15 January, 2025
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«Esprimo anche a nome dell’intero Partito Democratico solidarietà e vicinanza al Corpo Forestale e di vigilanza ambientale per il dannoso e vile attentato subito a Sant’Antioco. Un attacco alle istituzioni e a chi si batte quotidianamente per fare rispettare le regole. Per questo motivo ribadiamo la ferma e dura condanna. Confidiamo nell’operato delle forze dell’ordine, affinché siamo individuati al più presto i responsabili.»

Emanuele Cani

Segretario Pd Sardegna

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«Ci sono volute due manifestazioni di protesta perché dalla Regione arrivasse la convocazione per discutere del futuro di Sotacarbo, il centro ricerche che tra gli azionisti vede proprio la Regione. In questo periodo abbiamo letto solamente comunicati stampa e promesse di impegno. È giunto il momento di passare ai fatti. La Regione deve adottare tutti gli atti necessari per valorizzare il centro. Non vorremmo che dietro questi ritardi ci fosse una banale guerra delle poltrone perché non sarebbe davvero accettabile.»
Lo scrive, in una nota, Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico.

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«Pronti alla mobilitazione per difendere la Sardegna dall’eventuale trasformazione in deposito di scorie nucleari. Non è pensabile che la nostra, che paga già un elevato prezzo per la condizione di insularità, possa ospitare un deposito di questo tipo di rifiuti. E’ vero che lo studio tecnico predisposto dalla Sogin indica una serie di eventuali possibilità, ma è altrettanto vero che la nostra isola “ha già dato” in termini di servitù. Per questo motivo siamo pronti ad avviare una mobilitazione che coinvolga i sindaci e tutte le figure istituzionali. E siamo pronti a sostenere quel principio di autonomismo che ha sempre caratterizzato la nostra attività.»

Lo ha detto Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico.

 

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La Sardegna ha già dato! E’ questo il messaggio univoco che arriva dalla Sardegna, dopo la diffusione dell’elenco delle aree potenzialmente idonee allo stoccaggio delle scorie nucleari prodotte nella Penisola.

Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila e Ortacesus. Sono questi i 22 comuni sardi, tra le province di Oristano e Sud Sardegna, inseriti nelle 14 aree nella “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee” allo stoccaggio delle scorie nucleari prodotte nella penisola, che ne comprende complessivamente 67.
Sono 7 le regioni in cui sono state individuate le aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia.
Il deposito nazionale e il Parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco.
In Sardegna è già iniziata la rivolta contro qualsiasi ipotesi di destinazione del deposito unico nell’Isola.
Esprime la sua contrarietà è la Corona De Logu, l’assemblea degli amministratori locali indipendentisti sardi. «Niente e nessuno potranno convincere il nostro popolo a sobbarcarsi il peso della custodia dei rifiuti nucleari – ribadiscono gli amministratori indipendentisti -. Un popolo mai consultato e mai ascoltato sulle questioni che più contano e lo riguardano rigetta senza alcun appello il progetto di Roma. Tocca ai sardi decidere del proprio destino. Basta con l’imposizione di politiche dall’alto. Ora basta.»
Un parere contrario che sta già arrivando da più fronti, tanto che è già stata aperta una consultazione pubblica online.

«Inutile dire che noi siamo assolutamente contrari e, se necessario, siamo pronti a dare battaglia», ha dichiarato il sindaco di Ussaramanna, Marco Sideri.
«La Sardegna ha detto già in passato no alle scorie radioattive, il consiglio comunale di Nurri si è già espresso per un no alle scorie radioattive nel territorio comunale e in tutta la Sardegna, lo diciamo oggi e lo ripeteremo anche domani. Se insistono, covid o non covid, le piazze saranno pronte con i forconi», tuona il sindaco di Nurri, Antonello Atzeni.
Un NO arriva anche dal PD. «Invitiamo il Governo nazionale, qualora ci fosse solo l’idea di individuare la nostra regione come possibile sede, di scartare anche la più remota di queste ipotesi, rispettando l’unanime posizione più volte ribadita dall’intera popolazione sardaha detto il segretario regionale Emanuele Cani -. Ribadiamo di essere pronti ad avviare una mobilitazione in difesa dei sardi e della Sardegna che ha già dato tanto al Paese in materia di servitù militari e non solo.»

Nessun deposito di scorie nucleari in Sardegna: «Il nostro no a qualunque ipotesi veda coinvolta la Sardegna in questa direzione è netto e deciso», dichiarano i Progressisti in Consiglio regionale: «Lo abbiamo sempre detto, come cittadini sardi prima e come rappresentanti delle istituzioni poi, lo ribadiamo anche oggi che arriva l’ufficialità da parte del Governo su 14 zone nell’isola potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale».

«Per cercare di tranquillizzare e per abbindolare i più sprovveduti, nei documenti il deposito che conterrà le scorie nucleari italiane viene associato ad un “Parco Tecnologico”, su cui si millantano le solite balle già sentite mille altre volte, con lavoro per i residenti e benessere per tutti, sperando di fare leva sulla miseria e sul bisogno di lavorodichiarano gli indipendentisti di Liberu -. La verità è che si tratta di una discarica blindata in cui verranno riversate le scorie nucleari italiane, di una produzione energetica del passato, inquinante e pericolosa.»

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Dopo mesi di silenzio, con tutte le attenzioni concentrate sull’emergenza Coronavirus, si torna a parlare del deposito unico per lo smaltimento delle scorie nucleari.

«Apprendiamo che sarebbe prossima la pubblicazione della relazione tecnica predisposta dalla Sogin, per l’individuazione delle aree idonee allo smaltimento di scorie nucleari sul territorio nazionalescrive in una nota Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico -. In attesa dell’ufficializzazione che siano pubblicati i risultati dello studio che potrebbe vedere la Sardegna come sede idonea, ribadiamo con forza la contrarietà ad accogliere il deposito di scorie nucleari sul nostro territorio regionale. Ancora una volta, cogliamo l’occasione per ribadire, come già detto in più occasioni e in tutte le sedi politiche ed amministrative, il principio della Sardegna come regione denuclearizzata. Per questo motivo, invitiamo il Governo nazionale, qualora ci fosse solo l’idea di individuare la nostra regione come possibile sede, di scartare anche la più remota di queste ipotesi, rispettando l’unanime posizione più volte ribadita dall’intera popolazione sarda. Naturalmenteconclude Emanuele Caniribadiamo di essere pronti ad avviare una mobilitazione in difesa dei sardi e della Sardegna che ha già dato tanto al Paese in materia di servitù militari e non solo.»

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E’ durissima la critica rivolta alla Giunta regionale dal segretario regionale del Partito democratico, Emanuele Cani, sull’attuazione del Piano anti Covid-19.

«Prima c’è stata la questione dei dati, poi i tamponi e ora i ritardi nelle vaccinazioni. Ancora una volta dobbiamo constatare la totale inefficienza della Regione davanti all’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19. In questo periodo abbiamo sentito solamente proclami, promesse con cui si ventilavano chissà quali soluzioni. Ad oggi, invece, non possiamo che constatare situazioni di disagio in più parti dell’isola. La campagna di vaccinazione è ancora congelata o viaggia a rilento.»

«Più che di riflettori e vetrine è necessario procedere con atti concretiha aggiunto Emanuele Cani -. Si facciano le vaccinazioni, il tracciamento dei contagiati sia reso noto ai sindaci e, allo stesso tempo, siano rese note tutte le fasi che riguardano i contagi. Ancora oggi , continuano ad arrivare segnalazioni di un sistema che va a rotoli, con tempi lunghissimi che non fanno altro che favorire i contagi. La Regione si adoperi concretamente per affrontare l’emergenza. Meno proclami e flash ma atti concreti. Le strutture sanitarie devono essere rese funzionanti e funzionali e si deve intervenire nei territori per fornire il supporto necessario a tutte quelle persone che ne hanno bisogno. Perché c’è l’emergenza Covid-19 ma, è necessario ricordarlo a chi amministra, ci sono anche le altre patologie che proprio a causa della pandemia e di un sistema sanitario che non riesce più a funzionare non vengono più seguite e monitorate.»

«Chi governa – ha concluso il segretario regionale del Partito democraticosi assuma le proprie responsabilità. E intervenga con atti concreti per garantire le cure necessarie ai sardi.»

Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico, ricorda Roberto Frongia, assessore regionale ed esponente politico di alto profilo del Sulcis Iglesiente e dell’intera Sardegna.

«Nella sua attività, seppur su posizioni differenti e opposte rispetto a quelle del Partito democratico, è sempre emersa l’umanità e la sensibilità per il territorio in cui viveva e per l’intera Sardegna. Non è mai mancato nel suo operare, il rispetto per gli “avversari”. Una perdita importante. La nostra vicinanza ed il cordoglio ai familiari. »

«Le risorse previste dal Recovery fund sono un’occasione che la Sardegna non può perdere. Per questo motivo il Partito democratico sostiene l’iniziativa promossa dal  suo consigliere regionale Cesare Moriconi, primo firmatario della mozione che impegna il presidente della Regione Christian Solinas “ad assumere con urgenza le iniziative utili alla costruzione di un grande progetto di rinascita che parta da una vera consultazione con le parti sociali ed economiche, le Autonomie locali ed i rappresentanti sardi in Parlamento”.»

Lo scrive, in una nota, Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico.

«In un momento difficile e delicato come quello che si sta vivendo non servono fughe in avanti come quella del presidente della Regione ma condivisione e coerenza con linee guida. Per questo motivo riteniamo sia doverosa la convocazione di quelli che sono stati ribattezzati “stati generali della Sardegna” per discutere di indirizzi, criteri, strategie da adottare per l’adozione delle proposte progettuali.»

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«Esprimo anche a nome del Partito Democratico cordoglio e vicinanza alla famiglia del lavoratore di Iglesias che ha perso la vita in un incidente mentre svolgeva il suo lavoro. Non ci si può esimere dal fare una riflessione sull’importanza e osservanza della sicurezza negli ambienti di lavoro, partendo da una sempre più accurata formazione e prevenzione.» Lo ha scritto, in una breve nota, Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico.

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«Quanto stiamo vedendo oggi è a dir poco scandaloso. Le cronache parlano esclusivamente di drammi in tutta l’isola, con rete di tracciamento che non riesce a funzionare, l’apertura di reparti dedicati all’emergenza Covid, annunciati per evitare il sovraffollamento degli altri è solamente un annuncio. Vediamo però situazioni drammatiche, come quella che si registra all’ospedale Binaghi dove i pazienti che sono costretti a convivere con la sclerosi multipla o altre malattie autoimmuni stanno perdendo i punti di riferimento.»

A dirlo è il segretario regionale del Partito Democratico, Emanuele Cani, che prosegue: «Non parliamo delle visite specialistiche. Da tempo stiamo sentendo gli annunci della Regione, ultimo quello sul raddoppio dei posti letto. Peccato però che, ad andare vicino agli ospedali, si scopra e si senta il dramma, non solo di chi deve fare visite che sono state rinviate, ma anche di chi lavora che non riesce più a dare risposte ai pazienti. Le famose reti territoriali di cui si è parlato tanto sono rimaste lettera morta. C’è una concentrazione in pochi centri che si sono affollati. E’ necessario che ci sia un’assunzione di responsabilità da parte di chi governa e che si attivi per trovare soluzioni rapide utilizzando risorse e personale. Oggi non c’è più tempo da perdere, si devono dare risposte alle persone che stanno combattendo contro il Covid, si deve lavorare per la prevenzione ma si devono dare risposte rapide e immediate alle altre persone che stanno combattendo con altre patologie. Dopo le parole, i proclami, i comunicati e gli annunci è necessario che si passi alla fase della concretezza».

Antonio Caria