18 July, 2024
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«La Consulta sardo-corsa inizia a realizzare i suoi primi obiettivi e con la storica approvazione della delibera per il riconoscimento della condizione di insularità incomincia a prendere forma il disegno della macroregione europea Sardegna-Corsica.» Così, il presidente del Consiglio regionale sardo, Gianfranco Ganau, ha commentato, a Santa Teresa di Gallura, il via libera con voto unanime alla  deliberazione per il riconoscimento della condizione di insularità, in attuazione dell’articolo 174 del trattato di funzionamento dell’Unione Europea. Il documento, salutato con “grande soddisfazione e favore” dal presidente dell’Assemblea corsa, Jean Guy Talamoni, chiede non soltanto ai governi italiano e francese ma direttamente al Consiglio europeo, alla commissione Europea, al parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione il mantenimento degli impegni assunti con la dichiarazione delle Regioni insulari n. 30 allegata al Trattato di Amsterdam. Aprire un’interlocuzione diretta in sede comunitaria è l’auspicio della Consulta che non ha mancato di evidenziare, con gli interventi dei capigruppo, la solennità del pronunciamento.

In particolare, il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha insistito sulla necessità di un confronto “vero” con l’Europa «perché siano riconosciuti i diritti irrinunciabili di sardi e corsi» ed insieme con i colleghi del Partito dei Sardi (Alessandro Unali), del gruppo Art.1-Sdp (Paolo Zedda), del Pd (Giuseppe Meloni), del Psd’Az (Angelo Carta), dell’Upc (Pierfranco Zanchetta), di Forza Italia (Edoardo Tocco) e dell’Udc (Pierluigi Rubiu)  non ha risparmiato sottolineature critiche verso gli Stati francese e italiano per la mancata richiesta, in sede comunitaria, del riconoscimento dello Statuto di insularità «per le uniche vere isole del Mediterraneo quali sono Corsica e Sardegna». I capogruppo dell’assemblea sarda, insieme con gli omologhi corsi, Petr’Anto Tomasi (Corsica Libera) e Jean Biancucci (Femu a Corsica) hanno argomentato nel dettaglio le penalizzazioni e la condizione di svantaggio patite dalle due isole soprattutto per ciò che attiene trasporti, infrastrutture e energia.

«La cultura e la lingua – ha dichiarato il presidente Talamoni – restano però il punto di partenza della solida intesa tra le assemblee di Sardegna e Corsica, perché partire dall’economia e dal mercato, dimenticando i popoli e i loro diritti, è una delle cause del fallimento dell’Europa». Non è un caso, infatti, che prima della deliberazione per lo statuto di insularità, la Consulta abbia dato il via libera al regolamento che istituisce il premio letterario “Antigone” e al documento che regola l’accordo quadro in materia di cooperazione interuniversitaria. Approvata la richiesta a Francia e Italia per lo scambio dei mezzi aerei tra Sardegna e Corsica, nella lotta agli incendi, i presidenti Ganau e Talamoni hanno svolto le rispettive relazioni in materia di rapporti con gli Enti locali e Continuità territoriale aerea e marittima.

I temi oggetto dell’informativa saranno approfonditi nel corso dei lavori della prossima riunione della Consulta sardo-corsa, in programma nell’autunno in Corsica,  insieme con le questioni attinenti i collegamenti marittimi tra le due isole e il Parco delle Bocche di Bonifacio.

  

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«Le isole minori devono essere fornite dei servizi essenziali per i cittadini, viste le difficoltà nei collegamenti con il resto della Sardegna. L’istituzione della Casa della Salute a Carloforte, sull’Isola di San Pietro, è un traguardo fondamentale per i diversi bisogni di assistenza che non richiedono il ricorso all’ospedale.»

Il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI), vice presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, non nasconde il suo gradimento per il presidio sanitario che sarà attivato nel centro tabarchino e guarda oltre. «La battaglia per la tutela dei servizi socio sanitari nelle isole minori è un riconoscimento per la situazione difficile dei trasporti e lo stato di isolamento vissuto dagli abitanti di Carloforte – spiega Edoardo Tocco -. Da qui la necessità di un nuovo modello calato sui territori, per evitare ai pazienti degli spostamenti per i controlli di routine e le visite specialistiche». Non solo l’Isola di San Pietro, il discorso si allarga anche all’arcipelago de La Maddalena, con il tasto dolente della chiusura del punto nascita: «Per questo sollecitiamo che il medesimo copione possa essere riprodotto anche nel nord Sardegna assicurando ai cittadini un piano che assicuri i servizi di assistenza primaria sul territorio, integrato con i sistemi specialistici, ospedalieri, della sanità pubblica, della salute mentale e con i servizi sociali e del volontariato. Pensiamo debba inoltre essere rivisto il taglio sul punto nascita – conclude Edoardo Tocco -, per rendere sicuro il percorso sanitario delle donne in gravidanza e permettere controlli direttamente nell’Isola.»

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Imponente manifestazione di protesta, questa mattina, davanti all’assessorato regionale della Sanità ,contro i tagli alla spesa per le strutture private. In centinaia, tra pazienti in sedie a rotelle e loro familiari, dipendenti ed amministratori  locali, hanno sfilato in maglietta bianca con la scritta azzurra “Io sono Aias”, con chiaro riferimento alla struttura privata che opera con circa 1.400 dipendenti in tutta l’Isola. Hanno chiesto una modifica o la cancellazione della delibera adottata dalla Giunta Pigliaru lo scorso mese di maggio che fissa per le strutture private in convenzione un tetto di spesa dell’ottanta per cento. L’Aias sostiene che quella delibera mette a rischio il futuro dell’associazione, dei suoi lavoratori e, soprattutto, l’assistenza dei pazienti e delle loro famiglie.
Sulla manifestazione, alla quale ha partecipato, interviene Edoardo Tocco, consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della commissione Salute: «E’ fondamentale garantire gli stipendi arretrati a tutti i lavoratori e l’assistenza ai pazienti disseminati nelle strutture isolane. Chiederò subito che il caso venga portato in commissione. La riabilitazione che fa capo all’Aias deve entrare a far parte del servizio sanitario regionale, così da assicurare efficienza delle prestazioni ma anche sicurezza e certezza per i diritti dei lavoratori e controllo sulle risorse economiche.»

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Si anima il dibattito sul futuro dei centri accreditati, dalle case di cura sino agli enti di riabilitazione e ai laboratori analisi, nel sistema sanitario della Sardegna. Se ne è occupata nei giorni scorsi la commissione Salute del Consiglio regionale, il cui vice presidente Edoardo Tocco (FI) è intervenuto a difendere il ruolo dell’ospedalità privata nel panorama della sanità isolana.

«Lo scenario che andrà a delinearsi con la nuova rete ospedaliera andrà valutato attentamente – sottolinea Edoardo Tocco -. – Nei lavori della commissione abbiamo auspicato di tenere conto delle strutture convenzionate, per sopperire anche alle lunghe liste d’attesa e ai tempi biblici nelle cure all’interno della sanità pubblica. Nel disegno della rete ospedaliera si deve mettere in evidenza anche la funzione svolta dall’universo privato – aggiunge Edoardo Tocco – visto che queste strutture in Sardegna coprono solo il 3 per cento della spesa sanitaria. Una cifra irrisoria rispetto ad altre realtà della Penisola. I criteri approvati per riorganizzare la rete di cure sono estremamente rigidi ed è come se mettessero in una gabbia di ferro il sistema ospedaliero, con sforbiciate insopportabili per il comparto privato, sempre più al collasso. Non vorremmo che questi atti di indirizzo – ha concluso Edoardo Tocco – possano danneggiare la qualità dell’assistenza sanitaria con disagi infiniti per i pazienti e il taglio dell’occupazione nei diversi centri.»

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“Il futuro della sanità pubblica. Criticità e opportunità”. E’ il tema del convegno che si terrà giovedì 15 giugno, con inizio alle 17.30, nella sala congressi del Sardegna Hotel, in via Lunigiana, a Cagliari. Sarà una tavola rotonda che cercherà di analizzare le debolezze del sistema sanitario in Sardegna. L’assise, organizzata dal vice presidente della commissione Sanità in Consiglio regionale, Edoardo Tocco, è un’occasione per evidenziare i punti critici della riforma sanitaria e del riordino del sistema ospedaliero. Parteciperanno il delegato regionale della Uil Guido Sarritzu, Fulvia Murru (segretaria generale Uil  Fpl), l’urologo Roberto Scarpa (primario universitario del secondo policlinico Torino), Susanna Montaldo, segretaria regionale dell’associazione medici e dirigenti del sistema sanitario nazionale, il leader dell’Udc e consigliere regionale Giorgio Oppi, Luigi Cadeddu (medico dell’emergenza territoriale e, infine, il responsabile dell’Associazione Italiana Ospedalità Privata, Andrea Pirastu.

Nel corso del dibattito sono inoltre previsti gli interventi di medici, di rappresentanti di categoria ed amministratori comunali.

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Sarà necessaria una nuova configurazione della struttura del Mater Olbia per adattarla alla nuova rete ospedaliera e potenziare il settore della radio-terapia e consentire alla Sardegna di abbattere le liste d’attesa per questo trattamento, riducendo di conseguenza la consistente “mobilità passiva” (che ha una incidenza di oltre 25 milioni annui per il servizio sanitario regionale).

E’ quanto emerso al termine del sopralluogo che la commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Psi), ha effettuato presso la struttura che la Qatar Foundation sta realizzando nel centro gallurese.

Il nuovo assetto del Mater Olbia, che prevede anche una riduzione (ancora da quantificare) dei 242 posti-letto complessivi originariamente assegnati, deve ancora essere formalizzato ma non dovrebbe comportare lo slittamento dei tempi di completamento del nuovo ospedale.

Occorrerà però intervenire, come ha comunicato il manager della QF Lucio Rispo, sia sull’adeguamento dell’immobile (per circa 20 milioni) che sulla dotazione tecnologica (per altri 20 milioni). «Attualmente – ha detto ancora Rispo – la parte edilizia dell’intervento è completata per l’81% e contiamo di portarla  a termine in tempi molto brevi mentre per l’accreditamento procederemo per fasi in un percorso che prevediamo di concludere entro il 2018».

Nello stesso tempo, la Qatar Foundation ha perfezionato accordi con importanti istituzioni nazionali per la gestione della struttura e con centri di ricerca internazionali per dare vita ad un nuovo “polo” di ricerca scientifica che avrà sede al Mater.

Dopo il sopralluogo durato circa due ore, la commissione ha tenuto una riunione conclusiva assieme al management della Qatar Foundation. Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino, Giuseppe Meloni, Daniela Forma e Rossella Pinna del Pd, Giorgio Oppi dell’Udc, Giovanni Satta ed Emilio Usula del Misto, Pierfranco Zanchetta di Cps, Attilio Dedoni dei Riformatori sardi, Daniele Cocco di art.1-Sdp, Edoardo Tocco e Giuseppe Fasolino di Forza Italia.

Molti consiglieri, con sottolineature diverse, hanno lamentato la mancanza di informazione alla commissione e indirettamente al Consiglio sulle modifiche della rete ospedaliera esprimendo però una valutazione positiva sia sull’esito del sopralluogo che, in prospettiva, sul ruolo che il Mater Olbia potrà esercitare nel miglioramento del sistema sanitario della Sardegna.

Il capogruppo del Cps, Pierfranco Zanchetta, in particolare, ha sollecitato un sopralluogo della commissione presso l’ospedale “Paolo Merlo” di La Maddalena.

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La commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Psi), ha completato le audizioni sugli atti aziendali con l’intervento dei responsabili dell’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari e dell’Azienda mista ospedaliero-universitaria di Sassari.

Per l’Azienda Brotzu, il Direttore generale Graziella Pintus ha affermato in apertura che, in base agli indicatori del Piano nazionale esiti (il principale strumento di valutazione delle strutture sanitarie sul piano clinico ed organizzativo), «l’azienda si colloca nella fascia medio-alta, confermando il suo ruolo di principale hub sanitario del sistema regionale, con alcune aree di eccellenza». Fra queste vanno segnalate quella dei trapianti (100 interventi nel 2016) e della cardio chirurgia (dallo scorso mese di maggio sono stati eseguiti due interventi di Vad, cosiddetto “cuore artificiale”, ed i pazienti sono in buone condizioni).

«Sono dati – ha aggiunto – che trovano conferma anche nei conti economici, in linea con la media nazionale per le aziende di analoghe dimensioni e abbondantemente all’interno del budget di 328 milioni assegnatoci dalla Regione.»

«Con l’atto aziendale – ha detto ancora la Pintus – puntiamo a consolidare e migliorare i risultati complessivi dell’azienda che nasce dall’accorpamento di strutture (San Michele, Businco, Microcitemico) con storie e vocazioni diverse oggetto di specifici percorsi di integrazione e diversi interventi di riorganizzazione, dai reparti ai laboratori di analisi, che perfezioneremo dopo l’atto aziendale lavorando sui dipartimenti e le strutture complesse, sempre con la massima attenzione ai volumi di attività ed all’appropriatezza delle prestazioni.»

A nome dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari il Direttore generale Antonio D’Urso ha esposto invece una realtà molto diversa, parlando di «un’azienda che, al di là degli atti formali, è ancora da costruire, ha profonde difficoltà e nelle condizioni attuali non è in grado di svolgere la sua funzione di hub del Nord Sardegna». «Questa piuttosto – ha osservato D’Urso – è una scommessa importante che si può vincere solo recuperando il tempo perduto attraverso un intervento straordinario della Regione e soprattutto del Consiglio».

Soffermandosi sui problemi strutturali dell’azienda sassarese, il Direttore generale ha messo l’accento soprattutto sul personale, ricordando che circa un terzo delle 2600 unità sono al di fuori del normale ciclo di turnazione, e sulla struttura amministrativa, non in grado perché molto sotto dimensionata rispetto alle numerose gare da bandire nel settore dell’acquisto di beni e servizi. «Sotto questo profilo il quadro resta molto critico – ha lamentato D’Urso – anche se abbiamo cercato di intervenire con provvedimenti di emergenza; ho assunto 6 amministrativi a tempo determinato attingendo dalle graduatorie ed il controvalore delle gare è passato dai 21 milioni del periodo precedente all’accorpamento ai 127 del 2016 ed ai 103 dei primi 5 mesi di quest’anno mentre, con il ricorso agli interinali, sono stati abbattuti i tempi di liquidazione dei fornitori».

Nel successivo dibattito sono intervenuti numerosi componenti della commissione: Edoardo Tocco ed Alessandra Zedda di Forza Italia, Luigi Ruggeri, Rossella Pinna e Lorenzo Cozzolino del Pd, Giorgio Oppi dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori, Luca Pizzuto di art.1-Sdp, Augusto Cherchi del Pds e Fabrizio Anedda del Misto.

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La commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Psi) ha proseguito il ciclo di audizioni sugli atti aziendali con l’intervento del direttore dell’azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari Giorgio Sorrentino. Sono state invece rinviate alla prossima settimana le audizioni con i responsabili dell’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari e dell’azienda ospedaliero-universitaria di Sassari, entrambi assenti per inderogabili impegni professionali.

Per quanto riguarda l’azienda mista di Cagliari, Sorrentino ha dichiarato che «l’atto aziendale ci serve come il pane, è lo strumento fondamentale per organizzare in modo razionale ed efficiente una azienda che si è sviluppata in maniera disordinata». «L’atto – ha aggiunto – deve però contenere anche margini di flessibilità perché, ad esempio, il problema della riduzione delle strutture complesse (se ne ipotizzano 21 rispetto alle 40 figure apicali attuali) non può essere risolto in modo matematico ma nel quadro di una logica legata sia alla caratteristiche delle varie strutture che alla specificità dell’azienda mista, chiamata a svolgere anche attività di didattica e ricerca in ambito universitario».

Dal punto di vista della dotazione di risorse l’azienda cagliaritana è, secondo Sorrentino, «sottofinanziata per due ordini di motivi: da un lato sostiene spese straordinarie molto consistenti per l’acquisto di farmaci innovativi (15 milioni extra solo per quelli contro l’epatite di tipo c ) e, dall’altro, svolge funzioni prive di remunerazione come nel settore psichiatrico». «Altro dato strutturale su cui occorre intervenire – ha detto ancora Sorrentino – è quello del personale che, con una età media di 55 anni ed una quota del 40% che per vari motivi non può essere impiegata nelle turnazioni, costituisce oggettivamente un fattore di sofferenza».

Una parte significativa della relazione del direttore dell’azienda mista di Cagliari è stata dedicata alla logistica. Entro la fine di giugno, ha annunciato Sorrentino, “contiamo di far partire il trasferimento di molte strutture dal San Giovanni di Dio al policlinico di Monserrato, una operazione complessa che durerà parecchie settimane ma, una volta completata, permetterà di migliorare efficienza e qualità del servizio”. La realizzazione del nuovo blocco R, sempre del complesso di Monserrato, è invece bloccata da una complessa controversia giudiziaria che, di fatto, sta bloccando un investimento di 40 milioni. Il direttore ha ricordato che una prima sentenza favorevole del Tar Sardegna è stata poi totalmente ribaltata dal Consiglio di Stato, ed ora se ne sta valutando l’impugnazione. «Impossibile prevedere i tempi – ha commentato – ma sicuramente passeranno molti mesi».

Nel successivo dibattito hanno preso la parola diversi consiglieri regionali: hanno parlato Edoardo Tocco e Mariano Contu di Forza Italia, Luigi Ruggeri e Lorenzo Cozzolino del Pd, Augusto Cherchi del Pds, Giorgio Oppi dell’Udc ed Emilio Usula del Misto-Rossomori.

Giorgio Sorrentino.

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Il Direttore generale dell’Ats (Azienda per la tutela della salute) Fulvio Moirano ha partecipato ai lavori della commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Psi), con un’audizione sugli atti aziendali della stessa Ats e delle altre aziende sanitarie.

«Vivendo qui mi sono reso conto che il Dm 70 (che definisce gli standard qualitativi, quantitativi, strutturali e tecnologici dell’assistenza ospedaliera) non può essere applicato in Sardegna così com’è e, soprattutto in alcuni territori della Regione, occorre trovare soluzioni diverse – ha detto Fulvio Moirano -. La Giunta, direi in modo ragionevole, ha utilizzato questi spazi di autonomia senza i quali la situazione della sanità sarda sarebbe stata davvero molto diversa.»

Dopo aver annunciato che, una volta approvati gli atti aziendali, l’Ats entrerà a regime entro la fine dell’estate, Moirano ha messo l’accento sul alcuni grandi “mali” della sanità sarda sui quali ha concentrato il suo lavoro: la mancanza di gare pubbliche per l’acquisizione di beni e servizi, le liste d’attesa, il personale.

Dovremo fare centinaia di gare importanti e non sarà facile, ha spiegato il manager, aggiungendo che «l’Ats costituirà a breve una struttura amministrativa specializzata in questo tipo di attività, senza trascurare il ricorso a centrali di acquisto presso altre Regioni, in modo da accorciare i tempi, spuntare prezzi migliori e raggiungere risultati economici positivi».

Per quanto riguarda le liste d’attesa, Fulvio Moirano ha sottolineato che sono in qualche modo il frutto di 8 gestioni diverse che hanno determinato una bassa qualità dell’offerta pubblica: «Solo il 50% delle prenotazioni affluisce ai Cup mentre una quota rilevante è dei primari, uno squilibrio che va corretto e ci lavoreremo anche con un progetto speciale di miglioramento inserito nel budget 2017».

Sul personale, il Direttore generale dell’Ats ha confermato l’attenuazione del blocco del turn over (su 1000 uscite potranno esserci 660 ingressi) che sarà accompagnato da una verifica molto precisa sull’impiego delle risorse umane e professionali nelle varie strutture. «In Sardegna – ha aggiunto Moirano – c’è una spesa molto elevata per il personale, concentrato in larga parte negli ospedali ed utilizzato spesso in modo non appropriato, in alcuni casi gli organici sono sotto dimensionati ma in altri c’è un surplus e molte unità sono collocate (per vari motivi) fuori turno». «Il discorso – ha continuato – va esteso anche agli interinali per i quali ci sono margini soprattutto per quanti hanno maturato una certa anzianità».

Affrontando il problema del disavanzo del sistema sanitario regionale, attorno ai 300 milioni, il Direttore dell’Ats ha affermato che «per 220 milioni è attribuibile alle aziende ed in parte ai cosiddetti extra Lea (ad esempio farmaci contro l’epatite C molto diffusa in Sardegna), spese straordinarie che non sono un male in assoluto ma che comunque aprono un buco cui va data copertura».

Sui risultati economici della gestione, al netto della rete ospedaliera, Mirano ha assicurato risparmi attorno ai 90 milioni precisando che «il bilancio 2017 sarà quello in cui si potranno verificare gli effetti concreti delle varie misure di razionalizzazione introdotte nel sistema».

«Sono consapevole delle difficoltà – ha concluso il manager piemontese – ma credo di saper fare il mio mestiere e che qui in Sardegna ci sia lo spazio per far bene.»

Nel dibattito che si è sviluppato dopo la relazione del Direttore generale dell’Ats hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Edoardo Tocco e Alessandra Zedda di Forza Italia, Micheloe Cossa dei Riformatori, Angelo Carta del Psd’Az, Luigi Ruggeri e Rossella Pinna del Pd, Augusto Cherchi del Pds, Giorgio Oppi dell’Udc, Luca Pizzuto di Art 1-Sinistra per la Democrazia ed il Progresso, Emilio Usula e Fabrizio Anedda del Misto.

Dopo la pausa di domani per i lavori del Consiglio, la commissione riprenderà i lavori giovedì con le audizioni dei responsabili dell’azienda ospedaliera Brotzu e delle due Aziende ospedaliero universitarie di Cagliari e Sassari.

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«E’ inaccettabile che il direttore generale dell’azienda tutela della salute Fulvio Moirano si sottragga ad un confronto con la commissione sanità del Consiglio regionale. Nel frattempo, si apprende di un summit con il Partito democratico che esautora di fatto il ruolo del parlamentino.»

La denuncia arriva dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis e dal consigliere regionale dello stesso gruppo Edoardo Tocco, vice presidente della commissione che si occupa delle problematiche della sanità isolana.

«Nessun processo – sottolineano Pietro Pittalis ed Edoardo Tocco -. Ci sembra doveroso analizzare il nuovo modello della sanità isolana e i criteri della riorganizzazione ospedaliera, con diverse criticità da portare all’attenzione dei vertici dell’Ats. Ci sono regole che pensiamo vadano rispettate con una collaborazione della commissione nelle scelte per trovare una soluzione positiva alle emergenze della sanità isolana. Il Partito democratico – concludono Pietro Pittalis ed Edoardo Tocco – non rappresenta l’unica forza politica presente in Consiglio regionale e chiediamo un confronto con il direttore generale all’insegna delle scelte condivise.»