22 November, 2024
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Gli stabilimenti della Vesuvius, azienda produttrice di materiali refrattari chiusa nel 2016 potrebbero presto passare di mano. Una manifestazione di interesse per la fabbrica è stata presentata nelle scorse settimana dal gruppo emiliano Lumatec all’assessorato all’Industria.  Il prossimo 31 dicembre scadranno però gli ammortizzatori sociali per gli ex lavoratori di Vesuvius. Una scadenza che preoccupa i sindacati ricevuti in mattinata dalle commissioni “Lavoro” ed “Attività Produttive” del Consiglio regionale, riunite in seduta congiunta.

«Dal 1 gennaio, senza una proroga degli ammortizzatori sociali, 100 famiglie si troveranno senza alcuna fonte di reddito – hanno detto i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil Giampiero Manca, Efisio Ibba ed Elena Dejas – serve un intervento straordinario della Regione che vada a coprire il periodo dal 31 dicembre fino alla auspicata ripresa produttiva. L’interesse dell’azienda emiliana è concreto, si parla di 15 milioni di investimento e 200 nuovi posti di lavoro. Sarebbe una boccata d’ossigeno per il sito industriale di Macchiareddu, in crisi ormai da anni.»

I sindacati, oltre alla richiesta di una proroga degli ammortizzatori sociali, hanno sollecitato tempi rapidi per la chiusura della trattativa con Lumatec: «In questi casi la velocità è molto importante – hanno detto Manca, Ibba e Dejas – la Regione deve fare di tutto perché questi imprenditori non scappino».

I presidenti delle Seconda e Quinta Commissione Piero Comandini e Luigi Lotto hanno assicurato il massimo impegno per arrivare a una soluzione positiva: «Stiamo verificando con gli uffici quale norma possa essere utilizzata per venire incontro alle richieste dei lavoratori – ha detto Piero Comandini – gli ammortizzatori sociali finora utilizzati sono finanziati con risorse nazionali. Per intervenire si potrebbe ricorrere a fondi europei che, come noto, sono però sottoposti a rigidi vincoli. Nella stessa situazione di Vesuvius si trovano, inoltre, altre 4 o 5 aziende sarde. Per questo occorre trovare una soluzione complessiva, economicamente e giuridicamente sostenibile. Nei prossimi giorni saremo in grado di dare una risposta chiara, senza prendere in giro i lavoratori».

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La Quinta Commissione del Consiglio regionale ha incontrato i sindacati sulla vertenza Vesuvius, esprimendo «piena solidarietà ai lavoratori e sostegno alla Giunta e al Governo per scongiurare la chiusura dello stabilimento».

I segretari di Cgil, Cisl e Uil Giampiero Manca, Efisio Ibba e Tore Sini hanno illustrato le ultime novità della vertenza che vede a rischio circa 200 posti di lavoro. La multinazionale inglese ha finora respinto la richiesta, avanzata da Regione e Mise, di sospendere la procedura di licenziamento collettivo attivata nelle scorse settimane per i lavoratori dei siti produttivi di Macchiareddu e Avezzano. «L’unico modo per impedire alla multinazionale di delocalizzare la produzione – hanno detto i sindacalisti – è bloccare le commesse italiane. Vesuvius ha, infatti, un contratto con l’Ilva di Taranto per 90 milioni di euro. E’ inaccettabile che una società in attivo decida di mandare a casa i lavoratori e continui a sfruttare il mercato italiano».

La Commissione attenderà l’esito della riunione convocata per il prossimo 1 dicembre al Mise alla quale prenderà parte anche un imprenditore interessato all’acquisizione degli impianti sardi e abruzzesi. «Siamo vicini ai lavoratori – ha detto il presidente Luigi Lotto – la Commissione è pronta ad assumere tutte le iniziative a sostegno della loto vertenza». In caso di esito negativo dell’incontro il parlamentino delle attività produttive potrebbe adottare una risoluzione ad hoc o, in alternativa, presentare un ordine del giorno unitario da far votare in Consiglio.

I lavoratori della Vesuvius di Macchiareddu hanno interrotto la protesta davanti ai cancelli dello stabilimento dopo l’incontro di questa mattina con l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, che si è recata nel sito produttivo per illustrare i prossimi passi che la Regione e il MISE attueranno nella gestione della vicenda.

«Stiamo lavorando quotidianamente accanto al MISE e alle organizzazioni sindacali per scongiurare la chiusura degli impianti e convincere la multinazionale a recedere dalle proprie decisioni e revocare i licenziamenti – ha detto l’assessore Piras -. Proprio ieri è stata avviata anche un’azione di scouting con il ministero dello Sviluppo economico per valutare l’interesse di imprenditori che siano in grado di acquisire gli stabilimenti e proseguire le produzioni. Il primo dicembre, insieme al MISE e alla Regione Abruzzo, incontreremo un primo interlocutore.»

Al termine dell’incontro con i lavoratori e i sindacati, che hanno apprezzato l’intervento dell’assessore e riconosciuto un plauso per il lavoro svolto, il presidio è stato sciolto.