui relativi costi. Anche il tema delle mansioni superiori attribuite in questi anni agli operai è stato esaminato, con l’ipotesi di una riserva del 50 per cento dei posti che saranno messi a concorso pubblico.

Il presidente Agus ha ricordato che «su 3781 operai il 60 per cento ha il primo livello e saranno, dunque, possibili e necessarie progressioni al secondo e terzo livello».

Il consigliere Daniele Cocco ha detto che «il guaio di Forestas sono anche i mansionati al quarto livello, che a breve non potranno più svolgere le funzioni e nei cantieri ci saranno seri problemi».

Per l’Inps sono poi stati auditi la direttrice regionale Cristina Deidda e la sua vice Irene Cammarata, che hanno ribadito la posizione dell’ente: «Forestas rientra tra le pubbliche amministrazioni. Gli operai di Forestas, a differenza dei colleghi amministrativi, non sono inquadrati nella cassa pensionistica pubblica ma in quella privata, per una questione di mansioni svolte». Secondo l’Inps non c’è «nessun aggravio  di costi sotto il profilo previdenziale nel caso in cui ai lavoratori di Forestas il Consiglio regionale riconosca con una legge l’applicazione del contratto della Regione».

Al termine di questo lungo ciclo di audizioni (ieri è stata la volta dei sindacati confederali, gli autonomi e il direttore generale di Forestas) il presidente Francesco Agus ha detto: «No alle fughe in avanti: parliamo di un ente complesso e di dimensioni enormi e la cui costruzione ha una storia tutt’altro che lineare. I problemi riscontrati in questi mesi erano facilmente prevedibili e meritavano una riflessione più seria negli anni scorsi. Stiamo lavorando per avere un quadro complessivo di situazioni e norme. Soltanto dopo questa fase si potrà ragionare sulle soluzioni».

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Da anni si parla di bonifiche, per restituire il territorio che per decenni ha ospitato gli impianti del polo industriale e minerario, ma fino ad oggi passi in avanti ne sono stati compiuti decisamente pochi, anche dopo gli interventi effettuati nell’ambito del Piano di disinquinamento approvato un quarto di secolo fa. Nei giorni scorsi sono arrivate buone notizie, da Roma, che inducono ad un moderato ottimismo sull’avvio di un serio piano di bonifiche in Sardegna. La conferenza di servizi convocata dal ministero dell’Ambiente sul programma di messa in sicurezza e risanamento della falda acquifera dell’area industriale di Portovesme, infatti, ha avuto un esito positivo.

Il progetto incorpora le azioni già in atto da parte delle aziende all’interno delle aree degli stabilimenti e nel perimetro del bacino dei fanghi rossi e viene esteso alle aree esterne, in particolare all’area a valle prossima al mare. I costi di investimento e di gestione saranno sostenuti dalle imprese sulla base del principio “chi inquina paga” e alla Regione è stato delegato il lavoro di coordinamento in merito.

«Il lavoro di messa in sicurezza del territorio è lungo e impegnativo ma abbiamo raggiunto un altro risultato importante, frutto di una concreta cooperazione fra Assessorato, Provincia, ministero dell’Ambiente e le altre Amministrazioni – dichiara l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano -. Voglio sottolineare la grande professionalità dei funzionari pubblici che hanno definito il programma e lo hanno portato all’approvazione. I programmi di bonifica sono infatti compatibili con le attività industriali e dimostrano la reale attenzione posta sia al tema dell’ambiente che del lavoro e della produzione.»

Ha espresso grande soddisfazione anche il coordinatore del Piano Sulcis Tore Cherchi, il quale ha sottolineato che «si tratta di un notevole passo in avanti nel risanamento ambientale dell’area industriale. Insieme con i programmi già in atto per la bonifica dei suoli, le cui modalità di attuazione nel futuro impediranno la infiltrazione del sottosuolo la decisione sulle falde completa la strategia in atto».

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Il Consiglio regionale ha respinto (20 sì, 32 no) la mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n° 285 (Pittalis e più) sulla sfiducia all’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, ai sensi dell’art. 118 del regolamento.

Il presidente ha dato la parola al primo firmatario della mozione, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, per illustrarne il contenuto.

Pietro Pittalis, dopo aver rivolto un augurio di bentornato al presidente Pigliaru, è entrato nel merito della mozione citando un messaggio, carico di disagio, inviato dal sindaco di Fonni nel pieno dell’ondata di maltempo, che faceva riferimento fra l’altro a mezzi spazzaneve fermi a Cagliari, mezzi Anas parcheggiati nei pressi di una casa cantoniera, un mezzo dei Vigili del Fuoco preso d’assalto dai pastori disperati. «Quelle del sindaco di Fonni – ha sostenuto Pittalis – sono le stesse parole di tanti Sindaci della Sardegna che sono stati abbandonati a se stessi, senza risorse e senza mezzi, addirittura additati come capri espiatori, e a volte trattati senza nemmeno il dovuto riguardo». «La mozione quindi – ha aggiunto – riporta all’attenzione del Consiglio e dell’opinione pubblica quanto accaduto in quelle settimane e la Regione non può continuare a nascondere la verità di disservizi e ritardi sui quali non può cadere il silenzio; spero perciò che l’assessore eviti la solita autodifesa e che la maggioranza non si presti ad una difesa d’ufficio, perché non possiamo dimenticare quanto accaduto soprattutto per evitare che i fatti di allora si ripetono». «Noi riteniamo – ha detto il capogruppo di Forza Italia – che le strutture della Regione siano inadeguate per ruoli, funzioni e capacità gestionale; i fatti sono incutibili e tutti abbiamo avvertito che la Giunta e l’assessore non hanno trovato di meglio che scaricare colpe e responsabilità senza una parola di autocritica, ricordiamo tutti l’imbarazzo sulla comunicazione relativa alle strade transitabili, poi ritrattata, e le immagini grottesche dell’assessore e del vice presidente della Regione nelle centrali operative della protezione civile». «Le nostre critiche alla struttura di vertice – ha detto Pietro Pittalis – sono oggettive perché non si è mostrato in grado di fronteggiare le situazioni più difficili, ed ha anzi ignorato forti elementi di preoccupazione come quelli espressi dal comandante della forestale che, il 13 gennaio scorso, comunicava che per tutto l’inverno non si potevano utilizzare i mezzi perché privi delle zavorre e quindi devono restare fermi». «Insomma – ha concluso Pietro Pittalis – il governo regionale è apparso distinto e distante dal mondo reale; noi non vogliamo che ai disastri naturali seguano i disastri sociali e siamo convinti che non bisogna dichiarare guerra alla natura ma alle istituzioni che non si dimostrano responsabili; l’unica strada percorribile, per noi, è quella delle dimissioni dell’assessore per manifesta incapacità».

Per i Riformatori sardi il consigliere Michele Cossa, dopo aver espresso le sue felicitazioni per la guarigione del presidente Pigliaru, ha parlato di un «problema gigantesco per le implicazioni che ha sulla vita delle persone e dei beni pubblici e privati della nostra Regione, perché siamo convinti che un sistema di protezione civile degno di questo nome deve garantire sicurezza di persone e cose uscendo dalla logica dell’adempimento e del trasferimento del cerino, come abbiamo visto dal 18 gennaio in poi». Michele Cossa ha poi criticato «gli allerta meteo incomprensibili, gli amministratori locali messi sulla graticola dall’assessore dell’Ambiente come ultimo anello della catena, quello più debole, quello che resta con il cerino in mano». «Inoltre – ha aggiunto – è mancata chiarezza delle comunicazioni, nei manuali operativi che bisognerebbe leggere per capire come mai l’allerta gialla riversi la responsabilità della sua corretta interpretazione sui Sindaci». «Oggi – ha concluso – servono scelte diverse e di qui nasce la mozione».

Il consigliere Luigi Crisponi, sempre dei Riformatori, si è associato agli auguri al presidente Pigliaru, osservando sulla mozione che «è inutile riprendere a recitare il rosario dell’inadeguatezza della macchina della protezione civile». «Piuttosto – ha sostenuto – quello della protezione civile è un problema che, come altri, viene da lontano; mi riferisco al dibattito del 29 settembre in Consiglio con cui si censurò la campagna antincendi su cui era emerso un problema serio per la mobilitazione dell’apparato difforme sul piano temporale da quanto indicato dal governo regionale, con la conseguenza che restarono scoperti i mesi di ottobre e novembre». «Ebbene – ha sintetizzato – da quegli errori non si è imparato nulla, anzi assistiamo ancora ad una grave disorganizzazione ed al profondo scollamento fra Regione e amministrazioni comunali; alcuni esempi di questa realtà sono la mancanza di comunicazione fra la protezione civile di Oliena, che ha comunicato cessazione dell’attività e il Sindaco manco lo sapeva, alla scuola del corpo forestale per la formazione degli operatori di cui non si sa più nulla».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, di Forza Italia, dopo gli auguri al presidente Pigliaru, ha parlato di una «situazione veramente delicata che dovrebbe spingere l’assessore a porsi tre domande, nello spirito di una la mozione che non personalizza ma chiede attenzione su un problema di grandissima importanza che tocca da vicino la vita delle popolazioni: se il sistema di protezione civile è stato in grado di gestire le emergenze, se il sistema di allerta funziona, se l’organizzazione dei nuclei di intervento è efficiente». Secondo Fasolino «bisogna ripartire daccapo partendo dalla certezza che non si può scaricare tutto sui Sindaci, perché molte cose non vanno e bisogna correggerle, partendo per esempio dagli avvisi che richiedono presenze h24 ma nessuno ne copre i costi, o dall’impossibilità per i Sindaci di comprare perfino un gruppo elettrogeno, pur avendo i soldi in cassa».

Ancora per Forza Italia, il consigliere Ignazio Locci ha dichiarato che «non è con piani dei Comuni né con rapporto migliore con il vertice regionale della protezione civile che si possono cambiare le cose che non vanno, è invece la catena di comando delle responsabilità (anche penali) riversate sui Sindaci che va profondamente riformata, altro che stare attenti alle carte ed alle comunicazioni formali». I Sardi, secondo Locci, «percepiscono che la protezione civile sarda non è all’altezza in tutte le sue componenti e, sotto questo profilo, bisogna avere il coraggio di non tenere in disparte le Forze Armate che in questi anni hanno dimostrato di essere l’unica istituzione pubblica di stare sul campo con efficienza e professionalità; ed è sbagliato che in Sardegna non ci sia un rapporto stabile con gli enti militari che sarebbe un grande valore aggiunto per la comunità regionale uscendo dal rivendicazionismo su entrate e servitù».

Roberto Desini, del Partito dei Sardi, ha rivolto in apertura un bentornato al presidente Pigliaru e, quanto alla mozione, l’ha definita «fuori luogo nei tempi e nei contenuti e lo dico al di là delle difese d’ufficio e sulla base dell’esperienza di Sindaco quando ho potuto verificare il significato della presenza dell’assessore e e del direttore della protezione civile; per queste ragioni non ci sto ad assistere alla deriva populista del discredito delle istituzioni e del qualunquismo». «Sulla base dei numeri che spesso non raccontano quantità e qualità del lavoro della protezione civile – ha aggiunto Desini – bisogna riconoscere che nevicate come quella che si è abbattuta sulla Sardegna non si verificavano dal ‘56 ed erano prevedibili solo in parte; lo stesso sito del Comune di New York riportava l’eccezionalità dell’ondata di maltempo, con la cancellazione di ben 3000 voli ma non c’era nessuna mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco». Va ricordato invece, ha continuato il consigliere, «che la Regione sarda è stata l’ultima Regione a istituire il centro regionale di protezione civile, il 1° gennaio 2015, mentre doveva nascere dal 2004; questa Giunta ha fatto quanto doveva, fermo restando che si può sempre migliorare ma senza gettare la croce sulla istituzioni, confrontiamoci piuttosto sulle cose concrete e pensiamo al bene comune».

Stefano Tunis, esponente di Forza Italia, ha detto che «qui nessuno sta cercando di addossare all’assessore colpe che non ha, il punto centrale è che bisogna superare l’interpretazione burocratica della protezione civile, con le montagne di carte che nascondono qualunque dimensione umana, con i Sindaci che hanno avuto sulle loro spalle un livello di responsabilità enorme senza nessuno strumento per affrontarle, con i cittadini che hanno vissuto la paura di non potersi sentire sicuri nemmeno all’interno della propria casa». «In questo periodo – ha detto poi Tunis – si sta facendo il rimpasto, un contesto in cui non ci si può nascondere dietro atti amministrativi, mentre sarebbe molto più utile una seria autocritica sull’approccio immateriale ad una settore delicatissimo come la protezione civile; per svolgere un ruolo ci vogliono attitudini e non solo conoscenze scientifiche e non è possibile che ci si sia resi conto dell’inadeguatezza del sistema regionale di fronte alle circostanze».

Il consigliere di Sel Francesco Agus, dopo aver rivolto un augurio di bentornato al presidente Pigliaru, ha annunciato il voto contrario alla mozione, «sia per i temi che per lo strumento utilizzato, ricorrendo ancora una volta alla gogna pubblica per fini personalistici, pur riconoscendo che il sistema ha storture che sopravvivono a diverse legislature». Non si può però parlare di negligenze, ad avviso di Agus, «ma i tempi sono connessi alla sicurezza ed alla salute dei sardi e queste domande devono avere risposte; è vero che il sistema non è il migliore possibile ed occorre una profonda revisione di meccanismi di previsione, di allerta e di comunicazione in effetti troppo gergali nella consapevolezza che non si possono cambiare agli enti naturali». Per cui le criticità sono evidenti ma al tempo stesso superabili, ha affermato Agus, auspicando che «avere indicazioni in questo senso in sede di replica, dimenticando che la protezione civile si nutre di fiducia e funziona se opera in un clima di fiducia e questo meccanismo virtuoso in Sardegna non è scattato, nemmeno nella città di Cagliari». Dico no, ha concluso Agus, «alla cessione di responsabilità verso chi non ha mezzi ed auspico che si possa operare in un rinnovato clima di fiducia rifacendosi a buone prassi».

Paolo Truzzu, consigliere del gruppo Misto-Fdi, ha dichiarato che «non è facile intervenire quando sono gioco sicurezza e salute della comunità e qualcuno può pensare ad operazioni opache dell’opposizione, mentre è auspicabile che la discussione sia davvero utile a non nascondere la polvere sotto il tappeto». Se a Fonni ci fosse stato l’aeroporto, ha proseguito Truzzu riferendosi all’intervenendo del collega Desini, «avremmo sentito che le piste erano libere, per cui certi fatti non possono essere ignorati ed un assessore politico, di fronte a situazioni del genere, avrebbe subito rassegnato le dimissioni». Tutti i Sindaci, ha poi ricordato Truzzu, «stanno dicendo che il sistema di allerta non funziona e ignorare questo dato significa non incidere sul sistema dimenticando fra l’altro che i nostri Sindaci ascoltano i bollettini dell’Aeronautica e non quelli della protezione civile regionale; detto questo è certo che l’assessore non è un metereologo ma il problema esiste e non affrontarlo compiutamente è una sua responsabilità, come è stata sua responsabilità assicurare che le strade erano libere salvo poi rettificare dopo qualche ora senza chiedere scusa ed anzi scaricando su Sindaci, così come è stata responsabilità del direttore affermare che la nevicata di Fonni non era colpa sua, un fatto inaccettabile che giustifica le richiesta delle dimissioni».

Per i Rossomori Emilio Usula, dopo gli auguri al presidente Pigliaru, ha parlato di una mozione «con qualche forzatura che, però, è senz’altro l’occasione per migliorare una gestione della protezione civile poco coerente e inadeguata rispetto alle esigenze della nostra Regione, pur non volendo speculare su eventi naturali eccezionali». Sul piano più generale, Usula ha preso spunto dai temi della mozione per affrontare altre contraddizioni dell’assessorato dell’Ambiente, «come le gravi incoerenze sulla gestione dei rifiuti, le scelte in aperto contrasto con il programma elettorale della maggioranza, un piano dei rifiuti che ancora non c’è e crea disuguaglianze a scapito dei più virtuosi, la gestione ostinata ed ottusa di impianti come quello di Tossilo, sostenuta con supponente indifferenza rispetto a posizioni più volte espresse da forze politiche, amministrazioni e cittadini, dallo stesso Consiglio regionale, il sostegno ad impianti industriali a carbone in grave contraddizione con gli impegni dichiarati». Per questo, ha concluso Usula, «annuncio il mio voto di astensione».

Dopo l’on. Emilio Usula ha preso la parola l’on. Fabrizio Anedda, che ha salutato il rientro in Aula del presidente Pigliaru e ha detto: «Il maltempo non è colpa dei politici né degli amministratori locali ma è loro responsabilità gestire le emergenze. Oggi gli ovili sono attrezzati, non si fa più la transumanza  e il maltempo avrà di sicuro creato disagio ma non facciamo demagogia. Il mio voto verso questa mozione, offensiva verso l’assessore, è un no».

Per l’on. Giuseppe Meloni (Pd) la mozione Pittalis e più «ha il solo merito di aver portato l‘attenzione sul tema delle emergenze nell’ambiente e su questo sono d’accordo: il sistema dei codici di allerta va migliorato e a oggi non è certamente utile. Va organizzato con maggiore efficacia. In occasione dell’alluvione del 2015 noi amministratori locali non abbiamo dormito per giorni ma in quei momenti non abbiamo pensato manco per un attimo di attaccare altre istituzioni. Il mio comune è rimasto tre giorni senz’acqua mentre quello accanto contava purtroppo i cadaveri».

Dopo aver salutato il presidente Pigliaru, l’on. Antonio Solinas (Pd) ha ricordato: «Erano decenni che mancava dalla Sardegna una nevicata così forte e ogni sistema di protezione civile sarebbe stata messa in crisi.  Certo che la nostra Protezione civile può migliorare e bene farebbe il Consiglio regionale a suggerire efficientamenti a una struttura abbastanza giovane. Certo, sulle allerta meteo abbiamo molto da ricevere e l’assessore Spano lo sa. All’amico Pietro Pittalis dico che il suo intervento è stato a dir poco ingeneroso».

«Bentornato al presidente della Regione», ha detto l’on. Giorgio Oppi (Udc), che ha aggiunto: «Noi non abbiamo l’abitudine di denigrare i predecessori, come invece ha fatto l’assessore Spano di recente, parlando male del nostro lavoro. La Protezione civile è stata istituita da noi nel 2009 e se la gara per la sala operativa è andata deserta è solo per la vostra incapacità. Noi siamo riusciti a istituire i parchi, cosa che nessuno era mai riuscito a fare prima, al di fuori della legge 31. E non avevamo questo rapporto critico con il personale dell’assessorato, come lo avete voi».

Per l’Upc ha preso la parola l’on. Pierfranco Zanchetta, che ha detto: «Non ci sono vittime in questa calamità delle scorse settimane, ed è importante. Cogliamo questa occasione per un confronto di merito sulla protezione civile, non per fare polemiche. L’incolumità dei nostri cittadini è la prima cosa che ci sta a cuore ma abbiamo anche il paesaggio e un grande patrimonio animale da tutelare. Per questo è necessario potenziare e migliorare la nostra protezione civile. Dovremmo prendere in considerazione il modello dei volontari dei vigili del fuoco del Trentino – Alto Adige, presenti in ogni comune».

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) «l’assessore non esiste ma esistono i doveri dell’assessorato e quello che non è stato fatto in queste settimane. Partiamo da un dato: il metro e mezzo di neve nel Nuorese. Ma quando ci si organizza, non lo si fa per gestire la normalità ma per gli eventi straordinari come questo che è appena capitato. Non facciamo paragoni con altre Regioni e Paesi, dove le nevicate sono molto più abbondanti, come gli Usa».

Per l’on. Angelo Carta (Psdaz) «chiedere la revoca di una delega all’assessore non è certamente un atto ordinario. Però in casi straordinari è possibile. Non è possibile invece il contrario: che la Giunta sfiduci il Consiglio regionale. L’ordine del giorno sul termovalorizzatore di Macomer, ad esempio, è stato del tutto disatteso e voi avete del tutto sfiduciato la maggioranza e il Consiglio, con il vostro atteggiamento. L’assessore Spano è andata in un crescendo di sordità arrivando al culmine in occasione dei disagi provocati da questa nevicata. E’ suo preciso compito tutelare le popolazioni del Nuorese e invece le avete lasciati completamente sole. Ancora una volta avete dimostrato di non avere a cuore il centro della Sardegna, ridotta ormai a cenerentola della Sardegna. Per questo chiedo che l’assessore si dimetta e sia rimosso il direttore della protezione civile».

Per l’on. Daniele Cocco (Sel) «anche questa richiesta di dimissioni di un assessore cadrà nel vuoto. Preoccupiamoci di costruire una protezione civile migliore per la Sardegna, prendendo ad esempio modelli come la Toscana e recependo le proposte che sono giunte dal Consiglio. Non è possibile che il 70 per cento della forza di Forestas d’inverno sia in cassa integrazione: nei gironi delle grandi calamità quel personale sarebbe stato utilissimo al lavoro nei Comuni».

Per il Partito dei sardi ha preso la parola l’on. Congiu secondo cui «questa discussione avrebbe dovuto svolgersi in un modo normale. Stiamo dimenticando l’unico vero dato di questa vicenda: la neve è in Barbagia e isola il centro Sardegna ed è per questo che dovremmo dislocare nel centro della Sardegna tutti i mezzi antineve a disposizione nell’Isola. Questa è l’unica cosa che dovremmo imparare da questa vicenda».  

Per il Pd ha parlato il capogruppo, on. Pietro Cocco, che ha detto: «E’ vero che se l’assessore fosse andata sul posto avrebbe magari rassicurato le popolazioni ma non avrebbe cambiato i numeri della vicenda. I mezzi della Protezione civile erano tutti impegnati nel Nuorese e così tutte le organizzazioni di volontariato. Sono intervenuti circa 1.500 uomini». Pietro Cocco ha parlato anche dei  bollettini dell’allerta meteo e ha aggiunto: «Certo che il servizio va migliorato ma certo voi non siete in grado di dare lezioni a nessuno».

L’on. Tedde (Forza Italia) ha dato al presidente Pigliaru «un sincero in bocca al lupo ma senza sconti» e ha aggiunto nel merito del dibattito: «L’assessore Spanu è totalmente inadeguata a svolgere le funzioni che ricopre. Persino il capogruppo del Pd ha censurato l’assenza dell’assessore nei luoghi del disastro quando sarebbe stata utile proprio quella presenza delle istituzioni. Avete raccontato favole».

Per la Giunta ha replicato l‘assessore Spano, che ha riaffermato i dati della vicenda: «Intanto, i sindaci sono parte del sistema di protezione civile regionale, non sono un corpo separato. Molti sindaci ci ringraziano e non si sono sentiti soli: soltanto alcuni hanno avuto da dire. Già a inizio dicembre 2016 avevamo diramato le modalità di intervento e assegnato i propri mezzi spazzaneve e spargisale ai Comuni. Al momento della eccezionale nevicata i mezzi erano già sui territori e c’erano anche i mezzi delle associazioni di volontariato e di Forestas. Il coordinamento con le prefetture ha funzionato e così con le protezioni civili dei Comuni. Abbiamo messo a disposizione 1493 persone, molti dei quali richiamati dalla cassa integrazione».

Sui bollettini e gli avvisi di criticità, l’assessore ha detto: «Si tratta di documenti ufficiali, non di burocrazia. Siamo passati da 178 avvisi nel 2013 a 67 nel 2015 fino ai 33 del 2016. Questo significa risparmio di forze e di risorse da parte dei comuni e della Regione. Non dovete credere a chi dice che è possibile fare previsioni al metro quadro. Stiamo migliorando il sistema con investimenti infrastrutturali sulla rete idropluviometrica e degli igrometri. Stiamo finanziando anche la rete radio regionale. Insomma, stiamo lavorando e dobbiamo farlo in sinergia con i Comuni».

Il presidente Francesco Pigliaru ha ringraziato per gli auguri ricevuti e ha esordito dicendo: «Sarebbe stato più utile un dibattito aperto su come migliorare quello che è stato fatto finora.  Noi riteniamo di aver fatto tutto per avere la migliore protezione civile della Sardegna. Dobbiamo capire qual è il nostro livello del servizio e non mi interessa chi ha fatto e chi non ha fatto nel passato. Va a detto però a merito dell’assessore Spano che il centro funzionale decentrato in nove mesi è stato messo in funzione e oggi gestisce i rischi degli eventi meteo. Qualche complimento, onestamente, lo abbiamo avuto dai sindaci che hanno riconosciuto un netto miglioramento rispetto al passato. Possiamo e dobbiamo continuare a migliorare senza deresponsabilizzare i sindaci, che hanno i loro doveri».

Poi ha proseguito: «Ora abbiamo anche un manuale operativo e non è poco: magari da migliorare ma lo abbiamo. Non è accettabile però che noi facciamo sentire ai sardi che nulla è stato fatto in questi anni perché non è vero. Quando c’è stata la grande bufera di vento a Cagliari c’era un codice giallo: dobbiamo evidentemente migliorare la comunicazione e far capire a tutti, in tempo reale e con chiarezza, quando è in pericolo la sicurezza. Piena fiducia all’assessore Spano, del quale ho profondissima stima».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, nel suo intervento di replica ha definito l’intervento del presidente Pigliaru «un’autodifesa dettata da colleganza con l’assessore Spano e da ragioni di natura politica». «Chi ha responsabilità su ambiente e protezione civile – ha proseguito Pittalis – non può relegare le problematiche evidenziate nel corso del dibattito come eventi occasionali, non utili cioè a misurare capacità e adeguatezza dell’assessore». Il capogruppo ha accusato i consiglieri della maggioranza di «dare ragione ai sindaci che protestano contro l’assessore, quando sono sul territorio, e di difendere invece l’assessore quando sono seduti in Consiglio».

«Non serve – ha proseguito l’esponente della minoranza – far finta che nulla è accaduto, bisogna capire, infatti, cosa non ha funzionato nella macchina degli interventi e non si può solo affermare che i macchinari che non funzionano sono quelli acquistati nella passata legislatura.»

Pittalis ha quindi auspicato la fine della politica degli annunci da parte della Giunta ed ha evidenziato la carenza di fondi in bilancio per far fronte ai danni.

Il presidente del Consiglio ha quindi comunicato la convocazione della Quinta e della Seconda commissione per domani, giovedì 23 febbraio, alle 11 ed ha concesso la parola per dichiarazione di voto.

Ignazio Locci (Fi) ha preannunciato voto a favore («Serve riorganizzare la protezione civile e non basta che la Regione risponda al telefono alle richieste di aiuto», stessa dichiarazione da parte del suo collega di gruppo e di partito, Marco Tedde («Vi siete difesi con argomenti non pertinenti, l’assessore doveva ammettere le sue responsabilità») e da parte di Paolo Truzzu (Misto-Fdi): «L’assessore non mi ha convinto: dovete prendere atto di ciò che è accaduto e chiedere scusa»).

Mario Tendas (Pd) ha dichiarato voto contrario alla mozione («Davanti agli eventi eccezionali bisognerebbe evitare di accusarsi reciprocamente ma fare un’analisi seria per affrontare e risolvere i problemi dell’emergenza»), seguito da Piero Comandini (Pd): «Sono molte le discussioni che alimentano l’antipolitica e dico che la protezione civile va tolta dalla politica perché va oltre le istituzioni e la politica».

Contrario anche Luigi Lotto (Pd): «Non si fa marketing sull’emergenze non si fa speculazione e promozione politica su queste cose».

A favore, invece, Attilio Dedoni (Riformatori): «Auspico un confronto vero sul funzionamento della protezione civile in Sardegna» e Ugo Cappellacci (Fi) («Siete qui da tre anni, dite che la responsabilità del tutto è di Cappellacci, vi chiedo allora cosa avete fatto voi in questi tre anni nei quali governate la Sardegna»).

Favorevole anche Luigi Crisponi (Riformatori): dall’assessore abbiamo ascoltato un intervento debole e scoordinato, bene invece il presidente Pigliaru quando afferma che non servono contrapposizione su questo tipo di eventi.

Il presidente ha quindi proceduto con la votazione per appello nominale, il cui scrutinio ha dato il seguente risultato: favorevoli alla sfiducia dell’assessore dell’Ambiente 20, contrari, 32.

I lavori del Consiglio regionale riprenderanno giovedì 2 marzo, alle ore 16.00, con una seduta congiunta assieme al Consiglio delle Autonomie Locali in cui saranno affrontati i temi della Legge di Stabilità e dei rapporti Regione-Enti locali.

Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo convocata dal presidente dell’Assemblea Gianfranco Ganau al termine della seduta di questa mattina. La conferenza ha messo a punto anche la scaletta della riunione, suddividendo in modo paritario gli interventi dei rappresentanti del Cal e dei capigruppo del Consiglio.

Per quanto riguarda l’elezione dei Revisori dell’Ersu di Sassari, altro argomento che figurava all’ordine del giorno della seduta di questa mattina, il presidente Ganau eserciterà i poteri sostitutivi, tenendo conto delle indicazioni dei gruppi.

La Legge di Stabilità 2017, infine, comincerà il suo percorso in Consiglio una volta definiti i passaggi tecnico-giuridici relativi all’esercizio 2016 che si sono resi necessari a seguito della recente sentenza della Corte Costituzionale.

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La Giunta regionale, riunita oggi a Villa Devoto, sotto la direzione del presidente Francesco Pigliaru, su proposta dell’assessore Cristiano Erriu e sentito il parere della Conferenza permanente Regione-Enti locali, ha approvato gli aggiustamenti alle Linee guida per la predisposizione dei Piani di utilizzo dei litorali (PUL), che costituiscono le direttive con cui la Regione disciplina l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo destinato ad uso turistico-ricreativo.
Su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, l’Esecutivo ha deliberato di non sottoporre all’ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), condizionato a prescrizione, il progetto relativo agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico ricompresi nel comune di Ballao. Esclusi da VIA, sempre condizionati a prescrizioni, anche gli interventi per un impianto di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, nel comune di Marrubiu e per gli impianti di fotovoltaico nella zona industriale di Macchiareddu: uno per una potenza nominale 8,84 MWp, in località Planemesu e l’altro per una potenza nominale 9,87 MWp in località Su Murmureri.
Con tre distinte delibere la Giunta ha attribuito o modificato le denominazioni di altrettante Associazioni di Emigrati sardi. In Piemonte cambia nome l’“Associazione dei Sardi in Torino – Kintales”, che diventa “Associazione dei Sardi in Torino – Antonio Gramsci” e viene attribuita la denominazione di “Associazione dei Sardi S’Incontru” all’organismo con sede a Gionzana, nel Comune di Novara. In Spagna viene invece autorizzata la doppia denominazione, in lingua catalana e sarda, per la locale associazione di sardi all’estero: “Associació de Sards a Catalunya – San Salvador d’Horta” e “Assòtziu de sos Sardos in Catalugna – San Salvador d’Horta”.