18 July, 2024
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Il consigliere regionale di Area Popolare Gianluigi Rubiu ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore regionale dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, sull’aumento dei prezzi del carburante per gli agricoltori.

«Già dal mese di marzo l’Agea (l’agenzia per le erogazioni in agricoltura) ha cambiato i codici dell’uso del suolo, comunemente chiamati triplette. In seguito alla modifica, con un lavoro in un sistema tutto informatizzato, il rilascio dei libretti Uma, Utenti motori agricoli – spiega l’esponente di Area Popolare – è stato bloccato perché la Regione non ha provveduto ad adeguare il Siar (con un aggiornamento del sistema informatico). Per questo motivo i Centri di assistenza agricola, pur avendo modificato il fascicolo aziendale non possono procedere per il rilascio del libretto in quanto il sistema regionale li blocca.»

Una tegola pesante per i coltivatori, che si trovano costretti a pagare il carburante a prezzo pieno, con costi esorbitanti per le aziende sarde. «Appare ormai necessaria una soluzione provvisoria – conclude Rubiu – con una proposta elementare ma funzionale, in grado di venire incontro alle esigenze del mondo delle campagne. Invochiamo l’assessorato dell’Agricoltura di dare il via libera per il calcolo con i codici del 2014, per poi adeguarlo successivamente per il saldo. Solo così le aziende agricole potranno godere dei vantaggi derivanti dal costo minore del carburante».

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Palazzo del Consiglio regionale A

La IV commissione del Consiglio regionale si riunisce domani, martedì 12 maggio, alle 10.30, con all’ordine del giorno due proposte di legge di iniziativa popolare in materia di servizio idrico: la n. 2 (Norme in materia di istituzione del servizio idrico integrato, individuazione e organizzazione degli ambiti territoriali ottimali in attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36) e la n. 6 (Norme in materia di gestione da parte dei Comuni della Sardegna del Servizio idrico integrato). A seguire l’esame del disegno di legge n. 207 (Norme generali in materia di edilizia sociale e riforma dell’Agenzia regionale per l’edilizia abitativa-AREA) e del disegno di legge, in via di trasmissione da parte della Giunta, che prevede modifiche urgenti alla legge regionale n. 4/2015  (Istituzione ente governo ambito). I lavori del parlamentino “Governo del territorio e Ambiente” proseguiranno nel pomeriggio di domani (16.00) e la mattina del giorno successivo (10.30).

Sempre domani alle 10.30 si riunisce la Quinta commissione per l’esame della proposta di legge n. 203 (Norme urgenti in materia di organi dei consorzi industriali provinciali) e per l’audizione delle associazioni di categoria e delle organizzazioni cooperative sul testo unificato (Pl 45-61) in materia di apicoltura. Sul medesimo argomento verterà l’audizione dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, in programma domani alle 15.30.

I lavori della V Commissione proseguiranno mercoledì 13 maggio alle 10 in seduta congiunta con la Terza Commissione, per l’audizione dell’assessore regionale della Programmazione e dei rappresentanti dei Consorzi fidi sul disegno di legge n. 199 (Interventi in materia di Consorzi di garanzia fidi) e sul P/54 (Piano operativo FESR 2007-2013 – Legge regionale 14 maggio 2009, n. 1, art. 4, comma 4. Fondo regionale di garanzia per le PMI operanti in Sardegna. Adeguamenti normativi e procedurali). La commissione Programmazione proseguirà con il parere finanziario sul disegno di legge n. 198 (Continuità territoriale marittima tra la Sardegna e le isole minori. Autorizzazione all’individuazione di un soggetto idoneo allo svolgimento delle attività di supporto tecnico, economico-finanziario e legale alle correlate procedure di gara).

Mercoledì 13 maggio, alle 15.00, è invece convocata l’Aula per discutere la mozione n. 126 (Crisponi e più) “in merito agli intendimenti della Giunta regionale sull’attività di gestione dei rifiuti presso il sito di Tossilo e sul potenziamento delle linee di incenerimento” e per procedere con l’elezione di otto componenti della Commissione regionale per le pari opportunità.

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E’ in corso, in Consiglio regionale, il dibattito sul Testo Unificato in materia di agriturismo, ittiturismo e pesca turismo. La seduta, stamane, si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione sul titolo, gli articoli e gli emendamenti relativi al Testo unificato nn. 58-79-107-115-121-122/A (Norme in materia di agriturismo, ittiturismo, pescaturismo, fattoria didattica e sociale e abrogazione della legge regionale n. 18 del 1998).

Non essendoci iscritti a parlare sul titolo il presidente lo ha messo in votazione ma, essendo stato chiesto lo scrutinio elettronico palese ha sospeso la seduta, come da regolamento, per dieci minuti.

Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha approvato il titolo della legge con 46 voti favorevoli. Successivamente, l’Assemblea ha approvato i primi 3 articoli della legge, respingendo tutti gli emendamenti presentati.

Sull’art. 4 (Prodotti utilizzabili nella somministrazione di pasti, alimenti e bevande), il relatore di maggioranza Luigi Lotto (Pd), presidente della commissione Attività produttive, ha annunciato il parere favorevole sugli emendamenti n. 19 (“Somministrazione di almeno il 35% dei prodotti propri dell’azienda”), 29 e 39 (“Tracciabilità dei prodotti”), aggiungendo che, attraverso un emendamento orale successivo, si provocherà la decadenza degli altri.

In sede di discussione generale sull’art. il consigliere Emilio Usula (Soberania-Indipedentzia) ha espresso il suo dissenso dall’orientamento della commissione per quanto riguarda il tetto del 30% sui prodotti impiegati dalle aziende agrituristiche. Dopo una riflessione, ha affermato, «ho votato quel testo obtorto collo, ma in realtà ritengo preferibile eliminare ogni riferimento percentuale perché è sufficiente indicare che i prodotti devono essere provenienti da materie prime sarde ed aggiunge che gli alimenti devono essere all’80% sardi certificati». Se usciamo da questo perimetro, ha continuato, «dobbiamo evitare di creare difficoltà agli operatori ed in ogni caso andare oltre il 30% è sbagliato, anche osservando le realtà delle altre Regioni».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha sottolineato che iniziano emergere i nodi di fondo della legge, «a partire dalla definizione di azienda agricola ed agrituristica; agriturismo deve servire da integrazione del reddito aziendale e da strumento di promozione dei territori, deve avere una specificità superiore e diversa rispetto alla ristorazione ed anche i prodotti propri devono necessariamente essere superiori». Questa è la ratio, ha precisato, «della nostra proposta del 50%, perché mettiamo al centro i valori dell’azienda che sono i suoi prodotti, altrimenti siamo nel campo della ristorazione».

Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha osservato che il ruolo dell’azienda agrituristica è connesso all’azienda agricola, come previsto anche dal codice civile, «però chi ha solo un frutteto non può automaticamente esercitare l’agriturismo, ecco il significato del tetto del 50% da assegnare alle produzioni locali; gli agriturismi sono gli ambasciatori dell’agricoltura dei nostri territori e della nostra ruralità, portatori di valori non sono negoziabili». Metterli in discussione,a detto ancora, «significa mettere a rischio l’agricoltura sarda e la nostra storia di eccellenza, andando ad approvare una legge inutile e pericolosa». Rubiu ha infine espresso dure critiche sull’azione dell’assessorato sui problemi del carburante agricolo agevolato e sul recente bando dell’Expo, definito «troppo complesso e restrittivo».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha sottolineato che «questa legge è stata voluta da tutto il Consiglio regionale e, dato che con questo articolo si chiarisce cosa deve  somministrato alla clientela, entra in gioco un messaggio forte da rivolgere all’esterno, mangia sardo e compra sardo». Sotto questo aspetto, a giudizio di Cherchi, «il testo ha una lacuna relativa alla percentuale troppo bassa in relazione ai prodotti locali da impiegare perchè il 35% indicato dalla maggioranza è troppo basso; occorre invece arrivare almeno al 50% per assicurare che buona parte della produzione dell’azienda finisca sulla tavola dei clienti».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha messo in evidenza che «dopo il superamento dell’albo dei fornitori previsto dalla legge precedente, bisogna andare avanti in modo coerente mentre invece è venuto fuori un minestrone; già nell’art 4 l’elemento centrale della qualità dell’azienda agrituristica viene annacquato attraverso la bassa percentuale di prodotti che viene richiesta». «Veneto, Friuli e Basilicata sono al 70% – ha ricordato Crisponi – la Sardegna non può accontentarsi della metà; inoltre, se si facesse un approfondimento su normativa regionale ci si renderebbe conto che il 35% di Toscana e Lazio nasce da un basso numero di coperti medio ed oltretutto il tetto altissimo dei pasti assegnato alle aziende crea una situazione fuori dalla realtà». Identità, genuinità e valori delle buone produzioni, ha concluso il consigliere dei Riformatori, «sono finiti nel nulla mettendo a rischio una reputazione storica della Sardegna».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha rimarcato la necessità di dare un “perimetro certo” alla norma ed ha polemicamente domandato quale sarà la differenza tra un ristorante tipico e un agriturismo all’indomani dell’approvazione del provvedimento in discussione in Consiglio regionale. «La differenza – ha dichiarato l’esponente della minoranza – sarà solo nel diverso regime fiscale a vantaggio dell’agriturismo». Carta ha sottolineato come con l’articolo 4 si debba definire con chiarezza che cosa deve essere  un agriturismo e la differenza rispetto alle altre attività della ristorazione, deve essere rappresentata dall’obbligo per l’azienda agrituristica a somministrare i prodotti della propria azienda. «Invece – ha proseguito il capogruppo dei Quattro Mori –  si riduce la soglia della produzione propria, riducendo così sempre più la differenza tra l’agriturismo e il ristorante tipico». Per Carta, la soglia della produzione propria per l’agriturismo deve essere innalzata almeno al 50% ed ha auspicato, in conclusione del suo intervento che la legge in discussione contenga linee chiare e non equivoche sulla materia.

Il consigliere Gianmario Tendas (Pd) ha ricordato che la definizione di agriturismo ai sensi della legge nazionale n. 96/2006 ed ha affermato che «paradossalmente l’attività agrituristica è consentita anche a chi fa forestazione». Il consigliere della maggioranza ha definito la soglia del 35% di produzione propria “una quota equilibrata” ed ha contestato la veridicità dei dati annunciati da alcuni esponenti della minoranza a proposito delle altre normative regionali in materia di agriturismo. «Il 35% è una misura di compromesso – ha concluso Tendas – ferma restando la volontà di incentivare la produzione e il consumo dei prodotti sardi, come dimostrano le premialità, indicate nelle norma, a favore di chi somministra più del 35% di prodotti di produzione propria».

Il relatore di maggioranza Luigi Lotto (Pd) ha ricordato l’importanza dell’articolo 4 del testo unico ed ha ribadito come “il mondo dell’agriturismo in Sardegna sia variegato” e contempli diverse situazioni produttive del mondo agricolo. «Il 35% di produzione propria – ha concluso Lotto – è una misura congrua che va incontro alle esigenze di tutti ed è tale da dare risposte alle diverse necessità di un sistema articolato e per certi versi complesso».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Prc) ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto nella competente commissione consiliare ed ha auspicato «che le risorse destinate all’agricoltura siano destinate al mondo agricolo e non a società ibride della ristorazione agricola». «L’azienda agricola – ha affermato l’esponente della maggioranza – ha tutto il diritto di diversificare le proprie attività ma proporrei di farlo attraverso la creazione di un apposito ramo d’azienda avente per oggetto le attività proprie della ristorazione e del commercio».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha ribadito l’invito rivolto all’intero Consiglio perché si lavori per approvare una buona legge ed a questo proposito ha invitato i colleghi a riflettere se e quanto le soglie indicate nel testo unico e negli emendamenti in discussione, siano adeguati ed efficaci a salvaguardare gli interessi della Sardegna. «L’agriturismo non è un obbligo – ha dichiarato l’esponente della minoranza – ma è una possibilità». «Capisco il rischio di chiusura per molte realtà agrituristiche – ha proseguito Dedoni – ma serve non far perdere l’immagine della Sardegna». In conclusione del suo intervento il capogruppo dei Riformatori sardi a dichiarato di essere contrario alla soglia indicata nel testo unico, pari al 20%, riferita alla possibilità di somministrare negli agriturismo  prodotti che arrivano al di fuori dell’Isola.

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, si è detta concorde con l’esigenza di garantire la valorizzazione dei prodotti del territorio sardo ed ha affermato che le proposte contenute nell’articolo 4 “vanno proprio in questa direzione”. L’assessore ha quindi spiegato di aver valutato, insieme con i preposti uffici regionali, la possibilità di elevare la soglia indicata per le produzioni proprie ma di aver constatato il rischio di contravvenire alle disposizioni nazionali in materia di agriturismo. «Riteniamo che la soluzione del 35% – ha dichiarato Elisabetta Falchi – contempli le diverse posizioni in campo e garantisca un’alta qualità del prodotto offerto negli agriturismo della Sardegna».

Il relatore della maggioranza, Luigi Lotto (Pd), ha quindi proposto all’Aula un emendamento orale all’emendamento n. 19 ed ha sottoposto all’esame del Consiglio la sostituzione alla lettera a) delle parole “acquistate direttamente” con la parola “prodotte”.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, constatato l’accoglimento delle modifiche all’emendamento 19 proposte dal consigliere Lotto ha annunciato la votazione dell’emendamento n. 19.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha quindi annuncia il voto contrario all’emendamento ed ha denunciato “un cortocircuito” tra le posizioni espresse dall’assessore dell’agricoltura, dal suo gruppo di riferimento in Consiglio e all’interno della maggioranza. «Non è sufficiente girare la fregola all’Expo’ per sostenere le aziende sarde – ha concluso Locci – ma bisogna farlo concretamente con misure efficaci e questa legge era una buona occasione per dimostrare davvero di voler valorizzare le nostre produzioni innalzando al 50% il limite minino per le produzioni proprie».

Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, ha escluso contraddizioni tra quanto affermato dai rappresentanti dei Rossomori, dalla Giunta e dalla maggioranza. «C’è un dibattito in corso – ha spiegato Usula – ma la direzione è chiara ed è quella di favorire l’agricoltura sarda». Il capogruppo del centrosinistra ha ricordato che solo il 18% degli alimenti consumati nell’Isola è prodotto in Sardegna ed ha affermato che con la soglia minima del 35% si favorisce il consumo dei prodotti sardi. «Magari – ha concluso Usula – tale percentuale fosse riscontrabile anche negli alberghi e nei ristoranti dell’Isola».

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha affermato che con l’approvazione della norma si rischia «di non rendere un buon servizio all’immagine della Sardegna». «Dobbiamo avere aziende agrituristiche strettamente connesse ai prodotti della terra sarda – ha dichiarato l’esponente della minoranza – e valorizzare il nostro territorio ed è per questo che chiediamo di elevare dal 35% al 50% il limite minimo per le produzioni proprie». «Vogliamo un territorio che alimenta gli agriturismo – ha concluso Tedde – e un agriturismo che promuovono il territorio ed è per questo che diciamo no “pizza-turismo”».

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha dichiarato voto contrario ed ha invitato il relatore Luigi Lotto ad una rilettura dell’emendamento 19 perché – a giudizio dell’esponente della minoranza – nella formulazione delle lettere a) e b) alle aziende si consente di fatto di rendere vano il limite della soglia del 35% per le produzioni proprie. «Di fatto – ha concluso Crisponi – spalanchiamo le porte per lo sbarco dei maialetti dell’olanda negli agriturismo della Sardegna».

Il consigliere di “Soberania e Indipendentzia”, Paolo Zedda, ha ribadito l’obiettivo di potenziare le aziende agricole esistenti in Sardegna ed ha contestato le soglie di produzione propria delle aziende agrituristiche indicate da alcuni consiglieri della minoranza, in riferimento alle normative in vigore nelle altre regioni italiane ad incominciare dalla Basilicata, la Calabria, l’Umbria e il Trentino.

Voto contrario all’emendamento n.19 ha annunciato il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta. Con questa legge  non si sta facendo un’operazione meritoria indirizzata verso l’accoglienza – ha detto l’esponente dei Quattro Mori – il Consiglio sta semplicemente prendendo atto che tutti, in Sardegna, possono fare agriturismo».

Ha quindi preso la parola l’on. Dedoni (Riformatori), che ha detto: «E’ importante davvero capire che cosa il codice civile intenda per imprenditore agricolo. Da lì discendono le conseguenze, anche per la legge che abbiamo noi in esame. Noi non siamo contrari alle altre produzioni ma dobbiamo favorire la produzione in Sardegna. Auguri a chi deve interpretare questa norma».

Per l’on. Rubiu (Udc), che ha annunciato il voto contrario all’emendamento 19, «non siamo qui per dare licenze a chicchessia».

L’on. Pizzuto (Sel) considera «questo emendamento un passo avanti importante, anche per l’economia agricola dell’Isola». Invece, l’on. Pittalis (Forza Italia) ha detto: «Imparate a ragionare da sardi, smettetela di guardare sempre al Trentino e ad altre regioni che nulla c’entrano con noi».

L’emendamento 19 è stato approvato e sono dunque decaduti gli emendamenti in contrasto. Approvato anche il testo dell’articolo, con un emendamento orale dell’on. Lotto(Pd) che solleva la soglia dei prodotti sardi da utilizzare negli agriturismo dall’80 all’85%. Approvati anche gli emendamenti aggiunti 20, 29 e 39, con il parere favorevole della commissione competente.

Anche il testo dell’articolo 5 e 6 è stato approvato, con alcuni emendamenti.

Sull’articolo 7 sono stati presentati alcuni emendamenti, anche sostitutivi totali che riguardano il numero dei coperti mensili massimi e dei posti letto. L’on. Oscar Cherchi (Forza Italia) ha ricordato che “gli articoli 4 e 7 sono il cuore della legge, nel corso dei lavori di commissione abbiamo trovato una sintesi che ci trova tutti concordi”.    

Per l’on. Crisponi (Riformatori) «con il consenso del Consiglio regionale gli agriturismo sono diventati ristoranti e chissà cosa diventeranno i ristoranti».

L’on. Angelo Carta (Psd’Az) ha annunciato il voto a favore: «Se riuscissimo a portare questi numeri nelle strutture agrituristiche faremmo tutti un affare». L’on. Lotto (Pd) ha affermato che «ogni azienda agricola dovrà trovare da questa legge un punto di riferimento serio».

Per l’on. Dedoni (Riformatori) «c’è differenza tra liberalizzare ed essere criminali. I prodotti sardi devono rappresentare la totalità della ristorazione negli agriturismo».

Approvato anche l’articolo 7, così come modificato dall’emendamento sostitutivo totale.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’art 8 (Lavorazione di carni, latte e prodotti derivati. L’unico emendamento presentato al testo dell’art (Arbau e più) è stato ritirato dai presentatori su richiesta del presidente della Commissione Attività Produttive.

Sul merito dell’art.8 è intervenuto il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi che ha invocato maggiore cautela nella trattazione dell’argomento alla luce dei nuovi scenari europei. «Occorre valutare bene norme e regolamenti comunitari – ha detto Crisponi – lo stesso problema si porrà nella discussione dell’art9 sulla macellazione dei capi di bestiame».

Su questo punto è intervenuto il presidente della Commissione Luigi Lotto che, accogliendo le sollecitazioni di Crisponi, ha annunciato una richiesta di rinvio della discussione dell’art.9 in modo da «superare alcune criticità».

L’Aula ha quindi approvato l’art. 8 e deciso la sospensione dell’esame dell’art. 9.

Il presidente Ganau ha poi messo in discussione gli art.10 (Norme igienico sanitarie) e 11 (Classificazione delle aziende agrituristiche) entrambi approvati.

Si è passati successivamente all’esame dell’art 12 (Definizioni di ittiturismo e pesca turismo).

Marco Tedde (Forza Italia) ha invitato i colleghi a una riflessione sui contenuti dell’articolo. «C’è una norma-quadro che disciplina le attività di ittiturismo definendole attività di pesca professionale – ha detto Tedde –  per questo settore sarebbe servita una legge ad hoc. Si rischia di approvare una disposizione  non in linea con la normativa nazionale».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il testo dell’articolo che ha ottenuto il via libera dall’Aula.

Si è passati poi all’esame dell’art 13 (Prodotti utilizzabili nella somministrazione di pasti, alimenti e bevande).

Marco Tedde (Forza Italia) ha ribadito il concetto espresso nel precedente intervento: «Il problema – ha detto – è relativo alla legge quadro n. 4 del 2012 che disciplina il settore della pesca e dell’acquacoltura. La norma fa rientrare nelle attività di pesca professionale anche l’ittiturismo e la pesca turismo. Per questi settori si chiede che la prevalenza dei prodotti utilizzati deve essere di produzione propria. Questo principio contrasta con la legge che si sta approvando che prevede invece l’utilizzo del 35% dei propri prodotti». L’articolo è stato approvato per alzata di mano.

Disco verde anche per gli articoli 14(Locali per attività di ittiturismo), 15 (Disciplina dell’attività di ittiturismo), 16 (Definizione dell’attività di fattoria didattica) e 17(Offerta formativa).

Rinviata invece la discussione dell’art. 18 (Definizione dell’attività di fattoria sociale) su richiesta del consigliere Alberto Randazzo (Forza Italia).

L’Assemblea ha poi approvato in rapida successione gli art. 19 (Spazi per attività di fattoria didattica e sociale), 20 (Connessione e complementarietà), 21 (Dichiarazione unica di avvio di attività produttiva per l’esercizio della multifunzionalità in campo agricolo e ittico), 22 (Comunicazione di avvio di attività di pesca turismo), 23 (Disponibilità di un operatore qualificato), 24 (Formazione e abilitazione), 25 (Attività di studio, di ricerca e formazione professionale), 26 (Albo regionale della multifunzionalità delle aziende agricole e ittiche), 27 (Osservatorio regionale sulla multifunzionalità), 28 (Obblighi), 29 (Vigilanza e controlli), 30 (Sospensione e revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività) e 31 (Sanzioni amministrative pecuniarie).

Rinviata, come per gli art 9 e 18, la discussione dell’art 32(Direttive di attuazione).

Via libera, infine, al testo degli art 33 Abrogazione della legge regionale n. 18 del 1998), 34 (Norma transitoria), 35 (Norma finanziaria), 36 (Entrata in vigore).

Il presidente Ganau ha quindi dichiarato chiusa la seduta. Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha chiesto di mettere subito in discussione il provvedimento sugli ammortizzatori sociali in deroga e chiesto chiarimenti sui tempi per l’esame della mozione sull’inceneritore di Tossilo presentata dal centrodestra.

Sul primo punto, il presidente  Ganau ha chiarito che il testo della legge è ancora all’attenzione degli uffici, mentre sul secondo si esprimerà la conferenza dei capigruppo.

I lavori del Consiglio regionale riprendono nel pomeriggio alle 16.00.

La Sardegna, “Isola della qualità della vita”, partecipa a Expo 2015. L’eccellenza ambientale e delle produzioni agroalimentari, l’innovazione sostenibile, la longevità, rappresentano le quattro dimensioni qualificanti della presenza della Regione al grande evento milanese. Sarà un’attività intensa quella che si svilupperà tra la Lombardia e il territorio isolano dal primo maggio al 31 ottobre e in preparazione dell’appuntamento. A partire da una strategia precisa, incentrata su una prospettiva di lunga durata, sull’aggregazione delle imprese e delle categorie di prodotto, sui progetti di internazionalizzazione.
«Una promozione dell’isola molto definita e una nuova immagine coordinata, innovativa e riconoscibile: questo il nostro impegno per incidere nel grande scenario dell’Esposizione Universale – ha detto l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Francesco Morandi, stamattina in conferenza stampa -. Intendiamo riposizionare l’immagine del prodotto Sardegna nel mondo a partire dal valore della nostra qualità della vita, focalizzandoci su una prospettiva di ricaduta nel tessuto economico regionale per i prossimi 3-5 anni, con un programma, obiettivi e azioni molto chiari.»
Ogni iniziativa a Expo avrà un senso per le aziende sarde: «La nostra finalità è quella di accompagnare le imprese agroalimentari presentandoci al mondo e soprattutto ai nuovi mercati – ha spiegato l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi – abbiamo coinvolto i nostri consorzi per proporre un’immagine coordinata dei prodotti Doc e Dop e messo in campo due bandi pubblici, saremo presenti a Milano in maniera strutturata e aggregata per attivare un percorso di crescita».
Lo stanziamento complessivo previsto per la partecipazione della Sardegna a Expo è di 3.490.000 euro, facenti capo per 1.980.000 all’assessorato del Turismo, artigianato e commercio, 800.000 all’Assessorato dell’Industria, per 410.000 a Laore e per 300.000 euro al Centro regionale di programmazione. A ciò si aggiunge un milione e mezzo di euro per favorire la partecipazione a Expo delle imprese sarde agroalimentari, artigiane e dei comparti turistico e del commercio attraverso tre bandi pubblici.
Saranno tre le formule principali attraverso le quali si proporrà la presenza sarda all’esposizione universale, che garantiranno un presidio nel corso dei sei mesi dell’evento: la dimensione istituzionale all’interno del Padiglione Italia dall’11 al 17 settembre con uno spazio di 200 metri quadrati e un ufficio permanente; progetto Cibus B2B, dove le imprese avranno uno spazio per tutto il corso di Expo per incentivare business con i mercati obiettivo europei ed extraeuropei, dove potranno consolidare relazioni già aperte o avviare nuovi rapporti. Diversi i workshop con i buyers, 680 i business meeting, tre gli eventi tematici. Lo scopo è quello di presentare le eccellenze delle nostre produzioni, dalla filiera vitivinicola a quella del pane, olivicololearia, zootecnica sino alle ortive certificate come il carciofo e lo zafferano. Il pomeriggio ci saranno presentazioni, la sera show cooking; infine sarà allestito uno stand di 30 metri quadrati nell’ambito del progetto Eataly, sempre durante tutti i sei mesi dell’evento, dove si cureranno i rapporti con i consumer B2C. In questo caso l’obiettivo è suscitare curiosità e interesse rispetto alle produzioni isolane con degustazioni, racconto dei territori, video, immagini, promozione. I video e le immagini della Sardegna scorreranno anche nei maxischermi del Cardo (18.750 passaggi da 1 minuto nei sei mesi) e nel padiglione Alitalia/Ethiad. Per la Sardegna sarà disponibile la piattaforma web Expo business matching per facilitare l’incontro fra aziende, buyer esteri e operatori.
L’isola sarà protagonista nella mostra delle Regioni sui temi “Potenza del saper fare”, “Potenza del limite” e “Potenza della bellezza”, con due testimoni d’eccezione come Daniela Ducato e Luca Ruiu, imprenditrice e ricercatore che racconteranno i temi della creazione e dell’innovazione sostenibile. Ducato, insignita dell’Ordine al Merito della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella e premiata lo scorso novembre a Stoccolma con l’Euwiin International Award come migliore innovatrice d’Europa nell’edilizia verde, trasforma con la sua Edilana gli scarti delle lavorazioni agricole in materiali per le costruzioni. Ruiu, esperto internazionale di biopesticidi totalmente naturali e innocui per l’uomo, ha messo a punto il progetto Bioecopest per lo sviluppo di tecnologie applicate alla difesa dai parassiti dannosi in agricoltura. Nella sezione della mostra “Potenza della bellezza” saranno promosse vedute panoramiche di paesaggi naturali non antropizzati come l’arcipelago de La Maddalena, esempi di edifici storici come il Parco Geominerario o interni di strutture antiche di pregio, ovvero la Biblioteca universitaria di Cagliari.
Eventi culturali e promozionali. Altra attività messa in campo dalla Regione è l’allestimento di un ricco programma di manifestazioni, sagre, eventi che si terrà sia a Milano sia sul territorio isolano per l’accoglienza di turisti, visitatori e operatori con educational tour e press tour. Si apre il 5 maggio ai Chiostri di San Barnaba di Milano con “Cibi per la salute dalla terra dei centenari”, incontri, stand, degustazioni. Al museo archeologico del capoluogo lombardo sarà allestita la mostra Isola delle Torri dal 6 maggio al 29 novembre. Al Palazzo Litta in Corso Magenta, sempre nello stesso periodo, saranno esposte le fotografie di Gianni Berengo Gardin sull’età nuragica. I primi ambasciatori della Sardegna Paolo Fresu, Pinuccio Sciola e Beppe Severgnini saranno protagonisti in diversi eventi. In Sardegna invece sarà messo in campo il progetto “1000 e una notte”, 1001 stanze messe a disposizione dagli albergatori con Unioncamere e Camera di commercio nord-Sardegna. Sette i percorsi naturalistici proposti nelle aree marine protette e nei parchi nazionali e regionali, tre i percorsi della qualità della vita e della longevità nella blue zone dell’isola sempre in collaborazione con le Camere di commercio. L’Anci Sardegna proporrà 4 eventi a Milano e sul territorio su identità, tradizione, cultura e natura ed enogastronomia.
Expo è una piattaforma di confronto attorno alle grandi questioni dell’alimentazione e dello sviluppo sostenibile sintetizzate nello slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Circa un milione di metri quadri di esposizione, 140 Paesi e organizzazioni internazionali coinvolte e 20 milioni di visitatori attesi. In questo scenario la Sardegna dovrà costruire un tessuto di relazioni il più possibile stabili, soprattutto con una serie di Paesi obiettivo indicati, proiettate verso un orizzonte temporale di 3-5 anni. Le imprese che parteciperanno all’evento accompagnate dalla Regione dovranno presentare la propria offerta strutturata e possibilmente in forma aggregata naturalmente in un’ottica di internazionalizzazione. L’Esposizione universale per la Sardegna dovrà essere un investimento in grado di restituire i risultati già nei prossimi due anni.
Nuova immagine coordinata. Infine, sarà la volta della nuova strategia di comunicazione complessiva che inizia con la progettazione di un sistema grafico coordinato e flessibile, capace di interagire sia con gli elementi che già caratterizzano l’immagine istituzionale della Regione, sia con ulteriori elementi che individuano l’evento contenitore. “Isola senza fine” è il nuovo slogan che accompagnerà la Sardegna a Expo 2015. L’isola della tradizione si presenta con una spiccata identità contemporanea, a partire dalle trame delle antiche tessiture e dal forte carattere della longevità. L’isola che non finisce mai di stupire, l’isola dei centenari, della natura senza fine, dei sapori e delle eccellenze, delle idee infinite come l’innovazione sostenibile, sono i significati che hanno ispirano lo slogan. Il nuovo carattere tipografico chiamato “battoro”, è invece ispirato alla tessitura delle bisacce e all’organizzazione del telaio. È strutturato in modo tale da sostituire il pibione della tradizione con il pixel digitale, simbolo della tecnologia. Sulla falsariga del carattere è stato elaborato anche un set tipografico chiamato Sardinia dingbats, composto di icone tipiche accompagnate da immagini più moderne, sulla scia dell’opera di Eugenio Tavolara.
www.regione.sardegna.it/sardegnaexpo2015 è il nuovo portale dedicato alle iniziative della Regione per Expo 2015 ricco di contenuti dedicati e appuntamenti per guidare i visitatori e il network internazionale alla scoperta delle eccellenze dell’isola.
La Sardegna preserva un grande patrimonio naturale che consente, da un lato, di rafforzare l’appeal della destinazione turistica, dall’altro di valorizzare virtuosi processi di sostenibilità. A ciò si associa il valore delle produzioni della terra, rispettose delle tradizioni e compatibili con uno sfruttamento non intensivo del territorio. La longevità attiva, che pone l’isola fra le 5 “Blue Zones” al mondo, con una forte presenza di centenari, è l’effetto dell’elevata qualità della vita. L’innovazione tecnologica sostenibile diffusa in Sardegna a diversi livelli aumenta la competitività del tessuto economico e industriale e imprime uno spiccato carattere di modernità. Con questa forte specificità l’isola sarà presente a Expo 2015.

Cagliari 39 copia

Elisabetta Giuseppina Falchi 3 copia

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha stabilito le regole per la pesca del corallo valide per il 2015. L’attività di pesca potrà essere esercitata nel periodo tra il 15 giugno e il 15 settembre 2015, esclusivamente utilizzando la piccozza, dai pescatori titolari dell’autorizzazione regionale, equipaggiati con apparecchi individuali per la respirazione subacquea.
Il decreto assessoriale individua, inoltre, la quantità massima di corallo che può essere pescata giornalmente, le disposizioni in merito alla raccolta, al ROV per la perlustrazione dei banchi di corallo rosso, le zone in cui la pesca potrà essere esercitata e le zone in cui, per favorirne la ricostituzione, non è possibile pescare il corallo rosso.
Possono richiedere le autorizzazioni, che per quest’anno non potranno essere più di 25, i pescatori di corallo e i pescatori professionali subacquei che:
– siano in possesso di un attestato di qualificazione per l’esercizio della pesca professionale subacquea senza limiti di immersione;
– possano dimostrare di essere stati autorizzati e di avere svolto effettivamente l’attività di pesca del corallo in almeno un’annualità nel periodo tra il 2004 e il 2014.

Palazzo della Regione 2 copia

La Giunta regionale ha attribuito alle aziende sanitarie regionali le risorse destinate al finanziamento indistinto della spesa per l’esercizio 2014, in totale 2 miliardi e 897 milioni di euro suddivisi fra le Aziende Sanitarie Locali (Asl 1 Sassari 477 milioni e 800mila euro, 2 Olbia 210 milioni e 600mila, 3 Nuoro 281 milioni e 900mila, 4 Lanusei 87 milioni e 830mila, 5 Oristano 253 milioni, 6 Sanluri 139 milioni e 700mila, 7 Carbonia 195 milioni e mezzo, 8 Cagliari 841 milioni e 300mila euro), Aziende Ospedaliere (160 milioni e 570mila euro al Brotzu di Cagliari) e Ospedaliero-Universitarie di Cagliari (134 milioni e 200mila euro) e Sassari (114 milioni e mezzo). Infine è stato prorogato di quattro mesi l’incarico ai Commissari straordinari delle Aziende Sanitarie nominati lo scorso 20 dicembre.

Sono stati stanziati inoltre 250mila euro di contributi, per l’acquisto di ambulanze medicalizzate, alle Associazioni di volontariato senza scopo di lucro che operano nell’assistenza agli infermi. L’assessore della Sanità Luigi Arru, che ha proposto la delibera, ha spiegato che in Sardegna sono operative 24 ambulanze medicalizzate su 50 che sarebbero necessarie. I 250mila euro saranno assegnati dopo la pubblicazione di un bando a cui possono partecipare solo le associazioni convenzionate con il servizio 118 che hanno a disposizione solo un mezzo. Le domande di contributo devono essere trasmesse all’Assessorato della Sanità entro 20 giorni dalla data di pubblicazione sul Buras della delibera, che definisce criteri e modalità per l’erogazione. Sempre su proposta dell’assessore Arru, l’Esecutivo ha approvato il programma assistenziale per ragioni umanitarie relativo al 2015: in pratica, la Regione autorizza le Asl a erogare, compatibilmente con le risorse disponibili, prestazioni che rientrano in programmi assistenziali a favore di cittadini non appartenenti all’Unione Europea e che necessitano di cure urgenti di alta specializzazione per il trattamento di gravi patologie. Le cure sono destinate a cittadini provenienti da Paesi nei quali non esistono o non sono facilmente accessibili competenze medico-specialistiche e non sono in vigore Accordi di reciprocità relativi all’assistenza sanitaria. L’assessore Arru ha ricordato che la Sardegna si è finora fatta carico di 10-12 casi all’anno, prevalentemente bambini sottoposti a trapianti nell’ospedale Microcitemico di Cagliari.

Proposto dall’assessore del Lavoro, Virginia Mura, il disegno di legge sull’autorizzazione di spesa per l’anticipazione degli ammortizzatori sociali in deroga. Con il testo, approvato dalla Giunta, si chiede di modificare la legge regionale 27 del 2013 in modo da permettere la sua applicazione anche per l’anno in corso. A questo scopo potranno essere utilizzate le risorse disponibili all’Inps relative alle compensazioni effettuate dall’Ente previdenziale a seguito dei pagamenti dei trattamenti concessi nel 2013.
Su proposta del presidente Francesco Pigliaru, approvato il via libera ai provvedimenti dell’Autorità di Bacino sulla revisione e sull’aggiornamento del Piano di gestione del distretto idrografico e del rischio alluvioni. Nonché quelli relativi al rapporto preliminare sulla Valutazione di impatto ambientale e all’istituzione del tavolo di coordinamento sull’azione Comunitaria in materia di acque.
Su proposta dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, è stato approvato il disegno di legge sul riordino della materia forestale. L’esigenza è prima di tutto quella di dotare la Regione, unica in Italia ad esserne priva, di una norma organica. Nonché quella di superare le criticità riferite all’assetto organizzativo dell’Ente foreste e di elaborare una nuova regolamentazione fondata su un impianto razionale ed efficace e su un sistema integrato di pianificazione, gestione e controllo dell’attività istituzionale. Un’unica disciplina, in base alla proposta della Giunta, regolamenterà la conservazione, lo sviluppo e la gestione del patrimonio boschivo. È stato poi prorogato per 6 mesi l’incarico al commissario dell’Ente Foreste.
Varata, quindi, su proposta dell’assessore del Bilancio Raffaele Paci, la delibera sui tempi di attuazione dell’armonizzazione dei bilanci degli enti e delle agenzie regionali, come richiesto dal Ministero dell’Economia.
Su proposta dell’assessore del Turismo, Commercio e Artigianato Francesco Morandi, la Giunta ha dato il via libera alla rimodulazione di 270mila euro di fondi Por Fesr della programmazione 2007-13 destinandoli alla promozione della Sardegna a Expo 2015, attraverso guide turistiche, cartine e flyers. Approvate definitivamente le direttive con gli incentivi per la realizzazione di postazioni per la promozione di prodotti locali.
È stata definitivamente approvata, dopo il passaggio nella commissione Agricoltura del Consiglio regionale, la delibera proposta dall’assessore Elisabetta Falchi che definisce gli aiuti per il pagamento dei premi assicurativi dovuti per i danni alla produzione agricola. Approvato anche il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario del 2015 e pluriennale 2015-2017 di Argea.
Attivato, infine, il patto verticale incentivato che porterà ai Comuni 27,311 milioni di spazi finanziari in più.

«La battaglia fatta per portare il porcetto sardo termizzato a Expo, e più in generale quindi per permettere a tutte le nostre carni suine sane di poter iniziare a varcare il Tirreno, fa parte del grande lavoro che stiamo portando avanti per valorizzare le carni di eccellenza e in particolare la nostra punta di diamante isolana: l’agnello IGP di Sardegna. Una valorizzazione che punta alla conquista dei mercati internazionali.»
Lo ha detto sabato l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, a margine del convegno “Tradizione e Innovazione” nel comparto ovino, organizzato a Macomer dall’Associazione regionale degli allevatori (Ara) e dall’Associazione nazionale della pastorizia (Assonapa), nell’ambito della 9ª edizione della Fiera Nazionale Ovini razza sarda. Ad animare buona parte dei lavori sono state le relazioni tecniche su allevamento e selezione degli animali, ma anche sulle caratteristiche nutrizionali dei prodotti di allevamento, con particolare attenzione verso le eccellenze alimentari certificate come i formaggi DOP e l’agnello IGP.
Sulla scorta delle ricerche commissionate all’Agenzia regionale Agris, il Consorzio di Tutela della IGP agnello di Sardegna ha dato risalto, nel suo stand espositivo in fiera, alle caratteristiche nutrizionali e curative della carne di agnello: risultato della cultura millenaria legata all’allevamento della razza autoctona e allo stretto legame con l’ambiente naturale in cui si svolge.
«Origine, luogo, modalità di allevamento e quindi sostenibilità ambientale – ha spiegato la direttrice del Consorzio di tutela, Patrizia Pitzalis – sono le parole d’ordine che forniscono un valido supporto alla valorizzazione economica del prodotto a favore della filiera produttiva. Il Consorzio ha infatti richiesto e ottenuto dall’Unione europea alcune modifiche al disciplinare di produzione per meglio rispondere alle nuove esigenze dei mercati.»
Secondo uno studio dell’Ara, i consumatori apprezzano sempre di più la carne di agnellone, ovvero la categoria IGP da taglio da 10 a 13 kg, che permette di sperimentare ricette innovative che, accanto a quelle tradizionali, permettono di soddisfare il gusto di una platea sempre più numerosa e la fantasia di vari chef, con cui il Consorzio ha iniziato a collaborare. L’obiettivo è quello di incrementare il consumo di carni d’agnello, attualmente il 2% delle carni consumate in Italia, e far conoscere la qualità del prodotto anche all’estero approfittando di Expo Milano 2015.

Gregge di pecore 2

I consiglieri regionali del Partito dei Sardi Piermario Manca e Augusto Cherchi e Sandro Unali del Gruppo Misto hanno presentato un’interrogazione all’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, alla quale chiedono se sia a conoscenza dei «gravi ritardi nellerogazione della quota rimanente del 60% dei carburanti agevolati derivati dallingiustificabile ritardo nella implementazione del nuovo programma gestione». I consiglieri chiedono anche di sapere «quali siano le motivazioni che hanno impedito di fare un contratto con Sardegna.it in modo tempestivo al fine di non arrecare disguidi e costi ingiustificati agli operatori del settore primario» e «quali urgenti provvedimenti intenda adottare al fine di evitare il protrarsi del ritardo nella erogazione del carburante nel settore primario, dovuto unicamente a inefficienze e appesantimenti burocratici, ovvero intervenire per dare  immediatamente un ulteriore acconto del carburante dovuto sul totale annuo». I consiglieri spiegano che «la normativa nazionale prevede per gli operatori del settore primario una notevole riduzione delle accise sui derivati del petrolio al fine di permettere agli agricoltori di operare con costi  energetici ridotti nelle fasi di produzione e trasformazione delle produzioni primarie» e che «i consumi medi standardizzati di gasolio da ammettere all’impiego agevolato di cui al decreto del ministro delle Politiche agricole e forestali del 26 febbraio 2002 sono stati ridotti del 25,64% con la legge di stabilità 2013, 2014, e 2015».

Manca, Cherchi e Unali ricordano che la Regione per il 2015 ha assegnato un acconto del 40% del carburante sul totale annuo e come denunciato dalle associazioni di categoria, si tratta di quantità assolutamente insufficienti alle esigenze delle aziende isolane e in particolare delle aziende e le cooperative che lavorano il latte ovino in quanto nei primi mesi dell’anno hanno il picco di  produzione.

«Il settore primario da anni vive una gravissima crisi e che i danni derivanti dai  ritardi ovvero dalla mancata erogazione in tempi rapidi del gasolio agevolato comporta un ulteriore e ingiustificata perdita di competitività del settore rispetto al resto delle regioni italiane dicono i consiglieri -. Inoltre il quantitativo assegnato secondo i parametri nazionali è stato decurtato del 25,64 rispetto al 2012 ( fatto pari a cento il quantitativo assegnato nel 2012 è diventato 90 litri nel 2013, 85 litri nel 2014 e 74,36 nel 2015), e gli agricoltori e i trasformatori si trovano a sostenere spese non previste e non prevedibili per le normali attività aziendali». La mancata erogazione della restante quota «è dovuta essenzialmente a lungaggini burocratiche e in particolare a ritardi da imputare in modo esclusivo all’agenzia regionale ARGEA che non ha preventivamente aggiornato i programmi informatici alle nuove procedure derivanti dalla riduzione dei quantitativi assegnati a seguito delle disposizioni nazionali. L’assessorato dell’Agricoltura non è intervenuto – concludono i consiglieri – nonostante l’evidente ritardo  dell’agenzia, per mettere in mora l’Argea che aveva l’obbligo di fare con largo anticipo la  convenzione con Sardegna.it per implementare il nuovo programma di gestione dei carburanti  agevolati».

L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ieri a Roma ha incontrato il collega della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, con il quale si è confrontata sullo stato dell’epidemia della Xylella che ha gravemente colpito le colture locali.
«Con le strutture dell’assessorato e delle agenzie agricole – ha detto l’assessore dell’Agricoltura – stiamo facendo tutto il possibile per ridurre i rischi di ingresso dell’organismo nocivo Xylella fastidiosa, il batterio che sta decimando gli oliveti del sud Italia. Lo stiamo facendo sia attraverso i controlli nei porti sia attraverso quelli effettuati nei vivai.»
«Stiamo predisponendo – ha aggiunto Elisabetta Falchi – una serie di ordinanze che nel rispetto della normativa vigente ci consentano di facilitare tale lavoro di controllo. Il Servizio produzioni dell’assessorato è riuscito ad ottenere anche uno specifico finanziamento dell’Unione europea che ci consente di fare, per quest’anno e per quelli a seguire, un ulteriore monitoraggio straordinario su 250 ettari, con 1.200 analisi di laboratorio, oltre al monitoraggio ordinario già previsto dal Piano regionale di contrasto alla Xylella. Un impegno a 360 gradi – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – che implementa i piani già esistenti e che si muove all’interno delle numerose disposizioni nazionali e comunitarie.»
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Elisabetta Giuseppina Falchi 3 copiaFerdinando Pellegrini

L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ieri ha partecipato ad un’assemblea pubblica nel centro sociale di Fluminimaggiore.

«Non ricordo, a memoria, la visita di un assessore regionale dell’Agricoltura nel nostro Comune», ha detto Ferdinando Pellegrini, sindaco di Fluminimaggiore, all’inizio dell’assemblea, un faccia a faccia a con cittadini, rappresentanti delle organizzazioni agricole, amministratori locali e Francesco Loi, sindaco di Musei e presidente dell’Unione di Comuni “Metalla e il Mare”.

«Per mettere in moto una svolta sulla via della creazione di un nuovo reddito – ha esordito l’assessore Falchi – è necessario pianificare gli interventi sui territori nell’ottica di un ragionamento collettivo: le Unioni di Comuni devono avere per esempio un ruolo di copianificatori di queste nuove politiche. Non possiamo pensare che l’iniziativa di un singolo possa valere da sola se non inserita in un progetto.»

Con la chiusura delle miniere, il settore agropastorale è la principale economia del piccolo centro dell’iglesiente. Poco meno di tremila abitanti, 64 aziende zootecniche e circa 7 mila capre allevate fra le valli e i boschi. Vista la particolare conformazione montagnosa del territorio, i temi della viabilità rurale e dell’elettrificazione da portare in tutte le aziende sono stati particolarmente dibattuti.

«All’interno del nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 (Psr), e ancora in fase di approvazione da parte dell’Unione europea – ha spiegato l’assessore – sono previsti interventi per migliorare le condizioni delle zone più lontane e più difficili da raggiungere nei nostri agri. Sempre con il Psr finanzieremo e promuoveremo il ricambio generazionale nelle aziende con un nuovo intervento sul primo insediamento in agricoltura: procedure burocratiche più snelle, presentazione di un progetto di master plan, concessione dei finanziamenti in più passaggi con il raggiungimento degli obiettivi.»

Uno stanziamento che passa dai 35mila euro dei precedenti bandi ai 50mila di quelli in arrivo e che vedrà le agenzie regionali Laore e Agris impegnate in un ruolo di tutoraggio nell’avvio delle nuove imprese.

Si è parlato inoltre dei gravi danni causati dalla fauna selvatica (cinghiali, cervi e mufloni), degli aggiornamenti sull’uso dei suoli operato dalla Commissione europea con il nuovo refresh, e dei buoni risultati portati a casa dall’assessorato dell’Agricoltura con il riconoscimento dei boschi come pascoli tradizionali finanziabili quindi dall’Ue. E poi del marchio di qualità Sardegna, di filiere della carne e della eradicazione della Peste suina africana. «Basta con il pascolo brado – ha detto Elisabetta Falchi – se vogliamo veramente sconfiggere l’epidemia dobbiamo tenere al chiuso e in biosicurezza i nostri maiali per almeno due anni».

Una novità importante è arrivata alla chiusura dell’incontro: «Una parte delle enormi risorse del vecchio Psr, non spese da chi mi ha preceduto – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – sarà impiegata per l’infrastrutturazione della banda larga, dove pensiamo di investire fra i 15 e i 20 milioni di euro».