21 November, 2024
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«Apprendiamo dell’incontro del presidente della Regione Christian Solinas con il ministro Adolfo Urso per affrontare le tematiche relative alla questione energetica da cui dipende il futuro dello stabilimento Portovesme srl. Non possiamo che guardare positivamente all’avvio di quel percorso e cambio di tendenza che, da tempo, chiedevamo. Naturalmente, a questo punto, è necessario capire come si sviluppano le diverse fasi e quindi quali saranno le questioni relative a richieste ed offerte.»

Lo scrive in una nota Emanuele Madeddu, segretario della Filctem Cgil della Sardegna Sud Occidentale.

«Non possiamo dimenticare aggiunge Emanuele Madedduche ad oggi la fermata di importanti reparti portano allo stop dell’80% della fabbrica; serve sin da subito invertire questa tendenza, il fattore tempo appare centrale.»

«Ora, alla luce di questo passo avanti che segna un’accelerazione rispetto al passato, attendiamo una convocazione per un approfondimento e poter esprimere un giudizio compiuto nel meritoconclude Emanuele Madeddu -. L’attenzione resterà comunque alta perché alla questione energetica è legato lo sviluppo del territorio e anche quella che viene definita la fase legata all’economia industriale del futuro di cui il polo industriale del Sulcis e Medio Campidano, per la sua storia, per le sue competenze e l’alto valore professionale maturato nel corso degli anni, è un punto di riferimento.»

Lavoratrici e lavoratori dello stabilimento Portovesme srl terranno domani mattina, alle ore 11.00, un sit-in davanti a Villa Devoto, a Cagliari, per sollecitare la Regione ad adottare i provvedimenti utili a sbloccare la crisi che investe l’azienda e che mette in pericolo 1.500 posti di lavoro, tra diretti e indotto.

«La Regione, nonostante le note stampa, non ha rispettato gli impegni sottoscritti il 20 ottobre in cui si prevedeva una riunione per fare il punto entro il 12 dicembre – denunciano i segretari territoriali Filctem Cgil Emanuele Madeddu, Femca Cisl Vincenzo Lai e Uiltec Uil Pierluigi Loi -. Tutto ciò non è accaduto e ci vediamo quindi costretti a tornare in piazza.»

I segretari territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi, chiedono alla Regione di fare chiarezza sul futuro dell’Eurallumina di Portovesme.

«Tre anni fa lo spumante ed i brindisi. Poi però, da allora, per risolvere la questione legata al futuro dell’Eurallumina non si è fatto nulla. Ai proclami festanti della Regione non è seguito alcun attoscrivono in una nota Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. Il famoso Paur è ancora da definire, l’appuntamento di dicembre è slittato a gennaio; pratica che dovrebbe durare normalmente 180 giorni e che invece va avanti da circa due anni. Anche dell’addendum ai Protocolli d’Intesa del 2009 e del 2012, fondamentale tra le varie questioni anche per la messa in sicurezza del reddito delle maestranze Eurallumina sino al completo riavvio delle produzioni, nonostante siano state redatte nel tempo diverse bozze, ad oggi non si sa nulla. Per ultima e non meno importante, se non fondamentale, la persistente incertezza rispetto alle modalità e tempistiche rispetto all’approvvigionamento del gas metano, anche e, soprattutto, a seguito dell’impugnazione del DPCM Energia presso il Consiglio di Stato, il quale non si esprimerà a riguardo prima del mese di febbraio prossimo e che, in assenza dei dovuti chiarimenti, difficilmente la vertenza dell’Eurallumina potrà arrivare ad una risoluzione definitiva.»

«Nessun atto e zero risposteaggiungono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. A questo punto, ferma restando la volontà di riavviare la mobilitazione a tutti i livelli, è necessario che la Regione dia un segno di vita. E quindi agisca con atti concreti. Perché non c’è più tempo da perdere. E’ bene ricordare che se salta questo poco resta da fare per mandare avanti un progetto di investimenti che vale 300 milioni di euro e 1.500 posti di lavoro tra diretti e indotto, questo deve essere il futuro e non certo andare avanti con la cassa integrazione.»

«Piuttosto, dalla Regione ci aspettiamo ancora un atto concreto e rapido sul porto di Portovesme concludono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. Perché i lavori di escavo ancora non partono ma, all’abbassamento dei fondali, è legato il futuro di ogni progetto si intenda realizzare nel polo industriale o turistico di Portovesme. Per questo motivo chiediamo all’intero esecutivo chiarezza ed atti concreti, perché sino a oggi è stato perso troppo tempo e non ne possiamo perdere altro.»

Emanuele Madeddu è stato confermato segretario generale Filctem della Sardegna Sud Occidentale. La sua rielezione è arrivata al termine del congresso, caratterizzato da due giorni di dibattiti e incontri con oltre venti interventi. L’analisi delle vertenze e le proposte per salvare il settore industriale della Sardegna Sud Occidentale sono stati gli elementi che hanno caratterizzato l’appuntamento congressuale che ha visto anche la conferma degli altri due componenti della segreteria generale, Silvia Marongiu e Stefano Saddi.
«Occorre lavorare su due livelli importantiha detto Emanuele Madeddu ragionare sulla emergenza Energia relativa ai costi elevati che coinvolgono la Portovesme srl e il grave deficit delle aziende che non hanno il Gas. E’ doveroso pensare anche alla prospettiva attraverso un nuovo piano strategico del Territorio, focalizzando l’attenzione all’industria ecosostenibile, alla ricerca, alle bonifiche e  a un utilizzo nuovo della infrastruttura mineraria come il Progetto Aria.»

Nuovo grido d’allarme dei segretari territoriali Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec UIL, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi, sulla situazione di crisi in cui versa lo stabilimento della Portovesme srl.

«Un silenzio assordante delle Istituzioni circonda la vertenza Portovesme srl, il tempo passa e il rischio che 1.300 lavoratrici e lavoratori dal 31 gennaio siano senza lavoro si sta concretizzandoscrivono in una nota -. Non lo accetteremo passivamente. Nonostante l’impegno e le promesse ancora non ci sono soluzioni per il futuro della Portovesme srl, o meglio soluzioni alle problematiche relative alla questione energetica. Nell’incontro settimanale che, come organizzazioni sindacali, teniamo con l’azienda è emersa una situazione di totale stallo e silenzio istituzionale. Nessun intervento da parte della Regione, che avrebbe dovuto convocare una riunione come da accordo dello scorso 20 ottobre, e nessun atto da parte del Governo. Eppure la vertenza ha una portata regionale ed un rilievo nazionale.»

«Alla luce di questa inattività abbiamo deciso, come organizzazioni sindacali di attivare la mobilitazione ai massimi livelliaggiungono i tre segretari -. La vertenza Portovesme è quello che per il Paese è la vertenza Ilva o Priolo; chiediamo lo stesso livello di attenzione. Dalla prossima settimana attiveremo tutte le iniziative per promuovere una manifestazione direttamente a Roma giacché l’interlocutore, alla luce del silenzio della Regione, è il Governo. Non c’è più tempo da perdere e dalle Istituzioni devono arrivare risposte immediate, la Regione i Parlamentari facciano quanto promesso nell’incontro svoltosi a Portovesme il mese scorso e quanto previsto dagli accordi siglati.»

“La Regione Sardegna faccia chiarezza sulla questione energia ed Eurallumina, con risposte concrete, e ordine sulla confusione che sta generando.”

E’ la richiesta fatta oggi dai segretari territoriali di Filctem Cgil Emanuele Madeddu, Femca Cisl Vincenzo Lai e Uiltc Uil Pierluigi Loi.

“In data 28 ottobre gli assessori Pili, Zedda e Lampis annunciano di aver mandato una lettera al Governo affinché si affrontino le questioni che riguardano il futuro di Euralluminascrivono in una nota i tre segretari sindacali -. Un atto positivo che va incontro alle richieste che da anni, come organizzazioni sindacali, stiamo portando avanti e per cui ci stiamo battendo. Sin qui nulla di strano se non fosse per un altro aspetto. Contemporaneamente si apprende, sempre a mezzo stampa, che la Regione Sardegna starebbe ricorrendo al Consiglio di Stato contro la sentenza pronunciata dal Tar in merito al Dpcm Sardegna contro cui la stessa Ras aveva fatto ricorso.”

“Pensavamo che la sonora sconfitta inflitta dal Tar certificata dalle motivazioni pronunciate dai giudici fossero state sufficienti, invece ci pare di capire che si dicano cose diverse in posti diversiaggiungono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. Ebbene, proprio qui nasce il problema. Perché al Dpcm e alla questione energetica e del Gnl che si porta appresso è legato anche il futuro dell’Eurallumina. Se salta questo, poco resta da fare per mandare avanti un progetto di investimenti che vale 300 milioni di euro e 1.500 posti di lavoro tra diretti e indotto.”

“Piuttosto, dalla Regione ci aspettiamo ancora un atto concreto e rapido sul porto di Portovesmeconcludono i tre segretari -. Perché i lavori di escavo ancora non partono ma, all’abbassamento dei fondali, è legato il futuro di ogni progetto si intenda realizzare nel polo industriale o turistico di Portovesme. Per questo motivo chiediamo all’intero esecutivo, chiarezza. E atti concreti, perché sino a oggi è stato perso troppo tempo e non ne possiamo perdere altro.”

«Quanto emerso alla fine dell’incontro alla Regione a proposito della vertenza Portovesme srl può  considerarsi un passo avanti in attesa di una soluzione strutturale. Non possiamo che ritenere positiva la decisione dell’azienda di sospendere la procedura per l’estensione della cassa integrazione sino a fine gennaio lasciando in essere solamente quella già in corso relativa a 400 figure a rotazione per 14 settimane.»

Lo ha detto questa sera, Emanuele Madeddu, segretario generale della Filctem Cgil della Sardegna Sud Occidentale, al termine dell’incontro svoltosi a Villa Devoto.

«A questo punto si rende necessaria un’azione forte e significativa della Regione, anche attraverso il Governo, per far sì che si possa arrivare a trovare una soluzione sulla questione energetica. Soluzione che deve andare oltre il fattore contingente e guardare alla prospettiva e allo sviluppo economico e produttivo dell’isolaha concluso Emanuele Madeddu -. La risoluzione del tema energia rappresenta il miglior viatico per quel percorso di riconversione industriale proposto dalla società Portovesme s.r.l, che garantisce il rispetto del principio di sostenibilità ambientale, economia circolare e futuro lavorativo a lungo termine.»

Venerdì 14 ottobre, dalle ore 17,30, la Sala Blu del Centro culturale di Iglesias, ingresso da via Grazia Deledda, ospiterà un incontro per ricordare la figura di Daverio Giovannetti. Coordinerà i lavori Antonangelo Casula. Interverranno: Paolo Serra, Emanuele Madeddu, Mario Zara, Andreano Madeddu, Mario Sciolla, Marino Canzoneri, Mauro Usai, Giuliano Murgia, Paolo Collu e Salvatore Cherchi.

La personalità di Daverio Giovannetti, ha attraversato per diversi decenni il Sulcis iglesiente e la Sardegna tutta. Uomo di sindacato, che, quale dirigente dei minatori, dagli anni ’50, ha condotto battaglie, spesso drammatiche per il riscatto e il benessere sociale, dei lavoratori. Chiamato ad un ruolo confederale, giungendo sino al massimo livello come Segretario Regionale della CGIL, è stato protagonista delle battaglie per il lavoro, di tutte le categorie sociali, anche pagando un prezzo elevato con arresti e carcerazione. Non era uomo che si fermava di fronte ai rischi personali e ai sacrifici, forte della convinzione nei suoi ideali e della sua integrità morale. Dagli anni settanta, chiamato ad un ruolo politico di grande prestigio, Senatore della Repubblica, ha continuato a spendersi per le battaglie sociali della classe lavoratrice e della Sardegna. Alla sua figura, l’Associazione Amici della Miniera, l’Associazione Minatori e Memoria, l’Associazione Minatori Nebida Onlus, il C.I.C. ARCI Iglesias, il CSC Umanitaria Carbonia-Fabbrica del Cinema, con la partecipazione dell’Archivio Storico di Iglesias, la Sezione di Storia Locale di Carbonia, ed il patrocinio del comune di Iglesias, dedicano una serata di ricordo e discussione.

«Il pronunciamento del Tar del Lazio sul decreto energia Sardegna definisce e chiarisce lo scenario che riguarda lo sviluppo energetico dell’isola. Finalmente, e in tempi rapidi, i giudici amministrativi hanno fermato l’azione posta in essere dalla Regione contro lo sviluppo del territorio e dei lavoratori, perché questo era il significato del ricorso presentato dalla Regione contro il Decreto Sardegna. Che poco ha fatto, anche negli altri ambiti per affrontare e trovare soluzioni ai problemi energetici di famiglie e imprese.»

Lo scrivono, in una nota, i segretari territoriali di Filctem-CGIL, Femca-CISL, Uiltec-UIL, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi.

«C’è un interesse collettivo che deve essere tutelato, come sottolineato dai giudici, e questo interesse riguarda il Sulcis e la Sardegna perché il Decreto Sardegna riguarda l’intera isolaaggiungono i tre segretari. Ora, per quanto riguarda il polo di Portovesme, è necessario che ci sia la seconda fase, ossia quella attuativa. Perché, è bene ricordarlo, lo sviluppo e la ripresa del polo di Portovesme deve passare dal porto. E dai lavori di escavo bloccati da anni. Non dobbiamo dimenticare che l’escavo del porto è necessario per dare corso al piano di rilancio da 300 milioni di euro dell’Eurallumina e delle altre attività che orbitano attorno al polo industriale. La Regione deve agire immediatamente per far sì che vengano avviate subito le opere. Si proceda con un commissariamento delle opere e con una procedura straordinaria che consenta l’avvio degli interventi in tempi rapidi. Il tempo perso così come le lungaggini concludono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi sono ostacoli che danneggiano lo sviluppo di un territorio da troppo tempo in declino. »

Si è svolta questa mattina una riunione tra le organizzazioni sindacali territoriali, la Rsu della Portovesme srl e l’azienda, per una disamina a seguito del provvedimento dell’energy release e le possibili ricadute sull’azienda.

Da un primo approfondimento, nel corso dell’incontro è emerso che il prezzo, seppur calmierato, appare alto; i punti di criticità sono rappresentati dalla vasta platea di aziende che possono beneficiarne, e del tetto massimo della capienza utilizzabile per ciascuna azienda pari al 30% della media degli ultimi tre anni. Questo limite proietta, nelle migliori delle ipotesi ma assai difficili da raggiungere, la disponibilità per 0,213 terawattora anno; un quadro più puntuale sui numeri e la sua applicabilità si potrà avere solo a seguito dell’iter procedurale previsto entro 60 giorni. La sua entrata in vigore sarà dal 1 gennaio 2023.

Numeri che, a detta dell’azienda, non cambiano il quadro difficile ed i possibili scenari sin qui ipotizzati; l’amministratore delegato ha comunicato che a oggi nessuna decisione è stata assunta e che i prossimi 10 giorni saranno utilizzati per approfondire il provvedimento.

Le organizzazioni sindacali hanno constatato con preoccupazione che il provvedimento nella sua interezza, compreso l’emendamento riguardante Sardegna e Sicilia, rappresenti una soluzione non adeguata al contesto ma soprattutto mortifica il principio di insularità inserito recentemente in costituzione all’articolo 119 che recita: «La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dalla insularità». Questo doveva essere il primo banco di prova. «Constatiamo che non è stato rispettato questo principio costituzionale. Il criterio della priorità appare debole e non certo sufficiente per recuperare il gap energetico esistente delle isole.»

Le organizzazioni sindacali hanno formalizzato una richiesta di incontro urgente al Mise e Mite per affrontare questa situazione, ma soprattutto lanciano un appello alla Regione Sardegna per un sostegno “attivo e reale” della vertenza che vale 1.500 posti di lavoro. Il prossimo aggiornamento con l’azienda è fissato a fine mese.