19 November, 2024
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Aeroporto Elmas 1 copia

Voli cancellati, altri in forte ritardo e tanti passeggeri rimasti a terra con le valigie in mano. Caos stamane all’aeroporto “Mario Mameli” di Elmas per lo sciopero dei trasporti proclamato dalle sigle sindacali. Disagi a non finire e proteste dei passeggeri. Tra i viaggiatori, vittime del venerdì nero, anche il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI), che in una nota racconta l’odissea. «Avrei dovuto prendere il volo Ryanair per Pisa – spiega Edoardo Tocco – ma è stato annullato a causa dello sciopero. Il risultato è che ho dovuto rinunciare ad un convegno a Lucca in programma il fine settimana». Anche l’alternativa, ovvero il viaggio verso l’aeroporto di Milano Linate,infatti, è sfuggita «perché i voli erano già al completo».

«La Sardegna risulta oltremodo penalizzata e sempre più isolata – conclude Edoardo Tocco -. In tantissimi hanno dovuto disdire appuntamenti nelle strutture sanitarie della Penisola e persino viaggi di lavoro. In tutto questo scenario, la Giunta regionale appare impassibile per fronteggiare le penalizzazioni verso i passeggeri sardi. E a pagarne le conseguenze sono i lavoratori e i cittadini isolani che oggi vivranno una giornata di calvario.»

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Il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) si schiera al fianco dei dipendenti sanitari che contestano la Asl unica. «Il nuovo ente è stato istituito nel giubilo generalizzato della maggioranza, ma si comincia con una falsa partenza – dice Edoardo Tocco -. Soprattutto nelle strutture del Cagliaritano si manifestano le prime difficoltà dovute al decollo della nuova Azienda per la tutela della Salute, con una disorganizzazione per i servizi offerti ai cittadini a causa dei trasferimenti di reparti da una struttura all’altra . E’ inammissibile che venga bloccato il pagamento delle festività infrasettimanali al personale turnista – aggiunge Tocco -. C’è poi una delibera che impone il recupero della pausa di 10 minuti che appare uno schiaffo per gli operatori della sanità». Tocco promette un impegno per dare una svolta alla sanità: «Porterò tutte le problematiche all’interno della commissione perché la nascita della Asl unica deve diventare un’opportunità di crescita per i lavoratori – conclude Edoardo Tocco – e non un ente che opera nel mare magnum dell’incertezza. Ci sono tante professionalità all’interno delle strutture sanitarie che devono essere valorizzate, ponendo le condizioni affinché il personale medico e paramedico operi con i giusti riconoscimenti e nel rispetto delle regole.»

Edoardo Tocco 55

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del testo unificato n. 5 “Istituzione dell’agenzia sarda delle entrate” (Ase).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione del Testo unico sull’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate (Plip-Pl n.187 – Pl n.246/A) . Per illustrare il provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd).

Poco prima, intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato la maggioranza «a valutare l’opportunità di esaminare il testo dopo l’approvazione dei provvedimenti annunciati dal Governo nazionale sulla materia, a cominciare dalla soppressione di Equitalia, per capire quale può essere l’incidenza di questa decisione sulla normativa regionale; chiedo la semplice sospensione dell’esame del testo, senza il rinvio della legge in commissione, per poi riprendere fra qualche giorno». Pittalis ha inoltre sottoposto al presidente Ganau un’altra questione, ricordando che «il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno sull’inceneritore di Tossilo che la Giunta ha completamente stravolto come se le deliberazioni dell’Aula fossero carta straccia: non entro sul merito della vicenda ma questo è un fatto grave e non può passare sotto silenzio».

Il presidente Ganau ha ricordato che, sulla sospensiva, occorre raccogliere le espressioni dei gruppi.

Il relatore della legge Sabatini ha chiesto una breve sospensione della seduta, a causa del’assenza di alcuni capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco si è espresso in senso contrario alla sospensiva richiesta di Pittalis, spiegando che «la nuova Agenzia regionale non si occuperà della riscossione e pertanto le decisioni del Governo nazionale riguardano una materia totalmente diversa; possiamo quindi andare avanti secondo il programma concordato».

Il consigliere del Psd’Az Angelo Carta, con un paradosso, ha respinto la richiesta di sospensiva «ma solo perché la legge in esame, a normativa invariata, non significa nulla per la Sardegna e non è degna di essere nemmeno chiamata Agenzia sarda delle entrate».

Luigi Crisponi, dei Riformatori, ha dato ragione a Pittalis ha ragione, perché in effetti «non ci sono nemmeno i più elementari elementi di sovranità per poter parlare di Agenzia delle entrate». Soffermandosi poi sulla vicenda dell’inceneritore di Tossilo, Crisponi ha lamentato che la decisione della Giunta arriva dopo che «il Consiglio non solo ha deliberato su questioni serissime ma lo ha fatto dopo lunghi confronti ed un attento ascolto delle popolazioni in materia di ambiente e salute».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che «la legge sull’Agenzia ha fini certamente nobili ed è anche giusto dire che l’autonomia finanziaria è la sostanza dell’autonomia regionale, ma il testo che abbiamo davanti ha lo stesso valore della mozione su Tossilo, cioè non significa niente, anzi aumenta i costi per la Regione che non aveva e non avrà senza alcun potere in materia fiscale».

Il consigliere Gianfranco Congiu (Pds) ha osservato invece che, «proprio per le ragioni sostenute dai consiglieri di opposizione è urgente aprire subito il dibattito per capire il livello di utilità dell’Agenzia e la capacità del nuovo organismo di dare riposte ai Sardi in materia fiscale».

Il consigliere Emilio Usula (Rossomori) ha espresso il «profondo sconcerto del gruppo per la decisione della Giunta di impugnare la sentenza Tar sull’inceneritore di Tossilo, decisione che contraddice la volontà unanime del Consiglio». Usula ha poi annunciato di abbandonare l’Aula «in totale dissenso su una decisione che non è un atto amministrativo ma politico».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha detto di condividere l’opinione di Usula pur restando in Aula, perché «l’impugnazione contravviene totalmente alla decisione di una istituzione sovrana della Sardegna come il Consiglio, una decisione non generica ma motivata, articolata e ragionata, che difenderò in tutte le sedi».

Anche il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha manifestato l’intenzione di restare in Aula pur condividendo la posizione Usula, convinto che «decisioni del Consiglio vadano rispettate, anzi per quanto ci riguarda vogliamo conoscere le motivazioni della delibera della Giunta che va in direzione opposta». Sulla proposta di Pittalis relativa all’Agenzia sarda delle entrate, ha proseguito Cocco, «riteniamo opportuno proseguire nel dibattito, perché sosteniamo da sempre la legge istitutiva dell’Agenzia e ci sentiamo impegnati a migliorarla».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la richiesta di sospensiva, che il Consiglio ha respinto.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo ancora sull’ordine dei lavori, ha chiesto informazioni su un provvedimento riguardante una aliquota di precari che attendono una risposta. Il punto, ha segnalato Pittalis, «non c’è all’ordine del giorno e, se c’è il consenso, a mio avviso deve essere inserita in calendario».

Il presidente Ganau ha precisato che, per poter esaminare il provvedimento, occorre il parere della commissione. Successivamente, il presidente ha dato la parola al consigliere Franco Sabatini (Pd), relatore del testo unico sull’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate.

In apertura, Sabatini ha ricordato che «la commissione Bilancio ha approvato la legge a maggioranza dopo un lavoro durato di circa un anno, ma è comunque un provvedimento urgente perché dopo la vertenza entrate la Regione ha più che mai  bisogno di uno strumento specialistico per operare in modo più incisivo su questa materia». La prospettiva, ha aggiunto, «è quella di portare la Sardegna allo stesso livello di altre Regioni speciali, per riaffermare che l’autonomia finanziaria è il fondamento più solido dell’autonomia regionale, tema strategico sul quale è fortemente auspicabile la collaborazione dell’opposizione». Riprendendo il tema della finanza regionale e dei rapporti con lo Stato, Sabatini ha affermato che «l’incertezza del quadro complessivo degli ultimi anni ha determinato in negativo la capacità della Regione di svolgere le sue funzioni, perché le sue risorse sono solo quelle provenienti dalle compartecipazioni, sulle quali lo Stato ha competenza esclusiva in base all’.117 della Costituzione con l’unico limite, per lo Stato, di non rendere impossibile l’esercizio delle funzioni della Regione». La nuova Agenzia, ha sostenuto, «è lo strumento indispensabile per assicurare un monitoraggio costante ed una attenta verifica sul problema delle entrate, come fanno le altre Regioni speciali che non esitano a cambiare i propri statuti ogni due-tre anni per adattarli alle nuove esigenze». In questo momento, ha detto ancora il consigliere del Pd, «sulla fiscalità è in gioco la vita della nostra Regione, che può dire la sua solo attraverso una nuova intesa con lo Stato, alla quale dobbiamo arrivare ben preparati, portando sul tavolo del confronto dello Stato anche il tema della finanza locale che in altre Regioni speciali è già stato affrontato e definito riportandolo nella competenza della Regione». 

La relazione di minoranza  è stata svolta da Christian Solinas (Psd’az) che, in apertura ha sottolineato il significato politico dell’abbandono dei lavori dei due consiglieri di Soberania e Indipendentzia sulla questione di Tossilo. La volontà di ignorare le decisioni del Consiglio da parte della maggioranza e della giunta – ha detto – ormai sta diventando una consuetudine. Anche durante i lavori della commissione su questo Testo Unificato  – ha chiarito Solinas –  la maggioranza ha inteso sorpassare la concertazione e il dialogo ed ha voluto aderire alla proposta della giunta. Se ci fossero stati i  lavori della  sottocommissione avremmo sicuramente potuto contribuire a rendere questo testo condiviso e  più efficace. Solinas è stato molto critico sul testo che arriva in aula. Questa agenzia – ha chiesto – a cosa serve se non può incamerare un euro in più? Per ogni euro che incassa avremo  costi altissimi.  Inoltre,  ci saranno passaggi ulteriori e un appesantimento del procedimento. Doveva essere affrontato il tutto con una diversa ottica, invece di fatto si limita a recepire quello che già c’è. Per Solinas questa agenzia è solo  un grande ufficio studi. Ma abbiamo valutato – ha chiesto ancora – quanto costa questo ufficio studi alla collettività? Al fronte di un gettito che è in costante contrazione, la maggioranza decide di aumentare i costi per la collettività.  Bene farebbe questo Consiglio a riflettere. 

Ignazio Locci (Forza Italia) ha sottolineato la negatività del provvedimento. Sembra però che neanche la giunta regionale sia entusiasta di questa proposta. Mi pare – ha detto – che il  governatore  abbia sentito quasi un obbligo  davanti alle richieste di qualche gruppo politico e  ha deciso di istituire questa agenzia. Insomma, l’esecutivo  ha voluto rispondere alle richieste propagandistiche di una certa parte di questa maggioranza. Per Locci bisogna rafforzare il rapporto con lo Stato per far intendere le nostre ragioni sulla base dell’articolo 8 dello Statuto.  Ma bene avrebbe fatto la giunta a individuare una direzione generale specializzata nel trattare questo rapporto con lo Stato.

Annamaria Busia  (Misto) è convinta che serva una agenzia delle entrate perché è necessario rafforzare il ruolo della Regione in materia nei confronti dello Stato per avanzare delle richieste. Ho sempre pensato – ha aggiunto – a una grande agenzia sarda delle entrate, ma credo che  debba farsi nel quadro della cornice normativa esistente. Annamaria Busia ha invitato alla riflessione e al confronto. La consigliera ha invitato la minoranza  a presentare proposte per raggiungere  un risultato migliore.

Per Michele Cossa (Riformatori) è impensabile che mentre a  livello nazionale si attua la riforma del sistema, noi in Sardegna ci inventiamo una agenzia fittizia, che è l’ennesimo carrozzone che graverà sulle tasche dei sardi. Cossa ha ricordato che la Sardegna  è, con la Calabria, l’ultima regione per incremento del PIL. Nonostante questo la maggioranza,  davanti a questa situazione, si inventa un’agenzia che non serve a nulla, che crea nuovi posti di lavoro che, tra l’altro, potrebbero essere coperti dal personale già esistente nella Regione.  Per il consigliere dei Riformatori la strada deve essere quella di abbassare la pressione fiscale. 

Edoardo Tocco (Fi) ha ricordato che “non è possibile sostituirsi allo Stato nel campo finanziario ” e che dunque l’unico obiettivo possibile dei proponenti la legge “resta quello di trattenere in Sardegna la quota parte dei tributi che spettano all’isola”. «Ma – ha dichiarato l’esponente della minoranza – il provvedimento in esame è inefficace e l’agenzia di cui si propone la costituzione troppo costosa». Il consigliere di Forza Italia ha insistito dunque sulla inopportunità dell’Ase («perché non si è pensato di lasciare il tutto in capo all’assessorato al bilancio?») ed ha paventato il rischio di un incremento dei costi, rispetto ai 2.5 milioni annui ipotizzati nel provvedimento. «Questa legge – ha concluso Tocco – non risolverà i problemi dei sardi e alla Sardegna serve altro, ad incominciare da un forte sostegno al sistema delle imprese per aiutarle a recuperare liquidità».

Alessandra Zedda (Fi) ha evidenziato la scarsa attenzione dimostrata dalla maggioranza per gli approfondimenti proposti dalla minoranza («ad iniziare dall’invito alla riflessione formulato dal capogruppo Pittalis, in apertura dei lavori, perché fossero valutate le implicazioni delle nuove norme in materia annunciate dal governo nazionale»). «Questo provvedimento – ha affermato la consigliera della minoranza – è pura filosofia e parole in libertà». A giudizio di Alessandra Zedda va rivista la norma finanziaria e deve essere tenuto in considerazione che serviranno all’Ase personale con alti livelli di specializzazione “se davvero dovrà funzionare e non rappresentare soltanto un contentino per qualche partito della maggioranza”. L’esponente di Fi ha quindi ribadito il pericolo della creazione di un “nuovo carrozzone” ed ha concluso ricordando che l’istituenda agenzia potrà occuparsi solo “dell’addizionale, Irpef e Irap; della tassa ambientale e di quella sul diritto allo studio”.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, in apertura del suo intervento, ha espresso solidarietà “ai colleghi del centrosinistra che hanno abbandonato l’Aula per protestare contro l’atteggiamento irriverente mostrato dalla giunta sulla questione dell’inceneritore di Tossilo”.

«Nel merito del provvedimento – ha attaccato l’esponente della minoranza  – affermo che la montagna ha partorito un topolino e l’agenzia sarda delle entrate è una finzione giuridica, politica e storica».  «L’Ase – ha aggiunto Tedde – è uno strumento che non serve a  niente ed è soltanto un vuoto pneumatico finanziario che non interviene nella questione che attiene la marginalità della Sardegna nei confronti dello Stato». Il consigliere di Fi ha quindi affermato che ciò che serve è una modifica dello Statuto: «Sono finiti i tempi delle mozioni e degli ordini del giorno, occorre una norma statutaria che fortifichi la nostra specialità nel segno della insularità». «Non spendiamo 2.5 milioni l’anno solo per fare un grande centro studi – ha concluso Tedde – perché con l’Ase facciamo soltanto un esercizio normativo inutile che non ci consentirà di rapportarci paritariamente con lo Stato in materia finanziaria».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato la recente approvazione della legge sulla semplificazione per contrapporla a quella che istituisce l’Ase perché, a suo giudizio, questa sarebbe soltanto “un carrozzone”. «L’agenzia sarda – ha affermato Crisponi – è un grande bluff che costerà 2,5, milioni euro soltanto per iniziare». L’esponente della minoranza ha quindi contestato alcune parti dell’articolato ed ha affermato che “l’Ase sarà di fatto sottomessa all’assessorato della Programmazione a cui restano tutte le competenze in materie di entrate”.

Il consigliere del Misto, Paolo Truzzu (Fd’I), ha riproposto le critiche delle opposizioni in ordine ai costi e alla inopportunità dell’istituzione dell’agenzia sarda delle entrate («in pratica si istituirà un osservatorio e non un’agenzia in grado di riscuotere i tributi e impostare la vertenza delle entrate con lo stato»). L’esponente di Fratelli d’Italia ha quindi definito l’Ase  “un’altra scatola vuota che porterà ulteriore confusione” ed ha sottolineato i costi dell’istituenda agenzia: 2.5 milioni per un  organico di 20 persone con tre dirigenti e 9 funzionari. «Questa non è un’agenzia al servizio dei sardi – ha concluso Truzzu – ma l’ennesimo spreco al servizio di una parte della maggioranza che governa la Regione».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato l’incontro in programma con una delegazione dei precari che hanno manifestato sotto il palazzo del Consiglio ed il presidente Ganau ha confermato l’incontro al termine della discussione generale.

Per il Psd’Az Angelo Carta ha sottolineato la necessità di «ragionare sugli obiettivi che si vogliono ottenere con la nuova Agenzia e non limitarsi a scrivere il solito libro dei sogni fermo restando che occorre cambiare passo rispetto ad una Giunta e soprattutto un presidente che con il Governo ha le brache calate mentre con il Consiglio mostra il suo volto più duro e intransigente, come hanno dimostrato le vicende di Tossilo, della riforma sanitaria e di quella degli Enti locali». L’Agenzia delle entrate, ha proseguito, «nasce soprattutto da una esigenza delle imprese sarde di avere un soggetto di prossimità con cui trattare la materia fiscale ma la verità è che lo Stato incassa 100 ma non restituisce alla Regione quanto dovuto ed anzi, non consente alla Regione di trattenere direttamente le sue risorse, la costringe ad aspettare le solite elemosine; questo il problema centrale che non ha trovato risposte, la vertenza entrate ha clamorosamente mancato questo obiettivo per mancanza di una strategia efficace, in altre parole non si è ottenuta la vera autonomia». E’vero, ha concluso, »che bisogna cambiare lo Statuto, rendere operativa la zona franca ed i punti franchi, ma rispetto a tutto questo l’Agenzia come viene configurata è lontana anni luce, quanto meno occorre chiarezza sul quadro nazionale che si va definendo, proprio per fare la vera Agenzia sarda delle entrate e non un semplice osservatorio che non tocca il rapporto fra fisco e contribuenti sardi».

Il consigliere del gruppo Misto Fabrizio Anedda ha ricordato di aver presentato già nel 2014 una mozione che, fra gli altri temi, portava all’attenzione del Consiglio il difficile rapporto fra fisco e contribuenti sardi, ottenendo in quella occasione l’impegno precisi impegni dell’assessore Paci. Proprio la scorsa settimana, ha ricordato, «con l’approvazione della nostra legge sulla semplificazione e la rottamazione di Equitalia annunciata dal Governo centrale, prendono forma due provvedimenti che potrebbero rifare fiato alle imprese spesso strozzate da atteggiamenti al limite dell’usura; con questa legge, in particolare, si fa un primo passo per tenere sotto controllo il nostro bilancio ed assicurare la certezza delle entrate».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha messo l’accento sul fatto che «la stessa maggioranza ha riconosciuto che la nuova Agenzia non risolverà il problema della entrate della Regione, ma non si è spinta al punto di ammettere che in realtà siamo di fronte ad una operazione di propaganda che finisce per portare acqua all’antipolitica; le persone comuni vedono il fisco come una piovra che cerca in tutti i modi di drenare risorse da un sistema economico debolissimo e noi, per giunta, ci aggiungiamo una ennesima sovra-struttura che produce solo costi». Dedoni ha poi citato uno studio di qualche anno «con cui si dimostra che ad un eccesso di produzione legislativa non corrisponde l’efficacia delle azioni di governo; questo è proprio il caso di un provvedimento del tutto inutile per la Sardegna mentre la gente che sta fuori del palazzo aspetta risposte concrete, ci accorgeremo ben presto quali saranno i saldi della prossima finanziaria alla luce del disavanzo della sanità».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu si è detto convinto che «l’istituzione dell’Agenzia delle entrate è un momento storico per l’autonomia regionale e per una Sardegna finalmente in grado di poter contare su tutte le sue risorse ma la legge è carica di pesanti incertezze sia alla luce della riforma costituzionale che della prossima legge di stabilità; in altre parole è una legge già vecchia prima di nascere ed uno spot per il No al referendum». Entrando nel merito del testo Rubiu ha criticato i passaggi nei quali si fa riferimento alla collaborazione con Equitalia, «una specie di associazione a delinquere che ha portato al fallimento una buona parte del sistema economico regionale» e quelli relativi agli organici, «dove si parla di selezione interna volontaria ma non si capisce perché qualcuno decida di uscire dal sistema Regione per andare da un’altra parte; forse il vero obiettivo è reclutare personale esterno per mettere in piedi l’ennesima struttura pubblica, un doppione di controlli, pratiche e burocrazia».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha auspicato che il Consiglio «trovi il modo, anche con il contributo dell’opposizione, di dare ai sardi una buona legge, andando oltre le critiche dei consiglieri della minoranza, in buona parte eccesive anche se esistono alcune criticità che possiamo migliorare». Certamente, ha assicurato, «non vogliamo fare una legge tanto per farla o per farcela impugnare dal Governo, vogliamo invece fare qualcosa di buono per i sardi; è vero che lo Stato non ci ha dato le risposte che aspettavamo ma, con il nuovo strumento, vogliamo andare avanti sulla strada del confronto con lo Stato con più impegno e più incisività».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha detto che «quanti parlano dell’inutilità della legge rispetto ai bisogni della comunità sarda dimenticano che, in posizioni di governo, non hanno ottenuto risultati di rilievo; è vero, al contrario, che stiamo provando a prenderci sulla spalle questo fardello per dare risposta, fra l’altro, agli oltre 30.000 cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da delibere di consigli comunali e provinciali». Sotto questo profilo, ha continuato, «è importante che si affermi il diritto dei sardi a chiedere ciò che spetta a loro, quanto e quando, perché da qui discende la certezza della programmazione; ecco la vera funzione del nuovo organismo che, nel confronto con il Ministero dell’economia, lavorerà con tutte le carte sul tavolo, superando la logica dei trasferimenti ed inserendosi in una cornice normativa di piena attuazione dell’art.8 dello Statuto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha riposto a Congiu che «il leader del Pds nella scorsa legislatura non ha presentato nessuna iniziativa in tal senso, perché evidentemente ha percepito che c’era qualche problema, ma da parte nostra non vogliamo portare la questione alle calende greche ma sottolineare che le varie proposte presentate, espressione del Consiglio, non sono state prese in considerazione assegnando una sorta di corsia preferenziale al Disegno di legge della Giunta e parlando impropriamente di Testo unificato». Dopo aver criticato con forza le posizioni espresse da un importante esponente del Pds, «un capo di gabinetto che fa politica in orario di servizio come è documentato dai social media», Pittalis ha sostenuto che «la legge è una occasione mancata perché la maggioranza ha respinto sul nascere l’idea del confronto su una materia che tocca da vicino la società sarda, e non affronta gli importanti problemi della fiscalità di vantaggio e del taglio delle tasse; non è serio, inoltre, il passaggio sul contingente di personale esterno da reclutare con compiti di studio e di ricerca, ma di questo riparleremo più avanti con maggiore dettaglio».

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha tenuto a chiarire che «il problema dell’Agenzia sarda delle entrate è cosa totalmente diversa dalla vertenza entrate; certo da sola la legge non fa calare la disoccupazione, aumentare la ricchezza o ridurre la povertà, ma tutto questo non può essere un albi per il continuo ricorso al benaltrismo italiano; non facciamo proclami, riteniamo piuttosto di aver fatto un passo in avanti dopo la chiusura della vertenza entrate e l’approvazione della norme di attuazione, portando a casa risultati che nella legislatura precedente non si è riusciti ad ottenere». Ora, ha precisato, «siamo nel campo delle tecnicalità di calcolo che sono complicate quanto importanti e per questo ci vuole una struttura di specialisti, anche se l’ossatura dell’organico sarà formata con la mobilità e con personale esistente e se, non esiste, dovrà essere integrato da specialisti per definire in molto preciso il calcolo ed il controllo delle nostre spettanze». Quindi l’Agenzia, ha aggiunto, «non è un centro studi né la rivoluzione del sistema e nemmeno la battaglia di qualcuno ma un passaggio importante nella costruzione della nuova autonomia regionale, senza trascurare il rapporto con gli Enti locali». Per quanto riguarda le prospettive future,  ha concluso l’assessore Paci, «stiamo creando le condizioni, a legge vigente, per il riversamento diretto previsto nelle norme di attuazione (come già avviene in Trentino ed in Friuli) con modalità che saranno inserite in un decreto del Governo che forse avremo nella prima metà del 2017; la nostra legge istitutiva dell’Agenzia, inoltre, è perfettamente compatibile con eventuale cancellazione di Equitalia e comunque c’è ancora tempo per migliorare alcuni aspetti».

Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente ha comunicato il calendario dei passaggi successivi, che però il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha contestato, chiedendo una breve sospensione della seduta e la riunione della conferenza dei capigruppo.

La richiesta è stata accolta. Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato che gli emendamenti potranno essere presentati entro domani alle 16.00 e alle 17.00 si riunirà la commissione per esaminarli, mentre la seduta del Consiglio è fissata per le 18.00.

Successivamente, ha messo in votazione il passaggio agli articoli della legge, che il Consiglio ha approvato con 31 voti favorevoli e 19 contrari. Subito dopo, ha tolto la seduta convocando un’altra riunione della conferenza dei capigruppo, per incontrare una delegazione di lavoratori precari che hanno manifestato davanti al palazzo del Consiglio.

Consiglio regionale 54

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«Imporre un tetto di 200mila prestazioni è illogico in una realtà come la Sardegna, che conta un milione e 600mila abitanti. Per questo sollecitiamo che la giunta ritiri la delibera sulle prestazioni nei laboratori di analisi, perché non adeguata alla nostra realtà territoriale». Il dietrofront è stato auspicato dal consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco, componente della commissione sanità nel parlamento di via Roma – per dare ai centri convenzionati la possibilità di proseguire nella propria attività.

«Questi poli, impegnati nella riabilitazione e nelle analisi – prosegue l’esponente degli azzurri – rappresentano un servizio fondamentale per i pazienti e per l’universo delle persone disagiate, che va oltre le strutture pubbliche».

Il provvedimento dell’esecutivo ripropone un modello previsto dalla legge nazionale: «Peccato – conclude Tocco – che il territorio della Sardegna sia diverso dagli altri contesti. Anche in commissione i delegati della sanità privata, con oltre 50 laboratori accreditati hanno sollecitato di rivedere il tetto. Il rischio è di eliminare i servizi ai cittadini, con riflessi negativi per il territorio».

Edoardo Tocco 5

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Ryanair 1

La compagnia Ryanair conferma gli accordi per la base di Trapani con una boccata d’ossigeno per la Sicilia, in Sardegna invece si rischiano la paralisi e la fuga del vettore irlandese. Il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) attacca ancora una volta la Giunta Pigliaru. «Le altre Regioni si stanno muovendo per acchiappare una fetta importante del turismo – evidenzia l’esponente degli azzurri – ma nella nostra Isola non è stato mosso ancora nessun passo per assicurare i voli low cost attraverso un accordo con Ryanair. Una nuova beffa vola sui cieli isolani». Anche la ricapitalizzazione dell’aeroporto di Alghero – secondo Edoardo Tocco – non sembra aver prodotto l’auspicato cambio di rotta. «La Sardegna – conclude Edoardo Tocco – potrebbe perdere anche l’ultima scialuppa di salvataggio, con l’addio di Ryanair. Le responsabilità della giunta sono evidenti, visto che il gioco dei rinvii e degli annunci sinora sta portando al tracollo dei low cost. Da tempo ribadiamo che il sostegno alle compagnie è legittimo ed immediatamente applicabile, ma il presidente Pigliaru e l’assessore Deiana sembrano essere incapaci di qualsiasi decisione per dare una nuova speranza all’industria turistica della Sardegna».

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Luigi Arru 2

La commissione Sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) ha ascoltato i rappresentanti regionali dei laboratori di analisi chimico-cliniche e l’assessore Luigi Arru per un esame “incrociato” delle problematiche del settore, alla luce dei nuovi indirizzi predisposti dalla Giunta regionale.

A nome della Federlab Enrico Tinti ha ricordato che, a seguito del recente accordo Stato-Regioni, la Giunta ha emanato una delibera «che modifica profondamente i requisiti per l’accreditamento delle strutture e pone significativi paletti sul volume delle prestazioni». «Ciò comporta  – ha spiegato – soglie molto alte delle stesse prestazioni (200.000 l’anno) che per la Sardegna non sono sostenibili, anche per rapporto fra popolazione e strutture di analisi che è il più elevato d’Italia». «Inoltre – ha sottolineato – non è realistico pensare che in un solo anno si possano portare a termine processi di aggregazione in un tessuto di imprese medio-piccole, molto diversificato sul territorio; chiediamo sia il ridimensionamento delle soglie che una tempistica adeguata alla creazione di nuove reti di impresa». Tinti, in conclusione, ha messo in guardia la commissione dalla nuova tendenza nazionale ed europea di dare vita ai cosiddetti supermarket delle analisi: «Forse ci sarebbero vantaggi sui costi, ma danni altrettanto certi all’indotto e, soprattutto, al rapporto col paziente».

Francesco Cogoni, della Assolab, ha ribadito l’importanza del rapporto fra strutture di analisi e territorio segnalando alla commissione che «i laboratori operano in molte realtà medio-piccole della Sardegna dove non c’è la presenza delle Asl, un dato di specificità di cui la programmazione sanitaria regionale deve tener conto».

E’sbagliato, secondo Paolo Loddo della Sapmi, «associare i laboratori di analisi ad un generico concetto di malasanità, anzi bisogna ricordare che il settore ha subito negli anni tagli del 60% sulle prestazioni e che spesso i budget assegnati vengono esauriti nei primi 15 giorni del mese, segno che bisogna ridiscutere con urgenza il tariffario regionale».

Francesco Spissu della Mednet, infine, ha annunciato che a breve scadenza sarà consegnato alla commissione un documento comune della categoria, rilanciando poi la preoccupazione diffusa delle imprese del settore per gli accorpamenti in vista »che metterebbero a rischio il mantenimento dei requisiti di accreditamento per le singola strutture».

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Luca Pizzuto (Sel), Fabrizio Anedda (Misto), Augusto Cherchi (Pds), Giorgio Oppi (Udc), Rosella Pinna e Luigi Ruggeri (Pd), Alessandra Zedda (Forza Italia) e Michele Cossa (Riformatori).

Nella seconda parte della seduta si è sviluppato un serrato confronto fra la commissione e l’assessore della sanità Luigi Arru.

Lorenzo Cozzolino, del Pd, ha messo l’accento sulla insostenibilità della soglia di 200.000 prestazioni per la Sardegna «dove i laboratori effettuano una media annuale inferiore alle 60.000 prestazioni». Il consigliere del Pd ha quindi auspicato una profonda revisione della delibera della Giunta, «sia perché lo stesso accordo con lo Stato lascia autonomia decisionale alle singole Regioni e, nel nostro caso, dobbiamo usarla fino in fondo, sia perché le stesse direttive nazionali del Ministero della Salute privilegiano la strada del miglioramento dei processi organizzativi rispetto a quella dei tagli lineari».

Considerazioni analoghe a quelle di Cozzolino sono state espresse, con diverse sottolineature, dai consiglieri Alessandra Zedda ed Edoardo Tocco (Forza Italia), Augusto Cherchi (Pds), Luca Pizzuto (Sel) e Fabrizio Anedda (Misto).

Nella sua replica l’assessore Arru ha manifestato apertura per una “rimodulazione intelligente” della libera, anche nell’ambito della definizione della nuova rete ospedaliera, purché «si mantenga l’obiettivo di fondo di migliorare la qualità del servizio e l’efficienza delle strutture». «Non dimentichiamo – ha ricordato – che in questi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante anche nella diagnostica e la stessa soglia delle 200.000 prestazioni emerge dalla letteratura scientifica». Detto questo, ha concluso, «nessuno vuole chiudere niente però dobbiamo essere consapevoli, tenendo conto anche che le stesse prestazioni in Sardegna costano il doppio rispetto al resto d’Italia e che siamo in piano di rientro, siamo al centro di un processo di cambiamento che, pur nella sua gradualità, è irreversibile».

L’assessore, come annunciato nella precedente riunione, ha fornito un rapporto dettagliato sulla situazione dei laboratori di analisi in Sardegna. In base ai dati riferiti al 2015, i laboratori privati attivi che forniscono prestazioni al servizio sanitario regionale sono 53, per un volume complessivo di oltre 3,6 milioni di prestazioni ed una media di circa 68.000 esami per struttura (nessuno laboratorio ha raggiunto la soglia di 200.000). I lavoratori occupati sono circa 450, principalmente biologi (119) e tecnici di laboratorio (57), più altre figure professionali come infermieri, medici, ausiliari ed amministrativi.

Su questi ed altri dati, compresa una mappa articolata delle strutture sul territorio regionale, si svilupperà il lavoro della commissione nelle prossime sedute.

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 Pietro Pittalis 26 copia

Il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ha presentato una proposta di legge, primo firmatario Pietro Pittalis, per la redazione di un master plan per il rilancio delle zone interne con una dotazione finanziaria annua di oltre 100 milioni di euro.

«In occasione della presentazione del Patto per la Sardegna il presidente Pigliaru ha annunciato un intervento di 150 milioni di euro per contrastare il fenomeno dello spopolamento e favorire la rinascita economica delle zone interne – ha detto il capogruppo di Fi Pietro Pittalis – noi lo sfidiamo con una proposta concreta che mette in campo diversi strumenti idonei a rivitalizzare i nostri paesi.»

La proposta prevede l’introduzione della fiscalità di vantaggio con l’istituzione dei Punti franchi per le zone montane ed interne della Sardegna e agevolazioni per tutte le attività produttive esercitate nei territori.

Altro punto fondante dell’iniziativa di Forza Italia è il ricorso agli strumenti della programmazione negoziata sul modello del Patto Sulcis. «Vogliamo far tesoro di quella esperienza eliminando gli errori che hanno impedito un avvio rapido degli interventi – ha aggiunto Pietro Pittalis – l’obiettivo è affrontare i nodi strutturali con una filosofia diversa rispetto a quella dei modelli di sviluppo calati dall’alto».

Per migliorare le condizioni di vita di chi decide di rimanere nei paesi dell’interno, Forza Italia propone un azzeramento di Irpef e Irap per le imprese con sede e attività nei comuni montani e un contributo di 30mila euro a fondo perduto per coloro che trasferiscono la propria attività.

A favore delle famiglie sono previsti inoltre bonus bebè (3.000 euro per il primo figlio e 4.000 per ogni figlio successivo) e un contributo di 50mila euro a fondo perduto a chi si trasferisce in un paese delle zone interne e voglia acquistare o ristrutturare un immobile da destinare a prima abitazione. Per far fronte alle difficoltà dei trasporti, infine, Forza Italia suggerisce la riduzione del 50% del costo dei biglietti Arst.

«In due anni e sette mesi di Governo la Giunta Pigliaru ha creato una frattura tra territori e aumentato le distanze tra Cagliari e Sassari – ha detto l’ex governatore Ugo Cappellacci – questa proposta cerca di superare gli opposti egoismi e di pensare a un modello di sviluppo differente. La Sardegna non può riprendere un percorso virtuoso se non è compatta. Le comunità dell’interno possono fungere da motore per la rinascita ma devono essere messe nelle condizioni di poter esprimere le loro potenzialità.»

Per Marco Tedde, la proposta di Forza Italia colma il vuoto lasciato dalla riforma degli enti locali «che si occupa di Unioni dei Comuni, Città e Reti metropolitane dimenticando i piccoli paesi depositari della cultura, della storia e delle tradizioni della Sardegna». Mentre Ignazio Locci auspica un’inversione di tendenza che scongiuri la perdita di servizi fondamentali come le scuole. «Servono molte risorse – ha detto Locci – la dotazione finanziaria di 100 milioni deve essere assicurata per diversi anni».

«La Giunta Pigliaru è lontana dalla gente – conclude Edoardo Tocco -, questa proposta serve anche a riaccendere l’attenzione sulla drastica riduzione dei servizi sanitari nelle zone interne che mette a rischio diritti fondamentali per i cittadini come quelli alla salute e alla sicurezza..

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Il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) contesta il taglio dei fondi destinati ai centri riabilitativi per disabili, con nuovi tetti imposti dalla Regione per non sforare i budget assegnati e la mancata concertazione con gli operatori dei centri diagnostici e dei laboratori. «E’ un’ulteriore batosta al terzo settore, che opera nell’Isola con forti criticità – spiega Edoardo Tocco, componente della commissione sanità – con una delibera approvata lo scorso agosto si impone alle strutture accreditate un tetto nelle prestazioni con una decurtazione dei finanziamenti».

«Alcuni centri hanno interrotto da subito le prestazioni legate al recupero ed alla riabilitazione di disabili, con pazienti affetti da diverse patologie – aggiunge Edoardo Tocco – costringendo le famiglie a dei salti mortali per l’assistenza specialistica. Un taglio del 20 per cento mette in pericolo diverse realtà disseminate in Sardegna e per questo si auspica un cambio di rotta della Giunta – conclude Edoardo Tocco – per incrociare le esigenze di disabili e famiglie, scongiurando così la carenza di un’assistenza qualificata in diversi centri.»

Edoardo Tocco 55

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Le commissioni Sanità ed Agricoltura in seduta congiunta (presiedute rispettivamente dall’on. Raimondo Perra del Pd e dall’on. Luigi Lotto del Pd) hanno approvato con l’astensione dell’opposizione il Piano di eradicazione delle peste suina in Sardegna ed il programma straordinario per il 2017.

Illustrando i contenuti più importanti del provvedimento, il responsabile dell’Unità di progetto Alessandro De Martini ha sottolineato il significato di una azione complessiva che punta «a far emergere le situazioni irregolari senza applicare sanzioni, misura straordinaria ammessa dall’Unione europea che ha portato alla definizione positiva di 477 posizioni, con la collaborazione delle Asl».

«A fronte di questi risultati – ha aggiunto – esistono ancora alcuni focolai localizzati in aree circoscritte della Regione (Nuorese, Ogliastra ed una parte del Sassarese) nei confronti dei quali è impossibile intervenire con una sanatoria; si però riusciti, grazie al lavoro congiunto con il Ministero della salute sulla normativa nazionale, a mettere a punto una interpretazione meno restrittiva che consentirà di considerare gli allevatori irregolari come soggetti nuovi che potranno regolarizzarsi con una sanzione di circa 400 euro (rispetto ai limiti generali, da 3.000 a 30.000 euro).»

«Questa forma di ravvedimento operoso – ha concluso De Martini – sarà avviata da un decreto dell’assessore della Sanità di prossima pubblicazione ed affiancata da azioni di informazione, di consulenza e di controllo (affidato ad una task-force del servizio veterinario a supporto delle Asl) oltre che da misure di sostegno per la messa a norma degli allevamenti, con l’obiettivo finale di ottenere per la Sardegna la dichiarazione di zona non endemica dando un forte impulso alle esportazioni.»

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha messo l’accento sul fatto che queste azioni di contrasto alla peste suina presentano «tempistiche coincidenti con alcune azioni qualificanti del Piano di sviluppo rurale (Psr) che puntano a creare in Sardegna un circuito di allevamenti virtuosi». «Dal prossimo mese di ottobre – ha aggiunto – partiranno misure mirate, anche con la concessione di contributi, a sostegno della crescita e dello sviluppo delle aziende, che potranno operare in un contesto più favorevole e ricco di opportunità».

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Gianluigi Rubiu (Udc), Daniela Forma (Pd), Augusto Cherchi (Sdl) ed Edoardo Tocco (Forza Italia).

Cinghiale 116 copia

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Ancora polemiche sulla scelta del manager della Asl unica. Dalle opposizioni arrivano duri attacchi alla maggioranza di centrosinistra, con specifico riferimento alla scelta ormai quasi certa del ligure Fulvio Moirano, imposta dal governatore Francesco Pigliaru, anche contro il parere di diverse parti della maggioranza che lo sostiene, come ha evidenziato ieri con toni molto duri l’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, leader del Partito dei Sardi.

«Non si mettono in discussione le professionalità dei diversi candidati per ricoprire il posto di comando dell’azienda sanitaria unica – attacca Edoardo Tocco, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna – bensì il criterio che potrebbe portare alla nomina di una figura che proviene da oltre Tirreno. Auspico – conclude Edoardo Tocco – un’analisi all’interno della maggioranza che porti all’identificazione di un direttore generale sardo, che possa così conoscere i nodi irrisolti della sanità isolana e non procedere a decisioni senza la necessaria consapevolezza dei disagi nelle strutture sanitarie del territorio.»

Ignazio Locci, anch’egli consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, critica l’assessore Paolo Maninchedda. «Sapevamo che la stagione infinita delle nomine del centrosinistra avrebbe portato a becere zuffe di altri tempi – dice Ignazio Locci -, ma non immaginavamo che Maninchedda avrebbe potuto usare toni così sprezzanti nei confronti del presidente Francesco Pigliaru. A leggere il suo intervento nel blog “Sardegna e Libertà”, si rischia di rimanere sconvolti. Non sembra nemmeno assessore della Giunta di cui oggi attacca duramente il presidente.»

Ospedale Brotzu Cagliari 3