18 November, 2024
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I consiglieri regionali di Forza Italia Alessandra Zedda ed Edoardo Tocco contestano il trasferimento della Chirurgia plastica dal Brotzu al Policlinico di Monserrato.

«La rimozione della Chirurgia plastica ricostruttiva, che vede conglobato il centro ustioni, dall’ospedale Brotzu sarà presto operativa – si legge in una nota -. La decisione è stata confermata dai vertici sanitari dell’azienda ospedaliera universitaria: l’unità operativa complessa sarà trasferita al policlinico universitario di Monserrato a partire dal primo agosto.»

«Si determina così la soppressione di uno dei poli d’eccellenza della sanità cagliaritana – sottolineano i due consiglieri regionali di Forza Italia – con un atto che non manifesta nessuna motivazione sullo spostamento. Un atto che sembra quindi viziato da profili illegittimi.»

Nell’interrogazione si rimarcano le incongruenze, perché il Brotzu – come struttura di emergenza di secondo livello – dovrebbe contenere al suo interno Chirurgia plastica e centro ustioni. «Questo ci preoccupa perché si va verso lo smantellamento dell’azienda ospedaliera di via Peretti. Per i pazienti ustionati del Sud Sardegna si decreta l’ interruzione del percorso di cure territoriali, prospettandosi, ad esito della soppressione della Struttura Complessa, un sistematico e necessario trasporto dei medesimi verso altri Centri dell’Isola o della Penisola. Da qui – concludono Alessandra Zedda ed Edoardo Tocco – la richiesta di annullare la delibera con il trasferimento della chirurgia plastica al policlinico universitario ai piedi della statale 554, provvedimento destinato a svuotare il presidio cagliaritano di una delle specialità sanitarie.»   

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Il saluto di benvenuto del sindaco di Bonifacio, Jean Charles Orsucci ha aperto i lavori della Consulta corso-sarda, riunita per la sua terza sessione nei locali del municipio del capoluogo, sotto la guida dei  presidenti delle assemblee di Sardegna e Corsica, Gianfranco Ganau e Jean Guy Talamoni.

Le celebrazioni per il 70° anniversario dell’Autonomia (illustrate dalla portavoce del presidente del Consiglio sardo, Maria Grazia Ledda) hanno preceduto il partecipato dibattito sul processo di riforma costituzionale in Francia, con la richiesta dello statuto di Autonomia della Corsica, e sullo “stato di salute” della specialità sarda, anche alla luce delle riforme parlamentari e delle rinnovate richieste autonomistiche avanzate, attraverso i recenti referendum popolari dalle regioni del Nord del Paese. Il confronto tra la delegazione sarda (Gianluigi Rubiu, Udc; Gianni Lampis, FdI; Attilio Dedoni, Riformatori sardi; Daniele Cocco, Art. 1 – Sdp; Pierfranco Zanchetta, Upc; Giovanni Satta, Psd’Az; Anna Maria Busia, Misto; Gianfranco Congiu, Pds; Edoardo Tocco, Fi; Pietro Cocco, Pd) e quella corsa (Petr’Anto Tomasi, Corsica Libera; Francois Ceccoli, Corsica nella Repubblica; Camilla De Rocca Serra, Per  l’avvene; Jean Jacques Lucchini, Femu a Corsica; Pierre Ghionga, Corsica nella Repubblica; Francois Orlandi, Andà per dumane) ha interessato non solo i rispettivi livelli regionale e statale ma ha riguardato anche le politiche e le iniziative assunte in sede europea, per la piena affermazione delle autonomie regionali.

I capigruppo del Consiglio regionale della Sardegna hanno insistito, con in testa Attilio Dedoni e Gianfranco Congiu,  sul riconoscimento dello status di insularità e sulla creazione della macroregione mediterranea tra le due isole. «Rilancio con convinzione il tema della insularità – ha dichiarato il presidente sardo Gianfranco Ganau – insieme con l’obiettivo della Consulta di aprire una interlocuzione diretta con l’Unione europea per vedere realizzato un diritto fondamentale e irrinunciabile per i sardi e per i corsi». Il capo dell’assemblea sarda ha inoltre illustrato alla Consulta le iniziative nel frattempo assunte, in Sardegna e in Italia, sul piano politico e istituzionale, per l’inserimento del riconoscimento dello status di insularità nella Costituzione della Repubblica italiana.

Lo “stallo” delle trattative con Parigi, sul delicato tema delle riforme costituzionali sono state, invece, le preoccupazioni espresse con chiarezza dalle rappresentanze dell’assemblea corsa che, soprattutto con gli esponenti delle forze politiche autonomiste e identitarie (sono maggioranza nel governo della Regione), hanno ribadito la richiesta di vedere riconosciuti maggiori poteri, più risorse e funzioni alla Corsica.

Condizioni e interventi specifici per le regioni insulari e la costituzione della macroregione Mediterranea di Sardegna e Corsica sono state invece, le dettagliate proposte avanzate dal presidente Ganau, nel corso della sua relazione sulle politiche di coesione dell’Unione europea. Relazione che, insieme con la relativa deliberazione (già all’esame delle rispettive assemblee) sarà posta in votazione nella prossima seduta della Consulta, la cui nuova convocazione è stata annunciata per il prossimo novembre in Sardegna.  

E’ stata invece approvata all’unanimità la deliberazione sulla gestione del parco internazionale delle Bocche di Bonifacio (relazione Jean Michel Culioli) che su proposta di Petr’Anto Tomasi afferma «una strategia comune delle isole di Sardegna e Corsica a difesa delle Bocche e un’accresciuta cooperazione e comuni obiettivi per la gestione ambientale delle Bocche di Bonifacio». A sostegno della proposta corsa è intervenuto per la Sardegna, il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta, che ha evidenziato il minore ruolo della Regione e delle amministrazioni locali nella gestione dei parchi nazionali della Maddalena e dell’Asinara, rispetto a quelle riservate alle istituzioni della Corsica, nelle aree sottoposte a misure di salvaguardia e tutela da parte dello stato francese.

La proposta dello statuto di coufficialità della lingua corsa (relazione Sebastian Quenot) e la promozione e valorizzazione della lingua sarda (relazione Daniele Cocco, Art.1-Sdp), anche in considerazione delle norme recentemente approvata in Consiglio in materia di politiche linguistiche, hanno evidenziato la volontà della Consulta di rafforzare le azioni politiche e istituzionali per la tutela ed il pieno riconoscimento del corso e del sardo come lingue ufficiali. «Il problema non è neanche più politico – ha dichiarato il presidente Talamoni – ma la questione è tecnica e scientifica perché è ormai accertato che  senza coufficilità la lingua corsa è condannata a scomparire».

Il tema del sociale è stato trattato direttamente dal presidente dell’assemblea corsa, Jean Guy Talamoni che,  in collaborazione con il segretario generale, Serge Tomi, ha illustrato le principali iniziative in campo promosse nel settore (169 milioni di euro di stanziamenti) soffermandosi sul progetto sperimentale “disoccupato di lunga durata” che incentiva le assunzioni a tempo indeterminato. Il presidente della commissione Salute del Consiglio regionale, Mondo Perra (Psi) ha invece illustrato le misure promosse in Sardegna, con particolare riferimento all’introduzione del Reis e il progetto LavoRas. Al termine, il presidente Jean Guy Talamoni, ha invitato ufficialmente il presidente Gianfranco Ganau e l’intero Consiglio sardo ad Ajaccio, in occasione della giornata di studio e confronto “sull’evoluzione del lavoro e dell’impiego in Corsica”.

I lavori della Consulta sono proseguiti con la votazione unanime della proposta della firma congiunta della Carta europea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini. A favore, in precedenza, per la delegazione corsa è intervenuto il presidente Talamoni («una firma internazionale per ribadire l’impegno di Corsica e Sardegna per la parità e i diritti») mentre per la Sardegna, Anna Maria Busia, ha ricordato lo straordinario risultato ottenuto in Consiglio regionale con l’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale per le elezioni regionali.

I lavori della Consulta corso-sarda si sono conclusi, dunque, con l’intervento di Petru Antone Vesperini, vice presidente assemblea della gioventù della Corsica, che ha illustrato il funzionamento e le attività dell’assemblea. Gianni Lampis ha quindi proposto una valutazione in Consiglio regionale per la costituzione di una consulta giovanile anche in Sardegna.

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«La riapertura del punto nascita che si ritaglia nell’ospedale Paolo Dettori di Tempio.»
E’ l’appello del vicepresidente della commissione sanità Edoardo Tocco (FI), del leader Udc Giorgio Oppi (componente del parlamentino), del consigliere regionale azzurro, anche nella veste di primo cittadino di Golfo Aranci, Giuseppe Fasolino, e del sindaco di Tempio Andrea Biancareddu, che hanno inviato un documento al presidente Francesco Pigliaru e all’assessore della sanità Luigi Arru per riprendere il confronto con il Governo.
«La Regione chieda subito una deroga al ministero della Salute per la riattivazione del reparto di ginecologia e ostetricia del nosocomio.»
Un pezzo importantissimo del polo ospedaliero gallurese, soppresso per la carenza di personale (con appena tre medici che prestavano servizio nella struttura su un organico totale di sette operatori). Il sindaco Andrea Biancareddu ha condotto una battaglia per tenere aperto il centro, salvo poi arrendersi di fronte all’insufficienza del personale. L’arrivo del ministro Giulia Grillo nel dicastero della salute riaccende però nuove speranze per il punto nascita: «E’ chiaro – sottolineano i tre consiglieri regionali di minoranza ed il sindaco di Tempio Pausania – che la Giunta regionale deve attivarsi per adeguare il reparto agli standard previsti dalla legge, con il ripristino delle attività nel presidio, a partire dall’incremento dell’organico». Solo con questi presupposti sarà poi concessa la deroga per la ripartenza del punto nascita: «Ci sono le condizioni per tutelare mamme e neonati in una delle fasi più delicate della loro vita. L’ospedale Dettori non può restare senza il reparto di ginecologia e ostetricia. Il mantenimento dell’unità medica rappresenta un’esigenza per il territorio – concludono Tocco, Oppi, Fasolino e Biancareddu – viste le criticità nei collegamenti stradali, con le donne costrette a viaggi lunghi e rischiosi verso gli ospedali di Sassari e Olbia».

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«Non faccio certo salti di gioia. Non penso sia una vittoria per gli abitanti di La Maddalena e Carloforte la soppressione del punto nascita.»

Così il vicepresidente della commissione Sanità Edoardo Tocco (Forza Italia) non nasconde le perplessità sui contributi alle partorienti delle isole minori.

«Si tratta di uno stanziamento, pari a 1.500 euro per le future mamme – spiega Edoardo Tocco – che non è in grado di rimuovere il rischio per le donne che devono sobbarcarsi viaggi della speranza in altri presidi. In questi casi si gioca con la vita. Abbiamo auspicato che la Sardegna potesse ottenere la deroga per le strutture dislocate nelle isole minori di San Pietro e dell’arcipelago de La Maddalena. Nulla è stato fatto per assicurare un parto in sicurezza all’interno di strutture dotate di personale medico, ostetrico, infermieristico. E’ il solito teatrino della politica – conclude Edoardo Tocco -, si tenta di ottenere consensi destinando risorse per disagi che avrebbero potuto essere evitati con il salvataggio dei punti nascita.» 

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Il Consiglio regionale ha approvato le modifiche alla legge regionale n. 16 del 28 luglio 2017 “Norme in materia di turismo”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale della proposta di legge n. 508 (Lotto e più) in materia di turismo.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, ha protestato per l’inserimento all’ordine del giorno di una interpellanza sull’Aias, ricordando che la procedura seguita viola il regolamento anche perché è stata assegnata alla commissione dove peraltro attendiamo da tempo risposte dell’assessore della Sanità.

Il presidente Ganau ha concordato con l’interpretazione del consigliere, assicurando che l’interpellanza non sarà iscritta all’ordine del giorno.

Riprendendo la discussione generale sulla proposta di legge 508 il consigliere Edoardo Tocco, di Forza Italia, ha ricordato che «la legge di riferimento in materia turistica che la norma in esame vuole parzialmente modificare (la n.16 del 2017) fa registrare una bassissima capacità di spesa delle risorse assegnate, fatto gravissimo che blocca lo sviluppo della Sardegna». Il turismo invece, ha sostenuto, «è un settore strategico per la Sardegna sul quale occorre lavorare a fondo collegando ogni possibile soluzione a quella del problema dei trasporti, oggi purtroppo all’attenzione dell’opinione pubblica per il caro-tariffe che rende la nostra Regione di fatto inaccessibile; serve perciò un tavolo costante, una sorta di conferenza di servizi permanente, per rendere davvero efficace la regia della Regione sulle più importanti questioni strategiche».

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha rilanciato la questione Aias contenuta nell’interpellanza che, ha detto, ha la firma della capogruppo del Misto e se ne è parlato in conferenza dei capigruppo. Il problema, ha aggiunto, «è che i lavoratori non hanno ancora percepito gli stipendi nonostante la Regione abbia fatto quanto di sua competenza, per cui siamo preoccupati sia per i pazienti che per i lavoratori».

Il presidente Gianfranco Ganau ha annunciato che l’interpellanza è stata ripresentata al protocollo e potrà essere discussa stasera ma non ci potrà essere alcun dibattito.

Il consigliere Giorgio Oppi ha nuovamente protestato, ribadendo che in base al protocollo deve andare in commissione ed il regolamento vieta procedure diverse; è chiaro che qualcuno vuole farsi pubblicità.

Il presidente Gianfranco Ganau ha precisato che la procedura seguita non pregiudica i lavori di commissione e che l’interpellanza è stata ripresentata con la firma di un capogruppo.

Successivamente è ripresa la discussione generale sulla proposta di legge 508.

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha ricordato la sua astensione sulla legge 16 motivata dall’auspicio che fossero introdotte alcune modifiche per sanare evidenti criticità fra le quali, ha detto Pierfranco Zanchetta, «l’aumento dal 25 al 35% delle cosiddette casette amovibili nei campeggi, aumento sbagliato perché mentre ci prepariamo ad affrontare la legge urbanistica in cui si parla di ricettività alberghiera di alto profilo, stiamo qui a parlare di casette con i piedi a bagno nelle zone di maggior pregio della Sardegna, favelas in riva al mare e diciamo no ad aumenti della qualità delle nostre strutture ricettive realizzate da architetti famosi tutto il mondo». Se vogliamo aumentare l’apporto del turismo al nostro pil, ora all’8%, ha proseguito Pierfranco Zanchetta, «dobbiamo avere una visione certamente molto più moderna e, per quanto riguarda le casette, mi riservo di presentare uno specifico emendamento». Voglio però richiamare l’attenzione del Consiglio, ha continuato il consigliere, «su un altro rischio che corre il turismo sardo ed in particolare il settore nautico nel cui ambito rischia di scomparire il comparto noleggio con conduttore che conta 3000 aziende con grandi professionalità, a causa di un decreto legislativo del 2017 che qualifica la loro attività come traffico». Abbiamo già informato l’assessore Carlo Careddu, ha ricordato il capogruppo di Cps, «ma dal Consiglio deve partire un messaggio chiaro per modificare quella legge profondamente sbagliata, così come occorre intervenire su boat & breakfast e marina resort, con norme certe soprattutto per evitare assalto esterno di abusivi che penalizzano i nostri operatori».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha affermato che «questa legge doveva essere semplice ed apportare alcune correzione alla 16/2017 ma poi sono emersi molti grandi problemi a cominciare da quello dei trasporti, da Air Italy alla Tirrenia, ed altre questioni che solo apparentemente sono di minore importanza: i cosiddetti condohotel infatti non sono altro che una forma ibrida fra condominio ed hotel (inserita in una legge nazionale) che però crea un mercato preferenziale per modificare le strutture, aggira le norme urbanistiche, favorisce la speculazione e l’evasione fiscale, snaturando in Sardegna il tessuto ricettivo di alta qualità».

Il primo firmatario della legge Luigi Lotto (Pd) ha lamentato che la legge sia stata caricata di significati al di là delle intenzioni di coinvolgere i privati come sollecitato dalle associazioni di categoria. Forse abbiamo trascurato di prevedere procedure certe, ha osservato Lotto, «ma è improprio (anche se legittimo) parlare a tutto campo di turismo e peraltro va ricordato che la legge 16 sta andando bene e stiamo per chiudere il piano strategico di settore; i condohotel sono una categoria nuova prevista a livello nazionale in vigore a prescindere dal nostro recepimento, per cui concentriamoci sul passaggio di cui si parla nella norma».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha protestato in apertura per il modo schizofrenico di legiferare, «in questo caso nascondendosi dietro la normativa nazionale che peraltro esisteva già al momento dell’approvazione della 16/17». Siete fuori dal mondo, ha detto rivolta alla maggioranza, «perchéè il turismo non può vivere di stati di avanzamento, improvvisazioni, visioni particolari sganciata da una visione unica del problema; analisi e statistiche di Federalberghi denunciano infatti l’abusivismo come una delle peggiori piaghe del turismo sardo che voi ora incentivate». La soluzione invece è quella della chiarezza, ha sostenuto la Zedda, «altro che demonizzare la riqualificazione delle strutture esistenti e collocare nelle zone interne le strutture di serie B; abbiamo perso tante occasioni dalle legge 16 in poi mancando l’occasione di un salto di qualità, anzi proprio sulla legge 16 sono stati impegnati appena 9 milioni impegnati sui 27 stanziati, un fallimento».

Ha quindi preso la parola l’assessore al Turismo Barbara Argiolas per la replica.

L’esponente dell’esecutivo ha fatto il punto sullo stato di attuazione della legge n.16 del 2017: «Il Dmo è il primo esempio di società partecipate costituito in Italia dopo l’approvazione della legge Madia – ha spiegato Barbara Argiolas – l’aggiustamento serve a garantire che la legge nasca secondo i dettami della nuova normativa delle recenti disposizioni emanate dall’Autorità nazionale anticorruzione».

Sul Piano strategico per il turismo, Barbara Argiolas ha ricordato che nei mesi scorsi la Giunta ha promosso oltre 60 incontri sul territorio regionale ai quali hanno preso parte circa 500 soggetti interessati. Quanto alle modifiche introdotte all’art. 7 della legge n.16, l’assessore ha ribadito che si tratta di una proposta discussa con i rappresentanti delle Camere di Commercio e degli aeroporti. «Stiamo spostando competenze dall’assessorato al turismo al DMO». Barbara Argiolas ha quindi annunciato l’imminente presentazione di una delibera per la definizione e regolamentazione della Rete dei Borghi (entro luglio).

Sul bando per la destagionalizzazione, infine, l’assessore ha spiegato i contenuti del provvedimento: «Si tratta di un investimento da 27 milioni di euro per l’acquisto di spazi pubblicitari e campagne di comunicazione. Su questo bando sono stati individuati 16 lotti, hanno partecipato in dieci e sono stati tutti aggiudicati – ha affermato Barbara Argiolas – era un progetto pilota, ci stiamo interfacciando con soggetti stranieri che non  sono abituati a lavorare con le nostre norme. Non è facile, però il bando funziona e ha riscosso grande interesse».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli. Per dichiarazione di voto è intervenuto il consigliere dei Rossomori Emilio Usula che ha annunciato la presentazione di alcuni emendamenti per chiedere la modifica della legge 16 nell’articolo che prevede un incremento degli spazi destinati a strutture amovibili (casette e bungalow) all’interno dei campeggi: «La legge n.16 ha modificato la normativa su capacità e tipologia ricettiva dei campeggi. Si è passati dal 25 al 35% delle strutture amovibili. E’ una norma incoerente con la legislazione vigente – ha detto Emilio Usula – la Giunta aveva dato rassicurazioni sulla correzione di questa norma. Recentemente ha approvato una delibera che va in questa direzione. Ho presentato alcuni emendamenti per rafforzare quanto previsto in quella delibera per la tutela di zone sensibili e di alto pregio. Chiedo coerenza».

A favore della proposta di Emilio Usula si è schierato il consigliere Antonio Gaia (Cristiano Popolari) che ha però difeso l’impianto del provvedimento: «Non si fa altro che recepire le norme nazionali – ha rimarcato Antonio Gaia – si è rinviato all’Aula per coinvolgere anche la minoranza. Lo si è fatto tenendo conto dei rilievi dell’opposizione in Commissione. Voglio mettere in evidenza che quando si recepiscono normative nazionali non si fa l’interesse di nessuno. Siamo parte della Patria italiana e dobbiamo tener conto delle leggi nazionali».

Marco Tedde (Forza Italia) rivolgendosi all’assessore Barbara Argiolas le ha ironicamente rivolto i complimenti «per aver tentato di giustificare i ritardi con sofismi di alto livello». Secondo Marco Tedde, i fatti sono però incontestabili: «Il Piano strategico sul Turismo doveva essere approvato entro sei mesi, siete in fortissimo ritardo. Un’ammissione di responsabilità sarebbe stata ben accetta. Sono sicuro dell’impegno dell’assessore ma i risultati non rispondono alle aspettative – ha affermato il consigliere azzurro – l’assessore non può non ammettere che i problemi sono serissimi».

Voto contrario ha annunciato Luigi Crisponi (Riformatori): «Su questa legge c’è bisogno di ulteriori chiarimenti. Non si può non pensare di mettere in discussione almeno moralmente le norme dello Stato italiano che si vogliono applicare dappertutto senza distinzioni. Rientra nelle nostre prerogative democratiche censurare e dire che si tratta di una legge farsa – ha detto Luigi Crisponi – il territorio sardo è diverso da quello dell’Emilia Romagna. Non ci sono le condizioni per l’applicazione degli articoli 2 e 3». L’esponente dei Riformatori sardi si è poi soffermato sulla necessita di governare i flussi turistici: «Si dica come sta realmente andando questa stagione. La luna di miele è terminata, gli accidenti che hanno consentito un incremento di presenze in Sardegna per terrorismo e guerre stanno venendo meno. Egitto, Turchia e Marocco si sono riorganizzati con massicce campagne promozionali».

Voto contrario ha annunciato anche il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «L’assessore è riuscita a non rispondere a nessuna domanda.  Questa leggina si trascina un’ambiguità terribile – ha affermato Gianluigi Rubiu – con i condhotel si incrementa la speculazione edilizia, l’abusivismo e l’evasione fiscale. Una misura che non porterà bene al turismo e alla Sardegna. Stiamo creando un mostro che a livello nazionale sta muovendo i primi passi. Ha radici in America, ma il nostro modello di turismo è diverso e dovremmo tutelarlo».

In difesa del provvedimento è intervenuto il relatore Piero Comandini (Pd): «Non è questa la legge sul turismo, è solo un aggiustamento reso obbligatorio dall’approvazione delle nuove norme nazionali – ha spiegato Piero Comandini – non si sta creando nessun mostro e non c’è nessuna speculazione edilizia. I condhotel grazie allo “Sblocca Italia” può permettere alle strutture ricettive di riqualificarsi. E’ una misura appoggiata dalle associazioni di categoria. E’ la possibilità di dare benefici finanziari agli albergatori per creare un’offerta mista. La norma favorisce l’emersione del sommerso».

Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda nell’annunciare il voto contrario del suo gruppo ha difeso il diritto di esprimere in aula opinioni diverse. «Il turismo oscuro porta solo un incremento del carico antropico. Se crediamo di poter esercitare la nostra autonomia la dobbiamo esercitare. Si parla di condomini, quale albergo dell’entroterra può avvalersi dei condomini? Prima di dire va tutto bene dobbiamo essere realisti e capire quali possono essere le azioni più incisive per far crescere il Pil del turismo»

Il Consiglio ha quindi approvato il passaggio agli articoli con voti 26 favorevoli e 14 contrari.

Si è quindi passati all’esame dell’art. 1 “Modifiche all’articolo 7 della legge regionale n. 16 del 2017 (Destinazione Sardegna DMO)” . Ottenuto il parere di Commissione e Giunta il presidente Ganau ha messo in discussione l’articolo e i relativi emendamenti.

Secondo il consigliere di Forza Italia Marco Tedde l’assessorato ha dimostrato di non avere la capacità di leggere le esigenze del turismo in Sardegna. «Oggi ha certificato questa sua incapacità. Chiediamo per questo la soppressione dell’articolo 1 perché è monco. Introduciamo una norma che, nel caso in cui sia contemplata la partecipazione di soggetti privati al Dmo, non prevede che la scelta avvenga attraverso procedure di evidenza pubblica. Questa è una lacuna difficile da colmare».

Marco Tedde ha poi citato una recente indagine del Sole24Ore sull’andamento dell’economia italiana: «I dati evidenziano che le province sarde sono molto indietro rispetto a quelle italiane. Questo è dovuto in gran parte alle dinamiche sul turismo. La colpa è vostra – ha sottolineato Marco Tedde – governate da 4 anni la Sardegna ma siete stati un disastro in tema di trasporti e turismo. Avete fatto proclami sul bando sulla destagionalizzazione. Pigliaru non sapeva che la legge era al palo. Il termine di sei mesi per esitare il Piano strategico sul turismo non sono stati rispettati. E’ passato più di un anno. I primi denari dovevano essere spesi nel 2017. Non so quali siano i problemi, in ogni caso sta a voi risolverli. Dovete smettere di comunicare ciò che non riuscite a fare».

Stefano Tunis (Forza Italia), in apertura del suo intervento, ha citato una dichiarazione dell’assessore Barbara Argiolas sull’indice di sopportazione del carico antropico da parte del sistema costiero: «L’assessore ha detto che il limite massimo è stato raggiunto nei mesi centrali della scorsa stagione estiva. Cosa vuol dire? Era quella la nostra massima capacità recettiva determinata da una serie di congiunture favorevoli? Io credo che il Pil non ne abbia tratto benefici, i dati occupazionali erano appena superiori al passato, in autunno la Sardegna non si è scoperta più ricca».

Secondo Tunis dire che il futuro dell’Isola è nel turismo significa fare solo propaganda. «Ci saremmo aspettati soluzioni strutturali capaci di moltiplicare il Pil del turismo e trasformarlo nel reale motore dell’economia sarda – ha detto Tunis – questo testo è contraddittorio e orientato al ribasso, carica ulteriormente dal punto di vista antropico la Regione ma senza leve economiche capaci di trasferire ricchezza ai sardi. Manca una visione strategica. Per questo il nostro atteggiamento sarà costantemente negativo».

Critica anche la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda: «Credete davvero che il comma b) dell’art. 1 possa risolvere gli svantaggi dell’insularità? Se è così, fate voi».

Messo in votazione l’emendamento soppressivo totale n. 1 è stato respinto con 23 no e 14 sì.

Respinti in rapida successione anche gli emendamenti soppressivi parziali n. 2, 3, 4, 5 e 6 e l’emendamento sostitutivo parziale n. 7.

L’Aula ha quindi approvato il testo dell’articolo 1 con 28 voti a favore e 14 contrari

Sull’emendamento aggiuntivo n. 8 il Consiglio ha espresso voto contrario.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 2 “Modifiche all’articolo 13 della legge regionale n. 16 del 2017 (Denominazione delle strutture ricettive)”.

Il presidente ha messo in votazione l’emendamento soppressivo totale n.9 che è stato respinto con 24 voti contrari e 17 a favore.

Subito dopo è stato approvato il testo dell’articolo 2.

Dopo il parere sugli emendamenti di Commissione e Giunta si è aperta la discussione sull’art. 3 “Modifiche all’articolo 14 della legge regionale n. 16 del 2017 (Definizione delle strutture ricettive alberghiere)”. Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione l’emendamento soppressivo totale n. 10. E’ subito intervenuta la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda per annunciare il suo voto favorevole: «Non avete nessuna voglia di dare gambe ad alcuna azione che potrebbe essere utile per caratterizzarci e per dare risposte al territorio in modo da incrementare l’offerta turistica e valorizzare le eccellenze – ha rimarcato Alessandra Zedda – i vostri emendamenti dimostrano che ci sono cose da correggere. Non è vero che va tutto bene».

Sulla stessa lunghezza d’onda Luigi Crisponi che ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento soppressivo totale dell’art. 3. «Se lo approvate così state attenti a non cambiare destinazione d’uso a strutture ricettive che hanno ottenuto il via libera dalla Regione Sardegna per incrementi volumetrici. La legge nazionale è un autentico pasticcio».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha ribadito la sua contrarietà alla legge. «La definizione di condhotel è diversa da quella contenuta nella legge nazionale. Si tratta di norme contraddittorie. Mi dovete spiegare a cosa vi riferite. Cosi come è scritta non significa niente». Messo in votazione l’ emendamento n. 10 è stato respinto con 24 voti contrari e 15 favorevoli.

Via libera invece al testo dell’articolo con 29 sì e 12 no.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento aggiuntivo n.17 presentato dal consigliere dei Rossomori Emilio Usula: «Con questo emendamento vogliamo riportare alla percentuale originaria del 25% la presenza di casette amovibili nei campeggi. L’introduzione della percentuale del 35% rischia di stravolgere la finalità di quelle strutture ricettive. La Regione rispetti le sue stesse disposizioni contenute nella delibera di Giunta recentemente approvata. Chiedo coerenza».

Il capogruppo dei Cristiano popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta ha annunciato il suo voto favorevole chiedendo di poter apporre anche la sua firma all’emendamento. «Mi sorprende che nonostante gli impegni della Giunta non siano state prese decisioni conseguenti per modificare una norma offensiva di un modello di turismo che vogliamo darci e non contempla la presenza di favelas fronte mare».

D’accordo con Emilio Usula e Pierfranco Zanchetta, anche il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu: «E’ questo il momento utile per intervenire. Se non lo facciamo sarà impossibile farlo dopo. C’è l’impegno della Giunta a mantenere la percentuale del 25% e a non trasformare i campeggi in altro».

Anche secondo Fabrizio Anedda (Gruppo Misto) le regole vanno rispettate: «La legge ignora le nuove esigenze di alcune tipologie di turisti come i camperisti. I campeggi devono essere trasformati e adeguati alla nuova domanda. I camperisti hanno bisogno di stare all’aria aperta e di spazi dove scaricare acqua e rifornirsi. Se poi i campeggi vogliono fare altro rispettino le regole».

Il presidente della commissione “Attività produttive” Luigi Lotto (Pd) ha confermato l’impegno della maggioranza a correggere la norma: «Abbiamo detto che lo avremmo fatto con la legge urbanistica e lo faremo – ha detto Luigi Lotto – pertanto, chiedo al collega Usula di ritirare l’emendamento». Rivolto all’on. Gianluigi Rubiu (Udc) Lotto ha poi difeso la norma sui condhotel: «Abbiamo dato la possibilità all’ufficio di presentare norme di attuazione che regolano questo tema».

Anche il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas (Pd) ha invitato il consigliere Usula al  ritiro dell’emendamento. «La Commissione ha iniziato ad affrontare problema, ci saranno uno o due articoli che faranno riferimento ai campeggi».

Ha poi preso la parola il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) che ha chiesto lumi sulle politiche della Giunta in materia di turismo: «In che direzione vogliamo andare? Occorre avere le idee chiare. Ci arrabattiamo sulla legge urbanistica per migliorare le strutture alberghiere nella fascia dei 300 metri e poi consentiamo ai campeggi di realizzare strutture nella stessa fascia. Occorre essere coerenti. Bisogna vedere cosa chiede il mercato».

Secondo Luigi Crisponi (Riformatori) «la maggioranza ha perso la bussola. Chiede ad Usula di ritirare emendamento e poi introduce una forma spuria di turismo ricettivo e consente di avere strutture alberghiere accanto ad appartamenti da affittare».

E’ quindi intervenuta l’assessore Barbara Argiolas che ha ribadito la richiesta di ritiro dell’emendamento confermando l’impegno della Giunta a rivedere la questione all’interno della legge urbanistica.

Richiesta non accolta dal consigliere dei Rossomori Emilio Usula: «Confermo l’emendamento perché voglio porre rimedio ad un errore. Non credo che l’approvazione di questo emendamento possa metter in discussione l’impianto della legge urbanistica».

Posto in votazione l’emendamento n. 17, nonostante il parere contrario di Giunta e Commissione, è stato approvato con 23 voti a favore e 15 contrari.

Ritirato l’emendamento n. 18 (Usula), la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda è intervenuta a sostegno dell’emendamento n. 19 (Alessandra Zedda e più) che non è stato approvato (20 contrari e 19 favorevoli) e con il medesimo scrutinio non è stato approvato l’emendamento n. 20 (Alessandra Zedda e più) mentre ha avuto il via libera dell’Aula (45 sì su 45 votanti), l’emendamento n. 21 (Alessandra Zedda e più) per il riconoscimento della “Rete dei borghi della Sardegna” come patrimonio dell’Unesco.

Non approvato (23 contrari e 17 favorevoli)  l’emendamento n. 23 (Alessandra Zedda e più) che puntava a sgravare dell’Irap le imprese turistiche di nuova costituzione e dopo che l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, aveva chiesto il voto contrario definendo la proposta di modifica avanzata dalla minoranza «discriminatoria, illegittima e senza la necessaria copertura finanziaria».

Dichiarato inammissibile l’emendamento 24, è stato approvato (24 a favore e 14 contrari) l’emendamento n. 25 (Lotto e più) che aggiunge l’articolo 4 bis e prevede una sanzione amministrativa da 200 a 1000 euro per l’operatore che non rispetta gli obblighi di comunicazione stabiliti in legge. Approvato (39 sì e 3 no) l’emendamento all’emendamento n. 34 (Crisponi e più) che modifica l’emendamento 26 (Lotto e più), approvato con 40 a favore e un voto contrario, e che riguarda le comunicazioni al Comune e quelle ai fini statistici in materia di locazione occasionale.

Approvati per alzata di mano gli emendamenti n. 27 (Lotto e più) che introduce modifiche in ordine alla possibilità di offrire la colazione nei bed and breakfast; l’emendamento n. 28 (Lotto e più) che introduce modifiche al piano per la gestione della RES (rete escursioni); l’emendamento n. 29 (Lotto e più) ancora in materia di prima colazione ma con riferimento all’attività occasionale di ospitalità.

Il presidente ha quindi dichiarato inammissibili gli emendamenti 31, 32, 33 e 35 ed aperta la discussione sull’articolo 4 “Modifiche alla legge regionale n. 2 del 2018 (Bilancio di previsione triennale 2018-2020)” e agli emendamenti, l’Aula, con distinte e successive votazioni, ha respinto gli emendamenti 11, 12, 13, 14 e 15 ed ha invece approvato il testo dell’articolo.

Il capogruppo Fi, Alessandra Zedda, è intervenuta a sostegno dell’emendamento aggiuntivo n. 30, di cui è prima firmataria, ma la proposta di modifica non è stata approvata e si è quindi proceduto con il via libera all’articolo 5 (entrata in vigore) e poi all’approvazione finale della legge con 20 voti favorevoli.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della Proposta di legge n. 164 (Pinna e più) – “Interventi per la promozione e valorizzazione della figura della figura dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli”.

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Il Consiglio regionale ha approvato la risoluzione della Quarta Commissione sulla vicenda Air Italy. Il presidente Ganau ha aperto la seduta con la commemorazione dell’on. Gesuino Muledda, scomparso ieri a 76 anni. Nato a Oniferi, laureato in lettere, Muledda per oltre cinquant’anni è stato uno dei protagonisti della vita politica sarda, dapprima da apprezzato sindaco di Gairo. Poi il salto: consigliere regionale del Pci nella VII e poi ancora per altre tre legislature oltre che assessore regionale nella giunta di Franco Rais e poi nelle giunte di Mario Melis. Alla fine degli anni ’90 l’approdo, sempre da sinistra, sulle rive del sardismo fino alla costituzione del Partito Rossomori.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere Edoardo Tocco ha poi ricordato che «oggi si sarebbe dovuta tenere l’audizione dei parenti dei pazienti della clinica di Decimomannu. Ma vista l’urgenza e i trasferimenti continui dei pazienti chiedo che al presidente Ganau che si faccia carico di incontrarli». Il presidente Gianfranco Ganau ha accolto la richiesta.

Sempre sull’ordine del lavori, l’on. Franco Sabatini (Pd) ha sollevato il problema dei trasporti marittimi: «Siamo in piena stagione turistica e il trasporti marittimi soffrono di grandi difficoltà. Mi preme segnalare che è negato il diritto alla mobilità dei sardi e i prezzi per i turisti sono troppo alti. Per questo chiedo se non sia il caso di valutare la convocazione sul punto di una conferenza dei capigruppo e una convocazione straordinaria del Consiglio da dedicare soltanto a questo tema, addirittura anche a Olbia che è un luogo simbolo di questo problema. Ci sono responsabilità di questa maggioranza ma c’è una responsabilità diffusa nel tempo che ci costringe a costruire un percorso comune, tutte le forze politiche insieme».

L’on. Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) ha ribadito la necessità di «intervenire presso il ministro dei Trasporti perché rischiano di sparire i noleggiatori di imbarcazione con conducente» mentre per l’on. Francesco Agus (Cps) «non è più possibile andare in ordine sparso in questa materia. Se abiti un’isola hai l’obbligo di farti amico il mare e mai come in questo periodo il mare ci sembra ostile. Mi accodo alla proposta dell’on. Sabatini».

Favorevole anche il gruppo dei Riformatori sardi con l’on. Michele Cossa. «E’ un tema strategico, non possiamo non aderire». Sì anche dal sardista on. Angelo Carta: «Il Consiglio regionale prenda in carico il problema e produca risultati concreti». Per Forza Italia è intervenuto l’on. Giuseppe Fasolino: «Non possiamo non essere d’accordo con la proposta Sabatini e mi trattengo a sforzo nel non criticare il fatto che sono passati quattro anni e mezzo prima di certificare il fallimento di questa modello di continuità territoriale». La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto: «Non ci siamo mai sottratti davanti a un problema ma deve essere chiaro che per tutto questo tempo avete tenuto in ostaggio i sardi, impedendo loro di relazionarsi con il resto del mondo».

Per l’Udc l’on. Gianluigi Rubiu ha «condiviso la proposta dell’on. Franco Sabatini. Oggi l’Unione Sarda evidenzia che la Corsica ha 4 volte il numero di aerei e navi pagati dalla Francia, nonostante la popolazione sia di poco superiore alle 350 mila persone. Mi sembra che non ci sia nulla da aggiungere perché si tratta di un’offesa al popolo sardo».

Favorevole al dibattito sui trasporti anche il gruppo Fratelli d’Italia. «E’ l’occasione buona per fare il punto sulla situazione dei trasporti, ricordo che due anni fa dal palco della Leopolda fu annunciato che i sardi avrebbero pagato soltanto 14 euro in nave. Mi risulta che i prezzi siano ben altri», ha detto l’on. Gianni Lampis.

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «è giusto, anche simbolicamente, tenere il Consiglio regionale straordinario a Olbia perché è la città simbolo di questo sfascio e dello sfascio di Air Italy, senza che la regione controlli e impedisca il danno che subiscono i sardi».

Dello stesso avviso anche l’on. Pietro Cocco, capogruppo Pd: «La richiesta dell’on. Sabatini aveva il senso di evidenziare il problema. Ma il problema esisteva da molto, non è recente di sicuro. Cosa dire della flotta sarda, quando fallì miseramente? Nessuno qui può sollevare la voce, troviamo un momento di unità e in un luogo simbolico». 

Il capogruppo Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha puntato il dito contro le dichiarazioni del capogruppo Pd («dà sempre le colpe agli altri») e ha lamentato la mancata convocazione in sede di Consiglio dei ministri del presidente della Regione sulle questioni di interesse regionale. L’esponente della minoranza ha criticato anche l’atteggiamento politico tenuto dalla Quarta commissione consiliare in occasione dell’audizione con Cin-Tirrenia («sono stati trattatati con i guanti, è una vergogna!»). Giuseppe Meloni (Pd) ha auspicato una forte unità delle forze politiche presenti in Consiglio sul tema chiave dei trasporti ma e si è detto contrario alla convocazione dell’assemblea in seduta straordinaria a Olbia.

Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd) ha quindi illustrato la risoluzione approvata in commissione «sulle problematiche legate al rispetto agli accordi da parte della compagnia aerea Air Italy». Antonio Solinas ha ricordato la decisione unilaterale della compagnia con sede a Olbia, acquisita dalla Qatar Airways, di trasferire altri 51 lavoratori del settore amministrazione dalla Sardegna a Malpensa. «Con tale decisione – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – il management si  dimostra inaffidabile e disattende gli accordi a suo tempo sottoscritti con il governo». La risoluzione impegna la Giunta regionale proseguire con la richiesta della convocazione di un “tavolo di crisi ex Meridiana” e a richiedere la corretta applicazione degli impegni  assunti con l’accordo del 2016 nei confronti dei lavoratori e per il potenziamento delle attività in Sardegna. Un ulteriore impegno è rivolto ai parlamentari sardi per chiedere al governo il rispetto degli accordi che prevedono la permanenza in Sardegna delle attività della compagnia Air Italy.

L’assessore dei Trasporti, Carlo Careddu, ha ricordato la complessa trattativa per il passaggio del pacchetto di controllo dell’ex compagnia Meridiana alla Qatar Airways e i diversi incontri con i nuovi vertici della compagine qatarina per scongiurare qualunque forma di delocalizzazione e ribadire l’impegno per lo sviluppo delle attività della ex Meridiana in Sardegna e soprattutto a Olbia. L’assessore ha quindi riaffermato la volontà della Giunta perché siano rispettati accordi e impegni assunti con i lavoratori e la Regione ed ha confermato l’incontro, nella giornata di domani, a Roma, con il neo ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

A favore della risoluzione si sono espressi il consigliere Angelo Carta (Psd’Az-La Base) e il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu («i trasferimenti di Cin-Tirrenia e Air Italy sono un’offesa per i sardi»). Favorevole anche il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino; il capogruppo Psd’Az-La Base, Gaetano Ledda e il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta che ha criticato apertamente l’operato del ministro dello Sviluppo e vice premier, Luigi Di Maio. Hanno preannunciato disco verde anche Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Giuseppe Meloni, Pd («il cambio del governo non può significare un cambio di rotta sugli accordi fatti con Air Italy»); Marco Tedde, Fi, («ci sarebbe piaciuto riscontrare le sensibilità che si registrano oggi anche quando Ryanair ha abbandonato il Nordovest») e Gianni Lampis, Fratelli d’Italia («dobbiamo interrogarci anche sul fatto del perché la Sardegna sia considerata non idonea a garantire competitività a Air Italy»).

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, favorevole, ha sottolineato l’ampiezza del mandato conferito all’assessore Carlo Careddu, relativo cioè alla dignità della comunità regionale, non solo quindi la rivendicazione del rispetto di un contratto ma la riaffermazione della dignità della Sardegna che vuole svolgere nel panorama europeo ed internazionale il ruolo naturale di hub dei trasporti.

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, riprendendo le argomentazioni di Congiu, ha affermato che domani l’assessore «porta a Roma il diritto dei sardi alla mobilità contro ogni delocalizzazione di cui purtroppo è piena la storia recente dei rapporti fra grandi imprese e la Sardegna; il governo nazionale ha annunciato provvedimenti contro le delocalizzazioni ed ora avrà l’occasione di dimostrare questa sua volontà, mentre la Sardegna dovrà battere i pugni sul tavolo con la forza della Sardegna unita».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha ricordato che il personale sardo ha fatto tanto per Meridiana, compagnia che per i sardi negli anni è sostanzialmente diventata la compagnia di bandiera; «oggi il mondo dei trasporti è cambiato e l’azienda ha strategie diverse, e forse in materia di trasporti non siamo molto credibili perché altrimenti non saremmo a questo punto, comunque il mandato pieno dà all’assessore la forza di invertire finalmente questa tendenza negativa».

Sempre per Forza Italia il consigliere Antonello Peru ha accusato Air Italy di essersi rimangiata «quello che aveva detto e scritto nei tavoli dell’accordo per salvare Meridiana e la Sardegna deve costruire perciò le condizioni perché le società private abbiano interesse ad insediarsi ed a restare in Sardegna, dicendo però basta ai vertici Ue che bloccano la continuità aerea ed allo stallo dei trasporti marittimi». «Battere i pugni sul tavolo sì – ha aggiunto – ma purché cessino i litigi interni, come si sta facendo sulla legge urbanistica che invece contiene messaggi importanti per rilanciare vocazioni storiche della Sardegna come turismo ed agricoltura; anche questo significa stimolare le imprese a scegliere la Sardegna».

Ancora per Forza Italia il consigliere Stefano Coinu, favorevole, ha detto che «il mandato per l’assessore va oltre la vertenza per arrivare alla continuità territoriale mancata cioè per cambiare una politica che cura il male senza aggredire i sintomi; Air Italy è una società privata e gli strumenti a disposizione della Regione non sono tanti al di là del convincimento, ma resta centrale il dovere di assumere davanti ai Ministeri un atteggiamento forte per ricordare la necessità di tutelare il diritto della Regione ad essere considerata al pari delle altre». «La delocalizzazione dalla Sardegna verso il continente – ha concluso – è per molti aspetti uguale a quelle che colpiscono l’Italia e vanno contrastate».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la risoluzione che il Consiglio ha approvato all’unanimità con 45 voti.

Successivamente l’Assemblea ha iniziato la discussione della Proposta di legge n. 508 (Lotto e più) in materia di turismo.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha annunciato il ritiro della sua firma dalla proposta perché, ha spiegato, «sono venuti meno alcuni principi di riferimento».

Ritiro della firma anche da parte di Luigi Crisponi, dei Riformatori, che si è riservato di motivare il suo dissenso, del capogruppo del Psd’Az Gaetano Ledda, di Mariano Contu e Marco Tedde di Forza Italia. Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, invece, ha aggiunto la sua firma alla proposta.

Il consigliere del Pd Piero Comandini, sostenendo le ragioni del progetto di legge, ha affermato che «si tratta di dare gambe  alla legge regionale 16 sul turismo prevedendo un ruolo incisivo per i privati, peraltro richiesto dalle imprese di settore che rischiano risorse proprie». «La nuova classificazione alberghiera molto discussa in conferenza Stato-Regioni – ha concluso – può essere una risposta ulteriore alla domanda degli operatori turistici consentendo a realtà residenziali ed alberghiere di convivere in uno stesso Comune, per diversificare l’offerta».

Luigi Crisponi, dei Riformatori sardi, ha dichiarato che il ritiro della sua firma è dovuto ad alcune parti non convincenti della legge, «che appare adatta a Regioni come Emilia Romagna, Veneto o Trentino Alto Adige, molto diverse dalla nostra; in pratica ogni destinazione alberghiera può venire a cadere aprendo la strada a speculazioni di seconde case occulte, con camere di hotel che si trasformano in quote condominiali, insomma in Sardegna c’è un rischio grave di distorsioni».

Il consigliere di Fdi Gianni Lampis ha affermato che  i problemi della legge nascono «dal conflitto di competenze mai risolto fra Stato e Regioni in materia di turismo e sarebbe meglio arrivare ad una competenza concorrente, definendo la cornice a livello centrale e lasciando alla Regioni la normativa di dettaglio». «Le preoccupazioni di Crisponi devono richiamare la nostra attenzione – ha aggiunto – ma è pur vero che non bisogna cedere alla paura e che per certi aspetti la norma può aiutare le realtà più deboli migliorando l’esistente, recuperando porzioni dei centri storici e dando più liquidità ad imprenditori che potrebbero trovare opportunità di crescita e di posizionarsi sul mercato».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sottolineato che la scelta di ritirare la firma nasce «dalla consapevolezza che una nuova struttura turistica potrebbe determinare contraccolpi negativi sulla realtà regionale e del resto non è una novità che ogni volta che la Sardegna legifera in materia di turismo e trasporti sbaglia, perché non si tratta di adeguarsi ad una evoluzione naturale della normativa nazionale di settore quanto di applicabilità, posto che i privati vanno coinvolti con procedure ad evidenza pubblica che però non possono essere attivate perché mancano i provvedimenti attuativi, attesi da un anno e ancora non emanati dalla Giunta». Tedde si poi espresso in modo molto critico sul recente bando per la destagionalizzazione «per il quale si è partiti a luglio scorso per fare in fretta ma non è accaduto nulla ed il bando è sostanzialmente fermo mentre qualche compagnia comincia a minacciare l’abbandono e poco fa, ad Alghero, si è dimesso il direttore generale dell’aeroporto:  significa che il problema c’è eccome».

Al termine dell’intervento di Marco Tedde, il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio per domattina alle 10.00.

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Sarà un tavolo tecnico-politico ad occuparsi in tempi brevissimi di effettuare una dettagliata ricognizione dello stato dei debiti/crediti fra Regione ed Aias per consentire il sollecito pagamento delle retribuzioni arretrate dei lavoratori.

Lo hanno annunciato i presidenti delle commissioni Bilancio Franco Sabatini e Sanità Raimondo Perra al termine della riunione congiunta delle due commissioni alla quale hanno partecipato anche l’assessore della Sanità Luigi Arru, il direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano ed i tecnici dell’assessorato.

Lo strumento del tavolo tecnico – politico, è stato ricordato, era stato individuato dal Consiglio regionale in una mozione del 2017 approvata all’unanimità e riguarderà soprattutto la parte delle prestazioni Aias (fatto 100 il costo di una prestazione il rapporto Ats – politiche sociali è circa di 60 e 40) che viene coperta dal settore politiche sociali attraverso erogazioni dirette ai Comuni. In termini numerici dovrebbe trattarsi di una somma attorno ai 5 milioni di euro che, altra decisione delle commissioni congiunte Bilancio e Sanità, saranno resi disponibili immediatamente dall’assessorato della Programmazione.

Per quanto riguarda la parte a carico dell’Ats il Dg Fulvio Moirano ha chiarito che, a fronte di un importo “teorico” complessivo di 15.5 milioni (che comunque l’Azienda ha corrisposto provvisoriamente pur ritenendo che non siano interamente dovuti secondo i pareri dei suoi legali), sono stati pagati circa 8.6 milioni mentre altri 6.9 milioni circa non sono stati ancora formalmente riconosciuti.

Da parte nostra, ha assicurato l’assessore della Sanità Luigi Arru, «non c’è nessuno chiusura o pregiudizio nei confronti dell’azienda e lo dimostra il fatto che, dall’insediamento di questa amministrazione nel 2014, i pagamenti sono stati effettuati con regolarità secondo i termini di legge». «Resta – ha ricordato – un rilevante contenzioso, che ammonterebbe a 40 milioni, precedente a quella data ed in molti casi risalente alla fine degli anni’80 ma su quello non si può prescindere da un rigoroso e puntuale percorso di accertamento cui è obbligata la pubblica amministrazione, anche per valutare eventuali ipotesi di transazione».

«Ricordo infine – ha concluso Luigi Arru – la recente sentenza del Tar Sardegna che, in un passaggio molto significativo, ha tassativamente escluso che la presenza di un contenzioso contrattuale possa ostacolare il pagamento degli stipendi.»

Nel lungo dibattito hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Giorgio Oppi dell’Udc, Alessandra Zedda, Marco Tedde ed Edoardo Tocco di Forza Italia, Pietro Cocco, Valerio Meloni e Valter Piscedda del Pd, Augusto Cherchi del Pds, Emilio Usula del Misto -Rossomori, Daniele Cocco e Luca Pizzuto di Art. 1 – Mdp, Michele Cossa dei Riformatori e Domenico Gallus del Psd’Az – La Base.

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Una nuova maglia stradale per superare l’isolamento del Sarrabus-Gerrei. Un collegamento che porterebbe la notevole riduzione dei tempi per raggiungere un angolo di Sardegna dimenticato. E’ ancora lontano il termine per il completamento della bretella secondaria che da Donori conduce a San Nicolò Gerrei, con un progetto abbandonato dalla giunta. E’ quanto chiede, in un’interrogazione urgente, il consigliere regionale Edoardo Tocco (Forza Italia).

«Il costo stimato per l’intervento è pari a 5 milioni di euro (già stanziati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica), che permetterebbero la realizzazione di un tracciato alternativo alla statale 387 – sottolinea Edoardo Tocco – con la realizzazione di un collegamento più moderno e con tempi di percorrenza decisamente inferiori. La variante consentirebbe di bypassare un tortuoso tratto della 387 con la realizzazione di una lingua d’asfalto che dall’area industriale di Donori si estende sino alla zona di Baccanali – Lacunedda, per poi correre verso Ballao e San Vito – aggiunge Edoardo Tocco – scongiurando le insidiose curve a gomito ed i tratti più pericolosi della vecchia statale.»

«Nessuno ha dato il via al cantiere per la messa in sicurezza dell’itinerario – conclude Edoardo Tocco -. E’ l’ennesima istantanea dell’abbandono del territorio da parte della giunta Pigliaru. Sarebbe necessario recuperare le risorse per dare al Sarrabus-Gerrei una maglia viaria funzionale alle esigenze del territorio.»

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«Occorre manifestare la massima preoccupazione in merito allo smembramento del San Giovanni di Dio.» Il vicepresidente della commissione salute in Consiglio regionale Edoardo Tocco (Forza Italia) alza i toni della protesta contro il progressivo smantellamento di uno dei presidi ospedalieri che hanno assicurato le cure a tantissimi pazienti del capoluogo: «Il disegno della rete ospedaliera mira alla soppressione della struttura. Sarebbe un disastro senza fine per i servizi essenziali della città. E’ un polo sanitario diventato punto di riferimento per l’area vasta e non solo per la città. Sarebbe necessario prevedere un super ambulatorio con la tutela di tutti i reparti e le prestazioni d’urgenza in regime ambulatoriale – conclude Edoardo Tocco -. E’ necessaria una nuova mobilitazione per assicurare la sopravvivenza dell’unico complesso sanitario capace di assicurare un’assistenza nel cuore del capoluogo».

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La commissione Sanità presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha ascoltato una relazione del Direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano che, assieme all’assessore Luigi Arru, hanno fatto il punto sullo stato di attuazione della nuova rete ospedaliera.

Fulvio Moirano, intervenendo sul recente dibattito riguardante le differenze fra i contenuti della riforma votata dal Consiglio regionale circa 8 mesi fa e gli attivi amministrativi dell’assessorato e della stessa Ats, ha dichiarato in apertura che «l’azienda sta operando all’interno dell’impianto della riforma tracciato dal Consiglio, soprattutto con le procedure legate allo sblocco del turn over ed alle stabilizzazioni, con l’obiettivo di abbattere la precarietà accumulata e, per la prima volta, aumentare l’occupazione».

«Per quanto riguarda i punti nei quali si dovessero registrare contraddizioni – ha precisato – è meglio attendere per una valutazione complessiva che dipenderà anche dalle decisioni del Ministero sulla nuova rete; su alcune cose sono ottimista, su altre meno, ma ormai siamo alle battute finali.»

Soffermandosi sui conti della sanità sarda, Fulvio Moirano ha smentito il dato del disavanzo di 1 miliardo, peraltro accumulatosi negli anni. «Rispetto alla ricostruzione dell’andamento del disavanzo che abbiamo effettuato a partire dal ’98, ritengo che quella cifra non sia realistica, anzi l’azione di risanamento avviata ha dato i suoi frutti che in parte sono già emersi (con risparmi significativi sul costo dei farmaci e sulla medicina convenzionata) ed in parte emergeranno con maggiore evidenza dal consuntivo 2017, che sarà migliore dei precedenti».

L’assessore Luigi Arru, dopo aver confermato che la corretta collocazione del disavanzo va spalmata in un arco temporale pluriennale, ha poi rivendicato alla Regione la scelta di un modello di sanità adatto alle specificità della Sardegna e diverso da quello delle altre Regioni speciali. «Se avessimo scelto un modello omogeneo – ha ricordato – avremmo avuto il blocco totale del turn over e un aumento della pressione fiscale a carico dei sardi». L’assessore, inoltre, ha chiarito la posizione della Regione sul Mater Olbia. «Non faccio proclami – ha detto – ma mi limito a ricordare che gli investitori hanno cambiato per 3 volte il partner scientifico: a noi non interessa un nuovo ospedale privato ma abbiamo una l’ambizione molto più alta di dare vita ad un grande polo di ricerca con la partecipazione delle università sarde e nazionali e su questo ho avuto rassicurazioni su un piano di investimenti di 100 milioni l’anno in 10 anni».

Quanto alle liste d’attesa, il Direttore generale dell’Ats ha annunciato i primi risultati a fine anno, per effetto di una riorganizzazione del sistema in 5 punti: miglioramento dei rapporti con l’utenza, aumento dell’offerta estesa negli orari e nelle giornate festive, definizione di un numero medio di prestazioni e revisione degli orari dei professionisti.

Nel lungo ed articolato dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Giorgio Oppi dell’Udc, Augusto Cherchi del Pds, Luigi Ruggeri del Pd, Annamaria Busia del Misto, Edoardo Tocco di Forza Italia, Pierfranco Zanchetta di Cps e Daniele Cocco di Art. 1 – Mdp.

A causa del protrarsi dei lavori e degli impegni del manager Fulvio Moirano e dell’assessore Luigi Arru, la commissione ha rinviato alla prossima settimana (compatibilmente con i lavori del Consiglio) l’esame delle problematiche riguardanti l’Aias.

E’ stata anche aggiornata, sempre alla prossima settimana, la discussione delle linee guida 2018-2020 del Reis (Reddito di inclusione sociale) sulle quali la commissione deve esprimere un parere.