22 November, 2024
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La capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Desirè Manca, chiede alla collega Elena Fancello, passata al gruppo Misto, di rispettare gli elettori sardi e rassegnare le dimissioni.

«”Ho avuto l’onore di essere stata selezionata dagli attivisti e votata dai sardi che credevano in me e nella nostra offerta politica”. Queste sono soltanto due righe del lungo discorso della consigliera Elena Fancello con il quale ha motivato la sua scelta di passare al gruppo Misto. Due righe oltremodo significative a mio avviso – sostiene Desirè Manca -. Due righe che racchiudono in sé un concetto fondamentale: la consigliera Fancello ha avuto l’onore di essere stata selezionata non da un gruppo di cittadini sardi vicini a un partito qualsiasi, bensì dagli attivisti del Movimento 5 Stelle. La consigliera Fancello non è stata votata dai sardi che credevano in un’offerta politica generica, ma ha avuto l’onore di poter far parte della massima Assemblea sarda grazie al voto di tanti cittadini convinti di aderire ad un’offerta politica ben precisa, quella del Movimento 5 Stelle.»

«Indubbiamente la sua elezione è strettamente collegata ai valori, ai risultati ottenuti e alle battaglie portate avanti dal Movimento 5 Stelle negli anni. Indubbiamente è legata al simbolo del Movimento 5 stelle. Un simbolo che, in questo caso, parrebbe essere stato utilizzato come un grande bacino utile al solo scopo di raccogliere le preferenze necessarie all’ottenimento di una poltrona in Consiglio regionale – aggiunge Desirè Manca -. È in nome dell’onestà nei confronti degli elettori che chiedo le dimissioni dal Consiglio regionale di Elena Fancello, a nome mio e dei consiglieri regionali Alessandro Solinas, Michele Ciusa e Roberto Li Gioi.»

«Per coerenza, per onestà, ma soprattutto per rispetto di tutti gli attivisti del Movimento 5 Stelle e dei suoi portavoce chiedo alla consigliera Fancello di fare un passo indietro e compiere un atto dovuto: rassegnare le dimissioni subito – conclude Desirè Manca -. Il voto rappresenta la volontà del popolo, tradire questo mandato significa non avere rispetto di quello che è un esercizio democratico.»

Nel suo intervento, la capogruppo del M5S parla esprime una posizione condivisa da altri tre consiglieri pentastellati. Desirè Manca non cita Carla Cuccu, consigliera iglesiente eletta nella lista circoscrizionale di Cagliari. Carla Cuccu che, viceversa, è stata citata da Elena Fancello nella nota in cui ha annunciato la sua decisione di abbandonare il M5S e di aderire al gruppo Misto. Nello specifico, Elena Fancello ha tenuto a sottolineare che  «l’unica, insieme a me, a firmare la proposta di modifica della legge riguardante l’apprendistato professionalizzante, elaborata dagli attivisti del “tavolo lavoro” durante la scrittura del programma regionale, è stata la collega Cuccu».

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Nella giornata in cui nel Consiglio comunale di Carbonia Eleonora Cera ha abbandonato il gruppo di maggioranza del M5S e ha aderito al gruppo Misto, il M5S ha perso un pezzo anche in Consiglio regionale (scendendo da 6 a 5 consiglieri), dove Elena Fancello ha lasciato il Movimento e ha aderito al gruppo Misto.

«Ho aderito al Movimento Cinque Stelle mossa dal ragionevole convincimento che potesse finalmente rappresentare il veicolo per cambiare la Sardegna e l’Italia; pensavo di aver aderito ad un libero Movimento di cittadini, non ad un’azienda cui obbedire senza possibilità di contraddittorio. Intendevo portare nelle Istituzioni le istanze dei Sardi, non riproporre la sterile logica della contrapposizione tra blocchi. Dopo mesi di delusione umana e politica continuerò la mia esperienza nel Gruppo misto in Consiglio Regionale, a cui ho deciso di aderire.»

Elena Fancello, consigliere regionale eletta nel collegio di Nuoro, ha motivato così la decisione di lasciare il M5S e di aderire al gruppo Misto.

«Mi piaceva l’idea di riportare la politica nelle piazze, di coinvolgere i delusi, di affrontare i problemi quotidiani dei cittadini. Ho avuto l’onore di essere stata selezionata dagli attivisti e votata da tanti Sardi che credevano in me e nella nostra offerta politica – ha aggiunto Elena Fancello -. Sin dalla campagna elettorale sono però apparse drammaticamente la disorganizzazione, il dilettantismo, la mancanza totale di trasparenza su candidature, esclusioni, poteri e responsabilità, che sono andate ben oltre le mie più pessimistiche previsioni. Sono stata destinataria via mail di un diktat del capo politico nel quale mi si invitava ad: astenersi dal rilasciare qualsiasi tipo di dichiarazione o intervista presso qualsiasi media, pena l’adozione di provvedimenti disciplinari. Sono stata esclusa dalla partecipazione ad eventi istituzionali di gruppo quale quello con il Presidente del Consiglio Conte, in visita a Cagliari. Ho chiesto pubblicamente un chiarimento politico da parte della Capogruppo senza essere stata degnata della benché minima risposta. Sono stata attaccata dal mio gruppo politico, nonostante sulla mozione di richiesta di referendum per l’abolizione della quota proporzionale della Legge elettorale attualmente in vigore, non avessimo preso una decisione collegiale, lasciando libertà di voto.»

«A livello regionale ritengo inopportuno continuare a far parte di un collettivo che non ha mostrato alcuna attenzione a quei valori e soprattutto a quei rapporti umani e prepolitici che consentono ad un gruppo di diventare, con la condivisione di un’idea e di un progetto, effettiva comunità politica. Ne è stata la prova definitiva il fatto che l’unica, insieme a me, a firmare la proposta di modifica della legge riguardante l’apprendistato professionalizzante, elaborata dagli attivisti del “tavolo lavoro” durante la scrittura del programma regionale, è stata la collega Cuccu. Aderirò, dunque, al gruppo Misto, dal quale continuerò a rappresentare i valori per cui è nato il Movimento, che sono propri di tutti i Sardi di buona volontà e senso civico, portando avanti battaglie per il bene comune nell’interesse esclusivo della nostra terra e della popolazione sarda – ha concluso Elena Fancello -. Nonostante la delusione ed il rammarico sentiti in questo momento, la mia onestà intellettuale mi da la forza per affrontare le invettive che seguiranno, consapevole che chi le scatenerà o le alimenterà, lo farà inconsapevolmente recitando ossessivamente un copione scritto da altri.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la prima variazione di bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame del primo punto all’ordine del giorno, la convalida dei consiglieri regionali eletti ai sensi dell’art. 17 del regolamento, che è stato però rinviato per la necessità espressa dalla Giunta delle elezioni di approfondire la documentazione riguardante la delibera.

A nome di tutto il Consiglio, il presidente ha poi espresso il cordoglio dell’assemblea regionale per la recente scomparsa del Sindaco di Maracalagonis Mario Fadda, pronunciando inoltre parole di ferma condanna per gli attentati, che ha definito “indegni di una democrazia”, contro il sindaco di Cardedu Matteo Piras e la sezione del Pd di Dorgali, oggetto di una intimidazione giudicata dagli inquirenti “di tipo terroristico”.

Analoghe espressioni sono state successivamente formulate da tutti i gruppi consiliari: hanno preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ed il vice Roberto Deriu, Elena Fancello e Desirè Manca del M5S, Massimo Zedda dei Progressisti, Daniele Cocco di Leu, Francesco Mura di Fdi, Franco Mula del Psd’Az, Pietro Moro dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori e Dario Giagoni della Lega.

Il consigliere del Pd Salvatore Corrias, in particolare, ha annunciato la presentazione di una mozione, per la quale ha auspicato l’adesione unanime dei gruppi.

A nome della Giunta e del presidente della Regione Christian Solinas, è intervenuta il vice presidente Alessandra Zedda.

Il presidente Pais, nel condividere l’iniziativa, ha comunicato che l’argomento sarà all’attenzione della conferenza dei capigruppo mentre, per quanto riguarda la mozione, eventualmente potrà essere discussa (tempi permettendo) alla fine della seduta.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione del Disegno di legge 24/A – Giunta regionale – sulla variazione di bilancio per l’avvio del Mater Olbia.

Il relatore di maggioranza Domenico Gallus, presidente della commissione Sanità, ha ripercorso l’iter del provvedimento, approvato il 9 luglio scorso dalle commissioni Sanità e Bilancio in sede congiunta con il voto favorevole della maggioranza, l’astensione del Pd ed il voto contrario di Leu e Progressisti. Si tratta, ha ricordato Domenico Gallus, «di una vicenda articolata e complessa scandita da diversi passaggi istituzionali: il piano sanitario regionale del 2008 che prevedeva la realizzazione di un nuovo ospedale ad Olbia, territorio in forte crescita demografica interessato da consistenti flussi turistici, il progetto di una struttura integrata con il sistema pubblico, inserito nel memorandum del 2013 fra Regione Qatar Foundation (Giunta Cappellacci), confermato nel 2014 dal protocollo sottoscritto dalla stessa Regione (Giunta Pigliaru) con il Governo nazionale, ed inserito successivamente nel documento di ridefinizione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio del 2017». Altri momento qualificanti del percorso del provvedimento, ha specificato Domenico Gallus, «hanno riguardato la rimodulazione dell’offerta da parte della Giunta, la definizione tetto massimo di spesa a 60.6 milioni, l’accreditamento provvisorio della struttura per 12 mesi, e le necessarie autorizzazioni di spesa fino al 2021 oggetto di specifiche variazioni di bilancio». L’auspicio comune, ha detto in conclusione riservandosi un ulteriore intervento in sede di discussione generale, «è quello del miglioramento del sistema sanitario regionale».

Per la minoranza il relatore Cesare Moriconi, del Pd, ha rilanciato in apertura i dubbi sulla sostenibilità tecnica della norma già emersi in commissione sui quali si attende ancora una posizione chiara della Giunta. E’ vero, ha sostenuto, «che questo provvedimento arriva da lontano e si è formato con passaggi istituzionali diversi al di là delle differenze di merito emerse in Consiglio ed anche all’interno delle parti sociali, ma va ricordato che anche che costa tanto perché lo Stato consente il superamento del tetto massimo della spesa sanitaria fino al 20%, calcolo secondo il quale si arriverebbe però a 32 milioni e non ai 60 considerati a regime». Occorre insomma capire, ha sollecitato Moriconi, «se siamo all’interno della deroga autorizzata nonostante le rassicurazioni di carattere generale fornite dall’assessore, così come non è chiaro l’utilizzo di eventuali economie a favore del sistema pubblico che a nostro giudizio sarebbero fuori dal perimetro tracciato dal legislatore statale, e infine non esiste alcuna certezza su quanto potrebbe accadere dal 2021 in poi».

Al termine dell’intervento il di Cesare Moriconi il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori ha chiesto la parola l’on. Gianfranco Satta (Progressisti), che è intervenuto per dire: “Non si comprende perché dovrebbe essere ammesso il trasferimento di risorse pubbliche ai privati che operano in campo sanitario, in assenza di una procedura di evidenza pubblica.   Va bene il sostegno al privato ma fino al momento in cui non tocca i servizi sanitari pubblici già esistenti: non si devono finanziare i servizi già offerti da altri ospedali pubblici ma quelli non offerti, che costringono invece i malati sardi a lasciare la Sardegna. Non accetteremo di finanziare con denaro di tutti servizi in concorrenza con il pubblico, a vantaggio del Qatar e non del nostro popolo. Se approverete questa legge, farete a brandelli la Sanità sarda ed è per questo che voterò contro ogni provvedimento che lederà il diritto alla salute dei sardi”.

Dai banchi del Pd ha preso la parola l’on. Giuseppe Meloni: “E’ il bello della democrazia il fatto che io sia in totale disaccordo con chi mi ha preceduto. Per noi è invece importante portare a casa questo risultato: si è già detto tanto su questo tema e se ci sono ancora dubbi possiamo discuterne. Ma dobbiamo arrivare al traguardo e si tratta di una variazione di bilancio: avremo altri momenti per discutere della rete ospedaliera e dell’offerta dei servizi sanitari in Sardegna. Non è solo la Gallura che ha bisogno di questo ospedale ma tutta la Sardegna”.

Ha preso la parola il presidente della Commissione Sanità, Domenico Gallus (Udc), il quale ha ricordato che la vicenda del Mater Olbia ha viaggiato attraverso la spinta trasversalmente condivisa da un ampio spettro delle forze politiche, le quali ne hanno condiviso il progetto e le finalità. Domenico Gallus ha ricordato che l’iter è iniziato con la Giunta Cappellacci e proseguito con la Giunta Pigliaru, evidenziando l’importanza dell’iniziativa e delle sue ricadute positive sul sistema sanitario sardo.

Per Gallus il Mater Olbia non andrà a incidere sui posti letto della rete ospedaliera dell’Isola, in quanto le assegnazioni per esso sono già definite e recepite nella stessa. Il consigliere dell’Udc ha esortato tutti a valutare il progetto con spirito laico. Domenico Gallus ha poi evidenziato le diverse posizioni emerse in Commissione Sanità all’interno della minoranza e si è augurato che nel corso del dibattito possa trasformarsi nuovamente in consenso. Domenico Gallus ha assicurato che le diverse posizioni emerse in Commissione saranno prese in esame con molta attenzione e che ogni contributo sarà positivamente accolto.

Il presidente della Sesta commissione ha specificato che l’obiettivo di questa struttura non è quello di  generare doppioni ma di creare nuove eccellenze. E ha affermato che la presenza del Mater Olbia non dovrà creare un danno agli ospedali pubblici e che su questo ci sarà un attento controllo. Domenico Gallus ha poi proposto di attivare una Stroke Unit per gli interventi d’emergenza per i casi di pazienti colpiti da ictus ed emorragie cerebrali e un reparto multidisciplinare per curare i disturbi dell’alimentazione. Domenico Gallus ha poi sottolineato la grave situazione in cui versa la sanità sarda, con alcuni reparti che rischiano di chiudere come nel caso dell’ospedale Delogu di Ghilarza e del San Martino di Oristano. Per Domenico Gallus c’è stata una cattiva programmazione dei pensionamenti da parte della precedente amministrazione, ma ha affermato che l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, se ne sta occupando e sta cercando di trovare una soluzione per evitare la chiusura dei reparti.

Domenico Gallus ha anche ricordato, in chiusura d’intervento, che non approvare questa variazione di bilancio porterebbe la Regione Sardegna a dover pagare ingenti penali.

Ha poi preso la parola Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), il quale ha ripercorso l’iter che ha portato oggi alla votazione di questa variazione di bilancio. Un iter lungo, che ha preso avvio con la Giunta Cappellacci, e che oggi vede questo Consiglio regionale  chiamato a dare il via libera finale oppure a bloccare una realtà ormai consolidata con un grave danno per la Sardegna. Per Antonio Mundula si tratta di una struttura d’avanguardia anche se ci sono alcuni aspetti che andrebbero chiariti: quali patologie saranno trattate e se la struttura sarà in grado di ridurre la mobilità passiva. Per il consigliere di maggioranza, pur avendo preferito avere alcune certezze, ormai non si può più tornare indietro. Il consigliere di FdI si è detto però convinto che monitorando l’attività del Mater Olbia sarà possibile anche valutarne l’efficacia ed eventualmente apportare dei correttivi. Mundula ha annunciato voto favorevole accettando “una scommessa di speranza”: dare alla Sardegna una sanità all’avanguardia.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha assunto la presidenza dell’Aula.

E’ quindi intervenuto Eugenio Lai (Leu), il quale ha ricordato che l’argomento in esame è la variazione di bilancio e non il Mater Olbia. Il consigliere di minoranza ha ricordato di aver espresso voto negativo in Commissione e che anche parte della maggioranza aveva delle perplessità. Lai ha detto di capire i colleghi galluresi che vogliono tutelare un territorio in forte sofferenza, ma avrebbe preferito che quei 147 milioni fossero andati alla sanità pubblica, che ha bisogno di soluzioni e prospettive e che, a sei mesi dall’avvio della legislatura, la Giunta regionale non ha ancora trovato. Per Eugenio Lai, d’accordo con il collega Moriconi, ci sono dubbi di costituzionalità e sulle modalità di reperimento delle risorse, ossia dalle perenzioni e dagli accantonamenti.  Il consigliere di Leu ha inoltre sollevato il problema della scadenza della deroga prevista per il 2021 e che, a oggi, non ci sono certezze per il futuro. Lai ha annunciato voto contrario dicendo che avrebbe preferito che quelle risorse fossero andate alla sanità pubblica e che il Mater Olbia andrà a incidere negativamente su situazioni di eccellenza già presenti nell’Isola.

Ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), il quale ha ricordato che il progetto del Mater Olbia è nato in un territorio che in cui la media dei posti letto era molto al di sotto della media regionale. Il consigliere di maggioranza ha ricordato che c’è stato un importante investimento privato e che la struttura ha l’obiettivo di ridurre la mobilità passiva dei pazienti sardi, che oggi vale circa 80 milioni l’anno, ma saranno risultati da valutare nel lungo periodo. Per Satta bisogna votare a favore di questa variazione di bilancio perché si tratta di un’eccellenza. E ha ricordato che grazie a un accordo con il Gaslini di Genova, il pre-operatorio e il post-operatorio dei bambini, che saranno sottoposti a interventi al Gaslini, sarà gestito al Mater Olbia. “E questo è già un risultato”. Per Satta bisogna partire dal presupposto che si ha a che fare con persone serie che hanno l’obiettivo di realizzare una struttura di avanguardia.

Ha preso la parola Massimo Zedda (Progressisti), ribadendo che non sia in discussione il fatto che il Mater Olbia sia utile o meno per il territorio gallurese, ma un testo che tratta di dove vengono attinte le risorse per che cosa vengono destinate e a favore di chi.  Su questo aspetto Massimo Zedda ha sollevato dubbi di legittimità sul comma 3 dell’articolo 1 che recita “Nel caso che non siano entrate pienamente a regime le attività programmate, eventuali economie realizzate sulle risorse di cui al comma 2 possono essere destinate, esclusivamente per l’annualità di riferimento, agli altri operatori privati accreditati con il sistema sanitario regionale, nei limiti previsti e in conformità alla normativa vigente”. Massimo Zedda ha sottolineato di non aver alcuna preclusione verso il privato né verso il pubblico, ma che la norma, così scritta, potrebbe essere impugnata dal Governo e subire i rilievi della Corte dei Conti.

L’altro aspetto sottolineato dal consigliere di minoranza è che bisogna subito attivarsi con il Governo per ottenere la proroga oltre il 2021 e, contestualmente, trattare con Roma per ottenere una deroga anche per la sanità pubblica, in particolare per quanto riguarda le tante patologie autoimmuni che hanno un’elevata incidenza in Sardegna.

Giorgio Oppi (Udc) si è detto meravigliato perché tutti i dubbi sollevati in passato dalla minoranza nella scorsa legislatura, oggi vengano sollevati da quella che allora era la maggioranza. Giorgio Oppi ha ricordato che il Protocollo d’Intesa è stato firmato nel 2014 dalla Giunta Pigliaru, la stessa Giunta che ha firmato a febbraio 2019 il secondo Protocollo d’Intesa. Per il consigliere di maggioranza non è accettabile che oggi l’opposizione cambi linea, dopo aver approvato gli atti precedenti. Oppi ha spiegato che la deroga del Mater Olbia non deve danneggiare il budget riservato alle strutture private. Per il consigliere dell’Udc il conteggio dei 25 milioni per il 2019 è sbagliato e, secondo i suoi calcoli, ci saranno economie per 15 milioni di euro. Risorse che Giorgio Oppi auspica che siano destinate all’abbattimento delle liste d’attesa e ad intervenire sulla sanità pubblica in difficoltà.

Daniele Cocco (capogruppo LeU) ha ripercorso le diverse fasi del dibattito ed ha evidenziato i principali problemi che affliggono la sanità sarda, ad incominciare da quelli che attengono le liste d’attesa, per la riduzione delle quali, a giudizio del consigliere della minoranza, “niente è stato ancora fatto”. Il capogruppo di LeU ha quindi riaffermato il principio che “la realizzazione del Mater di Olbia non avrebbe dovuto ridurre alcun posto letto del comparto pubblico” ed ha però affermato: «Nessuno è contro per la sanità privata ma tutti vogliamo una sanità che funzioni». Daniele Cocco ha auspicato una “reale ed efficace azione di monitoraggio sulla mobilità passiva” ed ha rimarcato le eccellenze dell’ospedale privato di Olbia.  L’esponente della minoranza ha confermato le perplessità sulla eventuale destinazione delle risorse non utilizzate per i servizi del Mater, a favore dell’acquisto di prestazioni offerte da altre strutture private («potrebbe essere oggetto di impugnativa da parte del Governo»). Daniele Cocco ha quindi avanzato la ferma richiesta affinché “tutto il personale impiegato al mater Olbia sia sardo” ed ha chiesto lumi sul futuro della breast unit di Nuoro.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau ha ricordato i diversi passaggi politici e amministrativi che hanno interessato il Mater, dalla deroga statale del 2019 per lo sforamento del 20% del tetto di spesa per la sanità privata, fino all’autorizzazione sperimentale con scadenza 2021 («sarebbe opportuno avviare una nuova contrattazione col governo»). L’ex presidente del Consiglio ha quindi insistito sul via libera della scorsa legislatura alla struttura privata olbiese “con la condizione che non andasse a discapito del sistema sanitario pubblico: «Il Mater deve offrire servizi di eccellenza in grado di integrare e non deve competere con il sistema pubblico». Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità sui contenuti della delibera 59\1 per una serie di incongruenze nei posti letto di varie specialità ed ha citato il caso dei reparti di chirurgia e ortopedia. «Chiedo a questo proposito – ha aggiunto l’esponente della minoranza – che l’assessore si impegni a verificare la rimodulazione dell’offerta dei posti letto del Mater Olbia ed annuncio la presentazione di un ordine del giorno sul tema, stigmatizzando la sottrazione dei migliori specialisti impegnati nella sanità pubblica a favore del Mater, come accade nella chirurgia».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni ha criticato alcune dichiarazioni dei consiglieri del centrosinistra («annunciano voto contrario su una convenzione firmata dall’ex presidente Pigliaru con il Qatar») ed ha ribadito il diritto di Olbia “ad avere una sanità efficace che non costringa residenti e turisti a cercare cure altrove”. «Il Mater – ha aggiunto l’esponente della maggioranza – è una eccellenza e rappresenta un’opportunità anche per ciò che attiene gli sbocchi lavorativi».

«La Lega – ha proseguito Dario Giagoni – voterà favorevolmente per una sanità migliore ma non intende creare alcun divario con la sanità pubblica ed è per questo che annuncio un emendamento per destinare le economie previste negli stanziamenti a favore del Mater, alle strutture pubbliche in zone disagiate come La Maddalena, Bosa e Isili».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus (Progressisti) ha rammentato il voto contrario in commissione “perché al comma 3 articolo 1 è stata inserita una pillola avvelenata”. L’esponente della minoranza ha ricordato, dunque, quanto stabilito nel provvedimento e cioè che “ciò che avanza del non speso dal Mater nel 2019 sarà destinato a strutture private non previste nella deroga al tetto di spesa concessa dallo Stato per il Mater”. Agus ha evidenziato il rischio di impugnativa e le ripercussioni nell’erogazione delle risorse “dinanzi ad un evidente conflitto tra le norme statali e la legge regionale”. Il capogruppo dei Progressisti ha dunque dichiarato di non aver condiviso l’iter del provvedimento in discussione ed ha sollevato perplessità sul reale impatto del Mater sul sistema sanitario pubblico ed ha auspicato una puntuale verifica sull’abbattimento dei tempi delle liste d’attesa e la riduzione della cosiddetta mobilità passiva.

L’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ha ricordato il lungo percorso del Mater («è un progetto che parte da lontano ed oggi appare molto difficile pensare di ritornare indietro») ed ha illustrato i punti cardine del provvedimento, soffermandosi sulla configurazione dei rimborsi: «Sono di tre fattispecie, la prima riguarda il 20% del tetto complessivo della medicina convenzionata, il resto sono risorse erogate per alta specialità e quindi in deroga con la spending review e sono risorse derivanti dal risparmio considerando tutte le prestazioni sanitarie erogabili, mentre la terza fattispecie sono remunerazioni per funzioni assistenziali, circa 8 milioni».

In merito all’altro tema oggetto del dibattito in Aula e cioè la destinazione delle risorse risparmiate rispetto allo stanziamento in favore delle prestazioni del Mater (nel 2019 la struttura privata gallurese non potrà erogare 25 milioni di prestazioni sanitarie), l’assessore si è detto favorevole ad un eventuale impiego delle rimanenti somme per l’acquisizioni di altri servizi sanitari offerti da soggetti privati («da almeno cinque anni la Regione nega agli operatori privati e accreditati l’extra budget»).

«Per ciò che attiene le attività di monitoraggio delle prestazioni – ha spiegato Mario Nieddu – abbiamo i fari ben puntati sul Mater Olbia ma non per preconcetto quanto perché ha il compito di abbattere la mobilità passiva e garantirci alte prestazioni sanitarie». L’assessore ha quindi concluso auspicando che i dieci milioni di euro previsti per la ricerca possano essere gestiti direttamente dall’assessorato della Sanità.

L’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, ha rammentato l’accordo sottoscritto nella precedente legislatura tra il presidente della Regione a guida centrosinistra e la Qatar Foundation, nonché la deroga ai tetti di spesa autorizzata dal precedente governo italiano e ripresentata dall’attuale governo Conte. Giuseppe Fasolino ha insistito sul concetto che ai sardi ciò che interessa è una sanità che funzioni («poco importa ai nostri concittadini se i servizi sono offerti da strutture pubbliche o private») ed ha citato i casi dell’efficienza dei sistemi di Lombardia e Veneto, dove la maggior parte dei servizi sono erogati dalle strutture private. L’assessore ha quindi precisato che i fondi (25 milioni di euro per il 2019 e 60.600.000 per gli anni 2020 e 2021) hanno copertura finanziaria attraverso la riduzione delle somme iscritte al “Fondo di accantonamento per la salvaguardia degli equilibri di bilancio destinato all’accantonamento al fondo perenzioni che confluisce nel risultato di amministrazione”.

Il Consiglio ha quindi approvato con votazione a scrutinio palese il passaggio agli articoli e il relatore di maggioranza, Domenico Gallus (Udc), ha quindi dichiarato il parere sugli emendamenti presentati all’articolo 1 (Autorizzazioni di spesa): invito al ritiro per l’emendamento n.1, contrario agli emendamenti n. 2 e n. 4, favorevole all’emendamento n. 3 (Oppi e più).

La Giunta ha dichiarato parere conforme con quello del relatore Domenico Gallus ed il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, è intervenuto auspicando una valutazione positiva dell’Aula per l’emendamento n. 4 che propone di destinare le risorse in economia dal Mater alle strutture pubbliche in zone disagiate. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha invitato il Consiglio ad esprimersi favorevolmente su quanto proposto negli emendamenti n. 1 e n. 4.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, prendendo atto dei pareri di presidente ed assessore, ha affermato che il provvedimento è a forte rischio di impugnazione perché “si sta eludendo il tetto del Mater Olbia per pagare altre prestazioni”. L’esponente della minoranza ha concluso proponendo una breve sospensione.

Il vice capogruppo Roberto Deriu, sullo stesso punto, ha chiesto alla maggioranza maggiori certezze sulla destinazione delle economie, che hanno una destinazione precisa e non possono essere oggetto di “furbizie” contabili.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sottolineato che i consigli dei colleghi Ganau e Deriu sono da tenere in considerazione, per evitare problemi maggiori in un secondo momento. Basterebbero pochi minuti di riflessione, ha concluso, per evitare una scelta sbagliata.

Il consigliere Eugenio Lai, sempre di Leu, criticando il parere del relatore sugli emendamenti, ha chiarito che l’opposizione non vuole fare ostruzionismo ma affermare con certezza l’opzione a favore della sanità pubblica e in particolare al sostegno delle strutture più disagiate.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo del Psd’az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha proposto un emendamento orale concordato con l’assessore e l’opposizione, con il quale nel caso non siano entrate a regime le strutture del Mater Olbia le risorse rientrano nel bilancio regionale.

L’assessore Fasolino è intervenuto per aggiungere l’impegno della Giunta a tener conto anche delle esigenze delle strutture sanitarie disagiate.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha sollecitato una decisione, considerando la contemporanea convocazione di alcune commissioni. Da questo punto di vista si è detto convinto che la precisazione dell’assessore sia superflua.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Il presidente, precisando di non voler richiamare nessuno, ha invitato i consiglieri ad attenersi ad un contegno consono alla dignità dell’Aula, con riferimento all’uso di telefoni cellulari.

Il consigliere Massimo Zedda dei Progressisti, nel condividere il richiamo del presidente, ha affermato che alcune prese di posizione, nel momento in cui si discutono provvedimenti di spesa, sono censurabili.

Il consigliere Francesco Agus dei Progressisti ha chiesto la sorte della richiesta di sospensione chiesta dalla Lega.

Il consigliere Pierluigi Saiu della Lega ha ribadito la necessità di una breve sospensione per valutare le modifiche ad un provvedimento così importante.

Il presidente ha accordato la sospensione richiesta dal gruppo della Lega.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha preso atto che non c’è nessuna opposizione all’emendamento orale proposto dal capogruppo del Psd’Az Francesco Mula. Il quale ha chiarito che va votato l’emendamento n.3 corretto dalla sua proposta orale.

Il consigliere del Pd Gianfranco Ganau ha annunciato il ritiro del suo emendamento (il n. 4).

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.3, comprensivo della modifica orale proposta da Francesco Mula, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto.

Subito dopo sono stati approvati i 3 articoli della legge più i 2 allegati con 39 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti.

Prima della votazione finale il capogruppo di Pd Gianfranco Ganau ha presentato un ordine del giorno che, in sostanza, impegna l’assessore della Sanità a modificare ove necessario lo schema della rete ospedaliera per rendere più funzionale e compatibile la stessa con la presenza del Mater Olbia, evitando sovrapposizioni di strutture.

L’assessore della Sanità ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che il pronto soccorso di Ozieri è a rischio chiusura per mancanza di medici, per cui va valutata la possibilità di modificare il protocollo di intesa.

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.

Sul voto finale, per dichiarazione di voto, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha detto di sentirsi in difficoltà rispetto alle indicazioni del suo partito, da sempre contrario. Inoltre ha espresso valutazione positiva sul contenuto dell’emendamento integrato dalla proposta del collega Mula. Cocco ha infine annunciato la sua astensione.

Massimo Zedda, per i Progressisti, ha ricordato che resta centrale il problema dell’uso corretto delle risorse pubbliche che viene vanificato da una ampia maggioranza alimentando ulteriori preoccupazioni. Sulle dinamiche contabili ha poi sollecitato il parere dei revisori della Regione.

E’ intervenuto per dichiarazione di voto Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti), il quale ha evidenziato due lati positivi. Il primo è  la modifica dell’articolo 1 a larga maggioranza  che “riporta il testo nel solco della legittimità”, evidenziando che può essere utile ascoltare i consigli dell’opposizione per migliorare un testo. “Credo che sia un buon precedente per quest’aula”. Il secondo lato positivo è stato l’approvazione dell’ordine del giorno.  Il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, ha annunciato il voto favorevole ringraziando tutti coloro che hanno lavorato per realizzare questo progetto e tutti i centri ospedalieri di tutta l’Isola. Per Angelo Cocciu il Mater Olbia non risolverà tutti i problemi della sanità, ma darà un contributo importante. Voto favorevole anche da parte di Giovanni Antonio Satta (Riformatori), che ha voluto ringraziare chi ha lavorato per arrivare a questo risultato, la Commissione Sanità ed il presidente Domenico Gallus. Voto favorevole è stato annunciato anche dal capogruppo del Psd’Az, Francesco Mula, che ha auspicato che il Mater Olbia porti benefici per tutta la Sardegna. Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha annunciato il voto favorevole, come atto di coraggio per il bene della Sardegna, ma con la volontà di monitorare con attenzione i risultati che porterà il progetto. Il presidente Pais ha aperto la votazione finale del testo, che è stato approvato con 39 voti favorevoli e 2 astenuti). Il Consiglio si riunirà giovedì alle 10,30.

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«Ritengo positiva la sinergia che si è instaurata nell’incontro di ieri e auspico che sia l’inizio di una proficua collaborazione che porti sviluppo nella nostra Sardegna, rendendola sempre più a misura di donna.»

Lo ha affermato la consigliera regionale Carla Cuccu (M5S), dopo l’incontro che si è svolto ieri in Consiglio regionale tra il direttivo dell’Associazione Coordinamento3 – Donne di Sardegna e le consigliere regionali Sara Canu (Lega Salvini Sardegna), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Elena Fancello (M5S), Maria Laura Orrù (Progressisti) e Laura Caddeo (Progressisti). Un incontro che ha voluto mettere le basi per progettare insieme una Sardegna che superi tutti gli ostacoli di natura economica, sociale, politica e istituzionale che impediscono la piena valorizzazione delle donne, nell’interesse dell’intera società e per il pieno sviluppo delle sue potenzialità, a partire dai 5 punti della Carta di Impegni per la Parità, proposta dal Coordinamento3 e sottoscritta a suo tempo dal Presidente Christian Solinas. Una volontà “condivisa”, emersa nel primo incontro istituzionale fra le consigliere regionali ed il Direttivo dell’Associazione Coordinamento3 – Donne di Sardegna, guidato dalla presidente Carmina Conte. All’incontro, che si è svolto prima della seduta del Consiglio regionale, è stato coordinato dall’on.le Carla Cuccu, segretaria dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio e ha visto la partecipazione e gli interventi delle consigliere Sara Canu, Annalisa Mele, Elena Fancello, Maria Laura Orrù e Laura Caddeo e delle rappresentanti del Coordinamento3, giunte da diverse parti dell’Isola.

Sono state poste le basi per la costruzione di una efficace e proficua comunicazione fra donne elette nella massima assemblea legislativa regionale e mondo femminile, presente in Coordinamento3 nella più ampia gamma di posizioni e appartenenze politiche, istituzionali, sociali e civili.

Si è trattato di un incontro speciale, che apre una pagina nuova nello spirito di forma eccelsa di democrazia aperta, trasversale, compiuta: c’è un filo conduttore fortissimo, che guiderà tutte le azioni future, in cui a valere sono i diritti delle donne, prima di tutto ed oltre ogni appartenenza, ideologica o partitica.

E’ stato osservato come l’introduzione della norma sulla doppia preferenza di genere nella legge elettorale, ottenuta dopo anni di battaglie unitarie delle donne sarde, pur non avendo rimosso tutti gli ostacoli al principio di uguaglianza tra uomini e donne nell’accesso alla vita politico-istituzionale, così come dal dettato costituzionale, ha consentito di raddoppiare il numero delle donne elette da 4 a 8 . Un risultato, pur modesto, ma che è un incoraggiamento a proseguire la battaglia che il Coordinamento3 ha intrapreso sulla democrazia paritaria, punto di partenza di una staffetta che passa il testimone alle donne elette il 24 febbraio scorso. La loro presenza in Consiglio regionale è garanzia di un raccordo permanente fra la massima istituzione sarda e le donne presenti nella società, affinché vengano attuati i punti chiave, quali l’istituzione dell’Assessorato regionale alle Pari Opportunità; la trasformazione della CRPO in Commissione Consiliare Regionale, al pari di tutte le altre; l’attuazione della parità di genere in tutti gli Enti e Istituzioni di competenza della Regione; la realizzazione di un piano straordinario per l’occupazione femminile, con l’incremento dei servizi socio-assistenziali; l’attuazione del percorso salute donna Ospedale Territorio e l’attivazione piena delle Breast Unit per la prevenzione e la lotta ai tumori femminili e l’attivazione dell’Osservatorio sula Violenza di Genere, accompagnato da un rafforzamento delle azioni per i centri antiviolenza, per la prevenzione e la lotta a tutti i livelli contro la violenza di genere.

Per l’occasione Pupa Tarantini, assessora del comune di Oristano, componente del Direttivo Coordinamento3, ha donato a Carla Cuccu una scarpetta rossa in ceramica, icona della campagna nazionale contro il femminicidio “Città della Ceramica”, di cui è capofila il comune di Oristano.

Tutte le intervenute hanno manifestato la volontà di procedere, in un profondo e intenso spirito di collaborazione, affinché vengano rimossi i numerosi ostacoli sociali e culturali all’interno della massima assemblea e parallelamente dei partiti di appartenenza, che ancora impediscono la piena e libera partecipazione delle donne alla vita pubblica.

Una grande sintonia dunque e condivisione dei temi, che ha visto per la prima volta tutte le espressioni femminili in campo convergere perché la democrazia paritaria non è la sfida che le donne sarde hanno lanciato con la doppia preferenza di genere, ma è un patrimonio ineludibile di civiltà per il benessere dell’intera società, da tutelare e valorizzare.

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La III (Bilancio) e la VI commissione (Sanità), riunite in seduta congiunta, presiedute rispettivamente da Paolo Truzzu (FdI) e Domenico Gallus (Udc) hanno dato il via libera stamane alla variazione di bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia. Dopo i chiarimenti forniti dagli assessori del Bilancio, Giuseppe Fasolino, e della Sanità, Mario Nieddu, è arrivato il via libera al Disegno di legge n. 24, che autorizza la spesa di 25 milioni per il 2019, di 60,6 milioni di euro anni per il 2020 e di altrettanti 60,6 milioni per il 2021. Hanno votato a favore i commissari della maggioranza e Giuseppe Meloni (Pd). Si sono astenuti Carla Cuccu, Elena Fancello ed Alessandro Solinas (Movimento 5 Stelle), Gianfranco Ganau e Cesare Moriconi (Pd), mentre hanno espresso voto contrario i consiglieri Francesco Agus e Massimo Zedda (Progressisti), Eugenio Lai e Daniele Cocco (Leu).

I Parlamentini hanno respinto l’emendamento sostitutivo parziale al comma 3 dell’articolo 1 del disegno di legge, presentato dai consiglieri Gianfranco Ganau, Daniele Cocco e Francesco Agus, per destinare le eventuali economie «esclusivamente a interventi di miglioramento del sistema di assistenza della sanità pubblica».

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«Alla luce della nuova documentazione acquisita, credo sia necessario un nuovo accertamento. Il presidente Christian Solinas e la Giunta valutino se sia opportuno revocare in autotutela la determinazione del 2011 che individua le aree gravate da usi civici nel comune di Orosei. Chiedo inoltre al Governatore, in via prioritaria, di attivarsi con urgenza per promuovere qualsiasi valida iniziativa che possa risolvere definitivamente e al più presto la vicenda che coinvolge circa un migliaio di famiglie proprietarie di appezzamenti di terreno e case di cui di fatto non possono disporre. Beni immobili al centro di un braccio di ferro tra Regione e Comune che dura ormai da anni.»

La consigliera del M5S Elena Fancello, prima firmataria di una mozione presentata dal Gruppo Movimento 5 Stelle in consiglio regionale per chiedere una nuova verifica degli usi civici in contraddittorio con il comune di Orosei sulle aree coinvolte.

Elena Fancello guarda alle pesanti ricadute economiche negative che la situazione attuale porta con sé:

«Questi beni – ricorda Elena Fancello – non possono essere oggetto di compravendita, ma non solo, dobbiamo tenere a mente che sul patrimonio gravato da uso civico non è consentito nemmeno apportare interventi di ristrutturazione, ampliamento e ammodernamento. La situazione di stallo in cui ci troviamo comporta il blocco dell’economia dell’intero paese, e travolge a cascata tutti i settori edilizia e quelli collegati dell’artigianato e del commercio.»

«Invito, pertanto, il Presidente e la Giunta – conclude Elena Fancello – a considerare che parte dei terreni che risultano gravati da usi civici hanno perso già da tempo la valenza agro-silvo-pastorale che li caratterizzava. Inoltre, un attento esame della documentazione prodotta dal comune di Orosei dimostra inequivocabilmente l’inesistenza degli usi civici in alcune zone. Ritengo pertanto che nelle more di un nuovo accertamento si possa procedere, in autotutela, alla revoca di quello precedente.»

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La commissione Governo del territorio presieduta da Giuseppe Talanas (Forza Italia) ha ascoltato una delegazioni di Sindaci dell’autorità di bacino regionale sul Piano alluvioni della Sardegna.

Dagli amministratori locali è arrivato un appello alla ripresa del confronto di merito con la Regione perché, in base ad una delibera di Giunta del dicembre dell’anno scorso adottata senza concertazione con le parti interessate, in molte realtà le aree sottoposte a vincolo hanno una estensione eccessiva e le cartografie non corrispondono allo stato dei luoghi. Il caso di Terralba, ha sostenuto in particolare il sindaco Sandro Pili, è emblematico: l’imposizione di vincoli sull’intero agro e buona parte del centro abitato ha obbligato il Comune a sospendere le concessioni edilizie già rilasciate e bloccare i progetti in corso, determinando una grave crisi economica senza peraltro “disinnescare” un possibile contenzioso di notevoli dimensioni.

Noi riteniamo, ha affermato poi il sindaco di Uta Giacomo Porcu, che senza il contributo degli Enti locali lo stesso procedimento di pianificazione non sia completo e, nel merito, a parte alcuni errori materiali riguardanti le altezze al livello del mare, non ci sembra adatta la metodologia “unidimensionale” adottata, che la letteratura scientifica di settore applica alle zone alpine. Come amministratori, ha concluso, siamo i primi a volere il massimo della sicurezza ma in un quadro di regole certe, reali e condivise che finora non c’è.

Il direttore generale del Distretto idrografico della Sardegna, Alberto Piras, ha ripercorso brevemente le diverse fasi della pianificazione, ricordando la collaborazione con gli specialisti dell’Università di Cagliari anche nelle simulazioni riguardanti la qualità e la velocità delle alluvioni, secondo un principio di precauzione che cerca di intercettare anche pericoli diversi da quelli conosciuti.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Angelo Cocciu (Forza Italia), Maria Laura Orrù e Antonio Piu (Progressisti), Francesco Mura (Fdi), Franco Mula (Psd’Az), Valter Piscedda e Roberto Deriu (Pd), Roberto Li Gioi del M5S.

Il presidente della commissione Giuseppe Talanas, nelle conclusioni, ha assicurato che saranno svolti tutti gli approfondimenti necessari nell’ambito di un percorso concertativo che consentirà ai Comuni di acquisire ogni elemento utile per le decisioni da adottare nell’interesse delle diverse comunità.

Nella seconda parte della riunione, presenti l’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, l’amministratore unico di Abbanoa Spa Abramo Garau, il direttore generale Sandro Murtas e tecnici del Genio civile, sono stati affrontati i problemi del servizio idrico in alcuni centri della Bassa Baronia e nel comune di Posada.

In entrambi i casi, è emerso dagli interventi, non ci sono nel breve termine progettualità in grado di dare una risposta strutturale e definitiva al deficit di approvvigionamento idrico. L’assessore Roberto Frongia, per quanto riguarda in particolare la Bassa Baronia, si è impegnato a costituire una “unità di crisi” con il compito di individuare le migliori soluzioni tecniche assicurando il costante coordinamento con le amministrazioni locali interessate. Per Posada, invece, Abbanoa metterà in servizio quanto prima un impianto di supporto alla rete principale.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Roberto Deriu del Pd, Franco Mula del Psd’Az, Michele Ennas della Lega ed Elena Fancello del M5S.

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Questa mattina i consiglieri regionali del Gruppo Movimento 5 Stelle, a Tramatza, hanno incontrato attivisti e simpatizzanti, su sanità, turismo, enti locali, infrastrutture, lavoro e vertenze collegate. E’ stato un momento di incontro ma, soprattutto, di confronto, volto alla condivisione di idee e problematiche, nel quale i consiglieri hanno potuto illustrare il lavoro svolto in questi quattro mesi di consiliatura nelle rispettive commissioni di competenza.

«Siamo qui per voi, per lavorare assieme, e assieme, cercare di costruire qualcosa di positivo per il nostro territorio e per tutti i sardi.»

Con queste parole la capogruppo Desirè Manca ha dato il benvenuto alle decine di persone che hanno affollato la sala convegni dell’Hotel L’Anfora di Tramatza.

Impossibile non affrontare il tema della reintroduzione dei vitalizi in apertura d’incontro. Sono state tante le domande a proposito, alle quali i consiglieri hanno dato risposta. In particolare, il consigliere Alessandro Solinas e la capogruppo Desirè Manca, hanno spiegato quali saranno i costi che la Regione Sardegna e i cittadini sardi dovranno affrontare se la legge proposta dalla Maggioranza venisse approvata.

«Se è vero – ha detto Manca – che questa proposta di legge prevede che ciascun consigliere regionale versi circa 500 euro di contributi, ci chiediamo perché invece i lavoratori sardi debbano versarne almeno il triplo. A nostro avviso, la legge deve essere uguale per tutti. Perciò, se questa proposta di legge dovesse passare, siamo pronti a rinunciare a questo privilegio”.

Ampio spazio anche ai temi legati alla sanità.

È Carla Cuccu, segretaria della VI Commissione Sanità, a illustrare l’importante risultato ottenuto dopo la presentazione della mozione sulla fetopatia alcolica (di cui la stessa Cuccu è prima firmataria): «La legge per la prevenzione della fetopatia alcolica – ha ricordato – rischiava di rimanere lettera morta. Come Gruppo abbiamo dato impulso a questa legge, e oggi siamo finalmente riusciti ad ottenere l’istituzione di un tavolo di monitoraggio permanente per la prevenzione di questo grave disturbo che colpisce i figli delle donne alcoliste».

Pone l’accento sullo spirito di collaborazione interno al Gruppo il consigliere Roberto Li Gioi. Una breve parentesi, in apertura di un intervento più tecnico che ha toccato diversi temi al centro dei più recenti Atti presentati in Consiglio: la paralisi dell’ENAS, il completamento della Statale 195, il rilancio del Trenino verde della Sardegna e, in particolare, la vicenda della discarica gallurese di Spiritu Santu.

Ancora: la capogruppo Desirè Manca non dimentica la drammatica vicenda degli ex dipendenti Secur, al centro di una seconda mozione del M5S votata all’unanimità e grazie alla quale: «Martedì prossimo verranno convocate le Commissioni Lavoro e Sanità e si cercherà di trovare una soluzione per rendere possibile il loro reinserimento nel mondo del lavoro. Piccoli passi che cambiano le sorti della nostra Isola».

Sulla salvaguardia dei posti di lavoro è intervenuto il consigliere Michele Ciusa, che in questi giorni sta seguendo da vicino la vicenda dei lavoratori della Cict, per i quali sono già scattati i primi avvisi di licenziamento: «Questi lavoratori, con grande dignità, stanno chiedendo di poter continuare a lavorare. Serve un forte impegno da parte della Regione per evitare che la vertenza venga liquidata con la concessione degli ammortizzatori sociali. Sarebbe una sconfitta».

Infine la consigliera Elena Fancello, che ha portato sul tavolo i temi legati agli enti locali. Primo tra tutti quello dei finanziamenti ricevuti dai Comuni sardi in difficoltà finanziarie, e della necessità di «distribuirli in maniera equa e sotto costante monitoraggio da parte della Regione».

Decine e decine le tematiche trattate nel pomeriggio: tirocini, lavoro, scuola, volontariato, legge elettorale e ancora sanità. Oltre due ore di dibattito in chiusura di un incontro più che partecipato. Solo il primo dei tanti che il Gruppo M5S ha in programma per riportare finalmente al centro i sardi e la Sardegna.

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«Apprendiamo in queste ore dai media locali che INSAR Spa, la società partecipata dalla Regione, rischia di essere messa in liquidazione. Quella descritta è una situazione gravissima che, se confermata, pare possa trascinare nella paralisi anche la parte del programma LavoRas che riguarda i “Cantieri di nuova attivazione”, per i quali ad oggi non risulta essere stato erogato alcun acconto in favore dei Comuni beneficiari. Condivido con l’ANCI Sardegna grande preoccupazione per il rischio del blocco dei finanziamenti. Chiedo pertanto di poter sapere se e in quale misura le notizie diffuse in queste ore corrispondano al vero. Nostra preoccupazione come Gruppo M5S è sapere se esiste realmente il rischio che l’eventuale crisi di INSAR Spa conduca alla paralisi dell’erogazione dei finanziamenti previsti in favore dei Comuni beneficiari, e in caso affermativo, quali azioni ha intenzione di intraprendere la Regione Sardegna per garantire ai Comuni la possibilità di avviare i cantieri a favore delle loro comunità e dei disoccupati locali».

Così la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Elena Fancello, prima firmataria di un’interrogazione urgente – sottoscritta dai consiglieri del Movimento 5 Stelle Manca, Ciusa, Solinas, Li Gioi – per chiedere al presidente della Regione Solinas e all’assessore del Lavoro Alessandra Zedda di poter conoscere lo stato di salute della società incaricata di gestire i cantieri di nuova attivazione, attività finanziata dalla Regione nel 2018 con 2 milioni di euro.

«Apprendiamo inoltre – continua la consigliera del M5S – che il bilancio di INSAR sarebbe stato approvato dalla Regione sia nel 2017 che nel 2018 nonostante il voto contrario dell’ANPAL Servizi, il socio di minoranza, che avrebbe in quell’occasione lamentato l’esistenza di una situazione di potenziale incertezza ed espresso dubbi sulla capacità della società di continuare a operare. Inoltre INSAR avrebbe chiuso l’esercizio finanziario del 2017 con una perdita di 1.423.000 euro, tanto che l’assemblea sarebbe stata convocata in via straordinaria per il 4 giugno proprio per decidere sulla messa in liquidazione della società.»

Nonostante le rassicurazioni date in queste ore dall’assessore del Lavoro Alessandra Zedda, i consiglieri del M5S attendono risposta immediata e scritta a due quesiti di fondamentale importanza: «Qual è il reale stato di salute di INSAR? Se la situazione si dovesse rivelare grave come quella descritta dagli organi di stampa, quali atti e misure verranno adottati con urgenza per garantire il tempestivo e regolare pagamento delle somme dovute ai Comuni beneficiari, sia a titolo di anticipazione sia a titolo di saldo dopo la chiusura dei cantieri?»

La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Elena Fancello ha diffuso una nota con la quale chiede “una verifica sull’assegnazione dei finanziamenti in favore degli Enti locali che presentano una situazione finanziaria compromessa. Inoltre, occorre una ripartizione del fondo per il triennio 2019-2021 da effettuarsi in modo corretto tra tutti i Comuni sardi in sofferenza finanziaria”. Dopo i rilievi del Consiglio comunale di Nuoro, Elena Fancello ha sollevato il problema nel corso della seduta della Prima Commissione (Autonomia e Riforme), nella quale si è parlato di Riforma degli Enti locali, Province e finanza locale. Con la pronuncia di illegittimità della Corte Costituzionale delle norme sugli espropri, tantissimi Comuni italiani sono stati costretti a pagare ingenti danni col serio rischio-default. Una situazione pericolosa di dissesto finanziario anche nei Comuni della Sardegna, ed è per questo che l’esponente pentastellata ha chiesto alla Regione di vigilare sul corretto utilizzo del contributo per risanare le situazioni finanziarie compromesse negli enti locali. L’ex assessore Cristiano Erriu, il 31 gennaio scorso, aveva proposto l’assegnazione dei finanziamenti in proporzione al debito maturato, e non a quello liquidato, con ovvie e possibili ripercussioni sulla maggior parte dei Comuni sardi. Per questo ad oggi – sostiene Elena Fancello – “è opportuna e necessaria una verifica e un approfondimento della ripartizione per gli anni 2018 e 2019, e che vengano adottati criteri differenti di erogazione delle risorse, distinguendo l’emergenza dalle misure di sostegno nel triennio successivo”. Elena Fancello ha inoltre ricordato che per le annualità 2020 e 2021, gli enti locali dovranno presentare istanza apposita entro il 31 marzo di ciascun anno, indicando il debito residuo in bilancio. Per consentire una ripartizione equa delle risorse, auspica che per il triennio 2019-2021, vengano assegnate in modo corretto tra tutti i Comuni in sofferenza finanziaria, e che sia previsto il monitoraggio da parte della Regione sul modo in cui vengono spesi i contributi, attraverso la richiesta di un resoconto annuale sulla concreta destinazione ed utilizzo.