22 December, 2024
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Elisabetta Falchi 2

La Giunta regionale ha dato il via libera al Comitato di sorveglianza sul nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 approvato da Bruxelles lo scorso 19 agosto, proposto dall’assessore dell’Agricoltura e Riforma agropastorale, Elisabetta Falchi. Il Comitato ha il compito di valutare l’attuazione del programma e i progressi compiuti nel conseguimento dei suoi obiettivi. «Con l’istituzione del ventisettesimo Comitato di Sorveglianza sul Psr – ha spiegato Elisabetta Falchi – abbiamo cercato di rappresentare al meglio i diversi spaccati della società coinvolti a vario titolo nell’applicazione della nuova programmazione agricola in Sardegna. Abbiamo cercato di dare voce a tutti nell’ottica di raccogliere ogni contributo utile alla miglior riuscita degli interventi nei prossimi sette anni».
Il Comitato di sorveglianza è presieduto dall’assessore dell’Agricoltura o da un suo delegato ed è composto dall’Autorità di Gestione, rappresentata dal Direttore generale dell’assessorato dell’Agricoltura, dai Direttori di servizio responsabili delle misure del Psr, dai direttori generali delle Agenzie regionali Argea, Laore e Agris, dalle Autorità di gestione del PO FSE Sardegna 2014-2020, del PO FESR Sardegna 2014-2020 e del PO Cooperazione Territoriale. Vi è poi il responsabile regionale del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp) 2014-2020, l’Autorità ambientale regionale, un rappresentante dell’Arpas Sardegna e un altro dell’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna. Fa parte del Comitato anche l’Autorità per i diritti e le pari opportunità, un rappresentante del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) e uno del ministero dell’Ambiente e tutela del territorio e del mare e un altro del ministero dell’Economia e finanze. Vi è poi un rappresentante di Agea, cinque del Partenariato istituzionale (Unione delle province sarde, Anci Sardegna, Unione nazionale Comuni comunità enti montani, Unioncamere Sardegna e GAL) e tre indicati da Università, centri di ricerca e formazione.
Ben 39 componenti rappresentano il Partenariato economico e sociale. Si va dai quattro delegati delle organizzazioni agricole (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copragri), ai cinque delle organizzazioni dei lavoratori agricoli (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal). Sei rappresentanti vanno alla cooperazione agricola e agroalimentare e altrettanti alle organizzazioni industriali, artigianali e commerciali del settore. Un rappresentante sarà invece di Assoboschi e uno di Assoenologi. Uno e uno andranno anche alle Associazioni dei consumatori e alle Organizzazioni ambientaliste/Ong con competenze specifiche nel settore dei cambiamenti climatici. Infine, quattro rappresentanti saranno dei Consorzi di Tutela e altrettanti delle Organizzazioni dei produttori, mentre due andranno agli Ordini professionali, e uno alle Associazioni bancarie e consorzi fidi, uno alle Organizzazioni biologiche, uno ai Consorzi di bonifica e un altro ancora al Partenariato economico e sociale del terzo settore, e Ong che promuovono attività di antidiscriminazione a tutela dei diritti delle persone con disabilità.

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expo-2015-logo

«Qualità e sicurezza alimentare dei prodotti tipici della Sardegna: dall’allevamento alla tavola» è il tema della Tavola rotonda, organizzata dall’assessorato regionale della Sanità e in programma domani, 21 ottobre, al Conference Center dell’Expò di Milano, con inizio alle 10.00.
Parteciperanno Silvio Borrello, direttore generale della Sanità Animale e dei Farmaci veterinari del ministero della Salute; l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi; Davide Calderone, Direttore generale Assica; Roberto Moncalvo, presidente nazionale Coldiretti; Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna; Luca Sanna, presidente Confagricoltura Sardegna; Joaquim Goyache, Dipartimento Sanità Animale Università Complutense di Madrid; Eraldo Sanna Passino, direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’università degli Studi di Sassari; Marco Pittau, Dipartimento di Medicina veterinaria Università degli Studi di Sassari; Alberto Laddomada, direttore generale Istituto zooprofilattico della Sardegna; Giuseppe Pulina, direttore generale Ente Foreste Regione Sardegna; Daniela Mulas, direttore Servizio Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’assessorato regionale della Sanità.

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La Giunta regionale ha dato il via libera all’Agenzia regionale Argea per la stipula della convenzione con Agea (Agenzia nazionale per le erogazioni in Agricoltura), che permetterà il riesame delle domande in anomalia delle annualità 2011-2013 derivanti dal refresh sull’uso dei suoli, eleggibili o meno a finanziamento europeo. La convenzione prevede di ampliare le competenze dello Sportello territoriale di servizio al pubblico Agea, gestito da funzionari Argea, che si occuperà di curare la raccolta e l’istruttoria delle richieste di riesame delle domande di agricoltori e pastori. Qualora necessario, si effettueranno anche nuovi controlli in loco finalizzati all’interpretazione delle situazioni controverse.
L’autorizzazione dell’Esecutivo, su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, è giunta dopo mesi di continue interlocuzioni portate avanti dalla titolare dell’Agricoltura e dal presidente Francesco Pigliaru con il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, e gli uffici di Agea a Roma.
La convenzione stabilisce che la Regione, attraverso Argea, metta a disposizione le risorse professionali, strumentali e logistiche, mentre Agea si impegna ad assicurare la formazione del personale, l’assistenza tecnica e il supporto operativo al personale addetto allo sportello, le applicazioni informatiche.
Si prevede che dalla prima decade di novembre potranno essere presentate le nuove istanze di riesame ad Argea, che provvederà all’analisi delle pratiche e ai controlli sul posto.

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Lo SDIRS – il Sindacato Dirigenti e Direttivi della Regione Sardegna – solleva dubbi di legittimità su alcuni punti della procedura appena avviata per l’individuazione del nuovo direttore generale di Agris Sardegna, e chiede che la stessa sia riconsiderata, “in termini di autotutela”.

In una nota inviata alla Direzione generale dell’assessorato dell’Agricoltura (e per conoscenza agli assessori Elisabetta Falchi e Gianmario Demuro) lo SDIRS fa notare che l’avviso pubblico approvato con la determinazione n. 16498-962 del 7 ottobre 2015 è stato modificato rispetto a quello che – nel 2014 – aveva permesso di assegnare l’incarico di direttore generale, per un anno, senza contestazioni. «Il buon senso porta a chiedersi perché ora si voglia abbandonare una strada già percorsa e conosciuta per intraprenderne una sconosciuta e di dubbia percorribilità», si chiede il sindacato.

Oggetto delle critiche è in particolare il punto d) dell’art. 2 dell’avviso pubblico, che in sostanza mette alla pari come requisiti l’avere ricoperto per almeno cinque anni incarichi di responsabilità amministrativa, tecnica e gestionale in strutture pubbliche o private e – in alternativa – «avere ricoperto incarichi di coordinamento di progetti di ricerca e/o Innovazione Tecnologica nazionali e/o internazionali che abbiano comportato responsabilità verso i committenti relativamente alla stesura del progetto, la allocazione delle risorse, la gestione del progetto, il monitoraggio della spesa e la verifica dei risultati. Tale requisito sarà considerato sussistente per un massimo di un anno per i progetti di durata inferiore ai tre anni e per un massimo di due anni per i progetti di durata superiore. In ogni caso tale requisito sarà considerato sussistente per un massimo complessivo di due anni».

«A parte la farraginosità del concetto espresso – osserva la nota firmata dal segretario generale del sindacato, Cristina Malavasi – sembra di essere davanti al tentativo, neanche tanto nascosto, di collocare il coordinamento di progetti di ricerca sullo stesso piano degli incarichi dirigenziali. Varrebbe quindi il principio – valido solo per Agris ed in barba al “sistema Regione” – che un soggetto privo della qualifica di dirigente possa assumere addirittura la direzione generale di un Ente.»

Palazzo della Regione 1

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A Santa Giusta, nella sede dell’Agenzia Argea, l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni dei produttori, delle associazioni di categoria, del mondo della cooperazione, degli industriali e dei consorzi di tutela dei formaggi dop. Il confronto si rende necessario in vista dei provvedimenti ministeriali che dovranno dare attuazione alla normativa sull’attività degli organismi che riuniscono le diverse anime di un comparto fondamentale nell’ampio contesto dell’agroalimentare.
«La Regione, che sostiene con convinzione tutto il percorso dell’interprofessione – ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi -, intende anticipare in termini operativi le indicazioni che arriveranno dal ministero delle Politiche agricole per essere pronta a far valere le ragioni del settore lattiero caseario, uno dei punti di forza dell’apparato produttivo della Sardegna.».
Dall’incontro è scaturita la decisione di dare vita a un gruppo di lavoro composto da 12 persone in rappresentanza di tutte le organizzazioni del comparto. Il gruppo ristretto ha il compito di valutare tutti gli aspetti relativi al ruolo, attività e ambito
territoriale dell’organizzazione interprofessionale che dovrà avere, alla fine del percorso, il riconoscimento del ministero delle Politiche agricole.
«Sono fiduciosa. Confido che, in tempi brevi, nasca, in Sardegna, la prima organizzazione Interprofessionale del settore lattiero caseario ovino – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – per rendere possibile un’equilibrata programmazione attraverso politiche mirate di commercializzazione e di valorizzazione della qualità delle produzioni in tutti i mercati.»

Elisabetta Falchi 2

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La V Commissione “Attività Produttive”  ha sentito questa mattina gli assessori dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, e dell’Ambiente, Donatella Spano. Al centro delle due audizioni, in particolare, gli aspetti legati alla realizzazione di impianti eolici in terreni agricoli.

L’assessore Falchi ha ribadito il massimo impegno della Giunta in materia di energia con la recente approvazione delle linee guida del Piano energetico regionale. «E’ nostra intenzione stabilire prioritariamente il fabbisogno energetico dell’Isola – ha detto Falchi – una volta concluso questo passaggio capiremo come e dove intervenire per evitare speculazioni e scongiurare danni all’ambiente».

Sull’eolico in agricoltura, l’assessore ha chiarito che le politiche energetiche della Giunta saranno in linea con quelle europee: «L’idea è quella della multifunzionalità delle imprese, gli agricoltori devono avere la possibilità di installare mini-impianti per abbattere i costi di gestione e integrare il reddito aziendale». L’esponente della Giunta Pigliaru ha poi manifestato qualche perplessità sulla possibilità di realizzare gli interventi in alcune aree della Sardegna sottoposte a vincolo paesaggistico: «In questi casi temo che non sarà facile installare le pale – ha affermato Elisabetta Falchi – il tema dovrà essere necessariamente approfondito».

L’assessore ha poi risposto alla sollecitazione del consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi che ha chiesto di conoscere la posizione dell’esecutivo sul solare termodinamico e sulle zone in cui realizzare gli impianti. «Il termodinamico è una delle opzioni in campo per una Regione che si candida a diventare territorio ecosostenibile – ha detto l’assessore Falchi – se ben impostato, può essere una valida alternativa nella produzione di energia. Verranno privilegiati i progetti da realizzare nelle aree minerarie dismesse che hanno a disposizione grandi estensioni di terreni ormai compromesse. In questo modo non verranno sottratti spazi utili alle zone a vocazione agricola e, allo stesso tempo, si eviteranno interventi a macchia di leopardo».

Nel dibattito sono intervenuti diversi consiglieri. Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha manifestato preoccupazione sul destino del Testo Unico paventando una possibile impugnazione del provvedimento «perché non conforme alla normativa europea».

Antonio Gaia (Ups) ha rimarcato la necessità di impostare il nuovo Piano energetico sulle rinnovabili e, su questo punto, ha chiesto di aprire un confronto serrato con lo Stato e con Bruxelles.

Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda) ha invece sottolineato la necessità di definire con chiarezza i criteri per le autorizzazioni alle imprese in modo da evitare speculazioni.

Il presidente della Commissione Luigi Lotto (Pd) ha assicurato la massima attenzione su tutti gli aspetti segnalati dai consiglieri che saranno affrontati  una volta che la Giunta trasmetterà al Consiglio la documentazione sulle linee guida del Piano energetico. Sul Testo Unico, invece, Lotto ha precisato che la proposta scaturita dalla Commissione ha un obiettivo preciso: dare la possibilità alle aziende agricole di produrre e vendere energia ed impedire l’assalto ai terreni da parte di società esterne. «Vanno messi dei paletti per evitare che si realizzino parchi eolici camuffati – ha detto Lotto – la ratio della norma è duplice: evitare speculazioni e incentivare la multifunzionalità delle imprese agricole».

Nell’audizione successiva, l’assessore all’Ambiente Donatella Spano ha manifestato apprezzamento per il testo predisposto dalla Commissione. «L’impianto è condivisibile – ha detto Spano – recepisce il Dl della Giunta sull’efficientamento degli edifici e introduce novità importanti per il mondo agricolo».  Spano è poi entrata nel dettaglio del provvedimento segnalando alcune incongruenze di carattere tecnico contenute nel testo e un possibile profilo di incostituzionalità nella parte in cui si introducono dei limiti per la produzione di energia e per le autorizzazioni riservate a un’unica categoria di imprenditori.

Sui rischi di un forte impatto ambientale degli interventi, Donatella Spano ha suggerito alla Commissione di riflettere sulla possibilità di prevedere un incentivo per i consorzi di agricoltori («consentirebbe di ridurre il numero delle pale  e di utilizzare le migliori tecnologie a disposizione»).

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha chiesto all’assessore di  tenere in considerazione due aspetti: 1) la possibilità di ricorrere al fotovoltaico nelle zone agricole non esposte al vento, 2) tempi certi per la definizione delle istruttorie delle pratiche.

Stessa richiesta è stata avanzata da Antonio Gaia (Ups) che ha sollecitato una disciplina più agile in modo da evitare inutili e dannose sovrapposizioni tra i soggetti responsabili dei procedimenti (SUAP e SAVI).

L’assessore Spano ha ricordato che la strada della semplificazione è un obiettivo primario della Giunta. «Per rendere le procedure più agili abbiamo già istituito uno sportello unico – ha concluso l’assessore – il problema delle lungaggini non dipende dalla Regione. Spesso i giudizi della sovraintendenze sono dirimenti».

I lavori della Commissione proseguiranno nel pomeriggio con le audizioni degli assessori dell’Urbanistica e dell’Industria Cristiano Erriu e Maria Grazia Piras.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

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Sarà l’Agenzia regionale per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura (Argea) a gestire le istanze di riesame sulla PAC, che le aziende agricole sarde presenteranno per la verifica delle anomalie derivanti dal refresh sulle superfici, effettuato nel 2013. «Si tratta di un risultato raggiunto grazie all’enorme lavoro svolto dal nostro assessorato e dal presidente Pigliaru con il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, e con l’Organo pagatore nazionale (Agea)». Così l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha commentato l’importante novità che permetterà di accelerare l’iter del riesame delle domande in anomalia sul refresh per le annualità 2011, 2012 e 2013.

Nei giorni scorsi è stato definito l’accordo tra Agea (che gestisce le pratiche di pagamento istruite per gli agricoltori dai Centri di assistenza agricola) e Argea per il rafforzamento delle competenze dello sportello regionale, già operativo nella risoluzione di anomalie relative a domande del Programma di Sviluppo rurale. L’accordo verrà ratificato nei prossimi giorni con la stipula di una convenzione che consentirà ai funzionari di Argea di riaprire i termini per la presentazione di istanze di riesame e di effettuare i controlli in loco sulla base dei regolamenti in uso dall’Organismo pagatore nazionale. L’accordo prevede inoltre un breve periodo di formazione per i funzionari identificati. L’intera procedura verrà gestita sul Sistema informativo agricolo nazionale (Sian) e riguarderà le domande PAC e PSR relative al triennio 2011-2013 per le quali sono state riscontrate anomalie relative alla modifica dell’uso dei suoli.

Si prevede che dalla prima decade di novembre possano essere presentate le nuove istanze di riesame ad Argea, che provvederà all’analisi delle pratiche e ai controlli sul posto.

Nel 2013 Agea ha provveduto ad aggiornare la banca dati grafica dei suoli con il progetto refresh, attraverso una copertura fotografica del territorio regionale. Tale aggiornamento, voluto dall’Ue, ha generato un forte incremento delle superfici considerate “non agricole” e come tali non soggette ad aiuto o comportanti riduzione degli aiuti già concessi per mancato mantenimento dell’impegno.
Fin da subito, l’assessore Falchi ha attivato un’intensa interlocuzione con Mipaaf e Agea volta a definire con esattezza l’impatto del refresh sul periodo di programmazione che si sta concludendo, PSR e Pagamenti Diretti, e su quello di prossimo avvio del 2014-2020.

Dal canto suo, Agea si è impegnata a verificare tutte le particelle che con il refresh hanno modificato il loro uso diventando superfice “non agricola” e di conseguenza risultanti in anomalia.
Buona parte di questo lavoro è stato oggi concluso e le criticità sulle domande uniche e su quelle del PSR sono state eliminate quasi in toto. Permangono, tuttavia, un numero limitato di pratiche delle annualità 2011, 2012 e 2013 sulle quali interverrà, dopo l’accordo di questi giorni, il personale dell’Agenzia regionale Argea.

Per il futuro, su proposta dell’assessore Falchi, è stato superato il problema modificando il decreto ministeriale del 18 novembre 2014, dove le superfici cespugliate eleggibili a pagamento erano inizialmente del 30% per passare poi al 50%, attraverso il riconoscimento del pascolo tradizionale per gli allevamenti della nostra Isola.

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Dieci milioni in più per la realizzazione del nuovo ponte di Sant’Antioco. E’ uno degli interventi inseriti nella rimodulazione degli interventi infrastrutturali sulla viabilità di competenza dell’assessorato dei Lavori Pubblici nell’ambito del “Piano Sulcis”, approvata oggi dalla Giunta regionale, presieduta dal presidente, Francesco Pigliaru. Ora le risorse disponibili per la realizzazione del progetto ammontano a 25 milioni. La somma aggiuntiva era già stata programmata nel Piano Regionale delle Infrastrutture. Il ponte, più alto, verrà realizzato affianco a quello attuale che verrà abbattuto una volta ultimati i lavori di costruzione.
Alla circonvallazione di Sant’Antioco (Statale 126), inoltre, sono stati destinati 5 milioni in più rispetto ai 10 originariamente previsti: la copertura finanziaria è assicurata dallo spostamento dell’importo destinato alla messa in sicurezza della tratta fra Sant’Antioco e Calasetta, che ha richiesto un importo di 5 milioni e 600mila euro invece che 10 e 600 come stimato in un primo momento.
Sempre su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, la Giunta ha dato il via libera alla ricostituzione dell’Unità Tecnica Regionale per i lavori pubblici. Quella senza diritto di voto è così composta: Giovanni Maria Sechi, Andrea Saba e Maurizio Meloni (Acque pubbliche, Dighe, Opere idrauliche, Opere idriche e di bonifiche); Gian Paolo Ritossa (Opere marittime); Antonello Sanna, Giovanni Antonio Mura, Clara Pusceddu, Franco Niffoi (Edilizia, Urbanistica, Beni culturali e archittetonici); Italo Meloni e Francesca Maltinti (Viabilità); Pietro Francesco Cadoni e Emilio Ghiani (Impianti tecnologici e industriali, Elettrotecnica); Mauro Pompei e Paolo Roggero (Scienze geologiche e Scienza Agrarie e forestali); Francesco Caput (Discipline giuridiche e amministrative). Dell’Unità tecnica regionale con diritto di voto fanno invece parte: Edoardo Balzarini, Roberto Silvano, Marco Dario Cherchi, Salvatore Mereu, Valeria Sechi, Alberto Piras, Elisabetta Neroni, Alessandro Pusceddu, Giuseppe Biggio, Giuseppe Maria Sechi.
La Giunta regionale riunita in viale Trento con il presidente Francesco Pigliaru ha approvato, su proposta dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, la ripartizione della dotazione finanziaria complessiva di 444 milioni e 800mila euro del Por FSE 2014-2020 destinandole alle diverse azioni da esso previste, quale primo atto nell’ambito del processo di programmazione unitaria. Alle politiche per l’occupazione sono assegnati 171.248.000 euro; alle Politiche di inclusione sociale 88.960.000; alle politiche per l’istruzione e la formazione 155.680.000; per la Capacità istituzionale arrivano 15.568.000 e, infine, 13.344.000 euro sono assegnati al Miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza della programmazione regionale.
Su proposta del presidente Pigliaru è stato nominato, nella persona del dottor Mario Pingerna, il componente effettivo il collegio sindacale dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa (AREA), con funzioni di presidente del collegio.
La delibera illustrata dall’assessore della Sanità Luigi Arru e approvata dall’Esecutivo modifica e integra i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici relativi alle attività sanitarie di Unità Farmaci Antitumorali e Day Hospital Oncologico, così come richiesto dalle circolari ministeriali del 7 settembre 2007 e del 14 ottobre 2008, e i requisiti relativi al Centro Dialisi di Riferimento e al Centro Dialisi ad Assistenza Decentrata. Con lo stesso provvedimento la Giunta ha approvato i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi della Sala Autoptica.
La Giunta ha autorizzato la proposta dell’assessore Gianmario Demuro, di concerto con l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, alla stipula delle intese tra ARGEA e gli enti interessati per le assegnazioni temporanee finalizzate all’istruttoria delle domande di pagamento a valere sul PSR 2007/2013 per il periodo settembre – dicembre 2015. Le intese consentiranno di evitare il disimpegno delle somme e di far fronte agli impegni assunti dalle imprese agricole, dagli enti locali e dai GAL.
Proposta dall’assessore Cristiano Erriu, la delibera approvata quest’oggi revoca la precedente, la n. 32/60 del 15 settembre 2010, a seguito dell’intesa in sede di Conferenza Regione – Enti locali che eroga, a valere sul Fondo unico Enti locali 2015, 212 milioni di euro e garantisce anche le esigenze degli enti per le quali la delibera del 2010 era stata adottata.
Via libera dalla Giunta, infine, su proposta dell’assessore Raffaele Paci, agli indirizzi per l’ampliamento dei beneficiari e delle operazioni eleggibili nell’ambito del Fondo regionale di garanzia per le PMI operanti in Sardegna. L’Esecutivo ha, di fatto, allineato la normativa regionale a quella europea, in modo da includere tutti i soggetti aventi diritto.
Ponte di Sant'Antioco 1 copia Papazzo della Regione 1

 

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L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha presentato stamane nell’audizione tenuta nella V commissione consiliare, presieduta da Luigi Lotto (Pd), le “misure” contenute nel Programma di sviluppo rurale 2014-2020 (Psr), approvato lo scorso 19 agosto dalla commissione europea. Il piano, che era stato trasmesso all’attenzione degli uffici di Bruxelles il 22 luglio del 2014, ha risorse pari a 1.308.406.250 euro, il 48% delle quali a valere sul fondo Feasr (628.035.000 euro), il 36.4% sui fondi dello Stato (476.259.875 euro) e la restante parte (204.111.375 euro) di compartecipazione della Regione sarda. «La compartecipazione regionale – ha sottolineato l’assessore – è doppia rispetto al precedente Psr».

La spesa del piano è programmata in sei “priorità”: “la priorità 1” (Promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali) è trasversale alle altre 5, dove sono distribuite, dunque, le risorse. La “priorità 2”, relativa al potenziamento della redditività delle aziende agricole e la competitività dell’agricoltura conta su 259.010.000 di euro, pari al 19,80% di risorse sul totale di 1.308.406.250 euro. Le risorse imputate alla “priorità 3” (promozione della filiera alimentare, compresa la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli e il benessere animale) sono pari a 328.106.560 euro (25.8%); quelle della “priorità 4” (preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura) ammontano a 491.963.330 euro (37.6%); alla “priorità 5” (incentivare l’uso efficiente delle risorse) sono destinati 57.988.340 euro (4.43%) ed alla “priorità 6” (inclusione sociale, riduzione delle povertà e sviluppo economico delle zone rurali) sono riservati 161.338.875 euro (12.33%).

Il piano si suddivide in 20 “misure” ed all’interno di ciascuna sono ricomprese le rispettive “sottomisure”.

L’assessore Falchi ha espresso soddisfazione per la positiva conclusione del confronto con la commissione di Bruxelles («il nuovo Psr presenta meno rigidità rispetto al precedente e garantisce una maggiore flessibilità nella programmazione delle risorse») ed ha preannunciato una puntuale campagna di informazione nei diversi territori dell’Isola sul Psr 2014-2020 nonché una serie di iniziative utili a garantire la più ampia diffusione dei suoi contenuti e delle relative opportunità.

«Il nuovo impegno che ci attende – ha dichiarato l’assessore dell’Agricoltura della – è ora quello di procedere con la predisposizione dei bandi e accelerare procedure e iter per migliorare l’efficacia e la rapidità della spesa». A questo proposito Elisabetta Falchi ha espresso la volontà di procedere con i “bandi a sportello” per gli investimenti di importo limitato, ipotizzando una soglia massima intorno ai 40.000 euro.

L’assessore, nel corso dell’audizione, sollecitata anche dalle richiesta formulate dal presidente Lotto, dai consiglieri Gianmario Tendas (Pd), Oscar Cherchi (Fi), Antonio Gaia (Cps) e Piermario Manca (Sdl) è entrata maggiormente nel dettaglio delle misure relative al cosiddetto  “benessere animale” e “al primo insediamento in agricoltura”.

Per quanto attiene il primo aspetto, ricompreso nella “priorità 3” del Psr, è stata sottolineata la novità che estende gli interventi non solo per i capi ovini (75.000.000 di euro) ma anche per gli allevamenti di suini (50.638.230 euro) e bovini (50.000.000). «L’estensione dei pagamenti per il benessere animale, in  particolare al settore dei suini, rientra nelle azioni utili per sconfiggere definitivamente la peste suina in Sardegna» ha dichiarato l’assessore che ha poi ricordato che «con l’approvazione del nostro piano l’Europa, dopo le perplessità in ordine alla qualificazione dei sostegni come aiuti di Stato, riconosce che le misure di sostegno al benessere animale aiutano le aziende sarde a crescere e non a mantenersi».

In merito agli aiuti per l’avviamento di attività per i giovani agricoltori (risorse pari a 50.000.000 di euro), l’assessore Falchi ha precisato che sono previsti due livelli di sostegno: 50.000 euro in caso di business plan che prevede il “pacchetto giovani” e che, dunque, aderisce ad altre misure contenute nel Psr 2014-2020, mentre il sostegno scende a 30.000 euro nel caso il business plan non realizzato nell’ambito del pacchetto giovani.

Nelle fasi conclusive l’audizione in commissione l’assessore Falchi, il direttore generale dell’Agricoltura (Sebastiano Piredda) e quello di Argea (Gianni Ibba) si sono confrontanti con il presidente Luigi Lotto e attraverso una serie di interlocuzioni con diversi consiglieri, sull’annoso problema relativo ai criteri utilizzati in sede ministeriale per la determinazione delle cosiddette “zone svantaggiate”; sul pericolo della eccessiva parcellizzazione dei pagamenti per “indennità compensativa” in considerazione del venir meno dei vincoli per individuare i potenziali beneficiari e sull’opportunità di porre in capo ad “Argea Sardegna” i pagamenti in agricoltura oggi di competenza di Agea (ente nazionale con sede a Roma).

Elisabetta Falchi 2

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Riunione di Giunta regionale

La Giunta regionale ha stanziato 725 milioni di euro fino al 2020, 229 milioni solo per il 2015 per sostenere la competitività delle imprese sarde, creare nuova occupazione e rilanciare l’economia. Su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, l’Esecutivo, infatti, ha approvato la Strategia imprese e competitività all’interno della Programmazione Unitaria 2014-2020. Un serrato lavoro all’interno della Cabina di Regia istituita a marzo con gli assessori dell’Industria Maria Grazia Piras, del Turismo Artigianato e Commercio Francesco Morandi, dell’Agricoltura Elisabetta Falchi e della Pubblica Istruzione e Beni Culturali Claudia Firino ha portato alla delibera approvata dopo le Strategie Scuola-Università e Lavoro. Identico il principio alla base del lavoro della Cabina di Regia, ovvero programmare tutte insieme le risorse disponibili – europee, nazionali e regionali – destinandole a un settore nella sua interezza e per tutta la durata della programmazione, cardine su cui ha ruotato l’intera manovra finanziaria.
«La programmazione unitaria è una scelta di governo di questa giunta, e c’è stato un grande impegno da parte di tutti gli assessori coinvolti – ha detto il presidente Pigliaru aprendo la presentazione della delibera alla stampa -. Partiamo da una situazione estremamente difficile e sappiamo che i problemi non conoscono confini tra assessorati e competenze. L’obiettivo è aiutare tutte le imprese, di tutti i settori e di tutte le dimensioni. Il primo punto è l’innovazione, che deve permeare l’intero sistema produttivo, perché cresca attraverso lo sviluppo tecnologico. Poi l’internazionalizzazione, perché non si può continuare a pensare solo ai piccoli, affaticati mercati locali quando là fuori c’è un intero mondo potenzialmente interessato ai nostri prodotti. Dopo la grande promozione di Expo ora lavoriamo per aprire i mercati e continuare ad attrarre investimenti. Ancora, sappiamo che per parlare con l’esterno le imprese devono crescere e soprattutto fare rete tra loro, così da poter assumere tanti giovani con alte qualifiche. Il nostro ruolo è mettere le imprese nelle condizioni di compiere questo percorso.» 
«Al centro di questo intervento c’è l’impresa. L’impresa che fa investimenti, che mette in gioco capitale e rischia, che crea lavoro e nuova occupazione – ha sottolineato il vicepresidente della Regione -. Quindi non pensiamo per settori, non solleviamo barriere: un’impresa è un’impresa e noi con questo intervento così importante vogliamo per esempio favorire l’internazionalizzazione, gli investimenti, la filiera e le reti d’impresa, per creare subito nuova occupazione e far ripartire l’economia della nostra terra. Allo stesso tempo, pur superando le barriere settoriali, individuiamo strumenti finanziari specifici per agevolare gli investimenti delle micro imprese che operano in prevalenza nell’artigianato e nel commercio: per il 2015 sono già disponibili 8 milioni di euro». Nella Strategia appena approvata sono compresi anche strumenti specifici per le imprese che operano in agricoltura e nei processi di prima trasformazione dei prodotti agricoli, per esempio vino e formaggi.
La Strategia Competitività interessa dunque più assessorati. L’Agricoltura, con l’assessore Elisabetta Falchi che ha annunciato il ricorso anche a bandi a sportello che abbiano una visione di filiera per accelerare i tempi e favorire le imprese; l’Industria, per la quale l’assessore Maria Grazia Piras ha assicurato il ruolo di accompagnamento delle piccole imprese verso l’internazionalizzazione e l’alta formazione del Management grazie a un accordo con l’Istituto per il commercio estero; i Beni Culturali, con l’assessore Claudia Firino che ha ribadito l’importanza della presenza dell’industria culturale e della creatività che prelude alla crescita professionale ed economica del settore per il quale si concretizza un deciso rafforzamento, anche attraverso la creazione di reti e il sostegno alle residenze creative; e il Turismo, con un doppio livello di intervento come ha spiegato l’assessore Morandi: assicurare un livello di sopravvivenza post crisi alle imprese e aiutarle a investire e dunque a crescere, in una logica multisettoriale che non schiaccia anzi rispetta le specificità delle imprese che hanno pari dignità.
La programmazione si divide in due parti. La prima, trasversale per tutti i tipi d’impresa, finanzia: Innovazione e Ricerca; Internazionalizzazione e Attrazione degli Investimenti; gli investimenti delle Imprese o delle Reti. La seconda si occupa nello specifico di Turismo e Imprese Creative. Le strategie per il comparto Pesca e Acquacoltura e gli investimenti per le aree umide sono attualmente oggetto di definizione e saranno inquadrati all’interno delle risorse e degli strumenti del Piano Operativo della Pesca (FEAMP 2014-2020) previsto per il prossimo anno.
I 229 milioni del 2015 derivano per la maggior parte da fonti comunitarie (75%), in parte minore da finanziamenti regionali (24%) e per la restante da fonti statali (1%). Cinque, dunque, gli obiettivi previsti dalla delibera.
Sviluppo tecnologico e innovazione – Ci sono 37 milioni nel 2015 e oltre 170 per tutto il periodo a disposizione per innovazione, ricerca industriale e sperimentale, promozione di start up innovative nel settore agricolo.
Internazionalizzazione e Attrazione investimenti – 11 milioni e mezzo quest’anno e 23 nei prossimi.
Sostegno alle imprese e Reti di imprese – Progetti di filiera e sviluppo locale, pacchetti integrati di agevolazione e contratti di Investimenti, razionalizzazione del sistema dei Consorzi Fidi, strumenti di accesso al credito per le imprese agricole: 148 milioni nel 2015, 395 fino al 2020.
Turismo sostenibile – Valorizzazione degli attrattori ambientali e del patrimonio materiale e immateriale della Sardegna: 20 milioni quest’anno, 68 fino alla fine della programmazione.
Imprese Creative – Tredici milioni nel 2015 e 68 fino al 2020 per sviluppo e promozione dei servizi culturali e ricreativi, promozione della lettura, rafforzamento delle infrastrutture materiali e immateriali a supporto del sistema culturale.

«Scelte importanti, finanziamenti mirati, utilizzo di tutti i fondi disponibili contemporaneamente, niente sovrapposizioni e duplicazioni: su questi principi ha lavorato la Cabina di Regia dal 16 marzo in poi e sta già lavorando alle prossime priorità» ha sottolineato l’assessore Paci.

«In sintesi stiamo mettendo in campo una strategia per creare opportunità di lavoro favorendo la competitività delle imprese: programmi, azioni, bandi risorse», ha concluso il presidente Pigliaru.