2 November, 2024
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Si terrà il 7 e il 9 settembre, a Sant’Anna Arresi, negli spazi della Villa Percy messi a disposizione dalla famiglia Corridori, la seconda edizione della rassegna AngoLazioni, omaggio a Vittorio de Seta, un grande Maestro del cinema Italiano molto attento al mondo contadino e alle tradizioni. Ci ha lasciato un bellissimo patrimonio cinematografico girato soprattutto tra La Sicilia, la sua terra natale, e la Sardegna.
Un omaggio che s’impone a questo artigiano impegnato del cinema documentario visto che AngoLazioni 2 è dedicata al cinema di sensibilizzazzione, alla biodiversità ed al ritorno alla natura non solo in Italia, ma anche in altre parte del mondo (Burkina Faso, Tunisia, Canada…).
Questa Rassegna Cinematografica organizzata dal comune di Sant’Anna Arresi, con la collaborazione ed il sostegno della Cineteca di Bologna, la Società Umanitaria, l’Istituto di Cultura Italiano a Tunisi, la Regione Sardegna e che vede come Direttore Artistico il regista tunisino Mohamed Challouf, vuol essere un momento di risveglio civico e di scambio tra i partecipanti su argomenti che toccano la sostenibilità ambientale e le possibilità migliorative per la vita di ciascuno e per quelle del nostro pianeta. AngoLazioni seconda edizione, che avrà luogo dal 7 al 9 settembre 2020, proporrà a pubblico una serie di film provenienti da diversi Paesi e che saranno uno spunto per noi in questa grave crisi pandemica mondiale per fare il conto con noi stessi sulla situazione ecologica nella quale stiamo vivendo.
Per rendere un omaggio simbolico al grande maestro Vittorio De Seta abbiamo scelto tre dei suoi cortometraggi della serie “Mondo Perduto” restaurati nel 2008 dalla cineteca di Bologna che, per questa occasione, ci mette a disposizione. Si tratta di: Lu tempu di li pesci spata (1955), Pastori di Orgosolo (1958) e Parabola d’Oro (1955), tre perle dell’opera di Vittorio De Seta e del cinema documentaristico italiano.
Il programma di quet’anno propone al pubblico anche il Film Antropocene regia di Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky e Nicholas de Pencier. Questo trio di autori, di origine canadese,
attenti alle tematiche ambientali, ci fanno girare il mondo per mostrarci come le attività umane lasciano un’impronta profonda e quasi irreversibile nella storia geologica e climatica del nostro unico pianeta. Antropocene l’età dell’uomo è una grande testimonianza di questo momento critico dell’Umanità che giorno dopo giorno sta distruggendo la propria terra.
L’Agnello, lungometraggio diretto da Mario Piredda, racconta la storia di una famiglia e della sua vicenda dolorosa e personale. Una narrazione di quello che è il rapporto fra l’uomo e l’ambiente, condizionato in questo caso da una base militare. Una malattia lenta ed inesorabile che consuma e contro la quale si lotta cercando di non perdere la speranza. Un film commovente e coinvolgente che a partire da una ragazza, Anita, porta a riflettere con delicatezza su un tema attuale che tratta la salute di tutti.
La terza serata di AngoLazioni seconda edizione, prevista per il 9 settembre è dedicata interamente all’Africa attraverso due bei film sul Burkina Faso e la Tunisia. Il primo dal titolo “Burkinabe Bounty, Agroecology in Burkina“, un corto di 36 minuti della regista Iara Lee (Culture of Resistances films), che racconta con grande energia e bellissime immagini, la resistenza agricola e la lotta per la sovranità alimentare in Burkina Faso, uno dei paesi più poveri al mondo, situato nel sahel africano. Il film mette l’accento tra l’altro su come le donne del paese si impegnano per guadagnare la loro indipendenza economica e con i giovani marciano per le strade per contrastare il business di multinazionali come la Monsanto.
Burkinabé Bounty è un film anche su le tattiche creative utilizzate dalle popolazioni per riprendere il controllo del loro cibo, dei loro semi e del loro futuro.
Il secondo film della serata “Cuscus il grano della dignità” di Habib Ayeb (Tunisia 2017) è un viaggio speciale nella Tunisia di oggi. Quella che veniva chiamata all’epoca dell’Impero  romano “Il granaio di Roma”. Ormai tutti sanno che il Cuscus costituisce la base alimentare di tutti i paesi del Maghreb. Questo documentario si concentra sulle condizioni politiche, sociali, economiche ed ecologiche nelle quali viene prodotto il grano tanto pregiato per la preparazione del Cuscus. Un film che cerca di dimostrare che l’aspetto alimentare è al centro delle questioni legate alla dignità umana.

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Taglio del nastro, a Sant’Antioco (Sud Sardegna), per la quindicesima edizione di “Passaggi d’Autore”: intrecci mediterranei. Domani, martedì 3 dicembre, il festival del cortometraggio organizzato dal Circolo del Cinema “Immagini” apre i battenti per la prima di sei giornate, fino a domenica 8 dicembre, sul cinema in forma breve, quest’anno rappresentato da diciassette Paesi: in programma oltre sessanta film (in lingua originale, con sottotitoli in italiano e in inglese), con selezioni provenienti anche dai cartelloni dei prestigiosi Sarajevo Film Festival (SFF) e Festival international du court métrage de Clermont-Ferrand, incontri con i registi (atteso, tra gli altri, Daniele Luchetti, in arrivo sabato 7) ed eventi dedicati alle webseries, ai video musicali, al cinema d’animazione, oltre a laboratori e a concerti.
 
L’apertura è alle 17.00, nell’Aula consiliare del Comune, sede di tutte le proiezioni; poi, alle 17.30 si comincia con i primi otto dei ventisei cortometraggi che fanno parte della sezione più corposa del festival: Intrecci mediterranei. La serata, arricchita dalla presenza dei registi di tre dei corti in visione, il tunisino Younes Ben Slimane, l’albanese Erenik Beqiri e il sardo Sirio Sechi, vede anche la partecipazione di Claudio De Pasqualis, tra i conduttori della celebre trasmissione di Radio3 “Hollywood Party”, e Angela Prudenzi, giornalista, produttrice e sceneggiatrice, membro del comitato Esperti della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
 
Apre il ciclo di proiezioni “Mano a mano” (Francia, 2018, 23′), diretto dalla francese Louise Courvoisier, primo premio Cinéfondation allo scorso festival di Cannes: protagonista una coppia di acrobati circensi, in giro di città in città e in crisi di relazione.
 
Un fumo nero invade la città e la distrugge; l’unico uomo rimasto in vita cerca di ricostruirla e di tenere viva la fiamma della vita: questa la sinossi di “All come from dust” (2019, 9′), il cortometraggio con cui il tunisino Younes Ben Slimane – presente alla proiezione – ha partecipato al concorso “Pardi di domani” dello scorso Locarno Film Festival. Classe 1992, architetto, appassionato all’arte contemporanea e al cinema, utilizzando medium diversi Younes Ben Slimane ha sviluppato una riflessione e un approccio che lui descrive come “esistenziale”.
 
Propone invece una riflessione poetica e tragica sulle fatiche quotidiane e la dura condizione dei capofamiglia palestinesi, il cortometraggio “Oslo” (Israele, 2019, 15′), di Shady Srour: al centro del racconto, Ziad, un lavoratore a giornata che, un giorno, si vede negata la possibilità di entrare in Israele per lavorare.
 
“Abbassa l’Italia” (2019, 15′), è il successivo film in programma: un mockumentarydi Alfredo Fiorillo e Giuseppe Cacace sulle fake news, i media, la politica, il Belpaese e l’immigrazione. Nel cast, il giornalista Luca Telese e Claudio De Pasqualis, altro ospite della serata insieme ad Angela Prudenzi, produttrice nonché coautrice (a sei mani con i due registi) della sceneggiatura e dello script del cortometraggio.
 
Il tema delle migrazioni attraversa come un filo rosso anche altri film in visione in questa serata inaugurale del festival. In “Frontiera” (2018, 14′), di Alessandro Di Gregorio, vincitore del David di Donatello 2019 per il miglior cortometraggio, troviamo così due ragazzi alle prese con il recupero e la sepoltura dei corpi dei naufraghi a Lampedusa, in una sorta di balletto fra la vita e la morte, l’innocenza e la sua perdita.

Nello stesso mare è ambientato Rosso: la vera storia falsa del pescatore Clemente” (2018, 28′), del trapanese Antonio Messana, selezionato per il concorso Cinéfondation del Festival di Cannes dello scorso maggio: protagonista un vecchio pescatore siciliano che si ostina a lavorare, nonostante l’età, finché un giorno la sua vita viene sconvolta quando trova nelle reti il cadavere di un giovane migrante.
 
“The van” (2019, 15′) ha invece per protagonista un giovane che, partecipando a gare di combattimento, mette da parte i soldi per pagare la sua via d’uscita, e quella del padre, dall’Albania. Presente alla proiezione, il regista Erenik Beqiri (classe 1987) mette in mostra nei suoi film le lotte interiori dei personaggi a confronto con lo spazio sociopolitico in cui abitano, per arrivare a decisioni inquietanti, che li definiscono come ritratti comici, tragici o grotteschi della società.
 
Altri contenuti e atmosfere in “I claustrofili” (2019, 25′), cortometraggio speleologico del sardo Sirio Sechi, anche lui ospite della serata. «Rari sono i film speleologici e lo sono ancora più rari nell’ambito cinematografico destinato ad un pubblico normale. Questo perché la speleologia è un mondo chiuso a se, impermeabile a chi non è del settore – spiega il filmaker nelle note di regia -. La mia sfida, da regista e da speleologo, è quella di realizzare un film che interessi anche gli spettatori non-speleologici. Per questo ho scelto di non prendere come soggetto la grotta, ma chi la esplora. Ovvero, l’unico elemento al quale lo spettatore può immedesimarsi.»
 
Mercoledì (4 dicembre), la seconda giornata di Passaggi d’Autore prende il via la mattina, alle 10.30, con l’evento dedicato alle scuole CortoAmbiente. L’iniziativa, organizzata in collaborazione con UNICEF – Italia, propone per gli studenti dell’istituto IPIA “Emanuela Loi” e al Liceo “Emilio Lussu” di Sant’Antioco la visione di Antropocene – L’epoca umana, di Jennifer BaichwalEdward Burtynsky e Nicholas de Pencier (Canada, 2018, 87 minuti). A seguire un incontro con Renata Corona (UNICEF Italia), Carlo Milia (CEAS Isola di Sant’Antioco) e il meteorologo Matteo Tidili.
 
Nel pomeriggio, dalle 16.30, di nuovo spazio alla sezione Intrecci Mediterranei, con la presenza del regista veronese Federico Spiazzi e dei giovani filmaker sardi Andrea Murgiae Riccardo Cara. Sette i corti in programma: lo spagnolo Zapatos de tacon cubano” (2018, 17′), di Julio Mas Alcaraz; Barê Giran”, ovvero “il pesante fardello” (2019, 14′), del turco Yilmaz Özdil; Refuge” (2018, 10′), di Federico Spiazzi; “Turning ten” (2019, 12′), dell’egiziana Jaylan Auf; “Sad Park” (2019, 3′), di Andrea Murgia; “Joy” (2019, 3′), di Riccardo Cara; “The silence of the dying fish” (2018, 20′), del greco Vasilis Kekatos.
 
Ultimo appuntamento in scaletta, alle 18.30, Music Video d’Autore. La videomusica del Mediterraneo, una selezione di videoclip a cura di Bruno Di Marino, teorico dei media e studioso di sperimentazione audiovisiva, con un focus della regista Alessandra Pescetta.