15 January, 2025
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Emanuele Cani.

Emanuele Cani, deputato del Partito Democratico.

Si anima il dibattito sul futuro del Sulcis Iglesiente. Tra i sostenitori del mantenimento del sistema industriale con il rilancio del polo di Portovesme, oggi alle prese con le chiusure di Eurallumina ed Alcoa e le complicate prospettive di rilancio, e i sostenitori di un modello di sviluppo completamente diverso, imperniato sul turismo, si inserisce il deputato del PD Emanuele Cani, con una dichiarazione destinata a far discutere.

«Il Sulcis Iglesiente non ha bisogno di salvatori della patria dell’ultim’ora – sostiene Emanuele Cani -. Pensare di poter vivere di solo turismo, trasformando il territorio in un luogo per il turismo super lusso è quantomeno illusorio. D’altronde è stato indicato bene anche nel piano strategico predisposto dall’ormai ex Provincia che di solo turismo, pur con grande spinta, non si può vivere. E’ quantomeno singolare che si possa pensare ai grandi yacht, alle strutture per benestanti disposti a spendere per caffè a cinque stelle. Prima di esprimere giudizi sulla qualità del carbone, sulla strategicità delle fabbriche, credo sia indispensabile fare un approfondimento. Non si possono esprimere giudizi su situazioni particolari viaggiando con vie generali. Non si vuole il carbone del Sulcis, non si vogliono più le fabbriche. Ma l’alluminio e lo zinco da dove lo dobbiamo prendere? E l’energia come si produce? »

«Credo che, più che per proclami e annunci spot sia necessario, come avveniva in passato – conclude Emanuele Cani – documentarsi in maniera approfondita e circostanziata prima di esprimere giudizi. Le prese di posizione vanno sempre argomentate con supporti scientifici. Altrimenti sono solo parole in libertà pronunciate un giorno qualsiasi di fine estate.»

Porto Flavia.

Porto Flavia.

I siti turistico-minerari dell’Igea restano chiusi i fine settimana e dopo le 15.00. Si tratta di un fatto inaccettabile per una città come Iglesias che, in un momento di grave crisi come quello che stiamo attraversando dovrebbe cogliere ogni possibilità per sfruttare al massimo il patrimonio culturale. Non è concepibile che la Regione, azionista dell’Igea, non intervenga per trovare una soluzione a questo problema ed è altrettanto inconcepibile che non ci sia un dialogo, un’interconnessione con il Parco Geominerario.

Come rappresentanti del Pd avvieremo subito un’indagine conoscitiva approfondita, impegnando anche le istituzioni, per conoscere nel dettaglio quanto avviene e, soprattutto, per far sì che si possa trovare una soluzione accettabile in modo da rendere fruibili questi monumenti di valore inestimabile.

Carla Cicilloni Segretario Pd Iglesias

Emanuele Cani Deputato e Segretario Provinciale Pd Carbonia Iglesias

Emanuele Cani.

Emanuele Cani, deputato PD.

Siamo ormai all’emergenza. Per questo motivo serve subito un’azione straordinaria per contrastare le fiamme che ancora una volta hanno colpito in maniera grave la Sardegna. Per contrastare questa piaga è necessaria una forte attività di prevenzione e, soprattutto un intervento dello Stato e della Regione con investimenti e risorse. Non è pensabile né accettabile che ancora oggi si verifichino episodi come quelli che stiamo registrando in questi giorni. E’ necessario programmare per tempo attività di prevenzione e pronto intervento.

Emanuele Cani – Deputato PD

La sede della Provincia in via Mazzini a Carbonia.

La sede della Provincia di Carbonia Iglesias in via Mazzini a Carbonia.

 

Emanuele Cani.

Il deputato del PD Emanuele Cani.

Sette deputati del Partito Democratico hanno presentato un’interrogazione al ministro degli Interni, Angelino Alfano (Popolo della Libertà), primo firmatario Emanuele Cani, sulla legittimità del commissariamento delle Province.

Questo il testo integrale:

«Con Decreto del Presidente della Regione Sardegna n. 9/E del 10 marzo 2012 sono stati indetti i referendum ai sensi della legge regionale 17.7.57 n. 20 recante “ Norme in materia di referendum popolare regionale”, la consultazione referendaria svoltasi nella giornata del 6 maggio 2012 prevedeva 5 quesiti consultivi e 5 quesiti abrogativi;

successivamente, in esito alla consultazione referendaria, il 25 maggio 2012 il Presidente della Regione Sardegna ha provveduto, con Decreti n. 66, n. 69, n. 71 e n. 73, ad abrogare le norme istitutive delle province di Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia Tempio e le norme di modifica delle circoscrizioni provinciali;

sempre con Decreto del 25 maggio 2012 n. 65, il presidente della Regione Sardegna ha decretato il risultato del referendum consultivo n. 5 inerente l’abolizione delle quattro province storiche della Sardegna: Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano;

la legge regionale 25 maggio 2012 n.11 recante “Norme sul riordino delle autonomie locali e modifiche alla legge regionale 18 marzo 2011, n.10, ha disposto che “gli organi provinciali in carica assumono in via provvisoria, e sino al 28 febbraio 2013, la gestione delle funzioni amministrative attribuite alle otto province che saranno soppresse all’esito dei referendum svoltisi il 6 maggio 2012 e provvedono alla ricognizione di tutti i rapporti giuridici, dei beni e del personale dipendente ai fini del successivo trasferimento”;

con legge regionale del 27 febbraio 2012 è stata, successivamente, disposta la proroga fino al 30 giugno 2013 dei termini di cui all’articolo 1 della legge regionale 25 maggio 2012 n. 11 fissati  dapprima al 28 febbraio 2013,  è bene precisare che in tale arco temporale non sono sopravvenute delle modifiche in ordine all’assetto delle autonomie locali;

anche dopo il 27 febbraio gli organi regionali in carica non hanno attuato alcun provvedimento volto a modificare l’assetto degli enti locali attualmente vigente, anche se messo in discussione dagli esiti della consultazione referendaria del 6 maggio 2012, fino ad arrivare alla data del 28 giugno 2013 senza una proposta organica di riordino dell’assetto delle autonomie locali; 

nonostante ciò con legge regionale del 28 giugno 2013 n. 15 recante “Disposizioni Transitorie in materia  di riordino delle Province” in particolare con l’articolo 1 comma 3 è stata disposta la nomina di 5 commissari straordinari al fine di assicurare la continuità delle funzioni già svolte dalle province e per predisporre entro sessanta giorni dall’insediamento gli atti contabili, finanziari e patrimoniali ricognitivi e liquidatori necessari per le procedure conseguenti alla riforma;

appare utile precisare che la nomina di tali commissari è avvenuta, con delibera della Giunta regionale, su proposta del Presidente della Regione Sardegna al di fuori delle vigenti norme relative al commissariamento degli enti locali i cui casi sono previsti e disciplinati dall’art.141 del D.Lgs 267/2000 (Testo Unico degli Enti Locali),  e tra i quali non è contemplato quello della soppressione degli Enti medesimi;

inoltre, l’articolo 1 della legge regionale 28 giugno 2013 n. 15 ha disposto che il Consiglio Regionale entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge medesima provveda ad approvare una proposta di legge costituzionale di riforma organica dell’ordinamento degli Enti Locali, ma ad oggi, trascorsi 18 giorni dall’approvazione di tale norma, non vi è ancora una proposta organica di riordino;

le scelte compiute dall’Amministrazione regionale in particolare la nomina dei 5 commissari per le Province antecedentemente alla scadenza del mandato delle cariche elettive e soprattutto senza che ci fosse una proposta organica di  riordino delle autonomie locali, ad oggi non ancora realizzata, stanno portando ad un grave incertezza nelle attività e nella gestione delle funzioni di competenza degli Enti provinciali anche perché la legge approvata dalla maggioranza regionale non prevede una scadenza temporale per i commissariamenti;

considerato, inoltre che:

i compiti dei commissari sono indicati al comma 3 dell’art. 1 della citata legge 28 giugno 2013 n. 15, laddove si precisa che per “ assicurare la continuità dell’espletamento delle funzioni già svolte dalle province, nelle more dell’approvazione della legge di cui al comma 2, per le province, in relazione alle quali sono stati  proposti  i  quesiti  abrogativi,  di  Carbonia Iglesias,  Medio  Campidano,  Ogliastra  e  Olbia Tempio, soppresse a seguito dei referendum svoltisi il 6 maggio 2012, e del relativo decreto del Presidente  della  Regione  25  maggio  2012 n.  73,  sono  nominati,  con  delibera  della  Giunta Regionale,  su proposta  del Presidente  della  Regione,  commissari straordinari  che  assicurano  la continuità  delle  funzioni  già  svolte  dalle  province  e  predispongono  entro  sessanta  giorni dall’insediamento gli atti contabili, finanziari e patrimoniali ricognitivi e liquidatori necessari per le procedure conseguenti alla riforma di cui al comma 2, con particolare riferimento a: 

lo stato di consistenza dei beni immobili e mobili; 

la ricognizione di tutti i rapporti giuridici attivi e passivi; 

la situazione di bilancio; 

l’elenco dei procedimenti in corso; 

le tabelle organiche, la composizione degli organici, l’elenco del personale per qualifiche e ogni altra indicazione utile a definirne la posizione giuridica.” ;

appare doveroso sottolineare il grave fatto che tale norma disponga la nomina di una figura monocratica che dovrebbe provvedere “all’amministrazione ordinaria dell’ente e garantire  il proseguimento dell’esercizio delle funzioni e  dell’erogazione dei servizi alla data di  entrata in vigore  della  presente  legge,  anche  attraverso  l’affidamento  diretto  ad  organismi  a  totale partecipazione pubblica, nel rispetto della normativa comunitaria”;

tale previsione legislativa stabilisce la totale sostituzione dell’organo politico collegiale democraticamente eletto con soggetti arbitrariamente nominati-:

si chiede di sapere se la nomina dei commissari disposta dalla Giunta Regionale possa essere ritenuta  legittima;

considerata la singolarità della situazione  descritta in premessa,  si chiede di conoscere se, una volta nominati i commissari, si possa e si debba ritenere che il segretario generale della provincia, dipendente del Ministero dell’interno,  continui ad esercitare regolarmente tutte le sue funzioni, compresa quella di direttore generale, laddove conferite, e tutte le altre connesse alla sua figura, tra le quali in particolare l’incarico di responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.»

Emanuele Cani.

Il deputato e segretario provinciale PD Emanuele Cani.

Due importanti iniziative sono in programma per lunedì 8 luglio nella sede del Partito Democratico a Carbonia. Alle 16.00 è previsto l’incontro tra il segretario provinciale Pd e deputato Emanuele Cani e i consiglieri provinciali del Centrosinistra e l’esecutivo della Provincia di Carbonia Iglesias.

Alle 18.00 si riunisce la direzione provinciale del Partito, allargata ai segretari di circolo ai parlamentari e consiglieri regionali e ai sindaci del Pd del territorio. Oggetto della discussione il commissariamento delle  province, che in una nota l’on. Cani definisce «l’atto con cui in maniera antidemocratica e diciamo pure fascista, è stato sovvertito un risultato elettorale democratico chiaro e limpido per far spazio a commissari indicati dal potere regionale e non certo dal popolo. Il Pd non si rassegna a subire in maniera succube e silenziosa questi atti».

«I due incontri – aggiunge Emanuele Cani – sono propedeutici alla definizione di una serie di azioni politiche e legali mirate a denunciare questo atto irresponsabile del commissariamento e trovare soluzioni per evitare un caos istituzionale che avrà serie ripercussioni sui cittadini. La nostra azione sarà forte e vigile per evitare che il commissario possa compiere un solo atto politico che spetta invece agli eletti del popolo.»

Ricordiamo che ieri pomeriggio il Consiglio dei ministri presieduto dall’on. Enrico Letta (PD) ha approvato uno schema di disegno di legge costituzionale per l’abolizione di tutte le Province italiane, che sarà sottoposto al parere della Conferenza unificata.