19 November, 2024
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Il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ha presentato una proposta di legge per l’installazione degli impianti di video sorveglianza negli asili, nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole primarie e in tutte le strutture socio-assistenziali che ospitano anziani e disabili fisici e mentali. La proposta di legge punta ad arginare i «comportamenti vigliacchi e criminali, nonché situazioni di vero e proprio abuso e di sevizie» che alcune recenti indagini della magistratura hanno fatto emergere in tutta la loro gravità in danno dei soggetti più deboli e indifesi quali sono appunto i bambini, gli anziani e i malati.

La proposta di Forza Italia si compone di quattro articoli e prevede tra l’altro il sostegno della Regione attraverso l’istituzione dell’apposito fondo “Contributi per l’installazione dei sistemi di video e audio sorveglianza”, con una dotazione iniziale di due milioni di euro a valere sulle risorse del Fnol, per garantire una quota parte (fino all’80%) delle spese sostenute dalle strutture per l’installazione degli impianti di audio e video sorveglianza. «Sono previste sanzioni amministrative – ha precisato il primo firmatario della proposta di legge, Pietro Pittalis – in caso di manomissione, mancanza, interruzione e mancata manutenzione dei sistemi ma stiamo valutando anche di prevedere la chiusura delle strutture che non si dotino delle strumentazioni indicate nel provvedimento». Lo stesso capogruppo di Forza Italia ha assicurato anche il rispetto delle norme sulla privacy e di quelle contenute nello statuto dei lavoratori («nessuno vuole spiare i lavoratori ma vogliamo garantire il diritto all’incolumità e alla salute dei soggetti più deboli nonché tutelare tutti quegli operatori che svolgono correttamente il loro delicato lavoro»)  ed ha precisato inoltre che nel testo di legge è previsto che le strutture conservino le registrazioni audio e video per un periodo non inferiore ai 24 mesi e che le stesse possano essere visionate, ove li riguardino, dai pazienti, dai loro familiari o dai loro tutori o curatori e amministratori di sostegno.

Sull’utilità dei sistemi di video sorveglianza in funzione di prevenzione dei fenomeni criminali, hanno insistito i consiglieri Alessandra Zedda. Edoardo Tocco e Oscar Cherchi che ne hanno ipotizzato l’impiego anche negli oratori (Tocco), nella lotta al bullismo (Oscar Cherchi) e più in generale per una maggiore vigilanza nel territorio (Alessandra Zedda) mentre il loro collega di gruppo e di partito, Ignazio Locci, ha auspicato modifiche in senso restrittivo e requisiti più stringenti per i regolamenti autorizzativi delle strutture socio assistenziali.

Banchi di scuola

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Il disegno di legge approvato ieri dalla Giunta regionale che prevede la creazione di una Asl unica per tutta la Sardegna, non piace a parti dell’opposizione in Consiglio regionale.

«Si sta creando un inutile centro di potere che diventa un unico luogo di decisioni verticistiche – tuona Edoardo Tocco, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna e componente della commissione Sanità – . Non è certo la panacea per sanare i mali del sistema isolano. Siamo perché il territorio abbia una pluralità di rappresentanza e organizzazione.»

«L’obiettivo dichiarato di ripianare il deficit è una vera e propria utopia – aggiunge Tocco –  perché in realtà si alimentano gli sprechi senza prestare attenzione ai bisogni primari dei cittadini. Così il disavanzo sanitario rischia ancora una volta di essere caricato sui sardi con la soppressione delle eccellenze della medicina isolana. Non si prevede invece un adeguato sistema di emergenza urgenza.»

«Si tratta di un progetto che rappresenta l’ennesima mortificazione delle nostre eccellenze. Non permetteremo mai al presidente Pigliaru e alla giunta di portare avanti la distruzione della sanità sarda – conclude Tocco -. E’ l’ennesimo atto di prepotenza contro i nostri territori, con il pericolo che vengano smantellati i presidi ospedalieri di Muravera, Lanusei, Isili, Tempio e Sorgono. Uno scippo davvero inconcepibile calato dall’alto senza il necessario confronto con il territorio.»

Ospedale Brotzu Cagliari 4

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«La soppressione dell’azienda speciale Fiera internazionale della Sardegna rischia di ripercuotersi negativamente sull’apertura della Campionaria». Lo dice il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) sull’evento che, a partire da sabato prossimo e sino al 2 maggio, si terrà nei padiglioni di viale Diaz.

«E’ inevitabile che il processo di trasformazione dell’azienda, iniziato con le decisioni della Camera di Commercio volte alla cancellazione dell’ente, si possano riverberare sulla vetrina più importante per la Sardegna – aggiunge Edoardo Tocco – con diversi operatori del settore artigianale e commerciale che, vista la situazione, hanno preferito rinunciare all’esposizione. Con la coincidenza della Sagra di Sant’Efisio arriveranno in città diversi turisti e visitatori provenienti dalla Penisola e non solo. La fiera, che rappresenta l’immagine della Sardegna, potrebbe essere il primo segnale di una decisione discutibile e contestabile. In tutto questo scenario, è assordante il silenzio della Regione, che sinora non sembra aver operato delle scelte in grado di supportare l’evento.»

Edoardo Tocco 55

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato questo pomeriggio il passaggio agli articoli del disegno di legge n. 218 “Legge forestale della Sardegna”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n.218/A – Giunta regionale – Legge forestale della Sardegna. Il presidente ha quindi dato la parola al relatore di maggioranza della legge, il presidente della quarta commissione (Governo del territorio) Antonio Solinas, del Partito Democratico.

Solinas, dopo aver ricordato il lungo commissione che da circa un anno ha approfondito i vari temi confrontandoli con i portatori di interessi, ha sottolineato che «finalmente si colma un vuoto legislativo unico in Italia nel settore forestale, con una legge che presenta alcuni punti qualificanti: la soppressione del Cda sostituito da un amministratore unico affiancato da direttore generale, la previsione di un comitato territoriale di indirizzo composto da 5 persone (l’assessore dell’Ambiente affiancato da quattro sindaci). Rispetto ad altre agenzie, ha osservato Solinas, «emerge la diversità di Forestas, che ha 6500 dipendenti, 300 sedi in tutta la Sardegna e solo 7 dirigenti ciascuno con 7/800 persone da coordinare, proporzione impossibile rispetto al resto del sistema Regione». Per quanto riguarda il contratto, ha concluso il consigliere del Pd, «che ora si articola su una parte nazionale più un integrativo regionale privatistico, si sono confrontare diverse proposte ma, alla fine, ha prevalso il mantenimento del modello attuale, sia per problemi di bilancio che di inquadramento normativo professionale, come per le categorie degli impiegati e dei lavoratori semestrali».

Per il relatore di minoranza, il consigliere Gianni Tatti (Udc Sardegna) ha evidenziato che il voto di astensione espresso dai consiglieri dell’opposizione significa in realtà «un giudizio ampiamente negativo, fatta eccezione per il riordino della materia forestale in cui la Sardegna aveva effettivamente un vuoto normativo». Non convince, ha affermato Tatti, « il nuovo modello di governance basato sull’Agenzia, che però nell’esperienza regionale è un organismo snello con una missione prevalentemente tecnica, per cui non si comprende perché nel nostro caso ci si voglia affidare ad un tandem formato da amministratore unico e direttore generale». Mi sembra, ha precisato, «una proposta ambigua, poco chiara e non adatta al raggiungimento dei risultati sperati; infatti lo stesso assessore aveva indicato inizialmente la necessità di un organo di indirizzo politico da affiancare al direttore generale salvo poi contraddire questi buoni propositi, dando vita invece ad una Agenzia regionale come ennesimo ente pubblico perciò inutile». Sarebbe stato meglio, secondo il consigliere dell’Udc, «mantenere l’attuale forma giuridica eliminando inutili costi di modifica e cambiando, invece, quello che c’era davvero da cambiare, cioè il contratto, perché ora si vuole perpetuare l’anomalia della legge istitutiva, che consente di non applicare la disciplina del pubblico impiego ma un regime privatistico; in poche parole, una riforma così mal congegnata si traduce in una mera operazione gattopardesca che cambia tutto senza cambiare niente».

Il consigliere Mario Floris (Misto) ha definito la relazione di maggioranza «molto ambiziosa ma poco aderente alla realtà, perché non si affronta il nodo vero, quello di trasformare l’Ente foreste da uno stipendificio ad un soggetto capace di auto sostenersi e produrre utili, con l’unica foglia di fico dell’eliminazione del Cda peraltro non in linea con la normativa nazionale che ne prevede il mantenimento in considerazione del numero dei dipendenti». Lo stesso Cal, ha ricordato Floris, «ha detto nel suo parere che si tratta di una riforma solo di facciata che senza toccare mentalità, obiettivi e risultati, risulta priva del necessario collegamento con scuola ed università per sviluppare nuova cultura ambientale e col settore turistico per integrare il tradizionale filone estivo». Viene poi totalmente disatteso, ha rilevato Floris, «il vero problema del personale, sottoposto a due contratti di cui uno solo sottoscritto in ambito regionale; in altri termini si sceglie di non scegliere, smentendo i tanti proclami di voler unificare il sistema Regione, e si ignorano le prospettive di un soggetto che dovrebbe diventare il motore economico delle zone interne, lo strumento migliore per difendere il territorio dal rischio idro-geologico per attuare una politica incisiva in materia di protezione civile». La politica, ha auspicato Floris, «deve quindi fare un passo avanti nel senso pubblicistico perchè non si può dire che il contratto di lavoro è prevalentemente agricolo, con tutto ciò che comporta; ora spendiamo 200 milioni ed arriveremo a 300 con un contratto fatto a Roma e pagato in Sardegna a piè di lista, mentre con il rinnovo dello stesso contratto è prevedibile una impennata incontrollata o dei conti o del contenzioso, in conclusione non siamo davanti ad una riforma ma ad un po’ polvere negli occhi, utile magari per trovare il solito docente universitario che non conosce la campagna».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha affermato che la legge contiene «alcuni punti apprezzabili però non mancano i punti critici a cominciare dal piano forestale ambientale in cui si lascia ogni decisione alla Giunta eludendo le competenze del Consiglio, competenze che invece deve mantenere perché già ora decide su tutti gli altri atti di pianificazione territoriale». Quanto all’amministratore unico, a giudizio di Tocco «occorre evitare il pericolo di un eccessivo accentramento, magari su un professore senza esperienza di gestione aziendale né specifica; sulla contrattazione, inoltre, si è persa una buona occasione per incidere positivamente sul contenzioso e su problemi che si trascinano da anni». Questi ed altri punti, ha concluso, «devono essere ulteriormente approfonditi per trovare la soluzione migliore».

Oscar Cherchi, sempre di Forza Italia, ha parlato di «un tentativo di riforma perché in materia di tutela del patrimonio ambientale la legge non propone contenuti innovativi ma si esaurisce nella delega attuativa di molti aspetti alla Giunta, passaggio che indebolisce l’impianto complessivo del provvedimento e rappresenta un modo surrettizio per togliere competenze al Consiglio e portarle nell’ambito della Giunta». La stessa trasformazione in Agenzia lascia molto perplessi, ha detto ancora Cherchi, «perché la gestione successiva si complicherà di molto a cominciare dal personale per il quale tutto rimane come era, senza nemmeno una garanzia di stabilità».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, in apertura, ha fatto i complimenti al relatore di minoranza che ha individuato «i veri nodi irrisolti della legge, ha messo a nudo le crepe da cui rischia di venir fuori l’ennesimo mostro giuridico, a conferma di un iter già iniziato male nel 2014, quando la Giunta approvò un disegno di legge per invitare il Consiglio ad approvare indirizzi generali in vista di nuovo disegno di legge per disciplinare la materia, la classica situazione del serpente che si morde la coda». Poi, ha ricordato Tedde, «una lunga serie di passi indietro fino ad arrivare allo schema attuale, molto simile al punto di partenza; ne è venuto fuori un pasticcio molto diverso dalla riforma vera di cui l’ente ha bisogno anche in campo culturale e sociale, un pasticcio che non cambia nulla, una rinfrescatina della materia che lascia le cose come stanno». Bisogna rivedere in modo radicale, ad avviso di Tedde, «la forma organizzativa e giuridica dell’ente, eliminando il tandem con cui la Giunta vuole mantenere un controllo assoluto sulla struttura con la solita logica accentratrice ed autoritaria, mentre il Governo nazionale dice che ci vuole un Cda in realtà complesse con organici di grandi dimensioni e, quanto alla Regione, basta ricordare i casi degli Ersu che con l’1 o il 2% dei dipendenti dell’ente foreste hanno i Cda di 5 membri ciascuno». Il parere negativo del Cal, ha concluso l’esponente di Forza Italia, «dice le cose come stanno ed auspica senza mezzi termini il ritiro della legge, certificando che soprattutto sul personale è mancato il coraggio di una vera riforma con equiparazione agli altri dipendenti della Regione, rimandando ad una contrattazione agricola cui la Regione non partecipa rinunciando a qualunque scelta».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha segnalato il rischio di un trasferimento di competenze dal Consiglio alla Giunta. «La potestà regolamentare passa, di fatto, dall’organo legislativo a quello esecutivo – ha detto Locci – delegare la materia alla Giunta è una scelta autonoma del Consiglio regionale perché su questo punto non esiste alcun riferimento normativo».

Secondo Locci, il rischio è che si svuoti l’Assemblea di competenze: «A questo punto possiamo decidere di autoregolamentarci e di snellire alcune procedure, evitando di richiedere pareri a organi come il Cal – ha proseguito il consigliere di minoranza – io credo invece che non si deve perdere di vista il quadro normativo generale e occorra difendere la dignità dell’Aula»

Luigi Crisponi (Riformatori) ha parlato di riforma “pasticciata” che replica quella che portò alla trasformazione dell’Azienda Foreste Demaniali in Ente Foreste.

«Da un prima lettura sembra non si possa parlare nemmeno di riforma – ha detto Crisponi – mancano i riferimenti all’educazione ambientale e all’attività didattica. Non c’è  un raccordo tra le filiere produttive e un collegamento con la parte imprenditoriale». Secondo Crisponi la legge porterà ad un ulteriore appesantimento delle procedure burocratiche per le autorizzazioni: «Fa specie che in molti articoli si chiami in causa il Corpo Forestale e di Vigilanza ambientale – ha sottolineato il consigliere dei Riformatori – questo ha un ruolo di polizia ambientale, l’Ente Foreste dovrebbe poter decidere in autonomia anche un processo autorizzativo».

Da rivedere, secondo Crisponi, anche la norma che prevede la sospensione delle licenze alle aziende turistiche e agrituristche per il mancato rispetto di alcune prescrizioni antincendio: «E’ una sanzione in eccesso – ha affermato Crisponi – la norma non tiene conto che tutte le attività turistiche sono già sottoposte all’autorizzazione antincendi». Crisponi ha poi fatto notare la difficile attuazione della disposizione che assegna a Forestas il compito di provvedere al decoro degli spazi verdi pubblici. «Mi dite un paese dove l’Ente Foreste ha contribuito ad abbellire e ingentilire i luoghi? Dove si può ammirare un filare di alberi, un prato verde, uno spazio ombreggiato realizzati dall’Ente?».

L’esponente della minoranza ha poi concluso il suo intervento invitando l’assessore a tenere conto dei costi per i nuovi simboli da mettere sui mezzi e sugli equipaggiamenti che passeranno dall’Ente Foreste a Forestas. «Quanto costerà la riproposizione del nuovo logo di Forestas su giubbetti, automezzi e tutta una segnaletica che accompagna attualmente l’Ente Foreste – ha chiesto Crisponi  – ci vorrà tanto denaro, una parte la si destini alla valorizzazione del simbolo della Sardegna che oggi manca totalmente nei mezzi del Corpo forestale e di vigilanza ambientale».

Secondo Gigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, il disegno di legge è “restrittivo, sanzionatorio e punitivo, in altre parole inapplicabile”.

«La soppressione dell’Ente Foreste a favore di Forestas viene fatta in nome della razionalizzazione della spesa e dei principi di efficienza ed efficacia della pubblica amministrazione – ha detto Rubiu – le vere intenzioni sono invece l’accentramento e il totale controllo degli spazi finora gestiti dagli enti regionali».

Rubiu ha poi criticato la decisione di commissariare l’Ente Foreste: «Sfugge ancora oggi la ragione di quel provvedimento – ha proseguito Rubiu – così come non si capisce la mancanza di investimenti sul personale. L’attuale contratto è inadeguato sia dal punto di vista salariale che da quello normativo».

Bocciata infine la composizione della Consulta regionale per le politiche forestali (art. 12): «E’ costituita da dieci elementi, otto dei quali nominati dalla politica e quindi controllabili – ha concluso Rubiu – questo è il disegno di legge dei buoni propositi che non entra mai nel merito e non indica le risorse finanziare da destinare all’Agenzia».

Conclusi gli interventi, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta per la replica.

L’assessore all’ambiente Donatella Spano ha difeso l’impianto del provvedimento: «Ho sentito con attenzione la relazione della Commissione e tutti gli interventi – ha esordito Spano – non tutto è stato colto del contenuto e dell’importanza del Dl. Ho notato in alcuni interventi anche momenti di confusione quando si è parlato di Ente Foreste e Corpo Forestale. Sono due entità diverse che il Dl mette insieme sinergicamente. La nuova disciplina per l’Agenzia Forestas crea un ruolo di coesione ed efficienza con le altre strutture della Regione».

Secondo Spano la riforma consentirà di coprire un vuoto legislativo: «La Sardegna si mette al passo delle altre regioni con una legge che si basa sui principi della normativa comunitaria e nazionale – ha detto l’assessore – questo non significa che non si è tenuto conto delle specificità del patrimonio sardo e di ciò che consente di fare lo Statuto di autonomia in materia»

Spano ha poi ricordato che in Sardegna ci sono un  milione e 200mila ettari di foresta, un valore superiore alla media nazionale. «Si tratta di terreni pubblici e privati con un modello di gestione esclusivamente pubblico. Questo modello non è in grado di garantire l’efficacia e l’efficienza delle risorse. Si punta a un mutamento culturale e sociale. L’obiettivo è la tutela del pubblico e la promozione del privato».

L’assessore ha poi evidenziato alcuni aspetti che, a parere della Giunta, introdurranno elementi innovativi come la pianificazione e la programmazione forestale e la semplificazione delle procedure autorizzative a favore dei cittadini.

Altro aspetto positivo riguarderà la lotta agli incendi: «Il Dl – ha concluso l’assessore – chiarisce la composizione del sistema regionale per coordinare meglio le attività di prevenzione e di contrasto degli incendi. La Regione Sardegna, prima in Italia per superfici forestate, punterà sul concetto di multifunzionalità del bosco».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 32 voti a favore e 17 contrari.

Il presidente ha dichiarato tolta la seduta ed ha convocato il Consiglio per domani, mercoledì 20 aprile, alle 10.30, mentre la Quarta commissione si riunirà domani alle 9.30 per il parere sugli emendamenti.

 

 

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Edoardo Tocco 55

«La cancellazione delle guardie mediche potrebbe diventare una realtà difficile da arginare anche in Sardegna, a causa dell’applicazione della disposizione approvata dal Governo in seguito al rinnovo della convenzione con i medici di medicina generale. L’auspicio è che la Regione si possa muovere per preservare il servizio sanitario in ambito isolano, salvaguardando i presidi notturni ed evitando la perdita di importanti posti di lavoro per i giovani.»

Il grido d’allarme è arrivato dal consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) nel corso della seduta della commissione sanità nel palazzo di via Roma. La novità riguarda il servizio garantito dai medici, che sarà operativo dalle 8.00 alle 20.00, salvo poi passare nelle ore notturne attraverso le aggregazioni territoriali funzionali che mettono insieme la rete del 118. Una criticità non da poco in Sardegna.

«Proprio così – conclude Tocco – perché il disegno è calato su una realtà diversa rispetto al resto della Penisola. Non solo. Il pericolo è la soppressione delle guardie mediche e il sovraffollamento dei pronto soccorso. Ecco perché l’esecutivo deve contrastare il nuovo modello con il coinvolgimento dei sindacati di categoria, per tenere in vita i servizi di assistenza notturna sui diversi territori.»

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L’assessore della Sanità Luigi Arru, ha presentato oggi in VI commissione la proposta di riorganizzazione delle rete ospedaliera formulata dalla Giunta. L’assessore ha illustrato le linee principali della proposta che, in un documento di 40 pagine ricco di dati e tabelle, analizza situazioni attuali e prospettive della sanità sarda, con puntuali riferimenti alle specificità della Regione rispetto al quadro nazionale.

«La Sardegna – ha dichiarato in apertura Arru – è dal punto di vista sanitario una Regione autosufficiente per il 95% della domanda di servizi ed assistenza, con una mobilità extra – regionale molto bassa e concentrata su alcune specializzazioni riguardanti l’oncologia e la pediatria».

E’ però una Regione con un territorio molto vasto ed una densità di popolazione scarsa, fatta eccezione per le due grandi aree urbane del Nord e del Sud, con una rete di collegamenti interni insufficiente ed incompleta.

«I posti letto complessivi sono 5.901 ripartiti fra 11 aziende e 39 strutture (pari al 3.55% ogni 1.000 abitanti rispetto ad una media nazionale del 3.7) ma la caratteristica peculiare della Sardegna è lo squilibrio molto significativo fra quelli destinati ai pazienti acuti e quelli assegnati ai post-acuti, dato che fa emergere la tendenza accentratrice dell’ospedale; infatti, con 165 ricoveri ogni 1.000 abitanti la nostra Regione registra una percentuale superiore di 5 punti al dato nazionale, tendenza rafforzata dagli accessi ai reparti di Pronto Soccorso che per il 70% sono codici bianchi e verdi.»

L’ospedale, in altri termini, assorbe in modo inappropriato una quota elevatissima di domanda di salute che, a giudizio dell’assessore, occorre correggere con una inversione di tendenza in grado di spostare l’attuale equilibrio verso le cure dedicate ai pazienti post-acuti, “con una assistenza uniforme di alta efficienza assicurata da team professionali in grado di spostarsi sui territori e lavorare in situazioni cliniche e operatorie a qualità costante.»

«Per raggiungere questi obiettivi – ha aggiunto – occorre rimuovere alcune criticità come la presenza di doppi e tripli servizi (dovranno essere eliminate ben 64 strutture complesse), le dimissioni post-ospedaliere senza una precisa indicazione di come e dove proseguire le terapie (le cosiddette cure intermedie) ed i tempi eccessivamente lunghi per i trattamenti di radio-terapia, che invece devono essere tempestivi e rispetto alle attuali 3 strutture hanno bisogno di una agenda di prenotazioni unificata.»

«I dati della nostra analisi – ha detto ancora Arru – non sono parametri astratti ma elementi con i quali si può assicurare il miglior esito per il paziente, cosa che in Sardegna non sempre avviene, ad esempio nei casi di carcinoma alla mammella e dell’infarto del miocardio che richiede un intervento al massimo entro 90 minuti, che solo 10 delle nostre strutture possono garantire.»

Luigi Arru si è poi soffermato sulla complessa questione dei punti-nascita, dopo aver ricordato i dati demografici negativi della Sardegna su natalità ed età media delle donne, molto distanti dalla media nazionale. «A fronte dei 1.000 parti l’anno – ha spiegato – soglia di sicurezza indicata dalla normativa nazionale secondo i parametri dell’organizzazione mondiale della Sanità, in Sardegna abbiamo una deroga significativa fissata a 500 parti (con le strutture di Alghero ed Ozieri abbastanza vicine a questo dato) ed altre con circa 200 difficilmente sostenibili».

«In definitiva – ha concluso – la nuova rete ospedaliera dovrà essere articolata su 3 macro-aree: concentrazione di tutti i servizi nelle strutture complesse per il trattamento degli acuti, attivazione delle case della salute per i servizi destinati ai post-acuti, revisione della distribuzione delle Residenze sanitarie assistite.»

Al termine della relazione dell’assessore la commissione ha aggiornato i suoi lavori, per poter predisporre un calendario di audizioni compatibilmente con i lavori del Consiglio.

Sono stati rinnovati, infine, i due segretari: Luigi Ruggeri del Pd ed Edoardo Tocco di Forza Italia.

Luigi Arru 4 copia

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Il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) sollecita l’approvazione di una nuova legge per l’edilizia, con opportuni aggiustamenti alle norme approvate nell’ultima stesura del piano casa con misure che hanno bloccato il settore. A certificare la spirale negativa – sottolinea Tocco – i dati dell’associazione nazionale costruttori edili che hanno reso noto la contrazione dell’occupazione con una riduzione pari al 15,8 per cento. Una delle cause dei dati in rosso è legata al mancato rinnovo del piano casa, così come previsto prima dell’ultima legge edilizia. Un disegno che è stato riproposto con delle modifiche alla normativa approvata lo scorso aprile: «Si tratta di un progetto che di fatto ha imbrigliato il settore edilizio, con vincoli troppo restrittivi che non incoraggiano certo gli investimenti».

Edoardo Tocco ha rimesso in pista una serie di provvedimenti tesi al rilancio dell’edilizia: «Sin dallo scorso ottobre abbiamo presentato un progetto per ridare ossigeno al settore, con la cancellazione di alcune strettoie burocratiche che frenano lo sviluppo del comparto. Non è più pensabile assistere ad un immobilismo del mercato delle costruzioni. Occorre uno strumento innovativo – conclude Tocco – che possa portare una ripresa dell’edilizia, con nuovi investimenti capaci di produrre nuova occupazione».

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Ospedale Brotzu Cagliari2

Il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco solleva dubbi sulla validità del progetto della Giunta regionale di istituire una Asl unica per tutta la Sardegna, ritenendolo un disegno troppo accentratore.

Edoardo Tocco invita a meditare «su un progetto che rischia di mettere in pericolo i servizi e l’assistenza in molti territori dell’interno isolano, dando vita ad un regno in mano ad una sola persona con un disegno accentratore e verticistico senza logica». La peggiore eredità che potrebbe riflettersi sul contenitore unico della medicina sarda è il deficit del comparto sanitario.

«La riorganizzazione è complicata dal fatto che si vogliono riunificare realtà tra loro diverse, senza tenere conto il pesante fardello economico che ogni azienda sanitaria si porta dietro – aggiunge Edoardo Tocco -. Pensiamo che prima di passare ad un accorpamento delle Asl ci sia necessità di percorsi diversi, rimettendo in ordine i conti.»

Un programma che prevede – nelle idee dell’esponente degli azzurri – i piani per le emergenze. «Una manovra che dovrebbe consentire ai territori -conclude Tocco – di avere sempre dei presidi e degli strumenti disponibili per tutte le questioni più delicate. Non vorremmo che il disegno della Asl unica si traducesse nello smantellamento dei complessi sanitari nei centri minori con squilibri tra i distretti e ripercussioni negative per le fasce deboli della popolazione». 

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Daniele Secondo Cocco

Il capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà in Consiglio regionale, Daniele Secondo Cocco, 54 anni, sindaco di Bottidda, piccolo comune della provincia di Sassari, è una nuova vittima degli attentati ai danni di amministratori pubblici. Nella notte tra lunedì e martedì sono stati sparati alcuni colpi di pistola contro la sua abitazione e lanciato una bottiglia molotov nel cortile. Fortunatamente né Daniele Cocco né i componenti della famiglia si trovavano fuori casa per le festività pasquali ed hanno scoperto l’accaduto al loro rientro. Daniele Cocco ha escluso che l’accaduto possa essere collegato alla sua attività di sindaco, sottolineando che qualora avesse dei dubbi al riguardo, rassegnerebbe le dimissioni.

Numerose le attestazioni di solidarietà giunte a Daniele Cocco nelle ultime ore, ad iniziare da quelle del presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau.

«Siamo vicini a Daniele Cocco, al quale abbiamo espresso oggi per telefono tutta la solidarietà della Giunta regionale – ha detto Francesco Pigliaru -. Ancora una volta, abbiamo avuto modo di apprezzare la forza d’animo che contraddistingue i nostri amministratori, troppo spesso bersaglio di inaccettabili intimidazioni, estese anche alle loro famiglie. Ma non possiamo e non dobbiamo fermarci alle parole. Da tempo siamo consapevoli che non bastano per combattere la vigliaccheria che contraddistingue gli attacchi ai nostri rappresentanti delle istituzioni, che si trovano a dover amministrare il bene pubblico in condizioni di inammissibile rischio.»

«Se da un lato non ci stanchiamo di esprimere la nostra forte e decisa condanna, così come di pretendere che lo Stato non arretri dai nostri territori, dall’altro lavoriamo per prevenire e dissuadere. Nelle azioni che stiamo mettendo in campo per l’Agenda digitale, insieme alla banda ultralarga che raggiungerà 313 Comuni, sono già partiti i progetti per la rete di videosorveglianza in 80 Comuni e 6 Unioni di Comuni. Saranno realizzati impianti per il monitoraggio del territorio con connessione dei Comuni al nodo di controllo tramite la Rete telematica regionale. Sappiamo che nei territori dove la videosorveglianza è ben organizzata si è registrata una sensibile diminuzione della criminalità – ha concluso il presidente della Regione – e questo intervento ci darà maggiori garanzie di sicurezza e legalità.»

«Massima solidarietà all’amico e collega Daniele Cocco. A lui e alla sua famiglia arrivi la vicinanza dell’intera Assemblea sarda – ha detto da parte sua il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau -. La notizia colpisce e sconcerta anche per la frequenza con la quale ormai quasi quotidianamente e in questo caso addirittura in contemporanea, avvengono episodi criminali di questo tipo. Bene hanno fatto i parlamentari sardi che proprio a pochi giorni dall’attentato al vicesindaco di Belvì hanno deciso di scrivere direttamente al ministro Alfano e al presidente Grasso. Occorre ora senza più alcuna esitazione un fronte comune che coinvolga direttamente parlamentari sardi, deputati e senatori, la Giunta e l’intera Assemblea sarda. Servono risposte immediate – ha concluso il presidente Ganau – per le quali la Sardegna e i suoi amministratori non possono più aspettare. Bene l’Osservatorio attivato dal Ministro Alfano, ma occorrono risorse mezzi e uomini per consentire di individuare i colpevoli e azioni mirate a promuovere seriamente una cultura delle legalità.»

«Stanno colpendo la politica onesta e pulita. Per questo esprimo piena solidarietà al sindaco di Bottida e consigliere regionale Daniele Cocco e alla sua famiglia, per il vile atto intimidatorio di cui sono state vittime – ha detto il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI) -. Stanno colpendo in primo luogo i primi cittadini, i primi portatori del malessere sociale, per tentare di minare le fondamenta democratiche della Sardegna. Sono certo che il sindaco e consigliere regionale Cocco non si lascerà certo intimorire e continuerà senza tentennamenti la sua azione amministrativa nell’interesse della sua comunità. Come forza politica siamo impegnati a contrastare questi fenomeni, da oggi lo faremo con maggiore impegno, sollecitando un aumento di risorse per gli enti locali da parte del Governo.»

«E’ un atto grave contro il primo cittadino democraticamente eletto, nonché rappresentante delle istituzioni regionali, cui va la solidarietà del gruppo Udc Sardegna – ha detto il capogruppo dell’UDC Gianluigi Rubiu -. Il gesto intimidatorio che ha subito il primo cittadino non può che scuotere ed interrogare il panorama politico regionale che deve condannare senza tentennamenti l’escalation criminale. I sindaci ed i consiglieri comunali sono il primo fronte istituzionale che devono fare da argine ad una crisi economica sempre più strisciante. L’auspicio è che il Governo possa assegnare nuove risorse agli enti locali per porre rimedio a questo malessere. Il consigliere Cocco non deve certo arrendersi di fronte a questo gesto, ma perseguire nel percorso di legalità intrapreso nel suo mandato.»

«A nome mio e del Gruppo Popolari Cristiano Socialisti – ha detto Pierfranco Zanchetta – esprimo tutta la solidarietà umana e politica a Daniele Cocco, Sindaco e Consigliere regionale, per il barbaro e vile gesto intimidatorio perpetrato nel buio dell’anonimato contro la sua abitazione. Come rappresentante delle istituzioni ritengo però che dobbiamo andare oltre le dovute espressioni di solidarietà verso Daniele Cocco e i tanti amministratori locali che, colpiti da attentati e oggetto di minacce, continuano a svolgere il loro mandato in solitudine, senza protezione e risposte da parte dello Stato.»

«Oltre agli interventi conseguenti e al rafforzamento dei presidi delle forze dell’ordine, Giunta e Consiglio regionale della Sardegna, assieme ai rappresentanti delle forze politiche, dobbiamo pretendere dallo Stato risposte concrete che non possono più continuare ad essere tagli di servizi essenziali e abbandono dei nostri Comuni. Ridimensionamento e chiusura di scuole, biblioteche, strutture sanitarie, uffici postali, giudiziari, favoriscono l’allontanamento dalle istituzioni e l’indebolimento del tessuto sociale, come purtroppo dimostra il reiterarsi di attentati e intimidazioni che colpiscono i Sindaci,  organi dello Stato e primi e più esposti rappresentanti delle Istituzioni democratiche. Un’autorevole azione nei confronti dello Stato per rivendicare una maggiore attenzione verso i diritti della nostra Regione – ha concluso Pierfranco Zanchetta – è la giusta risposta a chi nell’ombra dell’anonimato vuole colpire le basi stesse della nostra democrazia.»

Il Gruppo Sovranità, Democrazia a Lavoro in Consiglio regionale ha condannato fermamente il vile atto intimidatorio di cui è rimasto vittima l’onorevole Daniele Cocco, ed esprime la piena solidarietà al consigliere di Sel e sindaco di Bottidda. «Davanti ad atti ignobili come questi – ha detto il capogruppo Roberto Desini – è importante che le istituzioni non arretrino di un passo nella loro attività amministrativa e che la società civile non volga lo sguardo da un’altra parte. Tutti abbiamo il dovere morale, istituzionale e umano, di stare il più vicino possibile al collega Cocco e incoraggiarlo affinché continui ad amministrare come ha sempre fatto, con serietà e onestà. Non sarà mai solo».

«A nome mio e del gruppo che rappresento esprimo solidarietà al collega Daniele Cocco oltre che grande sconcerto e preoccupazione per il grave atto  intimidatorio nella sua abitazione di cui è stato vittima – ha detto Pietro Cocco, capogruppo del Partito Democratico -. Purtroppo, questo vile gesto è solo l’ultimo di una serie di episodi criminosi contro Sindaci e Amministratori la cui portata non può più essere sottovalutata. Un gesto riprovevole da condannare con fermezza che colpisce le persone anche nella libertà individuale e nella sfera privata – ha concluso Pietro Cocco – ma che aldilà dello sdegno non fermeranno la voglia di lottare a servizio delle Comunità.» 

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Il Consiglio regionale ha approvato la Manovra finanziaria 2016-2018. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo la formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’art. 12 (entrata in vigore) del Dl n. 297 (disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2016 e per gli anni 2016-2018 – Legge di Stabilità 2016 e relativi allegati).

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha riferito di una notizia di stamane, ancora ufficiosa, relativa allo spostamento del prossimo G7 a Taormina, affermando che tale notizia «introduce non soltanto la rappresentazione di uno senario nuovo ma di un film già visto come già accaduto nel 2009». La questione, ha proposto, «deve quindi essere ripresa ed affrontata nella prossima riunione del Consiglio, con un documento dell’Assemblea che eserciti il massimo della pressione sul Governo nazionale per scongiurare questa ipotesi».

Il presidente della commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Intervenendo nella discussione generale il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ricordato che «l’opposizione ha provato a cambiare la manovra a cominciare da entrate e fisco, materie su cui pesa il peccato originale di una vertenza non risolta, mentre sarebbe stata auspicabile una battaglia bi-partisan contro con Governo nazionale che certamente non è vicino alla Sardegna». Nei fatti, ha poi osservato, «la manovra vincola pesantemente la spesa della Regione con accantonamenti e riserve e lo stesso pareggio di bilancio non si è tradotto in una maggiore capacità di spesa, anzi ci sono meno investimenti e più debiti». Occorreva perciò, ha sostenuto ancora la Zedda, «una strategia completamente diversa, perché così la finanziaria non ha un’anima, non è utile alla Sardegna, non apre spazi per lo sviluppo, confinando temi come lavoro e attività produttive in un ruolo marginale affidato al rinvio a fondi comunitari con stanziamenti regionali del tutto insufficienti». La maggioranza, ha lamentato l’esponente di Forza Italia, «ha respinto la linea del confronto ignorando le enormi criticità  di una sanità affidata ai commissari che registra continui aumenti di spesa e quelle di una legge di riordino degli Enti locali non sarà a costo zero; fra poco tutti questi nodi e molti altri come sicurezza, lotta alle povertà e al dissesto idro-geologico, verranno al pettine e, ancora una volta, saranno i cittadini sardi a pagare il conto».

Il consigliere Edorardo Tocco (Forza Italia) ha parlato di una «finanziaria povera e priva di una strategia forte di una maggioranza che sta amministrando ma non governando la Regione, dove non c’è nessuna risposta a tanti territori martoriati, ad una economia che soffre, a tantissimi lavoratori che quasi ogni giorno protestano davanti ai palazzi delle istituzioni». La sanità, ha aggiunto, «è il simbolo delle riforme mancate che causano profondo malessere dei cittadini, perché i commissari fanno quello che vogliono e praticano le politiche di sempre: ricorso alle agenzie interinali e aumento delle consulenze, in una sorta di tavola imbandita per gli amici degli amici». Nell’economia, Tocco si è espresso in modo molto critico sulla situazione dei trasporti «a dimostrazione della cronica incapacità di programmare, mentre il sistema regionale appare sempre più lontano dall’industria delle solite vertenze bloccate, dal turismo, artigianato e commercio, settori questi ultimi il cui abbandono emerge ora con maggiore evidenza dopo la chiusura della Fiera campionaria della Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha criticato in modo radicale la finanziaria che, a suo giudizio, «è solo un lungo elenco di attese, promesse mancate, impegni traditi, annunci e provvedimenti virtuali mentre la Sardegna attendeva concretezza ed è costretta ad assistere alla solita politica del rinvio, sulle grandi questioni come sulle piccole cose». Peru ha poi passato in rassegna alcune situazioni che, più altre, rappresentano le maggiori lacune della manovra: il ripristino della Rotonda di Platamona nel litorale sassarese, l’intervento per le popolazioni colpite dalle alluvioni qualcosa si farà, il cosiddetto reddito di inclusione bocciato dalla stessa maggioranza, l’esclusione del litorale di Platamona dalla pianificazione della Giunta, il blocco di 2 milioni di investimenti per l’albergo diffuso, il mancato intervento contro l’erosione delle coste, il rinvio ad una futuribile legge nazionale della disciplina della rete metropolitana di Sassari, mentre il sindaco di Cagliari è già sindaco metropolitano dopo appena un mese, la cancellazione dei vettori low cost dal trasporto aereo regionale, l’istituzione della zona franca a Lampedusa mentre in Sardegna non c’è nessuna certezza, l’abbandono dei lavoratori delle società in house, dei dipendenti della San Giovanni Battista da mesi senza stipendio e dei disabili del progetto lavorabile che non hanno avuto nessuna risposta. Dopo tutti questi esempi, ha concluso Peru, «la finanziaria risulta superata prima ancora della sua entrata in vigore; la Sardegna e i sardi avranno la pazienza di aspettarvi al varco».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sostenuto fra l’altro che «la finanziaria non ha ragione di entrare in vigore, è la peggiore degli ultimi decenni, è insufficiente e deludente, disastrosa, piena di intrusioni e forzature finalizzate ad accontentare qualcuno del centro sinistra ma non la Sardegna, le imprese e le famiglie della nostra Regione». In altre parole, ha continuato Tedde, «non si fa che ripercorrere la strada sbagliata già seguita in occasione della riforma degli Enti locali e, a questo punto, «se ci volevano i professori per fare tutto questo meglio utilizzare qualche semplice collaboratore o addirittura i bidelli per avere gli stessi risultati o forse migliori». La sanità, ha aggiunto Tedde, «è ormai lasciata totalmente in mano ai commissari che fanno i governatori con poteri assoluti che esercitano spesso occupandosi di primariati e consulenze.  Desini dice che la sanità è una schifezza e ha ragione». In materia di Enti locali, ha concluso il vice capogruppo di Forza Italia, «la finanziaria se la cava in appena due righe saltando le compensazioni per la rete metropolitana di Sassari più volte annunciate e sorvolando sulle ripetute violazioni della legge Delrio». Il riequilibrio fra i diversi territori della Sardegna, ha concluso il consigliere, «sarà comunque inevitabile perché neanche il sud Sardegna ce la può fare da solo, mentre tutta la Sardegna naviga a vista senza bussola, anche su problemi strategici come continuità territoriale e trasporti».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha parlato di una «finanziaria della quaresima, dei digiuni e dei sacrifici ma il brutto è che dopo non ci sarà resurrezione, perché siamo davanti ad un documento privo di cuore di anima, di progetto, di idee, con la Sardegna condannata a navigazione in un mare in tempesta che non ci porterà lontano». L’elenco delle criticità non risolte, ha ricordato Rubiu, «è praticamente infinito, dalla fuga dei vettori low cost al monopolio Tirrenia, dalla sanità con le continue manifestazioni di amministratori, cittadini, pazienti e categorie». Soffermandosi ancora sulla programmazione sanitaria, il capogruppo dell’Udc ha espresso forti preoccupazioni sull’ipotesi della Asl unica mentre, ha detto, «è necessario evitare le ennesime marginalizzazioni e gli isolamenti geografici che inevitabilmente si traducono in isolamenti di servizi». Il lavoro, ha inoltre lamentato il consigliere di opposizione, «è il grande problema dimenticato da questa finanziaria, non ci sono strategie, investimenti e attenzione neanche nei confronti delle situazioni più critiche; abbiamo passato le recenti festività feste ai cancelli Alcoa chiusa ormai da 4 anni e non ci sono soluzioni, si sta solo lasciando scorrere il tempo in modo umiliante e vergognoso». Anche le speranze su una ripresa della nostra agricoltura, ha concluso Rubiu, «sono state tradite; molte Regioni hanno già pubblicato i bandi per l’imprenditoria giovanile che assegnano contributi fino a 50.000 per i giovani con meno di 40 anni, mentre noi siamo arrivati per ultimi e, nonostante i soliti fiumi di parole che vengono smentite dai fatti, siamo ancora la cenerentola dell’Italia».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il testo dell’art.12, che il Consiglio ha approvato con 26 voti favorevoli e 16 contrari. A seguire è stato approvato anche il documento esplicativo del “Risultato di amministrazione presunto al 31 dicembre del 2015”.

Subito dopo è iniziato l’esame del documento di bilancio “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 (Legge di stabilità 2016) e della Tabella A, contenente  gli “Importi da inserire in bilancio relativamente a rifinanziamenti di legge regionali di spesa”.

La commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati e, successivamente, il Consiglio ha approvato il testo.

Respinti tutti gli emendamenti dell’opposizione, è stato approvato soltanto il n.764 (Sabatini e più) che rifinanzia per il 2016 con 150.000 euro gli interventi previsti dalle legge regionale 6/12 in materia di “Formazione professionale di non vedenti e portatori di handicap”.

Successivamente l’Assemblea ha iniziato l’esame della Tabella B relativa alle “Riduzioni di autorizzazioni legislative di spesa regionali”.

La commissione Bilancio e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Il Consiglio ha poi respinto gli emendamenti proposti dalla minoranza ed approvato gli emendamenti soppressivi parziali n. 768 (Sabatini e più – finanziamento di 100.000 euro agli Enti locali che gestiscono siti Unesco in base alla legge 3/09), 765 (Sabatini e più – finanziamento di 80.000 per le attività di ricerca previste dalla legge regionale 5/2015), 767 (Sabatini e più – finanziamento di 50.000 euro all’Istituto Camillo Bellieni di Sassari, previsto dalla legge regionale 1/11) e 766 (Sabatini e più – finanziamento di 100.000 euro a favore delle Federazioni di associazioni sarde dei disabili, in base alla legge 1/09) e 769 (Sabatini e più – finanziamento di 300.000 euro alle aziende vivaistiche in base alla legge regionale 5/15).

Il Consiglio regionale ha poi approvato anche il testo della Tabella B.

Il presidente Ganau ha quindi annunciato l’esame della Tabella “C” ed ha proceduto con l’elencazione degli emendamenti presentati e come da prassi il relatore della maggioranza, Franco Sabatini, ha dichiarato il parere della commissione, a cui è seguito il parere “conforme a quello espresso dalla commissione” della Giunta.

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha accettato l’invito del relatore della giunta ed ha ritirato gli emendamenti n. 730 e 731 di cui era unico firmatario. Posto in votazione l’emendamento 732 (Sabatini e più) che aumenta da 200 mila a 250 mila euro la posta per lo sportello linguistico regionale, è stato approvato con parere favorevole della giunta e della commissione. Di seguito sempre con parere favorevole di commissione e Giunta è stato approvato l’emendamento n. 770 (Sabatini e più) che rimodula gli importi destinati nel triennio all’istituto Euromediterraneo di Tempio. Quindi il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha accolto l’invito al ritiro per l’emendamento n. 581 e l’Aula ha approvato il testo della Tabella “C”.

Con successive e distinte votazioni, il Consiglio non ha approvato i seguenti emendamenti aggiuntivi, sui quali commissione e giunta avevano espresso parere negativo: n. 367 che ha comportato la decadenza dell’emendamento 368; nn. 369; 370; 371; 372; 373; 374; 375; 376; 377; 378; 379 e 380.

Annunciata la votazione dell’emendamento aggiuntivo n. 381 il presidente ha ricordato l’invito al ritiro dell’emendamento all’emendamento n. 381. Il firmatario del 381, il consigliere della maggioranza, Augusto Cherchi (SdL), ha ricordato il contenuto della proposta emendativa ed ha ribadito la necessità di incrementare le risorse per la prevenzione delle malattie croniche. «Sono però disponibile a valutare il ritiro dell’emendamento – ha concluso Augusto Cherchi – qualora l’assessore della Sanità fornisca opportune rassicurazioni sull’argomento». Il primo firmatario dell’emendamento n. 381, il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha illustrato la sua proposta di modifica della tabella “C” con l’incremento fino ai 900 mila euro degli stanziamenti per coloro che sono affetti da neoplasia maligna.

L’assessore Luigi Arru, è intervenuto per confermare l’attenzione e l’impegno della giunta e dell’assessorato della Sanità sul tema della prevenzione delle malattie croniche e il consigliere Augusto Cherchi ha accordato il ritiro dell’emendamento all’emendamento n. 825. Posto in votazione, con parere contrario della commissione e della giunta non è stato approvato (31 no, 17 sì) l’emendamento n. 381 e di seguito, con medesimo parere negativo, non sono stati approvati gli emendamenti aggiuntivi nn. 382; 383 e 384.

Il presidente ha quindi annunciato l’esame e la discussione della Tabella “D” ed ha elencato gli emendamenti presentati a cui è seguito il parere della commissione (Franco Sabatini, Pd) e quello della Giunta che l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha espresso in conformità con quello della commissione.

L’Aula ha quindi proceduto con l’approvazione (parere favorevole della commissione e della giunta) dell’emendamento sostituivo parziale n. 771 (Sabatini e più) che posta 6.5 milioni di euro per il 2016, 4. Milioni per il 2017 e 2018 per l’aumento e la valorizzazione del patrimonio boschivo.

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha quindi dichiarato di accogliere l’invito al ritiro dell’emendamento n. 773 e il consigliere del Pd, Roberto Deriu, è intervenuto sull’emendamento sostitutivo totale n. 804 (Sabatini e più) che emenda il sostitutivo parziale n. 772 (Sabatini e più), per evidenziarne l’opportunità e il significato politico: «E’tra i più significativi a favore del pacchetto università». Approvato, con parere favorevole, il sostitutivo totale 804 sono decaduti gli emendamenti 772 e 582. Sull’emendamento n. 773 (Sabatini e più) che stanzia 6.750.000 euro per il 2016 e 5.750.000 per ciascuno degli anni 2017 e 2018, al Teatro Lirico di Cagliari, è intervenuta la consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, per rimarcare “l’inconsistenza dello stanziamento” e ricordare che “il Teatro Lirico rappresenta la più grande industria della cultura in Sardegna”. Posto in votazione, con parere favorevole della commissione e della Giunta, l’emendamento 773 è stato approvato.

Approvato, con parere favorevole della commissione e della giunta, l’emendamento all’emendamento n. 803 (Sabatini e più) che sostituisce parzialmente l’emendamento n. 583 (Piscedda e più) che stanzia 6.250.000 euro per la promozione e la diffusione della ricerca scientifica (L.R. 7\2007). Quindi l’Aula ha dato il via libera al 583.  

Annunciato l’esame e la votazione dell’emendamento n. 385, il consigliere della maggioranza, Augusto Cherchi (Sdl) è intervenuto sull’emendamento all’emendamento n. 826, per spiegarne al finalità, dopo l’invito al ritiro formulato dalla commissione e dalla giunta. Augusto Cherchi ha quindi rimarcato l’opportunità di incrementare da 400mila a 800mila gli stanziamento a vantaggio dei cosiddetti “ex esposti all’amianto”. Il consigliere di Sdl ha quindi chiesto rassicurazioni all’assessore della Sanità prima di valutare l’opportunità di procedere con il ritiro della proposta emendativa. Il consigliere di Forza Italia, Edoardo Tocco, ha dichiarato pieno sostegno all’emendamento del consigliere Augusto Cherchi ed ha preannunciato la volontà del gruppo di fare proprio l’emendamento n. 826.

L’assessore della Sanità ha dichiarato l’attenzione della Giunta per le azioni di prevenzione a favore degli “ex esposti all’amianto”. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha quindi fatto proprio l’emendamento 826 che il consigliere Augusto Cherchi aveva ritirato e l’Aula ha proceduto con la votazione che ha registrato il seguente scrutinio: presenti 41, favorevoli 20, contrari 21.

Dichiarato inammissibile, per mancanza di copertura finanziaria, l’emendamento n. 385, il presidente del Consiglio ha dichiarato concluse le votazioni sulla legge di stabilità 2016 e si è passati all’esame e alle votazioni del bilancio. (A.M.)

L’Aula è quindi passata all’esame del DL 298/A “Bilancio di previsione per l’anno 2016 e bilancio pluriennale per gli anni 2016-2018”. I primi otto articoli del provvedimento sono stati approvati in rapida successione per alzata di mano. Sull’articolo 9, il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’emendamento all’emendamento n. 69 che chiedeva la revoca dei finanziamenti ai comuni per la realizzazione di opere e infrastrutture in caso di mancato rispetto del crono programma di spesa stabilito dalla legge 9 del 2015.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario e espresso forti critiche alla Giunta e alla maggioranza: «Il modus operandi non sta cambiando. Tutti gli emendamenti sono una riscrittura del documento di bilancio che ci è stato consegnato – ha attaccato Zedda – questo non è corretto, è un modo di legiferare schizofrenico, d’ora in poi provate a scrivere correttamente le leggi». Messo in votazione, l’emendamento n. 69 è stato approvato.

Successivamente sono stati approvati, per alzata di mano e senza discussione, i restanti 13 articoli del provvedimento.

Si è poi passati all’esame dell’Allegato 1 – Prospetto 9/1. Il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti nn. 30, 45 e 51 presentati da Giunta e maggioranza che sono stati approvati

Via libera anche al prospetto 9/2 “Riepilogo generale delle entrate per titoli”

Sul 9/3, “Prospetto delle spese di bilancio per missioni, programmi e titoli”, il presidente Ganau, sentiti i pareri sugli emendamenti di Commissione e Giunta, ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha chiesto di intervenire, “in modo inusuale e irrituale” su un argomento “sensibile”. «Mi riferisco al grave fenomeno degli attentati contro gli amministratori locali – ha detto Pittalis – chiedo di sapere se in bilancio c’è un’attenzione per i danni subiti dai sindaci. Se così non fosse, chiedo di incrementare il capitolo.  Il Consiglio e la politica devono dare una risposta, devono essere solidali anche nei fatti».

L’Aula è quindi passata alla votazione dell’emendamento n. 52 (Sabatini e più) che stanzia ulteriori 4 milioni e 450mila euro per le spese di funzionamento del Consiglio regionale. L’emendamento è stato approvato.

Via libera anche all’emendamento n. 33 (Giunta regionale) che incrementa di 2 milioni e 200mila euro il capitolo di bilancio “Gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato”.

Bocciati invece gli emendamenti della minoranza nn. 22 e 14.

Sull’emendamento n. 23 è intervenuto il consigliere Michele Cossa (Riformatori): «Abbiamo sollevato a più riprese il tema delle compagnie barracellari – ha detto Cossa – è un argomento che sta a cuore a molti comuni della Sardegna  che le utilizzano per il presidio e il controllo del territorio. L’emendamento mira a incrementare il capitolo di bilancio di 2 milioni di euro che consentirebbero alle compagnie di funzionare al meglio».

Voto contrario ha annunciato il consigliere del Pd Piero Comandini: «Il tema è molto sentito – ha detto Comandini – ritengo però che, al di là dell’aspetto finanziario, dobbiamo prenderci la responsabilità di approvare una legge organica già depositata in Commissione». Messo ai voti, l’emendamento n. 23 è stato respinto con 30 voti contrari e 18 a favore.

Si è poi passati all’esame dell’articolo 18 che propone di incrementare di 2 milioni di euro il contributo per le scuole dell’infanzia non statali. La consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda  ha denunciato la grave situazione in cui versano gli istituti paritari: «Ci è stato detto che la questione era in via di soluzione – ha affermato Zedda – così non è, le scuole continuano a protestare. Mancano all’appello ancora 2 milioni e 750mila euro».

Sul punto è intervenuto anche il vicepresidente del Pd Roberto Deriu: «E’ vero, la  situazione non è risolta, il problema esiste e occorre risolverlo – ha sottolineato Deriu – si è cercato di fare dei passi in quella direzione. Serve, forse, una norma quadro, non c’è nessun pregiudizio, si vuole arrivare a un sistema educativo autonomo e di prospettiva». L’emendamento n.8 è stato bocciato con 20 sì e 29 no. Stessa sorte per gli emendamenti della minoranza n. 1 (100mila euro a favore della provincia di Nuoro per l’organizzazione del Premio Grazia Deledda) n.2 (100mila euro a favore della Fondazione “Nivola”) n.3 (un milione di euro a favore dell’Isre per la tutela e promozione delle espressioni artistiche), n. 16 (due milioni di euro a favore degli enti locali per la gestione del patrimonio culturale della Sardegna) e n. 24 (un milione di euro a favore delle bande musicali, gruppi strumentali di musica sarda e cori polifonici).

L’Aula ha successivamente approvato gli emendamenti della maggioranza n. 56 (incremento di 300mila euro del capitolo per interventi diversi nel settore culturale), n. 58 (incremento di 500mila euro del capitolo a favore degli enti locali per l’affidamento dei servizi bibliotecari e archivi e per il loro funzionamento), n. 59 (20mila per lo svolgimento della Conferenza annuale sulla lingua sarda), n. 60 (50mila euro per le borse di studio sulla lingua e cultura sarda), n. 61 (60mila euro a favore delle Università di Sassari e Cagliari per i corsi universitari di lingua e cultura sarda), n. 62 (80mila euro per incrementare il fondo unico degli enti e delle istituzioni culturali e scientifiche regionali) n. 65 (150mila euro per la sperimentazione dell’insegnamento del sardo nelle scuole e la produzione di testi scolastici in lingua sarda), n. 66 (800mila euro in aggiunta al capitolo di bilancio dedicato alle attività culturali).

Parere negativo invece sull’emendamento n.11 che proponeva lo stanziamento di un milione di euro per gli oratori. Antonello Peru, consigliere di Forza Italia e primo firmatario della proposta, ha rivolto un invito all’Aula per un accoglimento positivo dell’emendamento. «Si vuole dare continuità a una legge approvata dalla Regione nel 2010 – ha sottolineato Peru – senza risorse questo provvedimento non ha senso di operare. Gli oratori sono centri di aggregazione, strumenti di formazione per i ragazzi e strutture di riferimento dei territori. Quando la legge è stata approvata quasi tutto il Consiglio era d’accordo, mi auguro che oggi si faccia lo stesso». Posto in votazione, l’emendamento n.11 è stato respinto con 32 voti contrari e 16 a favore.

Bocciato anche l’emendamento dell’opposizione n.21 che proponeva uno stanziamento di un milione di euro come contributo alle società sportive per la realizzazione di impianti sportivi. L’Aula, sullo stesso argomento, ha invece dato il via libera all’unanimità all’emendamento n.47 che stanzia 400mila euro per le finalità indicate dalla precedente proposta.

Il Consiglio ha quindi respinto gli emendamenti n. 5 e n. 25 presentati dal gruppo dei Riformatori per incrementare di 500mila o un milione di euro i contributi a favore delle Pro loco.

Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd), su sollecitazione del consigliere dei Riformatori Michele Cossa  ha chiarito che il fondo per le Pro loco subirà un leggero taglio rispetto allo scorso anno passando da 1 milione e 750mila euro a  1 milione e 600mila. La cifra comprende anche 70mila euro a favore dell’Unpli (Unione delle Pro loco). La proposta, illustrata da Sabatini, è stata approvata con l’emendamento all’emendamento n.70.

Bocciati invece gli emendamenti n.8 (100mila euro per le confederazioni del commercio e del turismo) e n.17 (un milione di euro a favore delle confederazioni delle imprese commerciali, del turismo e dei servizi per favorire la partecipazione degli operatori all’attuazione degli obiettivi dello sviluppo produttivo previsti dalla programmazione regionale).

Sull’emendamento n.54 è intervenuto l’assessore al Bilancio Raffaele Paci per un chiarimento sul Fondo di Quiescenza dell’Ersu. «E’ prevista una riduzione di un milione di euro rispetto alla somma di 20 milioni inserita in bilancio – ha detto Paci – in ogni caso lo stanziamento complessivo passa dai 17 milioni del 2015 ai 19 di quest’anno con un incremento di due milioni di euro». Messo in votazione l’emendamento n.54 è stato approvato.

Sull’emendamento n.26  ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Marco Tedde che ha illustrato il contenuto della proposta in esame: «E’ un emendamento finalizzato alla valorizzare di un ambiente naturale di pregio – ha detto Tedde – si tratta di un contributo di 400mila euro per l’Ente di gestione di “Porto Conte”, un parco regionale con potenzialità inespresse. Per far sì che diventi uno strumento di sviluppo servono risorse adeguate. L’approvazione dell’emendamento rappresenterebbe una prima iniezione di fiducia».

A  Tedde ha replicato l’assessore Paci: « Giunta e Consiglio sono molto attenti alle tematiche dei parchi naturali – ha detto l’esponente dell’esecutivo – per Porto Conte il finanziamento è stato incrementato da 400mila a 600mila euro». L’emendamento n.26 è stato respinto con 29 no e 17 sì.

Si è poi passati all’esame degli emendamenti n.15 (Peru e più) e 48 (Meloni e più) che proponevano entrambi un incremento del fondo per gli eventi calamitosi. 

Sull’emendamento n.15 è intervenuto il consigliere di Forza Italia Antonello Peru che ha sollecitato l’incremento del capitolo di bilancio con un milione di euro: «La legge dice che il fondo a sostegno dei privati e delle attività produttive deve essere alimentato con risorse regionali – ha spiegato Peru – questo emendamento serve per rimpinguare il fondo finanziato lo scorso anno con un milione». A favore della proposta si è schierato Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «Occorre dare un segnale forte e chiaro alle comunità e a chi ha sofferto a causa dell’alluvione e cerca oggi di rialzare la testa. Olbia è oggi una delle città più depresse d’Italia». Posto in votazione l’emendamento n. 15 è stato respinto con 17 sì e 29 no. Stessa sorte per l’emendamento n.48 che proponeva lo stanziamento di 4 milioni di euro per le stesse finalità.

Approvato invece l’emendamento n. 57 (Sabatini e più) che destina ulteriori 200mila euro al capitolo per le politiche sociali.

L’Aula ha poi preso in esame l’emendamento n.20 che proponeva di incrementare di 500mila euro il finanziamento destinato ai Circoli degli emigrati sardi. Sul tema è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Il mondo dell’emigrazione è in grave difficoltà – ha detto l’esponente della minoranza – i rappresentanti dei Circoli pongono una serie di questioni, a partire dal funzionamento delle strutture. Se non si danno risposte si rischia di far sparire un patrimonio e una rete di volontari che contribuisce a far conoscere la Sardegna nel mondo». A favore della proposta si è pronunciato anche il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni: «Ci ricordiamo degli emigrati solo in certe circostanze – ha detto Dedoni – è vergognoso dire che non esistono».

L’assessore al Bilancio Raffaele Paci, replicando agli interventi dei rappresentanti dell’opposizione, ha chiarito che anche quest’anno sarà confermato lo stanziamento di 2 milioni di euro a favore degli emigrati previsto nella manovra dello scorso anno: «Il tema delle organizzazioni dei sardi emigrati torna in ogni finanziaria – ha detto Paci – quest’anno riconfermiamo lo stanziamento del 2015 anche se un milione di euro è ancora fermo per problemi nella rendicontazione delle attività. Negli anni scorsi ci sono state molte polemiche, è necessario rivedere il sistema di erogazione delle risorse». L’emendamento n. 20 è stato respinto.

Bocciati anche il n. 9 (un milione di euro a favore dei centri naturali) e n. 12 (un milione e duecentomila euro per i progetti per l’impiego di lavoratori socialmente utili). Su quest’ultima proposta il primo firmatario Pietro Pittalis (Forza Italia) ha sottolineato l’esigenza di finanziare i progetti per consentire agli enti locali di dare risposte concrete ai agli Lsu ed evitare di far crescere il numero dei disoccupati. Proposta sulla quale si è detto d’accordo anche il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni: «Abbiamo più volte sollevato il problema in Commissione. Da un altro si pensa a redditi di cittadinanza e dall’altro non si danno i fondi ai comuni per venire incontro ai lavoratori socialmente utili. Sarebbe opportuno finanziare progetti di lavoro». Messo in votazione l’emendamento n. 12 è stato respinto con 20 sì e 30 no.

Il Consiglio ha poi approvato, in rapida successione, gli emendamenti della maggioranza n. 28 (220mila euro per l’apicoltura), n.63 (200mila euro alle associazioni degli allevatori per la tenuta dei libri genealogici), n. 67 (1 milione di euro per il rilancio del comparto ippico) e n.31 (452mila euro per incrementare il “Fondo perdite potenziali degli organismi partecipati”).

L’Aula ha quindi proceduto, senza ulteriori discussioni, all’approvazione degli altri allegati al bilancio.

Sulla nota integrativa all’Allegato 2 e sull’emendamento presentato dalla Giunta per l’accantonamento di circa 10 milioni di euro destinati a finanziare i fondi “Rischi legali”, “Reiscrizione passività non contabilizzate”, “Spese derivanti da nuove disposizioni legislative”, “Soppressione fondi di garanzia” e “Perdite potenziali degli organismi partecipati” è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Non nascondo la mia preoccupazione per la decisione di stanziare 10 milioni di euro per eventuali soccombenze in giudizio – ha detto Pittalis – è un’enormità, di che cosa si tratta esattamente?».

Giudizio condiviso dal consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi: «Preoccupa che ci sia un importo di questo genere in accantonamento ma forse serviranno ulteriori stanziamenti – ha detto Crisponi – mi giunge notizia che la Regione abbia convocato gli operatori turistici per il recupero delle somme concesse con la legge n.9 e poi richieste indietro. I beneficiari restituiranno quei denari ma probabilmente chiederanno un risarcimento alla stessa Regione per una legge regionale mal gestita».

Contraria alla proposta della Giunta anche la consigliera del Centro Democratico Annamaria Busia: «C’è necessità di una riflessione su questo punto – ha detto Busia – occorre modificare una curiosa abitudine che ho avuto modo di stigmatizzare in passato: la Regione non valuta soluzioni stragiudiziali ma preferisce seguire percorsi che portano ad un grande esborso di soldi pubblici. Per questo il mio voto non sarà favorevole».

Ai consiglieri di maggioranza e opposizione ha replicato l’assessore al Bilancio Raffaele Paci. «Una cosa positiva del bilancio armonizzato è che bisogna essere trasparenti – ha sottolineato l’assessore – le spese ci sono sempre state, solo che le risorse necessarie venivano prese da un fondo indistinto, con questo emendamento si cerca di mettere ordine, non c’è solo l’istituzione di un fondo “rischi legali” ma anche di altri fondi. E’ un adempimento obbligatorio. Sono d’accordo sul fatto che l’amministrazione dovrebbe cercare di ridurre preventivamente il fondo anche andando a fare transazioni. C’è la tendenza ad andare in giudizio per evitare i rilievi della Corte dei Conti». Messo in votazione l’articolo 32 è stato approvato con 25 sì e 19 no.

Il Consiglio ha poi iniziato l’esame degli Ordini del giorno presentati che, nell’ordine, riguardano “lo stanziamento dei fondi regionali per le borse di studio” (Deriu e più), “assicurare la necessaria copertura finanziaria all’Arpas per le funzioni di Protezione civile” (Comandini e più), a “procedere, con apposito Disegno di legge della Giunta, alla conclusione della procedura di liquidazione dei Consorzi industriali di interesse regionale” (Zanchetta e più) ed infine a “consentire ai Comuni di poter accedere alle risorse regionali relative ad opere pubbliche in un primo tempo de-finanziate, dopo una verifica sia delle cause di de-finanziamento che delle risorse effettivamente necessarie “ (Lotto e più).

Intervenendo sull’ordine del giorno relativo alle borse di studio, il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha ricordato che, «nei due precedenti anni accademici, cioè fino al 2015, oltre 500 studenti sardi non hanno beneficiato dei contributi per mancanza di fondi e non si sono iscritti all’Università». Vogliamo che questa situazione non si ripeta più, ha concluso, « con raddoppio delle borse di studio in possesso dei requisiti di merito e di reddito; ora non c’è copertura finanziaria ma c’è l’impegno della Giunta ad intervenire in sede di assestamento».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, nel dichiarasi d’accordo con il collega Deriu, ha tenuto a precisare che l’ordine del giorno rappresenta «una censura per maggioranza e per il Pd perché non solo il problema era già contenuto in un precedente ordine del giorno ma la stessa commissione competente aveva votato da tempo una risoluzione sulla materia».

Per il Pd il consigliere Salvatore Demontis ha detto di condividere il contenuto dell’ordine del giorno, auspicando però che «in futuro si possa andare oltre stabilendo per legge che non ci possono essere studenti idonei non beneficiari, e razionalizzando il sistema dei contributi della Regione». La materia, ha proseguito, «richiede poi altri interventi, a cominciare dalla suddivisione per fasce di reddito delle tasse universitarie che ora sono uguali per tutti per proseguire con la revisione delle soglie Isee, cui il Governo nazionale ha provveduto proprio in questi giorni; c’è l’esigenza insomma di rivedere in modo organico al più presto possibile».

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha affermato di essere rimasto «senza parole» ascoltando l’intervento del collega Demontis che, semmai, «doveva essere fatto nel corso di dibattito sulla finanziaria affrontando eventualmente il problema con uno specifico emendamento senza prendere per i fondelli gli studenti universitari; sappiamo tutti che un ordine del giorno non risolve niente mentre voi avevate tutti gli strumenti per intervenire ed invece state rimandando il problema».

Il consigliere di Sdl Gianfranco Congiu ha sottolineato che, nel documento, «manca il riferimento alle risorse da riservare solo agli studenti residenti in Sardegna».

A nome della Giunta, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha espresso parere favorevole «perché giustamente si è fatto riferimento al tema nazionale dell’Isee senza il quale è difficile intervenire, fermo restando che abbiamo trovato una situazione in cui le borse di studio venivano erogare solo al 50% degli eventi diritto ed abbiamo incrementato questa percentuale fino al 65%, faremo di tutto per trovare ulteriori risorse».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha annunciato che l’opposizione non parteciperà al voto perché, ha chiarito, «non vogliamo essere confusi con chi ha mostrato poca chiarezza verso gli studenti».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 31 voti  favorevoli.

Sul secondo ordine del giorno il consigliere Piero Comandini (Pd) ha proposto un emendamento orale con lo scopo di cancellare dal documento l’ammontare della cifra assegnate all’Arpas, suggerendo di puntare sull’importanza dell’impegno politico.

L’emendamento del consigliere Comandini è stato accolto e successivamente l’Aula ha approvato l’ordine del giorno. Subito dopo è stato approvato anche il terzo ordine del giorno sulla liquidazione dei Consorzi industriali di interesse regionale.

Il Consiglio ha quindi iniziato l’esame dell’ultimo ordine del giorno, relativo al de-finanziamento nei confronti dei Comuni di risorse assegnate per la realizzazione di opere pubbliche.

Il consigliere di Sdl Gianfranco Congiu ha espresso una serie di riserve sul testo, sostenendo che «nella sua attuale formulazione determina forti difficoltà interpretative e di applicazione; perciò, in assenza di modifiche, ci asterremo o voteremo contro».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha criticato il documento, che a suo avviso contiene «troppa fantasia per trovare copertura a situazioni così generiche»

Il consigliere del Pd Luigi Lotto ha affermato che, a parte la stesura del testo, «il tema è importante, perché stiamo individuando la platea dei Comuni beneficiari in maniera puntuale; con la finanziaria del 2015 abbiamo alle amministrazioni locali 90 giorni di tempo per ultimare le opere e chiedere la liquidazioni, ma ci sono stati Comuni che per ragioni oggettive e di forza maggiore non hanno rispettato la scadenza o non hanno neanche presentato neanche domanda». Con l’ordine del giorno, ha precisato, «vogliamo solo dire che quanti, alla data stabilita, hanno ultimato le opere possono essere riammessi ai finanziamenti mentre chi le ha finite dopo resta fuori, però dobbiamo prima sapere quanti soldi ci vogliono e la Giunta lo verificherà».

Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha comunicato che, «a seguito di confronto con gruppo proponiamo il ritiro del documento, perché riteniamo sia utile fare prima gli approfondimenti necessari, altrimenti voteremo contro».

La consigliera Daniela Forma, del Pd, ha ricordato che quello di cui si discute «non è argomento sconosciuto perché ne abbiamo parlato negli ultimi mesi ed era stato richiesta l’applicazione della procedura d’urgenza dell’art.102 nel mese di novembre con l’accordo di tutti i capigruppo ed il parere contrario della Giunta, che ponena l’esigenza di quantificare le risorse necessarie». La realtà che abbiamo di fronte, ha aggiunto, «è quella di tanti piccoli Comuni che hanno carenza di personale o hanno ricevuto in ritardo le comunicazioni da parte della Regione; c’è poi una recente nota dell’Anci che fa presente che il prospetto finanziario lo ha l’assessorato ai Lavori pubblici e ci sono resistenze». Ora, ha concluso, «siccome non abbiamo provveduto con questa finanziaria e ci sono anche opere già realizzate e collaudate, è chiaro che almeno questi Comuni non possiamo esporli al dissesto; chiedo il voto favorevole di tutto il Consiglio».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 23 voti favorevoli e 21 contrari.

Al termine di quest’ultimo scrutinio il presidente ha sottoposto al Consiglio la votazione finale sul disegni di legge n.297 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 – Legge di stabilità 2016) e 298 (Bilancio di previsione per l’anno 2016 e bilancio pluriennale per gli anni 2016-2018) che l’Assemblea ha approvato, con 30 voti favorevoli e 15 contrari.

Annunciato l’esame del conto consuntivo del Consiglio regionale, i questori Pier Mario Manca e Alessandro Unali hanno preso posto tra i banchi della Giunta che nel frattempo aveva lasciato l’Aula e il questore Manca, nel ricordare che la relazione è stata approvata dall’intero collegio dei questori (Manca, Unali e Oppi) ha proceduto col darne lettura. Su invito dell’Aula, la relazione si “è data per letta” e Manca ha evidenziato il volume delle spese per il 2016 (71.201.000 euro) e entrate di pari importo, sottolineando che il fabbisogno è garantito dal bilancio regionale, Il questore ha quindi precisato che l’aumento della dotazione rispetto allo scorso anno è giustificata solamente per un minore avanzo di amministrazione. Pier Mario Manca ha quindi concluso riaffermando l’autonomia del Consiglio regionale.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni è intervenuto in tono critico per evidenziare alcune carenze nell’organizzazione (stanze insufficienti, cancelleria, bagni fuori norma) ed ha dichiarato che “il Consiglio è la casa istituzionale del popolo sardo e che come tale deve vedere garantita e salvaguardata la sua dignità”

Il capogruppo di Sdl, Roberto Desini, ha lamentato l’assenza dall’Aula di uno dei tre questori: «E’ un atto di scorrettezza nei confronti dell’intera Assemblea».

Posto in votazione il conto consuntivo (con allegati e prospetti) è stato approvato all’unanimità con 31 favorevoli, così come ha avuto il via libera il bilancio delle attività Corecom 2014.

Posto in votazione il bilancio di previsione, il consigliere del Pd Luigi Ruggeri ha preso la parola per richiamare l’attenzione sulla spesa per i vitalizi, auspicandone la revisione. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi replicato duramente al consigliere Ruggeri, invitandolo ad affrontare il tema nei modi e nelle sedi opportune, evidenziando come il tema dei vitalizi sia all’attenzione di tutti i gruppi sia di maggioranza che di opposizione.

Posto in votazione il bilancio di previsione del Consiglio, corredato degli allegati, dei prospetti e di ogni altro documento necessario, è stato approvato all’unanimità con 34 favorevoli.

Il presidente Ganau ha quindi tolto la seduta ed ha preannunciato la convocazione del Consiglio a domicilio.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia