22 November, 2024
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La violenza, sulle donne e sui minori, ma anche sugli anziani, è ormai una piaga sociale ed è sempre più necessario educarci al rispetto. E’ questo il messaggio lanciato oggi durante la manifestazione, dal titolo appunto “Educhiamoci al rispetto”, promossa dai Riformatori sardi con la collaborazione e grazie ai maestri Alessandro Marciali e Sabrina Pili (Tempio di Shaolin Quartu) che si è tenuta nel campo da basket del Lungomare Poetto di Quartu.

Ma è stata anche l’occasione per fare il punto sulla situazione della sicurezza a Quartu. «Noi vogliamo che i quartesi si sentano sicuri a casa loro – hanno detto i Riformatori sardi – vogliamo che le donne possano passeggiare serene senza paura, che i bimbi possano andare tranquilli a scuola, che nelle nostre strade il Comune debba garantire sicurezza a tutti».

«Una donna su tre in una età compresa tra i 16 e i 70, è stata vittima di violenza – spiega Elena Secci, coordinatrice cittadina di Quartu dei Riformatori sardi –  il 35% delle vittime non presenta denuncia; 63 sono le donne uccise da gennaio a giugno di quest’anno il  13%  di queste aveva chiesto aiuto per stalking;  negli ultimi 12 mesi sono 152 le donne uccise, 179 femminicidi (una vittima ogni due giorni) solo nel 2013, e cioè il 14% in più rispetto ai 157 del 2012; 7 femminicidi su dieci si consumano all’interno del contesto familiare, contesto familiare dove i minori sono spettatori e troppo spesso ulteriori vittime. La violenza psicologica è ancora più alta, raggiunge il 43% e comprende, violenza economica, impedimento alla libertà di movimento, controllo, minacce.»

Danilo Pillitu, vice coordinatore del partito, ha parlato del bullismo. «Una piaga sociale – ha detto – su cui è necessario intervenire con forza. Il bullismo tra i ragazzini è il primo stadio della violenza: una violenza ormai non solo fisica ma anche psicologica, attuata con i moderni mezzi della tecnologia. Con i social network in particolare. Dobbiamo fare rete: istituzioni, scuola, famiglie per evitare che queste cose succedano.»

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La violenza, sulle donne e sui minori, ma anche sugli anziani, è ormai una piaga sociale. Insomma, è sempre più necessario educarci al rispetto. Ed è proprio questo il senso della manifestazione, dal titolo appunto “Educhiamoci al rispetto”, promossa dai Riformatori sardi, che si terrà nel campo da basket del Lungomare Poetto di Quartu, questa mattina, alle 10.30.

La manifestazione è organizzata con la collaborazione e grazie ai maestri Alessandro Marciali e Sabrina Pili (Tempio di Shaolin Quartu Sant’Elena).

«Una donna su tre, in una età compresa tra i 16 e i 70, è stata vittima di violenza – spiega Elena Secci, coordinatrice cittadina di Quartu dei Riformatori sardi – il 35% delle vittime non presenta denuncia; 63 sono le donne uccise da gennaio a giugno di quest’anno il  13%  di queste aveva chiesto aiuto per stalking;  negli ultimi 12 mesi sono 152 le donne uccise, 179 femminicidi (una vittima ogni due giorni) solo nel 2013, e cioè il 14% in più rispetto ai 157 del 2012; 7 femminicidi su dieci si consumano all’interno del contesto familiare, contesto familiare dove i minori sono spettatori e troppo spesso ulteriori vittime. La violenza psicologica è ancora più alta, raggiunge il 43% e comprende, violenza economica, impedimento alla libertà di movimento, controllo, minacce.»

Si è svolta oggi, al Parco Matteotti di Quartu Sant’Elena, la manifestazione musicale organizzata dai Riformatori sardi, a difesa della scuola civica “Luigi Rachel”, che rischia la chiusura a causa dell’azzeramento dei fondi deciso dalla Regione.

“Se toccano la musica noi gliele suoniamo” era lo slogan del concerto seguito da tantissimi quartesi, un vero e proprio sit-in musicale per dire no a una decisione che a Quartu manda a casa 40 docenti, i collaboratori e gli oltre 600 iscritti ai corsi musicali. In tutta la Sardegna il taglio riguarda 800 insegnanti e ben 8mila studenti.

«Il rischio di chiusura delle scuole civiche di musica sarde, e quella quartese in particolare – dice la coordinatrice quartese dei Riformatori sardi Elena Secci – ci preoccupano tantissimo. È arrivato il momento di fare qualcosa di concreto, almeno per quanto nelle nostre possibilità. Non possiamo stare a guardare: la politica ha il dovere di intervenire unita anche con azioni eclatanti, magari fuori dagli schemi, se la situazione lo richiede. Conosciamo la realtà della Scuola Civica di Quartu “Luigi Rachel” e ciò che significa per la nostra città e per i 40 docenti, i collaboratori e le oltre 600 persone iscritte che sino a oggi hanno animato e usufruito del fondamentale servizio pubblico.»
«Una battaglia senza steccati ideologici e di schieramento – ecco perché, aggiunge Elena Secci – abbiamo invitato alla manifestazione tutti i cittadini in forma singola o associata, i rappresentanti politici di tutti gli schieramenti che vorranno condividerlo con noi. La manifestazione è stata inoltre l’occasione per presentare l’iniziativa “Insieme per la musica” una raccolta fondi che consentirà di promuovere l’insegnamento della musica attraverso l’istituzione di borse di studio destinate ai bambini ed ai ragazzi meritevoli di famiglie in difficoltà.»

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Elena Secci, 33 anni, è la nuova coordinatrice dei Riformatori sardi di Quartu Sant’Elena. E’ stata eletta ieri, al termine del congresso che segna una svolta decisa verso il rinnovamento della classe dirigente. E’ stato rinnovato in larga parte anche il coordinamento cittadino, con l’ingresso negli organi del partito di numerose donne e under 40. Al congresso hanno preso parte anche il coordinatore regionale del partito, Michele Cossa, il coordinatore del Collegio di Cagliari, Gabriele Marini, e il deputato dei Riformatori Pierpaolo Vargiu.

«Da oggi si cambia radicalmente marcia – ha dichiarato la neo coordinatrice Elena Secci – lontano anni luce da quanto accaduto nel recente passato e da chi, unico responsabile, ha voluto infrangere il patto sottoscritto tra gli elettori e la coalizione che aveva vinto nel 2010. Per questa ragione il nostro partito non parteciperà a nessuna coalizione che presenti la candidatura del sindaco uscente. Questo è un punto decisivo e qualificante in vista della campagna elettorale per le prossime elezioni comunali.»

«E proprio sulla futura coalizione i Riformatori sardi – prosegue la neo coordinatrice – sono aperti a tutti coloro che intendono superare il passato. La coalizione, con la quale ci presenteremo agli elettori, dovrà avere il requisito dell’attendibilità politica, indissolubilmente legata alla credibilità sociale, alla riconosciuta competenza ed alla esperienza amministrativa di colui che verrà proposto alla guida della coalizione.»

Nel coordinamento sono stati eletti: Andrea Bigolin,  Marcello Cardia, Giorgio Deiana, Fortunato Di Cesare, Rosina Di Cesare, Andrea Grosso, Alessandro Manca, Patrizia Marini, Gabriele Marini, Carlo Marras, Laura Murgia, Fulvio Murgia, Gianni Orrù, Mauro Ortu, Francesco Pillai, Danilo Pillitu, Federico Puddu, Ignazio Schirru, Omar Spiga, Alessio Zucca.

La Saras di notte.

La Saras di notte.

«Il report di #Goletta Verde sull’inquinamento della #Saras è allarmante. Ed è la conferma che il principio del chi inquina paga non è rispettato in Sardegna. Ecco perché rilanciamo la battaglia sulle accise che la Saras paga allo Stato ma che non restano in Sardegna. Un miliardo di euro che vanno in altre Regioni che non subiscono l’inquinamento della Saras ma che godono di denari che spettano alla Sardegna.»

La denuncia viene dai giovani #Riformatori sardi (con in testa Riccardo Cioni e Alessandro Aghedu, consiglieri comunali di Selargius, Germana Cocco assessore comunale di San Sperate, Umberto Deidda assessore di Mandas e Elena Secci di Cagliari ) che lanciano un appello a tutti i movimenti giovanili presenti in Sardegna – senza distinzione di colore politico – per una «battaglia che è nostra, dei giovani della Sardegna, con una grande manifestazione da fare subito davanti alla #Saras».

«Si tratta di una battaglia di civiltà e di un nostro diritto – spiegano Riccardo Cioni e Alessandro Aghedu – per questo chiediamo a tutti i gruppi e movimenti giovanili presenti in Sardegna di unirsi a noi. La battaglia sarà lunga e difficile ma non ci arrenderemo.»

«Del resto la Saras -, dice Umberto Deidda – è solo uno dei casi presenti in Sardegna. Chi inquina la nostra Isola deve lasciare qui qualcosa. Un principio, quello del chi inquina paga, che per anni è stato disatteso: in tanti hanno sfruttato la Sardegna per poi andarsene lasciando solo macerie. E’ ora di dire basta».

Ecco perché l’appello a tutti gruppi giovanili per, concludono Elena Secci e Germana Cocco, «una grande mobilitazione e manifestazione da fare subito davanti ai cancelli della Saras».