Grande musica, ieri sera, all’Arena Fenicia di Sant’Antioco, con Enzo Favata e Dudu Manhenga.
Circa 400 persone hanno assistito ieri sera, nell’#Arena Fenicia di Sant’Antioco (ingresso gratuito), all’ultima tappa di “Songs from African and Mediterranean Skies”, progetto scaturito dall’incontro di due musicisti provenienti da continenti diversi, #Dudu Manhenga ed #Enzo Favata, che nella loro carriera artistica hanno intrecciato la tradizione musicale del proprio paese con le musiche moderne come il soul ed il jazz. E’ stato un mese di jazz ed altro intorno alla Sardegna nelle più belle località dell’Isola al tramonto.
Melodia, energia e poliritmia, modern jazz e musica tradizionale danno luogo ad un sound molto coinvolgente, di particolare originalità e freschezza, tra le nuvole del Mediterraneo ed i cieli dalle mille sfumature dell’Africa. La band è composta da sette artisti, cinque provenienti dallo Zimbabwe e due dalla Sardegna: Enzo Favata ai sassofoni con Marcello Peghin alle chitarre, si inseriscono nel gruppo musicale che accompagna abitualmente Dudu Manhenga, composto dal batterista Blessing Muparutsa, dal pianista Nick Nare, il bassista Joshua Kwesha ed il percussionista Othnell Moyo.
Dudu Manhenga è un’autentica leggenda dello Zimbabwe. E’ considerata l’erede di Miriam Makeba (Mama Afrika). Cantante e compositrice, il suo stile fa scivolare la musica tradizionale del suo paese verso l’afro-jazz, attraverso le sonorità della band e il caratteristico suono della #Mbira, il tradizionale pianoforte a pollice africano.
L’artista africana è conosciuta anche in Italia, dove ha tenuto una serie di tournées negli anni scorsi. Ha cantato per #Papa Benedetto XVI, durante il #VII Incontro Mondiale delle Famiglie, in rappresentanza del #Continente Africano. Enzo Favata, nella breve presentazione che ha preceduto il concerto, l’ha accostata alla grandissima Mina e bisogna dire che, al termine di una straordinaria performance, il confronto è parso tutt’altro che azzardato. Il sassofonista sardo ha chiuso sottolineando ancora che forse troppo spesso siamo abituati a fidarci solo di ciò che conosciamo ma, talvolta, è opportuno accogliere nuove esperienze che poi non ci deludono.
Quella di ieri all’#Arena Fenicia di Sant’Antioco, nella quale Dudu Manhenga ha fatto sfoggio di abiti coloratissimi creati da lei stessa che considera una dichiarazione d’intenti e con i quali punta ad incoraggiare le donne africane a sposare la modernità senza perdere il contatto con la loro storia e la loro tradizione, è stata l’ultima tappa sarda del tour 2014 dell’accoppiata Favata-Manhenga ma ci sarà un seguito, con un CD, una tournée invernale del gruppo sardo in Zimbabwe e, nel 2015, un nuovo tour estivo italiano.
Dudu Manhenga ha iniziato a muovere i primi passi giovanissima come cantante di jazz e gospel nella città natale di #Makokoba, per poi trasferirsi ad Harare dove ha iniziato la carriera di cantante e corista al fianco di vere e proprie leggende della musica africana. Parallelamente ha studiato allo #Zimbabwe College of Music in Harare. Dopo una gavetta come corista, nel 2001 ha fondato con il marito e batterista Blessing Muparutsa (ha 4 figli, una bimba e tre maschietti)i “Color Blue”, band che è riuscita a sposare in maniera originale ed coinvolgente la musica afro, il contemporary jazz e la musica tradizionale dello Zimbabwe. Nel 2003, a ventidue anni, ha pubblicato il primo album, “On of the Blue”, miscela di afro jazz decisamente originale. Oggi, in Zimbabwe, Dudu Manhenga, è conosciuta non solo per la sua musica, ma anche per l’attivismo per i diritti delle donne.
Il concerto è stato preceduto dall’intervento di un rappresentante della #Fondazione Nurnet che l’organizzazione ha voluto coinvolgere per approfondire la conoscenza sugli aspetti archeologici del luogo.