22 November, 2024
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Dopo la cerimonia de “La Giornata della Solidarietà” svoltasi all’ospedale Sirai di Carbonia, il sottosegretario di Stato della Difesa, Domenico Rossi, si è trasferito a San Giovanni Suergiu, nell’aula consiliare di via Roma, per una seconda cerimonia commemorativa in onore del maggiore Giuseppe La Rosa, ucciso in un agguato in Afghanistan.

L’Associazione Regionale Bersaglieri, in onore del militare caduto, ha donato al comune di San Giovanni Suergiu un quadro raffigurante “L’ultima cena” che è stato posizionato all’interno dell’aula consiliare. Sono intervenuti alla cerimonia, il generale Giovanni Domenico Pintus, il comandante della Capitaneria di Porto di Cagliari Roberto Isidori, il vescovo della diocesi di Iglesias mons. Giovanni Paolo Zedda, numerosi sindaci e amministratori dei comuni del Sulcis, la Banda della Brigata Sassari che per l’occasione ha suonato e ha cantato il classico repertorio dei “Dimonios”, gli studenti della scuola media “Guglielmo Marconi”, che hanno proposto delle letture sul tema della pace e della solidarietà al generale Domenico Rossi, molto conosciuto nel Sulcis Iglesiente, per aver guidato dal 1995 al 1996 il 1° Reggimento Corazzato di Teulada.

Il sindaco Elvira Usai ha sollecitato il sottosegretario Domenico Rossi ad occuparsi in prima persona delle gravi problematiche presenti nel territorio e Domenico Rossi ha accolto l’invito, chiedendo a tutti i sindaci presenti di preparare una piattaforma comune nella quale siano racchiuse le principali richieste per il superamento dei problemi esistenti. A fine cerimonia, il sottosegretario della Difesa ha ribadito l’impegno assunto con la Regione, con la quale è in corso un confronto, per una mitigazione del peso delle servitù militari, soprattutto nelle zone non più interessate all’attività addestrativa, sottolineando i segnali positivi emersi con la soluzione della vertenza dei pescatori di Cabras, con il protocollo firmato per l’estensione degli indennizzi anche ai pescatori di quella zona della Sardegna, esempio concreto di un approccio di natura diversa di questo Governo alla problematica delle servitù militari.

«Vogliamo rivedere i requisiti per dare il giusto ai veri pescatori» ha detto inoltre Domenico Rossi che ha confermato che negli accordi «si dovranno tenere sempre presenti due aspetti: uno costituito dalle esigenze operative addestrative e l’altro dalle esigenze dei singoli territori. Da queste due esigenze non si può prescindere, al loro interno, ciò che sarà possibile fare, lo faremo.»

Alleghiamo un vasto album fotografico, con uno stralcio dell’intervento del sindaco Elvira Usai, l’intervento del sottosegretario di Stato Domenico Rossi e l’Inno dei Mameli suonato dalla Banda della Brigata Sassari.

                                                                                                       

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San Giovanni Suergiu è in festa per i 100 anni di Eraldo (Francesco all’anagrafe) Secchi. Sono arrivati in tanti, circa duecento, nella sala riunioni dell’agriturismo Agrifoglio, per condividere con lui questo grande traguardo, raggiunto in una condizione davvero invidiabile per la lucidità e le condizioni fisiche che non sono certamente quelle tipiche di un centenario. Al centro della sala una grande torta con il numero 100 di colore rosso, un coro per accompagnare la serata con i canti, presenti le due sorelle e tutti i parenti, tantissimi amici e conoscenti, il sindaco Elvira Usai con quasi tutti gli assessori e i consiglieri comunali, il parroco Antonino Bellu, il presidente dell’Auser Sergio Madeddu che ha letto un lungo messaggio in cui è stata ricostruita la sua lunghissima esperienza di vita, iniziata il 23 novembre 1916.

Questo il testo letto da Sergio Madeddu.

«Siamo in tanti qui riuniti, perché è un’occasione davvero speciale. E’ giusto far presente, che la paura più grande di un anziano è quella di non essere amato, non è il caso di Eraldo, perché questa nutrita presenza dimostra tutto l’affetto di cui gode tra la nostra comunità. 

Una vita lunga un secolo, 1916-2016, l’ambito traguardo dei cento anni. Una vita dura d intensa, povertà, guerra, il suo riscatto con l’assiduità nel lavoro. Tanto amore per la sua famiglia e per la comunità intera.

Francesco all’anagrafe, ma conosciuto e chiamato da tutti Eraldo. E’ nato a Tratalias, il 23 novembre del 1916, la mamma si chiamava Grazia Pinna, il padre Antonio, agente della Guardia di Finanza in servizio all’Isola d’Elba, poi impiegato come daziere nel comune di Narcao, finché non si trasferirono a San Giovanni Suergiu. Otto i figli da sfamare, oltre Eraldo altri due fratelli e cinque sorelle. Dario il più grande, sacerdote molto noto in paese, poi Delia, Anna, Bruna, Fausta, Mario e Maria.

Eraldo ha frequentato le scuole elementari in paese con ottimi voti, la scuola si trovava a fianco dell’ingresso attuale del Municipio che dà verso la piazza. Siamo a metà degli anni ’30, tempi difficili e duri per realtà disastrate come la nostra, segnata dalla povertà e dalla fame. Lui è fortunato, trova lavoro nello stabilimento Samis, in officina elettrica, lì conosce il signor Arturo Manca, maestro operaio elettromeccanico di quel periodo, che lo accompagnerà nel percorso, come lavoratore dipendente prima, poi come socio in diverse altre iniziative.

Nel 1938 la chiamata alle armi, un servizio militare molto lungo, durato sette anni, il congedo nel 1945. Eraldo viene arruolato nell’82° Reggimento Fanteria di Civitavecchia, partecipa all’occupazione lampo della Dalmazia, poi viene impegnato sul fronte occidentale, per contenere una temuta avanzata francese.

Ma la vera prova di guerra, il sergente maggiore Eraldo Secchi l’avrà sul fronte russo, 18 lunghi mesi, trascorsi in prima linea sulle rive del Don, impegnato al comando del Reggimento, al servizio carburanti delle auto carrette, poi come staffetta motociclista. Patisce fame e freddo, ci sono punte di 20-40 gradi sotto zero, i militari hanno una dotazione individuale insufficiente, i viveri sono scarsi, non hanno da ripararsi, sono partiti in giugno con la divisa estiva, la porteranno per tutto l’inverno. In quell’inferno del fronte russo, Eraldo sarà, con la sua classe di leva più fortunato di chi gli darà poi il cambio, ci sarà infatti la disfatta, molti non torneranno più, altri conosceranno la prigionia e la deportazione.

Rientrato in Italia nel 1943, Eraldo trascorrerà altri due anni da militare, nel Battaglione Costiero di Muravera, partecipando alla guerra di liberazione dai tedeschi svoltasi in Sardegna. Avrà il riconoscimento dallo Stato Italiano, sarà decorato con la Croce al Merito di Guerra.

Finito il periodo di ferma, al suo rientro, Eraldo apre una piccola officina con Arturo Manca, insieme mettono insieme il loro ingegno, la loro creatività nelle innovazioni di quel periodo, riparano biciclette, fondo metallo per creare pallini per cartucce, aggiustano motori a scoppio, macchine trebbiatrici ed altro.

Eraldo lavora poi in officina, alle dipendenze della Carbonifera Sarda per un anno, successivamente è alle dipendenze di Brai, fa il trasportatore ed il tassista a Cagliari, sino all’avvio del Mulino Pastificio Brai, dove sarà impiegato per dieci anni, dal 1950 al 1960, come collaboratore stretto, uomo di fiducia. Conosce bene l’impianto, è lui che interviene in tutte le situazioni difficili. Si interessa, inoltre, della distribuzione della farina e dell’approvvigionamento del grano per l’azienda.

Cambia ancora lavoro, gli viene offerta la possibilità di gestire la stazione Agip, un’opportunità che Eraldo non si lascia sfuggire. Gestire l’ìmpianto di rifornimento per quasi trent’anni. E’ proprio lì che mette a frutto le sue potenzialità imprenditoriali. Si lavora dalla mattina presto fino a notte inoltrata, senza interruzioni. Per gestire questa nuova impresa occorrono diverse braccia, si fanno i turni, riesce ad avere 5/6 dipendenti contemporaneamente. Passeranno di lì, alle sue dipendenze, decine di ragazzi e ragazze che si avvicenderanno in questo lavoro. Non si rifornivano solo macchine, si facevano piccole riparazioni, manutenzioni, cambi olio, gomme, c’era l’impianto di lavaggio ed altro.

Ora bisogna però ritornare indietro nel tempo, ai primi anni ’50, per scoprire un’avventura ancora più coinvolgente che ha segnato la vita di Eraldo Secchi. Il fatto è accaduto durante un’escursione nei poderi agricoli, alla ricerca del grano, quando lavorava con Benigno Brai (l’imprenditore agricolo rapito il 19 settembre 1979 e mai tornato a casa, n.d.r.). E’ lì, a Santadi, che conosce Maria Langiu, giovane ragazza del posto, che diventerà sua moglie nel 1955 e dalla quale avrà quattro figli, tre femmine ed un maschio: Valeria, Marta, Marcella ed Antonello. Eraldo e Maria oggi hanno otto nipoti, il più grande è Luca, 34 anni, la più giovane Greta, 21 anni; e tre pronipoti.

Una bellissima storia, per tutta la comunità di San Giovanni Suergiu. Nonno Eraldo è un grande esempio per le nuove generazioni, di forza, coraggio e capacità di affrontare le avversità della vita.

Grazie Eraldo! Grazie per il tuo esempio, grazie per aver voluto festeggiare il tuo centesimo compleanno con gli amici e le persone che ti sono state sempre vicino. Tanti, tanti auguri per continuare a vivere ancora tanti e tanti anni, con l’aiuto di Dio e l’affetto e l’amicizia di tutti noi.»

Pubblichiamo il breve intervento fatto da Eraldo Secchi per ringraziare tutti per l’affetto ricevuto, l’album fotografico completo ed altri tre filmati registrati nel corso della serata: una parte della benedizione di don Antonino Bellu, una parte dell’intervento del sindaco Elvira Usai ed una canzone cantata dal coro e da tutti i presenti.

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L’Aula consiliare del comune di San Giovanni Suergiu ha ospitato ieri sera la presentazione del libro “L’ultima Spagna”, di Pietro Soddu, ex presidente della Regione Sardegna. L’incontro, moderato dal sindaco di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai, ha visto la partecipazione dell’autore, dei giornalisti Giacomo Mameli ed Anthony Muroni, e del deputato del Partito Democratico Francesco Sanna.

“L’ultima Spagna” è il terzo libro di Pietro Soddu, dopo “Il Regno e l’azzardo” e “A mala gana”, sulle vicende dei sardi nella storia. «Racconta i due secoli e mezzo della Sardegna spagnola, tra il 1478 e il 1720. È proprio dopo la sconfitta di Leonardo Alagòn e la definitiva scomparsa delle ambizioni d’indipendenza che la Sardegna si può considerare a tutti gli effetti spagnola, cioè parte integrante della Spagna di allora, formata sul vecchio nucleo aragonese-catalano e dalla Castiglia, che diventerà poi egemone. Una Sardegna sempre oscillante tra autonomia e integrazione, che parla spagnolo e sardo, che si proclama nazione ma esprime piena fedeltà al re. Una storia difficile da raccontare senza introdurre qualche elemento di fantasia letteraria, secondo una libertà propria della struttura narrativa, che si fonda sulla storia, però la arricchisce di personaggi e di fatti inventati ma possibili, coerenti alla realtà anche se non esistiti».

Il dibattito si è sviluppato sulla condizione di sottomissione verso gli invasori o i potenti di turno in cui si è sempre trovata la Sardegna nell’arco dei secoli, come emerge molto bene negli spezzoni di interventi di Pietro Soddu, Anthony Muroni e Giacomo Mameli che abbiano registrato e vi proponiamo e, inevitabilmente, ha poi spaziato anche sull’attualità, sull’operato dell’attuale Giunta regionale, giudicato in termini assai negativi, indirettamente da Pietro Soddu e più direttamente da Giacomo Mameli, che ha definito la Giunta Pigliaru la peggiore dal 1948 ad oggi, ed Anthony Muroni.

Nel corso del dibattito, tra gli altri, è intervenuto il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis, Gianfranco Trullu, sindaco di Perdaxius.

Pietro Soddu, nato a Benetutti il 19 giugno 1929, laureato in Legge, è stato eletto 7 volte presidente della Regione, un record difficilmente superabile, ed è stato un esponente di primissimo piano del mondo politico sardo per diversi decenni. Ha ricoperto diversi incarichi sia di partito, nella Democrazia Cristiana, sia nelle istituzioni (deputato, consigliere regionale per cinque legislature dal 1961 – a soli 32 anni – al 1983, assessore regionale della Sanità, della Rinascita, dell’Industria e delle Finanze, presidente della provincia di Sassari).

Oggi, a 87 anni, uomo di grande cultura, conserva una grande lucidità e, lasciata ormai da anni la politica attiva, si dedica alla scrittura.

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L’Aula consiliare del comune di San Giovanni Suergiu ospiterà venerdì 11 novembre, a partire dalle ore 17.00, la presentazione del libro “L’ultima Spagna”, di Pietro Soddu, ex presidente della Regione Sardegna. Seguirà un dibattito sull’autonomia sarda e sul referendum costituzionale, con la partecipazione dei giornalisti Giacomo Mameli ed Anthony Muroni, dell’europarlamentare del Partito Democratico Renato Soru, ex presidente della Regione Sardegna ed ex segretario regionale dello stesso Partito Democratico, e del deputato Francesco Sanna, anch’egli del Partito Democratico, I lavori saranno moderati dal sindaco di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai.

L’iniziativa è organizzata dall’Amministrazione comunale di San Giovanni Suergiu.

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Il Consiglio comunale di Carbonia si è riunito in seduta straordinaria urgente davanti stamane all’ingresso dell’ospedale Sirai di Carbonia, per dire no al trasferimento del reparto di ostetricia e ginecologia al CTO di Iglesias, trasferimento che proprio stamane, alle 11.30, il commissario straordinario della Asl 7, Antonio Onnis, annuncerà nel corso di una conferenza stampa convocata nella sala riunioni del CTO e che verrà effettuato materialmente mercoledì 26 e giovedì 27 ottobre.

Alla riunione, presenti assessori e consiglieri di maggioranza ed opposizione, hanno partecipato anche alcuni sindaci dei comuni del territorio e numerosi cittadini, tra i quali alcune donne che stanno per partorire e sono preoccupate per le condizioni in cui dovranno farlo.

Al termine dei lavori, è stato approvato all’unanimità un documento con il quale si chiede all’assessore regionale Luigi Arru, che ha convocato i sindaci per mercoledì pomeriggio, alle 17.00, in assessorato, a Cagliari, di sospendere la decisione di chiudere il reparto del Sirai e di rivedere il piano di riorganizzazione dei servizi, richiesta alla quale verrà allegata una petizione popolare avviata proprio stamane.

La protesta – è stato sottolineato in diversi interventi – è incentrata soprattutto sulla mancanza di una logica nel Piano di riorganizzazione dei servizi che prevede l’individuazione del punto nascite al CTO di Iglesias, dove non sono presenti i servizi di emergenza-urgenza, individuati invece dallo stesso Piano al Sirai di Carbonia.

Durante lo svolgimento dei lavori abbiamo intervistato il sindaco di Carbonia, Paola Massidda; il sindaco di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai; il sindaco di Piscinas, Mariano Cogotti; e, infine, l’ex sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti.

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Il sindaco Elvira Usai ha convocato il Consiglio comunale di San Giovanni Suergiu per la giornata di martedì, 25 ottobre, alle 16.00, nella nuova asula consiliare di via Roma. Sono 6 i punti inseriti all’ordine del giorno. I lavori verranno aperti dall’esame delle interrogazioni presentate dal consigliere di minoranza Valentina Cuccu, sul servizio mensa dell’istituto Comprensivo Guglielmo Marconi, sulla situazione in cui versa lo stadio comunale di via Di Vittorio e sugli accertamenti ICI 2011, per i quali quattro consiglieri di minoranza hanno chiesto la temporanea sospensione della procedura.

Seguiranno: l’esame della proposta di revoca della delibera del Consiglio comunale n° 40 del 17 aprile 1986 e della ratifica della delibera di Giunta n° 146 del 12 marzo 1986 sull’installazione e gestione delle lampade votive nel cimitero comunale, affidamento alla ditta O.L.V. di O. Orlandi di Empoli; l’approvazione del D.U.P., documento unico di programmazione 2917/2019, art. 170, comma 1, d.lgs 267/2000; la proposta di adesione alla fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara; art. 21 d.lgs. del 18 aprile 2016 n° 50, approvazione del programma biennale degli acquisti di beni e servizi; e, infine, l’approvazione dello schema di accordo per la gestione associata dello sportello antiviolenza-antistalking e per incontri a tema sul territorio Plus, distretto socio.-sanitario di Carbonia.

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Il sindaco di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai, è stata eletta vicepresidente del Consorzio Industriale Provinciale Carbonia Iglesias. La sua elezione è maturata a maggioranza due settimane fa. Il Consiglio di amministrazione del Consorzio è ora al completo con il presidente Federico Strina, 70 anni, dirigente industriale in pensione, indicato dal comune di Portoscuso dopo le dimissioni di Giorgio Alimonda; il vicepresidente Elvira Usai, 40 anni, eletta sindaco di San Giovanni Suergiu il 5 giugno 2016; e 3 consiglieri: Hansel Christian Cabiddu, 40 anni, eletto sindaco di Gonnesa il 5 giugno 2016; l’ingegner Giacomo Guadagnini, 67 anni, ex assessore del comune di Carbonia e della provincia di Cagliari, rappresentante della provincia del Sud Sardegna, delegato dal suo amministratore straordinario, Giorgio Sanna, con delibera n° 12 del 25 luglio 2016; e, infine, Iosto Puddu, 80 anni, rappresentante degli imprenditori della provincia.

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La richiesta di un incontro urgente con il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, per affrontare le emergenze del sistema sanitario del Sulcis Iglesiente. E’ quanto ha deciso stamane l’assemblea dei sindaci dei comuni della Asl 7 (presenti 12 su 23), riunita nella saletta della Torre Civica di Carbonia, dopo lo strappo clamoroso verificatosi in occasione dell’ultima riunione della conferenza socio.sanitaria, conclusasi con le dimissioni del presidente dell’assemblea dei sindaci, Antonello Pirosu, sindaco di Villaperuccio, e del segretario Marco Antonio Piras, sindaco di Tratalias,

L’incontro odierno ha confermato il clima pesante che si vive nel territorio per i problemi del settore sanitario. Durissimi gli interventi dei sindaci presenti (non è mancata la sottolineatura dell’inadeguata partecipazione dei sindaci, considerato che ben 11 comuni non hanno inviato una loro rappresentanza, vista l’importanza dei temi all’ordine del giorno), ad iniziare da quello di Antonello Pirosu che ha motivato il suo gesto, le dimissioni dalla carica di presidente dell’assemblea, con la mancanza di risposte da parte della Regione e del commissario della Asl 7 alle legittime rivendicazioni avanzate negli ultimi mesi. E’ stata sottolineata, in particolare, la mancata risposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru alla richiesta di incontro avanzata dai 23 sindaci e la mancata corrispondenza tra gli impegni assunti e i fatti realizzati da parte del commissario Antonio Onnis.

Nel corso dell’incontro (al quale erano presenti i sindaci di Carbonia – Paola Massidda, Iglesias – Emilio Gariazzo, Fluminimaggiore – Ferdinando Pellegrini, Piscinas – Mariano Cogotti, Musei – Antonello Cocco, San Giovanni Suergiu – Elvira Usai, Buggerru – Laura Cappelli, Narcao – Danilo Serra, Perdaxius – Gianfranco Trullu, Villaperuccio – Antonello Pirosu, e due assessori di Domusnovas e Gonnesa, Angelo Deidda – vicesindaco e Federica Olla) sono emersi i problemi legati alla mobilità passiva, cresciuta ancora negli ultimi mesi, ai ritardi nella sistemazione dei servizi al CTO di Iglesias dopo il trasferimento dall’ospedale Santa Barbara, alla trascuratezza delle piccole strutture periferiche, ai tagli di numerosi servizi ed altro ancora. Nella richiesta di incontro al presidente Pigliaru sono stati evidenziati i 10 punti più critici del sistema sanitario nel territorio, quasi tutti già presenti nel cronoprogramma stilato tempo fa dal commissario Antonio Onnis che i sindaci denunciano in larga parte non ancora realizzato e in qualche caso completamente ignorato.

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L’associazione culturale Quadrifoglio ’95, ha presentato ieri, nel corso di un incontro organizzato nella sala consiliare del comune di San Giovanni Suergiu, la brochure realizzata a conclusione del progetto didattico ideato ed organizzato in collaborazione con la 4ª A della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Guglielmo Marconi di San Giovanni Suergiu, sul nuraghe Candelargiu.

Hanno collaborato alla realizzazione della brochure le insegnanti Francesca Corda, Katiuscia Scotto, Valentina Melis, il professor Giovanni Mallica, l’archeologa Manuela Puddu, il comune di San Giovanni Suergiu (alla presentazione era presente, tra gli altri, il sindaco Elvira Usai), il comune di Tratalias e il deputato Emanuele Cani.

Alla presentazione hanno partecipato anche gli archeologi spagnoli che per il secondo anno partecipano alla campagna di scavi nel nuraghe Candelargiu, per la realizzazione del “Proyecto Nuraghe”. Il nuraghe Candelargiu è a pianta tribolata, costituito cioè da torri che isolano un cortile centrale. La struttura in trachite locale presenta un ingresso nella facciata est. Nel Bronzo medio, secondo l’archeologo Lilliu, è stata costruita la torre principale (mastio), mentre le torri secondarie più piccole sono state costruite nel Bronzo finale. Nell’ultima campagna di scavo che ha interessato la zona antistante l’ingresso del nuraghe, è venuto alla luce il perimetro circolare di un’altra struttura e una grande pietra di forma irregolare la cui funzione è ancora sconosciuta.

A pochi metri di distanza dal nuraghe, si trova un pozzo accuratamente rifasciato all’interno con grandi blocchi di trachite rosata, ancora attivo. In prossimità del pozzo, è visibile parte di un muro perimetrale che prosegue all’interno dell’area dove si ipotizza sia ubicato il villaggio. In attesa di ulteriori scavi, si ipotizza che servisse per l’approvvigionamento idrico, anche se nella cultura nuragica che veniva attribuito valore sacro.

Il complesso ospita anche un villaggio, ancora non oggetto di scavo, ricoperto interamente da arbusti e piante di fico d’India. Nonostante ciò, sono visibili alcuni circoli di pietra, a testimonianza della presenza di capanne di dimensioni ridotte.

Nella campagna di scavo dello scorso anno, è venuto alla luce un vero e proprio tesoretto di 26 monete d’oro, coniate dalla zecca du Cartagine, di epoca punica (350-300 a.C.), tra le quali si trovano immagini bellissime come la testa della dea Tanit, protettrice di Cartagine e personificazione della fertilità; il cavallo, simbolo del Dio Baal e del potere di Cartagine; la palma carica di datteri.

Nel corso della serata, è stato presentato il libro “Le colonne del Mito”, di Alberto Cani Cornaglia (socio della Quadrifoglio ’95), Giampaolo Cirronis Editore.

Il libro narra del Mito di Atlantide e di Tartesso, di Ercole e di Atlante. Il lavoro di Alberto Cani ha tratto ispirazione dal libro di Sergio Frau “Le Colonne d’Ercole. Un’inchiesta”, pubblicato nel 2003. Leggendo e rileggendo il libro di Sergio Frau, misurando le distanze tra le isole del Mediterraneo, gli stretti, viaggiando fino in Egitto, consultando e leggendo altri libri, Alberto Cani ha maturato un’ipotesi diversa, la scoperta del grande enigma di Tarshish. Il libro è “una ricerca”, con la quale l’autore intende avanzare un’ipotesi, quella di individuare la precisa posizione delle Colonne d’Ercole, in quel mare pericoloso lontano dalla Grecia, dove tramonta il sole, dove una grande civiltà circondata dal grande oceano è passata nell’oblio…

Le Colonne d’Ercole sono due isole che all’imbocco distano trenta stadi (Euctemone)… Non c’è stretto che abbia quella misura, solo due isole hanno all’imbocco del canale d’ingresso la distanza di 5.328 metri: le isole di Sant’Antioco e San Pietro. Al di là delle Colonne c’è “Atlantide”. Superate le Colonne, si entra nel mare interno ed è come se ci trovassimo in un avvallamento (Aristotele). Sant’Antioco e San Pietro sono due isole completamente ricoperte di foreste. In quel mare ci sono delle secche rocciose e sabbiose e se non si conosce bene quel mare, ti mangia la barca, lo scoglio, la secca di Mangia Barche (Calasetta) lo rivendica…

Il libro è in vendita al prezzo di 15 euro ISBN 978-88-97397-26-7.

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Anche il segretario cittadino del circolo del Partito Democratico di San Giovanni Suergiu, Antonio Fanni, s’è dimesso ma, contrariamente a quanto è accaduto a Sant’Antioco, senza polemiche.

«Le mie dimissioni – ha dichiarato Antonio Fanni – sono un atto dovuto, giunte a seguito della sconfitta elettorale, senza polemiche o remore nei confronti del mio gruppo dirigente. In questo momento di gravi difficoltà in cui versa il Paese, preferisco lasciare i miei ruoli partitici per occuparmi principalmente alle questioni locali. È giusto, dopo parecchi anni alla guida del Pd – ha concluso Antonio Fanni – lasciare spazio ad altre figure disponibili a ricoprire tale ruolo.»

Antonio Fanni è stato candidato alla carica di sindaco alle elezioni amministrative del 5 giugno scorso, finendo nettamente sconfitto. La lista “Progetto Comune” che lo vedeva candidato sindaco ha ottenuto 1.113 voti, il 30,61%, quasi doppiata dalla lista “Riprendiamo il filo” che candidava ed ha eletto sindaco Elvira Usai, con 2.006 voti, il 55,18%. Al terzo posto è giunta la lista civica di “Unità cittadina” che candidava a sindaco Erminio Meloni, con 516 voti, il 14,19%.

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