19 December, 2024
HomePosts Tagged "Edo Ronchi"

[bing_translator]

Si sono appena conclusi gli “Stati generali del Sud”, la due giorni organizzata da Regione Campania e Comieco (Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) presso il Teatro San Carlo di Napoli e dedicata all’analisi della gestione dei rifiuti nel Mezzogiorno, con particolare riferimento alle possibilità di miglioramento della raccolta differenziata di carta e cartone.

Istituzione di strutture nazionali di controllo; monitoraggio costante; miglioramenti strutturali; informazione e formazione; gestione efficace ed efficiente delle gare d’appalto; progetti pilota e di ricerca sono alcuni dei 10 punti emersi come risultato finale di un dibattito durato due giorni tra istituzioni, imprese e addetti ai lavori con l’obbiettivo di proporre soluzioni concrete ai problemi che tutt’oggi si riscontrano nel Sud Italia.

Base di partenza della discussione lo studio “Potenzialità e ostacoli della raccolta differenziata nel Mezzogiorno” realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che riscontra una situazione di stallo in cinque regioni del Sud (Puglia, Basilicata, Molise, Calabria e Sicilia), dove troviamo ben 22 province con una raccolta differenziata complessiva al di sotto del 35%.

«Il ritardo non è dovuto a problemi di una singola filiera (essendo riscontrabile in tutti i comparti: dalla frazione organica passando per carta e cartone fino a vetro e plastica) ma piuttosto a difficoltà nell’organizzazione e nella gestione della raccolta differenziata in quanto tale – afferma Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile -. Il rallentamento in queste cinque regioni e 22 province del Sud è talmente rilevante e il trend degli ultimi 10 anni così lento che senza un cambio di passo sarebbe estremamente arduo per l’Italia  rispettare gli obiettivi del nuovo pacchetto di direttive Europee sui rifiuti e la circular economy  e cioè il raggiungimento, entro il 2025, di un tasso di riciclo dei rifiuti urbani pari al 60% e dell’80% per alcuni rifiuti da imballaggio.»

I ritardi al Sud sono oggettivi ma disomogenei. Sia i dati del 2015 che quelli dell’anno in corso, infatti, confermano almeno per la raccolta di carta e cartone, che i risultati sono positivi.

«Le famiglie del Sud stanno dimostrando di essere pronte e disponibili a contribuire al successo della raccolta differenziata nelle loro regioni: lo dimostrano i dati della raccolta di carta e cartone che nei primi otto mesi dell’anno registrano una crescita del 10% (il doppio rispetto allo stesso periodo del 2015)”, dichiara Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco –. Il potenziale è ancora enorme: parliamo di ulteriori 600mila tonnellate annue di materiali che ancora finiscono nell’indifferenziata, che si tradurrebbero in un guadagno per i Comuni di oltre 110 milioni di euro/anno tra corrispettivi economici riconosciuti da Comieco e minori costi di smaltimento. Per aiutare i comuni con deficit di raccolta a migliorare le proprie performance dal 2014 Comieco mette a disposizione due importanti fonti di finanziamento e di consulenza grazie ai circa 13 milioni di euro stanziati con il Banco Anci-Comieco e il Piano per l’Italia del Sud.»

L’obiettivo, pienamente raggiunto in questi due giorni di aperto confronto con amministratori, istituzioni e operatori del settore, è stato quello di individuare le strategie più efficaci per risollevare le sorti di alcune realtà nel Meridione necessarie per produrre un cambio di passo.

La raccolta di carta e cartone può rappresentare un importante fattore di traino di questo sviluppo perché attorno ad essa si sta consolidando quel patto civico tra gli enti locali e i settori industriali di impiego. Gli uni chiamati ad attuare efficaci politiche territoriali sotto il profilo dei servizi di raccolta, gli altri, operanti attraverso le rispettive filiere del recupero e del riciclo, tenuti a garantire il ritiro di quanto raccolto e l’impiego delle materie seconde nei propri cicli produttivi.

Per lo sviluppo di queste potenzialità la proposta scaturita dalla prima edizione degli Stati Generali del Sud è, dunque, quella di:

1. Attribuire rilevanza nazionale al ritardo delle Regioni del Sud attraverso una struttura nazionale dedicata al recupero di tali ritardi nella gestione dei rifiuti;

2. Effettuare un monitoraggio dei piani di gestione dei rifiuti urbani nelle Regioni del Sud ed elaborare indicazioni e indirizzi unitari ed efficaci attivando sistemi di rilevazione mensile dei dati di gestione dei rifiuti per ciascun comune;

3. Migliorare l’utilizzo dell’impiantistica esistente per il trattamento delle frazioni dei rifiuti urbani raccolte separatamente e per la sua integrazione con potenziamenti e nuovi impianti;

4.  Puntare su raccolte differenziate di qualità;

5. Attuare una campagna informativa e formativa straordinaria per il Sud coordinata e con fondi sia del Governo che delle Regioni;

6.  Prevedere un pacchetto di progetti pilota per incrementare le raccolte differenziate al Sud;

7.  Prevedere nelle gare per l’assegnazione della gestione dei rifiuti criteri di aggiudicazione stringenti e obbligatori per realizzare livelli avanzati di RD;

8.  Promuovere con le Università del Mezzogiorno progetti di ricerca per lo sviluppo della circular economy al Sud e incubatori di start up in materia;

9.  Proporre al Presidente della Repubblica di istituire o patrocinare un premio annuale in ogni Regione del Mezzogiorno per il primo Comune campione nel riciclo dei rifiuti;

10. Prevedere commissari ad acta che a livello regionale predispongano programmi operativi da imporre ai soggetti gestori delle raccolte capaci di assicurare il ritiro e l’avvio al riciclo dei rifiuti raccolti separatamente.

[bing_translator]

Si apre domani al Teatro San Carlo di Napoli la prima edizione degli “Stati Generali del Sud per la raccolta differenziata di carta e cartone” organizzata da Regione Campania e Comieco (Consorzio nazionale per il recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica) per fare il punto sullo stato della raccolta differenziata di carta e cartone nel Mezzogiorno. Obiettivi della due giorni di convegni saranno l’analisi dei casi di successo dei Comuni del Sud che hanno saputo e voluto scommettere sulla raccolta differenziata e la presentazione di concrete per risolvere la situazione in un’area caratterizzata da pesanti ritardi e inefficienze nella gestione dei rifiuti urbani. Un dato indicativo di questa situazione arriva dai risultati 2015 di raccolta differenziata di carta e cartone: a fronte della media nazionale di raccolta di 51,5 kg/abitante, infatti, il sud registra un procapite di soli 31,5 kg.

Venerdì pomeriggio sarà dedicato agli “Stati Generali dei Comuni Ecocampioni del Sud: le buone pratiche per la raccolta differenziata di carta e cartone”. I lavori saranno aperti da un saluto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, a cui seguiranno gli interventi di amministratori locali che si confronteranno con la platea sul lavoro svolto nei rispettivi comuni e sui risultati ottenuti. Il pomeriggio si concluderà con un dibattito tra gli “Attori delle buone pratiche per la raccolta differenziata di carta e cartone” tra cui segnaliamo la presenza di Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia, Franco Gerardini, dirigente del Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo, Francesco Iacotucci, di ASIA Napoli.

Sabato 22 ottobre, dalle 9.30, sarà la volta della sessione plenaria “Una sfida per l’ambiente, l’industria e le comunità”. Tra i relatori, figure di spicco come Edo Ronchi, presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile che, nel suo intervento su Potenzialità e ostacoli allo sviluppo della raccolta differenziata nel Meridione, presenterà i dati di uno studio sulla raccolta differenziata dei rifiuti urbani nel Mezzogiorno nel decennio 2005-2014.

“L’economia circolare per un nuovo modello di sviluppo industriale” sarà invece il focus del contributo di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria. Tra gli altri interventi della mattina quello del Direttore Generale di Comieco, Carlo Montalbetti, e quello di Roberto De Santis, Presidente Conai che illustreranno i piani e le attività messe in atto dal sistema consortile nel mezzogiorno.

La prima edizione degli Stati Generali del Sud si chiuderà con il Forum “Perché scommettere sul Sud? Cosa fare, come fare, con chi. Interverranno, tra gli altri, il vicepresidente Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, il vicesindaco di Napoli, Raffaele del Giudice, i rappresentanti istituzionali delle Regioni e dei Comuni.

 

Volker Krey.

Volker Krey.

L’Ipcc ha presentato in anteprima italiana, questa mattina, le conclusioni del suo Rapporto 2014 nel workshop organizzato a Carbonia da Sotacarbo e Fondazione per lo Sviluppo sostenibile. «Per combattere il cambiamento climatico bisogna intervenire subito. E tutti insieme». La posizione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) è netta: il problema è globale, riguarda tutti e tutti siamo chiamati a trovare una soluzione. Non c’è alternativa perché non c’è un pianeta di riserva.

Il messaggio che arriva dal workshop internazionale svoltosi ieri a Carbonia su iniziativa della Sotacarbo e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, è univoco: se vogliamo evitare che si avverino gli scenari che prefigurano un innalzamento della temperatura terrestre di 6° entro il 2050, non esiste un’unica risposta, ma è necessario che l’intera comunità internazionale si adoperi per mettere in campo tutte le soluzioni tecnologiche in grado di mitigare il problema delle emissioni.

L’Ipcc, organizzazione premiata nel 2007 col premio Nobel, ha affidato a uno dei suoi esperti di punta, Volker Krey, la presentazione in anteprima italiana delle conclusioni del Rapporto 2014 sulle mutazioni del clima. Un rapporto che Lord Nicholas Stern, professore della London School of Economics, ha definito «il più importante documento sul cambiamento climatico mai scritto».

Secondo Krey «sono tre le condizioni necessarie affinché le tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2 (Ccs) possano avere un ruolo importante nel limitare l’innalzamento della temperatura terrestre a due gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali: la risoluzione di alcuni problemi tecnici; la capacità di dare risposta alle preoccupazioni della popolazione; la definizione di un quadro normativo adeguato».

Non è frequente vedere, in un convegno specialistico come quello che si è tenuto nel Centro ricerche Sotacarbo, una platea così numerosa e attenta. Segno che la consapevolezza del problema è sempre maggiore anche tra i non addetti ai lavori: nessuno (o quasi) mette più in dubbio i fenomeni del cambiamento climatico e del riscaldamento globale.

Il dibattito è stato introdotto dal presidente della Sotacarbo Mario Porcu: «Il mondo ha sempre più bisogno di energia: serve ai Paesi più sviluppati per mantenere i propri standard di vita, a quelli in via di sviluppo per colmare il gap che li separa dai primi e a quelli sottosviluppati che, giustamente, aspirano a raggiungere condizioni meno disagiate».

«Purtroppo devo riscontrare che tra le associazioni ambientaliste c’è grande favore per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica ma non c’è ancora la stessa sensibilità e apertura sulle Ccs, eppure è imperativo non cincischiare più sull’adozione di queste tecnologie», ha spiegato l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi. Il presidente della Fondazione dello Sviluppo sostenibile ha anche messo in evidenza come gran parte dei cambiamenti osservati dal 1950 a oggi non hanno precedenti nei decenni e nei millenni passati: l’attuale concentrazione di CO2 in atmosfera è la più elevata mai rilevata negli ultimi 800mila anni. Le conseguenze sono visibili a chiunque: l’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, la massa di neve e ghiaccio è diminuita, il livello del mare è aumentato, e le concentrazioni di gas ad effetto serra sono cresciute.

Tutti gli esperti hanno concordato sul ruolo fondamentale che nella lotta al cambiamento climatico può essere svolto dalla diffusione della cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, che rappresentano le due fasi essenziali del processo di confinamento geologico della CO2. Tecnologie applicabili sia al settore della generazione elettrica, sia ad altri impianti industriali caratterizzati da elevate emissioni (come ad esempio l’industria siderurgica). È questo il motivo che spinge l’Ipcc a sostenere che «con le Ccs anche i combustibili fossili possono continuare ad essere utilizzati su larga scala».

Il convegno ha visto anche l’intervento di Geoff Morrison, capo scientifico della IEA Clean Coal Centre, che ha rivelato che «i suoi ricercatori stanno ultimando un Rapporto completo, imparziale e indipendente sulla situazione energetica italiana, con una particolare attenzione sul ruolo che può essere giocato nel mix energetico del futuro anche dal carbone, se trattato con le opportune tecnologie». Posizione condivisa dal professor Macchi del Politecnico di Milano: «A differenza di quanto avveniva in passato, anche in un passato recente, oggi si può e si deve promuovere il carbone in Italia, perché esistono le tecnologie che ne consentono un uso pulito. Sono stati fatti passi da gigante in questo campo ma non vengono percepiti, si continua a perpetuare l’immagine del carbone sporco e inquinante».

Nel febbraio 2014, con l’approvazione del decreto “Destinazione Italia”, nella parte del provvedimento dedicata al settore energetico, è stato previsto il finanziamento di 1,2 miliardi di euro per la costruzione di una centrale a tecnologia Ccs da realizzarsi in Sardegna nel Sulcis-Iglesiente. «Si tratta di uno dei progetti più importanti del Polo tecnologico dell’Energia pulita di Carbonia» ha ricordato nel suo intervento il vicepresidente della Sotacarbo Giuseppe Girardi.

Nel mondo attualmente esistono 55 Progetti di centrali con tecnologie Ccs, dei quali 13 operativi. Lo scorso ottobre in Canada è entrato in funzione il primo grande impianto di produzione elettrica da Ccs il Boundary Dam Integrated Carbon Capture and Sequestration Demonstration Project (con una capacità di cattura di 1 milione di tonnellate annue di CO2).