18 July, 2024
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Pecore

«Il ruolo della promozione e della tutela dei marchi di origine è sempre più importante in un mercato in cui la concorrenza è forte e agguerrita e i consumatori più attenti alle caratteristiche e alla salubrità dei prodotti.»
Lo ha detto ieri l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione della nuova compagna di comunicazione per la promozione dell’Agnello IGP di Sardegna, che si è tenuta a Siamaggiore. L’appuntamento odierno è servito anche per presentare il nuovo Consiglio di amministrazione del Consorzio, eletto lo scorso 14 ottobre.
«Le eccellenze dell’agroalimentare sardo – ha spiegato Elisabetta Falchi – devono puntare sempre più a una promozione del prodotto legata al territorio, così come è stato fatto con grande capacità nell’ultima versione della campagna di promozione presentata oggi dal Consorzio. Si tratta di un percorso – ha aggiunto l’assessore – già avviato nei mesi di Expo, in cui abbiamo presentato un immagine di territorio che produce al contempo qualità, tradizione, innovazione e cibi della salute dalla terra dei centenari. Sempre durante l’Esposizione universale abbiamo pubblicizzato le nostre eccellenze agroalimentari in un’iniziativa curata dai migliori chef regionali e dedicata agli abbinamenti gastronomici, con alla base la pasta, a cui si sono accompagnati prodotti meno conosciuti al grande pubblico come lo zafferano, il carciofo spinoso di Sardegna e il nostro Agnello IGP.»
«Come assessorato – ha dichiarato l’assessore dell’Agricoltura – dobbiamo mettere a disposizione dei Consorzi di tutela strumenti semplici ed efficaci e riteniamo che i bandi a sportello, proposti anche sulla misura 3.2 del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 dedicata proprio alle attività di informazione, promozione e pubblicità, possano aiutare a superare le criticità del passato.»
In riferimento alla campagna contro le carni rosse che qualche settimana fa ha alimentato il dibattito sui media nazionali, Elisabetta Falchi ha detto: «Solo con un azione di comunicazione tempestiva ed efficace si possono cogliere occasioni importanti offerte dai mercati oppure intervenire prontamente per fronteggiare momenti difficili. Quando per qualche motivo si assiste a cali dei consumi, come accaduto dopo la campagna denigratoria sulle carni, bisogna immediatamente lavorare per riacquistare la fiducia dei consumatori. Lo si fa spiegando e illustrando loro le elevate proprietà nutrizionali delle nostre carni e le alte qualità dei prodotti ottenuti da filiere tracciate e certificate attraverso una capillare azione informativa sui mezzi di comunicazione e con la collaborazione della Grande distribuzione organizzata nei punti vendita».
Le strategie di promozione dei diversi prodotti devono andare di pari passo con azioni che puntano a intercettare nuovi consumatori attraverso lo studio dei gusti alimentari in continua evoluzione. «Dobbiamo partire dal sostenere il consumo dell’Agnello Igp nelle mense scolastiche – ha osservato Elisabetta Falchi – educando le future generazioni a un’alimentazione sana e sicura, così come dimostrato da decine di studi scientifici che hanno individuato nelle carni dei nostri agnelli delle specificità nutraceutiche fondamentali per la crescita dei bambini, soprattutto nella prima infanzia. Sarebbe bello se la grande distribuzione attivasse una linea di omogeneizzati con il nostro prodotto applicando il logo del Consorzio sulle confezioni».
Milioni di persone si sono spostate in questi ultimi decenni dai continenti afroasiatici all’Europa. In Italia ci sono quasi 1,5 milioni di cittadini di religione islamica che consumano importanti quantità di carni ovine, non solo di agnello quindi, che potrebbero essere un mercato di sfogo per le oltre 750mila pecore che ogni anno in Sardegna arrivano a fine carriera. Oltre che lavorare sul mercato interno, l’assessorato ha avviato dei colloqui con le autorità del Senegal per promuovere la commercializzazione della nostre carni. «Si tratta di un primo passo con cui vogliamo aprire alla nostra Isola i mercati dell’Africa centrosettentrionale – ha concluso Elisabetta Falchi – con milioni di consumatori pronti ad acquistare l’Agnello Igp di Sardegna e che darebbero allo stesso tempo un valore aggiunto alle carni ovine relegate a beni di consumo di basso valore nel mercato regionale e nazionale. Nell’ottica di questi progetti già da gennaio daremo avvio ai lavori delle filiere»

 

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Elisabetta Falchi 2

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, presenterà venerdì mattina nella sala Convegni del Mercato Agroalimentare della Sardegna (loc, Magangiosa, S.P.2, km 0,400, Sestu), dalle 10.00 alle 13.00, il nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020. Nel corso dell’iniziativa, verrà proiettata una puntata della webserie “Lost in Sardinia”, un prodotto di comunicazione pensato per raccontare alcuni esempi positivi raggiunti dall’agricoltura sarda in questi ultimi anni. All’incontro interverrà inoltre il direttore generale dell’assessorato, Sebastiano Piredda, che illustrerà nello specifico le Misure del PSR.

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 Si è insediato questa mattina a Cagliari il nuovo Comitato di Sorveglianza sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020. L’assemblea, composta da tutti gli attori del comparto agricolo, è stata presieduta dall’assessore dell’Agricoltura e Riforma agropastorale, Elisabetta Falchi, mentre i lavori sono stati coordinati dall’Autorità di Gestione rappresentata dal direttore generale dell’assessorato, Sebastiano Piredda. Il Comitato di Sorveglianza ha il compito di valutare l’attuazione del programma e i progressi compiuti nel conseguimento dei suoi obiettivi, senza compensi a carico della Regione. «Abbiamo allargato la rappresentanza a più soggetti – ha osservato l’assessore – per raccogliere al meglio tutte le esigenze che vengono dall’intero settore agroalimentare e dai diversi portatori di interesse».
La nuova programmazione agricola si pone il traguardo prioritario della sburocratizzazione delle procedure. Saranno sperimentati per la prima volta i bandi a sportello, per determinate misure, dove verranno cancellate le vecchie graduatorie che, con i tempi di istruttoria, rallentavano per mesi le approvazioni delle domande di finanziamento per pastori e agricoltori.
«L’obiettivo è dare risposte in tempi rapidi alle aziende che partecipano ai bandi – ha spiegato Elisabetta Falchi – che resteranno aperti per circa un anno in modo da consentire ai potenziali beneficiari di lavorare ai progetti con la massima attenzione». Una semplificazione tanto attesa dagli operatori agricoli che dovrebbe andare a incidere su una tra le maggiori criticità riscontrate in passato, quando le aziende erano ammesse ai finanziamenti a distanza di troppo tempo dalla presentazione delle domande. «Può capitare infatti che determinate esigenze cambino nel tempo – ha aggiunto l’assessore – e che migliorie importanti nell’immediato siano obsolete un anno dopo».
Uno snellimento nella gestione delle pratiche che va di pari passo con la flessibilità con cui è stato ideato e costruito il nuovo PSR. La vecchia programmazione 2007-2013, ingessata e di difficile modifica da parte della Regione, ha impedito infatti di rimodulare diverse risorse e rivedere al tempo stesso impianti pensati ben dieci anni fa, quando l’agricoltura sarda aveva priorità completamente diverse da quelle di oggi. Tale blindatura è stata di ostacolo nel completare la spesa che si chiuderà il prossimo 31 dicembre con un probabile disimpegno di risorse. «Con il nuovo PSR si cambia strada – ha precisato l’assessore dell’Agricoltura – avremo una programmazione modificabile in itinere, un work in progress che accompagnerà gli interventi economici nell’agricoltura regionale negli anni a venire. Il mondo si muove velocemente e noi dobbiamo stare al passo con i tempi, le nuove tecnologie e le diverse esigenze di produttori, trasformatori e consumatori».
Si è partiti questa mattina con la presentazione del PSR, per proseguire con le considerazioni dei rappresentanti della Commissione europea che hanno valutato nei mesi scorsi a Bruxelles la programmazione agricola sarda. I tecnici dell’Ue, come Leonardo Nicolia, hanno spiegato quindi i passaggi che hanno accompagnato l’approvazione finale del 19 agosto scorso, apprezzando le novità e le specificità del PSR. L’assemblea si è confrontata sul Regolamento interno al Comitato di Sorveglianza su cui sono state inserite, dopo una ricca discussione, delle modifiche presentate da alcuni rappresentanti delle organizzazioni di categoria agricole. Sono stati poi illustrati i criteri di selezione dei beneficiari delle Misure del PSR, i criteri di selezione dei GAL e delle strategie LEADER con un’ampia partecipazione al confronto di tutta l’assemblea. I lavori si sono chiusi con l’informativa sul piano di comunicazione, che racconterà il PSR su tutto il territorio regionale nei prossimi anni.

 

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Sardegna Ricerche dà avvio a nuovi bandi per progetti cluster per lo sviluppo di prodotti in diversi settori dell’agroalimentare ritenuti strategici (lattiero caseario, vitivinicolo e ittico). I cluster sono gruppi di imprese che, partendo da un obiettivo condiviso, ideano e sperimentano progetti di sviluppo e di innovazione con il supporto di Sardegna Ricerche e di un organismo di ricerca.

Le risorse da destinare al settore agroalimentare per attività di ricerca e innovazione per prodotti lattiero-caseari, vitivinicoli e ittici, ammontano a un milione e 500mila euro.
I bandi sono stati presentati oggi dall’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e dai direttori di Sardegna Ricerche Giorgio Pisanu e del Centro Regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu. «Puntiamo molto su ricerca e innovazione applicate all’agroalimentare per attrarre consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze attraverso la valorizzazione degli asset, il potenziamento delle produzioni locali e l’applicazione delle nuove tecnologie – ha detto l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci –. Ed è proprio l’agroalimentare l’area prioritaria di specializzazione della strategia S3 Sardegna, la Smart Specialisation Strategy contenuta nel Fesr, che punta a favorire processi di innovazione grazie alla collaborazione tra imprese, Università e centri di ricerca. Così facciamo crescere le imprese locali, che diventano più competitive e acquistano la forza per imporsi sui mercati internazionali. In questo modo l’agroalimentare può davvero diventare il settore di punta dell’economia regionale».
«Scopo di queste attività – ha detto Giorgio Pisanu, direttore generale di Sardegna Ricerche – è quello di lavorare congiuntamente con altri organi istituzionali per individuare e costruire opportunità innovative di business a favore delle imprese del settore, supportarle nello sviluppo di un proprio percorso innovativo e rafforzarne le capacità individuali di innovazione.»
L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, che non ha potuto partecipare alla conferenza stampa perché impegnata con la prima riunione del Comitato di sorveglianza del Programma di sviluppo rurale, ha inviato un messaggio. «Per far crescere e rendere maggiormente competitivo nel mercato globale l’agroalimentare sardo è sempre più necessario che il mondo produttivo sia collegato in maniera strutturata a chi fa ricerca, sia nella fase di analisi e raccolta del fabbisogno di innovazione espresso dagli imprenditori, sia in quella, importantissima, della divulgazione e della diffusione delle innovazioni da applicare alle attività economiche – ha spiegato l’assessore Falchi -. La ricerca, infatti, deve essere orientata ad aprire nuovi mercati e ad aumentare la competitività delle imprese ma anche finalizzata a nuove scoperte nel campo dei mezzi tecnici e del miglioramento genetico, il tutto nell’ottica di una agricoltura attenta al consumatore capace di creare collegamenti e sinergie con gli altri settori economici. Se la ricerca si concentrerà sulle reali esigenze delle imprese in funzione del mercato, ci saranno certamente maggiori opportunità per le nostre produzioni. L’innovazione tecnologica, sia di prodotto che di processo, continua a rimanere la base su cui inserire altre innovazioni in cui predomina oltre all’aspetto qualitativo, e dunque la tracciabilità e la certificazione di qualità, anche l’aspetto creativo e di design. Perché il cibo è sempre più inteso non solo come alimento, ma anche come mezzo di comunicazione, espressione e convivialità di cui la collettività può beneficiare in un rapporto strettissimo che lega le produzioni ai territori di provenienza con storie e tradizioni uniche».
Il direttore del Crp ha precisato che si tratta di «una ricerca non generica e vasta ma di grande specializzazione, non affidata ai centri di ricerca ma con il coinvolgimento delle imprese. Insomma facciamo strategia di marketing, accompagniamo le imprese a verificare come questo prodotto può essere venduto».
Due i cluster previsti per il settore lattiero caseario: uno per la produzione di nuovi prodotti che arricchiscano la tradizione casearia sarda con i sapori tipici del territorio isolano e l’altro, per la sperimentazione della produzione del pecorino romano con stagionature più lunghe. Per il settore vitivinicolo è previsto, invece, un cluster per la spumantizzazione di vini ottenuti da vitigni autoctoni mentre, per il settore ittico è previsto un cluster per la filiera delle ostriche, dalla caratterizzazione dell’habitat, alle tecniche di produzione del seme, all’insediamento e allo sviluppo, sino alla commercializzazione del prodotto.
A partire dal 27 novembre sono fissati quattro incontri, uno per ogni cluster, per la presentazione dei temi proposti e la raccolta dei contributi da parte degli operatori del settore specifico d’interesse. Il calendario degli incontri e il bando per la partecipazione ai cluster sono scaricabili dal sito di Sardegna Ricerche.

 

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Donatella Spano A

L’assessore all’Ambiente Donatella Spano, ha annunciato questa mattina alla Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale, durante l’audizione sulla proposta di legge n. 227 “Norme in materia di danni all’agricoltura da fauna selvatica”, che a breve il piano faunistico regionale sarà adottato dalla Giunta.

«Il Piano è ormai pronto – ha detto l’assessore – presto sarà all’attenzione della Giunta. Una volta adottato si potrà aprire la procedura di VAS (Valutazione ambientale strategica) e iniziare il confronto con tutti i soggetti interessati per arrivare alla più ampia condivisione.»

L’annuncio dell’assessore potrebbe modificare l’agenda della Commissione: l’attuale discussione della proposta di legge n.227 potrebbe infatti  essere sospesa  in modo da evitare sovrapposizioni con le disposizioni contenute nel Piano faunistico regionale: «Ciò che interessa è trovare una soluzione e dare una risposta agli agricoltori che subiscono danni ingenti dalla fauna selvatica – ha sottolineato il presidente della Commissione Luigi Lotto – le disponibilità finanziarie per gli indennizzi sono ridotte e molto spesso non si riesce a venire incontro agli agricoltori».

L’assessore Spano ha fornito alcuni dati sulle risorse finanziarie stanziate negli ultimi anni per il ristoro dei danni. Nel 2014 la somma messa a disposizione dalla Regione è stata di 900mila euro ma, dal 2006 ad oggi, si sono registrate variazioni importanti. Dieci anni fa la spesa era di circa 400mila euro, cifra rimasta invariata fino al 2009. Dal 2010, lo stanziamento è triplicato arrivando a 1,2 milioni di euro fino a raggiungere il picco massimo di 1,8 milioni di euro nel 2011. I fondi non riescono comunque a coprire la totalità dei danni: gli agricoltori ricevono circa il 20% delle somme richieste.

La Commissione ha poi sentito l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi che ha ribadito la necessità di coordinare le attività degli assessorati sul fronte degli indennizzi e dei piani di gestione. «Il problema oggi è armonizzare il sistema alle norme comunitarie – ha sottolineato Falchi – l’Unione Europea dice che gli indennizzi possono arrivare sotto forma di de minimis ed esclusivamente per danni causati da specie protette. Un altro paletto è rappresentato dalla prevenzione: solo chi adotta misure adeguate per evitare l’assalto degli animali selvatici alle colture potrà essere risarcito». L’assessore all’Agricoltura ha poi rimarcato l’importante risultato ottenuto in provincia di Oristano con il piano di gestione contro le cornacchie. «Grazie alla collaborazione di tutti si costruito un modello che potrebbe essere allargato agli altri territori dell’Isola».

Sui danni in agricoltura da fauna selvatica, la Commissione ha sentito anche il direttore regionale di Coldiretti Luca Saba che ha espresso un giudizio positivo sul progetto di legge in discussione. «Va bene il trasferimento di competenze all’assessorato dell’Agricoltura – ha detto Saba – la gestione degli indennizzi deve però essere affidata ad Argea che ha tutte le professionalità a disposizione per la stima rapida dei danni».

Il direttore di Coldiretti ha poi suggerito alla Commissione di valutare l’opportunità di un’incentivazione del sistema delle assicurazioni agevolate che consenta agli agricoltori di stipulare polizze per la copertura dei danni. «In Sardegna le incursioni nei campi di uccelli e ungulati sono sempre più frequenti – ha spiegato Saba – serve una risposta adeguata. Il ricorso ad assicurazioni private consentirebbe di avere una stima certa e rapida dei danni e un’erogazione degli indennizzi in tempi più veloci». Luca Saba ha poi rimarcato l’esigenza di contrastare la presenza dei cervi in alcune zone dell’Iglesiente. «Ci sono ormai oltre 12mila capi – ha detto il direttore di Coldiretti – non si può parlare di rischio estinzione, sarebbe utile prevedere piani di prelievo controllati».

La Commissione, infine, ha espresso parere positivo sul  P/82 (Aiuti per la ripresa dell’attività economica e produttiva delle piccole e medie imprese attive nella produzione agricola primaria danneggiate dalle grandinate dei mesi di giugno e luglio 2015 e dalla tromba d’aria del 4 settembre 2015). Il provvedimento stanzia 1,75 milioni di euro per il ristoro dei danni alle aziende.

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La Quinta Commissione del Consiglio regionale ha avviato questo pomeriggio un ciclo di audizioni sulla proposta di legge n. 227 “Norme in materia di danni all’agricoltura da fauna selvatica”, con le audizioni dei rappresentanti delle associazioni di categoria CIA, Copagri e Confagricoltura e il presidente di Legambiente, Vincenzo Tiana.

Il provvedimento in discussione prevede alcune modifiche alla legge regionale n.1/1977 (Organizzazione amministrativa della Regione e competenza della Giunta, della Presidenza e degli assessorati) e alla legge n.23/1998 (Norme sulla protezione della fauna selvatica e l’esercizio della caccia in Sardegna). Tra le novità introdotte: 1) il trasferimento di competenze dall’assessorato all’ambiente a quello dell’agricoltura in relazione alla gestione degli indennizzi per i danni causati dalla fauna selvatica; 2) la possibilità di commercializzare la carne di animali selvatici abbattuti o catturati nei piani di controllo regolarmente autorizzati; 3) l’esclusione del daino (dama dama) dall’elenco delle specie di fauna selvatica particolarmente protette.

Riguardo a quest’ultimo punto, il presidente della Commissione, Luigi Lotto, ha chiarito in premessa che non si pensa a un inserimento del daino tra le specie cacciabili. «Si tratta invece di sottoporre questa specie, particolarmente diffusa in alcune zone dell’Isola, a piani di controllo – ha spiegato Lotto – ciò consentirebbe di evitare danni agli agricoltori e di regolamentarne la diffusione dei daini nel territorio».

Subito dopo sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni di categoria. Il coordinatore regionale di Copagri Pietro Tandeddu ha espresso perplessità sul trasferimento di competenze riguardo alla gestione degli indennizzi per i danni causati dalla fauna selvatica: «La struttura dell’assessorato all’agricoltura si è notevolmente indebolita negli ultimi anni – ha detto Tandeddu – meglio sarebbe affidare questi compiti alle Agenzie agricole». Il rappresentante di Copagri ha poi invitato la Commissione a prevedere un potenziamento delle risorse stanziate per il ristoro dei danni (400mila euro) e ad escludere un prelievo di fondi dal PSR per finanziare questi capitoli di bilancio».

Su quest’ultimo argomento si è soffermato anche il presidente di Confagricoltura, Luca Maria Sanna, che ha espresso la sua totale contrarietà: «Le risorse del PSR vanno utilizzate per favorire lo sviluppo rurale e non per pagare i debiti di altri assessorati – ha detto Sanna – questo deve essere un punto fermo della legge». Sanna ha chiesto di lasciare in capo all’assessorato all’Ambiente le competenze in materia e di prevedere, eventualmente, un coinvolgimento dell’assessorato della Sanità nei corsi di formazione diretti ai cacciatori e relativi alle corrette modalità di macellazione, trasporto e trattamento delle carcasse di cinghiale, al fine di evitare la diffusione accidentale della peste suina africana.

Martino Scanu, presidente di CIA, ha invece auspicato una legge organica che garantisca una migliore gestione del territorio: «Finora si è pensato solo alla protezione della fauna – ha detto Scanu – sarebbe utile mostrare attenzione anche verso gli agricoltori. Le aziende subiscono danni ingenti dagli animali selvatici. Oltre ai cinghiali, alle cornacchie e ai cormorani, oggi ci sono anche i cervi che in alcune zone del Medio Campidano invadono campi e terreni privati».

Giudizio negativo sulla legge, infine, da parte di Legambiente. Il presidente Vincenzo Tiana ha definito “impropria e velleitaria” la norma in discussione. «Esiste già una legge che regola la gestione della fauna selvatica – ha ricordato Tiana – è la 23 del 1998: prevede la definizione degli ambiti territoriali, l’adozione di un piano faunistico regionale, la predisposizione di specifici piani di gestione. Il problema è che quella legge non è stata mai attuata».

Vincenzo Tiana si è detto contrario a risolvere emergenze senza azioni coordinate: «Un contenimento di alcune specie (cornacchie) può essere fatto utilizzando il calendario venatorio – ha affermato il presidente di Legambiente – quanto ai daini non si può pensare a un abbattimento senza risolvere il problema gestionale del territorio».

Il presidente Lotto ha chiarito la posizione della Commissione: «Non intendiamo intervenire sull’impianto complessivo della legge n.23, lo si farà eventualmente nel Piano faunistico regionale a cui sta lavorando la Giunta. Oggi non si parla di caccia ma di interventi per evitare danni che la Regione non riesce più ad indennizzare».

Le audizioni proseguiranno domani. La Commissione sentirà gli assessori dell’Ambiente e dell’Agricoltura Donatella Spano ed Elisabetta Falchi.  

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Riunione di Giunta regionale

La Giunta, su proposta dell’assessore Virginia Mura, ha stabilito di dichiarare decaduta  e di sostituirla con una di nuova nomina, composta di soli tre membri, uno dei quali sarà nominato Presidente. La decisione è stata assunta al fine di garantire la doverosa e non più procrastinabile attività di verifica sulla regolare esecuzione degli interventi oggetto della vigente Convenzione e della precedente.
Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, la Giunta ha approvato le disposizioni applicative per la gestione del potenziale produttivo vitivinicolo della Sardegna. Nello specifico l’esecutivo ha dato il via libera alla revoca del paragrafo 4.10 dell’allegato alla delibera della Giunta Regionale del 6 agosto 2009 n.39/18 sulle “Disposizioni regionali applicative del Reg. (CE) n. 479/08 relative al potenziale produttivo vitivinicolo”, nella parte che stabilisce che i diritti di reimpianto concessi dopo il 31 luglio 2008 devono essere esercitati nella medesima azienda, per la quale sono stati assegnati, entro la fine dell’ottava campagna successiva a quella in cui ha avuto luogo l’estirpazione. I diritti di reimpianto concessi quindi dopo il 31 luglio 2008 non hanno una data di scadenza di validità. I produttori titolari di diritti di reimpianto, sempre concessi dopo il 31.07.08, validi e non ancora utilizzati al 31 dicembre 2015, possono richiedere la conversione dei diritti in autorizzazioni entro il 31 dicembre 2020 ai sensi del regolamento UE n. 1308/2013. Tali autorizzazioni possono essere utilizzate entro 3 anni dal rilascio ed entro, e non oltre, il 31 dicembre 2023.
Su proposta dell’assessore Luigi Arru, infine, la Giunta ha approvato le linee di indirizzo per la gestione clinica del paziente nefropatico in stadio avanzato, con una integrazione del Nomenclatore Tariffario Regionale delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e Sanità. E’ stato approvato anche il progetto per la riqualificazione della cura a domicilio dei pazienti in area critica con il coinvolgimento dei caregiver e degli assistenti alla persona. E’ stato, inoltre, trasferito il budget assegnato dalla Casa di Lay alla Casa di Cura San Salvatore.

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

La settimana di lavoro della commissioni inizierà martedì 17 novembre alle 10.30 con la riunione della terza commissione (Bilancio). All’ordine del giorno il Dl n.273 (Adeguamento del bilancio per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 alle disposizioni del Decreto legislativo n.118 del 2011 e successive modifiche ed integrazioni) ed il parere finanziario sul Testo unico in materia di energia.

I lavori proseguiranno nel pomeriggio a partire dalle 15.30 con lo stesso programma mentre mercoledì alle 10.00 comincerà un ciclo di audizioni dedicate alle varie iniziative legislative in materia di costituzione dell’Agenzia sarda delle Entrate: Dl n. 246 (Giunta regionale), Pl n.187 (Christian Solinas e più), Plip n.5 (Iniziativa popolare), Pl n. 145 (Busia-Desini).

Anche la quinta commissione (Attività produttive) riprenderà i lavori martedì 17 novembre alle 15.30. In apertura le audizioni delle organizzazioni agricole di categoria e delle associazioni ambientaliste sulla Pl n. 227 (“Norme in materia di danni all’agricoltura da fauna selvatica. Modifiche alla Legge regionale 7/77 – Norme sull’organizzazione amministrativa della Regione Sarda e sulle competenze della Giunta, della Presidenza e degli Assessorati regionali – e alla Legge regionale23/98-Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna e interventi per la lotta alla peste suina”).

La commissione ha inoltre in calendario la discussione, per le parti di competenza, del Dl n.273 (Adeguamento del bilancio per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 alle disposizioni del Decreto legislativo 118/11 e successive modificazioni), del Dl n.176 (Riordino Enti locali) e della P n.82 (Aiuti per la ripresa dell’attività economica e produttiva delle piccole e medie imprese attive nella produzione agricola primaria danneggiate dalle grandinate dei mesi di giugno e luglio 2015 e dalla tromba d’aria del 4 settembre 2015).

Infine, è stata programmata una seduta anche per la giornata di mercoledì 18 novembre, con inizio alle 9.30; gli assessori dell’Agricoltura Elisabetta Falchi e dell’Ambiente Donatella Spano riferiranno sulla Pl n. 227 (“Norme in materia di danni all’agricoltura da fauna selvatica”).

Martedì 17, alle 15.30, tornerà al lavoro anche la prima commissione (Autonomia) per l’esame del Dl n.176 (Riordino degli Enti locali), del Dl n. 192/A – se pervenuto – (Disciplina della partecipazione della Regione, degli Enti regionali e degli Enti locali a società di capitali e consortili), del Dl n.273 (Adeguamento del bilancio per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 alle disposizioni del Decreto legislativo n. 118/11) e del Testo unico sull’energia.

Mercoledì 18 novembre alle 11.30 è poi fissata, davanti alla sesta commissione (Sanità), l’audizione del sindacato nazionale (Fassid-Sinafo) farmacisti dirigenti della sanità pubblica sul “governo della spesa farmaceutica, la spesa per i dispositivi medici e l’assistenza integrativa”.

Alle 15.30 la commissione sentirà invece l’assessore della Sanità Luigi Arru sulla P/83 (Contributi per l’organizzazione ed il funzionamento dei Centri antiviolenza e delle Case di accoglienza).

 

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E’ un bilancio in crescita quello delle coop impegnate nel settore vinicolo della Sardegna che dall’isola guardano con maggiore attenzione i mercati esteri soprattutto a quelli asiatici. Ad illustrare questi cambiamenti sono stati i dirigenti di Legacoop Sardegna nel corso di un’iniziativa che si è tenuta alla Cantina del Rimedio a Oristano, e a cui hanno partecipato anche l’assessore regionale dell’agricoltura, Elisabetta Falchi, e la responsabile nazionale del settore vini agroalimentare di Legacoop, Valentina Sourin.

A indicare i numeri del settore “in crescita” è stato il direttore di Legacoop Daniele Caddeo che, nella relazione introduttiva ha spiegato che Legacoop conta “1.500 soci, 120 occupati, 9 milioni di bottiglie prodotte e fatturato che supera i 30 milioni di euro” per il settore vitivinicolo. Ricordando che la Sardegna ha una produzione di vino pari a 750mila ettolitri, con una percentuale dell’1,6 per cento di quella nazionale, il direttore di Legacoop ha ricordato che il punto di forza e su cui è necessario puntare è quello dell’esportazione. «In questo settore notiamo un più 4 per cento – ha spiegato – con i vini spumanti che fanno da traino e il vino imbottigliato che guadagna terreno». Nei vini imbottigliati «Usa e Canada crescono del 17 per cento e del 10 per cento, mentre nel segmento spumanti ci sono risultati anche più alti». Nel Regno unito poi si registra un “più 50 per cento”«Il mercato in cui si sta spingendo di più è in Asia e in Cina».

Dal direttore di Legacoop anche un’esortazione alle istituzioni affinché ci siano maggiori «controlli verso le aziende beneficiarie di misure economiche si sostegno». Claudio Atzori, presidente di Legacoop Sardegna ha detto che «finalmente il Psr e la struttura regionale hanno portato la cooperazione al centro dello sviluppo dei settori agroalimentari». Valentina Sourin, responsabile tecnico settore vini Legacoop agroalimentare, ha spiegato soprattutto i meccanismi e gli strumenti previsti dal sistema comunitario proprio relativi al settore vinicolo, compresa la predisposizione del cosiddetto “testo unico del vino” in cui si cerchi di “semplificare le norme che regolano il settore”. Riccardo Barbieri ha spiegato difficoltà e problematiche che riguardano il sistema economico finanziario del settore.

L’assessore regionale dell’agricoltura, Elisabetta Falchi, ha ricordato l’importanza programmazione. L’assessore ha poi rimarcato l’importanza dei mercati esteri e gli strumenti messi a disposizione dalla Regione per sostenere gli investimenti alle aziende agricole. Un passaggio dell’intervento dell’assessore ha riguardato poi i bandi. «Ci saranno i bandi a sportello – ha spiegato – un bando è aperto e resta aperto un anno e mezzo e non si dovrà più rincorrere una scadenza».

Vigneti Is Solinas 26

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 Prosegue il programma di incontri organizzati dall’assessorato regionale dell’Agricoltura per la presentazione del nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 nei territori della Sardegna.
Oggi l’assessore Elisabetta Falchi è stata a Siniscola, nell’aula magna dell’ITCG “Luigi Oggiano”, dove ha incontrato entinaia di persone, fra cui molti giovani.
«Siniscola non è solo turismo», ha detto un pastore poco prima dell’avvio dei lavori all’assessore Falchi. «Siniscola e i centri del circondario – ha proseguito il pastore – sono allevamento del bestiame, pesca, olivicoltura, viticoltura, ortofrutta». Un comparto variegato e ricco di spunti che ha permesso alla titolare dell’Agricoltura di illustrare il PSR partendo proprio dalla tipicità produttiva del territorio che dal mare arriva fino ai vigneti del Sologo e alle montagne del Montalbo.
Dopo i saluti ufficiali del sindaco, Rocco Celentano, che ha fatto il punto sulla realtà produttiva agricola di Siniscola, hanno preso la parola il dirigente scolastico dell’ITCG “Luigi Oggiano”, Andrea Antonio Fadda, e il presidente dell’Ordine degli Agronomi di Nuoro, Antonio Denti.
«Abbiamo deciso di presentare il PSR nei territori, nei centri più piccoli, escludendo in questa prima fase le grandi città, perché intendiamo recarci nei luoghi in cui l’agricoltura è una delle economie portanti – ha detto Elisabetta Falchi -. Oggi siamo a Siniscola, siamo stati a Bonassai, saremo domani a Terralba e la prossima settimana a Sestu. Andiamo nei territori, fuori gli uffici di Cagliari, perché è proprio dalle diverse zone della Sardegna che devono partire le idee, i consigli e i progetti per migliorare la programmazione agricola. Chi meglio degli amministratori locali, degli imprenditori, dei rappresentanti delle associazioni di categoria o professionali può raccogliere le esigenze e le necessità reali del territorio? Come Giunta abbiamo scelto di ragionare sulle politiche di intervento non lavorando solo da Cagliari, ma delocalizzato e valorizzando la progettazione periferica.»
L’assessore dell’Agricoltura è poi entrata nell’anima che contraddistingue questo PSR dagli interventi passati: «La qualità delle produzioni è l’arma commerciale su cui intendiamo puntare per sfidare i mercati internazionali. Una qualità agroalimentare che va di pari passo con quella ambientale. Ed è per questo che abbiamo sostenuto con maggior vigore gli investimenti sul benessere animale, destinato fino a oggi solo al comparto ovino, e allargato nel nuovo PSR a bovini e suini».
La prossima presentazione del PSR è prevista per domani, dalle 17.00 alle 20.00, nel Teatro Comunale di Terralba, in Piazza Libertà.