22 December, 2024
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La vertenza Sotacarbo non si ferma. Secondo i segretari di FILCTEM CGIL, FLAEI CISL e UILTEC UIL, Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi non ci sono le condizioni per sospendere lo stato di agitazione dei dipendenti.
Nonostante le risorse arrivate all’Azienda dalla Regione pochi giorni or sono (risorse promesse da mesi e deliberate sin dallo scorso maggio dalla Giunta regionale), nell’incontro avvenuto in Prefettura di Cagliari sono emersi chiaramente tutti i problemi strutturali che mettono a rischio il futuro dell’Azienda e di oltre 35 posti di lavoro nel Sulcis Iglesiente.
Per le organizzazioni sindacali serve immediatamente una risposta da parte della Regione, ed in particolare da parte dell’assessore della Programmazione e Bilancio Fasolino. Servono subito quelle soluzioni definitive che da tempo la Regione Sarda promette ma che ancora non concretizza – concludono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -. Siamo pronti a ripresentarci alle porte dell’Assessorato a manifestare e protestare, per evitare il disastro e finalmente rilanciare una  realtà produttiva che il mondo ci invidia.»

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«Il 31 dicembre 2020 scadrà il cosiddetto regime di interrompibilità del sistema di approvvigionamento energetico delle imprese. Per evitare gravi situazioni di difficoltà nell’approvvigionamento energetico e all’equilibrio del sistema elettrico regionale è indispensabile che sia confermato questo meccanismo. Senza una prosecuzione rischia di essere messa a rischio la competitività di imprese strategiche per il sistema economico sardo, se non addirittura la loro sopravvivenza in primis la Portovesme srl.»

A lanciare l’allarme per il futuro dell’apparato industriale sardo, sono i segretari territoriali di Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi.
«È essenziale che venga confermato l’attuale sistema di assegnazione che prevede una quota di potenza interrompibile dedicata alla Sardegna e che sia confermata l’assegnazione su base geografica della potenza interrompibile con una quota riservata alla nostra Isolaaggiungono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. È necessario che siano definiti i livelli minimi di remunerazione del servizio. Assicurare tali condizioni garantirebbe la stabilità della rete regionale consentendo, nel contempo, alle aziende ad alta intensità energetica della Sardegna di fornire il servizio di interrompibilità istantanea con una remunerazione economica congrua. Le richieste a livello regionale sono allineate a quelle delle utenze industriali ad alta intensità energetica di tutto il territorio nazionale. Inoltre, c’è da definire la questione relativa alla CO2. Perché una importante voce di costo che non compare in maniera esplicita all’interno delle tariffe per l’energia elettrica ma che costituisce una percentuale rilevante della componente energia sono i costi indiretti per l’acquisto dei titoli di emissione di CO2 da parte degli impianti a fonti fossili.»
«In realtà, come si rileva dalla stessa formulazione della norma il fondo per la transizione energetica non costituisce una compensazione finanziaria dei costi indiretti ma un incentivo alla realizzazione di investimenti in fonti rinnovabili ed efficientamento energeticorimarcano Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. Questo comma non è pertanto funzionale all’abbattimento degli extracosti derivanti dal costante incremento del prezzo di acquisto delle quote di emissione. È invece in via di definizione il decreto attuativo che dovrà stabilire i criteri e le modalità di funzionamento delle compensazioni dei costi indiretti per la CO2. Si evidenzia che le relative risorse dovrebbero essere assegnate senza condizioni legate all’effettuazione di investimenti in energie rinnovabili, ma solo in funzione dei rischi di rilocalizzazione a causa dei costi indiretti connessi alle emissioni di gas a effetto serra trasferiti sui prezzi dell’energia elettrica.»
«Peraltro, le risorse previste risultano di gran lunga limitate sia rispetto alle esigenze del comparto che in raffronto ai budget stanziati dagli altri stati membri della Comunità europea e manterrebbero le società energivore in condizioni di deficit competitivo in rapporto alle altre realtà operanti nei Paesi dell’Unione europea dove tali meccanismi vengono già applicati con livelli adeguati ad un significativo abbattimento dei costi indiretti della CO2concludono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi -. Sarebbe utile, pertanto, che i decreti attuativi in via di definizione venissero emanati tenendo conto di queste esigenze primarie delle industrie ad alta intensità energetica.»

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Le segreterie Filctem CGIL Femca CISL Uiltec UIL hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori della Sotacarbo.
«Da troppo tempo segnaliamo una situazione di disagio e incertezza all’interno della società Sotacarbo su questioni che riguardano le difficoltà ad ottenere i finanziamenti relativi alle attività svolte in tempi congruispiegano i segretari Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi – . Un grave squilibrio finanziario ricorrente e fortissima esposizione nei confronti degli istituti di credito. Criticità nelle prospettive future riguardo le attività di ricerca affidate all’Azienda. Per questo motivo si ritiene necessario un incontro con la Regione per trovare soluzioni ma, soprattutto, salvaguardare e valorizzare un settore particolarmente importante e significativo che vede partecipare anche le istituzioni.»
«Da un lato i ricercatori ottengono riconoscimenti in tutto il mondo concludono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi – dall’altro non hanno neppure la certezza del prossimo stipendio.»

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«Apprendiamo con grande preoccupazione e stupore le dimissioni del Presidente del consiglio di amministrazione della Sotacarbo dott. Alessandro Lanza in un momento delicato per la società in quanto gli impegni assunti dall’Assessorato alla Programmazione sono stati disattesi.»
Lo scrivono, in una nota, Emanuele Madeddu, segretario territoriale FILCTEM-CGIL Sulcis. Mario Marras, segretario regionale FLAEI-CISL e Pierluigi Loi, segretario regionale UILTEC-UIL.

«Nell’incontro tenuto lo scorso 19 giugno con l’assessore della Programmazione Giuseppe Fasolinoaggiungono i tre segretari -, avevamo ricevuto rassicurazioni rispetto alle soluzioni, sia immediate che di prospettiva, della problematica di Sotacarbo SpA. In particolare era stato prospettato che entro il 30 giugno sarebbero state identificate le soluzioni strutturali necessarie alla stabilizzazione ed al rilancio dell’Azienda, mentre già era stato deliberato dalla Regione Sardegna un un “incremento del finanziamento CEEP 2” anticipo di alcune centinaia di migliaia di euro rispetto ai progetti di Sotacarbo per l’anno 2020. Per quanto a nostra conoscenza, tali somme non sono state ancora accreditate all’Azienda, che versa in situazioni estremamente critiche riguardo la liquidità disponibile, con le ovvie conseguenze in termini di rispetto delle scadenze (retribuzioni, pagamento fornitori, pagamenti imposte, ecc.).»
«Rispetto all’identificazione della “soluzione strutturale”, nulla ci è stato comunicato, nonostante l’impegno assunto. Il solo “annuncio” di eventuali soluzioni da adottare non è di per sé risolutivo dei problemi, come già evidenziato durante l’incontro richiamato; è necessario avviare un percorso per “costruire” le azioni identificate per raggiungere gli obiettivi che Lei ha confermato essere  quelli della Regione Sardegnaaggiungono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -. La società di ricerca continua ad ottenere importanti risultati e riconoscimenti internazionali ma poi di fatto non è nelle condizioni di operare al meglio e avere un futuro certo.
Lo scorso 23 luglio abbiamo sollecitato un incontro per richiedere degli interventi immediati volti a:
– far pervenire alla Sotacarbo le risorse relative alla delibera sopra richiamata;
– mettere a conoscenza delle nostre organizzazioni sindacali delle determinazioni della Regione rispetto alle soluzioni strutturali identificate.
Conseguentemente coinvolgere le nostre organizzazioni sindacali nella costruzione fattiva e condivisa delle soluzioni strutturali, nel rispetto delle sfere di competenza e responsabilità delle parti.»
«Purtroppo, degli impegni assunti lo scorso 19 giugno ad oggi non abbiamo nessun riscontro, anzi le dimissioni del dott. Alessandro Lanza rappresentano un segnale assolutamente negativo così pure la situazione economica della Società stessa – concludono i tre segretari sindacali -. Per questo motivo ribadiamo la necessità di avere un incontro in tempi brevissimi per affrontare i temi noti, in attesa di un riscontro immediato la mobilitazione sarà l’unica risposta possibile.»

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«Esprimiamo solidarietà e vicinanza alle Lavoratrici e ai Lavoratori, dirigenti della Ceramica Mediterranea per quanto accaduto e, allo stesso tempo, ringraziamento a chi si è adoperato per lo spegnimento delle fiamme, contenendo un danno che sarebbe potuto essere ben più grave. Naturalmente chiediamo e attendiamo che venga fatta chiarezza su quanto accaduto. Dopo lo stop di 8 settimane legato al lockdown i lavoratori, con grande senso di responsabilità, hanno rinunciato alle ferie estive per affrontare l’emergenza Covid e garantire la produzione anche ad agosto. Auspichiamo che si riparta da subito con tutte le procedure e attività propedeutiche al riavvio della produzione, senza dover fare ricorso ad altri ammortizzatori sociali. Si tratta di un sito importante con una prospettiva di sviluppo produttivo che supera la nostra stessa regione.»

Lo scrivono, in una nota, i segretari territoriali Filctem CGIL Emanuele Madeddu e Femca CISL Lorenzo Mallica, dopo l’incendio verificatosi nello stabilimento Ceramica Mediterranea.

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Le Segreterie di FILCTEM CGIL, FLAEI CISL, UILTEC UIL hanno deciso le prime azioni di mobilitazione contro la Regione che «dopo oltre 6 mesi non si preoccupa di una sua Azienda partecipata», la Sotacarbo.
«Sono passati più di 6 mesiaffermano Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi, rispettivamente Segretari della FILCTEM CGIL Sulcis, FLAEI CISL Sardegna e UILTEC UIL Sardegnada quando avevamo richiesto all’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino un incontro per affrontare la complessa situazione finanziaria e operativa di Sotacarbo. Nonostante i solleciti e contatti informali, nulla è stato fatto dalla Regione, che non si può certo nascondere dietro l’emergenza Covid-19 per giustificare la propria totale assenza.»
«Le preoccupazioni di lavoratrici e lavoratori oggi sono confermate dalla stessa Azienda, che evidenzia un bilancio in rosso e gravi problemi a ricevere le risorse necessarie a portare avanti i progetti di ricerca; quel tracollo che si paventava a inizio anno si sta pericolosamente avvicinando aggiungono i tre segretari sindacali -. Il tempo è scaduto e non vogliamo permettere che ulteriori attese provochino danni irreparabili a impresa e lavoratori. Per questo non lasceremo nulla di intentato per richiamare tutti alle proprie responsabilità, a partire dalla Regione Sardegna che come proprietaria di Sotacarbo deve immediatamente intervenire e chiarire le proprie determinazioni.»
«È arrivato il momento della mobilitazione che FILCTEM, FLAEI e UILTEC hanno dichiarato, dopo una partecipata assemblea dei dipendenticoncludono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -, inizieremo con un presidio davanti all’assessorato del Bilancio della RAS a Cagliari il prossimo 24 giugno, e se sarà necessario proseguiremo con altre e più forti iniziative: qualcuno nei palazzi regionali si dovrà svegliare, ascoltare questo grido d’allarme e trovare soluzioni immediate.»

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Sono state ricordate stamane, a Gonnesa, nel corso di una breve cerimonia, le vittime della rivolta popolare del mese di maggio 1906. Alla presenza dei sindaci di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, Iglesias Mauro Usai e Buggerru Laura Cappelli, e del presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, è stata deposta una corona d’alloro, benedetta dal parroco del paese, davanti alla lapide sistemata all’esterno del Municipio, il 23 maggio 1976, in occasione della celebrazione del 70°, nella quale si legge: «1906-1976, nel 70° anniversario Gonnesa operaia dedica a quanti tra i suoi figli pagarono con la vita o la perdita della libertà. La conquista di migliori e più umane condizioni di vita e di lavoro. Gonnesa, addì 23 maggio 1976». Erano presenti anche il segretario generale della CGIL della Sardegna Sud Occidentale Antonello Congiu, il segretario della Filctem CGIL Emanuele Madeddu, Franco Bardi della Fiom CGIL e l’ex segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, Roberto Puddu.

«La rivolta fu la prima presa di coscienza dello sfruttamento cui era sottoposta la classe lavoratrice sarda. I primi minatori lavoravano in condizioni gravissime che rasentavano la schiavitù: il lavoro era continuo e logorante, molto pericoloso e sottopagato. Mancava qualsiasi forma di assistenza sociale e previdenziale da parte dello stato e il lavoratore con la misera paga non era in grado di sfamare la propria famiglia. L’operaio, inoltre, era legato all’azienda da un vincolo che prese il nome di “Ghignione”. Questo era un buono acquisto di cui si poteva usufruire soltanto nello spaccio dell’industria, che vendeva a prezzi più alti dei negozi le merce scadente. Queste condizioni portarono scontenti e malumori che sfociarono nella rivolta del maggio del 1906. La rivolta fu spontanea e dettata da fame e disperazione: i dimostranti chiedevano l’intervento del sindaco sul caro-viveri, dazio e tasse comunali. Dopo aver incendiato la cantina e l’ufficio del dazio, da Gonnesa, la manifestazione si diresse verso Bacu Abis e Nebida. L’epilogo fu tragico: i carabinieri arrivati da Iglesias spararono sulla folla. A Nebida ci furono due morti e quindici feriti, a Gonnesa tre morti e diciassette feriti. Oggi il 20 maggio, a Gonnesa, è festa civile.»

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I segretari FILCTEM-CGIL Sulcis Emanuele Madeddu, FLAEI-CISL Sardegna Mario Marras e UILTEC-UIL Sardegna Pierluigi Loi, hanno chiesto un incontro urgente all’assessore regionale della Programmazione, Giuseppe Fasolino, e al presidente del Consiglio di Amministrazione Sotacarbo Alessandro Lanza, sulla situazione della Sotacarbo SpA.

«Con la nostra lettera del 6 dicembre 2019, ormai oltre 5 mesi fa, avevamo chiesto un incontro, allora urgente, per affrontare la situazione della Sotacarbo SpA, azienda partecipata dalla regione e sottoposta alla direzione del Suo Assessorato scrivono i tre segretari sindacali -. Non avendo ottenuto alcuna risposta, il 29 gennaio scorso abbiamo sollecitato detto incontro, stante l’ulteriore aggravamento della già pesante situazione economico-finanziaria aziendale. Nemmeno a seguito di contatti informali con l’Assessorato siamo riusciti ad ottenere il richiesto incontro.»
«Nel tempo la pesante condizione aziendale si è ulteriormente compromessa, anche a causa dei ritardi riscontrati nell’approvazione dei nuovi progetti di ricercaproseguono i tre segretari sindacali -. Le vicende connesse alla emergenza Covid-19 non hanno inciso se non in misura marginale sulla condizione aziendale, che già soffriva e continua a soffrire di problematiche strutturali riguardanti la capitalizzazione dell’azienda ed il sistema di remunerazione delle attività svolte.»
«Consideriamo quindi che la situazione debba essere affrontata con assoluta priorità e, pertanto, Le chiediamo un’immediata convocazione, unitamente alla stessa Azienda in modo da approfondire congiuntamente e ricercare  immediatamente soluzioni già praticabili, al fine di evitare il precipitare della situazione concludono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -. Purtroppo, ci troviamo costretti, anche per tutelare i lavoratori e la stessa Azienda, ad avviare, in caso di mancanza di immediato riscontro, le più opportune iniziative di lotta e sensibilizzazione della opinione pubblica.»

 

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L’11 maggio 1920 l’eccidio dei minatori. Un sacrificio che non si deve mai dimenticare perché ha portato alla conquista dei diritti dei lavoratori. Da quella tragica data sono passati cento anni, e molte cose sono cambiate. Le condizioni di lavoro, le relazioni sindacali, i tipi di impiego e, talvolta, anche le tutele. In questi anni le centinaia di studenti di Iglesias hanno ricostruito con passione e dedizione quegli avvenimenti, la sofferenza, la disperazione e la rabbia. E’stata una rivolta per un diritto: dignità, condizioni di lavoro e di vita migliori. Un mondo che non c’è più ma che non deve essere dimenticato.
Quest’anno la rappresentazione in piazza non ci sarà, ma la commemorazione, seppure in modi differenti, sarà comunque garantita. La pandemia ha modificato il nostro modo di vivere e le nostre abitudini, ma non ci ha fatto dimenticare il sacrificio dei minatori di cento anni fa. Oggi, più che mai, diventa importante ricordare il gesto di quegli uomini e di quel sacrificio che ha aperto la strada al riconoscimento di tutele per le quali ancora si combatte. Ci sono moltissime categorie di lavoratori che, ancora oggi, devono fare i conti con condizioni non certo ottimali. Pensiamo ai lavoratori delle campagne, in questi giorni si parla nuovamente di caporalato e di riconoscimento dei diritti, ma pensiamo anche ai numerosi precari che operano nei settori più differenti. Figure specializzate e con professionalità consolidate che lavorano con contratti a tempo, o a prestazione occasionale. Rispetto a cento anni fa lo scenario è mutato ma non troppo, perché la platea di chi opera in una condizione di precarietà cronica è abbastanza ampia. Per stare al settore minerario, in un’epoca di globalizzazione, ora più che mai da ripensare,  pensiamo ai minatori che estraggono il coltan in Congo e che a decine muoiono, molti dei quali poco più che bambini.
Per questo motivo riteniamo che l’11 maggio, il sacrificio di quei minatori in piazza per il pane non possa e non debba essere dimenticato. Loro, quei minatori e quella generazione di lavoratori che con il proprio sacrificio hanno dato la possibilità ai figli e nipoti di studiare e crescere, non possono essere dimenticati. E noi quell’insegnamento dobbiamo sempre tenerlo presente. In questo momento di emergenza sanitaria ed economia provocata dal Coronavirus, più che mai.

Emanuele Madeddu

Segretario Generale FILCTEM CGIL Sardegna Sud Occidentale

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«Subito l’attivazione dell’assicurazione per i dipendenti lavoratori esposti al rischio di contagio da Covid-19.»

«E’ quanto, come organizzazioni sindacali della Sardegna sud occidentale, chiediamo alle aziende che in questo periodo continuano l’attività produttiva – scrivono in una nota, i segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Tonio Melis -. E per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori e dei loro familiari, chiediamo l’applicazione fedele del protocollo aziendale per la gestione dell’emergenza Covid-19. L’ultimo provvedimento emanato in ordine di tempo, il DPCM del 22.03.20 e le successive modificazioni del 25.03.2020, ha sancito quali attività e lavorazioni devono proseguire, comprese quelle in deroga. Un atto importante che ci obbliga a creare ulteriori tutele verso le lavoratrici ed i lavoratori “potenzialmente”  esposte a maggiori rischi. Per questo motivo chiediamo di valutare l’ipotesi di stipulare assicurazioni per dipendenti esposti al rischio contagio da Covid-19, ovviamente con la speranza che nessuno debba beneficiarne. Appare utile ricordare che questa “buona  pratica” è già stata messa in atto da altre importanti società del territorio come la Portovesme srl, l’Enel e la Sarmed.»

«La drammatica situazione del momento impegna tutti a tutelare il più possibile le lavoratrici ed i lavoratori in un momento così difficile e la stipula di questa assicurazione va proprio in questa direzione – concludono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Tonio Melis -. È il momento di serrare i ranghi, di fare tutto ciò che è possibile per uscire rapidamente dall’emergenza, per poi ripartire con forza e determinazione, non appena le condizioni lo consentiranno.»