5 November, 2024
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Venti anni di ricerca, di studio e analisi delle profonde e complesse stratificazioni archeologiche del Cronicario, insediamento millenario sorto sulle sponde orientali dell’Isola di Sant’Antioco. Il tutto condensato in una mostra per immagini fotografiche e reperti inediti intitolata “Sulky 2001-2021. Vent’anni di ricerche, Tremila anni di storia”, frutto del prezioso lavoro del team dell’Università di Sassari condotto, appunto, in 20 anni di attività.

L’appuntamento è fissato per venerdì 17 settembre, alle 19.30, presso il Mab Museo Archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco, per l’inaugurazione dell’esposizione organizzata dal Comune di Sant’Antioco, dall’Università di Sassari e dal Ministero della Cultura (Soprintendenza archeologica di Cagliari), alla presenza  della Direttrice del MAB, Sara Muscuso, di Piero BartoloniCarlo TronchettiMichele GuirguisGiovanna PietraElisa Pompianu e Antonella Unali: professori, archeologi e archeologhe impegnati direttamente negli ultimi decenni nelle indagini e nella tutela di questa preziosissima area archeologica. Parteciperanno al taglio del nastro, inoltre, il Sindaco Ignazio Locci e la delegata alla Cultura Rosalba Cossu.

Un percorso fotografico ed espositivo che illustrerà i due decenni di scavi e ricerche dell’Università di Sassari nel Cronicario di Sant’Antioco e consentirà di comprendere  l’importanza della ricerca per l’antica città di SULKY, fondata nel cuore del Mediterraneo tra la fine del IX e il principio dell’VIII sec. a.C. Ricostruendo le tracce del passato, dunque, la mostra ambisce a disegnare possibili scenari futuri per un’area archeologica ubicata nel centro della contemporanea Sant’Antioco. «Dopo tanti anni di impegno commenta Michele Guirgius, professore associato di archeologia Fenicio-Punica presso l’Università di Sassarisiamo orgogliosi di poter presentare al pubblico degli interessati e a tutta la cittadinanza parte del lavoro portato avanti dall’Università e dal comune di Sant’Antioco, che ci ha sempre supportato, secondo una prospettiva aperta sul territorio e sull’intera comunità sulcitana, certificando il ruolo cruciale svolto da Sant’Antioco oggi, come dalla città di Sulky nei millenni passati».

Per la direttrice del MAB, Sara Muscuso, «il Museo conferma il suo ruolo di raccordo tra la ricerca scientifica e il grande pubblico: la divulgazione della storia dell’antico insediamento già ampiamente presente nell’allestimento degli spazi espositivi, viene oggi potenziata e arricchita da questa mostra che consolida il sodalizio pluridecennale che unisce il comune di Sant’Antioco all’Università degli Studi di Sassari».

Dalle 21.00 la serata proseguirà con il concerto del musicista Matteo Scano che presenterà il suo disco Places.

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#semiabbandonicrollo: la campagna lanciata dagli archeologi per salvare i Nuraghi del Sulcis Iglesiente sta dando i suoi frutti.
«Questa mattina la Regione Sardegna comunica l’archeologa responsabile della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, Simona Leddaha deciso per una proroga di un mese. Il nostro auspicio è che la proroga concessa serva a fissare meglio, nel contraddittorio tra le parti sociali, i termini della questione della tutela del patrimonio archeologico del Sulcis in una visione di continuità col lavoro fatto da venti anni ad oggi. Deve essere data la possibilità ai cantieri archeologici attivati di poter continuare il loro lavoro di valorizzazione, scavo e manutenzione.»
Sotto l’istituìto #semiabbandonicrollo, il tentativo da parte degli addetti ai lavori sta dando i suoi frutti: la dott.ssa Carla Perra, direttore scientifico dello scavo di Nuraghe Sirai di Carbonia, continua a domandarsi perché gli estensori del Progetto non abbiano considerato la lettura del Decreto istitutivo del Parco e del suo Statuto; e perché non si tenga in considerazione il beneficio che queste aree comportano ogni anni ai Comuni del Sulcis.
L’appello degli archeologi, Simona Ledda, Mauro Puddu, Elisa Pompianu e Matteo Tatti, è sempre lo stesso: «Ci auguriamo che questi luoghi vengano salvati. Non dimentichiamo il nostro patrimonio storico e archeologico, un patrimonio che la regione Sardegna ha il dovere di tutelare e valorizzare».

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Tiro e Sulky, a distanza di secoli, si uniscono per il dialogo e l’integrazione mediterranea. Oggi (venerdì 14 giugno) in Libano meridionale, presso la Municipalità di Tiro, si è svolta un’importante iniziativa di cooperazione internazionale, nell’ambito del gemellaggio tra la Municipalità di Tiro ed il comune di Sant’Antioco.

Il fil rouge dell’archeologia ha accompagnato l’intera giornata che si e’ aperta con i saluti istituzionali per poi proseguire con il confronto scientifico tra i ricercatori italiani e libanesi. Presenti, per il comune di Sant’Antioco, l’assessore della Cultura Rosalba Cossu e la curatrice del MAB Museo archeologico Ferruccio Barreca, Sara Muscuso. Con loro, la delegazione sarda è composta da Piero Bartoloni, direttore del MAB, e dallo staff dell’Università di Sassari (Michele Guirguis, Elisa Pompianu, Rosana Pla). Le autorità presenti: il ministro della Cultura del Libano, Mohamed Dawood; il sindaco di Tiro, Hassan Dbouk; il comandante Missione Unifil Stefano Del Col; il presidente dell’associazione per la Protezione ed il Patrimonio del Sud del Libano Randa Assi Berri. Gli studiosi partecipanti, oltre ai già citati componenti della delegazione sarda, sono Leila Badre, Helen Sader, Hassan Badawi, Zeina Fani, Grace Homsi, Alì Badawi.