19 December, 2024
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Alla Sardegna arriveranno 3,5 milioni come prima tranche di risorse per i danni causati dai fenomeni meteo avversi. Lo ha annunciato Donatella Spano, assessore delegato alla Protezione civile della Regione Sardegna, dopo la firma del capo del Dipartimento nazionale dell’ordinanza per gli interventi urgenti in 11 Regioni a seguito dello stato di emergenza dichiarato lo scorso 8 novembre dal Consiglio dei ministri.

«Dopo la delibera per la dichiarazione di stato di emergenza – ha aggiunto la titolare dell’Ambiente – la nostra Protezione civile regionale ha portato velocemente a termine l’istruttoria della ricognizione completa arrivata dai territori e ora conosciamo la cifra stanziata per il primo ristoro dei danni, purtroppo importanti anche nella nostra isola. Auspico adesso che possano essere iscritte nella contabilità speciale pure le risorse che deriveranno dall’approvazione del bilancio regionale.»

Lo scorso 11 ottobre, l’assessore Spano aveva proposto in una seduta straordinaria della Giunta la dichiarazione di sussistenza dello stato d’emergenza nazionale per i territori isolani colpiti dai fenomeni meteo del 10 e dello stesso 11 ottobre. Quindi, il 31 ottobre, era stata inviata a Roma la documentazione tecnica contenente la ricognizione dettagliata, per ciascun Comune coinvolto, oltre che dei danni conseguenti alle due giornate, anche di quelli riferiti agli eventi del 2018 di analoga intensità e conseguenze (certificati dalla Giunta con delibera 43/32 del 29 agosto). Nelle relazioni sono state inoltre indicate le opere minime necessarie per la mitigazione del rischio. Per quanto riguarda i danni al patrimonio pubblico e ai privati causati dagli avvenimenti di ottobre, comprendendo interventi per la mitigazione del rischio, il documento tecnico attesta una prima stima di danni per circa 166 milioni di euro.

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«La Sardegna sta facendo molto e molto bene in tema di gestione integrata ambientale nel bacino del Mediterraneo, mettendo in campo competenze e capacità progettuali fondamentali per trovare buone pratiche comuni e vincere la sfida della sostenibilità. Il riconoscimento arrivato per il progetto Girepam di cui siamo Regione capofila, che è stato selezionato tra i casi di eccellenza dal Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020, è una delle tante conferme della strada da continuare a percorrere con fermezza.»

Si è espressa così l’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano sul riconoscimento ricevuto per il progetto sulla Gestione Integrata delle Reti Ecologiche attraverso i Parchi e le Aree Marine per l’Asse 2 Protezione e valorizzazione delle risorse naturali e culturali e gestione dei rischi del Programma Interreg. «Abbiamo una necessità di mettere in campo soluzioni comuni per problemi che riguardano tutti sul consumo delle risorse. Adesso il nuovo obiettivo è sensibilizzare e coinvolgere gli attori economici dei parchi e delle aree marine protette, attività che il progetto sta portando avanti sul territorio isolano», ha concluso l’assessore dell’Ambiente. 

Oggi i funzionari regionali del progetto sono impegnati a Firenze all’evento annuale Interreg. Nel corso della giornata illustreranno le finalità di Girepam, alcuni risultati e come questi contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi del Programma. Tra questi rivestono particolare importanza gli strumenti di pianificazione integrati per la gestione delle aree protette, i piani di azione transfrontalieri e le azioni pilota per la tutela di habitat e specie di interesse comunitario. L’Autorità di gestione del Marittimo ha realizzato un video proprio per evidenziare le caratteristiche di Girepam, inclusa l’attività di sensibilizzazione.

Costruire una strategia transfrontaliera condivisa di gestione integrata delle reti ecologiche marino-costiere, ideata e attuata dalle Regioni in rete con Parchi e Aree marine protette è lo scopo di GIREPAM (Gestione Integrata delle Reti Ecologiche attraverso i Parchi e le Aree Marine). Si tratta di un progetto strategico di durata triennale (2017-2019) cofinanziato dal Programma Italia-Francia Marittimo 2014-2020 con i fondi europei del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, per un budget complessivo di quasi 6 milioni di euro. Partecipano al progetto, che ha quale capofila la Regione Sardegna tramite l’assessorato della Difesa dell’ambiente, 16 partner da cinque regioni italiane e francesi (Sardegna, Corsica, Liguria, PACA, Toscana). 

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Sardegna protagonista, in questi giorni a Barcellona, dell’edizione 2018 del Bioregions Forum, dedicato al tema della bioeconomia forestale. A rappresentare la Regione, insignita lo scorso marzo dell’European Forest Island Award 2018, il riconoscimento del maggior network europeo per la ricerca forestale, è stata l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, intervenuta nella sessione conclusiva insieme alla ministra catalana Teresa Jordà e all’assessore dei Paesi Baschi Bittor Oroz. Il Forum, organizzato dalla Generalitat de Catalunya in collaborazione con numerose istituzioni, tra cui il Comitato europeo delle Regioni, riunisce annualmente amministratori, regionali e locali, specialisti, responsabili di Centri di ricerca e Università, imprese e rappresentanti del settore finanziario, con l’obiettivo di mettere a confronto visioni, approcci ed esperienze su temi ambientali.

Nel corso dei lavori, sono stati approfonditi differenti aspetti della bioeconomia, il nuovo paradigma di sviluppo basato sull’uso di risorse biologiche rinnovabili per la produzione di beni, servizi, cibo ed energia. Un contesto in cui le  foreste giocano un ruolo essenziale. “Per poter arrivare all’utilizzo della biomassa per la produzione di energia e materia prima per quella dei bioprodotti, siamo chiamati a garantire la gestione attiva delle nostre foreste”, ha detto l’assessore Donatella Spano, ricordando l’importante passaggio normativo realizzato dalla Giunta Pigliaru con la prima legge forestale regionale del 2016, «pensata e realizzata in puntuale coerenza con l’indirizzo europeo. La nostra legge – ha evidenziato Donatella Spano – mette al centro la tutela, anche in termini di difesa della biodiversità, protezione dai rischi ambientali e cura del territorio, così come la valorizzazione, la razionalizzazione e la conoscenza. Se il ruolo delle foreste è sempre  essenziale, lo è ancora di più in un territorio insulare, il cui equilibrio è particolarmente delicato e per questo abbiamo elaborato regole di gestione sostenibile che mettono la massima attenzione sui cambiamenti climatici, riconoscono il valore della ricerca e tengono al centro la multifunzionalità dei sistemi forestali».

Illustrando le azioni portate avanti dalla Sardegna, Donatella Spano ha fatto il punto su alcune buone pratiche, soffermandosi tra l’altro sulla politica degli acquisti pubblici ecologici (green public procurement, GPP). «La Sardegna è stata ed è all’avanguardia su questo fronte – ha spiegato l’assessore dell’Ambiente -. Il mercato rappresenta, senza dubbio, una potente leva per stimolare la transizione verso il nuovo paradigma. Il settore pubblico ha un grande potere d’acquisto che può usare per influenzare le decisioni del sistema produttivo orientandolo verso i bioprodotti», ha aggiunto, ricordando che è anche un modo efficace per creare nuove opportunità di lavoro ‘green’, dando impulso all’innovazione.

«Siamo stati la prima regione d’Italia – ha sottolineato Donatella Spano – ad applicare e sviluppare volontariamente lo strumento del GPP, ora diventato obbligatorio poiché nel codice degli appalti.»

Ai lavori è seguita una proficua riunione tra Donatella Spano e la ministra catalana Teresa Jordà in cui si sono affrontate questioni di Protezione civile, tra cui la gestione dell’emergenza incendi, altro fronte su cui le buone pratiche della Regione Sardegna sono particolarmente apprezzate. Le due esponenti degli esecutivi sardo e catalano hanno approfondito il confronto delle reciproche normative trovando, come Regioni autonome, rilevanti punti di convergenza da cui partire per attivare un lavoro comune. Con l’assessore dei Paesi Baschi Bittor Oroz si è inoltre condivisa la necessità di rafforzare il ruolo e la cooperazione tra le regioni per la graduale transizione verso la bioeconomia.

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La Giunta regionale ha approvato i criteri di riparto delle risorse finalizzate alla salvaguardia degli equilibri di bilancio delle quattro Province sarde e della Città Metropolitana di Cagliari. In base a quanto è stato deciso ieri in Conferenza Regione-Enti Locali con gli assessori degli Enti locali Cristiano Erriu e del Bilancio Raffaele Paci, saranno applicati gli stessi criteri adottati per i trasferimenti del Fondo Unico previsto dall’articolo 10 della legge regionale n. 2/2007, ovvero il 40% dei 5 milioni di euro sarà ripartito in parti uguali e il 60% in base alla popolazione residente. Il testo della delibera approvata oggi ha ottenuto il parere favorevole, espresso all’unanimità dai rappresentanti di Anci, Cal e dell’associazione degli enti di Area vasta.

Con un’altra delibera, la Giunta ha approvato requisiti e criteri per l’accesso e il riparto delle risorse finanziarie (600mila euro) destinate alle Unioni di Comuni capofila dei progetti di programmazione territoriale per il triennio 2018-2020. Un terzo dello stanziamento sarà ripartito in parti uguali tra le associazioni di Unioni di Comuni regolarmente ammesse a contributo. Un altro terzo sarà assegnato in base al numero complessivo dei Comuni appartenenti alle Unioni associate, mentre la restante parte sarà suddivisa in base alla popolazione residente nel territorio interessato.

È stato attivato il finanziamento ministeriale per le aree di crisi industriale non complesse della Sardegna centrale che prevede lo stanziamento di 4 milioni e mezzo di euro. L’attivazione è stata innescata dal cofinanziamento di 900mila euro da parte della Regione approvato oggi dalla Giunta su proposta dell’assessore Raffaele Paci e dell’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. Le imprese interessate dal bando Invitalia, che avranno, dunque, complessivamente 5 milioni e 400mila euro a disposizione, potranno così impegnarsi in iniziative per il rilancio delle loro attività. L’iniziativa dell’Esecutivo rientra nell’ambito dei contratti di sviluppo, finanziati da Governo e Regione, per iniziative considerate di particolare valore economico e strategico per lo sviluppo della Sardegna. Ancora su proposta dell’assessore Raffaele Paci, la Giunta ha deciso che nel  progetto dell’Iti di Olbia, Investimento territoriale integrato chiuso e finanziato con 15 milioni di euro ad aprile dell’anno scorso, sarà inserito anche il Museo della Musica, uno spazio attrezzato dove si svolgeranno attività artistiche collegate alla musica. Gli Iti sono interventi che puntano alla riqualificazione urbana ma anche sociale, con l’inclusione delle fasce più deboli, nelle periferie delle città. Oltre a quello di Olbia, sono già stati finanziati con 15 milioni ciascuno anche gli Iti di Cagliari e Sassari. 

Su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru è stata approvata la ripartizione delle risorse stanziate nel bilancio regionale 2018 quale terzo acconto per la copertura dello squilibrio dei bilanci delle aziende del SSR. Destinato anche per l’anno in corso l’importo di due milioni 803mila euro per la campagna vaccinale degli anziani e degli assistiti con patologie croniche, previo accordo con le organizzazioni sindacali di categoria e condivise in sede di comitato regionale dei Medici di medicina generale,  per le attività previste dall’Accordo integrativo regionale vigente. La Giunta inoltre ha approvato le Linee Guida per l’attivazione del progetto aziendale sulla campagna vaccinale antinfluenzale 2018/2019.

Infine, ha proposto l’assegnazione alle Aziende sanitarie di ulteriori risorse per la copertura delle perdite di esercizio 2016, in proporzione all’incidenza percentuale della perdita registrata da ciascuna azienda sanitaria al netto della perdita dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari e contestualmente ha definito per l’ATS e per l’Azienda Ospedaliera Brotzu un ulteriore acconto a copertura della perdita derivanti dagli ammortamenti non sterilizzati effettuati dalle medesime aziende.  

Come proposto dall’assessore Donatella Spano, è stato escluso da ulteriore procedura di valutazione ambientale, condizionato a prescrizioni, il progetto per la realizzazione e l’esercizio di un impianto per il deposito preliminare di rifiuti pericolosi e il recupero e la messa in riserva di rifiuti non pericolosi nel Comune di Settimo San Pietro.

La Giunta ha adeguato gli indirizzi per la contrattazione integrativa del personale non dirigente dell’Agenzia Forestas. La novità scaturisce dalla delibera approvata oggi su proposta dell’assessore del Personale Filippo Spanu d’intesa con l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano. L’adeguamento si è reso necessario in seguito all’ulteriore stanziamento di un milione di euro nell’ambito della legge n. 40 dello scorso 5 novembre che ha previsto la variazione di bilancio. Le risorse a disposizione della contrattazione per il triennio 2016-2018 ammontano complessivamente a oltre 3 milioni di euro.

In questo modo si rendono omogenei i trattamenti retributivi dei dipendenti di Forestas con quelli del comparto di contrattazione collettiva regionale, a riconoscimento del ruolo e dell’importanza del servizio svolto dai lavoratori dell’Agenzia nel quadro della tutela del patrimonio boschivo e faunistico, della lotta e della prevenzione agli incendi. L’esecutivo ha inoltre destinato ulteriori risorse (un milione di euro) alla contrattazione collettiva regionale per rendere omogenei i fondi delle progressioni professionali in tutte le amministrazioni del comparto.

 

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del testo unificato su “Norme in materia di inquadramento del personale dell’Agenzia ForeSTAS”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame del Testo unico riguardante “Norme in materia di inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas” con l’intervento dei capigruppo.

Il primo a prendere la parola è stato il presidente del gruppo Fdi Paolo Truzzu che, riprendendo il dibattito della mattinata, ha ricordato che «molti hanno espresso dubbi ed in effetti è così anche se sono quelli classici del legislatore, a mio giudizio gli stessi di quando fu istituita Forestas, scelta strettamente collegata con la situazione attuale, quella cioè di portare il mondo forestale all’interno del sistema Regione». La domanda centrale, ha detto, «è chi fa, cosa fa e perché lo fa; siamo la Regione più boscosa d’Italia con un patrimonio immenso che va valorizzato perché oggi si fa troppo poco, ecco l’interesse pubblico da tutelare, senza soluzioni diverse dalla 31, mettendo i lavoratori alla pari degli altri». Quanto ad altri dubbi, ha aggiunto, «siamo fuori tempo massimo con soluzioni quasi obbligate che non lasciano spazi a compromessi al ribasso, l’Agenzia ed i suoi dipendenti devono essere messi nelle condizioni di dare il meglio, per diventare non un carrozzone ma uno straordinario motore dello sviluppo della Sardegna, per cui non c’è un problema di costi ma di missione di Forestas». Con questa operazione verità, ha concluso, «riusciremo anche a difendere i diritti dei più deboli, per cui questa legge va approvata con correttivi come divisioni contrattuali e soluzioni ad esaurimento per operai trimestrali».

Per l’Udc il consigliere Giorgio Oppi ha raccontato di aver fatto uno sforzo di memoria rispetto ad alcuni interventi «non pertinenti e puntuali, soprattutto in materia di stabilizzazioni bloccate e poi sbloccate già nel 2011 con accordi sindacali salvo interventi esterni e nuove difficoltà come quelle derivate dall’azione della Corte dei conti che impose la restituzione delle retribuzioni per tre anni». Giorgio Oppi ha poi ricordato la sua esperienza di assessore, mettendo in luce le tante anomalie di una ripartizione territoriale molto sbilanciata dei lavoratori Forestas con casi estremi come quello dell’Ogliastra con 600 unità e quasi nessuno a Sassari ed in Gallura». Le vere carenze, secondo Giorgio Oppi, «riguardano la forte scopertura di figure amministrative e non è corretto fare sempre riferimenti al passato; ora bisogna rendere giustizia e il problema dei fondi non c’è, andiamo invece con decisione verso un modello razionale valorizzando intelligenze e professionalità interne come abbiamo fatto in tanti altri casi».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, soffermandosi sulle varie posizioni in campo le ha definite «piuttosto confuse e in alcuni casi demagogiche», soffermandosi sul fatto che «in realtà si sta parlando di una legge arrivata in Aula dopo oltre un anno e mezzo di dibattito interno durante il quale si è parlato di tutto senza mettere a fuoco un problema strettamente collegato ad esigenze vitali della Sardegna». La mancanza di una progettualità forte è stata il punto debole di Forestas, ha continuato, «così come è mancata una riflessione sull’utilizzo sbagliato delle sue risorse umane e professionali, un po’ come tutte le agenzie regionali; Forestas invece deve essere ricostruita sulla base di ciò che serve alla Sardegna, tagliando clientelismi e rendite di posizione». Agendo in questa direzione, ha concluso, «risolveremo anche il problema semestrali con soluzioni intelligenti e di prospettiva, fermo restando che oggi stiamo costruendo uno strumento ma non possiamo tralasciare di indicare una strategia che metta al centro le foreste anche come mezzo naturale di contrasto al dissesto idro geologico del territorio».

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha sottolineato la necessità di riportare il dibattito sul tema concreto del contratto dei lavoratori dell’Agenzia, spiegando che «a proposito della definizione della missione di Forestas il nuovo contratto previsto da questa legge è coerente, a parte i dubbi che ancora ci sono ma non possiamo fermare il Consiglio all’infinito tralasciando la tutela di diritti acquisiti che finora non sono stati rispettati facendo emergere profonde differenze fra Forestas e le altre agenzie del sistema Regione». La commissione ha lavorato bene col supporto dei capigruppo, ha proseguito Daniele Cocco, «ponendo le migliori premesse per la legge ora in discussione, ma ora come Consiglio abbiamo il dovere politico e morale di dare una risposta alle tante domande che ci hanno sottoposto migliaia e migliaia di dipendenti; abbiamo sempre ascoltato tutti a cominciare dalle organizzazioni sindacali che spesso hanno chiesto tavoli separati alimentando confusione, ad esempio, fra semestrali che sono comunque dipendenti e trimestrali a rotazione». Ora, ha concluso, «lavoreremo su alcuni emendamenti qualificanti con lo scopo di dare più sicurezza ai semestrali».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha dichiarato di non poter affermare che «si sta scrivendo la storia con pagine nuove e inedite, abbiamo invece il grande merito di rimettere le cose al loro posto, cioè all’interno della 31 del ’98 che già allora faceva riferimento all’Azienda foreste demaniali e il fatto grave, semmai, è che ci siano voluti vent’anni». Il nostro gruppo, ha concluso, «è qua per lavorare e collaborare impedendo che si facciano fesserie e tutelando professionalità e competenze al servizio del nostro patrimonio ambientale, mettendo al centro il futuro dei 1220 dipendenti a tempo determinato che meritano ogni tutela».

Il capogruppo del Pietro Cocco ha osservato che il dibattito propone alcune questioni oggettive sulle quali riflettere. Abbiamo fatto Forestas in coerenza con la politica dell’Ente foreste, ha ricordato, «per dare valore al patrimonio ambientale e valorizzare conoscenze e professionalità di lavoratori nel campo ambientale e a stretto contatto con gli Enti locali, anche se ci sono problemi che risalgono al passato ed hanno la loro complessità ma, come in ogni materia complicata, bisogna moltiplicare gli sforzi per arrivare ad una soluzione nell’interesse generale». Arriviamo a questa legge dopo un grandissimo lavoro che non può essere liquidato con un’alzata di spalle, ha aggiunto, «per cui adesso bisogna scegliere se fermarsi al passato o cambiare e noi abbiamo fatto quest’ultima scelta, per un giusto riconoscimento retributivo e normativo a lavoratori il cui contratto nazionale vigente è legato a quello dei boscaioli toscani e delle comunità montane, realtà che non esistono più», Oggi non c’è più tempo e bisogna decidere, ha ammonito, «senza protagonismi ma con responsabilità e sotto questo profilo è giusto andare verso un contratto regionale che equipari i dipendenti di Forestas a quelli di altri enti ed agenzie; nel nostro gruppo abbiamo gruppo libertà di voto ma la maggioranza si è espressa per il sì, con una particolare attenzione per i semestrali che hanno diritto a risposte in poco tempo».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha detto che «se ci è voluto tutto questo tempo significa che i problemi sono stati tanti ma anche che la legge va approvata, anche se restano tante discrasie e non è che le responsabilità di governo possano essere cancellate con qualche amnesia». In questi anni, ha ricostruito, «la maggioranza ha fatto la politica del gambero non modificando la legge 1/77 sull’organizzazione della Regione e poi, quando è stata costituita l’Agenzia, è rimasta ferma senza prendere in esame la situazione del personale pensando di più alle designazione dei vertici». Il risultato di questo immobilismo, ha riassunto Alessandra Zedda, «è che i lavoratori di Forestas sono gli unici esclusi dal comparto regionale e questo è inaccettabile anche a fronte di lavoratori assunti per concorso, dipendenti con posizioni non adeguate al loro titolo di studio, o entrati nel sistema Regione con chiamate dirette; di qui la necessità di rendere giustizia a migliaia di lavoratori appartenenti ad una società di diritto pubblico controllata dalla Regione, con lo stesso sistema informatico e lo stesso regime di contabilità». Arriveremo a martedì con le nostre proposte per i semestrali, ha concluso, «ma la strada è quella di una legge giusta ed equa».

A nome della Giunta l’assessore agli Affari generali Filippo Spanu ha precisato, in apertura, che «i lavoratori sono già interessati dalla legge 31/98 in larga parte». In questa lunga fase istruttoria della legge, ha ricordato, «l’obiettivo della Giunta è stato sempre quello di migliorare per quanto possibile la piattaforma legislativa per fare in modo che raggiunga gli obiettivi che ci si propone, mantenendo un rapporto sempre molto stretto con la commissione arricchito da ampie occasioni di confronto esterno con tutte le parti interessati, nell’ottica del dialogo sociale e della coesione sindacale». Nel dibattito, ha aggiunto, «è stato messo l’accento sul cosa bisogna fare ma a nostro avviso anche il come riveste grande importanza; oggi Forestas ha le sue difficoltà ma ha fatto molti passi avanti sotto ogni punto di vista anche con disponibilità di risorse che assicura buone prospettive». Sul piano contrattuale, ha spiegato Filippo Spanu, «abbiamo un contratto regionale fondamentalmente per amministrativi ed uno per dirigenti, per cui i lavoratori di Forestas potrebbero sì arrivare ad un contratto pubblico ma, nella fase transitoria del confronto fra datore di lavoro e parti sociali, il contratto resterebbe quello attuale anche a non voler far cenno alla situazione dei dipendenti a termine». Alla fine, ha concluso, «avremo problemi di applicazione e di attuazione puntuale, di inquadramento, difficoltà di gestione delle rappresentanze e conflittualità sindacale, per cui assicuriamo l’impegno ad introdurre miglioramenti significativi del testo finalizzati a garantire funzioni omogenee con contratti omogenei, norme di pari livello alla 31/98 e soluzioni per le unità a tempo determinato. Di qui l’invito a collaborare ricercando la miglior coesione sindacale».

Dopo l’assessore Donatella Spano ha preso la parola l’on. Stefano Tunis (FI), che ha detto: “Platealmente in questi giorni i lavoratori di Forestas hanno abbandonato il Consiglio regionale e mi chiedo perché parte della maggioranza e la Giunta avessero interesse a far slittare sino a oggi una riforma che poteva essere fatta prima. Quali sono le forze oscure e gli obiettivi sottesi in questa vicenda? Ve lo dico io: l’interesse supremo della tutela dell’ambiente boschivo deve essere integrato con chi ha la responsabilità di tutelarlo. E la settimana prossima, piaccia o no alla Giunta, noi approveremo questo provvedimento e non un provvedimento modificato dalla Giunta”.

Per l’on. Luigi Lotto (Pd) “va respinto con forza l’atteggiamento anche arrogante del collega Stefano Tunis e va incaricato l’assessore a lavorare sino all’ultimo minuto utile per arrivare alla soluzione migliore”. Anche l’on. Eugenio Lai (Articolo 1) ha difeso il lavoro della maggioranza: “Noi e non altri non abbiamo bisogno di proconsoli romani o di commissari incaricati. Noi ci confrontiamo e non ascoltiamo le strade indicate da Roma. Ribadiamo che oggi voteremo il passaggio agli articoli per mettere poi tutti i dipendenti sotto il cappello della legge 31 e per migliorare la condizione dei semestrali. Vogliamo dire senza retorica che il confronto lo si fa soltanto con chi condivide queste proposte e conosce le attese dei dipendenti di Forestas. Non ci sono vie alternative alla legge 31 per il personale”. Un concetto confermato anche dal capogruppo Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp), che ha chiesto al presidente Gianfranco Ganau di procedere al voto per il passaggio agli articoli.

Fratelli d’Italia è intervenuta con l’on. Gianni Lampis, che ha detto: “Basta fare allusioni sui proconsoli romani, ognuno guardi in casa sua. Avremmo fatto meglio ad affrontare questa legge non alla fine della legislatura ma è chiaro che lo si deve fare almeno ora. Non è accettabile che ci siano dipendenti regionali di serie A e di serie B: per questo chiedo che si voti il passaggio agli articoli”. Anche l’on. Antonio Solinas (Pd) ha ricordato la necessità di “usare questi giorni per riflettere sulla legge e ci vuole coraggio a parlare della poca coesione della maggioranza se nella minoranza ci sono consiglieri come Stefano Tunis che stanno facendo la propria lista fuori dal partito”.

Favorevole al passaggio agli articoli anche l’on. Francesco Agus (Campo progressista), che ha aggiunto: “Lavoriamo sino alla fine per migliorare ma non accetto che questo testo di legge sia considerato come un oggetto che è entrato in aula forzatamente. La Prima commissione aveva un mandato chiaro: applicare ai lavoratori di Forestas il contratto regionale. E così è stato. Abbiamo fatto un lavoro buono: l’ottimo non è di questo pianeta”.

Per il gruppo Articolo 1 anche l’on. Paolo Zedda si è detto favorevole al voto per il passaggio agli articoli e così l’on. Attilio Dedoni (Riformatori), che ha “apprezzato l’intervento del presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus”.

Per la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, “il passaggio agli articoli è necessario e la proposta appare soddisfacente. Cercheremo un voto all’unanimità e non siamo disponibili a fare passi indietro accogliendo tutte le richieste della Giunta”. Per l’on. Mario Floris “se l’assessore ha un’altra idea la dica ma la commissione ha già trovato una soluzione”.

Dal Pd il capogruppo on. Pietro Cocco ha ribadito la posizione della maggioranza: “Abbiamo detto che è necessario fare modifiche sulla materia contrattuale e questa è la posizione che teniamo. Occorre intervenire soltanto sul tema dei lavoratori semestrali, definendo bene chi sono e che compiti hanno secondo il contratto”.

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta ricordando che il termine ultimo per il deposito degli emendamenti alla legge Forestas scade martedì 13 novembre alle 11 mentre i lavori del Consiglio regionale riprenderanno dall’articolato di legge mercoledì alle 10.00.

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«Non possiamo aspettare la prossima alluvione, la prossima frana, il prossimo sisma. Per le Regioni, che ora devono affrontare anche le spese della ricostruzione, chiediamo un serio impegno del Governo e in particolare del ministero dell’Ambiente per la realizzazione di progetti di qualità per la difesa e la prevenzione del rischio. E vogliamo che sia fatto attraverso un gioco di squadra con le Regioni, le Province autonome, gli Enti locali, in tempi certi con le adeguate risorse finanziarie.»

Così Donatella Spano, assessore della Difesa dell’ambiente della Regione Sardegna e coordinatrice della Commissione Ambiente ed Energia in Conferenza delle Regioni. Oggi, a Roma, insieme alle altre Regioni ha incontrato il ministro dell’Ambiente, prima della seduta, per il punto sul dissesto idrogeologico. Ha sottolineato che per l’Italia, il Paese che negli anni ha maggiormente attinto al Fondo di Solidarietà dell’Unione europea, «è urgente interrompere la continua rincorsa per tamponare le emergenze e procedere nell’attività di prevenzione strutturale, contrastando le cause dei molti ritardi, delle inutili burocrazie e della scarsa chiarezza sui ruoli istituzionali.»

L’assessore regionale dell’Ambiente con delega alla Protezione civile, riferisce lo stato degli interventi finanziati contro il dissesto idrogeologico in Sardegna previste dal Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS): per Olbia, Cagliari-Pirri, piccole frane, canali tombati e ponti sono stati approvati e finanziati progetti oltre 204 milioni di euro di risorse statali. Il fabbisogno per gli altri interventi sul territorio è di oltre 1,4 miliardi. Inoltre l’accordo con il ministero dell’Ambiente del novembre 2017 prevede un finanziamento da quasi 12 milioni per la progettazione di altri 70 interventi. Nel dossier presentato al ministro Costa dall’assessore Donatella Spano lo scorso luglio, il dissesto idrogeologico e la tutela del suolo era una delle priorità ed era stato evidenziato il ruolo strategico della pianificazione in un quadro di rischio sempre aggiornato, fornito dal Struttura di Missione contro il dissesto idrogeologico – Italia Sicura. «Occorre quindi procedere con il completamento degli interventi», osserva l’asessore dell’Ambiente della Regione Sardegna.

Alla luce dello scioglimento della Struttura di missione e del passaggio di funzioni al ministero dell’Ambiente, Donatella Spano sottolinea che occorrono garanzie per riprendere il percorso avviato, sia sul livello di coordinamento con le altre istituzioni in una logica necessariamente sistemica, che di efficienza e tempestività: «Il ministero dell’Ambiente deve garantire il reperimento delle ulteriori risorse finanziarie per combattere seriamente il problema del dissesto idrogeologico del nostro Paese per il quale il fabbisogno previsto è di 1,5 miliardi all’anno: come si può pensare di dare una seria risposta a questo fabbisogno con soli 300 milioni di euro all’anno? Sono necessari ulteriori fondi – conclude Donatella Spano – per dare l’avvio ai programmi di intervento già definiti, approvati e finanziati e per procedere a siglare i nuovi accordi per garantire la realizzazione degli altri progetti già inseriti dalle Regioni e dalle Province autonome nella piattaforma ReNDiS: sono oltre 9mila i progetti  caricati, per una richiesta di fondi statali di circa 26 miliardi di euro».

 

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Pieno rispetto del cronoprogramma delle attività di bonifica già avviate a Porto Torres e dei livelli occupazionali. Syndial garantisce il mantenimento degli impegni presi che riguardano sia le imprese già contrattualizzate che le imprese dell’ATI e quelle in subappalto, all’interno del Progetto Nuraghe. Le garanzie sono arrivate oggi nell’incontro tra l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, la collega dell’Industria Maria Grazia Piras ed i vertici di Syndial. La riunione era stata convocata per fare luce sulla vicenda e tutelare il territorio dopo la rescissione del contratto d’appalto con il Raggruppamento temporaneo di imprese Astaldi-Petroltecnica-Furia-Domus.

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A seguito dell’avviso di condizioni meteorologiche avverse emanato ieri dalla Protezione civile regionale e valido da questa sera, dalle ore 18.00, e per le successive trenta ore, l’assessore regionale con delega alla Protezione Civile, Donatella Spano, richiama la popolazione dei territori interessati dai fenomeni di maltempo alla prudenza e ad attenersi alle norme di comportamento specifiche.

«Nelle prossime ore sono attesi episodi localizzati anche di forte intensità, e fenomeni che da Sud-Est interesseranno anche il Nord e la parte occidentale della Sardegna. Tutto il sistema di protezione civile regionale è allertato con le dovute procedure e sono continue le interlocuzioni con il sistema nazionale a cui fanno riferimento tutte le regioni in stato di allerta. Non ci stanchiamo di ricordare a tutti – conclude Donatella Spano – di essere massimamente prudenti, di osservare le misure precauzionali e di consultare gli aggiornamenti costantemente pubblicati sul sito della Protezione civile.»

Per quel che riguarda gli effetti al suolo – ovvero eventuali smottamenti, frane, allagamenti – è in vigore fino a tutta le giornata di domani l’avviso di criticità moderata (arancione) per rischio idrogeologico sulle zone di Gallura, Flumendosa-Flumineddu, Campidano ed Iglesiente. Nelle zone di Logudoro, Tirso, Montevecchio-Pischilappiu la criticità è invece ordinaria (gialla). Sempre criticità ordinaria (codice giallo), in tutta la Sardegna, per rischio idraulico.

In presenza di fenomeni temporaleschi è consigliabile restare nelle proprie abitazioni, se ti trovi in un locale seminterrato o al piano terra, salire ai piani superiori, limitare i trasferimenti in auto ai soli casi di urgenza, mantenersi informati sull’evoluzione dei fenomeni, sulle misure da adottare, sulle procedure da seguire indicate dalle strutture territoriali di protezione civile; altresì, è fatto divieto di attraversare torrenti in piena sia a piedi che con qualsiasi mezzo, di sostare in prossimità di ponti ed argini di torrenti e/o fiumi e di attraversare sottopassi.

Le norme di comportamento da adottare prima, durante e dopo fenomeni meteo-idrogeologici e idraulici sono consultabili al seguente indirizzo web:

goo.gl/n8aSP6

Le norme di comportamento da adottare prima, durante e dopo fenomeni di pioggia e/o temporali sono consultabili ai seguenti indirizzi web:

goo.gl/XmCkKw

goo.gl/Wgwn8i 

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«Ringraziamo ancora un volta i sindaci e tutto il sistema di Protezione civile per l’enorme sforzo fatto anche nei giorni immediatamente successivi agli eventi calamitosi che hanno colpito i territori. È grazie alla raccolta dei dati e alla documentazione che essi hanno fornito, in maniera tempestiva e precisa, se è stato possibile proporre già oggi al Governo le richieste da evadere.»
Lo ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, a proposito della documentazione tecnica relativa alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per gli eventi calamitosi del 10 e 11 ottobre, inoltrata in giornata dal presidente Francesco Pigliaru al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e al Capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli.

Donatella Spano sottolinea inoltre che «in questo momento è certamente necessaria molta solidarietà nel Paese, flagellato dal maltempo. Per questo è opportuno che il Fondo nazionale di Protezione civile venga fortemente alimentato, in modo da venire incontro a tutte le ferite che gli eventi meteorologici del mese di ottobre hanno lasciato. Ricordo – ha concluso Donatella Spano – che siamo anche oggi e domani in situazione di codice giallo, allerta che colpisce anche i territori già provati dal maltempo. Per questo invitiamo i cittadini per usare la massima prudenza, e li esortiamo a evitare situazioni di rischio o pericolo».

 

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Si sono concluse le due giornate dedicate all’approfondimento del tema del cambiamento climatico e all’ideazione di soluzioni innovative ma allo stesso tempo pratiche, di progetti che possono essere messi in campo da subito nelle città di Cagliari e Sassari.

Climathon, appuntamento mondiale sul clima che si rinnova annualmente oramai da diversi anni, ha interessato più di 100 città in tutto il mondo tra cui i due centri urbani della Sardegna, sostenuti dalla Regione.

La maratona ha coinvolto nella nostra isola circa 200 persone, cittadini e studiosi, liberi professionisti e ricercatori universitari, imprese e associazioni tutte accomunate dalla volontà di elaborare proposte per ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici o per introdurre misure di adattamento al sempre più frequente verificarsi di fenomeni climatici estremi.

«Ringrazio Cagliari e Sassari che, in continuità con l’impegno assunto nell’ambito del progetto europeo Master Adapt coordinato dalla Regione, si sono impegnate anche quest’anno ad affrontare con un evento pubblico così partecipato la sfida del cambiamento climatico. Il contributo delle città è essenziale per la pianificazione di azioni che siano efficaci e declinate sulle particolarità dei territori – ha detto l’assessore Donatella Spano partecipando ai lavori conclusivi della manifestazione in diretta da Sassari ed in collegamento con la sala del Consiglio comunale di Cagliari -. L’impegno dei cittadini serve anche di stimolo ai governi perché mantengano alta l’attenzione su questi aspetti a livello locale, con politiche e azioni che sono funzionali al raggiungimento degli impegni internazionali assunti, come ad esempio  quello di Parigi del 2015, anche alla luce delle preoccupazioni sul riscaldamento globale recentemente sollevate dal rapporto speciale del gruppo di ricerca intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), pubblicato ai primi di ottobre.»

«Il valore aggiunto di Climathon – ha precisato Donatella Spano – è la sua capacità di coinvolgere le persone, accrescendo la consapevolezza su queste problematiche e sviluppando la capacità di attivare un meccanismo di responsabilità e di volontà di impegnarsi in prima persona su questioni che non sono solo ambientali, ma anche sociali ed economiche, poiché incidono su tutti gli aspetti della qualità della nostra vita.»

«Anche quest’anno Climathon è stata un’importante occasione per riflettere sui cambiamenti climatici e sensibilizzare cittadini, studiosi e imprese su soluzioni virtuose – ha detto Francesca Ghirra, assessore della Pianificazione Strategica e Urbanistica del Comune di Cagliari C-. on la candidatura a Capitale europea della sostenibilità per il 2021 e la predisposizione delle linee guida per l’adeguamento del PUC al PPR abbiamo concentrato la nostra attenzione sulle maggiori criticità del nostro territorio: gestione sostenibile dell’acqua, mitigazione delle isole di calore e uso sostenibile del suolo. I gruppi di lavoro hanno ideato soluzioni innovative che confidiamo possano contribuire a raggiungere i nostri sfidanti obiettivi.»

«Per il secondo anno consecutivo, la città di Sassari ha accolto l’entusiasmante e importante sfida di Climathon che permette di coinvolgere professionisti, ricercatori, cittadine e cittadini attivi nell’ideazione di azioni concrete in grado di affrontare il problema dei cambiamenti climatici – ha dichiarato Fabio Pinna, assessore alle Politiche Agro-ambientali e Verde Pubblico del Comune -. Le proposte elaborate dai partecipanti nel corso delle intense 24 ore dell’evento hanno in particolare approfondito il tema dell’ottimizzazione della gestione della risorsa idrica in agricoltura. La giuria ha particolarmente apprezzato la qualità e l’elevato livello di fattibilità delle idee che certamente potranno ulteriormente essere sviluppate grazie alla collaborazione tra i partecipanti e la stessa amministrazione.»

A Cagliari il titolo dell’idea premiata è “Fuori dai nodi”, un progetto innovativo per ridurre l’uso del suolo in città, attraverso un sistema di connessione pedonale dei quartieri che valorizzi ed incrementi il verde urbano,oltre a promuovere la mobilità dolce e sostenibile.

L’idea vincente di Sassari, invece è “EBA – Efficient Blue Agricolture”, un sistema per certificare un ridotto consumo idrico nel settore agricolo a partire dall’ambito territoriale della Nurra. La certificazione consente di attribuire un marchio ai prodotti il cui sistema di coltivazione è improntato a un criterio di maggiore efficienza nell’utilizzo di acqua, grazie all’uso di infrastrutture tecnologiche e all’adozione di pratiche innovative.

I vincitori avranno l’opportunità di partecipare assieme alla Climate KIC Italia ad Ecomondo, evento dedicato all’economia circolare e allo sviluppo sostenibile che si terrà agli inizi di novembre a Rimini. Una  iniziativa organizzata per creare un ponte tra tutte le idee vincenti di questa edizione di Climathon.