L’assessore della Sanità stamane ha incontrato una delegazione della Commissione regionale Pari Opportunità.
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I disturbi del comportamento alimentare, le conseguenze socio-sanitarie ed eventuali azioni a contrasto del problema sono state al centro dell’incontro che si è tenuto questa mattina fra l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e la delegazione della Commissione regionale Pari Opportunità composta dalla presidente Annalisa Lai, la vicepresidente Barbara Congiu, e le commissarie Elena Secci e Rosa Maria Millelire.
«Parliamo di una piaga – spiega l’assessore Mario Nieddu – particolarmente grave dal punto di vista sanitario e sociale, che colpisce sempre più giovani e attorno alla quale ruotano altri fenomeni come il bullismo. Anche in Sardegna occorrono misure di contrasto e sostegno a chi soffre di questi disturbi e alle loro famiglie. Con la commissione Pari Opportunità ho preso l’impegno affinché possa essere convocato al più presto uno specifico tavolo di lavoro, che possa anche restituire la fotografia del fenomeno sul nostro territorio.»
In Italia si registrano circa tremila morti l’anno a causa dei disturbi del comportamento alimentare. L’età media delle persone che ne soffrono si è progressivamente abbassata negli ultimi anni e oggi i soggetti colpiti vanno dai 9 anni in su.
«Fenomeni come il cyberbullismo sui social network – dice la presidente della Commissione, Annalisa Lai – hanno portato a un aggravamento del problema. Modelli che propongono fra le ragazze e i ragazzi l’anoressia e la bulimia come indispensabili per essere socialmente accettati, continuano a diffondersi nonostante l’azione di contrasto delle forze dell’ordine. In Sardegna mancano centri in grado di accogliere i casi più gravi, che devono quindi rivolgersi ad altre regioni. Parliamo di cure che hanno una durata lunga e il peso per le famiglie diventa insostenibile.»
Il tavolo di lavoro avrà il compito di elaborare proposte attraverso un confronto allargato con il coinvolgimento delle associazioni, degli ordini professionali, quali medici, psicologi e assistenti sociali e il mondo delle scuole e dello sport.
“La prevenzione attraverso l’educazione e le leve sociali – dicono le componenti della delegazione – è uno dei nostri principali obiettivi. Abbiamo in progetto una campagna informativa, che, attraverso un video punta alla viralità di un messaggio di segno opposto rispetto a quelli diffusi dai “challenge”, sfide che spingono i giovani all’anoressia e alla bulimia. Vogliamo dare a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare e alle loro famiglie il supporto di cui hanno bisogno.»