21 November, 2024
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Venerdì 12 gennaio, alle ore 21.00, andrà in scena il secondo appuntamento della nuova stagione 2023-2024 de La Grande Prosa e Danza organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro Centrale di Carbonia con il patrocinio e il sostegno del comune di Carbonia, della Regione Sardegna e del MiC/Ministero della Cultura e con il contributo della Fondazione di Sardegna.

Dopo l’esordio di successo del 28 dicembre scorso con la commedia di Andrea Tedde, “Che fine ha fatto Ulisse?”, domani sera si replica con “Sabir-viaggio mediterraneo” di Mvula Sungani: un visionario racconto sul tema delle antiche e moderne migrazioni e sull’incontro e il dialogo tra popoli e culture con l’étoile Emanuela Bianchini e il primo ballerino Damiano Grifoni e con i solisti della Mvula Sungani Physical Dance – produzione Mvula Sungani Physical Dance Studios.

Uno spettacolo in cui verrà messa a confronto l’Italia di oggi, con gli sbarchi di profughi e stranieri, e quella degli inizi del Novecento, quando a partire con una valigia piena di sogni e speranze erano gli italiani.

«La città di Carbonia si conferma protagonista nella scena culturale regionale e continua a crescere nella sua programmazione con una rassegna che rappresenta una garanzia di successo con dieci titoli che trovano perfetta rappresentazione scenica in uno dei più importanti luoghi di cultura, socializzazione ed animazione della nostra città, il Teatro Centrale di piazza Roma, che recentemente si è rifatto il look ed  è stato oggetto di importanti lavori di ammodernamento ed efficientamento energetico che lo hanno valorizzato, rendendolo ancora più accogliente, confortevole e fruibile per le compagnie teatrali e per il pubblico in sala», ha detto il sindaco Pietro Morittu.

«Dopo la spettacolare commedia di Andrea Tedde, domani assisteremo a un coinvolgente spettacolo di danza contemporanea. Saranno dieci titoli complessivi, in programma da dicembre 2023 a maggio 2024, capaci di andare incontro alle esigenze e ai molteplici gusti della nostra cittadinanza, che sta già partecipando con entusiasmo alla nuova stagione de La Grande Prosa e Danza», ha concluso l’assessora della Cultura Giorgia Meli.

Viaggio sul filo delle storie e delle emozioni, tra antichi miti e moderne commedie, classici del Novecento e testi contemporanei accanto a intriganti coreografie d’autore per la Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa e Danza al Teatro Centrale di Carbonia, organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con la direzione artistica di Valeria Ciabattoni e con il patrocinio e il sostegno del comune di Carbonia, della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e il contributo della Fondazione di Sardegna. Dieci titoli in cartellone da dicembre a maggio con i grandi protagonisti della scena italiana – e non solo – come Remo Girone e Giuseppe Cederna, Emilio Solfrizzi e Carlotta NatoliAscanio Celestini e l’icona transgender Eva Robin’s accanto all’algherese Stefano Artissunch e all’enfant du pays Andrea Tedde, attore di teatro e cinema. Il compositore Gipo Gurrado firma l’originale “Family / A Modern Musical Comedy”, il coreografo italo africano Mvula Sungani affronta il tema delle migrazioni in Sabir / viaggio mediterraneo” e il partenopeo Adriano Bolognino (Premio Danza&Danza 2022) propone un affascinante “Trittico” formato da “Come Neve”“Gli Amanti” e Your body is a battleground”.

«Esprimo il mio più sincero apprezzamento e felicità per la rinnovata presenza in città del CeDAC che organizza la Stagione di Carbonia da oltre trentacinque anni – dice il sindaco di Carbonia Pietro Morittu, anche a nome dell’assessora alla Cultura e Spettacolo Giorgia Meli -. Grazie al Cartellone di grande fascino e grande qualità faremo sicuramente felice il folto pubblico di Carbonia e dintorni che da sempre segue gli spettacoli con passione e competenza.»

Una programmazione interessante e variegata che spazia dalle celeberrime “Smanie per la villeggiatura” di Carlo Goldoni, nella mise en scène di Stefano Artissunch, anche interprete con Stefano De BernardinLaura GraziosiStefano Tosoni e Lorenzo Artissunch, per una riflessione sull’ipocrisia della società e le frivolezze mondane a classici del Novecento come Le serve” di Jean Genet, con Eva Robin’s nel ruolo di Madame accanto a due giovani e talentuose attrici, Beatrice Vecchione e Matilde Vigna, per la regia di Veronica Cruciani, tra segrete ambizioni, inganni e giochi di potere, a “L’Anatra all’Arancia”, fortunata commedia di W.D. Home e M.G. Sauvajon con Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli, insieme con Ruben Rigillo e Beatrice Schiaffino con la partecipazione di Antonella Piccolo, diretti da Claudio Greg Gregori per un’indagine sull’amore e sulla gelosia.

La memoria della Shoah ne “Il cacciatore di nazisti / L’avventurosa vita di Simon Wiesenthal” con drammaturgia e regia di Giorgio Gallione, dove Remo Girone interpreta l’ingegnere ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento che dedicò la sua esistenza alla cattura dei responsabili dello sterminio, e una sorta di diario tra pensieri, ricordi e sensazioni in Storia di un corpo” di Daniel Pennac, con Giuseppe Cederna, sempre per la regia di Giorgio Gallione, sulla singolare eredità lasciata da un uomo alla figlia amata, con le puntuali annotazioni e una descrizione minuziosa dei propri stati d’animo, accanto a voci, suoni, profumi, rievocati con un’attitudine quasi proustiana. Un ritratto di famiglia tra parole e note, per esplorare l’ambiguità dei rapporti e dei legami di sangue e d’affetto con “Family / A Modern Musical Comedy” di Gipo Gurrado tra rimandi alla grande tradizione cantautorale italiana, mentre un raffinato affabulatore come Ascanio Celestini in Rumba / L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato”, il suo nuovo spettacolo ispirato alla figura del Santo di Assisi, disegna un poetico e surreale affresco di varia umanità, tra vite ai margini e periferie degradate, per un inatteso messaggio di pace e speranza. S’intitola “Che fine ha fatto Ulisse?” la nuova commedia scritta, diretta e interpretata da Andrea Tedde, ispirata al mito dell’eroe greco, famoso per la sua astuzia e artefice dello stratagemma del cavallo che, rientrato nella sua Itaca dopo la caduta di Troia, scopre di non saper godere delle gioie del focolare e spinto dall’inquietudine decide di partire per nuove avventure… tutte da scoprire.

Un duplice appuntamento con la danza contemporanea con Sabir / viaggio mediterraneo”, con ideazione e regia di Mvula Sungani, nell’interpretazione dell’étoile Emanuela Bianchini e dei solisti della Mvula Sungani Physical Dance, per un evocativo racconto per quadri sulle antiche e moderne migrazioni e l’originale Trittico” che comprende tre creazioni del giovane e pluripremiato coreografo Adriano Bolognino: dall’idea del benessere in “Come Neve”, all’amore che vince la morte, come nel calco di Pompei, ne “Gli Amanti” fino a una riflessione sulla condizione femminile in “Your body is a battleground”, un assolo ispirato all’immagine simbolo di Barbara Kruger per la marcia delle donne a Washington.  

 

AQUI TERME (AL) 04/2010 – SET DEL FILM “IL GIOIELLINO” DI ANDREA MOLAIOLI.
NELLA FOTO REMO GIRONE.
FOTO DI GIANNI FIORITO

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Mare e Miniere prosegue la sua programmazione con un evento straordinario che rinnova la sinergia con L’Officina delle idee di Sarroch, associazione culturale che promuove iniziative ed attività volte a perseguire la valorizzazione del territorio. Dopo il grande successo di pubblico dello scorso anno, sabato 2 giugno 2018, alle ore 12,00, nella splendida cornice del teatro naturale de Is Liscinus de Is Maurreddus nel Parco di Gutturu Mannu, andrà in scena il nuovo allestimento di “Muidas”, suggestivo concerto in cui saranno protagoniste le musiche originali composte ed eseguite da Mauro Palmas (liuto e mandole), accompagnato da un gruppo di eccellenti strumentisti composto da Marcello Peghin (chitarra), Silvano Lobina (basso), Marco Argiolas (clarinetti). Il suggestivo dialogo tra corde e fiati accompagnerà le coreografie curate da Mvula Sungani e portate in scena da Emanuela Bianchini, Giulia Francescotti e Damiano Grifoni, accompagnando gli ascoltatori attraverso fascinosi quadri sonori di grande potenza evocativa nel quale protagonista sarà l’incanto del connubio con la maestosità e la bellezza della natura.

«Torniamo in questo luogo di grande suggestione – sottolineano Mauro Palmas (Mare e Miniere) ed Angelo Dessì (L’Officina delle Idee) – per portare in scena il nuovo allestimento di Muidas che rinnova e rafforza la collaborazione tra Mare e Miniere e L’Officina delle Idee per la valorizzazione del territorio e delle sue bellezze naturalistiche».

Dopo il concerto, per quanti vorranno, l’organizzazione ha previsto la possibilità di pranzare in loco al costo di 10,00 euro.  Le prenotazioni dovranno essere effettuate al n. 338 5836873. 

Sono aperte le iscrizioni ai Seminari di Musica, Canto e Danza Popolare che si terranno a Portoscuso dal 26 giugno 2018 al 1 luglio 2018 nella suggestiva cornice della Vecchia Tonnara Su Pranu. E’ possibile iscriversi all’indirizzo mareminiere@gmail.com . 

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https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215915919318794/

Martedì 27 febbraio grande spettacolo al Teatro Centrale di Carbonia, dove, per la Stagione di Danza 2017-2018 del CEDAC, “l’Odyssey Ballet” di Mvula Sungani, con l’etoile Emanuela Bianchini e i solisti della Compagnia Mvula Sungani Physical Dance, in tournée nell’isola nell’ambito del circuito dello Spettacolo in Sardegna, ha messo in scena il celebre poema omerico. La trama narra le gesta di Ulisse e del suo interminabile viaggio tra il volere degli dei e l’imprevedibilità del fato, metafora di chi parte in cerca di fortuna e lascia a casa i propri cari che, con ansia e trepidazione, attendono il loro ritorno, un tema vecchio ma sempre attuale. Il tutto raccontato attraverso la danza, da quella classica a quella moderna, alla folkloristica, ma anche arti marziali e tecniche circensi. Sulla colonna sonora, curata ed eseguita da Alessandro e Riccardo Medile, i ballerini, cinque donne ed un uomo, hanno danzato con una leggerezza tale da farli sembrare fluttuanti ora nell’aria, ora come fossero immersi nell’acqua. I loro corpi, illuminati da un particolare gioco di luci, hanno creato figure magiche, i loro movimenti flessuosi e morbidi hanno, a momenti, reso difficile distinguere un corpo da un altro. Capacità e professionalità che il pubblico ha più volte voluto sottolineare con ripetuti scroscianti applausi, a quello che è stato un vero e proprio ventaglio di coreografie dell’artista italo-africano dove, con arte, si sono fuse varie tecniche di danza e linguaggio del corpo, che hanno regalato un impatto visivo dinamico, a volte deciso ed imponente, a volte sensuale e travolgente, trascinante e sempre capace di catturare l’attenzione dello spettatore.

Nadia Pische

     

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Nuovo appuntamento, questa sera, al Teatro Centrale di Carbonia, con la rassegna “Carbonia 80”, la stagione di prosa e danza curata dal Cedac e dal Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo Sardegna, con il patrocinio e il contributo economico del comune di Carbonia: 1.248 spettatori totali nelle prime quattro serate, caratterizzate da spettacoli all’insegna della qualità e da un’elevata cifra stilistica degli attori sulla scena. Numeri che confermano la sensibilità della cittadinanza di Carbonia verso la forma culturale del teatro.
Nel dettaglio, 353 persone hanno assistito allo spettacolo d’esordio di “Carbonia 80”, “Quasi Grazia”; 352 al balletto denominato “Lo Schiaccianoci”; 252 spettatori hanno potuto apprezzare “Lampedusa”, lo spettacolo incentrato su un tema attuale come la tragedia dei migranti; infine, 291 persone erano presenti al Teatro Centrale per “Quotidianamente insieme”, la commedia scritta, diretta e interpretata da Andrea Tedde, in scena con Marta Proietti Orzella.
Stasera, intanto, alle ore 20.45, sarà la volta di “Odyssey Ballet” del coreografo italo-africano Mvula Sungani, che rileggerà il poema omerico in chiave femminile, come il diario di una donna in attesa del ritorno dello sposo, quindi intenta a fantasticare su strani incontri ed innumerevoli peripezie di quel lungo viaggio.
Emanuela Bianchini e i danzatori della Mvula Sungani Physical Dance daranno vita a un intrigante e coinvolgente racconto per quadri, sulla suggestiva colonna sonora ispirata alle culture e ai popoli che si affacciano sulle sponde del “mare nostrum”. Una performance avvincente in cui si fondono danza classica e contemporanea, acrobazie circensi e arti marziali.

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Martedì sera, alle 20.45, al Teatro Centrale di Carbonia, per la stagione di prosa e danza del Cedac 2018, è in programma lo spettacolo Mvula Sungani Physical Dance – Odyssey Ballet, musiche AA.VV., con Emanuela Bianchini e con i solisti della compagnia Mvula Sungani Physical Dance, arrangiamenti e musica dal vivo Alessandro Mancuso e Riccardo Medile, costumi di Giuseppe Tramontano, regia e coreografie Mvula Sungani

“Una storia d’amore mediterranea”: Odyssey Ballet è un balletto innovativo in cui la Physical Dance di Mvula Sungani si fonde con le musiche etniche dell’area mediterranea. La contaminazione alle base della creatività dell’artista italo-africano, la forte matrice etnica della sua ricerca, l’innovazione dei linguaggi proposti, il tema dell’integrazione, rendono questa nuovissima opera multidisciplinare un momento di riflessione sulle tematiche sociali attuali. Il cast di altissimo livello vede l’etoile Emanuela Bianchini ed i solisti della Mvula Sungani Physical Dance danzare su musiche elettroniche miscelate ad esecuzioni dal vivo. La regia e le coreografie sono di Mvula Sungani, le musiche originali e di origine popolare, i costumi di dello stilista Giuseppe Tramontano, le luci le scene ed i multimedia degli MSPD Studios.

Il tema dell’integrazione del “diverso” molto caro al regista e coreografo che ha vissuto un’infanzia complessa per le sue origini africane in un Italia che all’epoca non era pronta a comprendere l’altro e quello dell’emergenza umanitaria relativa ai clandestini che sta vivendo il nostro meridione, vogliono porre l’accento sull’odissea di chi nel mare vede il futuro e nel mare ripone tutte le sue speranze, le speranze di chi vorrebbe solo poter vivere una vita serena con chi ama…

L’autore, fortemente stimolato dal proprio vissuto, formula una personale e suggestiva ipotesi: e se il poema fosse un racconto sentimentale autobiografico scritto da una donna che pensa al proprio uomo partito per un viaggio della speranza e le protagoniste femminili dell’opera fossero tutte alter-ego della stessa autrice? Potrebbe sembrare un’ipotesi folle eppure questa teoria è sostenuta da alcuni tra i più importanti esperti in poemi epici e da accreditati letterati del ‘900 come Samuel Butler, Robert Graves e L.G. Pocock.

L’aspetto psicologico dell’opera ci presenta un racconto pieno di simboli e simbologie; Calipso può rappresentare il matrimonio, Nausicaa l’innamoramento, Circe ed i suoi incantesimi la trasgressione, mentre Penelope la fedeltà. Allo stesso tempo il Ciclope e le altre figure mitologiche sono maschere delle incertezze date dal futuro. La volontà dell’autore è quella di rappresentare un’opera visiva di tipo cinematografico. Il linguaggio coreografico è la physical dance, risultato di una fusione di tecniche classiche e contemporanee contaminate con la danza etnica, le tecniche circensi, l’acrobatico e le arti marziali. I costumi e l’ideazione scenografica prevedono una visione essenziale, stilizzata e l’imponente impatto visivo di un disegno luci innovativo conferisce all’opera la spettacolarità delle più grandi produzioni.

 

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Si alza il sipario sulla Stagione di Danza 2017-18 organizzata dal CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna: otto spettacoli in tournées nell’Isola tra gennaio e aprile tra classici balletti e intriganti coreografie contemporanee. Affascinanti e poetiche visioni d’autore – dalla magia di una fiaba sulle punte a “una storia d’amore mediterranea”, emozionanti racconti per quadri e raffinati intrecci fra danza, letteratura, musica e poesia nel segno dell’arte di Tersicore. Le stelle della danza illumineranno i palcoscenici della Sardegna – da Sassari a Cagliari, Paulilatino, Tempio Pausania, San Gavino Monreale, Carbonia e Alghero, Santa Teresa Gallura e Macomer, e ancora Ozieri e Sinnai.

Immortali capolavori – dallo “Schiaccianoci” di Pëtr Il’ič Čajkovskij al “Don Chisciotte” di Ludwig Minkus – e creazioni orginali di coreografi contemporanei – da “Mediterranea” di Mauro Bigonzetti a “Odissey Ballet” di Mvula Sungani, dalle “Rossini Ouvertures” di Mauro Astolfi a “Pulsazioni” di e con Ricky Bonavita, alle atmosfere da fiaba de “Il mantello di pelle di drago” di Massimiliano Volpini – che reinventa anche lo “Schiaccianoci” – oltre ad “Amore Impossibile” di Kristian Cellini e “Just Joy” di Guido Tuveri ovvero le “New Dances of Italian Choreographers” tra la Sardegna e New York.

Sotto i riflettori étoiles come Sabrina Brazzo, Andrea Volpintesta e Emanuela Bianchini, Maurizio Licitra e Antonella Albano (rispettivamente solista e prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano), Marta Petkova e Nikola Hadjitanev, Katerina Petrova e Tsetso Ivanov e i danzatori del Balletto Nazionale di Sofia, la compagnia del Balletto di Roma, lo Spellbound Contemporary Ballet e la Mvula Sungani Physical Dance, Alessandra Corona e i danzatori della newyorkese Alessandra Corona Performing Works, il Jas Art Ballet, la compagnia Excursus e i solisti della Daniele Cipriani Entertainment.

Ouverture, mercoledì 10 gennaio, alle 21.00, al Teatro Grazia Deledda di Paulilatino – con “Lo Schiaccianoci” su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, nella versione del coreografo Massimiliano Volpini che “rilegge” uno dei capolavori della storia della danza per il Balletto di Roma, mettendo l’accento sul contrasto tra ricchezza e povertà e trasportando la vicenda nelle periferie metropolitane. Il sogno di Clara – e dei suoi amici – è varcare il muro che nasconde la povertà e il dolore degli “invisibili” per conquistare un futuro migliore, mentre il dono di un misterioso benefattore diventa il simbolo di “colui che ce l’ha fatta” e ha saputo conquistare il successo e la ricchezza. Tra scontri di strada e disordini (invece della battaglia contro il re dei topi dell’originale, ispirato al racconto di E. T. A. Hoffmann) la fanciulla riuscirà a varcare il confine tra due mondi e vivere una meravigliosa avventura. Nel finale un viaggio tra le danze del mondo in compagnia di personaggi bizzarri cancellerà per un attimo – come per incantesimo – gli incubi di un’esistenza nell’ombra.
Lo Schiaccianoci” del Balletto di Roma – dopo la prima a Paulilatino – sarà giovedì 11 gennaio alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania, venerdì 12 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, sabato 13 gennaio alle 20.45 al Teatro Centrale di Carbonia e infine concluderà la tournée domenica 14 gennaio alle 21 al Teatro Civico di Alghero che l’indomani – lunedì 15 gennaio – ospiterà anche una matinée per le scuole con lo spettacolo multimediale “Home Alone” ideato da Alessandro Sciarroni.

Viaggio lungo le sponde del “mare nostrum” con “Mediterranea” di Mauro Bigonzetti, in scena in prima regionale venerdì 19 gennaio alle 21.00 al Teatro Comunale di Sassari mentre sabato 20 gennaio alle 21.00 e domenica 21 gennaio alle 17.00 inaugurerà la Stagione di Danza 2017-18 all’Auditorium del Conservatorio “G. Pierluigi da Palestrina” di Cagliari. Un’opera immaginifica e poetica, di grande forza evocativa, ispirata alle culture dei popoli che si affacciano sulle rive del Mediterraneo in un alternarsi di momenti “corali” e duetti che mettono in risalto forza giovanile e bellezza, energia e velocità. Focus su due figure maschili – l’Uomo di Terra e l’Uomo di Mare – che si incontrano e si scontrano, in emozionanti sequenze in cui la danza rappresenta la guerra e la pace, l’eterno conflitto tra Eros e Thanatos che solo si ricompone nell’armonia del cosmo.

Sulle tracce della storia e delle emozioni, il fortunato spettacolo di Mauro Bigonzetti – creato nel 1993 per il Balletto di Toscana e reiventato nel 2008 per il Teatro alla Scala di Milano – rinasce 25 anni dopo con i danzatori e i solisti della Daniele Cipriani Entertainment. Una coreografia ormai “classica” – sulle note di Wolfgang Amadeus Mozart, György Ligeti e Giovanni Pierluigi da Palestrina accanto a melodie e ritmi “mediterranei” – per un tema di forte attualità in un’epoca segnata dagli scontri di civiltà tra Oriente e Occidente.

S’intitola “Pulsazioni” la coreografia creata e interpretata da Ricky Bonavita (che firma anche la regia assieme a Ugo Bentivegna) con i danzatori della compagnia Excursus – in programma giovedì 15 febbraio alle 21.00 al Teatro Nelson Mandela di Santa Teresa Gallura, venerdì 16 febbraio alle 21 al Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer e sabato 17 febbraio alle 21.00 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale. L’artista s’ispira a immortali capolavori per tradurli in suggestive geometrie di corpi in movimento e raccontare attraverso la danza il «viaggio emozionale ed onirico compiuto da un attore/lettore assetato di bellezza». Tra romantici accenti riecheggiano le parole dei poeti, in una curiosa sinestesia in cui le metafore e il ritmo dei versi si fondono alle melodie tra passaggi virtuosistici e ricchi di pathos, in un non casuale gioco di accostamenti e contrasti, per diventare azione coreutica. Sotto i riflettori Enrica Felici, Francesca Schipani, Yari Molinari, Emiliano Perazzini con Ugo Bentivegna e lo stesso Ricky Bonavita sulle note di Johannes Brahms, Camille Saint-Saëns, Sergej Rachmaninov e Claude Debussy in una scenografia che evoca le pagine scritte a sottolineare l’intreccio fra danza, musica e poesia.

Il fascino di una moderna fiaba per “Il mantello di pelle di drago” – originale balletto firmato da Massimiliano Volpini e interpretato dalle étoiles Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta, accanto a Maurizio Licitra e Antonella Albano del Teatro alla Scala di Milano e ai danzatori del Jas Art Ballet – in cartellone venerdì 16 febbbraio alle 21.00 al Teatro Comunale di Sassari, sabato 17 febbraio alle 21.00 e domenica 18 febbraio alle 17.00 all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari e, infine, lunedì 19 febbraio alle 21.00 al Teatro Civico di Alghero. In una grotta magica gli elfi creano il prezioso manto che una dama misteriosa – fata o regina – porterà in con sé in un lungo viaggio alla ricerca delle anime pure «le uniche in grado di indossarlo senza esserne sopraffatti». Un’intrigante narrazione per quadri liberamente ispirata al ricco patrimonio delle novelle popolar,i tra elementi fantastici e soprannaturali, senza dimenticare gli insegnamenti etici e morali che caratterizzano ogni percorso di iniziazione e crescita, insieme alla fondamentale distinzione tra il bene e del male.

Una trama fantastica per una coreografia che fonde l’eleganza della danza classica alla libertà e l’espressività della danza contemporanea nella caratterizzazione dei personaggi – dalla Fata Regina ad un essere demoniaco, dal capo degli Elfi a Celestina – per condurre gli spettatori in un mondo inventato tra vita e sogno.

«Una storia d’amore mediterranea» con “Odyssey Ballet” del coreografo italo-africano Mvula Sungani – venerdì 23 febbraio alle 21 a San Gavino Monreale, sabato 24 febbraio alle 21 a Macomer, poi domenica 25 febbraio alle 21 al Teatro Civico Oriana Fallaci di Ozieri (con una matinée per le scuole lunedì 26 febbraio) e infine – martedì 27 febbraio alle 20.45 al Teatro Centrale di Carbonia. Un’originale e moderna rilettura del poema omerico, interpretata dall’étoile Emanuela Bianchini e dai ballerini della Mvula Sungani Physical Dance, in cui la misteriosa autrice dei versi è una donna donna in attesa del ritorno dell’amato, intenta a fantasticare sulle peripezie del viaggio e sui fatidici incontri con dèe e regine, maghe e principesse. Se le figure femminili rappresentano altrettante proiezioni della poetessa, in tutte le sfaccettature di una relazione amorosa – secondo un’ipotesi sostenuta da letterati e studiosi come Samuel Butler, Robert Graves e L.G. Pocock – «il Ciclope e le altre figure mitologiche sono maschere delle incertezze date dal futuro». Tra musiche tradizionali e brani originali eseguiti dal vivo da Alessandro Mancuso e Riccardo Medile, la narrazione procede con taglio quasi cinematografico, in un riuscito amalgama tra danza e arti marziali, acrobazie circensi e folklore.

Tra i capolavori della storia del balletto – il “Don Chisciotte” ispirato al celebre romanzo di Miguel de Cervantes su musiche di Ludwig Minkus sbarca nell’Isola – venerdì 9 marzo alle 21.00 al Teatro Comunale di Sassari e sabato 10 marzo alle 21 e domenica 11 marzo alle 17 all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari nella versione del Balletto Nazionale di Sofia. Le (dis)avventure dell’hidalgo si intrecciano alla storia d’amore tra la bella Kitri e un giovane barbiere, costretti a fuggire perché il padre di lei vorrebbe darla in sposa ad un ricco signore. Tra le allegre danze di una festa paesana, uno spettacolo di marionette e l’epica battaglia contro i mulini a vento, e ancora fughe e inseguimenti, sfide e duelli, i due innamorati potranno infine convolare a nozze mentre Don Chisciotte riprenderà il suo viaggio con il fido Sancho Panza. Il balletto in un prologo e quattro atti con le coreografie di Vakhtang Chabukiani – ispirate alle fortunate mises en scène di Marius Petipa e Alexander Gorsky – sarà interpretato da Marta Petkova e Nikola Hadjitanev, Katerina Petrova e Tsetso Ivanov (nei ruoli principali) accanto al corpo di ballo della storica compagnia che accosta la rivisitazione dei classici alle opere di coreografi contemporanei.

Nel “Don Chisciotte” del Balletto di Sofia si fondono mirabilmente la perfezione della danza classica e le suggestioni della colonna sonora, nella magia senza tempo di un racconto sulle punte capace di incantare grandi e piccini.

Ritratto d’artista tra luci e ombre con “Rossini Ouvertures” di Mauro Astolfi – mercoledì 4 aprile alle 21.00 al Teatro Comunale di Sassari, giovedì 5 aprile alle 2.00 al Teatro del Carmine di Tempio, poi sabato 7 aprile alle 21 e domenica 8 aprile alle 17.00 all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari e, infine, lunedì 9 aprile alle 21.00 al Teatro Nelson Mandela di Santa Teresa Gallura. Sulle note di celebri partiture del compositore pesarese, i danzatori dello Spellbound Contemporary Ballet (Alice Colombo, Caterina Politi, Fabio Cavallo, Giacomo Todeschi, Giovanni La Rocca, Giuliana Mele, Maria Cossu, Mario Laterza, Serena Zaccagnini) daranno corpo alle inquietudini e ai fantasmi, ripercorrendo la vita del maestro, uomo dai molteplici talenti e dalle differenti passioni. «La sua era musica estrema. Il segno di una forza e di una energia superiore, ed ho volutamente cercato di creare una danza estrema, carica di energia, di vitalità, di incontri, di seduzioni, di suggestioni» racconta il coreografo, ammaliato da quella “follia organizzata” fatta di «intensità, caos puro, smarrimento, fuga» da cui scaturiscono «opere musicali di una grazia assoluta ed eterna». Nel segno della bellezza – e del mal di vivere – “Rossini Ouvertures” è un omaggio al genio del grande compositore, e insieme un viaggio nei labirinti della mente e del cuore, un sublime e semplice atto d’amore.

Suggellerà la Stagione di Danza 2017-18 del CeDAC un duplice appuntamento – mercoledì 18 aprile alle 21.00 al Teatro Civico di Sinnai e venerdì 20 aprile alle 21.00 al Teatro Nelson Mandela di Santa Teresa Gallura – con le “New Dances of Italian Choreographers” a cura dell’ Alessandra Corona Performing Works di New York. “Amore Impossibile” di Kristian Cellini – si ispira a “La signora delle camelie” per descrivere attraverso la danza la forza di un sentimento eterno, capace di sfidare la malattia perfino la morte, con la voce narrante di Fulvio Della Volta e le musiche originali di Thomas Lentakis accanto a brani classici e al pathos delle opere di Fryderyk Chopin. “Just Joy” di Guido Tuveri celebra le diverse stagioni dell’esistenza e rievoca le atmosfere delle feste paesane in Sardegna, terra natìa del danzatore e coreografo (e della stessa Alessandra Corona), attraverso le canzoni di Elena Ledda. Tra modernità e radici, vita e arte, le due pièces interpretate da Alessandra Corona con James Johnson, Maria Vittoria Villa, Dannon O’Brien, Nicholas Montero, Michael Bishop e Cassandra Orefice tracciano un ideale ponte tra l’Isola e gli Stati Uniti, attraverso gli echi di una civiltà ancestrale e la rivisitazione in chiave contemporanea di un tema universale come l’amore.

La Stagione di Danza 2017-18 è organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiBACT/ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Sardegna, dei Comuni di Cagliari e Sassari, Carbonia, Macomer, Ozieri, San Gavino Monreale, Santa Teresa Gallura e Tempio Pausania, della Fondazione Meta di Alghero e dell’Unione dei Comuni del Guilcier, in collaborazione con L’Effimero Meraviglioso, con il contributo della Fondazione di Sardegna e con l’importante supporto di Sardinia Ferries, che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio da e per l’Isola.

 

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Si alza il sipario sulla Stagione di Prosa e Danza 2017-18 organizzata dal CeDAC al Teatro Centrale di Carbonia, incastonata nel ricco programma delle manifestazioni in occasione degli 80 anni della fondazione della città – 1938-2018 – e realizzata con il patrocinio e il sostegno del comune di Carbonia – nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna. Otto spettacoli in cartellone da gennaio ad aprile – con suggestivi intrecci fra letteratura e teatro, danza e poesia: focus sulla drammaturgia contemporanea con autori come il britannico Anders Lustgarten e lo statunitense John Patrick, il cantautore Gianmaria Testa e gli scrittori Sergio Atzeni e Marcello Fois accanto all’attore e regista Andrea Tedde, oltre ad affascinanti racconti a passo di danza, tra classici balletti e inedite coreografie.
Soddisfazione è stata espressa stamane, nel corso della conferenza stampa di presentazione, dall’assessore alla Cultura Sabrina Sabiu “per una nuova stagione teatrale che si annuncia di altissimo livello, con il massimo coinvolgimento delle compagnie locali e la presenza di attori di fama nazionale. Abbiamo organizzato la rassegna nei minimi dettagli, con l’obiettivo di festeggiare nel migliore dei modi la nostra città che, nel 2018, taglierà un traguardo importante: il compimento dei suoi primi 80 anni. E proprio l’ottantesimo compleanno di Carbonia ha ispirato il nome che abbiamo dato alla nuova stagione di prosa, Carbonia 80 (1938-2018), la quale ripercorre tutti i cambiamenti sociali che hanno caratterizzato la nostra città in questi decenni”.
Sotto i riflettori nomi di punta della scena nazionale e non solo, da attori del calibro di Giuseppe Cederna, Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano alla scrittrice Michela Murgia – che interpreta Grazia Deledda nella pièce di Marcello Fois, accanto ad un’intensa Lia Careddu e a Valentino Mannias, Marco Brinzi e Giaime Mannias, all’étoile Emanuela Bianchini con la Mvula Sungani Physical Dance Company e ai danzatori del Balletto di Roma. Tra i protagonisti anche Marta Proietti Orzella e Andrea Tedde di Batanea Teatro, Andrea Rosas de La Cernita Teatro e la compagnia de La Clessidra Teatro per una stagione che affronta temi cruciali del presente – dalle migrazioni alle inquietudini esistenziali, agli equilibri della vita di coppia, dall’eterno conflitto tra il bene e il male al sottile confine tra ragione e follia.

L’inaugurazione sarà nel segno di Grazia Deledda – domenica 7 gennaio alle 20.45 – con “Quasi Grazia” – la pièce firmata da Marcello Fois, nella mise en scène di Sardegna Teatro con la regia di Veronica Cruciani: sul palco nel ruolo della scrittrice nuorese una convincente Michela Murgia, in un raffinato gioco di specchi tra due donne e artiste, autrici di successo note e apprezzate anche all’estero, e il loro legame con l’Isola e le proprie radici. Una straordinaria Lia Careddu interpreta la madre della futura vincitrice del Premio Nobel, accanto a Valentino Mannias, Marco Brinzi e Giaime Mannias in uno spettacolo dalla cifra contemporanea e immaginifica da cui emerge, tra segni e simboli di una cultura ancestrale, il ritratto di una figura di grande modernità.

La magia di una fiaba sulle punte – sabato 13 gennaio alle 20.45 – con “Lo Schiaccianoci” nell’originale rilettura del coreografo Massimiliano Volpini per il Balletto di Roma, che trasporta la vicenda nelle periferie metropolitane, dove il sogno di Clara e dei suoi amici riflette il desiderio di sfuggire a un destino già scritto, per trasferirsi al di là del muro che separa ricchezza e povertà. Sulle note evocative di Pëtr Il’ič Čajkovskij, l’atmosfera delle feste natalizie si diffonde anche nei quartieri più degradati, tra i senzatetto e gli “invisibili”, dove il dono di un misterioso benefattore, uno strano pupazzo, si trasforma nel simbolo del riscatto. Il finale ripropone un viaggio tra le danze del mondo, quasi una visione onirica e poetica che riaccende la speranza di un futuro migliore.

La tragedia dei migranti rivive sulla scena – martedì 23 gennaio alle 20.45 – in “Lampedusa” di Anders Lustgarten con Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano, protagonisti sotto le insegne di BAM Teatro per la regia di Gian Piero Borgia. La pièce affronta un tema drammatico e attuale attraverso il duplice sguardo di un pescatore che si guardagna il pane recuperando i corpi dei profughi annegati in mare e di una studentessa di origine marocchina, immigrata di seconda generazione, esattrice per una società di prestiti. Visioni contrastanti, per «un racconto sulla sopravvivenza della speranza. Dietro il disastro sistematico della politica e delle nazioni, ci sono ancora e fortunatamente le persone, la gentilezza individuale, la sorpresa dei singoli».

S’intitola “Quotidianamente insieme” la commedia scritta, diretta e interpretata da Andrea Tedde, in scena con Marta Proietti Orzella (produzione Batanea Teatro) – sabato 3 febbraio alle 20.45 – per un’indagine tra i fragili equilibri della vita di coppia. Dopo cinque anni di matrimonio, Massimo e Claudia (lui fa l’avvocato, lei è un’insegnante d’aerobica) cercano di risolvere i problemi che minano il loro rapporto rivolgendosi ad un analista, che suggerisce loro di sperimentare il cosiddetto “metodo del terzo”. I due si ritrovano così a discutere parlando di sé in terza persona, con effetti grotteschi e surreali, in un confronto nel quale mettono a nudo tutti gli aspetti critici della loro relazione, «giocandosi tutto come in una partita a tennis, a suon di battute e di risposte».

Una “storia d’amore mediterranea” – martedì 27 febbraio alle 20.45 – con “Odyssey Ballet” del coreografo italo-africano Mvula Sungani, che rilegge il poema omerico in chiave femminile, come il diario di una donna in attesa del ritorno dello sposo, quindi intenta a fantasticare su strani incontri e innumerevoli peripezie di quel lungo viaggio. Sotto i riflettori l’étoile Emanuela Bianchini e i danzatori della Mvula Sungani Physical Dance danno vita ad un intrigante e coinvolgente racconto per quadri sulla suggestiva colonna sonora ispirata alle culture e ai popoli che si affacciano sulle sponde del “mare nostrum”. Tra musiche tradizionali ed elettronica, una performance avvincente in cui si fondono danza classica e contemporanea, acrobazie circensi e arti marziali.

Viaggio tra storie e canzoni con “Da questa parte del mare” giovedì 8 marzo alle 20.45: Giuseppe Cederna (volto noto del grande e del piccolo schermo, da “Marrakech Express” a “1993”) dà voce alle parole di Gianmaria Testa, per una riflessione sulle migrazioni, ma anche sulle radici e sul senso dell’“umano” sulla falsariga del libro del cantautore piemontese e delle sue poesie in musica. Una performance emozionante, impreziosita dai testi di Marco Revelli e di Alessandra Ballerini, per la regia di Giorgio Gallione, una narrazione incentrata sulle questioni cruciali del presente, attraverso lo sguardo ironico e disincantato ma soprattutto l’estrema sensibilità e la generosità di un’artista che ha saputo interpretare le piccole e grandi tragedie dell’esistenza.

Nulla succede per caso”, ovvero “Una storia cagliaritana sul bene e sul male” nel segno di Sergio Atzeni – venerdì 23 marzo alle 20.45: La Cernita Teatro porta in scena un racconto dello scrittore cagliaritano, “Il vento soffia, dai bastioni”, con Andrea Rosas nel ruolo del protagonista, per la regia di Monica Porcedda. Una vicenda dal sapore vagamente noir, in cui la scomparsa del capopesca Antonio Melis, uomo stimato e apprezzato da tutti, e in primis dai suoi dipendenti, che lo considerano un padre più che un padrone, costringe il figlio, ancora ragazzo, a fare i conti con la realtà. Egli vede cose che altri non vedono (o non vogliono vedere), finché dopo vent’anni di assordante silenzio troverà il coraggio di “urlare” che «su questa terra… nulla succede per caso».

Suggellerà la Stagione di Prosa e Danza a Carbonia – sabato 7 aprile alle 20.45 – “La signora Savage” di John Patrick nella versione de La Clessidra Teatro, con la regia di Anna Pina Buttiglieri e un numeroso cast, formato da Valentina Aru, Omar Soddu, Davide Maringiò, Francesca Puddu, Giusy Tartaglione, Rita Garau, Simona Lisci, Stefania Altea, Marco Marras e Eleonora Aru. La divertente commedia affronta il tema delicato della follia attraverso la vicenda paradossale della protagonista, che i figliastri hanno fatto rinchiudere in una casa di cura per malati di mente per impedirle di “sperperare” il patrimonio paterno in beneficenza. La donna un po’ stravagante, ma generosa e ben decisa a farsi valere, scoprirà inaspettatamente dentro quelle mura – tra episodi esilaranti e involontarie gags – il vero senso della vita. 

La Stagione di Prosa e Danza 2017-18 a Carbonia è organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiBACT/ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Sardegna e del comune di Carbonia, con il contributo della Fondazione di Sardegna e con l’importante supporto di Sardinia Ferries, che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio da e per l’Isola.

Quasi Grazia – ©alecani 2017 – all rights reserved – info at alecani@gmail.com

Mare e Miniere 1

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Torna nel Sulcis Iglesiente “Mare e Miniere”, la rassegna è organizzata dall’Associazione Elenaledda vox con il contributo della Fondazione Banco di Sardegna, della Regione Autonoma di Sardegna – Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e del Comune di Portoscuso.

Dal Sulcis Iglesiente la rassegna si irradierà in tutta l’isola con concerti ed eventi che coinvolgeranno le comunità e richiameranno appassionati e turisti non solo interessati a consumare il magnifico blu delle acque mediterranee, ma anche a trovare benessere psico-fisico personale e a dedicarsi alla bellezza culturale.

Il programma dei concerti.

27 luglio ore 21,00 Iglesias, Piazza Municipio

28 luglio ore 21,00 Sarroch, Villa Siotto

DANZE DAL MARE 2.0

Al via il tour di “Danze dal Mare 2.0″ firmato da Mvula Sungani e Mauro Palmas. C’è il mare, crocevia di storie, popoli e culture nello spettacolo “Danze dal Mare 2.0” opera firmata dal regista e coreografo Mvula Sungani e musicata del compositore cagliaritano Mauro Palmas che tornano insieme sull’Isola, Il mare, crocevia di storie, popoli, culture e sogni, ispira l’opera  del regista e coreografo italo-africano Mvula Sungani e del compositore cagliaritano Mauro Palmas che tornano nuovamente a  lavorare insieme dopo la bella esperienza di Etnika, spettacolo   dedicato alla Sardegna. La poetica coreografica ispirata alla tradizione popolare italiana viene stilizzata da Mvula Sungani mediante le nuove tendenze contemporanee e fusa con la Physical Dance, uno stile peculiare utilizzato da danzatori che partono da una solida base tecnico- accademica e la completano con un’importante preparazione fisico-atletica. La filosofia del linguaggio espressivo del coreografo italo- africano è il corpo, inteso come danza, unita all’esaltazione e alla bellezza del fisico. La drammaturgia, le suggestioni, i tableaux vivants, le costruzioni visive, sono tutte basate sul corpo e la fisicità, senza l’ausilio di strutture, appendimenti e supporti. Un successo personale quello di Mvula Sungani, i cui quadri coreografici, sono anche andati in onda su Rai 1 in occasione del programma “Una notte per Caruso” (in scena la prima ballerina Emanuela Bianchini ed Emanuele Pironti) e sono stati apprezzati da oltre 3 milioni di telespettatori. Uno spettacolo raffinato e di grande suggestione visiva: il ritmo e le melodie restituiscono ai movimenti, dapprima sincopati e poi rituali, la forza evocativa delle terre di origine, mentre le composizioni originali di Mauro Palmas, ispirate alle musiche popolari e trasfigurate dalla sua personalissima scrittura, si uniscono e si fondono alle trascrizioni delle danze di origine classica e popolare, creando un rarefatto moto emotivo.

1 agosto ore 21,30 Sant’Anna Arresi, Piazza del Nuraghe

CANTI, RICHIAMI D’AMORE

Ginevra Di Marco, Voce e percussioni

Francesco Magnelli, pianoforte

Andreino Salvadori, chitarra, tzouras e armonium

Dalle storie struggenti della musica popolare toscana, alla proposta di nuove e variegate sonorità che accompagnano il raccontare l’uomo e le sue  passioni, la ricerca spirituale, il limite, la caduta, la possibile rinascita. L’intensa voce di Ginevra Di Marco e le morbide note di due eclettici musicisti/compositori (Francesco Magnelli: pianoforte; Andreino Salvadori: chitarra, tzouras e armonium)  per un concerto che fa una scelta di essenzialità formale, puntando ad essere  massima sostanza possibile. Un concerto che diventa magico momento di vita in comunione con il  pubblico. Ginevra Di Marco: straordinaria interprete, fra le più note della musica italiana contemporanea, si è mossa dalla scena del Rock indipendente con i CSIe PGR per poi dedicarsi alla carriera solista vincendo subito il Premio Tenco come artista esordiente. Nel progetto Stazioni Lunari di Francesco Magnelli si è confrontata con artisti di stili differenti, dal rock alla canzone d’autore al folk, dimostrando ancora una volta la sua grande ecletticità e forza interpretativa. Nel corso delle sue ricerche è approdata alla musica popolare (in particolare quella toscana) alla quale ha dedicato i suoi ultimi album. Andrea Salvadori: Compositore, chitarrista e sound designer, condivide dal 2000 il percorso artistico di Ginevra Di Marco. Dal 2003 collabora, sempre in qualità di musicista e arrangiatore, al progetto musicale Stazioni Lunari, diretto da Francesco Magnelli, cui partecipano moltissimi artisti del panorama musicale Italiano. La predilezione per la composizione musicale unita al sound design lo avvicinano al teatro in qualità di drammaturgo musicale con Armando Punzo direttore della Compagnia della Fortezza – non a caso regista-autore della scena – con cui stabilisce un vero sodalizio. Francesco Magnelli: compositore e produttore, ha suonato con i Litfiba, CCCP ed è stato promotore della nascita dei  CSI – Consorzio Musicisti Indipendenti. Con Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni da vita al Consorzio Produttori Indipendenti. È anche ideatore e direttore artistico di Stazioni Lunari, spettacolo musicale itinerante al quale prendono parte ogni volta autori e musicisti diversi, che interagiscono tra di loro in una fusione musicale che travalica stili e generi. La musica proposta proviene in parte dal repertorio di ogni artista e in parte da brani della tradizione della musica popolare di varie parti del mondo. Unico ospite fisso del progetto è Ginevra Di Marco, mentre tra gli altri artisti che hanno preso parte a Stazioni Lunari si ricordano: Cisco, Cristiano Godano, Simone Cristicchi, Giovanni Lindo Ferretti, Teresa De Sio, Piero Pelù, Morgan, Paola Turci.

2 agosto ore 21,00 Iglesias, Cattedrale

GLORIA ET HONORE CORONASTI DOMINE. MELODIE DALL’ANTICA LITURGIA ED ECHI DELLA TRADIZIONE RELIGIOSA IN ONORE DI SANT’ANTIOCO

con Giacomo Baroffio, Luigi Lai, Elena Ledda, Simonetta Soro, Pietro Cernuto, Mauro Palmas, Marcello Peghin, Silvano Lobina, Alessandro Foresti e il Coro Laus Cordis diretto da Kim Eun Ju Anastasia

Gloria et Honore Coronasti Domine. Melodie dall’antica liturgia ed echi della tradizione religiosa in onore di Sant’Antioco, è stato realizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale di Sant’Antioco, la Diocesi e l’Archivio Storico Diocesano di Iglesias. Una lunga e intensa serata che inizierà con l’esecuzione di un frammento di una copia apografa di un intero uffizio gregoriano dell’epoca medievale, dedicato a Sant’Antioco martire. Interpreti di questo straordinario documento saranno Giacomo Baroffio, uno dei maggiori studiosi, cultori e interpreti del canto gregoriano, e il Coro Laus Cordis, diretto da Kim Eun Ju Anastasia. Sempre nell’eccezionale serata live, la cui direzione artistica è curata dal compositore e virtuoso della mandola e del liuto cantabile Mauro Palmas, saranno eseguiti “Gocius” campidanesi per launeddas e voce dedicati al martire sulcitano, “Gosos” in lingua spagnola di matrice medievale e musiche liturgiche, che rappresentano i punti più alti del patrimonio devozionale-popolare della Sardegna. Protagonisti sul palco il maestro di launeddas Luigi Lai, le voci di Elena Ledda e Simonetta Soro, il maestro di organo Alessandro Foresti, i fiati di Pietro Cernuto, il liuto cantabile di Mauro Palmas, la chitarra di Marcello Peghin e il mandoloncello di Silvano Lobina. 

22 agosto ore 21,00 Sant’Anna Arresi

23 Agosto ore 21,00 Iglesias, Giardini dell’Associazione Mineraria 

SCAVI, STORIE DI MINIERA

Musiche originali: Mauro Palmas

Arrangiamenti musicali: Mauro Palmas e Silvano Lobina

Testo di Mariangela Sedda

Con

Simonetta Soro, voce narrante

Mauro Palmas, mandole

Silvano Lobina, basso

L’idea produttiva nasce dall’esigenza di rappresentare sotto forma di concerto le vicende e le storie umane della gente di miniera. La vicenda è ancorata solidamente alla storia delle miniere sarde, alla descrizione minuziosa dei territori negli anni in cui le miniere furono protagoniste di benessere e sviluppo economico. Lo spettacolo si articola attraverso brevi scene, presentate da una  narratrice ormai adulta come una sorta di memoria collettiva, che raccontano storie di miniera attraverso le vicende umane e i cambiamenti che gli anni e il lavoro hanno prodotto nelle comunità dagli anni trenta fino agli anni cinquanta, al culmine dello sviluppo delle città minerarie. Sullo sfondo la grande Storia filtrata attraverso la quotidianità di piccole esistenze. I flash – back accendono singole storie individuali, storie comuni, private, che fanno rivivere il clima di  quegli anni. Ogni ricordo si porta dietro storie di lavoro, di lotte, di amori e di feste, che hanno riempito di vita e di fervore villaggi oggi desolati dall’abbandono. La musica, strettamente legata alla narrazione e che di quel mondo cattura suoni, voci e sentimenti, renderà possibile il dialogo tra realtà diverse, transitando fra tradizione e innovazione e incontrando tempi musicali che daranno vita a vividi orizzonti sonori.

27 agosto ore 19,00 Sant’Anna Arresi, Località Candiani(porto Pino) 

RICCARDO TESI – NUOVO CAMERISTICO

Michele Marini (clarinetto); Damiano Puliti (violoncello); Riccardo Tesi (organetto diatonico); Daniele Biagini (pianoforte)

Cameristico – questo il significativo titolo del progetto musicale di Riccardo Tesi – prende spunto da una occasionale collaborazione, avvenuta alcuni anni fa, tra il musicista toscano e Harmonia Ensemble, un trio del quale in questo nuovo gruppo è rimasta la presenza del violoncello di Damiano Puliti, che con  l’organettista aveva collaborato in più occasioni. Al pianoforte siede invece il pistoiese Daniele Biagini, anch’egli più volte collaboratore di Tesi, che ha anche contribuito agli arrangiamenti del disco. Infine, al clarinetto un altro musicista pistoiese, il brillante Michele Marini, che nonostante la giovane età ha esperienze nientemeno che nella Vienna Art Orchestra. Da quella prima esperienza “cameristica”, Tesi ha tratto una ben precisa idea di suono, ripresa, ampliata ed esplorata in molteplici direzioni in questo suo nuovo lavoro, che inanella una serie di composizioni connotate da un comune colore di fondo – quello camerstico, appunto – benché nate per occasioni e in tempi diversi, nonché caratterizzate da ispirazioni tra loro anche assai dissimili. Alcune traggono origine dalle danze popolari, grande ed affascinante serbatoio dal quale Tesi è solito attingere per dar corpo alle sue idee musicali: “La valse a Pierre”, dedicato alla memoria di Pierre Imbert, suonatore di ghironda, tema delicato e intimo con il quale i quattro protagonisti giocano assieme; “Mazurkazione”, originariamente nel bel CD Colline con Patrick Vaillant e Gianluigi Trovesi, qui caratterizzata dal suono del violoncello che offre agli altri tre la possibilità di reinterpretare, ciascuno a proprio modo, il bel motivo; “Ciclamino”, altro valzer dal forte sapore popolare (nasce infatti per un quadretto di ballo all’interno di un film ambientato nella Toscana tra le due guerre), ma che con questo suono assume una veste sorprendentemente intima; il curioso “Taranta Samurai”, nel quale i tamburelli di Alfio Antico e le percussioni di Gigi Biolcati arricchiscono il suono da camera e sostengono il ritmo proveniente dal nostro meridione. Dai nostri fratelli mediterranei arrivano invece le ispirazioni per “Macedonia” e “Istanbul”. La prima, nata per il festival della zampogna di Scapoli e poi entrata nel repertorio di Banditaliana, vede il quartetto cameristico duettare sui ritmi balcanici con un trio di musicisti – Ettore Bonafé alle tabla, Puccio Castrogiovanni allo scacciapensieri, Luisa Cottifogli alla voce – che mantengono acuminati quelli stessi ritmi, creando un contrasto affascinante. La seconda, introdotta da un lirico e toccante assolo del piano di Biagini, ha poi una bella struttura bipartita, con una parte dolente che precede  un’impennata ritmica, sempre su atmosfere mediorientali. La fantasia è alla base de “Il funambolo”, che quasi illustra il delicato sforzo – così simile a quello dei musicisti – di chi cammina sul filo, e de “L’azzurro del pesce”, nata per uno spettacolo teatrale per bambini e nel quale ancora le percussioni di Bonafé e lo scacciapensieri di Castrogiovanni conferiscono un’aria sognante. Pura poesia, infine, attraversa “Praga la notte”, anche questa nata per il teatro e dedicata a Franz Kafka, nella quale a dominare sono i suoni, dolcissimi, del violoncello e dell’organetto. Un CD soave, dalle molte sfaccettature, nel quale la poetica che caratterizza da sempre i lavori di Riccardo Tesi mostra il suo lato più intimo e riflessivo, senza però rinunciare alla vivacità popolare.