21 November, 2024
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Erriu, accordo per la valorizzazione della Ferrovia storica del Sulcis
E’ stato siglato ieri sera, all’assessorato degli Enti locali, l’Accordo per la ‘Conservazione e valorizzazione della Ferrovia storica del Sulcis – Percorrere il territorio’. Il provvedimento ha una durata di cinque anni e porta le firme dell’assessore Cristiano Erriu, del commissario straordinario della provincia del Sud Sardegna Mario Mossa, del vice sindaco di Narcao Andrea Tunis, dei primi cittadini di Nuxis, Santadi e Siliqua, Piero Andrea Deias, Elio Sundas e Francesca Atzori, e dell’assessore comunale delle Attività produttive di Villaperuccio, Mario Silvio Stera.

«Con uno stanziamento di 800mila euro – ha ricordato l’assessore Cristiano Erriu – la Regione dà seguito alla delibera di Giunta numero 26/24 del 2017, con la quale era stato approvato il programma di azioni per il rilancio dell’ex Ferrovia del Sulcis, che in parte ricade nel Parco naturale regionale di Gutturu Mannu. Dopo l’attività di ricognizione dei tracciati ferroviari storici, l’Arst sta definendo le linee dismesse e quelle ancora in esercizio. Il tracciato Siliqua-Calasetta rientra nel Piano regionale degli itinerari ciclabili ma tutto l’intervento, che vedrà quale capofila l’Amministrazione provinciale, ha l’obiettivo di rendere fruibile la Ferrovia storica sotto i profili turistico, culturale e sociale. Questo tracciato, che si articola per 42 km, consentirà di mettere in relazione i molteplici valori paesaggistici, ambientali, storico-culturali e produttivi del territorio.»

Tre quarti del finanziamento, pari a 600mila euro, sono destinati alla conservazione degli elementi strutturali (tracciato, viadotti, ponti) mentre i restanti 200mila euro serviranno alla creazione di un nuovo circuito di fruizione del paesaggio. La progettazione e l’attuazione dell’intervento sono affidate alla provincia del Sud Sardegna, che potrà avvalersi della collaborazione tecnica dell’Arst per tutte le problematiche in materia di trasporti.

I cinque Comuni si impegnano a effettuare, lungo la tratta ferroviaria, il censimento e la schedatura delle stazioni e dei caselli di proprietà regionale che ricadono nei rispettivi territori per la riqualificazione turistico-ricettiva. Il censimento consentirà alla Regione di avviare i bandi per la concessione dei beni che, in virtù del DL 83/2014 ‘Art Bonus’, potranno essere affidati in uso gratuito con procedura ad evidenza pubblica e privilegeranno le imprese e le cooperative costituite da under 40, per incentivare l’occupazione giovanile. I rappresentanti delle cinque Amministrazioni comunali ipotizzano la realizzazione di piste promiscue, cioè sia pedonali che ciclabili. Lungo tutto il percorso sorgeranno ciclo-officine, punti ristoro e noleggio bici, servizi igienici e docce.

«È auspicabile – ha concluso Cristiano Erriu – il coinvolgimento delle Associazioni cicloturistiche del Sulcis, le quali potrebbero collaborare anche per la promozione degli eventi che saranno organizzati lungo il tracciato.»

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Momenti di grande commozione hanno accompagnato questa mattina la riapertura del cantiere archeologico di Pani Loriga, nel comune di Santadi, alla presenza del sindaco, Elio Sundas. Dopo 20 mesi di inattività, nei sito e nei lavoratori riprendono la vita e il lavoro per valorizzare uno dei complessi archeologici più importanti del territorio proseguendo. «Grazie ai lavoratori assunti dalla Fondazione per l’impegno e l’entusiasmo che hanno dimostrato – dice Giampiero Pinna, presidente della Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara -. Grazie al comune di Santadi che assieme agli altri comuni ha voluto coinvolgere la Fondazione. Grazie alla Giunta regionale che ha avuto fiducia nella Fondazione. Grazie alla Sovrintendenza – conclude Giampiero Pinna – per l’alta sorveglianza che vorrà dedicare alle nostre attività».

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Sono trascorsi 50 anni dalla scoperta del nella grotta di “Su Benatzu” a Santadi ed è tanta l’emozione di orof. Antonio Assorgia che fece parte del Gruppo Speleologico di appassionati ricercatori con Franco Todde e Sergio Puddu, alla memoria dei quali dedica, in occasione del 50° anniversario della scoperta il libro: Il “Tempio Ipogeo” nuragico di Su Benazzu.

Nella cornice del museo GeoPunto a Genna Luas, coordinato dall’Associazione per il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, il Prof. Assorgia e numerosi altri illustri studiosi con il sindaco di Santadi, dott. Elio Sundas, hanno rievocato quell’importante scoperta che ancora, nonostante il tempo trascorso, attende una sua corretta ed ampia valorizzazione.

Il ritrovamento avvenne nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 giugno del 1968. Scoperta di grande rilievo scientifico che ebbe un risvolto amaro per gli scopritori, in quanto non venne loro riconosciuta la paternità del ritrovamento. «La negazione della paternità della scoperta ai tre speleologi – ricorda il prof. Assorgia – determinò anche il fatto che nessun esperto, che successivamente ebbe modo di esaminare i reperti archeologici, facenti parte del corredo votivo del Tempio ipogeo, non conoscendo gli autori della scoperta, né le modalità del ritrovamento, si preoccupò di intervistarli e di informarsi sulla particolare disposizione spaziale degli oggetti votivi, se vi fossero evidenze di qualche sequenza temporale nella loro deposizione, se vi fossero particolari tracce materiali di frequentazioni singole o collettive, quali fossero gli accorgimenti, messi in atto dai Nuragici, al fine di rendere difficile, se non impossibile, l’accesso al Sancta Sanctorum». Tutto ciò perché i tre speleologi, invece di lasciare il ritrovamento in sito ed avvisare la Sovrintendenza, raccolsero tutto il materiale ceramico e gli oggetti in bronzo, compreso lo splendido e raffinato tripode, e lo portarono nel loro Istituto.

Il tesoro nella grotta Pirosu, così chiamata la cavità ove si trovavano in gran numero i materiali rinvenuti, era costituito da un grande deposito di ceramiche costituite da vasi, ciotole, lucerne, una delle quali decorata con motivi ornamentali a cerchi concentrici ed a lisca di pesce e numerosi corredi votivi. Con essi erano numerosi bronzi costituiti da bracciali, pugnali ad “elsa gammata”, un tripode ed una colonnina.

Quella importante scoperta ancora attende d’essere compiutamente svelata per comprendere meglio l’era nuragica e la sua evoluzione, anche in rapporto con le nuove genti che arrivarono in Sardegna con Fenici e Cartaginesi e che in quel tripode bronzeo potrebbero ben essere rappresentati, perché, a detta del prof. Pasquale Zucca, frutto di commercializzazione dei mercanti aristocratici greci e fenici. 

Il rilancio scientifico e la fruizione del sito arricchiscono il patrimonio del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna e della comunità locale di Santadi che da esso trae importanti elementi della memoria storica, ma anche nuove opportunità di sviluppo socio economico.

Prof. Tarcisio Agus

Presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna

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Sabato 2 e domenica 3 giugno Santadi partecipa per il secondo anno a Monumenti Aperti e apre 8 monumenti del suo patrimonio artistico, archeologico e naturalistico. Monumenti Aperti, coordinata da Imago Mundi Onlus, si è aggiudicata recentemente un prestigioso riconoscimento: il Premio dell’Unione Europea per il Patrimonio Culturale – Europa Nostra awards 2018, che verrà consegnato il prossimo 22 giugno a Berlino.

Inoltre, per questa sua XXII edizione, ha ricevuto la medaglia del presidente della Repubblica, che si affianca al patrocinio della Presidenza del Senato, della Camera dei Deputati, del MIBACT, dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO, del Consiglio Regionale e della Presidenza della Giunta.

 Sono 8 i monumenti di Santadi che, grazie alla volontà dell’amministrazione comunale e all’entusiasmo dei volontari sono visitabili nelle giornate di sabato 2 e domenica 3 giugno. Nello stesso fine settimana Monumenti Aperti in Sardegna si svolge anche a Buggerru, Cossoine, Dolianova, Iglesias, Sant’Anna Arresi, Semestene, Seneghe, Settimo San Pietro e Torralba.

Il sindaco Elio Sundas rinnova con entusiasmo e convinzione anche per il 2018 l’adesione alla manifestazione Monumenti Aperti, visto il grande successo registrato con l’edizione 2017. Condividiamo in pieno la filosofia dell’evento poiché consente il coinvolgimento delle scuole e dei ragazzi che saranno i protagonisti dell’evento, accompagnando i visitatori tra le bellezze del nostro territorio. Ciò consente ai nostri giovani concittadini di approfondire la conoscenza del territorio santadese e di sentirlo proprio. Un concetto che mi piace sottolineare è che così operando si sviluppa e si diffonde maggiormente quella consapevolezza tra i cittadini, che è alla base di una crescita culturale e sociale di cui c’è estremo bisogno.

Nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, nel cui calendario Monumenti Aperti è inserita, la decisione di scegliere come tema Cultura – Patrimonio Comune è motivata dal considerare il nostro patrimonio artistico come memoria, e come valorizzazione della diversità. Per questo, si è deciso di segnalare, per ogni comune un sito che sia testimonianza del nostro passato, ma con uno sguardo proiettato verso il futuro. In linea con questo tema, si è deciso di segnalare per Santadi il Museo civico Archeologico. Il territorio di Santadi fu sempre agevolato ad ospitare insediamenti umani. Trattandosi di una zona fertile, pianeggiante e ricca di acqua è stato un habitat ideale per l’uomo sin dalla preistoria. L’essere difeso dai monti, ma non lontano dal mare lo ha reso anche un centro adatto agli scambi commerciali. Il Museo Archeologico di Santadi racconta la storia delle civiltà che hanno abitato il basso Sulcis e di uomini capaci di produrre oggetti con grande perizia sin dal Neolitico. L’esposizione segue un criterio cronologico e tra i reperti più significativi troviamo le ceramiche e l’industria litica della cultura di Ozieri, i pugnali in rame e bronzo di Montessu, i vasi del deposito votivo di Su Benatzu e i corredi funerari della necropoli punica di Pani Loriga. Un percorso che mette in luce l’evoluzione della civiltà sarda all’interno dei popoli del Mediterraneo.

Sono 2 le novità: la chiesa di Santa Maria di Monte Fracca, sita in Barrua, una chiesetta campestre cui è legata una leggenda, secondo la quale la Vergine Maria sarebbe apparsa ad un cacciatore, nell’anno 1724, ed in seguito all’apparizione e al rinvenimento della statua lignea della Santa, da parte del medesimo cacciatore, gli abitanti di Barrua avrebbero edificato la Chiesetta; e la foresta di Pantaleo: che vanta la più estesa lecceta del mondo, ma importanti anche le testimonianze archeologiche fra queste, il complesso termale di epoca romana di Is Figueras e i piccoli spiazzi circolari realizzati in diversi punti della foresta dai carbonai, per la preparazione delle carbonaie.

Questi poi gli altri monumenti aperti: il Museo Civico Archeologico di Santadi; Pani Loriga una vasta collina ricoperta di olivastri secolari che racconta cinquemila anni di storia, dalla necropoli neolitica a domus de janas al nuraghe Diana, le oltre 150 sepolture fenicie indagate, la fase punica, con la necropoli ipogeica, ma soprattutto l’architettura urbana, dove l’assenza di sovrapposizioni edilizie ha conservato in condizioni eccezionali le strutture murarie di una città che dominava l’entroterra e il mare; il Museo Etnografico “Sa Domu Antiga” che è ospitato in un edificio degli inizi del Novecento e rispecchia per caratteristiche tipologiche e strutturali la casa contadina tradizionale del Basso Sulcis, composta da uno stabile per uso abitativo e un cortile retrostante col tipico pozzo e due loggiati; i reperti sono inseriti secondo un’attribuzione funzionale a restituire lo spaccato di vita di cui sono testimonianza; la Tomba dei giganti di Barrancu Mannu, nota anche come Sa fraigada; Sa Domu ‘e Paxi, frutto di un recupero di immobile storico di due ex edifici rurali, contigui, con corte comune e loggiato; e infine il Museo delle bambole che è ospitato nell’abitazione privata di proprietà di colei che ha allestito il museo. La collezione che conta oltre 1500 pezzi, provenienti da tutto il mondo, ebbe inizio nel 1966 ed è costituita da bambole vestite nei costumi tipici dei luoghi di provenienza.

Il comune di Santadi aderisce a Gusta la città con attività ricettive e di ristorazione che aprono nelle giornate di Monumenti Aperti affinché la partecipazione alla manifestazione sia più piacevole e godibile

Nei giorni di Monumenti Aperti due iniziative: sabato 2 giugno dalle 18.30 alle 20.00 in Via Mazzini Giogus Antigus Come si divertivano i bambini del secolo scorso? Che giochi organizzavano e quali giocattoli possedevano. In questo laboratorio, i bambini del paese, tra is pipias de canna, funi e pincareddu, tra quadus de canna, “piricochedu e pruna” e i giogus cun sa boccia li riscopriranno. Domenica dalle 15.30 alle 19.30 a Pani Loriga Colori e tecniche pittoriche dell’antichità con Angela Demontis, artista e autrice de “Il Popolo di Bronzo”, che darà dimostrazione di come si ricavavano anticamente i pigmenti dai minerali e terre della Sardegna e di alcune tecniche di pittura. Verrà data ai visitatori la possibilità di provare i colori naturali dipingendo su un telo che verrà messo a disposizione del pubblico.

I monumenti saranno visitabili gratuitamente, il pomeriggio di sabato dalle 16.00 alle 20.00 e la domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, con le seguenti precisazioni: Area Archeologica di Pani Loriga – Tomba dei Giganti di Barrancu Mannu: visite guidate 10.00/11.30 – 15.30/17.00. Cantina Santadi, Soc. Coop. Agricola: gruppi da 20 persone su prenotazione (con preavviso di una settimana dall’evento) e Latteria Sociale Santadi, Soc. Coop. Agricola in gruppi da 20 persone e previa prenotazione.

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La diga di Bau Pressiu.

A causa di un guasto agli impianti, le paratie della diga di Genna Is Abis, in territorio tra Uta e Villaspeciosa, sono state aperte e milioni di metri cubi d’acqua si perdono a mare (la capacità massima dell’invaso è di 24 milioni di metri cubi). Da diverse ore alcune decine di migliaia di metri cubi d’acqua al secondo vanno perdute e prima della riparazione dell’impianto, si prevede che saranno persi almeno 8 milioni di metri cubi (1/3 della capacità massima), con conseguenze facilmente immaginabili in un territorio qual è il Sulcis, ancora oggi assetato. Contrariamente a quanto accade in quasi tutti gli invasi del Centro e del Nord della Sardegna, infatti, le dighe del Sulcis sono ancora semivuote. La diga di Tratalias il 28 febbraio registrava 10.59 milioni di metri cubi d’acqua invasata, a fronte di una capacità massima che sfiora i 5o milioni di metri cubi (49,30); la diga di Bau Pressu 1,67 milioni di metri cubi (su una capacità massima di 8,25); la diga di Punta Gennarta 1,15 milioni di metri cubi (capacità massima 12,10); la diga di Medau Zirimilis 0,35 milioni di metri cubi (capacità massima 6,20).

La diga di Genna is Abis, di proprietà della Regione Sardegna, è uno sbarramento artificiale realizzato per usi idropotabili, agricoli ed industriali, con l’apporto del fiume Cixerri, edificata tra il 1980 e il 1992 e collaudata il 23 luglio 2002. Fa parte del sistema idrico multisettoriale regionale ed è gestito dall’Enas (Ente Acque della Sardegna).

Tutto questo non sarebbe accaduto, se fosse stato già realizzato il progetto di interconnessione dei sistemi idrici, atteso nel Sulcis da alcuni lustri ed ora inserito nei programmi del Piano Sulcis. Per il collegamento Tirso – Flumendosa 4° lotto, sono stati stanziati 59 milioni di euro, finanziati con i fondi Fsc del Patto della Sardegna che permetteranno di collegare le dighe di Punta Gennarta, Monte Pranu e Bau Pressiu al Flumendosa.

Il 18 dicembre dello scorso anno, il delegato del presidente della Regione per l’attuazione del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, ha incontrato al Centro culturale di Corso Berlinguer, a Tratalias, alcuni sindaci (Marco Antonio Piras – Tratalias, Elio Sundas – Santadi, Gianfranco Trullu – Perdaxius, Antonello Pirosu – Villaperuccio), il presidente dell’Unione dei comuni del Sulcis Ivo Melis, ed alcuni dirigenti dell’assessorato regionale dei Lavori pubblici e dell’Enas, per fare il punto sullo stato di attuazione del Programma di interconnessione dei sistemi idrici.

Il giorno abbiamo intervistato Salvatore Cherchi e riproponiamo quell’intervista, più che mai attuale, davanti ad uno spreco di milioni di metri d’acqua, come quello che si sta verificando in queste ore nell’invaso di Genna Is Abis.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215270639227195/

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https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215270639227195/

Il delegato del presidente della Regione per l’attuazione del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, ha incontrato oggi al Centro culturale di Corso Berlinguer, a Tratalias, alcuni sindaci (Marco Antonio Piras – Tratalias, Elio Sundas – Santadi, Gianfranco Trullu – Perdaxius, Antonello Pirosu – Villaperuccio), il presidente dell’Unione dei comuni del Sulcis Ivo Melis, e alcuni dirigenti dell’assessorato regionale dei Lavori pubblici e dell’Enas, per fare il punto sullo stato di attuazione del Programma di interconnessione dei sistemi idrici, collegamento Tirso – Flumendosa 4° lotto.

Per la realizzazione dell’opera, attesa da diversi lustri, sono stati stanziati 59 milioni di euro, finanziati con i fondi Fsc del Patto della Sardegna che permetterà di collegare le dighe di Punta Gennarta, Monte Pranu e Bau Pressiu al Flumendosa.

Al termine dell’incontro, abbiamo intervistato Salvatore Cherchi.

 

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Si è svolta stamane, nel centro di aggregazione sociale, la cerimonia per il 60° anniversario dell’istituzione del comune di Nuxis, ufficializzata con la legge regionale n. 27 del 20 novembre 1957. Fino ad allora il piccolo centro del Basso Sulcis era stato frazione del comune di Santadi. Nel 1964, con legge regionale n. 17, la frazione di Acquacadda si distaccò dal comune di Narcao, per far parte del comune di Nuxis.

Nella sala gremita di cittadini e giovanissimi alunni delle scuole del paese, si sono ritrovati i cinque sindaci che si sono succeduti nella guida del Comune: il primo sindaco Francesco Murru, Antonello Pilloni (primo cittadino per oltre tre decenni, eletto la prima volta nel 1966), Andrea Pinna, Roberto Lallai (sindaco per due consiliature consecutive) e l’attuale sindaco Pier Andrea Deias, eletto lo scorso 5 giugno. Ospiti anche tre cittadini dei Comuni vicini: Elio Sundas, sindaco di Santadi, Antonello Pirosu, sindaco di Villaperuccio; e Ivo Melis, sindaco di Masainas e presidente dell’Unione del Comuni del Sulcis.

Dopo la presentazione del sindaco in carica Pier Andrea Deias e gli interventi degli ex sindaci (non ha parlato il solo Francesco Murru, il più anziano), sono stati donati dei libri a tutti gli alunni presenti e delle targhe ricordo agli ex sindaci e gagliardetti ai sindaci ospiti; è stato proiettato un video creato con fotografie che hanno ricostruito la storia del paese, è intervenuto il vicesindaco Michele Fanutza e, infine, sono stati donati degli attestati ai rappresentanti degli istituti scolastici, delle associazioni sportive e non e di quelle di volontariato operanti nel paese. Gli interventi sono stati coordinati dall’assessore Romeo Ghilleri.

Al termine è stato offerto un rinfresco a tutti i presenti.

  

                                                                                        

 

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E’ stata inaugurata questa mattina la nuova sede territoriale dell’Agenzia Forestas, nei locali dell’ex ospedale F.lli Crobu di Iglesias, in località Canonica. Hanno partecipato alla cerimonia, svoltasi nella sala riunioni, subito dopo il taglio del nastro, gli assessori regionali della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e dell’Urbanistica e degli Enti locali Cristiano Erriu, l’amministratore unico dell’Agenzia Forestas Giuseppe Pulina e il direttore territoriale Ugo Tanchis; il deputato Emanuele Cani; il consigliere regionale Gianluigi Rubiu; i sindaci dei comuni di Iglesias Emilio Gariazzo, Domusnovas Massimo Ventura, Gonnesa Hansel Christian Cabiddu, Villamassargia Debora Porrà, Santadi Elio Sundas, Fluminimaggiore Ferdinando Pellegrini, Siliqua Francesca Atzori, Nuxis Pier Andrea Deias, Musei Antonello Cocco, Villaperuccio Antonello Pirosu, Tratalias Marco Antonio Piras, Buggerru Laura Cappelli; il direttore della ASSL di Carbonia Maddalena Giua; l’ex direttore generale della Asl 7 Antonio Onnis; il vescovo della diocesi di Iglesias mons. Giovanni Paolo Zedda.

Al termine, il coro di Iglesias ha cantato tre brani.

Dalle 10.00 alle 16.00 il pubblico ha potuto visitare gli spazi della struttura e del parco oltre le esposizioni tematiche curate dall’Agenzia Forestas.

La nuova sede sarà il centro operativo per i complessi forestali di Pantaleo e Marganai, servendo tutto il Sulcis Iglesiente, che include i comuni di Iglesias, Carbonia, Sant’Antioco, Domusnovas, Carloforte, San Giovanni Suergiu, Portoscuso, Gonnesa, Villamassargia, Santadi, Narcao, Fluminimaggiore, Calasetta, Sant’Anna Arresi, Giba, Nuxis, Musei, Perdaxius, Masainas, Villaperuccio, Tratalias, Buggerru, Piscinas e Siliqua.

Alleghiamo un ampio album fotografico e gli interventi dell’amministratore unico Giuseppe Pulina, del sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo e dell’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano.

                                     

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È stata presentata questa mattina nella sede dell’assessorato al Turismo della Regione la prima giornata nazionale delle “Città dell’Olio”. Presenti l’assessore del Turismo della Sardegna Barbara Argiolas, il presidente dell’Associazione Nazionale “Città dell’Olio” Enrico Lupi ed il coordinatore regionale dell’associazione Elio Sundas, insieme ai sindaci rappresentanti delle Città dell’Olio della Sardegna. A Carbonia-Iglesias la giornata propone un percorso organizzato dai comuni di Santadi e Giba, nel panorama delle colline ricoperte dalla tipica vegetazione locale, pero selvatico, mandorlo e ginestra.

La cultura dell’olio è infatti protagonista della Camminata tra gli olivi, la giornata nazionale promossa dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio per valorizzare territorio e produzioni. Domenica 29 ottobre, per la prima volta in tutta Italia, in 120 città e 18 regioni, si parte alla scoperta della cultura millenaria degli oliveti sotto l’Alto patrocinio del Parlamento europeo, della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell’Ambiente.

Attorno alla passeggiata ruota un’esperienza inedita, che guiderà i partecipanti attraverso paesaggi legati alla storia e alla cultura dell’oro verde. Ogni itinerario è un percorso tra gli olivi scelto per le caratteristiche uniche dal punto di vista storico e ambientale.

«L’obiettivo di questa iniziativa, diffusa in oltre 100 luoghi dove la tradizione dell’olivo e dell’olio è secolare e spesso millenaria, è la valorizzazione della produzione olivicola di qualità», commenta il presidente dell’Associazione nazionale “Città dell’Olio” Enrico Lupi.

Il primo percorso si snoda tra le campagne di Santadi. Campi e strade delimitate da numerosissimi olivi, molti dei quali secolari, segnano il percorso. Circondati dal panorama delle colline ricoperte dalla tipica vegetazione locale, pero selvatico, mandorlo, ginestra, bietola selvatica, borragine, trifoglio, cisto, mirto, lentischio e così via, si incontreranno numerosi pozzi d’acqua risalenti al secolo scorso, tutti dotati di abbeveratoi o antichi sarcofagi presumibilmente di epoca romana, riutilizzati per la raccolta d’acqua. A Giba si passeggia all’interno del parco comunale di Is Muras le cui colline si estendono per circa dieci ettari. Il territorio presenta diversi sentieri percorribili a piedi od in bicicletta e si caratterizza per i numerosi olivi ed olivastri, alcuni dei quali secolari. Giba, con la frazione di Villarios, ha una spiccata tradizione panificatoria e dolciaria. I visitatori saranno accompagnati da guide locali.

Per saperne di più oppure per curiosare e scegliere un itinerario, un’azienda da visitare o una degustazione basta un click. È on line il sito www.camminatatragliolivi.it , una miniera di informazioni con la possibilità di scaricare subito il programma della giornata in tutti i Comuni.

E per chi è Social, c’è anche la fan page su Facebook e i canali Instagram e Twitter con l’hashtag #camminatatragliolivi, che naturalmente potrà essere usato per postare foto dei luoghi e degli eventi, così da creare una vera e propria community della giornata.

L’Associazione Nazionale “Città dell’Olio”, con i suoi 332 soci tutti enti pubblici (Comuni, Province, CCIAA, Parchi e GAL) è da sempre impegnata nella tutela del territorio olivicolo e nella programmazione territoriale. Da tempo si batte per la valorizzazione dei paesaggi olivicoli e per l’inserimento di aree territoriali olivicole delle “Città dell’Olio”, nel prestigioso Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici del ministero delle Politiche Agricole.

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Il sindaco di Masainas, Ivo Melis, 55 anni lunedì 23 ottobre, è il nuovo presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis. E’ stato eletto dall’assemblea nella seduta del 16 ottobre 2017, nel corso della quale è stato rinnovato anche il Consiglio di Amministrazione. Ivo Melis succede al sindaco di Perdaxius, Gianfranco Trullu.

Il nuovo Consiglio di Amministrazione è così composto:

Presidente: Ivo Melis (sindaco del comune di Masainas)

Consigliere: Paola Massidda (sindaco del comune di Carbonia), Marco Antonio Piras (sindaco del comune di Tratalias), Andrea Pisanu (sindaco del comune di Giba), Elio Sundas (sindaco del comune di Santadi).

L’assemblea dell’Unione dei Comuni del Sulcis è composta dai sindaci di 12 Comuni: Ivo Melis (Masainas), Andrea Pisanu (Giba), Mariano Cogotti (Piscinas), Elvira Usai (San Giovanni Suergiu), Elio Sundas (Santadi), Paola Massidda (Carbonia), Pier Andrea Deias (Nuxis), Teresa Pintus (Sant’Anna Arresi), Marco Antonio Piras (Tratalias), Antonello Pirosu (Villaperuccio), Gianfranco Trullu (Perdaxius), Giorgio Alimonda (Portoscuso).