22 December, 2024
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Le Segreterie di FILCTEM CGIL, FLAEI CISL, UILTEC UIL sollecitano l’assessorato al Bilancio a sostenere la Sotacarbo, una realtà aziendale preziosa per la nostra Regione.

«In un incontro con la Sotacarbo Spa – affermano Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi, rispettivamente Segretari della FILCTEM CGIL Sulcis, FLAEI CISL Sardegna e UILTEC UIL Sardegna – abbiamo appreso che la situazione finanziaria dell’Azienda è critica, perché messa a rischio dal ritardo nei pagamenti da parte del ministero dello Sviluppo economico. L’impresa è costretta ad anticipare milioni di euro per sviluppare i progetti di ricerca che solo dopo anni vengono pagati dalle istituzioni che hanno affidato a Sotacarbo le attività.»

«Sotacarbo è una realtà preziosa per la nostra Regione – aggiungono i segretari delle organizzazioni sindacali – attraverso la ricerca nel settore energetico ha ottenuto riconoscimenti e brevetti internazionali, in un settore dove si confronta con colossi industriali e finanziari. In pochi anni ha raddoppiato gli addetti e impiega fior di ricercatori il cui lavoro dà grandi benefici nel campo delle energie rinnovabili e dello sviluppo di sistemi innovativi per il settore energetico.»

«La Regione Sardegna proprietaria al 50% di Sotacarbo deve definire rapidamente il proseguimento di alcuni progetti di grande valore economico, che sono vitali per questo importante centro di ricerca – concludonoE manuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -. Queste incertezze sulle future attività di questa piccola ma importante realtà Sarda, rischiano di provocarne il crollo, proprio in un territorio come il Sulcis Iglesiente già martoriato dalla crisi economica. Per questo le Organizzazioni Sindacali hanno chiesto un incontro urgente all’Assessore al Bilancio e Programmazione Regionale Fasolino, nella speranza che la Regione Sardegna dia il suo contributo a risolvere, una volta per tutte, i problemi che affliggono Sotacarbo Spa ed i suoi dipendenti.»

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«Da oltre sette anni Il Sulcis Iglesiente e tutti i territori della Sardegna sono commissariati. Solo all’area di Cagliari è stato dato un assetto democratico, con la costituzione della Città metropolitana. La nostra comunità territoriale, come tale, non ha una sua piena rappresentanza democratica. I Comuni hanno, infatti, funzioni ed obiettivi distinti rispetto a quelli del governo complessivo di un territorio. Quando una comunità territoriale è impedita per così lungo tempo  di scegliere autonomamente la sua rappresentanza, si producono gravi danni sul piano della democrazia innanzitutto. Ma non solo su questo piano. Al di là dell’impegno personale dei Commissari, che non intendiamo mettere  in discussione, il territorio e la sua comunità hanno perso in parte, e talvolta del tutto, servizi importanti: scuola, mobilità, ambiente, cultura, giustizia, sanità, attività produttive. Gli investimenti sono stati drasticamente tagliati, basti guardare alle condizioni delle strade. Per contro è aumentato l’accentramento inefficiente nella Regione.»

L’associazione Sinistra – Autonomia – Federalismo scende in campo per rivendicare la fine del commissariamento delle Province.

«Bisogna dire la verità: la cancellazione delle Province si è tradotta in un imbroglio a svantaggio dei territori e anche in un grave danno per la finanza pubblica – si legge in una nota -. Neppure dopo il referendum del 2016 che ha confermato che le Province sono Enti costitutivi della Repubblica italiana, si è posto rimedio a questo stato di caso. In Regione cambiano le maggioranze ma il commissariamento prosegue al più sostituendo i commissari. Bisogna porre fine al Commissariamento! La prima urgenza è procedere subito alla costituzione di organi eletti. Anche una rappresentanza di secondo grado è nettamente preferibile all’essere ancora  commissariati per un tempo indeterminato. L’ulteriore urgenza è che al territorio siano essere restituiti i servizi e le risorse per gli investimenti pubblici sottratti in questi anni.»

«La provincia del Sud Sardegna come attualmente configurata, è un assurdo. Il Consiglio regionale vi ponga rimedio ridefinendo ambiti razionali e coerenti per storia e per interessi attuali. La Regione deve dimagrire e non appesantirsi di nuove funzioni e di nuovi apparati. Molte funzioni devono essere trasferite agli enti locali dove il controllo dei cittadini è più immediato. Sindaci e Consigli comunali hanno assunto un’iniziativa positiva. Vogliamo sostenerla e contribuire a suscitare un largo movimento di opinione. Vi invitiamo a partecipare e a portare la vostra opinione al dibattito pubblico che organizziamo a Carbonia il prossimo 5 dicembre, ore 17.30, al Centro culturale Euralcoop, in Piazza Marmilla. Il dibattito sarà coordinato da Mauro Esu e Elio Sundas. Dopo il saluto di Andrea Corrias, l’intervento introduttivo di Tore Cherchi, si aprirà il dibattito. Sono già previsti gli interventi  di Stefano Rombi, Laura Cicilloni, Ilaria Portas, Emanuele MadedduL’assemblea è aperta a tutti gli interessati. Vi parteciperanno i professori Gianfranco Sabatini e Gian Giacomo Ortu, lo studioso Mauro Pistis, amministratori locali, partiti e movimenti, rappresentanti del sindacato e delle associazioni», conclude l’associazione Sinistra – Autonomia – Federalismo.

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L’aula consiliare del comune di Sant’Antioco ha ospitato lunedì pomeriggio un convegno organizzato dalla Cgil e dalla Filctem Cgil con il patrocinio del comune di Sant’Antioco, nel corso del quale è stato fatto un focus sulle bonifiche e, in particolare, sul caso della Seamag di Sant’Antioco, le cui operazioni di risanamento ambientale non sono state ancora terminate, nonostante siano trascorsi parecchi anni dalla dismissione della fabbrica che sorgeva alle porte del centro abitato, rimasta in attività dal 1965 al 1997.

Dopo la relazione introduttiva svolta da Emanuele Madeddu, segretario territoriale (Sulcis Iglesiente e Medio Campidano) Filctem, ed i saluti del sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci e del segretario della Camera del Lavoro territoriale (Sulcis Iglesiente e Medio Campidano) Antonello Congiu, la relazione tecnica è stata fatta da Mario Cabriolu (“Bonifica e progettazione area Seamag”). Sono poi intervenuti i capi di gabinetto degli assessorati regionali dell’Industria e dei Lavori pubblici Alberto Urpi e Vincenzo Corrias; l’amministratore unico di Igea, Michele Caria; il portavoce del Comitato Porto Solky, Rolando Marroccu; l’ex coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi. Ha concluso lavori, coordinati dal segretario regionale della Filctem, Francesco Garau, il segretario generale della CGIL sarda Michele Carrus.

Allegati gli interventi dei capi di gabinetto degli assessorati regionali dell’Industria Alberto Urpi e Vincenzo Corrias e dell’amministratore unico di Igea, Michele Caria. Alberto Urpi ha annunciato l’avvio delle bonifiche.

               

 

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L’ingresso di Sant’Antioco ai tempi della Sardamag (poi Seamag).

Questo l’argomento del convegno che si terrà lunedì 25 novembre, alle 16.30, nell’aula consiliare del comune di Sant’Antioco, Piazzetta Italo Diana, 1. Organizzato dalla Cgil e dalla Filctem Cgil con il patrocinio del Comune di Sant’Antioco,  propone un focus sulle bonifiche e, in particolare, sul caso della Seamag di Sant’Antioco, le cui operazioni di risanamento ambientale non sono state ancora terminate, nonostante siano trascorsi parecchi anni dalla dismissione della fabbrica che sorgeva alle porte del centro abitato.

Il programma prevede la relazione introduttiva di Emanuele Madeddu, segretario Filctem SSO, i saluti del sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci e del segretario della Camera del Lavoro SSO Antonello Congiu. Seguiranno la relazione tecnica di Mario Cabriolu (“Bonifica e progettazione area Seamag”) e gli interventi degli assessori regionali dell’Industria, Anita Pili, dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, e dell’Ambiente, Gianni Lampis, nonché dell’amministratore unico di Igea, Michele Caria. Concluderà io lavori il segretario generale della CGIL sarda Michele Carrus. Coordina i lavori Francesco Garau, segretario regionale Filctem.

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E’ trascorso un tempo abbastanza ragionevole dall’incontro istituzionale in assessorato dell’Industria alla presenza anche dell’assessore del Lavoro del 18 settembre scorso, relativo al futuro dello stabilimento RWM Italia di Domusnovas. Gli annunci, le promesse e le rassicurazioni del giorno, non hanno avuto alcun seguito. Ad oggi non possiamo che far notare un aspetto gravissimo: 130 Lavoratori dell’intero sito produttivo sono a casa senza lavoro e senza una realistica prospettiva futura. L’impegno annunciato sia dell’assessore del Lavoro sia dell’assessore dell’Industria per trovare una soluzione pare evaporato.»
Lo scrivono, in una nota, la RSU RWM Italia ed i segretari territoriali di Filctem-CGIL e Femca-CISL, Emanuele Madeddu e Vincenzo Lai.

«Dall’incontro tecnico svoltosi il 25 settembre in Regione tra l’Azienda e gli enti preposti non abbiamo nessuna notizia, tantomeno conosciamo gli esiti della riunione del 4 ottobre scorso al ministero degli esteri. Non sappiamo ancora quali siano le intenzioni del Governo in merito a una vicenda che riguarda l’intero scenario della Difesa Nazionale – si legge nella nota -. L’amministrazione regionale, dopo l’annunciato impegno non ha prodotto alcun atto concreto. Fino a oggi tutto quello che sappiamo è quanto si legge sugli organi di informazione e stringati comunicati stampa. L’unica certezza, ad oggi, è quella che 130 lavoratori sono a casa senza lavoro e che tutte quelle persone che hanno promosso facili soluzioni e facili riconversioni sono tutte sparite.»
«Sarebbe opportuno che ognuno, per il ruolo che ricopre e la competenza assegnata, si assumesse le proprie responsabilità – si legge ancora nella nota -. In questo momento c’è ben poco da gioire, anzi la preoccupazione continua a salire dato che, in mancanza di altre risposte, si corre il rischio che il numero dei lavoratori rimasti senza lavoro sia sempre maggiore. Chiediamo fin da ora l’apertura di un tavolo con l’assessorato del Lavoro e dell’Industria per affrontare sia il futuro del sito produttivo sia per trovare strumenti finalizzati a sostenere il lavoro di quei lavoratori già espulsi. Riteniamo che l’attesa sia finita – conclude la nota -, è tempo di risposte concrete, in assenza delle quali metteremo in atto la mobilitazione nella forma che riterremo più opportuna.»

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«Non si può che accogliere positivamente il via libera dall’Assessorato regionale della Sanità alla valutazione di impatto sanitario relativo al progetto di ripartenza di Eurallumina. Una valutazione positiva e storica che riporta  l’impatto del progetto di ripartenza della fabbrica di Allumina  all’interno di norme e regole sanitarie e ambientali, ribadendo nello stesso tempo che nel sito industriale di Portovesme è possibile produrre rispettando le leggi in particolare  la tutela della salute pubblica. Un documento che risponde alle integrazioni richieste nella delibera del febbraio 2019 necessario per completare l’iter autorizzavo relativo alla valutazione di impatto ambientale in corso ormai da 5 anni.»
Lo scrivono, in una nota, Emanuele Madeddu Filctem CGIL SSO, Vincenzo Lai Femca CISL, Pier Luigi Loi Uiltec UIL.
«In questa fase, particolarmente delicata per tutti, è necessario che ciascuno, e per il ruolo che svolge, si assuma la responsabilità che deriva dal suo compito. Sino a oggi sono state investite ingenti somme sia per predisporre un progetto che stia al passo con i tempi e sia rispettoso dell’ambiente, sia perché possa restituire alla Sardegna quel ruolo fondamentale che ha sempre ricoperto la filiera dell’alluminio, facendone riattivare il primo anello, quello che dalla raffinazione della bauxite porterà alla produzione dell’allumina – concludono Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pier Luigi Loi -. Con i lavoratori continueremo a seguire passo passo tutte le fasi della vertenza che, per impatto sociale ed economico, non può in alcun modo essere archiviata.»

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E’ in programma questa sera, con inizio alle 17.00, nella Sala Augusto Gaviano ex Mensa della miniera della Carbosulcis, a Nuraxi Figus, un incontro per ricordare la figura di Sergio Usai, dirigente sindacale e uomo privato, scomparso tragicamente all’età di 53 anni il 7 maggio 2006 con l’amico Carlo Cancedda, in un incidente stradale verificatosi sulla strada provinciale Pedemontana nel tratto che collega Villamassargia a Siliqua, durante una pedalata domenicale.

Dopo la presentazione del segretario confederale della CGIL Sud Occidentale Antonello Congiu che poi coordinerà i lavori, sono previsti la proiezione di un filmato con immagini e gli interventi di Francesco Lippi, amministratore unico Carbosulcis; Nicola Maccioni, presidente del CRAL Carbosulcis; Mario Zara, presidente dell’associazione Amici della Miniera Vincenzo Panio,e presidente dell’associazione Storia e Radici della Città di Carbonia (della quale Sergio Usai è stato uno dei fondatori); Emanuele Madeddu, segretario FILCTEM CGIL Sud Sardegna; Piero Agus, dirigente sindacale CISL; Bruno Saba, ex segretario generale CISL Sulcis Iglesiente; Mario Crò, ex segretario generale UIL Sulcis Iglesiente; Giuliano Murgia, dirigente sindacale ed ex assessore regionale dell’Industria, Antonio Secchi, già direttore ASAP Sardegna; Sergio Cofferati, segretario generale della CGIL 1994/2002.

L’incontro prevede, infine, un dibattito aperto al pubblico e l’intervento della famiglia.

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I segretari provinciali della Filctem-CGIL Emanuele Madeddu e della Femca-CISL
Vincenzo Lai intervengono sulle vicende legate allo stabilimento RWM di Domusnovas.

«Nessuno può pensare che la battaglia contro la sola RWM di Domusnovas e contro i soli lavoratori impegnati nello Stabilimento possa risolvere i conflitti internazionali sparsi per il mondo; purtroppo però da mesi si assiste a una campagna che colpisce la RWM e i suoi lavoratori – sostengono Emanuele Madeddu e Vincenzo Lai -. L’agitarsi, poco partecipato e molto urlato, cui abbiamo assistito in questi mesi ha portato alla proposta e all’approvazione di una mozione che riteniamo nei suoi principi basilari giusta, ma che evidenzia tutti i limiti che la politica italiana dimostra di avere sulla programmazione, sui principali settori produttivi e sulla sua politica internazionale.»
«A nostro parere l’Italia, da tempo, avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di guida in Europa, portando tutti gli Stati della UE a pretendere la cessazione dei conflitti sparsi per il mondo – aggiungono Emanuele Madeddu e Vincenzo Lai -. Posizioni politiche spot come l’approvazione della mozione evidenziano i limiti oggettivi che la politica italiana ed europea dimostrano di avere nella gestione di temi importanti, pensando che questo risultato porterà alla soluzione del conflitto in Yemen. Questo modo di fare ha il solo risultato di non risolvere il problema principale, ovvero la cessazione dei conflitti, ma di peggiorare le condizioni di vita e lavorativa nei territori più disagiati come il Sulcis Iglesiente.
Quello che manca nello scenario Nazionale è un progetto programmatico relativo all’industria bellica. Lo stabilimento di Domusnovas dovrebbe diventare riferimento per l’esercito europeo di cui da tempo si parla. Il tutto in un contesto nazionale chiaro e definito, dato che la RWM, unica al centro delle polemiche, non è l’unica azienda che esporta e produce materiale bellico operante in Italia. Rischia di essere l’unica a pagare le conseguenze di una politica nazionale un po’ sconclusionata, e poco Europea.»
«Per la RWM di Domusnovas non potrà esserci alcuna riconversione. Le professionalità e le tecnologie impiegate in quello stabilimento verranno perse – sottolineano ancora Emanuele Madeddu e Vincenzo Lai -. Sono sotto gli occhi i fallimenti delle riconversioni minerarie. Decine di attività progettate solo con l’intento di accaparrarsi i soldi finanziati ad hoc ma che non hanno prodotto un solo posto di lavoro né sostitutivo né aggiuntivo. ROCKWOOL, CARDNET, BINEX sono solo alcuni esempi di questi fallimenti ai danni di noi cittadini e di noi contribuenti. Stando ai riferimenti più volte fatti creando un parallelo con la legge 180 riferibile alla vicenda Valsella va detto, per onestà della verità, che quella riconversione terminati i contributi pubblici ha prodotto zero posti di lavoro.
Riteniamo che queste lavoratrici e questi lavoratori vadano più che mai tutelati e rispettati rispetto ad una campagna denigratoria in campo da mesi. Riteniamo che prima che vengano prese posizioni terminali si apra una discussione con la Giunta Regionale – concludono Emanuele Madeddu e Vincenzo Lai – le Istituzioni interessate e con il coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali finalizzata ad una soluzione positiva verso la cessazione del conflitto in Yemen e la prosecuzione lavorativa delle maestranze impegnate ragionando finalmente proprio in chiave europea come prodotti di materiale bellico per la difesa degli stati europei perché che ci piaccia o no a quello, nell’interesse dello stato italiano, non possiamo rinunciare.»

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«Quanto sta accadendo ai lavoratori del Porto Canale di Cagliari, oltre 200 che rischiano i licenziamenti collettivi e ai quali manifestiamo vicinanza e solidarietà, non può essere trascurato né sottovalutato. Perché alla vertenza dei lavoratori portuali è legato anche il sistema dell’esportazione dei prodotti sardi.»
A sostenerlo sono Emanuele Madeddu, segretario Filctem Sardegna Sud Occidentale; Lorenzo Mallica, segretario della Femca Cisl Medio Campidano; e Pier Luigi Loi, segretario Uiltec Uil.
«Come avviene per il settore delle ceramiche, è il caso della Ceramica Mediterranea operante nel Medio Campidano, che rischiano di vedere compromesso tutto il settore export proprio a causa della crisi che sta investendo l’ambito portuale. Giusto per fare un esempio si profilano rincari che arrivano anche al 30 per cento, soprattutto per destinazioni che comprendono Canada, Israele ma anche Taiwan, Americhe e Grecia dove le tariffe sono già raddoppiate – si legge in una nota -. Per questo motivo è necessario che si costituisca un fronte comune tra le diverse organizzazioni e le istituzioni si adoperino per affrontare la problematica in maniera globale, tenendo conto del fatto che, col perdurare della situazione di incertezza, ai 200 lavoratori portuali potrebbero sommarsene altri se non ci dovessero essere soluzioni tali garantire la movimentazione delle merci e assicurare alle aziende sarde che si occupano di esportazione di vedere i propri prodotti consegnati nei tempi stabiliti e previsti dalle commesse.»

Emanuele Madeddu.

 

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La sala consiliare del comune di Portoscuso, ieri pomeriggio ha ospitato una riunione tra i sindaci delle Unioni del Comuni del “Sulcis” e “Metalla e il Mare” ed i rappresentanti delle confederazioni sindacali. Al centro del confronto, le iniziative unitarie da intraprendere per contrastare la grave emergenza socio-economica, con particolare riferimento alla vertenza energetica. I programmi del Governo sull’uscita dal carbone, rischiano di portare alla fermata della Centrale Enel Grazia Deledda e, conseguentemente, alla chiusura dell’intero polo industriale di Portovesme, con conseguenze drammatiche sul futuro dell’intero territorio. All’incontro hanno partecipato i sindaci di Portoscuso Giorgio Alimonda, Masainas Ivo Melis (presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis), Buggerru Laura Cappelli (presidente dell’Unione dei Comuni “Metalla e il Mare”), Iglesias Mauro Usai, Santadi Elio Sundas, Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, San Giovanni Suergiu Elvira Usai e Nuxis Pier Andrea Deias; per le organizzazioni sindacali erano presenti, tra gli altri: Gavino Carta, segretario regionale della Cisl; Roberto Forresu, segretario regionale della Fiom Cgil; Renato Tocco della Uilm Uil; Franco Bardi e Bruno Usai della Fiom Cgil; Rino Barca della Cisl; Emanuele Madeddu della Filctem CGIL.

Dal confronto è emersa la consapevolezza della gravità della situazione e la necessità di azioni forti per convincere il Governo a modificare i programmi sulle scelte di politica energetica.

Nel corso dei lavori abbiamo intervistato i sindaci di Portoscuso e Iglesias e registrato gli interventi di Gavino Carta, Roberto Forresu, Franco Bardi e Renato Tocco, che pubblicheremo a breve.

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