22 November, 2024
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Terza serata per il 30° festival Narcao Blues. Dopo il duo sulcitano Don Leone ed il gruppo cagliaritano King Howl, protagonisti ieri sera, sul palco di Piazza Europa, oggi alle 21.30, salirà il Bad Blues Quartet, composto da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Frank Stara (batteria) e Gabriele Loddo (basso) la band isolana, attiva dal 2014, che ritorna a Narcao con nuova energia e consapevolezza, traducendo in musica gli ultimi due intensi anni, ricchi di importanti esperienze in alcuni tra i palcoscenici più rappresentativi in Italia.

A farla da padrona nel secondo set (ore 23.00) sarà la regina del blues isolano, Irene Loche, sul palco con un progetto in cui sonorità folk e soul si incontrano, e dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti. Dal 2015, la cantautrice e chitarrista oristanese è ufficialmente artista Magnatone USA, unica italiana nel panorama mondiale insieme a Jeff Beck, Billy Gibbons, Keith Richards, Jackson Browne, Neil Young, tra gli altri. Dal 2018 è diventata, inoltre, artista della Asher Guitars & Lap Steels, insieme ad artisti come nomi del calibro di Ben Harper, David Crosby, Marc Ford, Gregg Leisz, James Valentine, Zack Brown. Al fianco di Irene Loche, venerdì 28 a Narcao, ci saranno Andrea Sanna al Feder Rhodes ed Hammond, Gian Luca Canu al basso e Alessandro Cau alla batteria.

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Ai nastri di partenza il 30° festival Narcao Blues, in programma da mercoledì 26 a sabato 29 agosto. Sul palco di piazza Europa, con la consueta formula che prevede due set per ciascuna serata, si alterneranno nomi di spicco della scena blues nazionale, come la Treves Blues Band e la Gnola Blues Band, ed una nutrita rappresentanza di quella locale sarda: Francesco Piu, Vittorio Pitzalis, Irene Loche, il duo Don Leone, i King Howl e il Bad Blues Quartet.

In questa particolare annata, segnata dall’emergenza sanitaria, il festival si riconosce sotto il titolo “Sardinia Plays The Blues”: un titolo che allude alla volontà degli organizzatori, l’associazione culturale Progetto Evoluzione, di trasformare un momento di difficoltà come questo nell’opportunità di far conoscere fuori dalla Sardegna lo straordinario talento degli artisti locali e le bellezze del territorio che fa da cornice a Narcao Blues attraverso la realizzazione e diffusione di un dvd promozionale.

La trentesima edizione del festival è organizzata dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del comune di Narcao. Un’edizione particolare ma che saprà comunque regalare bella musica e tante emozioni al pubblico di Narcao Blues, con la fiducia «di poter tornare presto alla normalità», come si legge nel sito del festival, insieme all’invito alla prossima edizione del festival rivolto a «tutti coloro che non potranno esserci quest’anno».

Nel rispetto delle misure precauzionali per contrastare e contenere il diffondersi del Covid-19, ogni serata non potrà ospitare più di duecento spettatori. Per l’ingresso ai concerti non sono previsti biglietti ma un unico abbonamento (al costo di 20 euro), che si può acquistare solo presso la sede dell’associazione Progetto Evoluzione, a Narcao (in via Carbonia, 11) dalle 10.00 alle 13.00 dal lunedì al sabato.

Il programma – Il compito di tenere a battesimo il trentesimo Narcao Blues, nella serata di mercoledì 26 agosto, spetta a due formazioni che salirono sul palco del festival proprio nella sua prima edizione. Apre, alle 21.30, la Gnola Blues Band capitanata da Maurizio Glielmo, artista dai lunghi e prestigiosi trascorsi nella scena del blues italiano. Per anni a fianco del grande Fabio Treves, il chitarrista e cantante lombardo ha calcato i palchi dei più importanti festival italiani e internazionali, dando così vita a questo progetto che nasce ufficialmente nel 1989 con l’obbiettivo iniziale di percorrere gli itinerari più classici del blues degli standard sino a fondere gli elementi della tradizione in interessanti composizioni originali. Ad affiancare Maurizio Glielmo sul palco di piazza Europa ci saranno Paolo Legramandi (basso e voce) e Cesarone Nolli (batteria e percussioni e voce).

Alle 23.00 un’altra vecchia conoscenza del festival ricamerà blues nella notte narcarese: in scena “il puma di Lambrate” Fabio Treves con la sua Treves Blues Band, con la quale ha festeggiato nel 2014 i suoi prolifici quarant’anni di carriera (ricevendo l’Ambrogino d’oro, importante riconoscimento conferito dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fondò la formazione con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie e i suoi impareggiabili interpreti. Unico artista italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, Fabio Treves – che vanta anche collaborazioni con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones – ha festeggiato lo scorso novembre le sue prime settanta primavere. A Narcao sarà accompagnato da Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni). “Down The Line” è l’ultimo lavoro del gruppo, uscito nel 2015 sotto l’etichetta Appaloosa/IRD e prodotto da Cesare Nolli e Paolo Legramandi.

Un altro piacevole ritorno in apertura della serata di giovedì 27alle 21.30 riabbraccerà virtualmente il pubblico di Narcao Blues il duo Don Leone, composto dai sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra e batteria), un progetto nato dall’urgenza espressiva dei suoi musicisti dopo un’intensa attività su palcoscenici regionali e nazionali. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: è questa l’essenza di Don Leone, vincitore dell’edizione 2017 dell’Italian Blues Challenge che l’ha portato a competere nella finale dell’European Blues Challenge 2018 ad Hell in Norvegia e alle semifinali mondiali dell’International Blues Challenge a Memphis.

Chiusura della seconda serata con l’heavy blues dei cagliaritani King Howl, formazione attiva dal 2009 e composta da Diego Pani (voce e armonica), Marco Antagonista (chitarra) e Alessandro Cau (basso) e Alessandro Sedda (batteria). I suoni della prima metà del Novecento, di grandi del blues come Son House, Howlin’ Wolf e Robert Johnson, vengono filtrati assumendo nuove forme, incorporando gli stili dello stoner rock, della psichedelia, in un crossover elaborato in maniera spontanea.

Il ruvido e graffiante Bad Blues Quartet approda sul palco di piazza Europa venerdì 28 per presentare il suo secondo album, “Back On My Feet, prodotto dall’etichetta Talk About Records (2019) e patrocinato dall’associazione Blues Made in Italy. Composta da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Frank Stara (batteria) e Gabriele Loddo (basso) la band isolana, attiva dal 2014, ritorna a Narcao con nuova energia e consapevolezza, traducendo in musica gli ultimi due intensi anni, ricchi di importanti esperienze in alcuni tra i palcoscenici più rappresentativi in Italia.

A farla da padrona nel secondo set (ore 23.00) sarà la regina del blues isolano, Irene Loche, sul palco con un progetto in cui sonorità folk e soul si incontrano, e dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti. Dal 2015, la cantautrice e chitarrista oristanese è ufficialmente artista Magnatone USA, unica italiana nel panorama mondiale insieme a Jeff Beck, Billy Gibbons, Keith Richards, Jackson Browne, Neil Young, tra gli altri. Dal 2018 è diventata, inoltre, artista della Asher Guitars & Lap Steels, insieme ad artisti come nomi del calibro di Ben Harper, Jackson Browne, David Crosby, Marc Ford, Gregg Leisz, James Valentine, Zack Brown. Al fianco di Irene Loche, venerdì 28 a Narcao, ci saranno Andrea Sanna al Feder Rhodes ed Hammond, Gian Luca Canu al basso e Alessandro Cau alla batteria.

Sipario sul trentesimo Narcao Blues sabato 29 agosto: l’ultima serata, solitamente occasione per salutare in bellezza ogni edizione del festival, quest’anno non potrà ospitare la consueta festa, ma offrirà al pubblico la musica di due punte di diamante del blues in Sardegna. L’apertura, alle 21.00, è affidata a Vittorio Pitzalis, che grandi consensi ha raccolto con la sua prima pubblicazione, il disco “Jimi James, prodotto dall’etichetta MGJR Records nel 2017 (vincitore del premio Mario Cervo come migliore produzione discografica in Sardegna nel 2018). L’album, acclamato al Delta Blues di Rovigo nel giugno 2018, gli ha permesso di volare negli Stati Uniti, dove nel 2019 ha concorso alla trentacinquesima edizione dell’IBC International Blues Challenge. Nel corso della sua carriera, Vittorio Pitzalis si è esibito su alcuni tra i palcoscenici più importanti della scena nazionale. Nel 1994 ha guadagnato la prima posizione al concorso indetto dal Narcao Blues Festival e nel 1995 si è aggiudicato il primo gradino del podio nel contest organizzato dal festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz.

Chiusura in bellezza, alle 23.00, con Francesco Piu, bluesman che può essere definito uno dei figli del festival di Narcao: l’artista sassarese presenterà il suo nuovo album, “Crossing” (Appaloosa, 2019), in cui porta idealmente Robert Johnson e i suoi brani leggendari nel Mediterraneo, attraverso la sua voce e lo slide della sua chitarra elettrica, colorandoli con le percussioni africane e mediorientali, le corde arabe, greche, l’elettronica e i suoni ancestrali della Sardegna (launeddas e canto a tenore). Sul palco, insieme a Francesco Piu, ci saranno Francesco Ogana (bouzouki, oud, guitalele, chitarra elettrica), Gavino Riva (basso), DJ Cris (samples, scretches), Paolo Succu (batteria, darbuka, djembè) e Bruno Piccinnu (calebasse, djembè, bongos).

Grazie alla collaborazione con una squadra di professionisti audio/video, le sei formazioni sarde di scena al festival, tra le migliori espressioni del panorama blues isolano, si esibiranno e verranno videoregistrate nei giorni della manifestazione in altrettanti, suggestivi scenari per mostrare le unicità del territorio, spaziando dall’archeologia classica a quella industriale, dal mare alle zone interne, dall’enogastronomia agli usi e costumi tradizionali, esplorando e rivisitando le polverose strade del blues, declinate nelle ormai mitiche dodici battute. Un progetto che si muoverà dunque su un percorso musicale le cui coordinate si dirameranno da quello arcaico importato dall’Africa, a quello rurale nato nelle piantagioni di cotone, passando per quello acustico legato alla caduta dello schiavismo, fino a quello elettrico, definito Chicago Blues, senza trascurare quello delle contaminazioni presente oramai in tutti i generi musicali contemporanei.

Frutto concreto del progetto sarà la produzione di un DVD nel quale troveranno posto le sei formazioni isolane chiamate a esibirsi dal vivo nei luoghi del territorio sulcitano. Il prodotto finale permetterà il raggiungimento di un duplice obbiettivo: far conoscere a tutti i professionisti che si occupano di blues a livello internazionale le potenzialità musicali della nostra isola, e, allo stesso tempo, promuovere le bellezze naturalistiche del territorio.

Tutte le fasi legate alla realizzazione del DVD saranno a carico dell’associazione Progetto Evoluzione; una volta mixato e ottenuto il master, con la collaborazione dell’EBU (European Blues Union) e dell’IBU (Italian Blues Union), organizzazioni di cui Narcao Blues fa parte, il disco video digitale verrà stampato e consegnato a tutti gli iscritti delle due associazioni. Allegato al DVD un libretto cartaceo che conterrà la descrizione dei luoghi e le biografie delle band.

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Il Consorzio Cagliari Centro Storico, in collaborazione con Confesercenti Provinciale di Cagliari, organizza “MariNatale 2017”, una proposta integrata di azioni di animazione durante il periodo delle festività natalizie, finanziata dal Comune di Cagliari nell’ambito dei contributi per la promozione, lo sviluppo economico e la valorizzazione turistica del territorio.

MariNatale propone un ricco calendario di manifestazioni ed eventi.

Dal 1 al 23 dicembre sarà aperto uno Showroom al portico di Sant’Antonio, ove esporranno alcune imprese dell’artigianato artistico, esempio di un coerente mix di tradizione, creatività e design, che daranno vita, peraltro, a laboratori attivi:

Novotono (handmade stone design) presenta le collezioni Krateres e Pedras Noas realizzate da Rosarino Campesi. Materiali antichi declinati con sensibilità contemporanea;

il laboratorio di Peppino Mele (oreficeria), dove l’ossidiana viene scheggiata, tagliata e montata in oro e pietre preziose per ottenere monili unici in abbinamento a pietre dure e corallo;

Efisio Spiga (coltelli artigianali), coltellinaio da 18 anni. Ogni procedura è eseguita con perizia, dalla lavorazione delle lame, alla scelta e lavorazione dei manici;

Paola Garau (ricamo). “Ho trasformato la passione per il ricamo in lavoro artigianale”. Ogni pezzo è unico, frutto dello studio di antichi disegni e di una ricerca accurata dei materiali, delle linee e dei colori;

Rosella Three (cosmesi ed arredi) unisce la valorizzazione dei prodotti naturali ed artigianali con la qualità dei suoi servizi;

Silvia Lai (sughero ed argento). Gioielli esclusivi realizzati a mano con materiali selezionati e naturali. Un design innovativo che ha generato il connubio tra argento e sughero in uno stile raffinato;

Massimo Soro (oreficeria) realizza raffinati gioielli femminili ispirati alla tradizione. Esegue inoltre restauri su gioielli antichi.
Si darà vita alla Casa di Babbo Natale (via Barcellona) con un allestimento che coniuga la tradizione sarda e il Natale: lo spazio costituisce un luogo dedicato ai bambini ove verranno organizzati i laboratori “Canzone e Illustrazione su misura” a cura della cantautrice Chiara Figus e della pittrice Veronica Paretta.

Inoltre il quartiere della Marina, le sue stradine e le piazze, diventeranno un palcoscenico in movimento per alcune formazioni musicali, diverse per ogni appuntamento, che faranno un Concerto Itinerante, animando così le passeggiate dei cagliaritani dedicate alle compere natalizie.

8 dicembre: Jogos duo (Chiara Figus e Mattia Pegna), Julie&Johnny (Johnny Crobu e Julie Burke)

15 dicembre: Special Cars (Tony Pirina, Alessio Pirina, Juri Orrù)

16 dicembre: Bad Blues Trio (Eleonora Usala, Federico Valenti, Frank Stara)

22 dicembre: Jurens & Jurens (Rubens Massidda e Juri Orrù), Pirina family light (Tony Pirina e Alessio Pirina)

Infine, il 23 dicembre uno spettacolo itinerante di giocoleria, “Circo Matto”, a cura di Riccardo Tanca e dell’associazione Foglivolanti.

Il Consorzio Cagliari Centro Storico intende valorizzare le realtà produttive e le risorse del quartiere Marina di Cagliari. La manifestazione ha l’obiettivo di produrre un incremento dei flussi, in particolare quelli “esterni”, con ricadute dirette sulle imprese del quartiere. “MariNatale” costituisce inoltre un tassello di una strategia integrata di promozione e comunicazione di medio termine, finalizzata a rendere sempre più riconoscibile l’offerta del quartiere in termini di accoglienza, proposta commerciale e intrattenimento, rivolta ai cittadini di Cagliari, ai visitatori sardi e più in generale ai turisti.

Tutti gli esercizi, le attività commerciali, i ristoratori, gli alberghi e le imprese artigianali, aderenti al Consorzio, sono coinvolti in modo attivo.

“MariNatale 2017” si propone come leva promozionale della “destinazione Cagliari”.

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Si conclude questa sera la 27ª edizione del festival internazionale “Narcao Blues”. E’ ancora forte l’eco della straordinaria serata di ieri che ha visto esibirsi sul palco di piazza Europa due artisti di assoluto valore mondiale, Eric Sardinas e Otis Taylor. Che sarebbe stata una serata da incorniciare, indimenticabile, era prevedibile e lo ha confermato l’affluenza di un pubblico record che ha riempito il catino di piazza Europa come forse non era mai accaduto, al punto che tanti spettatori, come ha sottolineato il direttore artistico Gianni Melis al termine della serata, non hanno trovato posto e sono ritornati a casa delusi.

Questa sera a salire per primi sul palco saranno i T-Roosters, formazione attiva da anni sulla scena del blues italiano, sotto la cui insegna si riconoscono Tiziano “Rooster Tiz” Galli (chitarra e voce), Marcus “Bold Sound” Tondo (armoniche e cori), Luigi “Lillo” Rogati (basso, contrabbasso e cori) e Giancarlo “Silver Head” Cova (batteria e cori). Il gruppo si muove da sempre alla costante ricerca dell’equilibrio fra musica e testi, fattori che si compenetrano e si accompagnano costantemente per raccontare storie quotidiane, per dipingere affreschi di vita reale e per offrire all’ascoltatore emozioni, suggestioni e interessanti spunti di riflessione. I “galli” del blues proporranno uno show condito da pezzi autografi, da cronache del mondo attuale, con incursioni “intime” nello spazio profondo che ospita i sentimenti, le paure, le speranze, gli amori e le incertezze della vita quotidiana; a Narcao presenteranno la loro ultima uscita discografica, “Another Blues To Shout”, dove le sonorità blues si miscelano a melodie e testi originali, frutto della collaborazione artistica tra Paolo Cagnoni e Tiziano Galli; un album figlio di una profonda ricerca sonora che esplora le radici della musica dell’anima, un tuffo nella tradizione con lo sguardo rivolto al presente e al futuro, filtrato dalla sensibilità dei quattro musicisti.

Il compito di chiudere festosamente il sipario sul palco di piazza Europa spetta a Emmanuel Pi Djob, considerato una delle migliori voci nere in circolazione, come dimostra anche il successo ottenuto nel 2013 nell’edizione francese del talent show televisivo “The Voice”, nel quale ha entusiasmato pubblico e giudici. Originario del Camerun ma naturalizzato in Francia, profondamente ispirato dal gospel (ha mosso i primi passi nella musica all’interno di un coro gospel, all’inizio degli anni Novanta, il Black & White Quartet che poi diverrà un coro più ampio, i Black & White Gospel Singers), Emmanuel Pi Djob fonde con freschezza vecchio e nuovo soul, funk e r&b. Col timbro della sua voce, potente e versatile, proporrà a Narcao i pezzi del suo ultimo album, “Get On Board”, oltre alle sue reinterpretazioni di grandi classici, alla testa della sua Afro Soul Gang, formazione che sposa la robustezza del funky al soul più puro: Bénilde Fodjo Foko al basso e alla direzione musicale, Elvis Megne Mbo Mba alle tastiere, Sébastien Debloos ai sassofoni, Michel Prandi alle chitarre, Eric Durand alle percussioni, Edwin Budon alla batteria, e le coriste Elica Skarlatova, Capucine Trotobas e Christina Rivoallanoi-Drevet.

Spenti i riflettori in piazza Europa, la lunga notte nel paese dell’alto Sulcis continuerà a scandire il tempo in dodici battute per celebrare la musica del diavolo nell’appuntamento dopoconcerto in località Santa Croce, poco fuori Narcao, con il live del Bad Blues Quartet. La formazione cagliaritana, composta da Eleonora Usala alla voce, Federico Valenti alle chitarre, Simone Arca al basso e Frank Stara alla batteria, ha di recente presentato il suo esordio discografico, registrato presso i Metropolitan Studios di Monserrato e prodotto da Massimo Satta e Luca Picciau.

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E’ tutto pronto per la XXVII edizione di Narcao Blues, al via mercoledì 19 luglio. La formula è quella consueta: due set per serata, fino a sabato 22 luglio, con un cast che schiera nomi di spicco della scena blues internazionale e di quella nazionale, ma in cui trovano il giusto spazio anche le proposte isolane: ecco, dunque, in arrivo gli statunitensi Charlie Musselwhite, Eric Sardinas e Otis Taylor, gli italiani Fabio Treves e i T-Roosters, i sardi Francesco Piu e il duo Don Leone, mentre spetterà al camerunese Emmanuel Pi Djob, alla testa della sua Afro Soul Gang, il compito di suggellare in bellezza la manifestazione. Ma non è tutto, perché ogni serata avrà un prolungamento dopoconcerto in località Santa Croce, poco fuori Narcao (anziché al parco di Bacca Marronis, in territorio comunale di Perdaxius, come inizialmente previsto): protagonisti il duo Superdownhome, Moses Concas e il Bad Blues Quartet.

Organizzata, come sempre, dall’associazione culturale Progetto Evoluzione con il contributo dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del Comune di Narcao, la ventisettesima edizione del festival è dedicata alla memoria di James Cotton, il grande armonicista americano, protagonista in passato sul palcoscenico di Narcao Blues, venuto a mancare lo scorso marzo, quasi ottantaduenne. 

Si comincia, dunque, mercoledì 19 luglio, con una serata tutta nel segno del blues “made in Sardinia”: il compito di aprire il festival, alle 21.30, spetta al duo Don Leone, composto dai sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra e batteria), un progetto nato dopo un’intensa attività dei due musicisti su palcoscenici regionali e nazionali. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: è questa l’essenza del duo che ha recentemente dato alla luce l’EP d’esordio “Welcome to the south-west”: un titolo che fa chiaro riferimento alla zona sarda del Sulcis, territorio assetato e per larghi tratti incontaminato, con le sue aride strade di campagna sulle quali si muove l’idea dei due musicisti, strade piene di incroci, come quelle paludose della storia del blues.

La parte finale del primo set vedrà unirsi al duo Don Leone Makika (canto gutturale, scaccia pensieri e chitarra), nome d’arte del cagliaritano Carlo Spiga (che all’attività di artista visivo affianca quella di musicista), per una sonorizzazione dal vivo di un video nato dal progetto artistico “Ciak! Ciak! Kibera”, realizzato dall’associazione di arte contemporanea Cherimus, in collaborazione con Amani for Africa, nella baraccopoli di Kibera, a Nairobi: un progetto che ha coinvolto in una serie di workshop dedicati all’arte e alla musica ex bambini di strada che hanno intrapreso un percorso di recupero e di reinserimento. Durante un mese di permanenza nella capitale del Kenya, il musicista sardo Francesco Medda, meglio conosciuto col nome d’arte Arrogalla, ha condotto dei laboratori dai quali è tratto il tappeto sonoro su cui suoneranno Don Leone e Makika.

Il secondo set della serata inaugurale vedrà il festival riabbracciare uno dei suoi figli: il bluesman sassarese Francesco Piu, sul palco di Narcao per presentare la sua ultima fatica discografica, “Peace & Groove”, un album dove blues, soul, funk e gospel si miscelano con storie che raccontano d’amore, di guerra e di speranza. La stesura dei testi è stata firmata a quattro mani dal trentaseienne cantante e chitarrista con lo scrittore Salvatore Niffoi (vincitore del Premio Campiello nel 2006 con il romanzo “La vedova scalza”). Dopo svariati tour che l’hanno visto esibirsi negli Stati Uniti, Canada e nei migliori festival blues d’Europa, collezionando illustri collaborazioni (da Eric Bibb che ha prodotto il suo terzo disco, “Ma-Moo Tones”, a Tommy Emmanuel, Guy Davis e Roy Rogers) e aperture di prestigio (John Mayall, Johnny Winter, Jimmie Vaughan, Robert Cray, Derek Trucks Band, Joe Bonamassa, Charlie Musselwhite, Robben Ford, Larry Carlton, Albert Lee, Fabulous Thunderbirds, Sonny Landreth), Francesco Piu (voce, armonica, chitarra acustica e elettrica) si presenterà sul palcoscenico di piazza Europa affiancato da Gianmario Solinas (organo Hammond, pianoforte e cori), Gavino Riva (basso e cori), Giovanni Gaias (batteria e cori), Gianfranco Marongiu (percussioni) e dalle coriste Rita Casiddu, Denise Gueye, Irene e Francesca Loche.

Il momento che separa i due concerti della prima serata proporrà anche una parentesi inedita per la rassegna: tra tutti gli spettatori verranno infatti estratti, attraverso appositi tagliandi consegnati all’ingresso, i vincitori di dieci dischi di Francesco Piu, dieci di Don Leone ed altrettanti abbonamenti e magliette del festival. Un’iniziativa che Narcao Blues mette in atto per la prima volta per premiare il fedele e sempre numeroso pubblico che ogni anno frequenta la manifestazione.

Giovedì 20 l’anima di “Mister Superharp” James Cotton soffierà idealmente nella notte sulcitana con “La serata delle armoniche”. A salire per primo sul palco (inizio del concerto ore 21.30) sarà “il puma di Lambrate” Fabio Treves, tra i musicisti più importanti della scena nazionale, che ha festeggiato di recente i suoi prolifici quarant’anni di carriera (nel 2014 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fonda la Treves Blues Band con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie e i suoi impareggiabili interpreti. Unico italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, il musicista milanese vanta collaborazioni con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones. Ad affiancarlo sul palcoscenico ci saranno Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni).

Le stelle sul cielo di Narcao illumineranno subito dopo il genio dell’armonica Charlie Musselwhite. Nato in Mississippi nel 1944, cresciuto a Memphis ed educato nel South Side di Chicago, l’artista statunitense ha rivoluzionato sin dai primi anni Sessanta il genere, continuando a creare senza però trascurare le solide radici alla base del blues. Le sua singolare vocalità, la sua melodica armonica e il sound profondamente country blues della sua chitarra, accompagnano perfettamente le sue spesso autobiografiche e memorabili canzoni originali. Il “campione incontrastato dell’armonica blues”, che vanta al suo attivo collaborazioni con Howlin’ Wolf, Muddy Waters, Big Joe Williams, Little Walter, Sonny Boy Williamson, Tom Waits, Eddie Vedder, Ben Harper e il grande John Lee Hooker, giusto per fare qualche nome, sarà affiancato da Matt Stubbs alla chitarra, June Core alla batteria e Randy Bermudes al basso.

Serata tutta a stelle e strisce venerdì 21 luglio. Le valvole degli amplificatori inizieranno a surriscaldarsi alle 21.30 con il blues rock di Eric Sardinas, gradito ritorno per il pubblico del festival, undici anni dopo la sua precedente apparizione. Classe 1970, noto per l’uso della chitarra resofonica (strumento nato negli Stati Uniti d’America alla fine degli anni Venti) e per il suo stile originale condito dalle sue teatrali esibizioni dal vivo, il musicista di Fort Lauderdale ha la caratteristica di suonare lo strumento come ogni chitarrista destrorso, nonostante il suo forte mancinismo, elemento che ha contribuito non poco alla formazione della sua originale tecnica e del suo stile. Tra i generi che l’hanno maggiormente ispirato nello sviluppo della sua personalissima cifra stilistica ci sono il gospel, la musica della Motown e il R&B, che lo hanno spinto alla ricerca degli intensi suoni acustici del profondo sud degli Stati Uniti. Tra gli artisti che più l’hanno influenzato ci sono invece Charley Patton, Son House, Robert Johnson, Skip James, Bukka White, Big Bill Broonzy, Elmore James, Muddy Waters e Fred McDowell. È del 2014 il suo ultimo disco, “Boomerang”, pubblicato dalla Jazzhaus Records. Ad affiancare Eric Sardinas (chitarra e voce) sul palco di piazza Europa ci saranno Paul Loranger al basso e Demi Lee Solorio alla batteria.

Il secondo set registrerà un’importante esclusiva per il festival narcarese: nella sua unica data italiana, salirà infatti sul palco di piazza Europa l’eclettico Otis Taylor, affiancato per l’occasione da Mato Nanji alla chitarra, Todd Edmunds al basso elettrico e Larry Thompson alla batteria. Cantante, compositore e polistrumentista (suona la chitarra, il banjo, l’armonica e il violoncello), il musicista dell’Illinois è tra i nomi di spicco della New Wave del blues americano e indubbiamente tra i più innovativi dell’ultimo ventennio. Nato a Chicago nel 1948 e cresciuto a Denver, ha iniziato a suonare da giovanissimo, ma si è allontanato a lungo dalle scene musicali per farvi ritorno in pianta stabile solo a metà anni Novanta (il suo primo disco è del 1996). La rivista Guitar Player l’ha definito come il più importante bluesman ai giorni nostri, e questo è confermato dalle prestigiose collaborazioni che l’hanno visto condividere la scena con il chitarrista inglese Gary Moore, l’armonicista statunitense Charlie Musselwhite e la pianista giapponese Hiromi Uehara, tra gli altri. Taylor è stato nominato più volte ai Grammy come miglior artista blues e migliore polistrumentista. Il suo tredicesimo album in studio, “My World Is Gone” (Telarc International, 2013), rimarca la sua grande duttilità e originalità nel riuscire a muoversi con disinvoltura e grande classe attraverso jazz, rock, funk e altri generi, andando a creare un ibrido definito “trance blues”, spina dorsale dei suoi crudi racconti di lotta, libertà, desiderio, conflitto e, naturalmente, amore. Lo scorso febbraio è stata pubblicata la sua più recente testimonianza discografica, “Fantasizing About Being Black”, che lo conferma come una delle voci più autentiche e attente del blues contemporaneo.

La quarta e ultima serata, sabato 22, si aprirà sotto il segno dei T-Roosters, formazione italiana composta da quattro musicisti di lunga esperienza: Tiziano “Rooster Tiz” Galli (chitarra e voce), Giancarlo “Silver Head” Cova (batteria e cori), Luigi “Lillo” Rogati (basso, contrabbasso e cori) e Marcus “Bold Sound” Tondo (armoniche e cori). Il quartetto si muove alla costante ricerca dell’equilibrio fra musica e testi, fattori che si compenetrano e si accompagnano costantemente per raccontare storie quotidiane, per dipingere affreschi di vita reale e per offrire all’ascoltatore emozioni, suggestioni e interessanti spunti di riflessione. I “galli” del blues propongono uno show condito da pezzi autografi, da cronache del mondo attuale, con incursioni “intime” nello spazio profondo che ospita i sentimenti, le paure, le speranze, gli amori e le incertezze della vita quotidiana; a Narcao presenteranno la loro ultima uscita discografica, “Another Blues To Shout“, album figlio di una profonda ricerca sonora che esplora le radici della musica dell’anima, un tuffo nella tradizione con lo sguardo rivolto al presente e al futuro, filtrato dalla sensibilità dei musicisti. Nelle note di copertina del disco, Antonio Avalle definisce la musica dei T-Roosters come un’esperienza sensoriale e sonora senza precedenti, vissuta attraverso inconsueti blues calati fra le dissonanze del mondo.

A guidare le danze nell’ultimo atto del festival ci penserà l’estro di un’altra fulgida stella del panorama europeo: Emmanuel Pi Djob, vera e propria rivelazione e fenomeno mediatico degli ultimi tempi, capace di compiere un ritorno alle origini e un autentico viaggio a ritroso nella madre Africa, continente dal quale le radici più profonde del blues assorbono la loro vitale essenza. Originario del Camerun ma naturalizzato in Francia, è considerato una delle migliori voci nere in circolazione, come dimostra il grande successo ottenuto recentemente nell’edizione francese del talent show televisivo “The Voice”, nel quale ha entusiasmato pubblico e giudici in più di un’esecuzione. Originario di Dibang, Emmanuel Pi Djob fonde con freschezza il vecchio e il nuovo soul, contaminandolo con ritmi e sonorità tipiche del continente africano, creando un’atmosfera musicale che si colora di groove e grande originalità. A Narcao si presenta alla guida della sua Afro Soul Gang, formazione che sposa la robustezza del funky al soul più puro con sferzante e irriverente originalità: Bénilde Fodjo Foko al basso e alla direzione musicale, Elvis Megne Mbo Mba alle tastiere, Sébastien Debloos ai sassofoni, Michel Prandi alle chitarre, Eric Durand alle percussioni, Edwin Budon alla batteria, e le coriste Elica Skarlatova, Capucine Trotobas e Christina Rivoallanoi-Drevet.

Ogni serata la musica prosegue nello spazio dopoconcerto, anche quest’anno allestito in località Santa Croce, poco fuori Narcao. Il compito di animare le nottate di mercoledì 19 e venerdì 21, spetterà ai Superdowhhome, un duo di rural blues formatosi l’anno scorso dall’incontro tra Henry Sauda (voce, chitarra acustica, Diddley Bow e armonica) e Beppe Facchetti (cassa, rullante, tambourine e crash): un combo legato alle tradizioni, ma proiettato anche verso spazi personali e contaminati da tutto quello che è il moderno folk europeo che fa da substrato al blues rurale. 

A tenere banco, giovedì 20, sarà invece Moses Concas, musicista sardo che l’anno scorso ha conquistato pubblico e critica, vincendo l’Italia’s Got Talent con il suo trascinante mix di armonica e beatbox: una scelta stilistica maturata attraverso un percorso artistico che dalla Sardegna l’ha portato a viaggiare per l’Europa per approdare sul suo palco d’elezione, le strade di Londra, e poi al successo al talent televisivo. 

Sabato 22 chiude la serie il Bad Blues Quartet, la band cagliaritana formata da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Simone Arca (basso) e Frank Stara (batteria), che lo scorso primo giugno ha battezzato il suo disco d’esordio: un lavoro che racchiude e fonde le varie ed eterogenee influenze musicali dei membri del gruppo che, dopo aver iniziato il suo cammino suonando i brani dei grandi maestri del blues, ha iniziato presto a inserire nel suo repertorio pezzi originali, sino a farli diventare il pilastro centrale delle sue esibizioni.

I biglietti interi per le serate di giovedì 20, venerdì 21 e sabato 22 luglio costano dodici euro, dieci i ridotti; prezzo promozionale per la serata inaugurale di mercoledì 19: l’ingresso per la “Sardinian Blues Night” costa infatti cinque euro. Trenta euro, invece, il prezzo dell’abbonamento per le quattro serate. Prevendita online e nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna.

 

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Sarah Jane Morris - hands (m)SARAH HENRY TONY (m)

Notte di Ferragosto a Nureci con un grande nome della scena musicale internazionale per la terza e ultima serata di Mamma Blues, il cartellone di concerti ospitato nel centro dell’Alta Marmilla in chiusura della diciottesima edizione di Dromos: oggi, alle 20.00, alla Corte Saba e alle 22,30 sale sul palco dell’Arena Mamma Blues, accompagnata da Tony Remy alla chitarra, Alastair Gavin alle tastiere, Henry Thomas al basso e Liam Genockey alla batteria.

Apertura di serata, alle 22.00, e poi dopo festival (intorno a mezzanotte ai Giardini del Sottomonte) con il blues, le sonorità funk e la black music dei Bad Blues Quartet, formazione cagliaritana che riunisce la cantante Eleonora Usala, Federico Valenti alla chitarra, Simone “Speemo” Arca al basso e Francesco “Frank” Stara alla batteria.

Sarah Jane Morris è una delle più raffinate e meno formali cantanti degli ultimi anni, sempre in bilico tra rispetto della tradizione e desiderio di esplorare nuovi territori musicali, accostando ritmi jazz, blues, rock e africani. Classe 1959, l’artista inglese si è calata nel corso del tempo in generi diversi tra loro, dal jazz al pop, dal rock al R&B, con la sua voce sensuale e sofisticata, graffiante e raffinata, dall’ampia estensione e dalla forte carica emotiva, che sa unire intensità e energia soul.

Dopo aver partecipato, nel 1981, all’incisione del disco “In the Garden” degli Eurythmics, primo passo importante nella musica pop, e cantato con il gruppo afro-caraibico The Republic e con la big band Happy End, è stata corista per i Communards di Jimmy Somerville, con i quali ha scalato le classifiche di vendita internazionali, nel 1986, con Don’t Leave Me This Way. Da lì ha preso il via la carriera da solista di Sarah Jane Morris, ricca di collaborazioni – con Steve Martland, Matt Bianco, Marc Ribot, Dominic Miller, Annie Whitehead tra gli altri, e in Italia con Riccardo Fogli e Riccardo Cocciante (col quale ha vinto il festival di Sanremo nel 1991), – e album a suo nome: il primo è del 1986; il più recente, “Bloody Rain“, pubblicato due anni fa da Sony è una raccolta di canzoni scritte con i collaboratori di sempre – Tony Remy, Dominic Miller e Martyn Barker – e con un legame con l’Africa nelle melodie, nei ritmi e nei testi, che affrontano tematiche riguardanti i diritti umani, l’amore, la paura e la libertà.

Con la serata odierna, dunque, cala il sipario sulla nona edizione di Mamma Blues, ma per domani c’è ancora un appuntamento extra in programma a Nureci: un concerto della band romana Fleurs du Mal, di scena alle 19.00 (con ingresso gratuito), nella piscina dell’Arena Mamma Blues. 

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Seconda serata, a Nureci, per Mamma Blues, la tre giorni dedicata alla musica del diavolo in programma fino a Ferragosto nel centro dell’Alta Marmilla a chiusura della diciottesima edizione del Festival Dromos. Oggi l’Arena Mamma Blues accoglie Pat Thomas, la “Golden Voice Of Africa”, in concerto (alle 22) con la Kwashibu Area Band, formazione guidata dal polistrumentista Kwame Yeboah e dal sassofonista Ben Abarbanel-Wolff al sax, con Philip Sindy alla tromba, Emmanuel Opoku Ware alle tastiere e alla chitarra, Emmanuel Ofori al basso, Prince Larbi alla batteria ed Eric Owusu alle percussioni. Prima di salire sul palcoscenico un altro appuntamento attende il cantante ghanese: uno spazio di confronto con il pubblico alle 20.00 alla Corte Saba.

“Prima rock star” del Ghana, Pat Thomas è una delle figure centrali di quella generazione di musicisti che negli anni Sessanta e Settanta diedero nuova linfa all’highlife – il genere musicale nato agli inizi degli anni Cinquanta, e caratterizzato dal connubio tra ritmi tradizionali, influssi caraibici e strumenti occidentali -, innestando nuovi arrangiamenti e contaminazioni con l’Afrobeat, le sonorità afro-disco e i fiati del jazz. Fondamentale, all’inizio della sua carriera, l’incontro con il chitarrista, compositore, arrangiatore, bandleader e produttore Ebo Taylor, altro protagonista della scena musicale ghanese già dalla fine degli anni Cinquanta.

Quest’ultimo compare anche nel nuovo disco di Pat Thomas, uscito la scorsa estate per l’etichetta di culto londinese Strut e realizzato con la Kwashibu Area Band con la collaborazione di un altro nome di spicco della musica africana, il batterista nigeriano Tony Allen (anche lui ospite di Dromos lo scorso 6 agosto a Baratili San Pietro). Il lavoro discografico ripercorre i quasi cinquant’anni di musica del cantante ghanese, donando nuova luce a un importante percorso culturale, e proiettandolo verso il futuro.  

A precedere il concerto di Pat Thomas & Kwashibu Area Band, nella prima parte della serata all’Arena Mamma Blues riflettori puntati su Moses Concas, il ventiseienne musicista sardo vincitore quest’anno di Italia’s Got Talent, con la sua straordinaria combinazione di armonica a bocca e beatbox che ha conquistato il cuore dei giudici e degli spettatori. Al talent televisivo è approdato dopo anni di pratica, due dei quali passati a Londra, la città dove vive. 

Il dopofestival nei Giardini del Sottomonte, intorno alla mezzanotte, vede invece di scena il Rubens Power Trio. Il gruppo isolano, formato da Rubens Massidda alla voce e alla chitarra, Mauro Mulas all’organo hammond e Matteo Ledda alla batteria, propone un repertorio a base di rock and blues, con rivisitazioni del grande Robert Johnson, dei maestri del Chicago blues come Muddy Waters, John lee Hoocker e Little Walter, e di formazioni degli anni Sessanta come i Cream e la Jimi Hendrix Experience. 

Lunedì (15 agosto) il gran finale di Dromos nella notte di Ferragosto è con una star internazionale del calibro di Sarah Jane Morris. La cantante inglese incontra il pubblico alle 20.00 alla Corte Saba e alle 22.00 sale sul palco dell’Arena Mamma Blues, accompagnata da Tony Remy alla chitarra, Alastair Gavin alle tastiere, Henry Thomas al basso e Liam Genockey alla batteria. Apertura di serata e dopo festival con il blues, le sonorità funk e la black music dei Bad Blues Quartet, formazione cagliaritana che riunisce cantante Eleonora Usala, Federico Valenti alla chitarra, Simone “Speemo” Arca al basso e Francesco “Frank” Stara alla batteria.

Martedì (16 agosto) un ulteriore appuntamento fuori programma: la band romana Fleurs du Mal in concerto alle 19 (ad ingresso gratuito), nella piscina dell’Arena Mamma Blues.

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Rettilineo finale all’insegna della musica del diavolo a Nureci per la diciottesima edizione del Festival Dromos Da oggi a lunedì 15 agosto, il suggestivo borgo dell’Alta Marmilla accoglie la tre giorni di Mamma Blues: un appuntamento di rito per Dromos, quasi un festival nel festival che quest’anno spegne nove candeline.

Le tre serate si articolano secondo una formula consolidata: si parte alle 20 alla Corte Saba dove l’artista protagonista della serata incontra il pubblico; alle 22.00 al via la musica nell’Arena Mamma Blues; poi, intorno alla mezzanotte, conclusi i concerti principali, spazio dopofestival nei Giardini del Sottomonte.

Protagonisti della serata odiernasono i Songboy Blues, gruppo africano del Mali (terra di musicisti del calibro di Ali Farka Touré, Salif Keita, Rokia Traoré e band come i Tinariwen) che ha conquistato il pubblico internazionale con la sua miscela di ipnotiche voci del deserto, suoni tradizionali e spavaldo rock-blues. Il quartetto – formato da Aliou Touré (voce principale e chitarra), Oumar Touré (basso e voce), Garba Touré (chitarra e voce) e Nathaniel Dembélé (batteria) – incontra il pubblico alle 20.00, alla Corte Saba e alle 22.00 sale sul palco dell’Arena Mamma Blues. Costretti a fuggire dalle terre native nel nord del Mali nel 2012, dopo quasi due anni di guerra civile e jihad, i giovani musicisti della band si sono rifugiati nella capitale del paese, Bamako, dove hanno incontrato il manager francese Marc-Antoine Moreau che stava cercando talenti per “Africa Express”, il progetto ideato da Damon Albarn. Dall’incontro nacquero un’audizione e la registrazione di un brano, “Soubour”, con Nick Zinner degli Yeah Yeah Yeahs, che sarebbe poi entrato a far parte dell’album di Africa Express “Maison des Jeunes”. Nel novembre 2013, i Songhoy Blues approdano a Londra per esibirsi in occasione del lancio del disco, e dopo un grande successo come ospiti d’apertura del concerto di Damon Albarn alla Royal Albert Hall del 15 novembre 2014, l’anno scorso è uscito il loro primo album dal titolo emblematico, “Music In Exile”, prodotto da Nick Zinner e Marc-Antoine Moreau.

Prima dei Songboy Blues, la serata è aperta dalla giovane chitarrista e cantante oristanese Irene Loche: classe 1992, già parte del trio blues Sunsweet Blues Revenge, si presenta al Mamma Blues con il suo progetto solista in cui si incrociano sonorità folk e soul, assieme al basso di Gian Luca Canu.

Il dopo festival ai Giardini del Sottomonte è invece all’insegna del Rock’n’Roll e Rockabilly della band sarda The Wheelers Trio formata da Patrizio Atzori (voce e chitarra), Gianfranco Zucca (basso) e Pietro Staiano (batteria).

Domenica (14 agosto) atterra all’Arena Mamma Blues un pezzo da novanta della musica africana: il cantante ghanese Pat Thomas in concerto con la Kwashibu Area Band, ovvero Ben Abarbanel-Wolff al sax, Philip Sindy alla tromba, Kwame Yeboah alla chitarra e tastiere, Emmanuel Opoku Ware alle tastiere e chitarra, Emmanuel Ofori al basso, Prince Larbi alla batteria ed Eric Owusu alle percussioni. “Golden Voice Of Africa” e “prima rock star” del Ghana, Pat Thomas è una delle figure centrali di quella generazione di musicisti che negli anni Sessanta e Settanta diedero nuova linfa all’highlife, il genere musicale nato agli inizi degli anni Cinquanta, caratterizzato dal connubio tra ritmi tradizionali, influssi caraibici e strumenti occidentali. Fa da apripista alla serata il ventiseienne musicista sardo Moses Concas, vincitore quest’anno di Italia’s Got Talent, con la sua straordinaria combinazione di armonica a bocca e beatbox. Dopofestival nei Giardini del Sottomonte a base di rock e blues con i sardi Rubens Power Trio: Rubens Massidda alla voce e alla chitarra, Mauro Mulas all’organo hammond e Matteo Ledda alla batteria. 

Nella serata di Ferragosto, a suggellare Mamma Blues e l’edizione numero diciotto di Dromos sotto “Il segno di Eva”, è di scena una straordinaria interprete femminile, Sarah Jane Morris, accompagnata da Tony Remy alla chitarra, Alastair Gavin alle tastiere, Henry Thomas al basso e Liam Genockey alla batteria. Classe 1959, la cantante inglese si è affermata nel corso del tempo in generi molto diversi tra loro, dal jazz al pop, dal rock al R&B, con la sua voce sensuale e sofisticata, graffiante e raffinata, dall’ampia estensione e dalla forte carica emotiva, che sa unire intensità e energia soul. Apertura di serata e dopofestival con il blues, le sonorità funk e la black music dei Bad Blues Quartet, formazione cagliaritana che riunisce sotto la sua insegna la cantante Eleonora Usala, Federico Valenti alla chitarra, Simone “Speemo” Arca al basso e Francesco “Frank” Stara alla batteria.

Quest’anno il cartellone di Mamma Blues riserva una novità per chi si trattiene un giorno in più nel centro dell’Alta Marmilla: è un appuntamento extra, in programma martedì 16 agosto (ad ingresso gratuito), con protagonisti la band romana Fleurs du Mal, in concerto alle 19 nella piscina dell’Arena Mamma Blues.

Ulteriori iniziative collaterali coordinate dall’associazione Genadas arricchiscono il menù della tre giorni: gli “Itinerari blues” in mountain bike (il 14 agosto) e nordic walking (con pranzo e biglietto omaggio per la sera; info ai numeri 349 4007548 e 331 3650965) organizzati dall’associazione sportiva Andalas e Breccas; “Piccoli bluesman crescono” (dal 13 al 15 agosto), con i rudimenti del blues impartiti dai maestri della Music Academy di Isili; “Blues Museum”, visite guidate al museo del fossile che ospita una sezione dedicata alla Storia del Mamma Blues e il noleggio di mountain bike per escursioni nell’ambito del progetto di rete ciclabile della Marmilla “Myland” dell’agenzia di sviluppo locale Consorzio Due Giare. Ancora in tema di due ruote, da segnalare “Blues bike”, ovvero il noleggio di bici nei giorni del festival e, a cura dell’Associazione La Volantina, una mostra di biciclette d’epoca.

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