18 July, 2024
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Si è tenuto ieri, nella sede di Argea a Santa Giusta, il secondo incontro sulla filiera del latte ovino promosso e coordinato dall’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi. Al faccia a faccia hanno partecipato i maggiori attori del comparto: industriali, mondo della cooperazione, associazioni di categoria e consorzi di tutela dei formaggi dop (pecorino romano, sardo e fiore sardo). Tanti i temi sul tavolo: andamento del prezzo del latte, raccolta dei dati di produzione dei formaggi, costituzione della filiera, credito, Expo2015 e internazionalizzazione.
«La novità di oggi – ha detto l’assessore Falchi – è che la Regione Sardegna è pronta, grazie al lavoro fatto dal Consorzio di tutela del pecorino romano rappresentato da Renato Illotto, ad avviare formalmente il percorso per la regolazione dell’offerta produttiva prevista dal regolamento comunitario CE 261/2012. Si tratta di un passaggio importante per la programmazione del comparto produttivo lattiero caseario.»

Un obiettivo importante quindi che potrebbe stabilizzare il prezzo del formaggio, compatibilmente con gli andamenti del mercato. «Contestualmente sarà affrontato, dopo aver raccolto ed esaminato tutti i dati, il tema della destinazione delle eccedenze del latte che non vengono utilizzate per il romano. I lavori proseguiranno in tavoli specifici nei quali si affronteranno le singole tematiche emerse nel confronto di oggi. Partiremo subito – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – dalla modifica dei disciplinari di produzione, che devono puntare sempre più a valorizzare la qualità.»

Elisabetta Giuseppina Falchi 3 copia

Nuoro copia
Dopo le tappe cagliaritane, sono partiti oggi con Nuoro i primi incontri pubblici sui territori in cui la Giunta Pigliaru ha iniziato a presentare le misure di intervento per sconfiggere la Peste suina africana (Psa) in Sardegna. Il direttore generale della Presidenza della Regione e responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Psa, Alessandro De Martini, ha aperto i lavori dell’incontro “La peste suina africana si può sconfiggere”, in cui è stato illustrato il nuovo programma di lotta all’epidemia che affligge gli allevamenti sardi da 37 anni. De Martini ha portato i saluti del Presidente Pigliaru e spiegato la forte volontà della Giunta nel voler cancellare la malattia dall’isola. «La presenza della Psa – ha spiegato il responsabile dell’Unità di progetto – ha depresso il settore suinicolo regionale, portando la Sardegna ad essere un grande importatore. Debellare l’epidemia vuol dire quindi aprire numerose occasioni di forte sviluppo per l’economia agroalimentare sarda, che tanto può costruire nei mercati dell’export».
All’iniziativa sono intervenuti gli assessori della Sanità e dell’Agricoltura, Luigi Arru ed Elisabetta Falchi, il capo di gabinetto dell’assessorato della Sanità, Gianni Salis, la veterinaria del servizio zootecnico dell’agenzia regionale LAORE, Daniela Sardo (in sostituzione del direttore generale dell’Agricoltura, Sebastiano Piredda), e il funzionario dell’assessorato dell’Ambiente, Davide Brugnone. Hanno poi preso la parola il consulente dell’Unità di progetto e professore di Sanità animale dell’università di Madrid, Josè Manuel Sànchez-Vizcaino, e il componente della direzione generale della Sanità della Commissione europea, Alberto Laddomada. Olivia Bessi, del ministero della Salute, ha seguito gli interventi in collegamento Skype da Roma, augurando un buon lavoro e una buona riuscita all’Unità di progetto. Numerosi sono poi stati gli interventi dal pubblico.
«Come Regione puntiamo sull’agroalimentare di qualità, che possiamo raggiungere garantendo il benessere dei nostri animali». Così l’assessore Falchi che ha aggiunto: «Dobbiamo lavorare sull’emersione dei soggetti che praticano l’allevamento con animali non regolari. Per questo abbiamo iniziato a costruire percorsi che favoriscono tale passaggio: partiamo con il benessere animale per il suino, simile a quello già esistente per gli ovini. Si tratta di una misura completamente nuova, che sarà operativa nel momento in cui giungerà da Bruxelles il via libera».
Sempre la titolare dell’Agricoltura ha spiegato che per il futuro gli «allevatori dovranno tenere gli animali confinati e seguirli con regimi alimentari particolari». La Regione farà la sua parte destinando, per iniziare, 10 milioni di euro per la costruzione dei recinti che verranno finanziati sempre con il via libera della Commissione europea sul benessere animale. «Intanto – ha concluso Elisabetta Falchi – continuiamo con il percorso, già avviato, di formazione e informazione nei territori per far capire le opportunità positive che può portare a tutta l’economia delle campagne sarde l’eradicazione della Psa, perché allevare in biosicurezza non è impossibile. Le carni suine o il maialetto sardo hanno una storia che si può vendere in tutto il mondo, dobbiamo crederci e dobbiamo lavorare per raggiungere l’obiettivo sfruttando anche il nuovo Marchio qualità su cui stiamo lavorando per definire i disciplinari».
L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha ringraziato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per l’apertura di credito e per la fiducia data alla Sardegna, che fino a pochi mesi fa rischiava il commissariamento per i pessimi risultati e la cattiva gestione delle politiche di eradicazione della Psa collezionati nel passato.
«L’incontro di oggi è il primo passo di una serie di iniziative che terremo sui territori – ha detto l’esponente della Giunta Pigliaru – io, l’intero esecutivo, tutti noi, ci stiamo mettendo la faccia perché la Sardegna deve dare una risposta di credibilità al governo e all’Unione europea. Si tratta di un impegno di mandato che portiamo avanti insieme agli assessorati dell’Agricoltura, dell’Ambiente e al Presidente Pigliaru. Fino a oggi purtroppo abbiamo fatto l’errore di litigare fra noi, di dividerci e di perderci per strada. Da adesso in poi cambiamo strada: confrontiamoci, bisticciamo, ma poi andiamo avanti verso l’obiettivo.»
L’assessore della Sanità ha poi concluso con un invito alla collaborazione fra politica, di maggioranza o opposizione, fra gli allevatori e i veterinari. «Se perdiamo questa battaglia – ha ribadito Arru – la Sardegna sarà commissariata e ci penserà il governo o l’Europa a gestire il problema. Da oggi in poi quindi diamoci del “noi” e tutti assieme puntiamo verso il traguardo».
Un intervento carico di ottimismo e responsabilità quello di Josè Manuel Sànchez-Vizcaino. «È la prima volta che trovo una vera volontà per eradicare la Psa in Sardegna – ha osservato il consulente dell’Unità di progetto -. Non esiste una ricetta unica per debellare l’epidemia, ma esiste una soluzione per ogni luogo e questa è la prima volta che si prepara una ricetta pensando alla Sardegna». I risultati, ha aggiunto Vizcaino, si possono raggiungere solo con una «forte collaborazione fra allevatori e veterinari, perché altrimenti anche la tecnologia più avanzata non sarà sufficiente per sconfiggere la malattia».

Palazzo della Regione 1 copia
La Giunta regionale ha approvato in via definitiva, dopo il parere della seconda Commissione del Consiglio regionale, del Piano straordinario di edilizia scolastica Iscol@, che segna l’avvio delle “Scuole del nuovo millennio”, in linea con le esperienze di edilizia scolastica avanzata e di qualità. Si tratta del seguito degli interventi per la messa in sicurezza e manutenzione degli edifici scolastici che hanno già interessato 242 istituti scolastici. Anche questo segmento di azioni mira a interventi di riqualificazione di alta qualità architettonica ed è pensato a partire dalle istanze dei territori sovra-comunali, sulla base delle richieste dei sindaci.
L’Alta Marmilla è il territorio individuato come prima Area Prototipo della Sardegna che sperimenterà la Strategia nazionale per le Aree Interne (SNAI) contro lo spopolamento. La Giunta, su proposta dell’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha deliberato la presa d’atto dell’istruttoria ultimata dal Comitato Tecnico Aree Interne, che nel luglio scorso aveva svolto una missione di campo nell’isola. Dal rapporto del Comitato emerge che l’Alta Marmilla ha una coesione istituzionale già in grado di esprimere progetti avanzati. L’altra area individuata, e al momento esclusa dalla sperimentazione, era quella del Gennargentu-Mandrolisai. La Giunta, tuttavia, ritiene che quell’area possa essere coinvolta nella Strategia per le Aree Interne, anche con il contributo di risorse ordinarie della Regione. La delibera approvata oggi, infatti, dà mandato al Centro regionale di Programmazione per costituire un tavolo di confronto con il Comitato Tecnico nazionale.
Due le delibere portate all’attenzione dell’esecutivo dall’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano. Si tratta della decisione di assoggettare a limitazioni stringenti, che escludono ogni scavo, livellamento, trivellazione o carotaggio, taglio di vegetazione e apertura di nuove piste i permessi di ricerca per risorse geotermiche relativi al progetto “Sardara”, nei comuni di Collinas, Gonnostramatza, San Gavino Monreale, Sanluri, Sardara, Villanovaforru e Lunamatrona e al progetto “Guspini”, che interessa i comuni di Arbus, Gonnosfanadiga, Guspini, Pabillonis, San Gavino Monreale, Villacidro. Se le delibere riconoscono di non dover assoggettare gli interventi a procedura di VIA, precisano invece che la prospezione termica e l’eventuale perforazione di pozzi esplorativi dovranno essere preventivamente sottoposte a procedura di assoggettabilità a VIA. Con specifico riferimento a Sardara, si dovrà inoltre dimostrare l’assenza di interferenze con le concessioni attuali per acque minerali e termo-minerali.
Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, è stato nominato il Commissario ad Acta del Consorzio di Bonifica dell’Ogliastra. Il commissario è Giuseppe Aresu.
Approvata la delibera proposta dall’assessore Claudia Firino che nomina, nel consiglio di amministrazione della fondazione Nivola, l’architetto Roberto Virdis e la funzionaria regionale Cristina Baiocchi.
Importante passo avanti nella razionalizzazione organizzativa delle strutture, dopo la delibera portata in Giunta dall’assessore Raffaele Paci che individua, come richiesto dalla Corte dei Conti, un unico responsabile finanziario riunendo le due direzioni consolidate del Bilancio e della Ragioneria. La nominata è Marcella Marchioni, attuale direttore generale della Ragioneria.

Elisabetta Giuseppina Falchi 1 copia
«Ho raccolto le numerose sollecitazioni dei comuni e del mondo delle campagne, concordando con loro sulle ricadute assolutamente negative che ha per la nostra Regione l’applicazione dell’Imu agricola». Lo ha detto l’assessore dell’Agricoltura e della Riforma agropastorale, Elisabetta Falchi, che ha aggiunto: «L’istituzione di questa nuovo gravame fiscale rischia di mettere definitivamente in ginocchio un settore già provato da anni di crisi, costringendo diversi imprenditori a chiudere le attività e vendere le terre».

L’assessore ha evidenziato le difficoltà in cui andrebbero a incappare gli amministratori dei Comuni interessati dalla nuova tassa. «I sindaci rischierebbero di dover agire in condizioni difficili – ha spiegato l’esponente della Giunta Pigliaru – dovendo gestire in prima linea il malessere dei propri concittadini». In tale contesto, la Giunta e l’assessorato hanno fatto e stanno facendo tutti i passaggi politici e, ove necessari, giurisdizionali per contrastare un provvedimento così penalizzante per il territorio. «Non escludiamo alcuna strada dove portare avanti la nostra battaglia – ha aggiunto Falchi – ci affiancheremo al grande lavoro intrapreso da ANCI Sardegna o a quello rilanciato dai territori, come ha fatto in questi giorni il sindaco di Escolca, Eugenio Lai».

Saranno attentamente vagliati tutti i possibili percorsi che «la legge e, soprattutto, lo Statuto ci consentono di poter utilizzare per raggiungere risultati ragionevoli, nella consapevolezza tuttavia che tali risultati non si ottengono con azioni velleitarie, così come rilanciato nei giorni scorsi dai banchi dell’opposizione con la proposta di legge 166, ma con la serietà e la dovuta attenzione che la gravità del problema impone». Un impegno a 360 gradi, ribadiscono dalle strutture dell’assessorato incaricate di seguire la questione, che non esclude il coinvolgimento di tutti i parlamentari sardi nel sostenere una eventuale proposta di legge nazionale.

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Il presidente di Copagri Sardegna, Ignazio Cirronis, ha inviato una lettera aperta al Governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru.

Questo il testo integrale.

Caro Presidente,

io ho preso sul serio quanto ha detto negli incontri a cui ho partecipato che hanno preceduto le elezioni regionali della Sardegna quando, da economista, ha sostenuto che la rinascita della Sardegna passava per una nuova politica economica. In particolare per l’agricoltura, ha affermato che si doveva puntare sui comparti produttivi e sulle aziende capaci di aggregare le produzioni perché solo così si potevano valorizzare le eccellenze agroalimentari sarde anche sui mercati esteri.

Io sono stato contento di sentire quelle parole dal futuro Presidente della Giunta Regionale. Ancora più felice sono stato quando ha nominato Elisabetta Falchi assessore dell’agricoltura: donna capace e professionalmente preparata per disegnare e cercare di attuare le strategie agricole di cui ha bisogno la Sardegna.

Poi però succede qualcosa che non mi convince: al comparto agricolo non vengono lasciati nel bilancio regionale neppure le briciole e se non fosse per il PSR, si potrebbero mettere in cassa integrazione non solo i 119 funzionari dell’Assessorato, ma anche i 1.341 dipendenti delle diverse Agenzie Regionali e quelli delle Associazioni Allevatori.

E poi arriva la doccia fredda del taglio dei programmi operativi per le OP, le Organizzazioni di Produttori, che in questi giorni hanno ricevuto il taglio o il rigetto delle proposte per il 2015. Tra l’altro la scure non ha interessato tutte allo stesso modo, creando una grave discriminazione tra chi aveva un programma in corso e chi lo stava rinnovando! La Giunta Cappellacci non era arrivata a tanto: tutte le OP avevano avuto il supporto promesso, potendo continuare nel loro impegno che ha accresciuto ogni giorno reddito e occupazione.

Ora, invece, si prevedono tempi durissimi per le 30 OP della Sardegna con oltre 7.000 produttori associati e un fatturato complessivo di quasi 230 milioni di euro. Riferendomi alle OP non parlo di “assistenza”, ma di cooperative che oltre a rispettare le norme generali della cooperazione (per esempio non dividono utili) rappresentano, a detta della Unione Europea, la strada privilegiata per lasciare alla produzione il maggior valore aggiunto dei prodotti agricoli giacché trasformano e commercializzano direttamente, o con il minor numero di intermediazioni, i prodotti dei soci.

Le OP preparano e attuano programmi di attività che supportano la commercializzazione, spesso sui mercati esteri, dei prodotti alimentari sardi. Con questi programmi l’occupazione nelle OP sarde è cresciuta costantemente negli anni. A maggior ragione non è tollerabile una interruzione di queste politiche. Nel bilancio 2015 manca un milione di euro  per salvaguardare centinaia di posti di lavoro produttivi e per permettere uno sviluppo dell’occupazione nelle zone rurali, quelle dove non c’è l’alternativa del pubblico impiego e dove l’industria non è più nemmeno un miraggio.

Caro Presidente, se non vogliamo che altri dicano che questa Giunta non mantiene gli impegni presi per il rilancio dell’economia isolana, occorre certo puntare su ambiente e istruzione, ma che ce ne facciamo di persone istruite se poi esportiamo non i nostri prodotti alimentari, bensì i nostri migliori cervelli?

Lungi da me aprire una guerra tra poveri, ma se è possibile trovare 600 milioni per realizzare nuove infrastrutture, se ne trovi uno per finanziare tutti i programmi di attività ed i piani di avviamento delle Organizzazioni di Produttori Agricoli, eliminando le discriminazioni tra diverse OP già dai piani 2015.

E come è possibile che l’assessorato dell’Industria abbia messo a bando 800.000 euro per supportare le imprese artigianali che vogliono esporre i propri prodotti all’Expo (magari con materie prime non sarde) e non ci sia in bilancio un solo euro per le aziende e cooperative agricole per la stessa finalità?

Sono abituato a giudicare i governi sulla base delle loro azioni. Su queste due emergenze, e più in generale sulla strategia per l’agricoltura sarda, mi piacerebbe che gli impegni presi vengano rispettati: noi la nostra parte la facciamo comunque.

Cagliari, 20 gennaio 2014

Cordiali saluti

Ignazio Cirronis

Presidente Copagri Sardegna

Oltre 300 persone hanno partecipato alla presentazione del progetto Rural Trainer, che si è tenuta questa mattina nell’istituto agrario Duca degli Abruzzi di Elmas.
«Una sala gremita da tanti giovani, soprattutto under 40, ma anche da numerosi adulti che raccontano un interesse sempre più crescente verso il mondo delle campagne, in cui la Sardegna fa la sua parte come le altre regioni del paese», ha detto l’assessore dell’Agricoltura e della riforma agropastorale, Elisabetta Falchi, commentando la prima presentazione sul territorio del nuovo progetto ideato già in passato dall’assessorato e realizzato da Bic Sardegna in collaborazione con l’agenzia agricola Laore.

Obiettivo del Rural Trainer è quello di sostenere le nuove aziende agricole dell’isola favorendo in modo particolare, ma non solo, il ricambio generazionale.

«Tornare a lavorare in campagna non deve essere visto come una sconfitta – ha osservato l’assessore Falchi – piuttosto come un modo più sicuro di altri dove costruire il proprio futuro lavorativo. Nonostante la crisi economica che ha colpito l’Italia e in particolare la nostra regione negli ultimi anni, tutti i dati danno in crescita il settore agricolo e le analisi sui prossimi decenni confermano il trend positivo per tutta la galassia agroalimentare.»
Nel progetto Rural Trainer, Bic Sardegna e Laore si occuperanno dell’assistenza tecnica, con un supporto ad hoc fornito per la stesura del piano di impresa e con servizi di informazione e orientamento sulle opportunità di finanziamento disposte nel Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014 – 2020, dedicate agli operatori già presenti e a quelli che inizieranno le attività.

«I bandi da soli o addirittura interi Psr, se non accompagnati con progetti di tutoraggio – ha osservato ancora Elisabetta Falchi – rischiano di perdere per strada energie importanti. Ecco perché l’assessorato ha deciso di investire già da tempo sul Rural Trainer per la creazione e lo sviluppo d’impresa con figure che vanno oltre le classiche competenze tecniche e che puntano sui nuovi settori del marketing aziendale». Su tale supporto imprenditoriale, via Pessagno ha investito circa 345mila euro.

«Si tratta di un progetto pilota inserito in un ventaglio di interventi di più ampio respiro, che partiranno nei prossimi mesi verso tutto il mondo agricolo isolano – ha spiegato Elisabetta Falchi – il Rural Trainer servirà perciò a testare, e quindi migliorare, gli interventi dell’assessorato per la promozione e crescita delle aziende già esistenti e per la nascita di quelle nuove».

Rispetto al passato, l’assessore intende modificare l’approccio, individuando una forma diversa di assistenza tecnica che deve diventare un accompagnamento qualificato e duraturo nel tempo: dalla nascita delle imprese al suo stabile consolidamento. Così ripensato, il sistema delle agenzie agricole riuscirà a trasferire reale valore aggiunto al mondo delle campagne isolano. Il prossimo 21 gennaio, al Centro servizi Losa di Abbasanta (OR), il progetto Rural Trainer terrà la sua seconda tappa di orientamento sul territorio per i cittadini. Per maggiori informazioni si può consultare il sito internet www.ruraltrainer.it o la pagina Facebook Rural Trainer.
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L’Europa ha stanziato un milione e 80mila euro per cofinanziare il Piano d’azione straordinario per l’eradicazione della peste suina africana. L’ha deciso ieri la Commissione Europea, aprendo così grande credito al Piano approvato in Giunta a novembre scorso con l’obiettivo di azzerare definitivamente l’epidemia nel giro di pochi anni. Si tratta della prima tranche di un finanziamento che sarà incrementato a novembre prossimo.
Il Piano sarà messo in atto da un Comitato ristretto d’indirizzo che opererà attraverso una Unità di progetto. Gli interventi costeranno circa 4 milioni di euro all’anno e, oltre all’eradicazione dell’epidemia, hanno come obiettivo il rilancio della produzione agroalimentare sarda garantendone qualità e sicurezza. L’annuncio è stato dato oggi dagli assessori della Sanità e dell’Agricoltura Luigi Arru ed Elisabetta Falchi che hanno ufficialmente presentato alle due Commissioni competenti del Consiglio regionale, in seduta congiunta, i due esperti che collaboreranno con la Regione: Josè Manuel Sanchez-Vizcaino del Centro de Investigacion Visavet di Madrid, considerato il massimo esperto di peste suina africana e di piani per eradicarla e ingaggiato attraverso una convenzione triennale da 100mila euro con l’Universita di Madrid, e Alberto Laddomada, vice capo unità della direzione generale Salute e tutela dei consumatori ed esperto riconosciuto in materia di peste suina africana, che dalla Direzione Generale della Sanità della Commissione europea sarà distaccato in Sardegna per sei mesi, con costi a carico della stessa Ue. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i presidenti delle commissioni Sanità, Raimondo Perra, e Agricoltura, Luigi Lotto.
«Ci sono 10 milioni di fondi messi a disposizione dall’Agricoltura, al momento in capo ad Argea, che saranno utilizzati per dare i mezzi agli allevatori virtuosi per proseguire con la loro attività, cominciando a costruire i recinti per evitare il pascolo brado, chi alleva in sicurezza potrà inoltre beneficiare del benessere animale, allargato in questo caso al settore suino – dice l’assessore dell’Agricoltura Falchi -. E poi è fondamentale il gruppo di lavoro, il fatto che ci sia una catena di comando, un gruppo che sa cosa fare e agisce immediatamente, cosa che finora non era affatto così scontata.»
L’assessore della Sanità è convinto che si tratti prima di tutto di una battaglia culturale. «Andremo a parlare con gli allevatori, spiegheremo loro che allevare seguendo le regole è un’opportunità e non un limite, e allo stesso tempo eviteremo l’eccesso di controllo sugli allevatori professionisti che già lavorano molto bene. Di sicuro, non sarà un Far West con abbattimento selvaggio dei suini. Questa Giunta, con in testa il presidente Pigliaru, vuole affrontare e soprattutto risolvere questo problema storico per la Sardegna, siamo consapevoli del peso di una battaglia così importante, ma anche assolutamente decisi a portare a casa il risultato».
Vizcaino, che con il suo Piano in Spagna ha di fatto azzerato la peste suina africana, assicura: «Per la Sardegna un’azione rapida. Possiamo farcela, l’Isola ha le carte in regola per riuscirci, per riuscire a combattere questa terribile epidemia e far capire al mondo intero che i prodotti di questo territorio sono sicuri». Il danno economico provocato dalla peste suina nell’Isola, ma in generale in Italia e in tutta l’Europa, che è il primo esportatore di suini, è enorme: «La Commissione Europea segue con molta attenzione la vicenda sarda – assicura Laddomada -. C’è preoccupazione ma anche la consapevolezza che finalmente ci si sta impegnando per risolvere questo problema, tanto che al di là del valore economico pur importante è significativa la decisione di finanziare il Piano, perché significa che lo considerano valido».
Vizcaino e Laddomada, il cui incarico per conto della Regione è stato ufficializzato oggi, insieme agli assessori Arru e Falchi, hanno presentato nel pomeriggio il Piano alle Commissioni consiliari. «L’ha detto chiaramente il presidente Pigliaru e io sono assolutamente d’accordo – sottolinea Lotto – Il risultato di questa battaglia vale una legislatura“. Secondo Perra “l’allevamento dei suini alimenta una grande, importante economia che la peste suina rischia di far perdere alla Sardegna”.

 

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La commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto (PD), ha sentito in audizione sulla Manovra finanziaria 2015-2017 gli assessori regionali del Turismo, dell’Industria e dell’Agricoltura.

«Cambia l’approccio nella gestione delle risorse disponibili, prima si individuano gli obiettivi e poi si cercano le risorse», ha spiegato l’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, Francesco Morandi. Al parlamentino l’esponente dell’esecutivo ha illustrato la nuova strategia della Giunta che vede l’integrazione delle risorse regionali, con quelle nazionali e comunitarie per comporre il Bilancio. Tra le novità l’accorpamento in un’unica voce di bilancio del Turismo, Cultura e Sport nell’ottica, ha spiegato l’assessore, nell’ottica di una riorganizzazione degli assessorati. Complessivamente il suo assessorato disporrà, assieme con la Cultura, di 125 milioni di euro, di cui il 55 per cento di fondi regionali, il 6 per cento fondi nazionali e il 35 per cento fondi europei. In particolare saranno destinati 48,9 milioni alla promozione e valorizzazione del turismo.

«Le risorse sono poche – ha proseguito Morandi – 125 milioni non sono sufficienti, ma per l’artigianato e il commercio puntiamo a reperire fondi comunitari già individuati. Per l’artigianato l’obiettivo è di attivare finanziamenti a sportello per piccoli interventi, ma in grado di dare ossigeno alle attività.»

Per quanto riguarda il turismo, Morandi ha confermato che ci sono sia i fondi per partecipare all’Expo e garantire Bitas, da programmare per i primi giorni di ottobre. Morandi ha anche spiegato che la Giunta vuole puntare su alcuni temi: turismo enogastronomico, con la collaborazione dell’Agricoltura, con maggiore attenzione ai vini, al pane e ai formaggio, ma anche al tonno, allo zafferano e alla bottarga, e valorizzando gli agriturismo e le cantine, turismo culturale, con la collaborazione dell’assessorato della Cultura, e turismo nautico.

Da parte dell’opposizione sono stati evidenziati dubbi sul reperimento delle risorse europee e sui tempi.

Il presidente Lotto ha proposto all’assessore di trovare il modo di valorizzare i prodotti enogastronomici sardi anche nel circuito della ristorazione tradizionale, non legato agli agriturismo. L’assessore ha accolto con favore il suggerimento del presidente.

L’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha spiegato che la stragrande maggioranza del budget deve essere destinata alle società partecipate 59 milioni e 200mila euro (Igea, Carbosulcis, Sigma Invest spa e Fluorite di Silius) su 190 milioni. Di questi fondi il 58 per cento sono regionali, il 3 per cento nazionali e il 39 europei. Ai 190 euro si sommano i 30 milioni del Fondo Equity per filiere e internazionalizzazione Sfirs e i contributi per le imprese agricole Fears. L’assessore ha evidenziato il difficile periodo che stanno attraversando le imprese ed è per questo che la Giunta punta ad attuare una serie di piani, tra cui il più rilevante è quello volto ad abbattere il costo dell’energia  (13milioni 200mila euro) e già nel 2015 sarà scelta l’infrastruttura e il tipo di metano. L’assessore punta anche a una semplificazione burocratica e amministrativa, ma anche al sostegno all’innovazione tecnologica, ai Consorzi fidi industriali. Piras ha garantito che sono stati già messi a bando 800mila euro per le aziende che vogliono partecipare all’Expo e che ci saranno ulteriori finanziamenti. Nella Manovra, inoltre, sono previsti 11 milioni per lo Start up delle nuove imprese che sarà gestito da Sardegna ricerche. Tra le perplessità sollevate da alcuni commissari la disponibilità dei fondi regionali, pari a circa 69 milioni, di molto inferiori allo stanziamento degli scorsi anni per l’Industria. «Credo che dobbiamo riconoscere – ha risposto l’assessore Piras – che i fondi comunitari vengono spesi» e ha spiegato che, per i fondi comunitari già individuati, sono già stati fatti programmi di spesa fino al 2020.

Risorse limitate anche per l’Agricoltura, ha spiegato l’assessore Elisabetta Falchi, nel corso dell’audizione. L’assessorato all’Agricoltura può contare su 284 milioni di euro, di cui il 42 per cento da fondi regionali e il 58 per cento di fondi europei. L’esponente dell’Esecutivo ha evidenziato che si è trattato di un lavoro difficile che ha portato a consolidare alcune voci, come gli enti strumentali (68,2 milioni), Agris, Argea e Laore, con un taglio del 10 per cento. Un taglio, secondo l’assessore, che non consentirà di avere le risorse necessarie per il funzionamento degli enti fino alla fine dell’anno. Taglio del 10 per cento anche per i Consorzi di bonifica e organizzazioni professionali agricole che però avevano già subito un taglio importante lo scorso anno e che, su richiesta della Commissione, l’assessore si è detta d’accordo a trovare più risorse. Falchi, in risposta ad alcune polemiche apparse sulla stampa negli scorsi giorni, ha assicurato che ci sono 750mila euro per le attività di promozione  e altri saranno recuperati dal Piano di sviluppo rurale per essere presenti nelle più importanti fiere dell’agroalimentare. L’assessore ha confermato la presenza della Sardegna a Berlino, al Vinitaly ed Expo. Tra le azioni che potranno portare a un importante risparmio per la Regione c’è il finanziamento con 4 milioni e 430mila euro per i Consorzi di difesa delle produzioni intensive, che garantirà un costo assicurativo tra i più bassi d’Italia.

Una situazione comunque molto difficile anche perché, rispetto agli anni passati, la quota del cofinanziamento della Regione per il Psr è passata da 90 a 210 milioni di euro da suddividere nei 6 anni.

Da parte della commissione è stata chiesta maggiore attenzione per alcune voci tra cui quella degli avventizi (manca la copertura per il 2015), per la definizione esatta dei fondi da attribuire ad Ara e Apa.

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Sarà presentato il prossimo 19 gennaio, a Elmas, il progetto Rural Trainer nato per sostenere le idee imprenditoriali, da realizzare nel settore agricolo della Sardegna, con un’attenzione particolare verso il ricambio generazionale del comparto.

«Si tratta del primo progetto inserito in un ventaglio di interventi di più ampio respiro, che partiranno nei prossimi mesi a favore di tutto il mondo agricolo isolano – ha spiegato l’assessore dell’Agricoltura e della Riforma agropastorale, Elisabetta Falchi – il Rural Trainer servirà inoltre a testare, e quindi migliorare, gli interventi dell’assessorato per favorire la nascita di nuove imprese agricole e promuovere il potenziamento delle aziende già esistenti».

Il progetto sarà supportato dall’Agenzia agricola Laore, che si occuperà dell’assistenza tecnica, con un sostegno per la stesura del piano di impresa e con servizi di informazione e orientamento sulle opportunità di finanziamento disposte nel Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014 – 2020, dedicate agli operatori già presenti e a quelli che inizieranno le attività.

«Attraverso questo intervento – ha aggiunto l’assessore dell’Agricoltura – vogliamo investire sulla cultura d’impresa e la professionalizzazione delle nostre aziende, per migliorare le competenze in ambito manageriale e della progettazione ambientale, favorendo così la nascita di nuovi imprenditori agricoli preparati ad affrontare le sfide delle produzioni agroalimentari del comparto sardo».

Partiranno dalla prossima settimana una serie di incontri seminariali di orientamento in diversi territori della regione. Per maggiori informazioni sul progetto, realizzato da Bic Sardegna in collaborazione con Laore, si può consultare il sito internet www.ruraltrainer.it o la pagina Facebook Rural Trainer.

«Con uno sprint al fotofinish abbiamo evitato, nell’anno appena concluso, il disimpegno delle risorse messe a disposizione dall’Unione europea per l’agricoltura sarda e il rischio quindi di rimandarle a Bruxelles». Lo ha detto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, commentando le dichiarazioni del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, sul report pubblicato dal MIPAAF per le risorse erogate dall’Italia nei Programmi di sviluppo rurale (Psr 2007-2013).

«Si tratta di un grande risultato, portato a casa in poco più di sette mesi – ha spiegato l’esponente della Giunta Pigliaru – che si è raggiunto grazie all’enorme lavoro di squadra tra le strutture dell’assessorato, guidate dal direttore generale Sebastiano Piredda, e le Agenzie regionali per l’agricoltura, in particolare Argea e il suo direttore generale, Gianni Ibba.» 

Le risorse in questione sono quelle del Psr 2007-2013, su cui l’Ue ha previsto la formula N+2 (due anni in più oltre la scadenza del 2013 per completare la spesa dei fondi, pena la restituzione). «Si partiva da un lascito della scorsa amministrazione preoccupante, che ci imponeva un impegno doppio rispetto a quello classico – ha osservato Falchi –, ciononostante siamo riusciti a spendere quasi 190 milioni di euro per l’annualità 2014».
Molto soddisfatto anche il direttore generale di Via Pessagno, Sebastiano Piredda: «Tanto lavoro per un’impresa molto positiva per il futuro dell’agricoltura sarda, per le strutture dell’assessorato e delle Agenzie».

Il raggiungimento dell’obiettivo finale è fissato al 31 dicembre 2015, quando si concluderà l’N+2 e tutte le risorse messe sul piatto da Bruxelles dovranno essere spese. «L’esperienza maturata nel 2014 ci ha permesso di collaudare la squadra e – ha aggiunto l’assessore dell’Agricoltura – sono certa che ci impegneremo ancora di più per mettere a disposizione delle nostre imprese le risorse inviate dall’Unione europea, perché tanto rimane ancora da fare».

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