19 December, 2024
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Da tutt’Italia a Gergei nel segno della legalità e dell’antimafia. Da domenica 15 luglio e per sette giorni una ventina di ragazze e ragazzi parteciperanno al campo di volontariato e formazione “E!state Liberi!”, organizzato da Libera Sardegna insieme al centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale. Nella struttura di Su Piroi, confiscata anni fa alla criminalità e ora un centro propulsivo del volontariato isolano, i ragazzi parteciperanno ad incontri, dibattiti, attività laboratoriali e sul territorio, approfondendo il tema “La memoria diventa impegno”. Tra gli esperti con i quali i ragazzi si confronteranno e che saranno protagonisti del campo ci saranno anche il magistrato Guido Pani edil rappresentante dell’Associazione Familiari Vittime delle Mafie Pino Tilocca. 

Il 19 luglio inoltre, in occasione del ventiseiesimo anniversario della strage
di via d’Amelio a Palermo, i partecipanti al campo si recheranno a Sestu per rendere omaggio alla memoria di Emanuela Loi e incontrare Claudia e Marcello Loi, sorella e fratello dell’agente uccisa dalla mafia. 

Il programma delle attività prevede l’impegno dei giovani partecipanti nella sistemazione del bene confiscato (pulizia terreno, messa a dimora di nuove piante, manutenzione ex pistino e manutenzione piantagione fichi d’India), ma anche la visita ad alcune realtà associative del territorio sardo e l’incontro con la comunità di Gergei.

Il campo verrà allestito grazie all’impegno di Libera Sardegna, Mo.VI Sardegna, Sos Quartu, Oratorio Giovanni Paolo II di Gergei, Avo Isili, Croce Verde Isili e Protezione Civile Sarcidano Isili.

Il campo “E!state Liberi!” si aprirà domenica 15, alle ore 18.00, con l’accoglienza e i saluti da parte del referente regionale di Libera Sardegna Giampiero Farru, del sindaco di Gergei Rossano Zedda, del parroco di Gergei don Pasquale Flore, di Claudia Loi dell’Associazione Familiari Vittime di Mafia e del comandante della stazione dei Carabinieri di Gergei. Interverranno anche Nanda Sedda (referente del campo di volontariato e di formazione sui beni confiscati), Gianluca Ardu (responsabile del campo) e di Isa Saba (referente della formazione di Libera Sardegna). 

Nella giornata di lunedì 16 i ragazzi parteciperanno ad un incontro di formazione su Libera, tenuto dal referente regionale Giampiero Farru e dal responsabile della formazione dell’associazione Isa Saba.

Martedì 17 si aprirà con un laboratorio sulla legge 109/96 sull’uso sociale dei beni confiscati alla criminalità, che proseguirà nel pomeriggio con un seminarioa cui prenderanno il magistrato Guido Pani, il sindaco di Gergei Rossano Zedda, il referente di libera Sardegna Giampiero Farru, un rappresentante dell’Arma dei Carabinieri nel territorio e il comandate della Stazione Forestale di Isili. Sempre nel pomeriggio verrà inoltre presentato da Elena Frau, Nanda Sedda e Mor Sow il progetto “Le trame del mondo”, che prevede un rilancio della struttura di Su Piroi. 

Mercoledì 18 luglio i giovani saranno protagonisti di un momento di formazione riguardante il ventiseiesimo anniversario della strage di via D’Amelio e nel pomeriggio parteciperanno a Donigala Fenughedu al seminario organizzato da Sardegna Solidale dal tema “Privacy: adeguare la tua associazione al nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali”.

 Nella giornata di giovedì 19 i ragazzi ricorderanno la giovane agente Emanuela Loi, morta a Palermo nella strage di via D’Amelio. Dopo la messa in suffragio in programma al cimitero di Sestu, i giovani incontreranno Claudia Loi, la sorella della agente. Di pomeriggio è invece previsto un incontro a Gergei con la referente formazione di Libera Sardegna Isa Saba sul tema “La memoria diventa impegno”.

Intensa anche la giornata di venerdì 20, con l’incontro con Pino Tilocca dell’Associazione Familiari Vittime di Mafie, e la visita a Isili dei laboratori artigiani del tessuto e del rame, mentre sabato 21 i ragazzi faranno visita ad Alghero e in serata parteciperanno alla conferenza “Il gesto della legalità”, tenuta dal referente di Libera Sardegna Giampiero Farru.

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Sant’Antioco apre sabato 5 e domenica 6 maggio, grazie alla volontà dell’amministrazione comunale e all’entusiasmo dei volontari, 18 monumenti. Nello stesso fine settimana la XXII edizione di Monumenti Aperti in Sardegna si svolge anche a Cagliari, Bosa, Gonnosfanadiga, Olbia, Sassari e nell’Unione dei comuni del Basso Campidano (Monastir, Nuraminis, Samatzai, San Sperate, Ussana e Villasor).

L’assessore della Cultura, Beni culturali e Pubblica istruzione Rosalba Cossu riconosce che «Monumenti Aperti ci offre l’opportunità di aprire con entusiasmo le porte dei nostri monumenti, incoraggiandone la fruizione in maniera collettiva. Grazie alla variegata e generosa collaborazione volontaria soprattutto degli studenti e delle Associazioni, vivremo l’emozionante esperienza del tuffo nel passato».

Nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, nel cui calendario Monumenti Aperti è inserita, la decisione di scegliere come tema Cultura – Patrimonio Comune è motivata dal considerare il nostro patrimonio artistico come memoria, e come valorizzazione della diversità. Per questo, si è deciso di segnalare, per ogni comune un sito che sia testimonianza del nostro passato, ma con uno sguardo proiettato verso il futuro. In linea con questo tema, per il comune di Sant’Antioco si è deciso di segnalare il Forte Sabaudo, costruito tra il 1813 e il 1815 per dare riparo ai soldati ed alla popolazione di Sant’Antioco in caso di assedio da parte dei pirati saraceni. 

Questi i monumenti aperti con la novità del Faro di Porto Ponte romano, che venne edificato nel 1924 dal Genio Civile e ristrutturato nel 1952. L’edificio, con struttura a blocco, si caratterizza per la bianca torre quadrangolare che si eleva sui tre piani sottostanti. Alta 22 metri, è sormontata da una piccola lanterna cilindrica ad ottica fissa la cui portata luminosa è di 15 miglia; e la riapertura della Grotta della natività, un ipogeo punico.

Questi gli altri siti visitabili per questa edizione, l’Acropoli e l’Archivio storico comunale, il MuMa il Museo del Mare e della Navigazione di Sant’Antioco, le Catacombe di Sant’Antioco; il Forte Sabaudo; la Salina di Sant’Antioco; il villaggio nuragico di Grutti‘e Acqua, il villaggio Ipogeo, la Torre Canai, la Tomba dei Giganti, il Tofet, la Necropoli Punica di Sulky, il Museo Etnografico, il Museo Archeologico Barreca, la Fonte Romana, la Basilica di Sant’Antioco Martire, sorta sulla tomba del santo.

Nei giorni di Monumenti Aperti, è possibile visitare in via Regina Margherita 174 la mostra del costume Bistimentas antigas” curata dell’Associazione Culturale Antica città di Solki; nei locali dell’Archivio Storico una mostra documentaria e fotografica che descrive Sant’Antioco, nei suoi molteplici aspetti di vita sociale, economica, religiosa e produttiva realizzata dalla  Cooperativa Studio 87 in collaborazione con i docenti dell’Istituto IPIA Emanuela Loi di Sant’Antioco; infine si potrà visitare la mostra “Aethernum” dell’artista Jacopo Scassellati, allestita al Palazzo del Capitolo.

I monumenti saranno visitabili gratuitamente, sabato 5 maggio 2018, dalle 16.00 alle 20.00, e domenica 6 maggio 2018, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00.

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L’onda antimafia dei giovani sardi ha invaso Alghero per dire no alla criminalità, nel ricordo delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie i cui sono nomi sono riecheggiati oggi dal palco di piazza Sulis, letti da studenti, volontari e rappresentanti delle istituzioni. Neanche la pioggia è riuscita a fermare la manifestazione regionale della XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzata ad Alghero da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale e con il forte sostegno dell’amministrazione comunale. Cinquemila ragazzi provenienti da tutta l’isola hanno invaso la cittadina richiamati dallo slogan “Terra, solchi di verità e giustizia”, per una giornata di festa che culminata, in contemporanea con la manifestazione nazionale di Foggia e con altri 4.000 luoghi in tutt’Italia, con la lettura dei nomi delle vittime innocenti. Tra questi, anche quelli di Emanuela Loi (l’agente di Polizia di Sestu morta nella strage di via D’Amelio in cui perse la vita anche il giudice Borsellino), di Bonifacio Tilocca (padre del sindaco di Burgos e ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004), e del sacerdote don Graziano Muntoni, ucciso ad Orgosolo nel 1998.

«Mia sorella è morta nella strage di via D’Amelio ma il suo sogno era di fare l’insegnante» ha detto Claudia Loi rivolgendosi ai tantissimi bambini delle scuole primarie presenti sotto il palco di piazza Sulis. «Sono passati ventisei anni dalla sua morte ma noi familiari non proviamo un sentimento di odio nei confronti dei mafiosi ma solo un desiderio di giustizia, di pace, di memoria e di legalità. E il valore della legalità deve essere appreso fin da piccoli perché, come disse il giudice Caponnetto, la mafia teme la scuola più della giustizia».

«Se questa Giornata della Memoria cade di 21 marzo è perché quella di oggi è una festa» ha affermato Pino Tilocca, figlio di Bonifacio Tilocca. “Noi sentiamo il vostro affetto e questo ci dà la forza di continuare a incontrare i più giovani nelle scuole di tutta la Sardegna”.

«Non è vero che la questione delle mafie non ci tocca, riguarda invece tutti» ha detto nel suo intervento a nome degli studenti presenti ad Alghero il giovane Emanuele Corongiu. «Purtroppo, la lista delle vittime innocenti ogni anno cresce. Questo non significa che non dobbiamo avere paura delle mafie ma che dobbiamo stare assieme per farci coraggio. Perché alla fine vinceremo noi. Non possiamo più stare in silenzio».

Aperta dalla musica della cantante Chiara Effe e del suo gruppo (recente vincitrice del premio nazionale “Musica contro le mafie”), la mattinata è iniziata con gli interventi istituzionali e di saluto, portati innanzitutto da Giampiero Farru, referente di Libera Sardegna e presidente di Sardegna Solidale. «Il 21 marzo nasce da intuizione di don Ciotti che rimase colpito dal dolore di una madre che chiedeva di ricordare suo figlio ucciso dalla mafia ma di cui mai nessuno parlava. Oggi diamo a tutte le vittime la stessa dignità. Da questa piazza di Alghero parte dunque il coro che si unisce alle altre piazze d’Italia e del mondo. Le mafie hanno più paura delle scuole che delle prigioni, della cultura che delle armi: ecco perché diciamo grazie agli studenti e ai dirigenti scolastici che oggi sono qui, veri testimoni di giustizia, invitandoli a tenere gli occhi aperti perché oggi le nuove mafie hanno cambiato pelle».

Nel suo intervento, il sindaco Mario Bruno ha ringraziato tutti i volontari presenti ad Alghero: «Oggi è una giornata particolare, perché non soltanto si leggono i nomi delle vittime innocenti ma perché siamo qui a dare una risposta contro la criminalità in qualità di cittadini organizzati. Tutti noi dobbiamo impegnarci concretamente perché ci siano sempre più amministrazioni, istituzioni e imprese capaci di farsi risposta ed essere protagoniste del cambiamento».

Si è rivolto ai giovani anche il vescovo di Alghero, monsignor Mauro Maria Morfino: «Noi oggi ricordiamo le vittime delle le mafie che hanno sparso il sangue ma ci sono mafie molto piccole e giornaliere che sono terribili come quelle grandi. Le grandi mafie nascono in un luogo dove la gente non si rende conto di avere atteggiamenti mafiosi. La vostra presenza ci fa dunque sperare che voi possiate essere promotori di un mondo non violento».

Dal palco di Alghero ha portato il saluto e l’adesione dell’iniziativa da parte dell’amministrazione regionale l’assessore alla sanità Luigi Arru («Vi stiamo accanto nella vostra battaglia e ribadiamo il nostro impegno in prima linea contro la corruzione»), mentre il vicequestore di Sassari Maurizio Terlizzi ha ricordato il sacrificio di tanti rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura, e la necessità che la società civile rifiuti «ogni logica di sopraffazione e di violenza».

Sulla stessa line anche il presidente del Co.Ge. Sardegna Bruno Loviselli («Vogliamo dire un no forte a tutte le mafie») e di Salvatore Serra, vice prefetto vicario Sassari: «Questa è una giornata di grande valore simbolico che serve a mantenere vivo l’esempio di chi è caduto e a ringraziare chi nei territori contrasta la criminalità. Proprio perché la mafia colpisce tutti che tutti devono dare il loro contributo».

La manifestazione si è chiusa con le parole di don Luigi Ciotti (in collegamento da Foggia, sede della manifestazione nazionale della Giornata) e con la musica di Chiara Effe.

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Ideata e organizzata dall’associazione Libera di don Luigi Ciotti, il prossimo 21 marzo si celebra in tutt’Italia la ventitreesima “Giornata della memoria e dell’impegno” in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La ricorrenza quest’anno per la prima volta avrà una valenza istituzionale (essendo stata riconosciuta ufficialmente con una legge varata lo scorso anno) e si celebrerà a livello nazionale a Foggia, mentre in Sardegna la manifestazione si terrà ad Alghero, col tema “Terra, solchi di verità e giustizia”.

L’iniziativa, organizzata nella città catalana da Libera Sardegna con il sostegno dell’amministrazione comunale e la collaborazione di Sardegna Solidale, verrà presentata a Cagliari venerdì 9 marzo, nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.00, presso la presidenza dell’Istituto Nautico Buccari in piazza dei Centomila e alla quale interverranno il sindaco di Alghero Mario Bruno, il referente regionale di Libera Sardegna Giampiero Farru, Pino Tilocca dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, il presidente del Co.Ge Sardegna Bruno Loviselli e Claudia Loi, la sorella di Emanuela Loi, l’agente di Polizia di Sestu morta nella strage di via D’Amelio.

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Incontri, dibattiti e proiezioni, per avvicinarsi al 21 marzo, data in cui da ventitré anni l’associazione Libera celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La ricorrenza quest’anno per la prima volta avrà una valenza istituzionale, essendo stata riconosciuta ufficialmente con una legge varata lo scorso anno, e si celebrerà a livello nazionale a Foggia, mentre in Sardegna la manifestazione si terrà ad Alghero, sempre sul tema “Terra, solchi di verità e giustizia”. L’iniziativa, organizzata nella città catalana da Libera Sardegna con il sostegno dell’amministrazione comunale e la collaborazione di Sardegna Solidale, viene preceduta in queste settimane da una serie di iniziative nel territorio promosse da Libera Sardegna, dai Presìdi territoriali di Libera e dalle associazioni e scuole aderenti all’associazione fondata da don Luigi Ciotti, con l’obiettivo di rilanciare la lotta e la mobilitazione contro tutte le forme di criminalità organizzata.

Il programma delle iniziative in Sardegna “Verso il 21 marzo” prevede lunedì 5 marzo a Cagliari, alle ore 17.00 presso il presidio Emanuela Loi in via Cavalcanti 13, la proiezione del documentario di Stefano Maria Bianchi e Alberto Nerazzini “La mafia è bianca”, a cui seguirà un dibattito.

Martedì 6 saranno invece protagonisti gli studenti delle scuole superiori. Alle ore 11.30 presso l’Istituto Marconi in via Pisano a Cagliari, i ragazzi del Buccari-Marconi e del Pertini parteciperanno al dibattito su “La memoria e i familiari delle vittime innocenti di mafie”, a cui interverranno Pino Tilocca dell’associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, il dirigente scolastico del Marconi Giancarlo Della Corte ed il dirigente scolastico del Pertini Laura Caddeo, insieme a Giampiero Farru, referente di Libera Sardegna.

Mercoledì 7 marzo appuntamento invece a Gergei al Centro di incontro del volontariato di Su Piroi per il dibattito su “Bene Italia: la legge 109/1996 sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie”. Insieme al sindaco di Gergei Rossano Zedda, al vicepresidente del consiglio regionale Eugenio Lai ed al referente di Libera Sardegna Giampiero Farru, interverranno anche la docente Franca Meloni dell’Istituto Comprensivo Segni Geniali, la docente di sociologia all’università di Sassari Laura Iannelli. Un appuntamento rivolto ai giovani: a Su Piroi ci saranno, infatti, gli studenti dell’istituto comprensivo Segni Geniali di Isili, i ragazzi delle superiori del Buccari Marconi di Cagliari, e gli studenti del corso di sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’università di Sassari.

La settimana si chiuderà sabato 10 a Sassari con un doppio appuntamento rivolto agli studenti. Il dibattito “L’antimafia in Italia: la proposta di Libera” si terrà a partire dalle ore 9.00 presso l’aula magna dell’Istituto Devilla in via Monte Grappa 2, dove interverranno il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru ed il dirigente scolastico dell’istituto Maria Nicoletta Puggioni. Alle 11.30 ci si sposta presso la sede dell’Istituto Alberghiero di via Cedrino, dove il dibattito con i ragazzi sarà animato da Farru e dal Dirigente scolastico Luisa Maria Pala.

 

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L’Assi.Gap Onlus, (Associazione Sarda per lo Studio e gli interventi sul Gioco d’azzardo patologico), con il patrocinio e il contributo economico del Comune di Carbonia, ha organizzato l’iniziativa dal titolo “Non facciamoci prendere dal gioco…d’azzardo”. 

Un importante progetto per la prevenzione della ludopatia, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado del territorio. «Sono coinvolti complessivamente circa 1.300 studenti. Nel dettaglio, 120 studenti in età compresa tra gli 11 e i 12 anni; 120 tra i 12 e i 13 anni; 100 allievi tra i 13 e i 14 anni; 60 tra i 14 e i 15 anni; 400 studenti di età compresa tra i 14 e i 15 anni; 300 di età compresa tra i 16 e i 17 anni e 200 tra i 17 e i 18 anni», ha affermato l’assessore dell’Istruzione Valerio Piria. 

Le scuole che partecipano all’iniziativa sono l’Istituto Comprensivo Satta, l’Istituto Comprensivo Don Milani, l’Istituto Comprensivo Camilla Gritti, l’Istituto per Geometri Angioj, l’Istituto Commerciale Beccaria, il Liceo Classico-Scientifico Gramsci-Amaldi e l’Ipia Emanuela Loi. A questi istituti, a breve potrebbe aggiungersi la Scuola media Giovanni Pascoli, la cui adesione farebbe salire a 1.500 il numero di ragazzi coinvolti nel progetto “Non facciamoci prendere dal gioco…d’azzardo”.

Un progetto fortemente sostenuto dal comune di Carbonia, come ha affermato anche l’assessore ai Servizi sociali e alle Politiche giovanili Loredana La Barbera: «l’iniziativa nasce dall’esigenza di sensibilizzare i giovani di Carbonia sui rischi e i pericoli che si insinuano a più livelli, economico, familiare, lavorativo, sociale, psicologico, in qualunque forma di gioco d’azzardo. La diffusione delle slot machine, dei videopoker e, più in generale, del gioco d’azzardo elettronico, ha assunto una dimensione rilevante, rendendo particolarmente esposti ai rischi di dipendenza gli appartenenti alle categorie più deboli, come i giovani. Il lavoro in sinergia del comune di Carbonia, dell’Assi.Gap Onlus e delle scuole può rappresentare un ottimo antidoto alla diffusione della ludopatia».

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La circuitazione della rappresentazione teatrale “Io, Emanuela, agente della scorta di Paolo Borsellino” è realizzata sulla base del Progetto, elaborato dal Circolo Culturale Sardo di Brescia e dalla F.A.S.I. (Federazione Associazioni Sarde in Italia), di ricordare, in Sardegna e nelle città “continentali” dove operano i circoli sardi, la vita e l’impegno di Emanuela attraverso la trasposizione teatrale del libro di Annalisa Strada operata da Sara Poli e Laura Mantovi dell’associazione “Progetti e Regie” di Brescia.

Il progetto è stato approvato dal Servizio Coesione Sociale – Settore Emigrazione dell’assessorato del Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna che lo ha incluso tra i Progetti regionali da sostenere nel quadro del programma 2016 a favore dell’emigrazione sarda, con iniziative da sviluppare nel corso del 2017.

Il progetto, che comprende anche 5 eventi in Sardegna, prevede sempre due rappresentazioni nella stessa giornata: la mattina per le scuole di primo e secondo grado della città e la sera per le associazioni e i semplici cittadini. L’ingresso è gratuito.

Nella giornata del 4 ottobre, a Dorgali, presso il Centro Culturale di Via Veneto, nel corso delle due rappresentazioni, i numerosissimi studenti e cittadini hanno seguito in silenzio e con evidente commozione le vicende della giovane poliziotta sarda (nata il 9 ottobre 1967 a Sestu, vicino a Cagliari), morta a Palermo, il 19 luglio 1992 – con i colleghi Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina – nella strage di via D’Amelio voluta da “Cosa Nostra” per assassinare il giudice Paolo Borsellino.

Queste le successive tappe del tour nell’Isola di questa emozionante rappresentazione che ha lo scopo di educare alla legalità mediante l’espressività del linguaggio teatrale.

7 ottobre, a SANT’ANTIOCO, ore 10,30 e ore 19:00; Sala Consiliare – Piazzetta Diana, 1

9 ottobre, a SESTU, ore 10,00 e ore 20:00; Sala Consiliare – Via Scipione, 1

11 ottobre, a CAGLIARI, ore 9,30 e ore 21:00; Teatro Massimo, Sala M2 – Via De Magistris, 12

13 ottobre, a MOGORO, ore 10,45 e ore 19,00; Teatro della Fiera – Piazza Martiri della Libertà.

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Fa tappa a Sant’Antioco “Io, Emanuela”, spettacolo teatrale che, tratto dal libro di Annalisa Strada, racconta la storia di Emanuela Loi, la poliziotta di Sestu che perse la vita a 24 anni nell’attentato al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta. L’appuntamento – annunciano il sindaco Ignazio Locci e l’assessoreTributi, Demanio, Patrimonio, Personale, Affari Generali e Attività Produttive Renato Avellino, è fissato per sabato 7 ottobre nell’aula consiliare del comune di Sant’Antioco (ingresso piazzetta Piria) alle 10.30 (spettacolo dedicato agli studenti) e alle 19.00 (spettacolo aperto a tutti).

Nel toccante monologo, promosso dalla presidenza dei Circoli dei sardi, Laura Mantovi (protagonista) racconta in prima persona la vita di Emanuela: dal concorso per entrare in Polizia fino a quel maledetto 19 luglio 1992. Grazie al contributo di Regione, Fasi Italia e Circolo Sardo di Brescia, per la prima volta lo spettacolo sarà rappresentato in Sardegna, terra della giovane poliziotta. La produzione è di “Progetti e regie”, la regia di Sara Poli, il testo di Annalisa Strada mentre la riduzione teatrale è a cura di Sara Poli e Laura Mantovi.

La pièce approda in Sardegna a 11 mesi dal debutto, il 20 ottobre 2016 al Piccolo Teatro Libero di San Polino. Oltre alla tappa di Sant’Antioco, l’opera teatrale andrà in scena anche nei comuni di Dorgali (4 ottobre), Sestu, paese natale di Emanuela Loi (9 ottobre), Cagliari (11 ottobre), Mogoro (13 ottobre).

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Un murale, una mostra e un grande concerto per ricordare il sacrificio di Emanuela Loi, la giovane agente della Polizia di Sestu morta nel 1992 a Palermo nella strage di via D’Amelio in cui persero la vita anche il giudice Paolo Borsellino e gli altri uomini della sua scorta. “Noi non dimentichiamo” è il titolo della manifestazione che mercoledì 19 luglio a Sestu segnerà l’intera giornata, a venticinque anni dal terribile attacco della mafia allo Stato. L’iniziativa, organizzata dal comune di Sestu, dalla Polizia di Stato, da Libera Sardegna, dal Centro di Servizio per il Volontariato “Sardegna Solidale” e dall’associazione Musicanova, culminerà alle 20.00 in piazza 1° Maggio con il “JaManuela Festival”, un concerto durante il quale non mancheranno le testimonianze dei familiari, di tante autorità e di chi ha conosciuto e ha lavorato con la giovane uccisa dalla mafia.

La giornata si aprirà alle 9.30, nella chiesa di San Giorgio Martire, con una messa in suffragio di Emanuela Loi che sarà celebrata dall’Arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio.

Alle 10.30, al cimitero di Sestu, alla presenza delle autorità civili e militari, dei familiari di Emanuela Loi e dei volontari di Libera Sardegna e di Sardegna Solidale, il sindaco di Sestu Paola Secci deporrà una corona di fiori sulla tomba della agente. 

Alle 11.30, l’appuntamento invece è in via Emanuela Loi, dove verrà inaugurato un murales raffigurante la giovane agente scomparsa a Palermo, realizzato da artisti della street art in collaborazione con Sardegna Solidale.

“Falcone e Borsellino” è invece il titolo della mostra realizzata dall’Agenzia Ansa in collaborazione con il Consiglio dei ministri, che verrà inaugurata alle 12.00, nei locali di Casa Ofelia, in via Parrocchia 88.

La manifestazione “Noi non dimentichiamo” si concluderà a partire dalle 20.00, con il “JaManuela Festival”, una serata presentata da Matteo Bruni e in cui sul palco di Piazza 1° Maggio si alterneranno musica e testimonianze. A ricordare Emanuela saranno i suoi familiari, Claudia e Marcello Loi, insieme alla sindaco di Sestu Paola Secci, all’arcivescovo di Cagliari mons. Arrigo Miglio, al questore di Cagliari Pierluigi D’Angelo, al vice prefetto di Cagliari Andrea Leo, al vicepresidente nazionale di Libera Davide Pati, al referente di Libera Sardegna Giampiero Farru, al parroco di San Giorgio Martire don Onofrio Serra, al parroco di Nostra Signora delle Grazie don Franco Puddu, e a tante altre persone che hanno avuto modo di conoscere e lavorare con Emanuela Loi.

Il concerto, curato da Musicanova Contest con la direzione artistica di Luciano Piga, vedrà protagonisti otto gruppi della scena musicale cagliaritana: Musicanova Band, Befunk, Rock Story Quintet, Easysound, Almamediterranea, Alessandro Lilliu Band, Santana Tribe e Il Clan dei Mercanti e Servi. Ospiti della serata, saranno il cantante ef autore americano Ronnie Jones, Paki (la voce storica dei Nuovi Angeli) e Franco Malgioglio, che saranno accompagnati nella loro esibizione dalla Musicanova Band.

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Mercoledì 19 luglio ricorre il 25° anniversario della starge di via D’Amelio, nella quale persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina. Riceviamo e pubblichiamo un ricordo del giudice Paolo Borsellino, della prof.ssa Elisabetta Barbuto, componente del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani.

Caro Dott. Borsellino,

un altro anno è passato. Un’altra pagina del grande libro della vita e della storia è stata girata. Venticinque anni fa. Un quarto di secolo ci separa dall’orrore del 19 luglio 1992 quando il fragore della morte si sparse in tutta Italia.

L’Italia delle persone semplici e oneste, dei lavoratori, della gente comune, della gente che ogni giorno si alza e si avvia incontro alla propria giornata di lavoro con spirito di sacrificio, di abnegazione, di servizio. E il dolore fece ammutolire gli italiani…il silenzio attonito di chi vede vacillare la speranza in un futuro migliore e si chiede se vale la pena di continuare a fare il proprio dovere, a combattere quotidianamente, incessantemente il malaffare con lo scopo di consegnare ai propri figli un futuro migliore…il silenzio carico di panico di chi vede spegnersi una luce in fondo al tunnel e pensa atterrita al buio che l’attende…il silenzio sgomento di chi pensa al dolore e allo strazio di una famiglia che perde un marito, un padre, un fratello, un Uomo…fu il silenzio…

Ed il fragore della morte arrivò anche alle orecchie di chi quell’attentato aveva curato e preparato nei minimi particolari; quella gente, però, non ammutolì, festeggiò, probabilmente, l’esito della sua missione di morte; festeggiò pensando all’eclatante messaggio di potenza che aveva dato nuovamente, dopo appena due mesi dalla morte di Giovanni Falcone; festeggiò pensando che il terrore seminato li avrebbe resi più forti, invincibili, padroni del mondo, di uomini e cose…

Subito dopo fu l’apoteosi dei ricordi, dei proclami, delle grandi manifestazioni d’intenti…Tutti, ma proprio tutti, si affrettarono ad assicurarsi un posto in prima fila per ricordare, compiangere, promettere una lotta senza quartiere alla mafia, completamente dimentichi della Sua solitudine in  quei mesi che scivolavano verso il 19 luglio…quella solitudine che i Giusti sono spesso costretti a subire prima dell’atto finale e che il suo sguardo triste e perso a Capaci, la sera dell’attentato al Dott. Falcone, testimonia con una incredibile forza arrivando dritto al cuore e alle coscienze.

“Le loro idee camminano sulle nostre gambe”. Questo fu lo slogan di molte manifestazioni. Questo fu il motto didascalico sotto le foto che La ritraggono insieme al Dott. Falcone, sorridenti e malinconici, consapevoli dei rischi della dura lotta che avevate ingaggiato contro il mostro dalle mille teste, dalle mille maschere, subdolo, violento e crudele che ha potuto crescere pascendosi della ignoranza che generava e genera sudditanza, clientelismo e complicità e che le sole manifestazioni contro tutte le mafie, sia pure organizzate ed animate dai migliori intenti, non sono sufficienti a contrastare.

E’ nella vita di ogni giorno che la lotta alle mafie si concretizza. E’ nella vita di ogni giorno che occorre fare il proprio dovere affinché la lotta non sia affrontata solo da pochi eroici paladini della Legalità, ma patrimonio comune di tutti gli uomini e le donne.

Il ruolo della scuola e degli educatori si ripropone allora con grande forza affinché, nelle coscienze dei più giovani, le regole vengano percepite non come qualcosa di astruso e lontano dalla propria realtà, ma come fondamento di una società civile e pacifica in cui ognuno, svolgendo il proprio compito con onestà e serietà, contribuisca alla creazione di un futuro migliore per tutti.

Fin dalla più tenera età, infatti, è importante che i ragazzi percepiscano l’importanza del rispetto per quelle regole, oggi troppo calpestate, che conduce alla vera libertà.    

Regole condivise. Regole accettate e non imposte. Regole che generano diritti e doveri. Regole che accolgono e tutelano i più deboli. Regole, norme che consentono una pacifica e libera convivenza impedendo i soprusi, le prevaricazioni di pochi a danno della collettività.

Non è un caso se un valoroso Magistrato, come il Dottor Nicola Gratteri, non perda occasione per sottolineare l’importanza di questa opera di diffusione capillare della cultura della legalità. Non è un caso se un altrettanto valoroso Magistrato, come il Dottor Gherardo Colombo, abbia deciso di dedicare la sua vita alla formazione delle giovani generazioni.

Tutti gli insegnanti sono chiamati a dare il loro contributo, ma è fuor di dubbio che gli insegnanti di discipline giuridiche, possano costituire un valore aggiunto in ogni scuola anche nelle scuole di primo grado. E’ un compito delicato, una missione che Noi insegnati di diritto dobbiamo e vogliamo portare avanti e alla quale vogliamo dedicarci con amore per contribuire alla formazione di cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri affinché nessuno possa più ritenersi “beneficiato” dal “potente” di turno nella soddisfazione di una legittima pretesa. Solo così si potrà interrompere la spirale viziosa in cui ancora oggi le mafie prosperano e trovano consenso.

Caro Dott. Borsellino… è utopia?

No. Io voglio credere e voglio sperare che tutto ciò che ho auspicato diventi realtà.

Voglio immaginare il Suo sorriso, dietro il fumo dell’ennesima sigaretta, nel vedere tanti giovani, finalmente liberi di decidere del proprio futuro; voglio immaginare una terra libera dalle mafie e dal malaffare; voglio immaginare, e sono sicura, che il 19 luglio sarà allora un giorno di speranza, sia pure nella malinconica struggente assenza di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la Giustizia; voglio immaginare che quel giorno Lei troverà veramente la pace e una stella brillerà di più in cielo per guidarci nella nostra quotidiana opera. Senza paura.

Grazie, Dottor Borsellino.

Prof.ssa Elisabetta Barbuto

Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani