19 November, 2024
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Il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco denuncia in una nota la carenza di personale medico nelle corsie, soprattutto nel periodo estivo, del reparto di chirurgia plastica dell’ospedale Brotzu di Cagliari.

«E’ ormai evidente il depotenziamento del centro – attacca Edoardo Tocco -. Perché a Cagliari si riversano la maggior parte dei grandi ustionati dell’Isola, ma il reparto opera senza gli strumenti previsti. Così capita che sia necessario un trasferimento d’urgenza a Sassari per i pazienti con ustioni anche minime. Non basta lo smantellamento in atto da qualche anno nel reparto. Nella riforma ospedaliera si evidenzia come il Brotzu sia un dipartimento di emergenza urgenza di secondo livello, ma privo del reparto di chirurgia plastica. Il rischio – conclude Edoardo Tocco – è che questa scelta possa avvantaggiare una nuova struttura prevista al Policlinico.»

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Nuova dura presa di posizione del consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco, sulla riforma della sanità all’esame della commissione Salute del Consiglio regionale.

«Condividiamo le perplessità e le preoccupazioni già preannunciate dai diversi territori, che saranno avanzate nel confronto con il Consiglio delle Autonomie locali e dei sindaci, su un testo che pare demolire una grossa fetta della sanità isolana – dice Edoardo Tocco -. Abbiamo la sensazione che le divergenze all’interno della maggioranza stiano producendo queste lungaggini inutili e controproducenti su un testo già contestato. Non occorre che manager e direttori generali vengano nuovamente all’interno del parlamentino, con un’audizione che ha portato già ad un parere negativo sulla riforma – aggiunge Edoardo Tocco -. Sarebbe l’ammissione dell’incapacità di fatto della giunta di gestire l’iter legislativo di un provvedimento di indubbia rilevanza per il settore socio sanitario. Mi auguro che si tenga conto delle esigenze espresse dai diversi territori, contro un disegno che mira a ridimensionare alcuni poli di eccellenza. Si prenda come esempio il Brotzu, che corre il rischio di vedersi privato di diversi centri con un indietreggiamento a presidio di secondo livello e polo di emergenza. Non vorremmo – conclude Edoardo Tocco – che la riforma scardinasse alcuni punti di riferimento della sanità sarda, compromettendo la garanzia di qualità dei servizi sinora erogata dagli ospedali e dalle strutture socio sanitarie isolane.»

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«La tabella di marcia verso l’approvazione della rete ospedaliera passa per il via libera del Consiglio delle autonomie locali. Un percorso che sarà pieno di ostacoli.» E’ l’auspicio del consigliere regionale Edoardo Tocco (Forza Italia) che ha già votato contro il testo approvato dalla maggioranza in commissione Salute. «Una contrarietà dettata dal fatto che la riforma licenziata dal centrosinistra – spiega Edoardo Tocco – non risponde nel modo più assoluto alle esigenze dei territori. A pagare il conto saranno soprattutto le realtà più marginali, con il ridimensionamento delle specialità e la sforbiciata netta ad alcuni presidi ospedalieri».

Dal San Camillo di Sorgono al San Marcellino di Muravera sino ad arrivare al Paolo Merlo de La Maddalena: «La riduzione delle specialità metterà a rischio la platea dei pazienti e costringerà alla cancellazione dei servizi – attacca Edoardo Tocco -. Mi auguro che il Consiglio delle Autonomie locali possa tenere conto delle istanze dei territori, che si vedono spogliati di alcuni reparti nei piccoli presidi, per arrivare ad una profonda revisione della riforma. Una beffa per le aree svantaggiate. Senza dimenticare che gli ultimi atti aziendali della sanità cagliaritana si pongono in contrasto con il disegno proposto dalla giunta. Si tratta di problemi da risolvere per la salvaguardia dei servizi negli ospedali isolani. C’è poi la scelta assurda sull’accorpamento della medicina dello sport con il segmento della medicina legale – conclude Edoardo Tocco -, mentre sarebbe auspicabile una struttura di prevenzione con un presidio autonomo per i controlli degli sportivi».

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Il Consiglio regionale, nella seduta odierna, ha approvato le leggi sull’abbattimento dei costi delle trasferte sportive nelle isole minori e sul sostegno alle imprese del comparto ovino. Via libera anche alle variazioni di bilancio. Rinviata ancora la nomina del garante per l”infanzia e l’adolescenza perché i due candidati non hanno raggiunto il quorum.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le procedure collegate alla terza votazione del Garante regionale per ‘Infanzia e l’adolescenza.

Prima dello scrutinio, sull’ordine dei lavori, il consigliere Emilio Usula dei Rossomori ha richiamato l’attenzione della presidenza dell’Assemblea sul grave incendio nella discarica di Bolotana del 30 luglio scorso, durato per circa 10 ore e domato, ha ricordato Usula, «solo dopo l’intervento dei Vigili del Fuoro di Nuoro, e del personale del Comune di Bolotana». Dall’incendio, ha aggiunto Usula, «si è sviluppata una enorme nube nera, causata probabilmente dalla combustione di materiali a base di carbone altamente tossici ed altri radioattivi ed inoltre, nei giorni precedenti, la Provincia di Nuoro aveva adottato un provvedimento di diffida al gestore della struttura per il mancato adempimento di alcune prescrizioni relative a materiali simili a quelli distrutti dalle fiamme». Usula, in conclusione, ha chiesto alla presidenza del Consiglio di adoperarsi per fare piena luce sulla vicenda, anche in relazione all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata alla discarica, «che impone regole molto stringenti che evidentemente sono state eluse».

Subito dopo l’Assemblea ha proceduto allo scrutinio per l’elezione del Garante regionale per l’Infanzia e l’adolescenza. I candidati con il maggior numero di voti sono stati Donatella Olla (16) e Gian Giacomo Pisotti (14). 6 le schede bianche.

Nessuno dei candidati ha raggiunto il quorum previsto di 40 voti; quindi il Consiglio ha proceduto ad una quarta votazione nella quale il quorum è pari alla maggioranza assoluta. Anche la quarta votazione si è rivelata infruttuosa: a fronte della maggioranza richiesta di 31 voti Donatella Olla ha ottenuto 30 preferenze e Gian Giacomo Pisotti 17 (3 schede bianche). Il presidente Ganau ha quindi annunciato che l’elezione del Garante si terrà in una prossima seduta.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della Pl n. 391 (Desini e più). Modifiche alla legge regionale n. 17/99 – Abbattimento dei costi per la partecipazione alle trasferte sportive nelle isole minori della Sardegna.

Per illustrare il contenuto, il presidente ha dato la parola al relatore Roberto Desini (Partito dei Sardi).

Nel suo intervento Roberto Desini ha affermato che «scopo della proposta è quello di contenere ed abbattere i costi delle trasferte per isole minori ed eliminare la disparità di trattamento fra residenti e non residenti». In sostanza, ha aggiunto Desini, «stiamo affrontando una specifica forma di insularità con un provvedimento a costo zero, perché si va a cambiare l’. art 38 della nostra legge 17 (fra le migliori leggi in Italia nel suo settore) con il trasferimento di una quota del 6% dei fondi Coni, fermo restando che la Regione può sottoscrivere accordi migliorativi con i vettori aerei marittimi». In questi anni, ha però lamentato Desini, «numerose società, soprattutto di calcio e basket, hanno preferito rinunciare alle trasferte e pagare una ammenda alla federazione di competenza, determinando una distorsione che colpisce gravemente il movimento sportivo e va assolutamente eliminata. Sotto questo profilo – ha continuato il consigliere rivolgendosi agli assessori dello Sport Giuseppe Dessena e dei Trasporti Carlo Careddu – dobbiamo lavorare con molto impegno per risolvere il problema del trasporto per gli sportivi con tariffe mirate; ricordo che il Governo ha fatto convenzione con Alitalia a favore delle società sportive che vengono in Sardegna con tariffe agevolate di 80 euro andata e ritorno mentre uno sportivo sardo paga la tariffa piena di 150 euro perché in regime di continuità territoriale; all’assessore Dessena, in particolare, ricordo anche che forse è necessario rivedere la recente delibera di approvazione del programma per lo sport 2017 con una correzione che consenta l’inserimento dei fondi previsti dalla nuova legge per la prossima nuova stagione agonistica e con una ulteriore attenzione ai portatori di handicap che sono costretti a trasferte ancora più onerose perché viaggiano con accompagnatori».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha espresso apprezzamento per la proposta ribadendo di averla condivisa e sottoscritta, avvertendo tuttavia che «resta sullo sfondo la scarsa considerazione per le nostre isole minori; in proposito, ricordo al nuovo assessore Careddu che ormai abbiamo superato l’anno di prova del nuovo servizio pubblico per isole minori e vogliamo conoscere come stanno le cose, partendo da funzionalità del servizio, tariffe e personale». «La questione – ha ricordato Pierfranco Zanchetta – è stata gestita pessimamente con una gara al ribasso e conseguente perdita di risorse preziose che potevano essere reinvestite nel sistema; l’argomento però riguarda tutti i sardi va affrontato e risolto positivamente perchè tutti i sardi dovrebbero avere la stesa tariffa».

Il consigliere di art. 1 – Mdp Luca Pizzuto ha parlato di «una legge importante che qualifica il Consiglio che con questo provvedimento isola sempre meno le comunità locali delle isole, sostenendo lo sport ed affermando il diritto alla mobilità interna». «Quanto al trasporto pubblico locale post-privatizzazione – ha concluso Luca Pizzuto – l’argomento va ripreso soprattutto nell’interesse dei lavoratori e sono convinto che dovremo riparlare molto presto della vicenda ex Saremar».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, manifestando la sua adesione alla proposta, ha dichiarato che «essere un’isola nell’isola è ancora più mortificante quando si parla di sport, come testimonia la triste storia delle rinunce di molte società sportive; purtroppo la storia di tante nostre squadre è quella di giocare in gironi massacranti o addirittura di non disputare i campionati, quindi diciamo grazie al Coni in questo caso ma serve una soluzione strutturale, sia per isole minori che per rispolverare altre iniziative legate a campionati nazionali giovanili o a vincitori di gironi sardi che devono accedere alla fasi nazionali».

Sempre per Forza Italia il consigliere Edoardo Tocco ha detto di non avere nessun dubbio sulla bontà della proposta del collega Desini, «che va nella giusta direzione con le nostre società che devono essere uguali alle altre». Tocco, dopo aver ricordato, un recente lungo dibattito in commissione sugli accordi fra Regione e banche per evitare fidejussioni personali ed attivare linee di credito dedicate per le iscrizioni ai campionati», ha ribadito che «i costi maggiori per i trasporti vanno decisamente abbattuti per le squadre che danno una buona immagine alla Sardegna con i loro grandi risultati in ogni disciplina».

L’assessore Dessena ha rassicurato l‘on. Desini: «Da qui a brevissimo porterò la delibera e risolveremo il problema segnalato dall’on. Desini».

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli e poi gli articoli 1, 2, 3, 4 e poi la legge.

Il presidente Ganau ha portato all’esame il ddl 442/A, ovvero una variazione di bilancio relativa al risanamento del bilancio delle Province e altri interventi finanziari per gli enti locali.

Il ddl è stato illustrato dal presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini. Per la minoranza è intervenuta l’on. Alessandra Zedda, che ha detto: «Sarebbe stato come sparare sulla Croce rossa se ci fossimo messi contro questo provvedimento». Per l’assessore Paci «è un provvedimento che fa un po’ di manutenzione che però svolge anche un’attenta operazione di spending rewiew».

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli e poi gli articoli 1. Sul punto è intervenuto l’on. Gianfranco Congiu (Pds), che si è espresso favorevolmente sulla norma che prevede interventi a favore del sistema idrico e dei consorzi di bonifica.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori) «un approccio diverso nelle politiche del consumo dell’acqua renderebbe meno grave questa crisi che stiamo vivendo. Ma è anche chiaro che sono necessarie opere idriche e collaudi per evitare si sprechino milioni di metri cubi a Samugheo come sull’Omodeo».

L’emendamento sostitutivo parziale 7 è stato approvato insieme al 3 e al 4.

Approvato anche l’’emendamento aggiuntivo 2 con l’articolo 2.

Approvato anche l’articolo 3 e così il 4 e poi il 5.

L’emendamento soppressivo totale all’articolo 5 bis sul tema di Ati Ifras è stato presentato dall’on. Annamaria Busia (Cps). L’oratrice ha ricordato la nascita di Ati Ifras e il problema dell’impiego dei vecchi Lsu. «In questo sistema ci sono figli e figliastri  tanto che persino i consulenti e gli avvocati sono entrati a far parte di questo sistema. Non so cosa rispondere a quei disoccupati che ci scrivono: perché ai dipendenti del San Giovanni Battista viene data una possibilità e a noi no? Perché non si procede a fare le stabilizzazioni? Perché in questa legislatura si è sprecato il tempo e non è stata fatta la gara internazionale? L’Insar ha dato persino una consulenza a un avvocato perché raccolga la documentazione da consegnare alla Guardia di Finanza. Mi auguro un voto responsabile su questa norma».

Per il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, «non è il caso di mettere in mezzo cose che non c’entrano nulla. Qui siamo davanti ai 520 lavoratori del progetto Parco geominerario. Ma oggi stiamo parlando di appena 20 lavoratori di questi, che non possono prestare i loro servizi nei cantieri, soprattutto archeologici. Peraltro questo provvedimento è stato concordato con i sindacati. La collega Busia avrà tante ragioni per la sua veemenza ma non c’entra nulla con questo articolo».

 L’on. Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, ha annunciato il voto contrario all’emendamento Busia: «Ai lavoratori bisogna sempre dare una risposta. Raccolgo la denuncia dell’on. Busia, che parla di un immobilismo sulle politiche attive del lavoro e sugli investimenti. Ma questo non toglie che dove sono in gioco i destini di lavoratori noi siamo a sostegno».

Della stessa opinione l’on. Marco Tedde (FI) e Angelo Carta (Psd’Az), tutti contrari all’emendamento soppressivo Busia.

L’articolo 5 bis è stato approvato e così il anche l’articolo 5 ter. A seguire anche gli articoli 6 e 7. Approvati anche gli allegati.

L’emendamento 1 all’allegato 6 a firma dell’on. Busia prevede il finanziamento senza interessi a favore dei dipendenti della Regione per il pagamento delle spese del mutuo per l’acquisto della prima casa.

Contrario l’on. Pietro Pittalis (FI): «Non basta che una legge lo prevedesse in passato: i privilegi non possono più aleggiare nel sistema pubblico, soprattutto in un momento come questo in cui bisogna evitare di suscitare ancora di più l’ira dei comuni mortali, che devono  invece pagarsi di tasca al momento dell’atto le spese notarili per la casa».

Anche l’on. Tedde ha annunciato il voto contrario: «La stessa collega che qualche istante fa si è schierata contro i lavoratori Ati Ifras sostiene invece un provvedimento che stanzia risorse di una categoria di lavoratori soltanto. Noi diciamo no».

L’emendamento Busia è stato respinto.

Approvati gli altri allegati sino all’11 e poi la legge.

L’Aula ha poi affrontato il ddl 445/A sul comparto ovino, illustrato dal presidente della commissione Agricoltura, on. Lotto. «In questi mesi il Consiglio regionale si è occupato più volte della crisi dell’allevamento sardo e il crollo del prezzo del latte. La situazione si sta aggravando ma il Consiglio e la Giunta intendono dedicare la massima attenzione a questo comparto, perché ci sia un rilancio vero del comparto agropastorale ma in generale dell’agroalimentare. Per questo chiedo un voto celere al provvedimento».

Per l’on. Deriu (Pd) «in Sardegna due fatti storici del diciannovesimo secolo hanno provocato l’attuale situazione: la fine del sistema feudale e la guerra doganale con la Francia che ha portato gli industriali del pecorino nell’Isola. Così è cambiato l‘assetto proprietario delle terre, che non sono state più coltivate ma sono diventate pascolo. Questa è ancora la situazione della Sardegna. E’ arrivato il momento di una riforma lungimirante per riequilibrare il comparto agricolo con quello zootecnico. Insomma, serve una strategia. Questo ci chiedono gli allevatori, chiedendoci al tempo stesso di sollevare lo sguardo dalle emergenze e dalle fasi congiunturali». 

Secondo l0’on. Giovanni Satta «non tutti i problemi dell’agricoltura sarda sono risolvibili ma il nostro obiettivo è intervenire per tempo e non dopo mesi su queste emergenze. Avevamo ragione noi a dire che i 14 milioni di euro per comprare le rimanenze del formaggio non servivano a nulla. Oggi stiamo assistendo a una crescita del prezzo del latte e a breve sono convinto che il prezzo del latte aumenterà ancora, sulla spinta della richiesta degli industriali. Ecco perché sono contrario a questo provvedimento, anche se qualche agricoltore non sarà d’accordo. Ma la gran parte del mondo agricolo ritiene che questa legge non serva a nulla».

Per l’on . Gaetano Ledda (LaBase – Psd’Az) «tra neve, gelate e siccità in Sardegna negli ultimi sei mesi è successa una catastrofe. Ma non sono in crisi gli industriali: sono in crisi gli allevatori, che producono 250 mila quintali di pecorino romano l’anno per il mercato americano. Ne abbiamo prodotto circa centomila in più nel 2016, perché il prezzo era salito a quasi nove euro al chilo. E’ chiaro che dobbiamo mettere le quote latte, sennò il problema si ripeterà. Il mondo agropastorale è deluso e amareggiato e ve ne accorgerete domani quando saranno a Cagliari».

Per l’on. Piermario Manca (Pds) «ci sono certo delle cose da rivedere in questa legge ma sono convinto che si debba aggredire il problema lavorando con una programmazione strategica. Siamo in ritardo in tutti i pagamenti, liberiamoci dei problemi burocratici».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, commentando i dati emersi dal dibattito sull’andamento ciclico del prezzo del latte, ha sostenuto che «viene fuori una situazione drammatica del nostro sistema produttivo, perché i veri problemi del settore agricolo riguardano una politica che si è occupata più di provvedimenti-tampone che di una visione di prospettiva, mentre anche alcune componenti del sistema hanno lucrato sulla mancanza di liquidità dei pastori». Il provvedimento di oggi, per Dedoni, «è una elemosina intollerabile che gli agricoltori farebbero bene a tirarci in faccia, me compreso, diamo piuttosto mangime per gli animali che è veramente necessario, quanto alla legge meglio riportarla in commissione per una valutazione accurata sulle misure più adatte per venire incontro alle esigenze dei pastori».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto) ha definito «sbagliato» l’acquisto del pecorino da distribuire agli indigenti ed anche «offensivo per i pastori, trattati da poveracci che chiedono l’accesso ai contributi per le estreme povertà». «Di conseguenza – ha aggiunto – con questo provvedimento rischiamo ancora una volta di offendere la categoria, mentre la vera chiave è quella dell’accesso al credito per dare gi operatori la liquidità che consente di loro di lavorare». Sarebbe stato molto più utile, ha proposto, «consentire ad ogni pastore di conferire la materia prima ed ottenere in cambio il prodotto trasformato mentre un terzo soggetto dovrebbe occuparsi della commercializzazione; così il pastore diventerebbe imprenditore di se stesso partecipando a tutte le fasi economiche».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha affermato che il messaggio che passa alla società sarda «è che per ottenere qualcosa basta indire una manifestazione ma questo è il fallimento della politica; in altre parole la manifestazione di domani è sacrosanta perché il momento è drammatico ma la società riceve un senso di vuoto e di mancanza di programmazione, una situazione che in qualche modo ripete quanto già accaduto per Forestas, l’Ati Ifras e la sanità ma questo non è il ruolo del Consiglio regionale, che deve invece occuparsi di una politica in grado di costruire e indicare un futuro». «Ad aprile – ha ricordato Rubiu – abbiamo fatto una legge per spendere subito 14 milioni e 5 mesi dopo siamo qui a discutere del perché non li abbiamo spesi, cioè siamo tutti bravi a spendere parole per l’agricoltura come chiave di sviluppo della nostra Regione ma poi non concretizziamo niente». Ora però dobbiamo fare una scelta (imposta dalla Ue), ha avvertito il consigliere, «ma non è una scelta di sostegno alle imprese, è una paghetta o forse una elemosina a parte il fatto che poi bisogna parlare anche del quando perché forse il prossimo agosto saremo allo stesso punto a causa dei cosiddetti tempi tecnici della burocrazia». «Manteniamo tutte le riserve sul provvedimento – ha concluso – ma comunque voteremo a favore».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha detto fra l’altro che «in questa girandola di informazioni che ha caratterizzato il dibattito c’è una vivacità dialettica che fa vedere l’attenzione del Consiglio solo per una parte del problema dell’agricoltura sarda e tuttavia, a questa vivacità, si contrappone il grande silenzio sul tentato scippo del marco pecorino romano dop perché è in atto una vera campagna di aggressione sia sul mercato con prodotti succedanei che sul piano giuridico e commerciale con la richiesta di revoca del marchio alla Ue». «Almeno dal novembre del 2016 – ha ricostruito Congiu – questa campagna, che pure ha coinvolto solo alcuni imprenditori laziali ha visto scendere il campo il Governatore del Lazio Luca Zingaretti e la Coldiretti della Regione, invece qui in Sardegna tutti zitti, invece bisogna intervenire immediatamente in maniera forte e decisa». «Siamo solidali con gli agricoltori e a favore del provvedimento – ha concluso – ma la Regione deve farsi sentire difendendo il suo marchio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha premesso che «nessuno pensa di risolvere i problemi dell’agricoltura con questa legge che ha bisogno di interventi che peraltro l’assessorato in buona parte sta facendo, però va riconosciuto che si è già voltato pagina con la costituzione organismo inter-professionale che lavora ad una visione unitaria del settore». Nel merito, a giudizio di Cocco, «non si può votare contro questa legge, abbiamo votato ad aprile una legge che stanziava 14 milioni per destinare il formaggio in eccedenza agli indigenti e poi è stato adottato un nuovo schema per i contributi de minimis e la Giunta incrementa le risorse a disposizione con altri 3 milioni;  per questo è un intervento-tampone che però va fatto, senza dimenticare che per l’agricoltura sono in arrivo altri fondi, dal fine-ciclo delle bestie ai danni per le calamità naturali, dai fondi Argea alle cerealicoltura per una cifra complessiva superiore ai 60 milioni, sono cifre importanti di cui si può parlare a testa alta anche alla manifestazione di domani».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che «la crisi dell’agricoltura è l’emblema del fallimento delle politiche regionali di questa legislatura, dal flop dei bandi del Psr alle risorse che non si riuscirà a spendere». «Il problema del prezzo del latte non nasce oggi – ha ricordato – però è davvero strano che la Sardegna, Regione leader del mercato, sia sempre la più esposta ai processi di instabilità, cosa che non accade negli altri Paesi del Mediterraneo e che costituisce una grande anomalia rispetto ad un contesto internazionale favorevole per il prodotto-latte ed aumenterà la domanda». «Di fronte a questa crisi – ha continuato il vice capogruppo di Forza Italia – servono soluzioni strutturali e non i soliti pannicelli caldi che ci propone il governo regionale, non si vedono segnali di una inversione di tendenza e forse domani qualcuno dirà che si è fatto qualcosa ma è evidente che siamo di fronte ad una assoluta mancanza di strategia, per cui non possiamo che essere contrari».

A nome della Giunta l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, dopo aver ringraziato il Consiglio per la velocità con cui ha consentito l’esame della legge, ha detto che «certamente il mondo agro pastorale sardo è in difficoltà come sistema e i 14 milioni servono per aiutare i pastori come avevamo sostenuto in sede di organismo inter-professionale che, autonomamente, ha poi deciso in modo diverso ma all’unanimità». Tuttavia, a suo giudizio, «è sbagliato considerare il provvedimento come di sola emergenza perché c’è anche una componente strutturale, rappresentata dall’obbligo di comunicare le produzioni aprendo la strada alla buona programmazione ed alla diversificazione evitando gli eccessi di offerta». «Per quanto riguarda le calamità naturali – ha precisato Caria – siamo stati i primi ad ottenere dallo Stato la procedura di emergenza che ci ha dato la possibilità sia di attingere dal fondo nazionale che di accedere a percorsi collaterali come sospensione dei muti agrari e dei contributi previdenziali». «Sempre nel campo degli interventi strutturali – ha aggiunto l’assessore – la Giunta ne sta portando avanti molti, dal ciclo dell’acqua alla banda ultra larga e quest’anno avremo complessivamente 24 milioni in più, sul sistema dei pagamenti siamo fra le prime Regioni d’Italia avendo erogato 215 milioni nel 2016 ed 81 nel 2017, altri fondi del Psr arriveranno fra breve nelle casse delle aziende ed oggi approveremo in Giunta due delibere in materia di cereali e grano duro». «C’è quindi una risposta significativa della Regione anche se parziale – ha concluso Caria – e siamo fortemente impegnati sia nella difesa dei nostri marchi a tutela dei produttori sardi, che alla revisione del Psr per trasformarlo da strumento di sostegno ad occasione di sviluppo, anzi sarà questa la vera scommessa del futuro».

Dopo l’intervento dell’assessore sono iniziate le dichiarazioni di voto.

Antonio Gaia (Cps), favorevole, ha parlato di «provvedimenti positivi anche se non bastano; il problema è molto sentito però occorre incidere in modo radicale sulla cultura dell’impresa agricola per impostare un nuovo programma di rilancio».

Piermario Manca (Pds), favorevole, ha condiviso la sostanza delle dichiarazioni dell’assessore auspicando una revisione del Psr. Quanto però ai risultati della gestione, secondo Manca ci sono inefficienze «sui bandi infrastrutturali per 160 milioni che sono ancora bloccati e siamo l’ultima Regione in Italia».

Alessandro Collu (Pd), favorevole, ha riconosciuto che calamità naturali e ritardo nei pagamenti hanno avuto una forte incidenza sulla crisi dell’agricoltura sarda osservando però che «il crollo del prezzo del latte è stato determinato da una bolla di sovra-produzione e questa non è certamente colpa della Regione, del resto anche le leggi prevedono una penale per questi casi ma molto probabilmente è troppo bassa».

Sempre per il Pd Gianmario Tendas ha ricordato che «nel confronto in commissione con le organizzazioni di categoria è stato messo l’accento sulla necessità di una nuova strategia per superare i problemi strutturali dell’agricoltura sarda, i cui protagonisti del sistema sono spesso in lotta fra loro, ora c’è l’organizzazione inter-professionale ma c’è ancora molto da fare».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, favorevole, ha valutato positivamente l’operato della Regione a difesa del marchio del pecorino romano, ma ha ipotizzato una strategia molto più profonda e pericolosa che ha portato alla richiesta di revoca del marchio in sede UE nei confronti della quale «bisogna mantenere una attenzione altissima».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha ribadito la sua posizione contraria, chiarendo che «non stiamo processando la Giunta ma cercando soluzioni per l’agricoltura sarda, confermo che ad aprile il provvedimento aveva un senso, oggi non più perché è solo una elemosina, uno spreco di soldi pubblici».

Il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto, partendo dall’«importanza» del dibattito, si è detto d’accordo con Congiu sulla difesa forte del marchio e la valorizzazione degli altri marchi di qualità ed ha difeso i risultati dell’azione della Regione in materia di pagamenti «nei quali non siamo al meglio ma sicuramente siamo più efficienti rispetto a settori artigianato e commercio». «Definire l’utilizzo dei 14 milioni uno spreco – ha concluso – è molto sbagliato anche perché è stata una richiesta del mondo agricolo; ora andiamo avanti su basi nuove muovendoci a 360 gradi».

Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp), favorevole, ha ricordato che «il provvedimento di aprile fu una scelta precisa di larghi settori del Consiglio e di tutto il mondo agricolo, così come tutti parlammo di traguardo storico per la nascita dell’organismo inter-professionale dal quale oggi sembra vogliamo prendere le distanze; quanto ai soldi, quelli non spesi oggi non sarebbero spesi nemmeno domani».

Al termine dell’intervento di Cocco il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge ed iniziato la discussione sull’art. 1.

Hanno preso la parola i consiglieri Giovanni Satta e Gaetano Ledda (Misto) ed il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni che hanno ribadito la loro posizione contraria, mentre per il Pd Antonio Solinas e Franco Sabatini hanno confermato il voto favorevole.

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, intervenuto per alcune precisazioni, ha affermato che «i bandi infrastrutturali sono stati rallentati per una serie di problemi ai modelli applicativi ma il lavoro sta andando avanti, mentre piuttosto è emerso che nell’80% dei casi le pratiche non erano complete e comunque la settimana scorsa è stato pubblicato il primo elenco delle domande, evitando il rischio di restituire risorse». «I numeri – ha ribadito Caria – dicono che per quanto riguarda i pagamenti siamo fra i primi in Italia; quanto poi alla proposta di distribuire mangimi sarebbero serviti 40 milioni restando comunque obbligati a rispettare un tetto di 5.000 euro, per cui in questa fase quello che abbiamo fatto è l’unico provvedimento possibile, oltre che condiviso, senza dimenticare che stiamo mettendo a punto strumenti (anche finanziari) a sostegno del sistema per abbattere i costi del credito e che la Giunta sta producendo uno sforzo molto significativo per l’agricoltura, lo diremo domani ai pastori nell’incontro con i capigruppo parlando delle loro richieste che, in realtà, sono state recepite all’80%».

Al termine dell’intervento dell’assessore, il Consiglio ha approvato l’art.1 integrato da un emendamento della Giunta che aumenta di 3 milioni di euro la disponibilità finanziaria della legge. Subito dopo sono stati approvati gli altri articoli e la legge nel suo complesso, con 30 voti favorevoli e 12 contrari.

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Ieri pomeriggio il Consiglio regionale si è espresso per la designazione del Garante dei diritti dell’infanzia e della adolescenza ma il quorum necessario non è stato raggiunto e sarà necessaria un’altra votazione.

Ha preso poi la parola l’on. Franco Sabatini, presidente della commissione Bilancio, per illustrare il disegno di legge 439/A sui debiti fuori bilancio. L’Aula ha votato gli articoli con gli emendamenti e gli allegati.

L’on. Pietro Pittalis (FI) ha annunciato il voto contrario al provvedimento e agli emendamenti della Giunta e della maggioranza: «E’ impressionante la quantità di debito fuori bilancio riferita al contenzioso della Regione. Nonostante abbiate un bell’ufficio legale, state chiedendo al Consiglio di autorizzare il pagamento di parcelle anche di più di 200 mila euro a un singolo avvocato».

Per l’on. Alessandra Zedda (FI) «in alcuni debiti fuori bilancio non c’è la responsabilità dell’assessore Paci ma quella di altri assessori, come quello dei trasporti».

Poi è stata la volta del provvedimento finale, approvato con 29 voti favorevoli e 22 contrari.

Il Consiglio regionale è passato poi all’esame del Testo unificato “Norme in materia di turismo”, illustrato dal relatore di maggioranza Luigi Lotto (Pd), che ha detto: «Abbiamo iniziato a lavorare su questo testo il 25 maggio 2016 sentendo in commissione Quinta più di 34 interlocutori qualificati. Mi sento per questo di ringraziare tutti i firmatari dei progetti di legge poi riunificati e tutti i commissari della commissione Quinta, l’assessore e il suo staff: tutti hanno contribuito a questo risultato a fronte di una materia complessa, con interessi in gioco molteplici e non coincidenti. Insomma, è stato necessario un grande lavoro di sintesi. Mancano nel testo le sole professioni turistiche, perché da più parti ci è stato fatto notare che la competenza principale è del governo nazionale. L’articolato si compone di cinque capi e 50 articoli e tocca anche il tema del turismo dei camperisti, la vigilanza e il controllo oltre alla governance del sistema».

Per la minoranza l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha esposto la sua relazione ringraziando «tutti coloro che hanno dato un contributo, a qualunque titolo. E’ un testo con aspetti indubbiamente positivi, perché ci consente di dibattere in quest’Aula dell’economia turistica, sempre più legata a tutti gli altri settori dell’economia sarda. Purtroppo, però, altri aspetti non sono positivi perché alcuni soggetti offerti dai soggetti auditi in commissione avrebbero meritato di confluire nel testo che andiamo a votare. Mi riferisco per esempio alla incombente sharing economy».

Positivo, invece, il richiamo in legge alla figura della DMO (destination management organization): «Non è importante che lo diciamo in italiano o in inglese o in lingua sarda. Anche il portale del Consiglio regionale è in italiano, se è per questo, mentre in Corsica le istituzioni sono perfettamente bilingui».

Ha preso poi la parola l’on. Annamaria Busia, che ha detto: «In Italia il turismo vale più del 10 per cento del Pil ed è chiaro che anche un adeguamento normativo può aumentare gli introiti derivanti da questo comparto. Sono convinta che la nuova assessora Argiolas, dotata di competenza tecnica, sarà all’altezza del lavoro pregevole svolto finora dall’assessore Morandi. C’è però ancora molto da fare: Cagliari, ad esempio, non è ancora tra le prime dieci città-scalo per i crocieristi. E ancora, il Veneto da solo supera per presenze turistiche tutte le regioni meridionali messe insieme».

Ha preso poi la parola l’on. Giuseppe Fasolino (FI), che ha detto: «Non è stato facile fare sintesi di 14 proposte di legge e da troppo tempo mancava una legge adeguata, visto che il provvedimento in vigore è del 1984. Ossia trent’anni fa. Non possiamo però esimerci dal fare considerazioni e dare numeri: il 74 per cento dei turisti stranieri viene per il mare e il sole mentre solo l’8 per cento è interessato al turismo culturale e archeologico. E in una legge che deve disegnare il nuovo turismo non ci si può dimenticare il ruolo dei Comuni e incentivarli a investire sul turismo e sugli eventi importanti, come lo è stato per la Sardegna il giro d’Italia. Basta passeggiare in questi giorni per le vie di Cagliari per capire cos’è il turismo delle crociere: ora possiamo migliorare ancora una legge che è già però buona». 

Successivamente ha preso la parola il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde che, riprendendo il tema del lavoro della commissione, ha parlato di «lavoro significativo» ma, ha avvertito, «non del tutto positivo» rispetto ad una Regione come la Sardegna che ha «una immensa vocazione turistica, in cui il turismo si sposa in maniera egregia con l’agricoltura, con l’agroalimentare, con l’artigianato». Eppure, ha ricordato, «parlare di turismo in Sardegna è difficile, perché l’isola non ha gli strumenti e i mezzi per portare i turisti; noi stiamo vivendo una stagione sotto il profilo trasportistico molto, molto delicata, con la Giunta che ha rinunciato al decreto sulla continuità territoriale sulle rotte minori nell’ottobre 2014 con gravi conseguenze soprattutto per l’aeroporto di Alghero che ha perso nel 2016 340 mila passeggeri, dati che hanno affossato l’intero territorio. Ora abbiamo fatto una importante apertura di credito al nuovo assessore, ha continuato, finalizzata a velocizzare le dinamiche per arrivare a spendere i primi 4,8 milioni di euro di euro di quest’anno, sperando che però queste risorse vengano spese in modo proficuo ma in modo perequante i danni che sono stati fatti al Territorio del Nord-Ovest».

Ci poniamo però un quesito: «Come si può parlare in modo proficuo di turismo senza una legge sul governo del territorio ed una legge urbanistica capace di marciare in modo parallelo, che però non c’è per le continue liti interne al Pd».

«Ricordiamo in proposito – ha osservato Tedde – che buona parte delle strutture ricettive di questa Regione sono costruite e realizzate nei 300 metri dal mare e sono tutte molto vetuste e superate, strutture fuori dal mercato che hanno necessità di interventi forti, radicali e coraggiosi, per cui non possiamo continuare a temere questo tabù dei 300 metri; quello che a noi interessa non è la distanza ma è la qualità».

«Sicuramente la legge urbanistica – ha concluso – avrà un percorso tormentato mentre ne avrebbe meritato uno preferenziale: è questo il vero rischio perché, se non ci sbrighiamo, tutto sarà stato inutile.»

Dopo Tedde è stata la volta di un altro consigliere di Forza Italia, Antonello Peru. Peru ha affermato in apertura che «il turismo è un fenomeno economico complesso, risultato di singoli settori, tutti fondamentali, che interagiscono in varia forme tra loro, e proprio per questo ha una forte valenza sociale». «Perciò è inutile – ha detto ancora – affrontarlo per sezioni, importando questo o quel modello; il turismo anzi ha necessità di integrazioni, di politiche per il turismo, costruendo dalle fondamenta, cioè dalle motivazioni». La Sardegna, a suo avviso, «ha come motivazione principale il mare; il turista sceglie, a parte il mare in Sardegna, altre mete e quando sceglie altre mete noi dovremmo capire la motivazione e per questo costruire attorno ad esse». Quindi, ad esempio, «se la motivazione è il golf, il turista è spinto dove esistono impianti golfistici; se la motivazione è il buon cibo, l’enogastronomia, la Sardegna deve fare azioni concrete politiche agricole, la stessa vale per il turismo termale, che da noi non è però infrastrutturato». «Se poi l’obiettivo è destagionalizzare per puntare a far conoscere la nostra storia e la nostra identità – ha concluso – è indispensabile, anche in questo caso, programmare azioni e incentivi adeguati, cominciando dai centri storici, dalla mobilità interna, dalla riclassificazione delle strutture ricettive; questa legge può essere una buona partenza, a condizione che tutti crediamo veramente nel rilancio del turismo con una chiara visione d’insieme».

Sempre per Forza Italia, il consigliere Edoardo Tocco ha messo l’accento sulla differenza fra le dichiarazioni di principio e le azioni concrete. Poi ha evidenziato una lacuna della legge nella scarsa considerazione del ruolo degli Enti locali che, invece, hanno saputo essere «protagonisti attivi del turismo in Sardegna, raggiungendo grandi risultati; molti Comuni, molti sindaci, molte amministrazioni locali stanno lavorando molto bene e io credo che sia il caso di dare ai Comuni più forza, più identità, più possibilità, più incentivi».

Altra lacuna, secondo Tocco, è quella del turismo religioso. Proprio oggi, ha ricordato, «ho letto un articolo sul giornale riguardo al cammino di Santa Barbara, è un tipo di turismo che in Sardegna potrebbe avere sicuramente dei risultati».

Infine Tocco ha individuato possibili sovrapposizioni fra diversi organismi della legge, la cosiddetta “Sardegna destination management” e l’Osservatorio regionale del turismo, «io credo che l’Assessorato stia prendendo troppo rispetto a quello che dovrebbe dare, come dicevo prima, ai Comuni della Sardegna».

A nome dell’Udc, il capogruppo Gianluigi Luigi Rubiu, ha sottolineato positivamente lo spirito unitario che ha animato il lavoro della commissione nella stesura di una legge di grande interesse per la Sardegna, attesa da circa trent’anni per un settore così importante come quello turistico.

Tuttavia, ha proseguito, «non è certamente una legge perfetta, a cominciare dalla parte che riguarda i bed and breakfast, perchè ognuno di noi ha una sola residenza e l’idea che oggi la Sardegna sia invece invasa da abusivi che non hanno la residenza nel proprio B&B è inaccettabile, soprattutto, per quegli operatori che sono invece regolari, pagano le tasse e devono combattere quotidianamente anche con la burocrazia». L’abusivismo in questa legge non viene menzionato, ha lamentato Rubiu, «e certamente dobbiamo fare di più anche maggiore sulle seconde case: il turismo sardo non può basarsi sulle seconde case, ma su logiche nuove come le domus, fatte dai B&B regolari, fatte dagli alberghi e fatte dalle tante altre attività che sono previste in legge». In alcune parti, ha aggiunto, «è un testo molto macchinoso ed eccessivamente burocratico, mi riferisco alla Conferenza permanente del turismo ed all’Osservatorio regionale del turismo che potrebbero essere dei doppioni, così cone vanno riviste le percentuali di ricettività indicate per villaggi e campeggi». Una cosa è certa, ha concluso Rubiu, «il turismo della Sardegna potrà crescere e svilupparsi solo se saprà fare sistema con altri settori a cominciare dai trasporti».

Chiusa la discussione generale, ha preso la parola a nome della Giunta l’assessora Barbara Argiolas. Dopo aver ringraziato la commissione ed il presidente Lotto per il lavoro svolto, Argiolas ha messo l’accento sull’approccio innovativo della legge in materia di semplificazione, «per dare snellezza e velocità al turismo sardo, che ha molto bisogno di dare risposte in tempi adeguati». Altro aspetto che per l’assessora è particolarmente qualificante è quello della governance, «che mette in condizioni di fare bene le varie componenti del sistema in un quadro di principi di una Sardegna che ci piace, autenticamente turistica». E, infine, ha concluso auspicando un lavoro del Consiglio che possa migliorare ulteriormente il testo, «è una novità interessante anche quella di avere un impianto normativo non congelato, che ha la la possibilità di essere continuamente aggiornato».

Dopo l’intervento dell’assessore Argiolas, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli, che il Consiglio ha approvato per alzata di mano.

Sull’emendamento aggiuntivo 15 , che al comma 3 prevede la partecipazione alla conferenza permanente del turismo «in particolare dell’assessorato all’urbanistica e quello dei trasporti» il presidente della Quinta commissione Luigi Lotto  ha risposto al consigliere Fasolino dicendo che  non c’era  nessuna volontà di escludere nessun assessorato.

Marco Tedde (FI) ha ribadito che il turismo deve  necessariamente integrarsi con i trasporti e con l’urbanistica e non solo. Pertanto gli esponenti della giunta devono partecipare alla conferenza permanente del turismo.

Sempre sull’emendamento 15 Lotto ha presentato un emendamento orale che prevede dopo la parola “trasporti”, l’aggiunta delle parole agricoltura, cultura e ambiente. L’emendamento orale è stato accolto e l’emendamento aggiuntivo così emendato è stato approvato. 

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto una breve sospensione. 

Alla ripresa dei lavori l’articolo 5 (Piano strategico regionale del turismo) è stato approvato. Senza discussione c’è stato il via libera anche agli articoli 6 (Promozione turistica regionale) e 7 il cui titolo è stato emendato con l’approvazione dell’emendamento 22 (il titolo dell’articolo 7 è sostituito con “Destinazione Sardegna”. Su questo emendamento è intervenuto il consigliere  Crisponi che rivolgendosi al presidente Pigliaru ha detto che il portale della Regione appena  inaugurato è un bel portale ma ha invitato ad inserire la lingua sarda.

Approvati anche gli articoli 8 (Osservatorio regionale del turismo) e 9 (sistemi informativi per il comparto turistico regionale), mentre l’emendamento 13 è stato ritirato. 

Dopo l’approvazione dell’articolo 10 (attività di informazione e accoglienza turistica) il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto che gli articoli 11 e il 15 siano rinviati a domani. 

La consigliera Busia (Campo progressista) ha presentato un  emendamento orale alla lettera E dell’articolo 12 (Direttive di attuazione). La modifica prevede  di aggiungere le parole “DEI DOVERI” alla carta dei diritti del turista. Attilio Dedoni si è opposto all’emendamento orale. Di diritti e di doveri  – ha detto – ne parliamo in un’altra circostanza. Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha presentato un altro emendamento orale per aggiungere all’articolo 12 primo comma la lettera F “campagne di sensibilizzazione sulla delicatezza del sistema ambientale sardo”. Sull’argomento sono intervenuti  anche più volte i consiglieri Annamaria Busia, Luigi Crisponi, Luigi Lotto, Pierfranco Zanchetta, Attilio Dedoni, Antonio Solinas, Piermario Manca. Dopo ampia discussione nessuno dei due emendamenti è stato accolto e l’articolo 12 è stato approvato nella sua versione originale.

Sull’articolo 13 (Denominazione delle strutture ricettive) è intervenuto il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, che ha ribadito «l’esigenza di garantire la generalità della norma» mentre il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha espresso considerazioni sull’andamento dei lavori: «Bene la gestione assembleare e cordiale del dibattito ma un po’ di ruolo serve mantenerlo. Non attardiamoci, dunque, su questione di lana caprina». Piermario Manca (Pds) ha escluso «questioni di lana caprina» ed ha parlato di «normali aperture, discussioni e confronti proprie di un dibattito in Aula». Posto in votazione l’articolo 13 è stato approvato.

Annunciata la discussione sull’articolo 14 (Definizione delle strutture ricettive alberghiere) il relatore Lotto, su invito del presidente Ganau, ha espresso parere favorevole all’emendamento 5 (Peru e più) che aumenta fino a 300 metri la distanza degli stabili separati dall’edificio dei servizi principali dell’albergo diffuso. Parere contrario, invece, all’emendamento n. 11 (Crisponi e più). L’assessora Argiolas ha dichiarato parere conforme a quello della commissione ed il consigliare Crisponi è intervenuto a sostegno dell’emendamento da lui presentato e tendente a limitare l’albergo diffuso solo nei centri storici dei Comuni con popolazione uguale o inferiore ai diecimila abitanti.

Il relatore della maggioranza Luigi Lotto (Pd), ha ribadito le ragioni della contrarietà alla proposta, contrastato vigorosamente dal capogruppo dei Riformatori Dedoni che ha reclamato più attenzioni per i piccoli centri e per le zone interne.

Il consigliere della maggioranza, Luigi Lotto, in sede di dichiarazione di voto ha quindi affermato che se approvato, l’emendamento Crisponi, metterebbe fuori legge l’albergo diffuso già realizzato nei Comuni con più di diecimila abitanti. Il capogruppo Upc, Antonio Gaia, si èd etto contrario all’emendamento 11 denunciando possibili discriminazioni verso «i cittadini dei centri storici delle città che meritano anche essi di avere la possibilità di recuperare in chiave turistica il patrimonio edilizio». Analoga posizione è stata espressa dal consigliere Deriu (Pd): «Non bisogna escludere imprenditori e cittadini che vogliono realizzare l’albergo diffuso». Dedoni (Riformatori) ha accusato la maggioranza di «voler deviare possibilità di sviluppo destinate ai territori più bisognosi verso le grandi città» e il suo collega di gruppo e di partito, Luigi Crisponi, ha insistito lamentando il rischio che un’eventuale bando a sostegno dell’albergo svantaggi i piccoli centri rispetto alle grandi città ed ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 11. Antonio Gaia (Upc) ha escluso volontà “sperequative” e ha ribadito l’impegno «per uno sviluppo armonico» mentre Antonio Solinas (Pd) ha evidenziato l’inopportunità di una norma che mette «fuori legge gli alberghi diffusi già realizzati nei centri urbani con più di diecimila abitanti». L’assessore del Turismo ha quindi fornito rassicurazioni sulla opportunità di adottare criteri di salvaguardia in sede di bando a favore dei piccoli centri e si è dunque proceduto all’approvazione dell’emendamento n. 5. L’Aula ha dato il via libera all’articolo 14.

Sospesa la discussione sull’articolo 15 (Definizione delle strutture ricettive all’aria aperta) il Consiglio ha proceduto con l’articolo 16 (Definizione delle strutture ricettive extralberghiere) e il relatore Lotto (Pd) ha espresso parere contrario all’emendamento n. 12 (Crisponi e più) tendente ad escludere limitazioni temporali nell’erogazione dei servizi per le attività dei B&B insediate in località in cui non è presente alcun genere di struttura ricettiva.

«Il B&B – ha affermato Luigi Crisponi nel corso del suo intervento – è un punto di riferimento utile e necessario, nonché un sistema diffuso di accoglienza suppletivo di altro genere di strutture». «Vogliamo consentire ai B&B dislocati nei centri dove non c’è un altro tipo di struttura di restare aperta tutto l’anno, invece che limitarne l’attività per un massimo di 240 giorni l’anno».

L’Aula ha quindi approvato l’articolo 16 e respinto la proposta del consigliere Crisponi.  Approvati in sequenza, con distinte votazioni l’articolo 17 (Classificazione e denominazione) e l’articolo 18 (Procedimento di classificazione).

Sull’articolo 19 (Obblighi delle strutture organizzate) il relatore Lotto (Pd) e la Giunta hanno dichiarato parare favorevole all’emendamento n. 7 (Crisponi e più) tendente all’istituzione del registro regionale delle strutture ricettive extra-alberghiere.

La consigliera del gruppo Misto, Annamaria Busia ha proposto un emendamento orale per inserire al comma 1 lettera a) dell’articolo 19, dopo le parole “ricettive” la dicitura «all’interno delle pagine interne del sito internet e nei siti di prenotazione turistica». Il consigliere Crisponi si è detto favorevole all’emendamento orale ed ha ribadito favore per l’emendamento da lui presentato. Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha espresso dubbi sull’opportunità di ribadire nell’ultimo periodo della lettera d) l’obbligo ad effettuare le comunicazioni di pubblica sicurezza («lo prevedono le leggi dello Stato non capisco l’utilità di inserirlo nella norma»)

Il relatore Luigi Lotto (Pd) ha espresso parere favorevole per l’emendamento orale proposto dalla consigliera Busia ed ha avanzato la richiesta di rinvio della discussione dell’articolo 20 (Locazione occasionale a fini turistici).

Accolto l’emendamento orale, il presidente Ganau ha accordato una breve sospensione dei lavori ed alla ripresa il relatore Lotto, accogliendo il suggerimento del consigliere Deriu, ha proposto la sostituzione dei riferimenti alle comunicazioni di pubblica sicurezza con la dicitura «comunicazioni alle autorità competenti». Accolta anche quest’ultima modifica orale, Il Consiglio ha approvato, con due distinte votazioni, l’articolo 19 e l’emendamento aggiuntivo n. 7.

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E’ sempre più acceso il dibattito sul nuovo assetto della rete ospedaliera sarda, dopo il rinvio del progetto per il disegno di legge che approderà all’esame della commissione dopo la pausa estiva. Edoardo Tocco, vice presidente della commissione salute Edoardo Tocco, interviene a difesa del presidio ospedaliero del Marino di Cagliari, che rischia un graduale ridimensionamento sino alla chiusura. Un’ipotesi che vede la forte contrarietà: «La Giunta regionale deve rivedere il disegno per la rete ospedaliera, con il salvataggio del Marino di Cagliari. Solo il pronto soccorso conteggia ogni anno 25mila accessi. Ci sono poi le numerose eccellenze nel campo della neurochirurgia e della chirurgia. I reparti di radiologia e traumatologia costituiscono un modello a livello isolano. Non si dimentichino poi il centro di unità spinale e una camera iperbarica all’avanguardia – aggiunge Edoardo Tocco -. Sarebbe inconcepibile smantellare un presidio sanitario che garantisce servizi di qualità. E’ impensabile sottrarre il distretto del Sud Sardegna di un tassello indispensabile per alcune specializzazioni. Il Marino rappresenta un punto di riferimento anche per l’esercito dei vacanzieri che gravita su Quartu e hinterland. I turisti rischiano di trovarsi a loro insaputa nel terzo mondo, senza la possibilità di affrontare in modo moderno ed attuale eventuali emergenze – conclude Edoardo Tocco -. Occorre che la giunta ascolti le istanze provenienti dal territorio, che rilanciano anche interventi urgenti per le aree esterne ed interne all’ospedale.»

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La commissione Sanità e Politiche sociali ha approvato all’unanimità il Programma 2017 per lo sviluppo della sport in Sardegna.

Il Programma, illustrato sinteticamente dall’assessore dello Sport Giuseppe Dessena, prevede per il 2017 la spesa di circa 8 milioni di euro con il capitolo principale (oltre 6 milioni) destinato ai contributi per il sostegno alle società che partecipano a campionati nazionali federali e a squadre.

«Rispetto alle previsioni – ha affermato l’assessore – si renderanno necessari alcuni interventi correttivi per la ricollocazione delle risorse in settori rimasti parzialmente scoperti, come ad esempio il completamento delle strutture». L’assessore ha recepito alcune integrazioni proposte dalla commissione, fra le quali quella del consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia), relativa alle fidejussioni personali richieste alle società sportive. A questo impegno si farà fronte attraverso una convenzione che l’assessorato della Programmazione stipulerà con gli istituti di credito.

La commissione, infine, ha espresso parere favorevole alla proposta di legge n. 391 (primo firmatario Roberto Desini, Pds) che, modificando le legge regionale 17/99, prevede «l’abbattimento dei costi per la partecipazione alle trasferte sportive nelle isole minori della Sardegna».

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Il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI), vicepresidente della commissione consiliare Salute, si schiera contro la chiusura del reparto di chirurgia plastica al Brotzu. «Un ulteriore colpo che certifica la riduzione delle specialità nel polo principale della Sardegna – sostiene in un’interrogazione urgente all’assessore della Sanità –. La chiusura del reparto costituisce la sottrazione di un centro di eccellenza della sanità nel capoluogo, ls chirurgia plastica è un pilastro dell’offerta specialistica al Brotzu». Nel documento dell’esecutivo si prefigura il trasloco del dipartimento nel Policlinico di Monserrato. Una scelta che preoccupa. «Perché – conclude Edoardo Tocco – il Brotzu verrebbe declassato da presidio di secondo livello senza la chirurgia plastica. E’ necessario che l’assessore Arru blocchi la delibera e ravvisi la necessità di evitare un ridimensionamento dell’ospedale cagliaritano».

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La prossima, sarà la settimana della riforma ospedaliera, con la commissione Salute che inizierà a votare la riorganizzazione sanitaria varata dalla Giunta Pigliaru. Edoardo Tocco, consigliere regionale di Forza Italia e vice presidente della commissione, ha inondato la stessa con oltre mille emendamenti. «Con il gruppo di Forza Italia – spiega Edoardo Tocco – abbiamo esaminato i punti critici della riforma». Diverse le modifiche formulate, anche in base ai sopralluoghi nelle diverse strutture sanitarie disseminate in Sardegna. «Si comincia dal punto nascita dell’ospedale Merlo de La Maddalena – aggiunge Edoardo Tocco -. Riteniamo assurda la cancellazione del complesso, considerate le difficoltà nei collegamenti con il resto dell’Isola. E’ una riorganizzazione che produce effetti devastanti sulle aree periferiche della Sardegna, con il ridimensionamento e la sforbiciata delle eccellenze sanitarie da Isili a Muravera, sino a Sorgono e Lanusei. E’ palese si vogliano sottrarre i servizi essenziali ai territori. Sarà poi indispensabile che il disegno normativo possa tenere in considerazione le esigenze del personale e le nuove misure per il potenziamento dell’organico in diversi reparti- Pensiamo sia indispensabile un ulteriore esame – conclude Edoardo Tocco – per scongiurare che molte strutture vengano demolite da una riforma senza criteri logici e razionali».

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«Un progetto comune che parta dai collegamenti aerei e marittimi, con il potenziamento dei trasporti e nuove infrastrutture in grado di garantire una vera mobilità tra le Isole e il continente, che si allarghi al turismo e agli scambi commerciali.»

E’ quanto auspica il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI), uno dei delegati all’interno della Consulta interistituzionale corso-sarda che si è riunita ieri nella sala consiliare di Santa Teresa di Gallura. Il rappresentante degli azzurri guarda anche oltre: «Non disperdiamo il patrimonio di identità ed autonomia della Corsica – conclude Edoardo Tocco – cercando di riprodurre lo stesso copione anche per la Sardegna. Solo con la rivendicazione degli spazi di autonomia potremmo risollevare le sorti della nostra  Isola. Gli accordi devono poi assicurare il rilancio economico attraverso la valorizzazione delle strutture ricettive ed alberghiere in grado di agevolare l’industria delle vacanze».