22 November, 2024
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La quarta commissione (Governo del territorio) presieduta da Peppino Pinna (Udc Sardegna) ha approvato, con l’astensione della minoranza, il programma di rimodulazione del Piano delle infrastrutture, per un importo complessivo di oltre 15 milioni di euro.

«La rimodulazione – ha spiegato l’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini – si è resa necessaria per rispettare i tempi molto rigidi di realizzazione degli interventi programmati, che dovranno essere completati entro il 2022, una scadenza apparentemente lunga ma in realtà molto vicina, se si considerano la grande complessità della normativa in materia e la difficoltà dei soggetti attuatori (enti locali, enti strumentali della Regione e la stessa Anas) di predisporre le diverse fasi della progettazione (preliminare, definitiva ed esecutiva) e le gare.»

«Gli uffici – ha aggiunto Edoardo Balzarini – hanno quindi selezionato i settori di intervento e le opere da eseguire con un approccio dinamico, rivolto a quelle progettazioni di taglio minore nel contrasto al rischio idrogeologico, nella viabilità, nel servizio idrico e nella ricostruzione di strutture pubbliche distrutte da calamità naturali, che più di altre presentano procedure semplici e possibilità di spendere le risorse nei termini programmati.»

«Forniremo alla commissione – ha concluso l’assessore – tavole di dettaglio con le quali sarà possibile seguire in tempo reale l’andamento delle diverse opere, sia dal punto di vista procedurale che da quello finanziario anche se, sullo sfondo, resta il grande problema della progettazione che spesso rappresenta un ostacolo insormontabile nella realizzazione delle opere in tempi ragionevoli». «Su questo aspetto – ha concluso – abbiamo preparato un disegno di legge all’esame della commissione e del Consiglio, che contiene molti aspetti innovativi fra i quali la creazione di una unità di progettazione.»

Nel dibattito successivo alla relazione dell’assessore hanno preso la parola diversi consiglieri regionali: il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ed i consiglieri Antonello Peru (Forza Italia), Salvatore Demontis, Antonio Solinas e Giuseppe Meloni (Pd), il capogruppo di Art.1-Mdp Daniele Cocco ed il consigliere dello stesso gruppo Eugenio Lai, la consigliera Annamaria Busia (Misto-Cd).

In particolare, il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha chiesto una audizione degli assessori dei Trasporti, Carlo Careddu, e dell’Ambiente, Donatella Spano: il primo per fare il punto sul nuovo servizio di collegamento con le isole minori e la seconda sulla situazione dei parchi nazionali della Sardegna.

Anche Antonello Peru di Forza Italia ha sollecitato la presenza in commissione dell’assessore dei Trasporti, ma per avere notizie sulla copertura finanziaria del programma di elettrificazione della rete ferroviaria del Nord Sardegna lungo le direttrici principali Sassari-aeroporto di Alghero, periferia del capoluogo del Nord Sardegna e zona di Sorso.

Il vice presidente della commissione Antonio Solinas (Pd), rilanciando il problema dei 28 sindaci che rivendicano una gestione autonoma del servizio idrico rispetto ad Abbanoa Spa, ha lamentato la mancanza di “rispetto istituzionale” per la delibera adottata dall’Egas che obbligherebbe quei Comuni a far parte del gestore unico, nonostante un confronto aperto da tempo con la commissione per individuare una soluzione condivisa.

Sul punto, l’assessore Edoardo Balzarini ha comunicato che breve si terrà una riunione con gli amministratori locali interessati, precisando inoltre che «la delibera dell’Egas è in realtà un atto di indirizzo che non ha valore esecutivo». «Ci sono quindi margini di dialogo- ha aggiunto – anche se il problema è tecnicamente complesso e ci sono pareri contrastanti».

Il presidente della commissione Peppino Pinna, infine, ha rassegnato le dimissioni dalla sua carica per motivi di salute, assicurando che comunque continuerà a partecipare alle sedute. Tutti i componenti hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto, formulandogli gli auguri di pronta guarigione.

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E’ iniziato, in Consiglio regionale, l’esame della proposta di ridefinizione della rete ospedaliera. All’esterno del Palazzo è montata la contestazione da parte di associazioni ed amministratori di diversi territori, con l’intero Consiglio comunale di Carbonia riunito in seduta straordinaria, che chiedono uno stop alla riforma per una sua completa revisione.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato che le elezioni di un nuovo vice presidente dell’Assemblea e del Garante regionale per l’infanzia si terranno in una delle prossime sedute.

Successivamente hanno preso la parola diversi consiglieri regionali, con interventi sull’ordine dei lavori.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sottolineato che «la presenza di due relatori di maggioranza che forse non è conforme al regolamento, è cosa davvero inusuale, come se la relazione di maggioranza di Raimondo Perra non fosse completa o affidabile per la stessa maggioranza, segno evidente delle difficoltà della coalizione sul piano politico, con molte componenti che non si fidano l’una dell’altra». Il provvedimento, ha concluso, «parte col piede sbagliato e deve essere ritirato, così è un teatrino delle parti; se avesse dignità politica, il collega Raimondo Perra si dovrebbe dimettere perché, evidentemente, è sotto tutela».

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiarito che il regolamento prevede la presenza di uno o più relatori.

Il consigliere Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha denunciato quello che, a suo avviso, «è un gravissimo fatto, una mascalzonata nei confronti di 30 Comuni compiuta dall’Egas che li ha pugnalato a tradimento con la delibera che li costringe ad entrare in Abbanoa». Appena ho giurato, ha ricordato Gallus, «ho prospettato all’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini una leggina per quei Comuni che volevano proseguire nella gestione autonoma, assicurando servizi e risparmi per la Regione; Edoardo Balzarini ha assicurato il suo impegno ma poi l’ha tradito favorendo l’approvazione della delibera, così come il sindaco di Sassari che aveva garantito una riunire con quegli amministratori locali». Ora, ha annunciato, «su questo problema farò una battaglia a tutto campo».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), tornando sulla sanità, ha segnalato «la situazione incresciosa dell’Azienda per l’emergenza urgenza, perché pare che esista la nomina del direttore che viene citata in altri atti dell’assessorato ma il provvedimento non si trova più, per cui o siamo davanti ad un falso in atto pubblico questa delibera non è stata mai consegnata».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, dopo aver polemizzato con il collega Pittalis per il suo intervento definito «del tutto fuori luogo e di pessimo gusto», ha messo in luce sul piano politico che «la riforma è il frutto di un lavoro corale della commissione andato avanti per mesi con un confronto molto intenso con i territori e degli amministratori locali; in questo contesto il presidente Perra ha il pieno sostegno di tutta la maggioranza e la divisione dei compiti è stata una idea condivisa».

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco, rivolgendosi al presidente Pigliaru, lo ha invitato «a farsi carico di quanto dichiarato da Gallus, un fatto gravissimo contro 30 Comuni della Sardegna».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha sollecitato un chiarimento formale perché «il documento relativo alla riforma contenuto nella convocazione del Consiglio è presente sul sito internet ma in versione diversa da quella esitato dalla commissione; non credo sia una cosa regolare perché fra i due documenti ci sono differenze profonde».

Il presidente Ganau ha chiarito che il documento ufficiale è quello della commissione distribuito ai consiglieri assieme alla convocazione.

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), in apertura ha risposto al collega Pittlis affermando che, «se ha letto relazioni, avrà capito la scelta di differenziare i compiti». Riferendosi poi all’intervento del consigliere Gallus, ha ricordato che «si era trovato un accordo con il precedente assessore dei Lavori pubblici Maninchedda per lasciare ad alcuni Comuni la gestione autonoma del servizio idrico, perché in effetti questi Comuni hanno una situazione molto diversa dagli altri; il discorso va quindi ripreso dal nuovo assessore che deve riferire al più presto in commissione».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, dopo aver lamentato che «da tempo assistiamo in Consiglio a discorsi fuori tema, ha condiviso le considerazioni del collega Usula, perché nella realtà il testo finale della riforma è parzialmente diverso da quello trasmesso all’Aula e per correttezza doveva essere rettificato».

Al termine di questo intervento, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale del Documento n.16/XV/A “Proposte di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna”.

Il presidente ha dato la parola al primo relatore di maggioranza, il presidente della commissione Sanità Raimondo Perra (Cps-Psi).

Dopo aver premesso di voler rinunciare ad ogni polemica, Raimondo Perra ha ribadito l’ampia condivisione della riforma da parte di tutto il centro sinistra ed ha ringraziato per il grande lavoro iniziato nel 2016 sia la commissione che i consiglieri Oppi e Gallus,   l’assessore Arru e i funzionari degli uffici, perché «tutti hanno contribuito in modo importante ad documento fondamentale per il riordino del servizio sanitario regionale, una opportunità fondamentale per un cambiamento lungamente atteso che, come tale, non poteva che suscitare comprensibili preoccupazioni pur essendo necessario perché la Sardegna è agli ultimi posti in Italia per efficienza del sistema». La riforma, ha aggiunto, «riqualifica la sanità sarda senza tagli né chiusure, facendo sintesi e raggiungendo posizioni condivise, anche attraverso un testo della commissione notevolmente differente dalla prima ipotesi della Giunta, frutto sia dell’ascolto dei territori e del coinvolgimento degli operatori, che di un confronto di merito con opposizione». Esprimo quindi soddisfazione, ha continuato Perra, «per un buon risultato ottenuto lavorando su problemi complessi fermo restando che, se ci sono errori, questo è il momento di correggerli, non per accontentare questo o quello ma per garantire appropriatezza sul tutto il territorio regionale». C’è d’altra parte il rammarico, ha concluso, «per non essere riusciti a spiegare bene la riforma, fatta di buone pratiche e costruita sulle migliori acquisizioni della scienza medica, senza smantellamento delle strutture esistenti e con la massima considerazione della specificità della Sardegna».

Sempre per la maggioranza, il secondo relatore Luigi Ruggeri, del Pd, ha sottolineato che la riforma non opera nessuna chiusura e non fa riferimento a priorità legate ad equilibri finanziari, «individua invece precisi paletti nella costruzione di una offerta  sanitaria in rete, perché è sbagliato parlare di salute uguale posti letto mentre la medicina è cambiata e dà risposte efficaci proprio fuori dall’ospedale e la rete serve ad esaltare le specializzazioni di ciascuna struttura». In Sardegna, ha continuato Ruggeri, «ricoveriamo molto per problemi di bassa complessità a differenza della Penisola, per cui abbiamo operato una classificazione corrispondente ad un dato demografico, per concentrare le casistiche aumentando il livello di sicurezza». Inoltre, «la nostra struttura regionale è stata resa più omogenea sul territorio, come ad esempio in Ogliastra, zona più decentrata rispetto agli hub principali». Piuttosto, ha osservato il consigliere, «c’è bisogno di far leggere meglio il documento perché molte richieste delle comunità sono in realtà contenute e vanno magari specificate in alcuni passaggi; una classe politica che si rispetti non esclude nessuno, perciò riteniamo di aver fatto una riforma equa che garantisce i cittadini molto più di chi chiede il mantenimento dell’esistente».

Parlando per l’opposizione il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha criticato l’accesso di ottimismo della maggioranza, rispetto ad una sanità migliore che per i cittadini non c’è, «anzi questa riforma ha enormi lacune per tante ragioni ma soprattutto perché, pur nel confronto formale, non sono stati ascoltati i cittadini più deboli, e lo stesso testo è pieno di acronimi e neologismi per addetti ai lavori incomprensibili ai più: altro che comunicare meglio». Sintetizzando il suo lavoro in commissione, Tocco ha ricordato di aver compiuto «diversi sopralluoghi in molte realtà dove rispetto alle disfunzioni riscontrate non si è fatto alcun intervento, a differenza dell’attivismo che ha caratterizzato nomine molto discutibili di manager chiamati a riformare una sanità che i Sardi non vedranno così come non vedranno l’elisoccorso». La verità, ha aggiunto Tocco, «è che ci sono molte cose che non quadrano, provvedimenti da adottare e persone da ascoltare, mentre purtroppo ha prevalso all’interno della maggioranza la linea di chi vuole andare avanti fino al disastro: i sardi non lo dimenticheranno».

Sempre per Forza Italia, il consigliere Stefano Tunis ha auspicato che la riforma non venga approvata, evitando «il titolo di coda del mandato di questa Giunta». Ricostruendo l’iter della legge Tunis ha detto che «vuol dire che c’era dolo nel portare all’ultimo momento la riforma della rete ospedaliera, cominciando dalla fine per non farsi cadere tutto in testa». Quella che doveva essere la Giunta delle competenze attenta all’oggettività delle cose, ha osservato Tunis, «è la stessa che poi non è riuscita nemmeno a chiudere il bilancio della sanità sarda costringendo lo stesso Sabatini ad una difesa d’ufficio che si scontra con numeri inattaccabili, e mette in luce l’enorme contraddizione fra la Sardegna Regione canaglia e quella miracolosamente salvata da una grande riforma». Nel concreto, ha spiegato Tunis, «la Regione sarà commissariata nonostante il maxi mutuo che forse nemmeno coprirà il disavanzo e rappresenterà invece l’ennesima ipoteca sullo sviluppo della nostra Isola». Confido ancora in un sussulto, ha auspicato infine il consigliere, «anche se sappiamo che non andrete a casa occorre mettere il Consiglio nelle condizioni di fare una buona riforma, cancellando gli errori di un progetto irrealizzabile, senza una verifica sui costi di produzione, senza emergenza urgenza e senza la garanzia sulla fase del trattamento dei pazienti post acuti a costi accettabili: tutto il resto è avanspettacolo e fumo negli occhi per nascondere ai sardi la verità».

Il consigliere Lorenzo Cozzolino (Pd), ha riconosciuto che l’argomento trascina inevitabilmente molte polemiche, e tuttavia «la Sardegna ha bisogno di una riforma per una sanità efficiente, moderna e a dimensione umana, eliminando sprechi e migliorando le prestazioni; la sanità sarda non è in uno stato fallimentare, anzi è ricca di professionalità e punte di eccellenza rispetto a realtà italiane ed estere più famose, però è una struttura vecchia, piena di doppioni che va cambiata». Non ci siamo affatto appiattiti sulle normativi nazionali di settore, ha assicurato Cozzolino, «anzi abbiamo lavorato due anni per costruire un percorso aderente a specificità del territorio regionale, una proposta originale, un meccanismo complesso che ci fa fare un salto in avanti verso la medicina moderna, fatta di buona prevenzione e e del trattamento efficace dei post acuti, è un cambiamento epocale». Inoltre, ha aggiunto, «con la riforma arriveranno anche 250 milioni di euro per ammodernare strutture, che non basteranno ma daranno comunque una prima significativa risposta». Sul piano politico, Lorenzo Cozzolino ha riconosciuto che «è vero che la maggioranza ha posizioni diversificate perché è una grande riforma all’interno della quale alcune realtà territoriali hanno rinunciato a qualcosa, e comunque si tratta di un provvedimento emendabile con lacune che vanno colmate nell’emergenza urgenza e nella medicina territoriale, così come occorre lavorare sui difetti di comunicazione e sulla percezione indotta della legge nelle zone disagiate che si sono sentite abbandonate, mentre al contrario queste strutture saranno potenziate con servizi che consentiranno ai pazienti acuti di essere stabilizzati e trasferiti per i trattamenti più complessi».

Dopo l’on. Lorenzo Cozzolino ha preso la parola l’on. Domenico Gallus che ha detto. “La legge di riforma arriva in aula dopo tre lustri e il percorso accidentato che ha avuto fa capire l’importanza del provvedimento. La riforma paga il prezzo di essere un tetto della costruzione di un edificio a cui mancano le stesse mura e le fondamenta: l’Areus e la sanità di prossimità o territoriale. E’ inspiegabile che a distanza di un anno l’Areus non abbia ancora un direttore perché ogni anima della maggioranza, e soprattutto del Pd ha il proprio cavallo da far correre per nominare il direttore”. L’oratore ha proseguito: “Chiunque si sieda sullo scranno della Sanità sarda è ormai evidente che non riesca ad evitare l’aumento dei costi. In realtà la Sanità sarda va del tutto rifondata e anche le obiezioni avanzate dai sindaci e dai territori dopo l’approvazione del testo in commissione sono sacrosante.  E la minoranza, voglio dirlo, è stata determinante per l’iter della legge, garantendo sempre il numero legale in commissione. Per tutti noi è chiaro che la riforma è necessaria e urgente”.

Per l’on. Emilio Usula (Rossomori) “questa riforma ha come obiettivo il risparmio e a nulla vale il dato che in Sardegna non si spende certo più della media nazionale e che i costi della sanità sarda sono insopprimibili. Alla fine questa riforma porterà più spesa e meno sanità, meno garanzia di servizi per il cittadino . E’ inaccettabile che in periferia non ci possa essere qualità della sanità, è inaccettabile che si accentri tutto nelle grandi città. Questo atteggiamento ha creato un danno di credibilità verso i medici che non lavorano negli ospedali cittadini, in  contrasto se posso dirlo con la mia storia professionale ma anche quella dell’assessore. Con questo riordino si concentrano risorse e fiducia nei grandi ospedali di Cagliari e di Sassari, con grandi accorpamenti che creeranno mega conflitti e megaconfusione”. L’oratore ha poi aggiunto: “In Sardegna la Sanità ce la paghiamo noi e da noi si dimensionano i servizi utilizzando i criteri della popolosità dei territori delle vecchie province. Non un criterio che tenga conto delle condizioni orografiche della Sardegna e non certo contrastando il fenomeno di spopolamento che investe ampie aree della Sardegna. Non posso poi tacere la mia grande preoccupazione per il destino dell’ospedale San Francesco di Nuoro, per il quale pretendo una classificazione come Dea di secondo livello”.

E’ intervenuto poi per Forza Italia l’on. Marco Tedde, che ha detto: “Mi piacerebbe poter dire, caro assessore Arru, che andiamo al riordino della rete ospedaliera dopo aver fatto funzionare l’Areus o in generale dopo aver riorganizzato la sanità sarda nel suo complesso. Invece non abbiamo avuto il piacere di aver visto nulla di tutto ciò. Questa riforma ha una gamba sola, considera solo gli ospedali e ha generato vere e proprie rivolte nei territori, con migliaia di sardi che si stanno lamentando. Questo vostro piano di riorganizzazione non è frutto di una scelta normativa, il più volte invocato DM70, ma di una scelta politica: dovete dire come stanno davvero le cose. Voi potete fare un piano che tenga conto delle esigenze reali della Sardegna ma non vi interessa, al di là delle parole che pronunciate. E se il buco della Sanità sarda si allarga ancora vuol dire che non funziona chi è al volante”.

L’on. Rossella Pinna (Pd) ha esordito dicendo: “Cercherò di non usare toni trionfalistici per descrivere questa riforma ma ho ascoltato quelli apocalittici del collega Usula che mi lasciano pensare che abbiamo visto un film diverso. Il centrosinistra ha messo con coraggio il diritto alla salute al centro delle sue politiche e lo fa in un momento storico in cui il consenso dei cittadini verso le istituzioni è molto affievolito. E altri strumentalizzano la nostra riforma a scopi demagogici. Noi abbiamo dedicato spazio alla mediazione e all’ascolto: forse non siamo riusciti a comunicare bene con questa riforma e forse non abbiamo fatto politica. Almeno, quella giusta: perché la buona politica è comunicazione. Solo così si spiega la percezioni infondata, di tanti, secondo cui questa riforma porterà a un taglio dei servizi.  Per questo non ci stancheremo di dialogare in questi giorni, soprattutto con il sistema delle autonomie locali della Sardegna.   Se avessimo applicato pedissequamente il DM 70 avremmo dovuto chiudere 15 presidi ospedalieri della Sardegna”.

L’esponente dem ha aggiunto: “Stiamo, dunque, riordinando un sistema che ha inefficienze e costa metà del bilancio regionale. La nuova rete riequilibra l’offerta ospedaliera nelle diverse aree della Sardegna, aumentando la sicurezza delle cure in un’ottica di rete. E nella consapevolezza che aumentano gli anziani e diminuiscono le nascite”.

Ha preso la parola l’on. Augusto Cherchi (Pds), che ha detto: “Inutile dire che stiamo sprecando risorse nella Sanità e non possiamo far finta di niente. Dobbiamo cambiare la Sanità, facendola arrivare a tutti e con qualità . Certo non basta riorganizzare la rete ospedaliera: serve potenziare le strutture territoriali e di questo siamo consapevoli.   Ma deve essere chiaro che l’ospedale non è la risposta a tutti i bisogni sanitari, a soddisfare ovunque il diritto all’assistenza.  Siamo consapevoli della complessità del tema e della necessità di garantire certezza di assistenza: noi non abbandoneremo i territori al loro destino e difenderemo i pronto soccorso e le chirurgie, abbiamo chiesto la migliore definizione degli ospedali di Tempio e di Alghero. Abbiamo tempo  per discutere ancora e per ascoltare le richieste di Ghilarza e di Iglesias per i centri territoriali.  Ma non firmeremo cambiali in bianco su accordi che non conosciamo e mi riferisco particolarmente a Olbia”.

L’on. Fabrizio Anedda (Misto) ha preso la parola e ha detto: “L’altro giorno ho visto sfilare a una manifestazione esponenti di estrema sinistra e di destra. Mi sono chiesto che cosa li unisca: la sanità pubblica è sempre un buon affare per i politici spregiudicati. E mi riferisco a quelli del passato che hanno governato. In Sardegna ci sono circa 50 mila anziani che non possono acquistare la dentiera: protestare è lecito e doveroso ma per cambiare in meglio. Non per tutelare rendite di posizione. E nel merito della riorganizzazione ospedaliera, il testo che la commissione della quale faccio parte ha licenziato prevede la perdita di qualche primariato di famiglia ma in compenso le esigenze dei territori sono potenziate. Ecco, dobbiamo potenziare i servizi territoriali ancora di più”.

“Rinuncio a dirvi di soprassedere con questa riforma, avete intrapreso questa strada”, ha detto l’on. Alessandra Zedda (Forza Italia), “ormai non riflettete più. Mi limito ad osservare quanto stridono le cose che dite con quello che scrivete nel testo. Intanto, visto che il carico della spesa sanitaria è sulla nostra testa valeva la pena davvero di derogare alle prescrizioni del DM70: io mi auguro che questa riforma possa migliorare i servizi territoriali e farci risparmiare. Ma purtroppo so che non sarà così. Anche perché non avendo riformato la rete dei servizi non porterà grande risultato la riforma della rete ospedaliera. Voi tagliate da subito 261 posti letto e le conseguenze le pagheranno i cittadini: chi non sarà ricoverato per assenza di posti letto? Che faranno i medici e gli infermieri dei posti letto soppressi? Pensate davvero di ridurre la spesa sanitaria così?”.

L’on. Alessandra Zedda ha detto, rivolta all’assessore: “Forse sono miei limiti ma io non capisco tante cose, tanti accorpamenti di reparti, tanti doppi incarichi anche negli ospedali di Cagliari. Da subito io scorgo una riduzione dell’offerta ospedaliera, questo io leggo tra le righe della riforma”.

Critico anche l’on. Paolo Truzzu (FLI), che rivolto all’on. Fabrizio Anedda ha detto: “Da tre anni e sei mesi governa il presidente Pigliaru, è a lui che dobbiamo rivolgerci: non al centrodestra. Questa vostra riforma è da bocciare in toto perché non è migliorabile: se non vengono potenziati i servizi territoriali non si riduce il fenomeno dei ricorsi inappropriati. Era il caso di potenziare i territori e garantire a tutti i sardi un elevato livello di cura: non lo avete fatto e vedrete che il numero dei ricoveri non calerà né si fermerà l’intasamento negli ospedali dei grandi centri. In questi anni avete compiuto una serie di atti del tutto contrari alle vostre enunciazioni e posso portare innumerevoli esempi, anche banali, per dimostrarlo. I vostri manager contraddicono quel che voi dite”. Poi l’esponente di FLI ha proseguito: “Siete gli stessi che hanno rinunciato ai ricorsi contro lo Stato per un piatto di lenticchie, quelli che hanno detto sì al referendum sulla Costituzione e che hanno raccontato ai sardi che la Asl unica avrebbe garantito qualità migliore e riduzione della spesa. Perché dovremmo avere fiducia in voi”.

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha detto rivolto all’ultimo oratore. “Non intendo fare polemiche ma potevamo fare questa riforma e fare finta di nulla. Invece non sarà così. Mi sarei aspettato qualche proposta nel merito dalla minoranza, visto che abbiamo lavorato per mesi. E invece non abbiamo ricevuto nulla da parte loro. Certo, se avessimo riorganizzato prima la rete territoriale e fatto partire l’Areus, se avessimo fatto tutto questo e solo all’ultimo la riorganizzazione della ospedaliera è chiaro che ci saremmo risparmiati qualche critica e il malcontento, che in alcuni casi è dovuto a posizioni strumentali.   Certo, si poteva e doveva comunicare meglio ma non è vero. Ma la commissione ha lavorato molto e bene, modificando il testo di legge che proveniva dalla Giunta”.

Rivolto all’assessore Luigi Arru, l’on. Solinas ha detto: “Visto che in questi giorni è in circolazione l’atto aziendale della Asl unica a mio parere va evitato di parlare di tre dipartimenti e dobbiamo anche preferire i reparti all’eccellenza sanitaria. Abbiamo fatto la scelta in questa legislatura di non applicare ticket, di non aumentare Irpef e Irap. E le conseguenze di queste scelte si pagano”.

Il consigliere Pizzuto (Art. 1 – sinistra per la democrazia e il progresso) ha detto che in materia sanitaria non si deve fare una questione di soldi e di risparmio ma si deve tendere  a garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute. Per Luca Pizzuto bisogna partire dalla domanda se il sistema sanitario attuale funzioni o meno e se i pazienti siano contenti. Per Luca Pizzuto bisogna cambiare le cose perché oggi la possibilità di cura è “riservata al caso”. Questo tema – ha aggiunto – è particolarmente delicato. Troppo spesso i pazienti sono considerati solo un mezzo per costruire carriere politiche o sanitarie. Questa Riforma, seppure da emendare, comincia a far diventare il paziente un fine. Per il consigliere di Art.1  questa riforma è  l’unico atto di sovranità vera che questo Consiglio regionale sta facendo.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso la seduta. Il consiglio è convocato alle 15,30.

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Giuseppe Dessena.

La settimana di lavoro sarà aperta dalla riunione della Seconda Commissione (Cultura, Pubblica Istruzione) che, mercoledì 27 settembre alle 10.00, ascolterà l’assessore Giuseppe Dessena sugli interventi regionali per lo sviluppo delle attività musicali popolari (P168), l’istituzione dell’anagrafe regionale degli studenti (Dl 140), il Testo unico sulla lingua sarda ed il contratto di servizio Rai.

Sempre mercoledì ma alle 11.00 la Quarta commissione (Governo del territorio) presieduta da Peppino Pinna (Udc Sardegna) si occuperà della rimodulazione del programma di interventi contenuto nel Piano regionale delle infrastrutture (P166): riferirà l’assessore dei Lavori Pubblici Edoardo Balzarini.

Giovedì 28 settembre alle 10.30, infine, la Prima commissione (Autonomia, rapporti con lo Stato), presieduta da Francesco Agus (Misto-Art.1-Mdp) esaminerà due proposte di modifica della legge statutaria in materia elettorale sulla “preferenza di genere”.

 

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Questa mattina, a partire dalle ore 9.30 presso la Sala anfiteatro in via Roma, 253 a Cagliari, si terrà il convegno “La rete regionale degli Itinerari ciclabili della Sardegna”.
Durante l’incontro, inserito nell’ambito della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile 2017, l’assessore regionale dei Lavori pubblici, l’ing. Edoardo Balzarini, l’assessore regionale del Turismo, la dott.ssa Barbara Argiolas, insieme al direttore generale dei Lavori pubblici, l’ing. Marco Dario Cherchi, al direttore del Cirem, il prof. ing. Italo Meloni e al direttore dell’Arst, l’ing. Carlo Poledrini, presentano i primi risultati dello studio e la proposta di configurazione della rete degli itinerari ciclabili della Sardegna.
Obiettivo dell’iniziativa è quello di dotare la Sardegna di un Sistema di mobilità ciclistica, da un lato per rendere l’isola più attrattiva e competitiva al più alto numero di appassionati italiani e stranieri del turismo dall’altro per fare della mobilità ciclistica un’occasione di sviluppo e di crescita della Sardegna dal cicloturismo agli spostamenti quotidiani in bici. 

“La rete regionale degli Itinerari ciclabili della Sardegna” non include il Sulcis Iglesiente e l’intero Sud Ovest sardo, scelta che ha provocato durissime reazioni nei territori interessati.

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È stata pubblicata oggi sul sito della Regione la determinazione che ripartisce i 16 milioni di euro stanziati dalla Giunta come contributo ai Comuni per la manutenzione dei corsi d’acqua e la mitigazione del rischio idrogeologico, a seguito di una delibera approvata lo scorso luglio su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini.
«La Regione è in prima linea nella lotta ai rischi idrogeologici e sostiene gli enti locali per permettere loro di svolgere le opere di prevenzione di propria competenza, che in mancanza di fondi rischierebbero di non essere realizzate – dice l’assessore Balzarini -. Interveniamo perciò con un contributo mirato e vincolato, in continuità con i 15 milioni già stanziati in precedenza, perché riteniamo queste attività fondamentali per la sicurezza dei cittadini.» 
I fondi sono assegnati in tre quote: una prima quota è ripartita in proporzione alla lunghezza dei corsi d’acqua, mentre una seconda viene assegnata attraverso un punteggio che tiene conto di diversi elementi, fra cui la presenza di interventi precedenti, la collocazione all’interno o all’esterno di un centro abitato, la vicinanza di infrastrutture come scuole e ospedali, il fatto che si tratti di un corso d’acqua aperto o coperto. La terza quota, invece, è suddivisa in base alla popolazione residente, all’interno del territorio comunale, in aree a pericolosità idraulica elevata e molto elevata. 

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La Giunta regionale ha stanziato quattro milioni di euro per il recupero​​ e la me​ssa​ in sicurezza​ di​ 40 chiese.

«Abbiamo voluto dare una risposta più rapidamente possibile – spiega l’assessore Edoardo Balzarini – alle numerose richieste pervenute in assessorato da parte dei comuni, che con questa delibera riceveranno in tempi brevi i contributi e potranno subito iniziare i lavori​ di messa in sicurezza​. Lo stanziamento non è sufficiente a coprire l’intero fabbisogno delle domande, che in totale è pari a 7 milioni, ma abbiamo comunque deciso di ripartirlo fra tutte le 40 richieste istruite​ e considerate ammissibili​, secondo un criterio di proporzionalità: gli interventi al di sotto dei 90mila euro saranno finanziati integralmente,​ in modo da poter fare le opere di pronto intervento,​ mentre quelli superiori, fino a un massimo di 180mila,​ permetteranno ai comuni di effettuare un intervento funzionale di messa in sicurezza ed eventualmente​ saranno cofinanziati.»

La suddivisione dei fondi si basa sull’applicazione di un indice che determina una riduzione del finanziamento direttamente proporzionale alla dimensione originaria della richiesta.

I comuni beneficiari sono: Guasila, Busachi, Escolca, Magomadas, Serramanna, Ottana, Fonni, Macomer, Pattada, Perdaxius, Thiesi, Villasalto, Montresta, Sinnai, Solarussa, Bitti, Gonnosfanadiga, Luogosanto, Sedilo, Sennori, Terralba, Orroli, Sarroch, Isili, Erula, Mogoro, Orani, Silanus, Suni, Talana, Tresnuraghes, San Nicolò Gerrei, Asuni, Seneghe, Teti, Siapiccia, Aidomaggiore, Meana Sardo, Siamaggiore, Sedini.

 

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La miniera di Furtei.

Il consigliere regionale Emilio Usula (Rossomori) ha presentato un’interpellanza sull’inquinamento della statale 131 nel tratto tra Sanluri e Sardara.

«Cosa contengono i materiali presenti sotto l’asfalto della statale 131 nel tratto che va da Sardara a Sanluri? Quali iniziative intende assumere la Regione per garantire la salute pubblica e salvaguardare le attività agricole della zona?» chiede Emilio Usula.

Sabato prossimo è prevista una manifestazione di protesta sul tratto della 131 dove sono sepolte circa 700mila tonnellate di materiale di risulta provenienti dalla ex miniera d’oro di Furtei. L’iniziativa promossa dal movimento indipendentista Liberu e sostenuta da diverse associazioni ambientaliste avrà anche il sostegno dei Rossomori.

«Vogliamo capire che cosa sta succedendo – attacca Emilio Usula – la fuoriuscita di percolato dal sottomanto di asfalto della SS 131 è preoccupante. E’ doveroso accertare se quel materiale contenga davvero sostanze inquinanti come l’arsenico, il cianuro, il cadmio, il mercurio e l’acido solforico. Intervento non più rimandabile per garantire la tutela della salute dei cittadini ed evitare contaminazioni della colture.»

Il consigliere dei Rossomori sollecita un intervento immediato dell’Arpa Sardegna. «All’Agenzia, che opera per la promozione dello sviluppo sostenibile e il miglioramento degli ecosistemi naturali – afferma Emilio Usula – chiediamo di fornire i dati recenti sul campionamento dei materiali e, se ancora non dovesse esserne in possesso, di procedere alle verifiche».

Sulla presenza di materiale inquinante nel tratto Sardara-Sanluri della 131 era stata aperta alcuni anni fa un’inchiesta della magistratura con l’iscrizione nel registro degli indagati della ditta che aveva realizzato i lavori.

«Si faccia subito chiarezza – conclude Emilio Usula – solo così si potrà eventualmente pensare ad un intervento straordinario di bonifica per scongiurare possibili pericoli per la salute dei cittadini e danni all’ambiente.»

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Domani, sabato 12 agosto, verrà aperta al traffico parte del terzo lotto della S.S. 195 Sulcitana, specificatamente, il tratto compreso tra lo svincolo Sarroch Zona Industriale e lo svincolo Sarroch – Villa San Pietro.

«L’apertura al traffico di questo tratto – spiega l’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini – seppur di sviluppo limitato (circa 2,5 km), costituisce un primo risultato dell’attività di controllo ed impulso svolto dalla Regione di concerto con gli Enti Locali, interessati direttamente dai lavori, avviato già dal 2016 e con l’intesa della Prefettura che ha accolto la richiesta della Regione di convocare il Comitato per la Sicurezza Pubblica il 4 luglio scorso per analizzare e risolvere le criticità legate e connesse ai ritardi nell’esecuzione delle opere. A dispetto della ridotta estensione del tratto riaperto, rispetto al complessivo itinerario Cagliari-Pula, la ritrovata percorribilità del tronco Sarroch-Villa San Pietro riveste una notevole importanza per la scorrevolezza e la sicurezza del traffico, in quanto restituisce alla Variante consortile CASIC il ruolo di itinerario preferenziale per gli spostamenti Cagliari-Pula – conclude Edoardo Balzarini -, permettendo la separazione dei traffici automobilistici privati da quelli strettamente connessi al Polo industriale di Sarroch.»

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Su richiesta dei Consorzi di Bonifica della Nurra e del Nord Sardegna, il Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino ha approvato l’integrazione di nuove risorse idriche destinate a sopperire le criticità nelle aziende agro-zootecniche a causa dello straordinario andamento climatico in corso, così da garantire un ulteriore quantitativo d’acqua per limitare le perdite di produzione dovute alla siccità.
È stata rimodulata la dotazione idrica del Consorzio di Bonifica della Nurra, a cui erano stati destinati nei mesi scorsi già 25milioni di metri cubi d’acqua (20 dal sistema idrico multisettoriale e 5 dai pozzi della Nurra), con un nuovo trasferimento di 500mila metri cubi dall’invaso di Monte Leone Roccadoria verso quello del Cuga.
La dotazione idrica a favore del Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna è stata rimodulata con un’integrazione di altri 6milioni di metri cubi d’acqua che si sommano ai 22milioni già assegnati nei mesi scorsi: 15 milioni dirottati dall’invaso del Monte Lerno di Pattada e 7 milioni dal quello del Coghinas – traversa Donigazza. Le risorse aggiuntive vengono per 3milioni di metri cubi dalla diga di Monte Lerno e altri 3 da quella del Coghinas. L’intervento ha lo scopo di limitare i danni alle colture foraggere in atto, soprattutto nella piana irrigua di Perfugas, a causa dello straordinario andamento climatico registrato nello scorso mese di luglio che ha determinato un repentino incremento dei consumi.
L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, durante la riunione del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino, ha illustrato le richieste giunte dai territori e le numerose criticità che devono affrontare le aziende agricole a causa dello straordinario andamento climatico in corso. Ai lavori, come componenti del Comitato, hanno partecipato il presidente Francesco Pigliaru, gli assessori dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, della Difesa dell’ambiente, Donatella Spano, e dell’Industria, Maria Grazia Piras.
Secondo i dati elaborati dall’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna, al 31 luglio 2017 erano presenti nel sistema degli invasi di tutta l’Isola un miliardo e 66milioni di metri cubi d’acqua, pari a circa il 60% della capacità complessiva autorizzata.

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villa devoto

Villa Devoto.

La Giunta regionale, riunita questo pomeriggio a Villa Devoto sotto la direzione del vice Raffaele Paci prima e del presidente Francesco Pigliaru poi, ha nominato direttore generale dell’Agenzia regionale del Distretto idrografico Alberto Piras, attuale dirigente di Servizio delle Opere idriche e idrogeologiche dell’assessorato dei Lavori pubblici. Francesco Pigliaru ha ringraziato apertamente per il lavoro svolto il precedente direttore, l’ingegnere Roberto Silvano, il cui contratto era ormai giunto a scadenza. Nominato inoltre Francesco Pani commissario ad acta per l’approvazione del bilancio della Fondazione Flores di Cuglieri, ex IPAB.
Sempre su iniziativa della Presidenza, di concerto con l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu, nell’ambito degli interventi fissati nell’Agenda Digitale della Sardegna, è stata disposta la ratifica del deliberato dell’assemblea di SardegnaIt, società in house della Regione, per un finanziamento di 800mila euro destinato al progetto di reingegnerizzazione del Sistema integrato dei portali del sito istituzionale della Regione Sardegna e al potenziamento del modello gestionale di redazione diffusa del Sistema Regione.
Su proposta dell’assessore della Cultura Giuseppe Dessena è stata approvata dalla Giunta la relazione sull’attività dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico (I.S.R.E.) di Nuoro dell’anno 2016, e la variazione al bilancio di previsione per l’anno finanziario 2017. Approvate le linee guida per la programmazione degli interventi degli ITS (gli Istituti tecnici superiori) per il triennio 2017/2020.
E’ stata approvata, su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, la rimodulazione del Programma del Piano regionale delle infrastrutture finanziato con il mutuo contratto dalla Regione nel 2015. In particolare, al fine di assicurare adeguati profili di spesa compatibili con le scadenze imposte dal contratto di mutuo, sono state previste variazioni delle coperture finanziarie, a valere sui fondi FSC 2014/2020, oltre a variazioni di titolazione e importi richieste dai soggetti attuatori, mantenendo invariati i settori di intervento.
Su proposta dell’assessora del Lavoro Virginia Mura, la Giunta ha designato Paola Piras e Luca Spissu quali consiglieri di amministrazione di Insar – Iniziative Sardegna Spa.