19 July, 2024
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«Con il nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, in approvazione questi giorni a Bruxelles, lavoreremo allo scopo di snellire i bandi e la loro attuazione con regole chiare, semplici e di facile comprensione per gli imprenditori agricoli». Lo ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, che ha aggiunto: «Il progetto di riorganizzazione delle strutture dell’assessorato e delle Agenzie agricole regionali avrà come obiettivo la semplificazione delle procedure, tempi certi per le istruttorie delle pratiche e dei pagamenti ad agricoltori e pastori».
L’assessore dell’Agricoltura ha fatto anche il punto sul tema del refresh (l’aggiornamento dei dati sulla destinazione dei suoli ammessi a godere dei finanziamenti comunitari per l’agricoltura), che dall’autunno dello scorso anno ha visto un costante lavoro di interlocuzione tra Cagliari e Roma. «Sul caso refresh, come più volte ribadito – ha spiegato l’assessore Falchi – le responsabilità sulle pratiche in anomalia non sono da attribuire né all’Agenzia regionale per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura (Argea) né all’assessorato dell’Agricoltura, che non hanno alcun titolo per intervenire su istanze gestite esclusivamente dall’Organismo pagatore nazionale (Agea) e dai Centri di assistenza agricola (CAA). Ciononostante sia Argea che l’assessorato hanno messo in campo tutte le azioni possibili per limitare i danni derivanti dalle modifiche sull’uso dei suoli, aggiornate dall’Unione europea con le immagini aerofotogrammetriche». Tali pratiche in anomalia si riferiscono alle annualità 2011-2012-2013, quando a guidare la Regione era un’altra maggioranza. Per il futuro, su proposta dell’assessore Falchi, è stata riconosciuta e accolta dal Governo la pratica dei pascoli tradizionali che prevede l’eleggibilità a pagamento comunitario del 50% per i suoli ricoperti da macchia mediterranea. «È stato ormai appurato – ha proseguito l’assessore dell’Agricoltura – che per la maggior parte delle contestazioni formulate da Agea, circa 250 ripetute per più annualità, non sono stati presentati, purtroppo, i ricorsi dagli agricoltori e dai CAA, che gestiscono le loro pratiche, nei termini previsti dalla norma».
«L’assessorato è tutt’altro che inerte sulla gestione della vicenda – ha ribadito l’esponente dell’esecutivo -. Dai numerosi incontri tenuti nell’ultimo anno con Agea e il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) è emerso che non è possibile effettuare una sanatoria generalizzata delle diverse posizioni: le stesse vanno valutate singolarmente.»
Per cercare di intervenire sulle singole situazioni, nell’incontro che si è tenuto al Mipaaf lo scorso mese di luglio e a cui hanno partecipato l’assessore Falchi, i rappresentanti di Argea, Agea e del ministero, è emersa la disponibilità di Agea a riaprire i termini per la presentazione di richieste di riesame per le domande interessate, anche delegando Argea all’esercizio dei controlli. La convenzione tra l’Agenzia nazionale e quella regionale è in corso di definizione. Per avviare ed agevolare il lavoro di verifica alcuni mesi fa, su input dell’assessore, Argea aveva scritto a tutte le Organizzazioni agricole invitandole a far pervenire le segnalazioni sulle comunicazioni inviate da Agea, relative a modifiche sull’uso dei suoli che hanno determinato la riduzione o l’esclusione dagli aiuti relativi al premio unico aziendale.
Ad oggi sono pervenute segnalazioni da alcuni Centri di assistenza, ma nessuna dai CAA Coldiretti e nessuna relativa anche all’azienda del signor Renato Molinas, citato dagli organi di stampa, a cui l’assessorato rivolge l’invito a contattare quanto prima gli uffici di Argea.
«In questo momento, per cercare di far chiarezza su una situazione difficile e non di competenza delle nostre strutture – ha concluso Elisabetta Falchi – è necessaria la massima collaborazione tra Organizzazioni di categoria agricole e assessorato, evitando di disperdere energie importanti in inutili contrapposizioni per il bene dei pastori e degli agricoltori sardi.»
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La Giunta regionale ha avviato il percorso di risanamento finanziario con fusione tra i consorzi di bonifica di Sardegna Meridionale, Cixerri e Basso Sulcis, con l’approvazione di tre provvedimenti proposti dall’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi.
La prima delibera è relativa alla fusione fra i Consorzi della Sardegna Meridionale, del Cixerri e del Basso Sulcis. «Si è dato avvio a questo processo di fusione – ha spiegato la titolare dell’Agricoltura – nell’ottica di intraprendere un percorso di risanamento finanziario e di efficientamento dell’intero comparto, anche attraverso la revisione dell’attuale articolazione territoriale dei Consorzi di bonifica regionali. L’obiettivo della nostra azione è quello di tendere progressivamente alla sostenibilità dei costi della gestione irrigua a carico degli imprenditori agricoli, nell’interesse non solo della competitività delle aziende sarde ma della tutela degli stessi lavoratori dei Consorzi».
La scelta della fusione è nata anche dalla constatazione dell’insostenibilità funzionale e finanziaria nel breve e medio periodo delle due strutture minori del Basso Sulcis e, in condizioni di gravità inferiore, del Cixerri. Una razionalizzazione delle risorse che interviene perciò nell’accorpare enti in alcuni casi troppo piccoli, se si pensa che la superficie irrigata del Cixerri si attesta su 1.261 ettari mentre quella del Basso Sulcis in appena 971, contro i circa 15.000 ettari del Consorzio della Sardegna Meridionale. Sulla riforma hanno già espresso parere favorevole le associazioni agricole, che auspicano si tratti dell’avvio di un percorso di riordino complessivo del sistema regionale dei Consorzi di bonifica, con riduzioni nell’immediato dei costi dell’acqua. Oltre alle associazioni di categoria hanno espresso, su richiesta dell’assessore, parere favorevole i Comuni di Cagliari e Tratalias, contrari Siliqua e Domusnovas. La parola passa adesso al Consiglio regionale per l’acquisizione del parere della Commissione competente. L’unificazione delle gestioni sarà comunque un processo articolato sotto il profilo giuridico e amministrativo e che, così come prevede la legge, sarà condotto da un commissario straordinario specificamente indicato allo scopo.
Il secondo intervento deliberato venerdì riguarda la proroga delle gestioni commissariali dei Consorzi di bonifica della Sardegna Meridionale e del Basso Sulcis, e la proroga della nomina dei commissari straordinari: Giovanni Pilia per il primo ente e Antonio Loche per il secondo. «Questi rinnovi – ha osservato Falchi – accompagneranno i Consorzi sino all’avvio della fusione e saranno quindi validi solo per un breve lasso temporale, fino alla nomina dell’unico commissario straordinario che gestirà il percorso di fusione vero e proprio».
«Sempre nello spirito di attenzione alla razionalizzazione dei servizi e riduzione della spesa – ha detto l’assessore dell’Agricoltura -, le delibere di nomina dei commissari dei consorzi di bonifica, prese nel corso dell’anno, prevedevano il divieto di assunzione di nuovo personale da parte dei commissari. Con una delibera approvata venerdì è stata concessa una deroga per garantire la massima efficienza dei servizi erogati alle imprese agricole».
«Al fine di consentire ai Consorzi lo svolgimento di ulteriori funzioni, quali ad esempio la gestione del servizio di piena delle dighe – ha sottolineato ancora Elisabetta Falchi -, si è manifestata l’esigenza di prevedere la presenza di alcune figure professionali non esistenti oggi in pianta organica, con assunzioni a tempo determinato».
I futuri contratti, come ben precisato in delibera, non potranno in alcun modo essere trasformati a tempo indeterminato e le maggiori risorse necessarie per le assunzioni dovranno essere aggiuntive a quelle destinate ai fabbisogni ordinari del personale dei Consorzi, affinché non gravino sui consorziati.
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L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi ha presentato ieri a Sinnai le linee guida del Psr 2014/2020 e i prossimi bandi. «Conoscere le esigenze, ascoltare e confrontarsi con i territori, con chi li amministra e soprattutto li vive nel mondo agricolo». È la ricetta rilanciata con forza dall’assessore nel corso di un incontro pubblico organizzato per discutere del nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, in fase di imminente approvazione dall’UE. Nella sala dell’ex comunità montana centinaia di persone hanno seguito e partecipato ai lavori con domande e suggerimenti. Al tavolo, oltre a Falchi, il sindaco Barbara Pusceddu, i consiglieri regionali Paolo Zedda, Gavino Sale, Cesare Moriconi e Francesco Agus. 
«Da Bruxelles ci hanno detto che il nostro PSR ha visione e coerenza con i programmi di sviluppo comunitari – ha spiegato l’assessore dell’Agricoltura – e dopo le vacanze estive sarà approvato definitivamente». A settembre sono previste le prime pubblicazioni dei bandi che Falchi ha detto di voler costruire con chi poi dovrà usufruirne, «perché qualunque risorsa che spenderemo dovrà far parte di un progetto che favorisca la crescita del comparto».
«Sono finiti i tempi in cui i bandi venivano calati dall’alto, scritti con linguaggi incomprensibili e a volte da uffici che non conoscevano i territori e le esigenze di chi lavora le campagne – ha aggiunto Elisabetta Falchi -. Per cambiare rotta, già dagli scorsi mesi ci siamo confrontati con organizzazioni agricole, di produttori e cooperative, e adesso abbiamo ripreso gli incontri pubblici dove raccogliere tutte le istanze di pastori, agricoltori e amministratori: chi più di loro può raccontarci al meglio il territorio?».
Una Sardegna quindi che va studiata area per area, con tipologie agricole che cambiano dalle colline alle pianure, dalle colture praticate e dalla disponibilità dell’acqua nelle campagne. «Non riconoscere che la nostra Isola è un continente agricolo variegato e con tante specificità vuol dire ragionare sulla scia degli sbagli fatti in passato, dove la programmazione non era legata al territorio», ha aggiunto Elisabetta Falchi. Un ascolto che ieri ha permesso di affrontare anche un tema molto sentito a Sinnai: l’acqua per l’irrigazione dei campi.
Il ponte che dovrà garantire uno scambio di comunicazione costante tra imprese agricole e assessorato, oltre ai numerosi incontri programmati nelle prossime settimane, sarà affidato al personale delle agenzie agricole regionali presente sui territori, che dovrà confrontarsi ancora di più con agricoltori e pastori. «Abbiamo pensato a un PSR flessibile, snello, di facile lettura e comprensione – ha osservato l’assessore – che potrà essere modificato in itinere a seconda delle esigenze che si svilupperanno nei prossimi sette anni. In tutto il mondo le cose cambiano velocemente e un progetto che poteva andare bene oggi può risultare inadatto fra un anno».
“Qualità ambientale legata alla qualità agroalimentare” è il tema centrale che anima il nuovo PSR. Una specificità che distingue la Sardegna nei mercati di vendita internazionali e che nella nostra Isola è stata finora poco valorizzata. «I nostri animali nascono e crescono all’aria aperta, nei pascoli, non chiusi in uno stabilimento e sotto forte stress – ha detto Elisabetta Falchi – una condizione che rende le produzioni sarde uniche e inimitabili. In tutto il mondo i consumatori cercano la qualità e sono disposti a pagarla bene. Per esempio, la misura del benessere animale, nata per integrare le economie delle aziende ovine, dopo un decennio ha migliorato notevolmente la qualità degli allevamenti e per questo, nel nuovo PSR, abbiamo deciso di allargarla anche al comparto bovino e suino».
«Lavorare in campagna non deve essere visto come un ripiego o come qualcosa di cui vergognarsi, ma dobbiamo fare in modo che i nostri giovani scelgano questa professione che possa garantire un futuro di sviluppo e di crescita», ha proseguito la titolare dell’Agricoltura a chiusura dell’incontro. «L’attenzione della Regione per il ricambio generazionale nel comparto è massima e i bandi che stiamo studiando vengono incontro ai giovani con supporti finanziari specifici e con l’istituzione di un tutor che accompagni passo dopo passo l’avvio della nuova impresa».

 

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Il consigliere del Partito dei sardi, Piermario Manca, ha presentato un’interrogazione assieme con altri sei colleghi della maggioranza, al presidente della Regione e all’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, sul “Programma nazionale di sostegno nel settore del vino – Misura investimenti annualità 2015”.

«L’obiettivo dell’interrogazione è di riuscire a trovare soluzioni per le aziende vitivinicole che, senza alcuna colpa, – ha spiegato Manca – si sono trovati a posticipare la chiusura dei progetti di un anno e sono dovuti ricorrere al finanziamento ordinario per le anticipazione». Il problema nasce dal fatto che di 29 aziende finanziabili «nonostante l’ulteriore finanziamento di 400.000 euro circa – è scritto nel testo – sono state finanziate solamente 4 ditte mentre rimangono escluse 25 ditte per un palese errore degli uffici che non hanno tenuto conto che dallo stanziamento iniziale (euro 1.613.355,00) andavano decurtati i costi dei collaudi annualità 2014». Inoltre una nota dell’assessorato a firma della dott.ssa Salvatorica Addis, conferma che «le domande non finanziabili per esaurimento delle risorse assegnate per il 2015 verranno pagate utilizzando lo stanziamento assegnato alla regione Sardegna per la misura investimenti annualità 2016 e che tutte le aziende, indipendentemente dalla posizione in graduatoria, che hanno presentato domanda di aiuto di investimenti di durata annuale devono presentare domanda di aiuto a saldo entro il 31 luglio 2015».

Per questi motivi nell’interrogazione si chiede al presidente e all’assessore, se sono «a conoscenza di quanto riportato nelle premesse dell’interrogazione e quali sono gli interventi messi in atto per aumentare le dotazioni finanziarie al fine di non danneggiare le aziende del settore, di valutare la possibilità, per riparare almeno in parte al danno subito dalle aziende del settore, di posticipare la chiusura dei progetti (collaudi) dal 31 luglio di ogni anno al 31 agosto come avviene nelle altre regioni che si avvalgono di  AGEA come organismo pagatore» e «di verificare quali strumenti debbano esser messi in atto per compensare i maggiori oneri delle aziende che non potranno ricevere le anticipazioni o i saldi nei tempi previsti dal bando e dovranno ricorrere al credito ordinario».

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, lancia un grido d’allarme «sui problemi e sui rischi di contraffazione che gravano sui prodotti di eccellenza sardi». «La Regione è consapevole del pericolo dei falsi nell’agroalimentare, che danneggiano l’immagine e quindi le economie delle eccellenze regionali, sia costante e da monitorare continuamente con la massima attenzione – ha detto l’assessore – e per tale motivo è in costante interlocuzione con i Consorzi di tutela dei nostri formaggi pecorini che stanno lavorando da tempo per contrastare, anche tramite azioni legali, le segnalazioni che pervengono alla loro attenzione nell’utilizzo abusivo e improprio del marchio pecorino».
La contraffazione alimentare è diventata un fenomeno di grave impatto economico per il Made in Italy. Il rapporto 2014 presentato dall’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e sul sistema agroalimentare spiega che le attività di italian sounding valgono oltre 10 miliardi di euro.
«È ormai certo – ha spiegato Elisabetta Falchi – che per ridurre il rischio di contraffazione è sempre più importante legare la promozione del marchio del singolo prodotto al territorio di provenienza. Per questo, come Regione, stiamo lavorando a impostare un progetto di comunicazione che punti a valorizzare i nostri sistemi di allevamento, unici al mondo, con animali allevati in regime di benessere su pascoli ricchi di essenze rare e spontanee che rendono speciale il gusto dei formaggi sardi. Di conseguenza – ha proseguito l’esponente della Giunta Pigliaru – lo strumento della promozione cosi come articolato, diventa un elemento di autotutela. In questo modo non sarà più solo un nome a dover essere copiato e riprodotto, ma un intero concetto di territorio con le sue peculiarità, la sua storia e le sue tradizioni.»
«Più aumenta l’export dei nostri prodotti e più aumentano ovviamente i rischi di contraffazione e le difficoltà per tutelare sul piano legale i formaggi Dop. Ed è proprio su questo versante – ha concluso Elisabetta Falchi – che la Regione intende sostenere i Consorzi di tutela nella loro guerra quotidiana contro le contraffazioni internazionali sulle produzioni casearie di qualità sarde.»

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Piantagioni di carciofi
Grande successo dei “Cibi per la salute dalla Terra dei centenari” presentati a Expo Milano 2015 dall’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, e dall’Agenzia Laore.
«Cereali, carciofi, olio e gli altri cibi Dop e Igp prodotti in Sardegna sono il segreto della longevità e della salubrità dei suoi abitanti». Parola di biologi, antropologi, chimici, medici, parassitologi, nutrizionisti e altri esperti ancora. La scelta della Regione Sardegna e dell’assessorato dell’Agricoltura di investire sui prodotti dell’agroalimentare per raccontare la nostra Isola da una prospettiva diversa ha solidissime basi scientifiche. Forte delle conferme arrivate dai ricercatori di diverse parti del mondo, la Regione ha scommesso sulla vetrina di Expo 2015 come occasione per promuovere la “Sardegna, isola della qualità della vita – cibi per la salute dalla terra dei centenari”, progetto di comunicazione e di marketing rivolto ai mercati alimentari internazionali e all’industria turistica.
Organizzato con il supporto scientifico e logistico di Laore Sardegna, l’Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura, l’evento ha aperto i battenti ieri nel padiglione “Cibus è Italia”, all’interno dell’esposizione universale di Milano, dedicata ai temi del cibo e dell’alimentazione. Quello di ieri sera è stato il primo di tre appuntamenti, il prossimo è fissato per il 13 settembre e sarà dedicato al vino, mentre l’ultimo è previsto per l’11 ottobre e si concentrerà sulla valorizzazione dell’allevamento e dei suoi prodotti più tipici: Agnello Igp, fiore sardo, pecorino sardo e romano.
«La scelta di comunicare una Sardegna inedita e sconosciuta è strategica», ha spiegato l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, durante il talk show animato dalla giornalista Eleonora Cozzella. “Il nostro comparto agricolo ha delle produzioni di eccellenza, ma non se ne parla abbastanza”, è la considerazione dell’assessore, secondo la quale «i nostri operatori non possono competere nei mercati in termini quantitativi, ma attraverso le produzioni di qualità, come le nostre Dop, la cui importanza è sancita anche a livello scientifico».
La prima conferma arriva da Gianni Pes, medico e studioso del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Sassari, scopritore delle “zone blu”, che sono le aree del pianeta in cui si riscontrano i più alti indici di longevità. «Il segreto della longevità dei sardi è nel loro stile di vita tradizionale, che comprende una buona e sana alimentazione basata su prodotti tipici locali – ha detto Pes -. A quelli che fin qui hanno creduto sull’impatto della genetica su questo fenomeno, la ricerca ha risposto dimostrando che il suo impatto è inferiore al 20% – ha aggiunto -. La Sardegna è al centro di importanti studi internazionali perché è ormai assodato che ha saputo preservare la propria tradizione alimentare, facendone un elemento di salute e benessere», ha aggiunto la ricercatrice Mariette Gerber, una delle più grandi esperte al mondo di dieta mediterranea.

Che questo elemento possa essere utilizzato in chiave promozionale, sia per esportare i cibi tipici che per attrarre nuovi flussi turistici, lo conferma lo stretto legame che alimentazione e salute hanno con il patrimonio identitario delle comunità locali e con le condizioni climatiche dei territori in cui si sta studiando il fenomeno che è stato ribattezzato come “invecchiamento di successo”.
«C’è una relazione direttamente proporzionale tra le produzioni tradizionali, i territori e le comunità locali», ha confermato l’antropologa Alessandra Guigoni, secondo la quale il rapporto è reciproco. «Una certa alimentazione permette un maggiore benessere fisico – ha spiegato – ma, allo stesso tempo, è grazie alle comunità locali che sopravvivono quei prodotti tipici ai quali oggi viene attribuito uno straordinario valore anche economico e identitario».
Una particolarità del progetto della Regione e di Laore è data anche dai prodotti su cui si è scelto di investire. Al di là di quei prodotti che nell’idea di tutti vengono associati all’immagine stessa della Sardegna, l’Isola vanta e oggi rivendica un ruolo di prima importanza nel campo della produzione di qualità di cereali, carciofi e olio. «Per migliorare la qualità della vita delle persone, abbiamo pensato di testare un tipo di pane che assicuri un gran risparmio di insulina e glicemia», ha osservato il parassitologo Costantino Palmas, coordinatore del progetto Cereal 14/20 insieme alla diabetologa Francesca Spano, che segue gli aspetti clinici dell’indagine messa in piedi con Laore, Agris, Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Università di Cagliari e con il supporto economico di Banco di Sardegna e di Laore. «È un fatto straordinario, che ci permette di sottolineare l’importanza dell’innovazione nella tutela delle tradizioni e delle identità alimentari locali – hanno spiegato i due relatori – il tentativo di produrre un pane di grano duro con metodiche che si suppone appartenessero ai nostri avi, ha permesso di raccogliere dati davvero interessanti sulla reazione del corpo umano ai cibi già conosciuti».
Sull’importanza della ricerca e dell’innovazione per valorizzare la qualità in mercati estremamente competitivi si sono soffermati anche Giulio Scatolini, docente all’Università dei sapori di Perugia, esperto di olio, ed Efisio Antonio Scano, chimico e tecnico alimentare, profondo conoscitore della filiera industriale sarda del carciofo. «L’innovazione è fondamentale e ci ha consentito di introdurre nuovi prodotti – ha affemato Scano – pur preservando la sua identità e le caratteristiche che lo rendono fondamentale per la nostra economia e per il rapporto inscindibile con il territorio». In fondo, anche a livello globale, la battaglia è proprio quella. Ne è certo anche Roberto Arditi, direttore delle relazioni istituzionali di Expo 2015, tra gli ospiti della serata dedicata alla Sardegna: «Il futuro delle produzioni agroalimentari o è sostenibile o non è il futuro».
A concludere la serata è stato un momento di spettacolo, il cooking show dello chef Roberto Serra, che ha preparato una serie di piatti straordinari, utilizzando solo prodotti a denominazione di origine. All’evento hanno partecipato più di 100 addetti ai lavori: giornalisti, blogger, buyer nazionali e internazionali rappresentanti delle associazioni di categoria e produttori provenienti da tutto il mondo. Un pubblico qualificato e competente, in grado di trasformare questo appuntamento in un’occasione di grande visibilità per i prodotti sardi a marchio e tradizionali, consentendo in questo modo alla Sardegna di utilizzare Expo 2015 per l’attivazione di nuovi canali di promozione e commercializzazione delle produzioni sarde.

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Il consigliere del Partito dei sardi, Piermario Manca, assieme con altri sei colleghi della maggioranza, ha presentato un’interrogazione sul “Programma nazionale di sostegno nel settore del vino – Misura investimenti annualità 2015”  al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi.

«L’obiettivo dell’interrogazione è di riuscire a trovare soluzioni per le aziende vitivinicole che, senza alcuna colpa – ha spiegato Manca – si sono trovati a posticipare la chiusura dei progetti di un anno e sono dovuti ricorrere al finanziamento ordinario per le anticipazione».

«Il problema nasce dal fatto che di 29 aziende finanziabili, nonostante l’ulteriore finanziamento di 400.000 euro circa – è scritto nel testo – sono state finanziate solamente 4 ditte mentre rimangono escluse 25 ditte per un palese errore degli uffici che non hanno tenuto conto che dallo stanziamento iniziale (euro 1.613.355,00) andavano decurtati i costi dei collaudi annualità 2014». Inoltre una nota dell’assessorato «a firma della dott.ssa Salvatorica Addis, conferma che «le domande non finanziabili per esaurimento delle risorse assegnate per il 2015 verranno pagate utilizzando lo stanziamento assegnato alla regione Sardegna per la misura investimenti annualità 2016 e che tutte le aziende, indipendentemente dalla posizione in graduatoria, che hanno presentato domanda di aiuto di investimenti di durata annuale devono presentare domanda di aiuto a saldo entro il 31 luglio 2015».

Per questi motivi nell’interrogazione Piermario Manca chiede al presidente e all’assessore, se siano «a conoscenza di quanto riportato nelle premesse dell’interrogazione e quali sono gli interventi messi in atto per aumentare le dotazioni finanziarie al fine di non danneggiare le aziende del settore, di valutare la possibilità, per riparare almeno in parte al danno subito dalle aziende del settore, di posticipare la chiusura dei progetti (collaudi) dal 31 luglio di ogni anno al 31 agosto come avviene nelle altre regioni che si avvalgono di AGEA come organismo pagatore» e «di verificare quali strumenti debbano esser messi in atto per compensare i maggiori oneri delle aziende che non potranno ricevere le anticipazioni o i saldi nei tempi previsti dal bando e dovranno ricorrere al credito ordinario».

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Com’era inevitabile, la sentenza del Consiglio di Stato che ha portato all’esclusione di quattro consiglieri dall’Assemblea di via Roma, è stata commentata questa sera nel corso dei lavori del Consiglio regionale, chiamato all’esame del Testo Unificato 45-61/A, contenente disposizioni in materia di apicoltura, di cui è relatore il consigliere del Partito Democratico Piero Comandini.

Intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha commentato la sentenza del Consiglio di Stato con cui sono stati esclusi dall’Assemblea alcuni consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. «Anche se non è dato sapere chi saranno i subentranti – ha osservato Pittalis – è certo che si pone la necessità di conoscere gli effetti del dispositivo essendosi costituito in giudizio il Consiglio regionale; occorre quindi sapere come si intende procedere perché il Consiglio deve poter funzionare nella sua completa composizione».

Il presidente Ganau ha replicato comunicando che gli uffici del Consiglio non hanno ancora ricevuto la notifica della sentenza, che costituisce «il primo passaggio per poter avviare le successive procedure previste dalla legge». Sullo stesso argomento il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha messo in luce che «la surroga deve essere immediata anche in presenza di un ricorso in Cassazione».Il presidente Ganau ha ribadito la necessità di ricevere la notifica della sentenza, assicurando che «poi si procederà in tempi molto rapidi».

Successivamente, il presidente ha dato la parola al consigliere del Pd Piero Comandini, relatore del Testo unificato sull’apicoltura, per illustrare i contenuti del provvedimento.

Piero Comandini, in premessa, ha ringraziato il presidente e tutti i componenti della Commissione attività produttive per la qualità del lavoro svolto, ancora più apprezzabile per essere arrivati a un testo unificato. «Con questa legge – ha affermato – si colma un vuoto perché il settore era disciplinato da una legge vecchia di 30 anni, profondamente superata da un quadro normativo nazionale ed europeo che in questi anni ha subito profondi cambiamenti e, in secondo luogo, si va incontro agli apicoltori, ad un settore che in questi anni è cresciuto moltissimo come ha testimoniato l’ascolto della categoria durante l’iter della legge». «Abbiamo incontrato imprenditori attenti e preparati – ha ricordato Comandini – che ora avranno una opportunità in più per sviluppare le loro aziende anche privilegiando forme organizzate e associate, in modo da favorire un’ulteriore crescita del settore; con la legge riconosciamo inoltre l’apicoltore come imprenditore agricolo e l’ape come animale zootecnico estendendo ovviamente al settore tutti i benefici del comparto agricolo». «In Sardegna – ha proseguito il consigliere del Pd – sono attivi circa 50.000 alveari per oltre 2.000 imprese che però coprono solo 40% del fabbisogno regionale con una produzione di miele di circa 16.000 quintali; ci sono quindi spazi significativi di mercato che la legge consentirà di sfruttare appieno, c’è una significativa presenza di giovani nel settore che va incentivata, non solo in funzione della produzione ma anche per una ragione ambientale importantissima, perché l’ape è un sensore straordinario dei cambiamenti climatici e dello stato di salute dell’ambiente».

Il consigliere Gianmario Tendas, anch’egli del Pd, ha evidenziato che la norma in discussione raccoglie molte delle istanze poste dagli operatori del settore all’attenzione del Consiglio regionale. Il testo, ha detto, «recepisce le migliori esperienze legislative nazionali e comunitarie e si colloca in una realtà particolare come quella della Sardegna dove gli alveari sono ancora troppo pochi rispetto alle potenzialità della nostra Regione, dove infatti una buona parte viene importato; per quanto riguarda l’aspetto quantitativo c’è ancora molto da fare anche se la legge è una buona base di partenza, soprattutto perché classifica l’ape come animale di allevamento zootecnico ed apre nuove prospettive per il settore ora inserito a pieno titolo nella pianificazione dello sviluppo rurale della Sardegna». Restano aperte alcune criticità, a giudizio di Tendas, che riguardano la carenza di elementi conoscitivi sul prodotto, sulla sua percezione presso i consumatori, sui marchi di qualità e sul controllo dell’uso di pesticidi e diserbanti nei contesti interessati dall’apicoltura; di qui l’importanza di una revisione delle attività di assistenza tecnica e specialistica delle agenzie regionali e del potenziamento delle collaborazioni con modo scientifico e l’università.

Il presidente ha dato quindi la parola al consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, promotore di una delle due proposte di legge che hanno poi dato vita al testo unificato in esame. Cherchi ha ringraziato i colleghi della Commissione per il lavoro fatto che ha consentito di dare una risposta importante al settore apistico. Da tempo, ha spiegato, era necessario adeguarsi alle norme nazionali e comunitarie vista anche l’importanza, ormai riconosciuta, della funzione delle api nella conservazione dell’ecosistema. Cherchi ha confermato la bontà del testo e ha ricordato che con l’approvazione della legge si raggiunge il risultato di consentire al mondo apistico di poter accedere al Piano di sviluppo rurale.

Plauso del consigliere regionale del Pd, Lorenzo Cozzolino per il lavoro svolto dai colleghi Comandini, Lotto e tutti i componenti della Quinta commissione. Si tratta, secondo il consigliere,  di un intervento che sarà molto utile per lo sviluppo rurale della nostra Isola, per creare posti di lavoro, ma anche per preservare l’ecosistema.

Lorenzo Cozzolino ha proposto un emendamento per riservare i corsi di formazione, in primis, ai giovani disoccupati.

«E’ una legge di buoni principi, di buone intenzioni – ha affermato Marco Tedde (Forza Italia) – un testo che è riuscito a unire le diverse sensibilità. E’ anche un testo di qualità dal punto di vista normativo perché abroga una norma vetusta e ridefinisce ex novo la materia». Unico elemento negativo secondo Tedde è che la legge non prevede risorse per incentivare il settore.

Soddisfatto anche Piermario Manca (PdS): «Siamo riusciti a ottenere una legge ordinata che supera un vuoto normativo». Per i consigliere della maggioranza i punti più importanti della legge sono la definizione dell’apicoltura come attività agricola, il fatto che viene normato il nomadismo,   la formazione e l’aggiornamento che spetta agli enti pubblici, e la definizione degli standard igienico-sanitari.

Per il consigliere Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia) si tratta di una legge che mette ordine in un settore che ha importanti possibilità di crescita e di sviluppo: la Sardegna produce l’11% del prodotto isolano e, in particolare, produce il miele amaro tra i più pregiati per le sue caratteriste organolettiche. Il settore dell’apicoltura può creare, ha concluso, posti di lavoro senza costi e aiutare l’ambiente.

Anche il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha ringraziato la Quinta commissione per il lavoro svolto e ha condiviso i giudizi positivi sulla norma espressi precedentemente dai colleghi. Solinas ha però evidenziato che negli ultimi 30 anni, nonostante il vuoto normativo, il settore è cresciuto nella produzione e nei fatturati grazie alle associazioni degli apicoltori e alle Op. Il consigliere ha quindi auspicato che non venga alterata questa organizzazione che finora ha funzionato bene. Solinas ha criticato anche la richiesta di certificazioni sanitarie in caso di spostamenti interni alla regione, perché «appesantiscono le  procedure» e, infine, ha consigliato una differenziazione tra gli apicoltori professionisti e tra chi lo fa per hobby.

Il presidente della Quinta commissione, Luigi Lotto (Pd), in premessa del suo intervento ha rivolto apprezzamento e gratitudine all’intera commissione ed ha ripercorso le tappe del lavoro fatto per presentare all’Aula il testo unificato, scaturito dalle due distinte proposte di legge dei consiglieri Piero Comandini (Pd) e Oscar Cherchi (Fi), arricchito dalle considerazioni e dalle proposte raccolte nel corso delle numerose audizioni svolte in sede di discussione del testo normativo. «L’ascolto degli operatori del settore dell’apicoltura – ha precisato Comandini – è proseguito in un confronto continuo e costruttivo con l’obiettivo comune di approvare un testo di legge che tenga conto delle reali esigenze di chi con le api lavora, ci dedica del tempo e ne ricava reddito». Il consigliere dei democratici ha quindi sottolineato l’insostituibile ruolo delle api, non solo in chiave produttiva, ma soprattutto per ciò che attiene gli equilibri ecologici e ambientali. «Sotto questo aspetto – ha dichiarato Lotto – l’ape rappresenta l’insetto simbolo». Il presidente della commissione ha poi rimarcato il positivo ruolo svolto dagli apicoltori sardi nonostante l’assenza di una normativa al passo con i tempi ed ha ribadito che la coltivazione delle api è importante per l’intero comparto agricolo in quanto migliora le produzione di molte coltivazioni agricole («spesso gli agricoltori chiamano gli apicoltori per installare gli alveari»).

Nel merito del testo di legge, il consigliere Lotto, ha evidenziato la presentazione di circa dieci emendamenti («tutti sostanzialmente condivisi») e nel merito della formazione professionale ha ammesso di non aver dato seguito alle indicazioni degli operatori: «Perché abbiamo confermato la scelta di garantire l’erogazione delle attività di formazione sostenute con i fondi pubblici da parte di istituzioni pubbliche».

Il presidente della Quinta commissione ha concluso auspicando sempre maggiore “serietà professionalità e rigore” per garantire “prodotti di qualità” ad incominciare dal miele. «Perché dove non c’è equilibrio ambientale e salubrità – ha affermato Luigi Lotto – non si produce il miele che è un prodotto unico nel significare la provenienza e la sua origine dall’essenza vegetale e dal suo ambiente».

Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, pur definendo “una buona legge” la proposta per l’apicoltura ha incentrato il suo intervento sul mancato intervento per limitare o addirittura impedire l’utilizzo di prodotti insetticidi e diserbanti. «Prodotti che minacciano seriamente il nostro patrimonio zootecnico e la salute dei nostri concittadini – ha proseguito il consigliere di maggioranza – e questi fitofarmaci sono troppo facilmente acquistabili, tanto che si assiste ad un pericoloso abuso di queste sostanze altamente nocive». Il consigliere Usula ha quindi ricordato le recenti pubblicazioni nelle più autorevoli riviste scientifiche e le risultanze di studi e ricerche sulle conseguenze derivanti dall’utilizzo di tali farmaci per ribadire l’opportunità di norme che ne riducano drasticamente l’utilizzo in agricoltura.

Il capogruppo di “Area popolare sarda”, Gianluigi Rubiu, pur riconoscendo gli aspetti positivi di un norma che regoli l’apicoltura ha posto in rilievo quelle che, a suo giudizio rappresentano, “evidenti criticità” del testo in discussione. La prima sottolineatura critica ha riguardato gli articoli 2 e 3 della proposta di legge, in particolare per quanto attiene “l’eccessiva ambigua” derivante dalle definizioni di “apicoltore e imprenditore apistico”. L’esponente della minoranza ha inoltre manifestato dubbi sulle possibilità del calcolo del potenziale nettarifero ed ha evidenziato “refusi e errori” negli articoli 12 e 5. In conclusione del suo intervento, il consigliere Rubiu ha definito “ridicola” la composizione della commissione apistica regionale che prevede 11 componenti ed ha invitato Giunta a Consiglio ad essere propositivi con i finanziamenti al settore in sede di discussione del Psr e della Pac.

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha dichiarato di condividere il lavoro svolto dalla commissione e ha definito “un testo valido” quello proposto all’esame dell’Aula, preannunciando “una opportuna valutazione” degli emendamenti ad esso presentati. L’assessore ha quindi ricordato l’assenza di una efficace e moderna regolamentazione del settore dell’apicoltura che pur non rappresentando un settore rilevante del comparto agricolo sardo in termini di produzione, rappresenta un’attività fondamentale per lo sviluppo armonico dell’agricoltura in Sardegna. La norma in esame consentirà di dialogare in forma corretta con gli operatori e ciò è molto utile – ha sottolineato la Falchi – in vista della predisposizione dei bandi del programma di sviluppo rurale e per inerire dunque le azioni che rispecchino a pieno le esigenze dell’intero comparto.

L’assessore ha quindi riaffermato la validità della commissioni apistica, così come prevista nella proposta di legge ed ha lamentato il fatto che, a causa del parere negativo degli uffici della Commissione europea, non si è potuto dar seguito all’opportunità di introdurre il cosiddetto “reddito compensativo” anche in apicoltura. «Ma – ha aggiunto Elisabetta Falchi – possiamo lavorare bene e concentraci su tutte le misure europee che consentono importanti azioni di filiera e di promozione legate alle produzioni del miele». L’assessore ha inoltre affermato che la “formazione deve essere esercitata dalle agenzie” ha fornito rassicurazioni per la creazione di percorsi formativi adeguati alle necessità degli operatori. In questo contesto sono state ipotizzate, tra le altre, azioni volte agli apicoltori e non soltanto per un migliore e più corretto utilizzo dei fitofarmaci.

Il capogruppo di “Aps”, Gianluigi Rubiu, ha chiesto, rivolgendosi al presidente del Consiglio, qualche minuto di sospensione per svolgere alcune verifiche sul testo degli emendamenti presentati.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli e dopo il via libera dell’Aula ha accordato la sospensione. Prima però la consigliera di “Sovranità, Democrazia e Lavoro”, Anna Maria Busia, ha chiesto la sospensione della seduta per compiere opportune valutazioni sul contenuto della sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato decaduti i consiglieri Gavino Sale (Irs), Efisio Arbau (La Base), Michele Azara (Idv) e Modesto Fenu (Zona Franca per Randazzo) e che a detta della Busia «sarebbe stata notificata alla presidenza della Giunta».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi ribadito che nessun atto di tal genere risulta notificato negli uffici della Regione ha sospeso i lavori per consentire una valutazione degli emendamenti presentati al testo sull’apicoltura, così come richiesto dal capogruppo “Aps”, Gianluigi Rubiu.

Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha iniziato l’esame degli articoli. L’Assemblea ha approvato la legge con 46 voti favorevoli ed 1 contrario apportando però alcune modifiche al testo con una serie di emendamenti. In particolare, all’art. 2 è stato introdotto il termine “maturazione” al posto di “raffinazione” in riferimento all’elenco dei prodotti agricoli in apicoltura. Sempre all’art. 2 è stato modificato il passaggio relativo al “nomadismo” che sarà consentito su tutto “il territorio regionale” senza limiti di tempo. All’art. 4 è stata inserita una norma che impegna la Giunta ad emanare, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, disposizioni per il rilascio della concessioni. All’art. 5 è stata apportata una modifica riguardante la comunicazione, entro 48 ore, degli spostamenti degli “apiari” per movimenti di nomadismo. Dall’art. 6 è stata abrogata una norma che consentiva un rapporto diretto col mercato ai piccoli produttori con non più di 30 alveari. Sempre all’art. 6 è stata cambiata la parte della norma relativa alla comunicazione ai servizi veterinari delle Asl di situazioni riguardanti malattie, morie e spopolamenti negli alveari. All’art. 9 è stata approvata una modifica per consentire lo svolgimento di attività formative anche presso le aziende apistiche riservando una quota del 50% ai giovani disoccupati.

Per quanto riguarda l’art. 10 è stato respinto con 44 voti contrari e 2 favorevoli, dopo il mancato accoglimento di una proposta di ritiro, un emendamento dei consiglieri di Sdl Roberto Desini e Anna Maria Busia, relativo al controllo della Regione sull’attività apistica attraverso le proprie Agenzie e con risorse specifiche.

All’art. 11 è stata aggiunta una norma per specificare in dettaglio i requisiti dei componenti della commissione apistica regionale indicati dai produttori ed infine, all’art. 13 è stata inserita una norma che, in materia di sanzioni, assegna il relativo gettito non solo alle Asl ma a tutti gli enti che, a vario titolo, svolgono attività di controllo.

Subito dopo il voto finale riguardante il Testo unificato sull’apicoltura, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha chiesto la convocazione della conferenza capigruppo «in considerazione del fatto che può essere messa in discussione in tempi brevissimi la mozione sulla continuità marittima».

Il presidente Ganau, nell’accogliere la richiesta, ha sospeso i lavori ed ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau, sulla base della decisioni della conferenza dei capigruppo, ha dichiarato chiusa la seduta comunicando la convocazione del Consiglio per domattina, alle 10.00, con all’ordine del giorno la discussione del disegno di legge n. 202 riguardante la trasformazione in Agenzia del consorzio “Sardegna Ricerche” e, nel pomeriggio, l’esame del documento n. 6 sul Programma dell’attività del Corecom per il 2015.

L’Assemblea si riunirà anche nella giornata di giovedì, alle ore 10.00, per esaminare una risoluzione sulla continuità territoriale marittima mentre alle 14 è stata fissata la riunione della Quinta commissione (Attività produttive).

Consiglio regionale 3 copia

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Si è svolto ieri pomeriggio negli uffici dell’assessorato dell’Agricoltura di via Pessagno, a Cagliari, l’incontro convocato dall’assessore Elisabetta Falchi, con la partecipazione, il direttore generale dell’assessorato, Sebastiano Piredda, il funzionario Loredana Melis, le organizzazioni dei produttori, i consorzi di tutela dei pecorini (Romano e Sardo), le organizzazioni professionali agricole, il mondo della cooperazione, i rappresentanti di Confindustria e Confapi, per affrontare i temi nodali del comparto ovino.
«Il momento è favorevole per continuare sulla strada del dialogo e per costruire una strategia organizzativa dall’intera filiera – ha detto l’assessore Falchi -, così da individuare uno strumento che permetta di governare il mercato lattiero-caseario. Siamo soddisfatti dell’andamento della campagna di quest’anno, soprattutto in termini di prezzo del latte, e lavoriamo affinché il suo valore resti stabile e non subisca preoccupanti flessioni al ribasso. In quest’ottica abbiamo operato nei mesi scorsi, con i vari interlocutori, su programmazione e disciplinare delle produzioni, qualità latte e internazionalizzazione.»
Per continuare a discutere di tali tematiche, in maniera organizzata con tutti gli attori della filiera, lo strumento proposto dalla Regione Sardegna potrebbe essere quello dell’Interprofessione, prevista dai regolamenti comunitari. Il recente recepimento a livello nazionale, legge del 2 luglio 2015, è nato sostanzialmente dall’esigenza di regolamentare il comparto del latte vaccino, dopo la fine del regime delle quote. «Vogliamo essere i primi ad adottarlo per il nostro settore ovino – ha aggiunto Elisabetta Falchi – così da superare le criticità del passato.»
Le proposte messe sul tavolo dall’assessore sono state accolte favorevolmente dall’assemblea, a cui hanno partecipato oltre 50 rappresentanti. «Il bilancio dell’incontro è positivo – ha concluso Elisabetta Falchi – e proseguiremo con l’istituzione di un comitato tecnico rappresentativo, che ci permetterà di affrontare al meglio le proposte del Governo in Conferenza Stato Regioni».
Gregge di pecore 2

 

L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha presentato un progetto virtuoso per consentire la partecipazione delle imprese a Expo 2015, nato da un lavoro di confronto costante tra assessorato dell’Agricoltura, Agenzie regionali e organizzazioni di produttori. Obiettivo del programma Rete di imprese “Eccellenze alimentari di Sardegna” è promuovere l’agroalimentare sardo. Presenti al tavolo, oltre a Falchi, il direttore generale, Sebastiano Piredda, Loredana Melis, funzionario dell’assessorato, il direttore territoriale di Argea Oristano, Roberto Meloni, i rappresentanti di Copagri e delle quattro organizzazioni di produttori (S’Atra Sardigna, Opas terrantiga, Unione dei pastori di Nurri e Ortosestu) interessate dall’iniziativa. «Le aziende – ha spiegato l’assessore dell’Agricoltura – hanno portato e porteranno nei prossimi mesi a Expo la specificità delle nostre eccellenze agroalimentari, rappresentando i territori della Sardegna nel suo insieme».
«Con la Finanziaria abbiamo messo a disposizione i fondi (500mila euro) ed emanato i bandi in tempi brevi, dopo averli calibrati e costruiti attraverso un percorso continuo di interlocuzione – ha ricordato Elisabetta Falchi -. Abbiamo costruito il bando in base a una modalità operativa di sinergia costante e di ascolto delle esigenze delle aziende, nel rispetto delle norme. A maggio le domande finanziabili ammontavano a oltre 343mila euro. Le risorse non ancora impegnate sono state quindi rimesse a disposizione e le imprese potranno usufruirne grazie alla riapertura del bando con modalità a sportello, al fine di favorire la partecipazione di un maggior numero di operatori, utilizzando tutte le risorse stanziate.» 
«Essere riusciti a dare uno strumento economico che ha favorito la creazione di una rete tra organizzazioni di produttori – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – è un ottimo risultato. Un’attività che ha consentito di costruire una buona pratica che funziona e che può essere presa in considerazione anche per il futuro.»
Expo eccellenze alimentari di Sardegna
Elisabetta Falchi 11