24 November, 2024
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In attesa dell’inaugurazione di giovedì, San Gavino si prepara al Festival Letterario del Monreale con un’anteprima curata dall’associazione Materialia. Si comincerà alle 18.45 con la tavola rotonda “Identità e futuro: il valore dei beni culturali nella società moderna”. Interverranno Arianna Murru (conservatrice dei beni architettonici e ambientali), Efisio Carbone (funzionario del settore musei dell’ISRE), Roberto Ibba (storico dell’Università di Cagliari), Giancarlo Spanu (esperto di comunicazione e marketing), Giorgio Pia (professore associato di Scienza e tecnologia dei materiali all’Università di Cagliari). Coordinano Emanuela Cruccu e Marta Cappai.

Alle 19.30, il collettivo Elias Mandreu parlerà della sua opera “Mantene s’odiu” (Piemme) con Daniele Mocci.

Elias Mandreu. È il nome di un collettivo composto da Andrea e Mauro Pusceddu e da Eugenio Annicchiarico. Ha pubblicato i romanzi “Nero riflesso”, “Dopotutto” e partecipato alle antologie 2Giallo Sardo” e “Giallo sardo 2”, curate da Francesco Abate e edite da Piemme.

Il libro. Il maresciallo Mirko Stankovic è stato sbattuto in un paesino sperduto tra i monti della Barbagia e il mare dove non accade mai niente. Non ha mai amato le regole e per questo, dopo l’ennesimo sgarro, è scattato il trasferimento punitivo. Quando entra nel suo nuovo ufficio di Santa Lucia, che assomiglia più allo scantinato di una pizzeria che a un luogo istituzionale, inizia a pensare che con la vita d’azione potrebbe aver chiuso per sempre. A smentirlo, però, ci pensa il rinvenimento, pochi giorni dopo il suo arrivo, del cadavere di una donna all’interno di una grotta naturale per metà sommersa dall’acqua. La vittima, Marcella Ferrante, era figlia di un noto imprenditore locale, Manuel Ferrante, proprietario dei club più esclusivi della Costa Smeralda. I primi rilievi fanno pensare a un omicidio di stampo malavitoso, ma Stankovic, appellandosi al suo fiuto investigativo, si convince che si tratti di una falsa pista. Un rapimento risalente a quasi cinquant’anni prima e un riscatto sparito nel nulla lo porteranno a scoprire per l’ennesima volta che nessun caso può essere archiviato con leggerezza.

L’ultimo incontro della serata sarà alle 20.30 con Emanuele Aldrovandi e il suo romanzo “Il nostro grande niente” (Einaudi). Con l’autore dialogherà Giorgio Pia.

Emanuele Aldrovandi (Reggio Emilia, 1985) è autore e regista per teatro e cinema. “Il nostro grande niente” è il suo primo romanzo.

Sarà visitabile sino al 28 febbraio 2022 la mostra “Tempo in processo – Opere 1965-2021”, realizzata dall’artista Giovanni Campus allestita nella Galleria comunale.
Uno degli obiettivi dell’assessorato della Cultura del comune di Cagliari, guidato dall’assessora Maria Dolores Picciau, è quello di far diventare la città come un grande museo a cielo aperto, utilizzando le aree verdi e i parchi del capoluogo come dei luoghi ideali per collocare le opere.
I dettagli della doppia iniziativa dedicata a Giovanni Campus sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale hanno preso parte, oltre all’assessora della Cultura, Maria Dolores Picciau e all’artista Giovanni Campus, anche Marco Meneguzzo che ha curato la mostra ed Efisio Carbone in rappresentanza del Servizio Cultura.
«Questo progetto legato a Giovanni Campusha commentato l’assessora Maria Dolores Picciau si articola in due eventi, uno che riguarda la mostra e l’altro che ha come oggetto l’installazione di una sua opera nei Giardini pubblici. Parliamo di un artista molto importante che, non a caso, ha affrontato uno degli argomenti più delicati come quello del concetto di tempo. Preziosa, l’opera che abbiamo collocato davanti alla Galleria perché oltre alla sua importanza, ci da l’opportunità di alimentare il concetto di nuova modulazione del contesto urbano e ambientale di Cagliari. Vogliamo arricchire aree verdi e parchi con tante opere in modo da fare della città un museo a cielo aperto.»
Antonio Caria

Gli incontri a scuola tra chef, ristoratori e food blogger da fine aprile e una rassegna culinaria a maggio precedono il Festival Cul-TURE d’@mare che si inaugura quest’anno il 22 e 23 giugno a Calasetta (Sud Sardegna), con 30 esperti di lingua, antropologia, storia, isole, Mediterraneo, filosofia, libri, navigazione, gastronomia, viaggi.

Al centro l’epopea dei liguri che nel 1541 vennero mandati da Genova-Pegli sull’isola di Tabarka, in Tunisia, per pescare corallo. Lì rimasero due secoli, poi si distribuirono tra le isole di Nueva Tabarca (in Spagna), di San Pietro e di Sant’Antioco, queste ultime due in Sardegna, dove nel Settecento fondarono rispettivamente i paesi di Carloforte e Calasetta. Oggi si fanno chiamare “tabarchini” e grazie anche all’archivio digitale Ràixe (radici, www.raixe.it) stanno valorizzando una cultura unica nel Mediterraneo.

La cucina, soprattutto, tiene unite le varie comunità ed è anche il filo conduttore del prologo di Cul-TURE d’@amare.

Gli allievi dell’Istituto alberghiero Ipia di Sant’Antioco potranno confrontarsi con chef del calibro di Luigi Pomata (già docente all’Etoile di Sottomarina -Venezia- tra le scuole di cucina per professionisti più importanti d’Italia; noto al grande pubblico per aver partecipato alle trasmissioni “La prova del Cuoco”, “La cucina del Gambero Rosso” e “Alice”. Vincitore del campionato mondiale Bocuse d’Or e del Cous cous festival), cuochi come Graziella Cipollina & Graziano Serrenti (del ristorante Ca’ Taborka) e Donatello Maccioni, ristoratore de La Perla di Calasetta.

Il 30 aprile Luigi Pomata, carlofortino che oggi gestisce tre locali a Cagliari, porterà in classe la sua arte nelle preparazioni e presentazioni e la sua filosofia legata ai prodotti locali da interpretare con il massimo della fantasia.

Il cascà (cous cous vegetariano alla carlofortina), il pilau (la sua versione calasettana) e il belu di tonno (lo stomaco) saranno al centro delle lezioni dei tre cuochi, che già dai primi incontri hanno emozionato insegnanti e allievi.

Saranno preceduti da tre noti food blogger sardi, con circa 170 mila follower:

Ch_ecco (Francesco Pruneddu) che si definisce “appassionato d’arte ai fornelli”, Nicoletta Palmas di Bread&butter e Vannisa Biggio con le sue ricette tabarchine doc sulla piattaforma di Giallo Zafferano.

Si parlerà di focaccia genovese, farinata a base di ceci, ma soprattutto dell’importanza dello storytelling anche in cucina, delle immagini e dei social, di come scattare foto o realizzare video.

A maggio 7 instant doc su questa esperienza e una web serie di 6 puntate sulla rassegna culinaria per inventare il piatto Raixe – ispirato alle ricette della tradizione tabarchina – si potranno vedere su Eja Tv e sulle piattaforme di Cul-TURE d’@amare.

Il 22 e 23 giugno il Festival online di Cul-TURE d’@amare si dividerà in tre fili: rosso per la storia e la memoria; blu per il viaggio e la scoperta;

giallo per le relazioni e la continua conoscenza.

Comprende un convegno, presentazioni letterarie e conferenze.

Tra i relatori più famosi: la psicologa, coach e scrittrice Selene Calloni Williams, la giornalista e scrittrice Tiziana Alterio, il linguista Fiorenzo Toso, dell’Università di Sassari, l’archeologa ed ex docente di lingue in Tunisia Monique Longerstay, la travel journalist Silvia Ugolotti, il critico d’arte e direttore del MACC Efisio Carbone, l’antropologo Carlo Felice Tiragallo dell’università di Cagliari. Ma non mancheranno maestri d’ascia dalla Spagna e storici da Genova.

fine luglio è previsto l’incontro con il comandante della spedizione nautica, scientifica e culturale Progetto Mediterranea, ideata dallo scrittore e marinaio Simone Perotti, che ha appena avviato una collaborazione con l’Ispra (Istituto superiore per la protezione per protezione e la ricerca ambientale) per la salvaguardia del mare.

 

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Il ricco programma degli eventi del 250° anniversario della fondazione del comune di Calasetta è stato presentato questa mattina a Cagliari, negli spazi dell’Exma. Sono intervenuti Claudia Mura, sindaca di Calasetta; Igor Lobascio, assessore della Cultura del comune di Calasett; Efisio Carbone, direttore del MACC, il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta; Stefano Delunas, presidente dell’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo.

Millesettecentosessantanove: trentotto famiglie di pescatori di corallo e, poi, di tonni – genti di origini liguri, di Pegli, provenienti dall’isola tunisina di Tabarka, che avevano già fondato Carloforte trent’anni prima – chiedono al re Carlo Emanuele III di Savoia di popolare anche la costa settentrionale dell’isola di Sant’Antioco. Giunge così nella punta estrema di quel lembo di Sardegna sud-occidentale una prima comunità di Tabarchini. Quei coloni si insediarono, formalmente, nel settembre del 1770, duecentocinquant’anni fa, in quel luogo dal nome poetico, Cala di Seta (secondo alcune interpretazioni, dal sardo campidanese Cala de Seda, ovvero Cal’e Seda, perché i fondali dell’arcipelago sulcitano hanno sempre abbondato di una “seta di mare”; naturale, il bisso, ricavato dai filamenti secreti da particolari molluschi, le “nacchere”). E si stabilirono proprio di fronte all’isola di San Pietro e al suo centro abitato, Carloforte. Poi arrivarono coloni piemontesi, da Carignano (preziose le loro tecniche di coltivazione vitivinicola, da cui la produzione del  famoso Carignano del Sulcis), infine, giunsero altri coloni, dalla Sicilia. Gli originari tratti tabarchini e liguri sono però sempre rimasti immutati nella cultura e nelle tradizioni locali, compresa la lingua tabarchina, l’idioma ligure parlato a Calasetta e a Carloforte, ed il simbolo del paese, l’imponente torre costiera sabauda che lo domina.
E il comune di Calasetta ha voluto celebrare con tutti gli onori, con il sostegno della Regione Sardegna (Assessorati alla Cultura e al Turismo), il prezioso contributo della Fondazione di Sardegna e con l’organizzazione dell’Associazione Enti locali per le Attività Culturali e di Spettacolo, il 250° anniversario della fondazione del paese tabarchino, con un programma denso e ricco di eventi, nel totale rispetto delle norme anti-Covid. Programma lungo, che è partito lo scorso 6 agosto, fra serate letterarie (con ospiti come Grazia Di Michele, Alessandro Cecchi Paone e Giampiero Mughini per il festival LiberEvento), presentazioni di libri, mostre e passeggiate culturali, curate dalla Fondazione MACC (Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta) e dalla cooperativa Millepiedi, fra i partner delle iniziative, e che troverà il suo culmine in questa prima settimana di settembre, fino al 6, data che segna il 250esimo e in cui si svolgerà la cerimonia commemorativa civile, per poi proseguire con gli appuntamenti legati alla festa del patrono del paese, San Maurizio (fra il 20 e il 26 settembre).
Una curiosità: “Piccola Torino”, così viene definita Calasetta. Perché? Sempre a partire dal 1770 ebbe inizio la sua costruzione per opera di Pietro Belly, ingegnere militare piemontese, che dà oggi il nome alla piazza principale del paese e che progettò un borgo concepito a scacchiera, proprio come la prima capitale dell’Italia unita, arrampicato su una collinetta, dove spicca la Torre settecentesca, e che va a declinare in modo estremamente regolare e ordinato fino al porto.

«Duecentocinquant’anni fa un gruppo di uomini e donne si insediava a Calasetta per dare vita al nostro paesericorda Claudia Mura, sindaca del comune tabarchino, che sottolinea -: in questo 2020, segnato da una delle più grandi sfide che come essere umani ci siamo trovati ad affrontare, vogliamo ancorarci, ancora più saldamente, alle nostre radici, stringerci come comunità, per continuare insieme a costruire la nostra storia. Nonostante le limitazioni legate all’emergenza sanitariaconclude Claudia Muraabbiamo voluto con forza che questa importante data per la nostra comunità non passasse sottotono e che i festeggiamenti, nel rispetto della normativa vigente, non venissero rimandati».

Il programma
Eventi legati all’ufficialità del 250° anniversario della fondazione, valorizzazione della cultura tabarchina, del territorio e dei prodotti locali, concerti, convegni, itinerari storico – culturali e
naturalistici, arte e performance artistiche: questo il menù degli appuntamenti che Calasetta continuerà a ospitare nel mese di settembre. In Piazza Belly è stato allestito ed è attivo un info-point, dove è possibile ricevere tutte le informazioni utili sugli eventi in programma ed effettuare le relative prenotazioni (tel. 347 0502072).
Mentre fino al 6 settembre il Museo MACC – che accoglie fino al 20 ottobre la mostra COSMOMED, tracce di cosmopolitismo intorno al Mediterraneo, migrazioni, memorie, attualità – ospiterà ogni giorno, alle 11.00 e alle 17.00, Dalle radici al contemporaneo, laboratori didattici per bambini curati dalla Fondazione del Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta, la serata di giovedì 3 prevede nel Piazzale della Torre Sabauda, alle 19.00, un concerto del QUARTETTO D’ARCHI CASTELLO, guidato dal violinista Alessio De Vita, che proporrà un repertorio cameristico con musiche della fine del ‘700.
L’ensemble nasce nel 1999 ed è composto da musicisti che si sono formati nelle più prestigiose accademie internazionali, fra cui la F. Liszt Academy of Music di Budapest e l’Orchestra Giovanile Italiana, e che hanno collaborato con alcune fra le più importanti istituzioni concertistiche nazionali e internazionali, come l’Orchestra Filarmonica del Mediterraneo e l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari. Il quartetto, che vanta anche numerose incisioni discografiche, si esibisce nei più importanti teatri isolani e della Penisola, con un repertorio che spazia dalla musica classica alla musica “leggera”.
Venerdì 4, nell’Aula consiliare del Comune si svolgerà, dalle 18.30, il convegno Lentiggia naigra de Cadesedda – La lenticchia nera di Calasetta. Una biodiversità agricola identitaria, organizzato dal comune di Calasetta in collaborazione con l’Agenzia Laore Sardegna (Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura) e la Comunità di tutela biodiversità – Lenticchia nera di Calasetta. Ai saluti della Sindaca Claudia Mura, di Igor Lobascio, assessore comunale della Cultura, ed Ambra Cincotti, consigliera comunale referente del progetto di valorizzazione della lenticchia nera, seguirà la presentazione di un breve filmato con testimonianze storiche sulla lentiggia naigra de cadesedda, curato dalla Comunità di tutela. Per parlare degli aspetti storici, culturali ed identitari, del progetto e dei percorsi di valorizzazione della biodiversità vegetale della lenticchia nera calasettana interverranno Silvana Pusceddu (Comunità di tutela), Luca Mameli (Agenzia Agris Sardegna), Francesco Sanna (Agenzia Laore Sardegna). In chiusura uno chef locale presenterà le potenzialità gastronomiche della lenticchia nera e la Comunità per la sua tutela consegnerà ufficialmente la documentazione storica (relazioni, interviste, filmati e foto) al Museo della Cultura Tabarchina “Ràixe”, che in calasettano significa “radice”, per l’appunto.
E proprio dall’Archivio Multimediale della Cultura Tabarchina “Ràixe”, in via Umberto 61, partirà alle 19.00 una Passeggiata naturalistica, condotta dalla guida specializzata Annalisa Mura, di Aguadora Experience, che rientra negli itinerari culturali con visite guidate curati dalla cooperativa Millepiedi. L’ex Tonnara e la scogliera del Nido dei Passeri, le mete (per le prenotazioni: 328 8836251; raixe@coopmillepiedi.it).
La prima edizione del Babel Music Fest si aprirà, alle 22.00, in Piazza Principato di Monaco (nella passeggiata del Porto) con il concerto dei CORDAS ET CANNAS.

Band capitanata da Francesco Pilu, voce storica del gruppo e polistrumentista (armonica, launeddas, organetto), che l’ha fondata a Olbia nel 1978, i Cordas et Cannas fin dalle origini incidono ed eseguono musica tradizionale e composizioni proprie in limba, rivalutando il repertorio dei poetas e cantadores, una rielaborazione musicale contaminata da elementi rock e jazz, che li ha avvicinati anche alle nuove generazioni. Band flessibile, quella dei Cordas, nel trattare, in tempi non sospetti, la musica sarda in forma aperta verso altre culture, che ha ottenuto così risultati affascinanti e individuato interessanti possibilità di confronto sul piano internazionale.
Il gruppo ha suonato dal vivo in tutta la Sardegna, nella Penisola e all'estero (Europa, Stati Uniti, Canada, Sud America, Australia), ha partecipato al festival Womad di Peter Gabriel, collaborato con artisti come Paolo Fresu, Antonello Salis, Gavino Murgia, Marino De Rosas e Andrea Parodi. Del 2018 l’album più recente, “Terra Muda”.
Ad aprire gli appuntamenti di sabato 5 sarà ancora una Passeggiata nel centro storico, condotta da Annalisa Mura, a cura della cooperativa Millepiedi, con partenza sempre dall’Archivio Multimediale “Ràixe” alle 19.00 (con prenotazione). Alle 21.00, il Piazzale della Torre accoglierà alle 21.00 il Concerto d’;estate della storica “Banda Musicale G. Puccini”; di Calasetta.
E alle 22.00, per il Babel Music Fest, nel palco deputato di Piazza Principato di Monaco l’interessante concerto dei gruppi SABER SYSTÈME e GAI SABER.
I SABER SYSTÈME, “sistema sapere”, nascono nel 2014. Piemontesi, del Cuneese, hanno sviluppato una proposta musicale “glocal”, che si riferisce strettamente alla musica, alla cultura e alle lingue del proprio territorio transfrontaliero e che, nello stesso tempo, mescola world music e pop elettronico di oggi, sempre presenti nelle loro performance. L’occitano e l’italiano sono le lingue che utilizzano, ma anche le vicine francese e spagnolo, con qualche accenno al “dioula” dell’Africa occidentale, lingua madre della cantante Fatima. I Saber Système, proprio per la loro musica che mixa conoscenza delle proprie radici e modernità, hanno ricevuto apprezzamenti importanti a livello internazionale, in particolare da esponenti della scena musicale underground europea. Partecipano ai più importanti festival internazionali di world music e musica etnica.
I GAI SABER nascono invece prima, nel 1992, e la loro ricerca parte dalla musica colta dei trovatori medievali di lingua occitana. Si ispirano quindi al significato profondo della poetica trobadorica, parlano nei loro brani di convivenza e tolleranza e nelle loro linee melodiche si ritrovano i tratti della musica araba, i legami con la musica popolare, i riferimenti alla musica sacra gregoriana. Anche i Gai Saber mescolano sonorità diverse, sospese fra tradizione e modernità, fondendo folk, rock, musica latina ed elettronica. La multimedialità caratterizza spesso i concerti del gruppo, che ha partecipato a molti importanti eventi musicali in Italia e in Europa, in particolare in Francia, e ricevuto importanti riconoscimenti.
Domenica 6 settembre si arriverà al clou delle celebrazioni per il 250° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL COMUNE DI CALASETTA. La mattinata si aprirà alle 9.30 con una cerimonia religiosa nella chiesa di San Maurizio. Alle 10.30, in Piazza Belly avrà inizio la cerimonia commemorativa civile, momento solenne alla presenza di autorità civili, religiose e militari. Ma la giornata del 6 sarà lunga e densa di eventi. Alle 9.00 si darà il via, dagli impianti sportivi, a “Calasetta In Bike”, ciclopedalata di 30 km (evento gratuito e aperto a tutti), a cura di A.S.D. Sulcis Bike Cross Country. Nel pomeriggio, alle 16, si potrà assistere alla performance/installazione di Gabriella Locci, curata da Casa Falconieri, in collaborazione con il MACC. L’esibizione dell’artista è pensata in due momenti, quello del viaggio e quello della nascita del paese e della comunità di Calasetta. Il primo momento performativo, “E’ rosso sotto e sopra l’acqua”, avrà luogo nella spiaggia di Sottotorre, dove Gabriella Locci aprirà la sua grande opera su carta (4 metri x 7) e la spingerà in mare, facendole compiere un viaggio simbolico nell’acqua.
Il viaggio da Tabarka a quella terra che diventerà Calasetta è rappresentato dalla scelta di una gamma cromatica che si dipana quasi esclusivamente attraverso i rossi e gli aranciati, colori della vita, dell’amore ma anche delle ferite e delle difficoltà, che sicuramente hanno accompagnato un viaggio non semplice.

Dopo il viaggio il racconto della costruzione del paese, simboleggiato dalla performance partecipata “Segni minimi nello spazio del tempo”: gli abitanti di Calasetta coinvolti sposteranno 250 opere, come gli anni dalla fondazione, realizzate da Gabriella Locci sotto forma di piccoli moduli di cemento, dal museo MACC all’Archivio Multimediale Ràixe, rappresentando così la nascita del paese, la sua strutturazione, e la possibilità dell’incontro tra lo sguardo verso il contemporaneo ed il patrimonio di memoria custodito dal Museo della Cultura Tabarchina.
Alle 18.00 il momento ufficiale dell’Annullo di Poste Italiane per Calasetta 250 (in via Marconi) e alle 19.00 la cooperativa Millepiedi organizza un’altra passeggiata nel centro storico, condotta daAnnalisa Mura  (con prenotazione, consueta partenza dalla sede di “Ràixe”, in via Umberto 61).
La giornata del 250esimo si chiuderà con il terzo appuntamento del Babel Music Fest, alle 22.00, in Piazza Principato di Monaco: l’atteso concerto dell’artista di casa Matteo Leone, con la partecipazione di Farees, polistrumentista italo-tuareg di fama internazionale. Matteo Leone, cantautore, chitarrista, batterista più che emergente, dopo un percorso artistico di ricerca nella cultura afroamericana, dove il blues è stato parte essenziale, ha sentito il bisogno di tornare alle sue origini: Calasetta e l’Africa. Il concerto di Leone per Calasetta 250 è diviso in due parti: nella prima verrà eseguito il primo disco del cantante calasettano, “Scattered House Place” (“Località Case Sparse”), in lingua inglese, che racconta di Cussorgia, frazione di Calasetta dove abita, e dei luoghi cari all’artista; nella seconda verrà presentato in anteprima il nuovo disco “Ràixe”, fra afroblues e musica del deserto, interpretato interamente in tabarchino, questa la peculiarità del lavoro, essendo i brani legati alla lingua, alla storia di Calasetta e dei suoi abitanti.
L’ultima fatica discografica di Matteo Leone vede la partecipazione e collaborazione di Farees, che sarà con lui sul palco di Piazza Principato di Monaco, e diverse collaborazioni importanti, con
i gruppi tuareg maliani Terakaft e Tinariwen, pionieri del “desert rock” e del “blues del deserto”, dall’affascinante sound sahariano, e con il cantante e chitarrista statunitense Ben Harper. Il concerto di Calasetta verrà registrato per essere poi pubblicato sulla rete social, per promuovere la musica indipendente, il territorio e la cultura calasettano-tabarchina. Matteo Leone ha suonato in svariati festival in Italia e all’estero, è stato in tournée negli Stati Uniti e in Giappone, ha suonato “in casa” al Narcao Blues, al Sant’Anna Arresi Jazz, al festival Rocce Rosse, ha collaborato con artisti isolani come le Balentes e Joe Perrino.
Domenica 20 settembre, sempre nell’ambito di Calasetta 250, avrà inizio il programma di eventi legati alle celebrazioni in onore del santo patrono del paese, San Maurizio, con un torneo organizzato dal Circolo Bocciofilo proprio a lui intitolato (alle 9.30, in via Strada Vecchia).
Martedì 22, segna la data della Festa di San Maurizio, che avrà il suo momento ufficiale alle 19.00 nella chiesa omonima, dove si svolgerà una solenne funzione religiosa. Alle 18.00, intanto, in Piazza Principato di Monaco, l’appuntamento con 250 sorrisi, con l’inaugurazione della mostra e la presentazione del libro, a cura della Pro Loco di Calasetta.

Venerdì 25, nell’Aula Consiliare del Comune, alle 10.00 si terrà il convegno Calasetta 250 – Percorsi storici e culturali, in collaborazione con l’Università di Sassari ed il Parco Geominerario, mentre sabato 26 settembre il Museo MACC ospiterà, alle 19.00, la Mostra diffusa Overlap, curata dall’associazione Senza Confini di Pelle.
Nel programma di Calasetta 250 rientrano, in realtà, tre progetti promossi dal Comune tabarchino con l’importante sostegno finanziario della Fondazione di Sardegna: Calasetta: 250 anni di comunità, storia, tradizione e cultura, del quale sono parti integranti le presentazioni di libri, le mostre al Museo MACC, i concerti ede il cartellone del Babel Music Festival, un convegno e tutte le attività collegate alla cerimonia commemorativa del 6 settembre in Piazza Belly; comune di Calasetta: sviluppo della destinazione turistica, di cui fanno parte gli itinerari culturali con le passeggiate naturalistiche e nel centro storico, i laboratori e il convegno sulla lenticchia nera di Calasetta, la ciclopedalata per la promozione del territorio; Volontariato e servizio civico: un percorso di promozione e valorizzazione, che comprende le letture pubbliche in collaborazione con la Biblioteca comunale, i laboratori per bambini sulla storia di Calasetta, i tornei sportivi, la mostra e il convegno sui percorsi della memoria.

 

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Si terrà martedì 1 settembre, alle 11.00, negli spazi dell’Exma a Cagliari, la conferenza stampa di presentazione delle celebrazioni per il 250° anniversario della fondazione del comune di Calasetta e del ricco programma di eventi a esse collegati.
Interverranno Claudia Mura, sindaco di Calasetta, Igor Lobascio, assessore della Cultura del comune di Calasetta, Marzia Varaldo, presidente della cooperativa Millepiedi, ed Efisio Carbone, direttore del MACC, il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta.
La manifestazione è promossa dal comune di Calasetta con il sostegno della Regione Sardegna (assessorati della Cultura e del Turismo), della Fondazione di Sardegna e con l’organizzazione dell’Associazione Enti locali per le Attività Culturali e di Spettacolo.

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Nicola Filia, artista, scultore e ceramista, originario di Carbonia, dove è nato 44 anni fa, sarà protagonista del progetto Megalòpolis, curato da Baingio Cuccu e Paola Mura, da domenica 10 novembre 2019 al 9 novembre del prossimo anno, per 12 lunghi mesi, al Nuraghe Losa di Abbasanta.

«Mi piace l’idea di far dialogare la civiltà Nuragica con quella post Atomica, che è la nostra, attraverso un accostamento delle mie città fantasma al Nuraghe Losa: da lì tutto iniziava, ed oggi, tutto finisce.»

Megalòpolis è un progetto site specific che accosta archeologia e arte contemporanea, civiltà Nuragica e civiltà post Atomica, il Nuraghe Losa e le città fantasma di Nicola Filia.

Megalòpolis è il racconto di una visione, una riflessione su ciò che è stato e vive ancora, su ciò che è presente e che, forse, sarà.

Attorno alla maestosa, millenaria presenza del Losa, attorno alle grandi pietre che danno forma alla sua architettura, l’installazione di Nicola Filia evoca le forme e le contraddizioni delle megalopoli contemporanee, in un accostamento che diviene dialogo tra civiltà.

Le megalopoli di Nicola Filia sono città scintillanti di ceramica, ma già fatiscenti nelle mura sbrecciate, sono scheletri di ferro di palazzi fantasma, che la natura è già pronta a riconquistare, sono città di terra che saranno dissolte dal sole e dall’acqua, sono monumenti di civiltà e convinzioni già vacillanti al loro nascere.

Megalopolis durerà un anno e si svilupperà nel percorso di visita dell’area archeologica: un intero ciclo solare, l’alternarsi delle stagioni, darà modo al Tempo di fare il suo corso. L’installazione, sotto gli occhi dei visitatori (e nelle ripresa in time-lapse) subirà un’inevitabile e progressiva trasformazione , premonizione di un possibile futuro delle nostre civiltà, nel corrompersi della materia e, con essa, delle nostre convinzioni.

Nicola Filia nasce a Carbonia nel 1975, studia all’Istituto d’arte Carlo Contini di Oristano, fondato nel 1925 dallo scultore Francesco Ciusa. Intraprende gli studi universitari, che lascia per dedicarsi alla ceramica: dal 2002 al 2016 disegna e realizza oggetti per B&B Italia. Negli stessi anni tiene inoltre lezioni e workshop sul design degli oggetti in ceramica presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Fra le sue principali mostre le personali Un Bosco di Alberi Bianchi, a cura di Cristiana Collu, Museo Man, Nuoro 2008, Temporary City , a cura di Paola Mura e Efisio Carbone, Centro d’Arte e Cultura il Ghetto, Cagliari 2018, la collettiva On Flower Power, a cura di Martì Guixè, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma 2019. La sua installazione Un Bosco di Alberi Bianchi ha vinto il Premio internazionale Un Bosco per Kyoto nel 2015 ed è in mostra permanente al Museo E.A. Martel – PAS di Carbonia. La sua opera Temporary City è stata selezionata per la Biennale d’Arte Ceramica 2019 al Museo Cluj in Romania, dove è attualmente in mostra. Le sue sculture fanno parte di prestigiose collezioni private, nazionali e internazionali.

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Cinque giornate per testimoniare la profondità e il valore dell’editoria libraria sarda, raccontare l’insularità come superamento dei confini ispirandosi a una celebre idea di Maria Lai, e manifestare il ricordo di due grandi intellettuali come Manlio Brigaglia e Paolo Pillonca. La partecipazione degli Editori sardi alla 32esima edizione del Salone internazionale del libro di Torino sembra calzare a pennello con il tema proposto quest’anno dalla più importante manifestazione italiana nel campo dell’editoria.

Dal 9 al 13 maggio l’AES mette in campo una squadra compatta, formata dalle trenta aziende isolane più importanti e titolate – associate e non – forti dell’apporto di ben tremila libri e ottocento titoli. Gli editori troveranno casa nel Padiglione Oval, uno dei più frequentati del Lingotto, al fianco di case come Mondadori, Adelphi, E/O, Sellerio e Feltrinelli e in totale autonomia rispetto allo stand della Regione.

L’iniziativa è svolta in partenariato con l’Associazione dei sardi in Torino “Antonio Gramsci”, il festival “Sulla terra leggeri” e la Sardegna Film Commission, e con il patrocinio e parziale sostegno della Fondazione di Sardegna. Numerosi eventi sono in programma nelle sale Ciano e Avorio e negli spazi extra-Lingotto del Salone off, in prestigiose location del capoluogo piemontese.

Se il tema generale della manifestazione ruota intorno a “Il gioco del mondo” (titolo dell’iper-romanzo di Julio Cortàzar) come invito a oltrepassare le barriere e a superare le divisioni, nella proposta dell’AES la Sardegna si inserisce perfettamente in questa direzione, in quanto isola tra più continenti, esito e strumento di meticciati linguistici, identitari e culturali, che si creano e definiscono all’interno della vasta rete di relazioni e legami con il mondo. Un’isola che, nell’offrirsi agli altri, attraversa l’esperienza del mare e dell’ignoto verso e oltre il Mediterraneo, utilizzando i legami tra “Noi e il mondo” in luogo delle divisioni, cogliendo l’ulteriore suggestione proveniente da una delle copertine dell’omonima rivista dei primi del Novecento; dove in cima al pianeta, illuminato dalla luce sfolgorante del Sole, una fila di lettori proietta la propria ombra terrena per disegnare il titolo della testata. Come a dire dei legami che la cultura crea nel mondo.

L’intero programma AES avrà così per filrouge “Noi e il mondo”, traendo spunto da un evento d’arte performativa che intende mettere in relazione il concept del Salone con la straordinaria operazione realizzata nel 1981 da Maria Lai, l’artista internazionale che condivise con gli abitanti di Ulassai l’azione di legare tra di loro, con un nastro celeste, le case e il monte del paese, quale esortazione a superare le divisioni interne della comunità.

L’idea è quella di replicare questa fortunata esperienza a Torino il 9 maggio, come evento illustrato in sede inaugurale in Sala Avorio, e messo in atto a partire dalla sera, nel Padiglione OVAL. La proposta dell’AES e di Casa Falconieri, cui si aggiunge come partner il Comune di Cagliari, si lega all’idea di un’Isola che si offre al mondo attraverso pagine di stoffa, arricchite e personalizzate da passi letterari. L’operazione di pura creatività artistica e relazionale, potrà così “invadere” così gli spazi del Lingotto, creando contaminazioni inaspettate.

Questa edizione sarà segnata dal ricordo commosso di due grandi personalità del mondo intellettuale sardo, scomparse lo scorso anno. La figura di storico, scrittore, giornalista e “editore” quale è stato Manlio Brigaglia, sarà commemorata il 10 maggio in Sala Avorio, in occasione del primo anniversario dalla morte, attraverso il ricordo di amici, collaboratori e persone a lui vicine. Agli interventi di Simonetta Castia, Costantino Cossu, Simonetta Fiori, Guido Melis e Flavio Soriga. La replica serale nel Salone OFF vedrà la proiezione del film-intervista realizzato da Tonino Oppes per Rai Sardegna.

Risalta, nel quadro degli eventi, la presentazione dell’opera “Printizipàles e pastori sardi. Origine e trasformazione di un allevamento ovino mediterraneo”, sempre il 10 maggio, nel Salone OFF, sotto l’Alto Patrocinio del Senato della Repubblica e a cura di Condaghes, AES e Associazione dei sardi in Torino “A. Gramsci”. Sarà occasione di un dibattito animato dai contributi del senatore Gianni Marilotti, dell’autore Jean Christophe Paoli e dell’editore Giovanni Manca.

Domenica sera, all’Oratorio San Filippo Neri, si terrà l’“Omaggio a Paolo Pillonca”. Attraverso gli interventi del figlio Pier Sandro, di Bachisio Bandinu e di Franco Siddi, verranno tracciati i tratti di fine poeta e scrittore, giornalista attento, grande conoscitore della lingua e letteratura sarda, nonché direttore di una delle riviste più lette in Sardegna. Seguirà il tributo offerto da Peter Marcias, che proporrà, in anteprima nazionale e in collaborazione con la Sardegna Film Commission, la proiezione degli estratti-intervista a Manlio Brigaglia durante le riprese di “Uno sguardo alla terra”.

Tra gli appuntamenti più interessanti sul piano delle potenzialità delle nuove tecnologie, in Sala Ciano domenica si terrà la presentazione di Books in Sardinia, una piattaforma di interscambio culturale e professionale che ospita un catalogo collettivo di circa seimila titoli, e un’area riservata per gli editori e le agenzie di diritti. È l’esito del progetto di internazionalizzazione “Liber y Liber” curato dall’AES nell’ambito della Programmazione Unitaria 2014-2020.

Il ricco patrimonio culturale dell’isola sarà messo a disposizione del pubblico attraverso la presentazione di volumi che attraversano i più diversi settori, storia paesaggi, società e tradizioni, arte, narrativa e poesia. Sono previsti oltre venti appuntamenti tra presentazioni di libri, dibattiti e incontri.

Programma dettagliato.

Giovedì 9 maggio

Alle 12 nella Sala Avorio si terrà “Noi e il mondo” come evento inaugurale della partecipazione della Sardegna al Salone di Torino, a cura di AES e Casa Falconieri, al quale presenzieranno la presidente Simonetta Castia con Efisio Carbone (Direttore del MACC di Calasetta), Gabriella Locci e Dario Piludu (Casa Falconieri). L’iniziativa vera e propria si terrà a partire dalle 17.00, nello stand AES, all’interno del Padiglione Oval.

Alle 19 nel Salone off, l’Associazione dei Sardi in Torino “A. Gramsci” presenta il volume “La valle delle anime” (Europa ed.) di Danilo Scanu, che dialogherà con Enzo Cugusi. Un libro nel quale storie di straziante violenza e di amore sensuale si fondono in una Sardegna afflitta dalla tragedia del fascismo.

Venerdì 10 maggio

Alle 11 nello stand AES va in replica la performance d’arte partecipata “Noi e il mondo”, a cura di AES e Casa Falconieri. Alle 13.30 la Sala Avorio accoglierà uno dei momenti più attesi tra le iniziative in cartellone, “Nel ricordo di Manlio Brigaglia”, a cura di AES e “Sulla Terra leggeri”. Interverranno Simonetta Castia, Costantino Cossu, Simonetta Fiori, Guido Melis e Flavio Soriga.

L’appuntamento con le novità librarie per la sezione “Tra Isola e mondo”, è per le 17.00, allo stand AES in compagnia di Giampaolo Manca, che presenta il suo “Le cose che sono nell’aria” (La Zattera ed.) assieme ad Alessandro Cocco. È un viaggio interiore sull’attitudine a ritornare nei luoghi delle origini e della memoria per trovare serenità e pace.

Alle 18.00, Giovanni Sanna Laina, in compagnia di Dario Maiore illustrerà il suo romanzo “Il viaggio” (Taphros ed.) tra intrighi, amori e misteri e dei protagonisti della Sarda Rivoluzione del 1794. Alle 19.00, al Salone Off Jean Christophe Paoli presenta “Printizipàles e pastori sardi. Origine e trasformazione di un allevamento ovino mediterraneo”, un approfondito lavoro di ricerca sull’allevamento sardo alla luce della lunga evoluzione degli ultimi due secoli. Interverranno il senatore Gianni Marilotti e l’editore Giovanni Manca con la moderazione di Anthony Muroni. L’iniziativa, che gode dell’Alto Patrocinio del Senato della Repubblica, è realizzata a cura di Condaghes, AES e Associazione dei Sardi in Torino.

Alle 20 sarà ricordata ancora una volta la figura di Manlio Brigaglia, nella Sala San Massimo dell’Hotel NH Carlina, in piazza Carlo Emanuele II. Interverranno Simonetta Castia, Costantino Cossu, Simonetta Fiori e Guido Melis. Nel corso dell’appuntamento, realizzato da AES e Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci”, sarà proiettato il documentario RAI “Manlio Brigaglia. 80 anni di storia”, a cura di Tonino Oppes.

Sabato 11 maggio

Lo Stand AES, alle 11.00, ospita Marina Moncelsi che, assieme ad Annamaria Baldussi, presenta la sua opera “Michele e gli altri. Un sindaco tra i caduti della prima guerra mondiale” (Aipsa), incentrata sul tema della proiezione forzata e dolorosa della Sardegna nel terribile “gioco” della guerra. Intervengono gli alunni della terza A del liceo Linguistico Eleonora d’Arborea di Cagliari nell’ambito del progetto Alternanza scuola lavoro “A lezione di Storia”.

Alle 12.00, Maria Vittoria Spissu introdurrà “La via dei retabli. Le frontiere europee degli altari dipinti nella Sardegna del Quattro e Cinquecento” (Carlo Delfino Ed.), uno straordinario lavoro di ricerca realizzato insieme a Caterina Virdis Limentani su questi tesori d’arte, testimonianze storiche del passato catalano-aragonese della Sardegna. Assieme all’autrice interverranno gli storici dell’arte Valerio Mosso e Stefano Manavella.

Alle 15.30, allo Stand AES arriva “Io rido perché ho paura. Vico Mossa, architettura sarda tra ruralità e modernità” (Poliedro). Daranno il loro contributo Guido Carcangiu (Comune di Serramanna), Enrico Pusceddu (presidente Associazione Internazionale “Città della Terra Cruda”), Alessandra Mocci (Archivio d’Architettura Vico Mossa), Roberto Podda (Curatore della mostra che si tiene al Politecnico di Milano e del libro, Alceo Vado (architetto), Enrico Pinna (giornalista e fotografo) e Paola Gambero (curatrice della mostra).

Alle 17.00, sarà presentato il volume “La spada e la gloria dalla Sardegna all’America. Storia del viceré don Baltasar de Zuñiga fondatore nel 1718 di San Antonio nel Texas” (Carlo Delfino ed.). Con l’autore Umberto Oppus (Direttore generale dell’ANCI Sardegna) dialogano Serafina Mascia (presidente FASI) ed il giornalista Massimo Boccaletti. Don Baltasar fu allo stesso tempo spettatore e protagonista di un mondo globale che contribuì, nel suo piccolo, a costruire con la sua azione politica e amministrativa.

Alle 18.30, teatro delle manifestazioni sarà il Bar letterario “Da Pietro”, in via San Domenico 34, dove Flavio Soriga presenta, in prima nazionale, la sua ultima fatica letteraria “Nelle mie vene” (Bompiani), in compagnia di Emilia Zazza, Alberto Urgu e Nicola Muscas.

Alla Libreria Il Ponte sulla Dora, alle 19.00, Giulio Concu presenta “Cadono dal cielo” (Maestrale) assieme alla sindaca di Fonni, Daniela Falconi. I due appuntamenti sono realizzati in collaborazione con l’Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci”.

Domenica 12 maggio

La Sala Ciano alle 10.30 accoglie la presentazione di Books of Sardinia, piattaforma di marketplace e interscambio culturale e professionale. Partecipano Simonetta Castia, Anita Molino, Ana Urrestarazu, Marian Val e Marco Zapparoli.

La sezione “Tra Isola e mondo” alle 11 propone allo stand AES “Luce degli addii” (Condaghes), con l’autore Eliano Cau. È offerto uno sguardo sulla Sardegna remota fra il Barigadu e la “Mandra Olisày”, sullo sfondo del XVIII secolo, in cui si consumano le drammatiche vicende di padre Benedetto Loy e Cipriana Podda.

Alle 12.00, Claudia Desogus dialoga con Giovanni Fara del suo “Il viaggio incantato. Racconti di janas, surbiles e altre figure leggendarie della tradizione sarda” (Catartica). Alle 13.00, l’autore Giulio Concu incontra i lettori per presentare “Maschere e carnevali della Sardegna” (Imago multimedia) e, alle 16, Flavio Passi presenta “Nel regno di Xij” (Effetto Ed.) in un aperto confronto con l’autore Bernardo De Muro.

Alle 19.00, all’Oratorio San Filippo Neri un altro momento molto atteso, l’“Omaggio a Paolo Pillonca” a cura di AES e dell’Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci”. Intervengono Bachisio Bandinu, Franco Siddi e Pier Paolo Pillonca.

Alle 20.00, a conclusione del programma, seguirà “Uno sguardo alla terra. Omaggio a Manlio, 2018”, con la proiezione degli estratti-intervista a Manlio Brigaglia durante le riprese di “Uno sguardo alla terra”, a cura dell’AES, dell’Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci” e della Sardegna Film Commission. Interverrà il regista Peter Marcias.

Case editrici presenti a Torino

ABBÀ Edizioni – Cagliari

AIPSA Edizioni – Cagliari

ALFA Editrice – Quartu Sant’Elena (Ca)

AM&D Edizioni – Cagliari

ARKADIA Editore – Cagliari

CARLO DELFINO Editore – Sassari

CATARTICA Edizioni

CONDAGHES Edizioni – Cagliari

CUEC Editrice – Cagliari

DOMUS DE JANAS Editore – Sestu

EDES – Sassari

EDIZIONI DELLA TORRE – Cagliari

EDIZIONI ENRICO SPANU – Cagliari

GC Edizioni – Quartu S. Elena (Ca)

GRAFICA DEL PARTEOLLA – Dolianova (Ca)

ILISSO Edizioni – Nuoro

IMAGO MULTIMEDIA – Nuoro

Edizioni IL MAESTRALE – Nuoro

ISKRA Edizioni – Ghilarza

LA ZATTERA Edizioni – Cagliari

LOGUS MONDI INTERATTIVI – Cagliari

MAGNUM Edizioni – Sassari

MEDIANDO Edizioni – Sassari

Edizioni NOR – Ghilarza (Or)

PAOLO SORBA Editore – La Maddalena (OT)

PAPIROS – Nuoro

POLIEDRO Edizioni – Nuoro

PTM – Mogoro (Or)

SOTER Editrice – Villanova Monteleone (SS)

Editrice TAPHROS – Olbia.

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Dopo il passaggio della stupenda collettiva “Dimore”, dal 15 marzo Asuni si tinge di nuovi colori dando spazio alle due importanti esposizioni artistiche dell’architetto cileno Alejandro Robles e dell’attrice e artista italo-tedesca Lea Gramsdorff, che arrivano in paese grazie a uno degli appuntamenti più attesi dell’anno: il “terre di confine filmfestival”.

La prima è “Sentieri da minotauri” di Robles, a cura di Bianca Laura Petretto. Sarà inaugurata alle 11.30, nella Casa Porcu Cau (Centro di documentazione), dove resterà aperta sino al 27 marzo. È un viaggio attraverso l’identità e la comunicazione, nel quale l’artista sudamericano propone uno sguardo contemporaneo dell’uomo quotidiano e uno spaccato di brandelli di una comunità in movimento, quella del Cile, ma anche dell’umanità in transito. In questo contesto le opere pittoriche, grafiche, scultoree e le installazioni tracciano sentieri per l’esplorazione dell’individuo e della comunità.

La seconda, Exodus.4, di Lea Gramsdorff sarà inaugurata sempre il 15 marzo, alle 20.30, al MEA dove sarà visitabile sino al 31. L’esposizione, presentata da Efisio Carbone, costituisce la quarta tappa della ricerca sul tema dell’Esodo, iniziata nel 2012 con la mostra “Exodus” nello Spazio (In)visibile di Cagliari a cura di Ines Richter.

Le opere sono realizzate su carte nautiche sulle quali la geografia è riscritta e attraversata da centinaia di figure umane miniaturizzate. In questa edizione il lavoro viene arricchito di un’installazione dal titolo “Somewhere a way”, realizzata in collaborazione con l’artista Simone Dulcis, il quale presta al progetto un dittico su tela realizzato nel 2012 ed esposto precedentemente presso il Museo MAN di Nuoro nella personale “Co-Naissance” ospitata dalla rassegna Caratteri Ereditari e Mutazioni Genetiche.

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Dal 28 settembre all’11 novembre il Ghetto di Cagliari ospiterà la personale di Nicola Filia “Temporary City”, curata da Paola Mura ed Efisio Carbone.

Nicola Filia si muove nel solco della grande tradizione ceramica, sia come designer sia come artista, affiancando a questa prima materia d’elezione l’uso di altre materie che adopera secondo le sue necessità espressive. In questo senso la produzione scultorea di Filia spazia da forme organiche ed espressioniste a lavori di maggiore sintesi formale dove l’elemento architettonico trova una sua precisa vocazione espressiva.

I materiali dell’architetto – dell’urbanistica – sono il sole, gli alberi, il cielo, l’acciaio, il cemento, in questo ordine gerarchico e indissolubile, scriveva Le Corbusier. E in questo solco il rapporto uomo-natura è uno dei principali temi su cui si muove Nicola Filia, in un’indagine sul concetto stesso di costruzione, modifica, energia, sfruttamento delle risorse che presenta come sintesi tradotta in una serie di sculture e installazioni dai significati polivalenti, come sottolineano i curatori della mostra Paola Mura ed Efisio Carbone.

In “Temporary City” le serie di opere si snodano lungo un percorso narrativo entro il quale si esplicita il pensiero dell’artista, dai bianchi boschi metafisici agli alberi carbonizzati fin dentro soffocanti città e strutture fatiscenti.

Nel suo appropriarsi dei luoghi l’uomo compie sempre una violenza sullo spazio e la natura: probabilmente (e in questo il pensiero dell’homo faber Filia si fa estremo) non esiste equilibrio tra processi di antropizzazione e ambiente.

Un viaggio forte e meditato che mostra l’alta qualità della ricerca e del lavoro di Nicola Filia.

Nicola Filia nasce a Carbonia nel 1975. Lascia l’università per dedicarsi all’arte nel 1996. Si trasferisce per due anni a Oristano, dove perfeziona la tecnica della ceramica e si diploma con il massimo dei voti. Nel 2001 si trasferisce ad Olbia. Disegna e realizza per 19 anni collezioni esclusive di oggetti in ceramica per le più importanti aziende italiane di design. Fra tutte la B&B Italia, grazie alla quale esporta pezzi in tutto il mondo. Nel 2008 il suo debutto al MAN di Nuoro con l’installazione Un Bosco di Alberi Bianchi, che successivamente nel 2015 gli permetterà di vincere il Premio Internazionale Un Bosco per Kyoto. Ritira il premio in Campidoglio, a Roma. Vive e lavora tra Olbia, sede dello studio e San Pantaleo, dove espone invece le sue sculture.

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Sant’Antioco e Calasetta fanno rete all’insegna della promozione culturale e del potenziamento dell’offerta turistica. Nasce il “Biglietto unico”, un innovativo sistema di bigliettazione integrata che, con un solo ticket al costo di 10 Euro, consentirà al visitatore di accedere al MAB – Museo Archeologico Ferruccio Barreca – e al Tofet di Sant’Antioco, nonché al MACC – Museo d’arte contemporanea – e alla Torre sabauda di Calasetta. Un’offerta variegata, dunque, che spazia dalle ricchezze archeologiche presenti nel Comune di Sant’Antioco, all’arte contemporanea del museo calasettano, senza dimenticare la Torre sabauda che domina sulla cittadina dai toni bianchi e celesti. La presidente della Fondazione MACC di Calasetta, Maricarla Armeni, spiega le finalità del progetto: «La Direzione della Fondazione MACC, insieme alla Direzione del Museo MAB, hanno trovato un accordo per proporre ai visitatori un biglietto integrato per i Musei dell’Isola di Sant’Antioco, che non è solo un’opportunità di riduzione dei costi che diamo ai visitatori, ma anche  un’occasione che scegliamo di darci come territorio».

Sulla stessa linea la curatrice del MAB, Sara Muscuso: «Per valorizzare e promuovere l’offerta culturale del territorio è opportuno prevedere azioni specifiche che consentano una maggiore attrattività degli istituti culturali del luogo, attraverso l’avvio di collaborazioni intercomunali che favoriscano la creazione di una rete e la messa a sistema di un’offerta articolata e differenziata». 

Per l’assessore della Cultura e dei Beni archeologici di Sant’Antioco, Rosalba Cossu, «questo è solo il primo tassello di una proficua collaborazione tra i due comuni dell’isola di Sant’Antioco, finalizzata alla valorizzazione delle nostre rispettive ricchezze». Un primo passo, appunto, sui cui frutti certi pone l’accento Efisio Carbone, Direttore del MACC: «L’Isola di Sant’Antioco è un piccolo gioiello su cui si concentra una storia lunghissima e straordinaria: dall’archeologia all’arte contemporanea circondati da un mare cristallino. L’intesa tra la Fondazione MACC e il MAB segna una precisa direzione che, come tutte le cose belle, produrrà ottimi risultati».