La commissione regionale della Pubblica Istruzione ha dato il via libera alle linee guida per la rete scolastica
La commissione Pubblica istruzione, presieduta da Alfonso Marras (Riformatori), ha espresso a maggioranza (astenuta l’opposizione) parere favorevole alle linee guida per la programmazione della rete scolastica, approvate dalla Giunta regionale lo scorso 18 novembre con la deliberazione n. 57/11.
Commissione Pubblica Istruzione, via libera alle linee guida per la rete scolastica
Il documento è stato illustrato dall’assessore Andrea Biancareddu (Udc) che ha ricordato, in premessa del suo intervento, gli impegni disattesi in sede governativa per una rivisitazione dei parametri ministeriali (600 alunni e 400 alunni per i comuni montani) e per l’assegnazione, a tutte le autonomie scolastiche dell’Isola, dei due dirigenti previsti (il dirigente e il direttore amministrativo), anche alla luce della particolare condizione in cui versa la Sardegna per effetto della crisi da Covid.
L’assessore ha comunque dichiarato “la volontà di non voler sopprimere alcuna autonomia scolastica” ed ha precisato che al momento 26 realtà non soddisfano i criteri imposti per legge dal ministero, per scongiurare i temuti accorpamenti tra istituti.
«In ogni caso – ha affermato Andrea Biancareddu – 26 casi su un totale di 274 autonomie scolastiche presenti in Sardegna non possono rappresentare un dramma mentre preoccupa il costante calo delle iscrizioni per effetto dell’altrettanto preoccupante fenomeno del calo demografico.»
Gli accorpamenti, dunque, se ci saranno dovrebbero essere solo su base volontaria e dovranno essere proposti nelle rispettive conferenze provinciali. Nel parere espresso dalla commissione sono state inoltre inserite due osservazioni, la prima riguarda il ruolo dell’istruzione, soprattutto primaria, per combattere il fenomeno dello spopolamento e l’altra, per inserire soltanto nella parte delle premesse delle linee guida, i parametri ministeriali per il mantenimento delle autonomie scolastiche.
Molto differente la posizione manifestata dal direttore dell’ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani che ha stigmatizzato il ritardo nella definizione della rete scolastica regionale («siamo ancora alle linee guida e a gennaio si aprono le iscrizioni nelle scuole») e ha lamentato l’assenza “di manutenzione alla rete scolastica sarda ormai da più di sei anni”. «Il calo delle iscrizioni – ha affermato Francesco Feliziani – ha comportato una trentina di situazione di sottodimensionamento e richiedono immediati interventi finalizzati all’accorpamento».
Critici «per il poco coraggio dimostrato dalla Regione nel contrastare i criteri ministeriali che penalizzano l’istruzione in Sardegna» i Cobas che con Giancarlo Della Corte hanno invitato la Regione ad azioni concrete in difesa delle autonomie scolastiche e per il loro corretto funzionamento.
Emanuele Usai della Cgil ha dichiarato di non condividere il documento della Giunta regionale: «È appiattito ancora sulla logica della spending review e non dà risposte alle necessità della scuola sarda».
In precedenza la Quarta commissione aveva approfondito con l’assessora, Alessandra Zedda (Fi), il tema dei cosiddetti lavoratori in utilizzo. Si tratta, come è noto, dei circa 380 lavoratori in servizio, attraverso apposti progetti e cantieri, negli Enti locali e all’Ats ma gestiti dall’assessorato. La finanziaria del 2018 ha previsto la proroga dei progetti in essere fino al 2021 ma gli operatori hanno dichiarato lo stato di agitazione per la cessazione di alcuni contratti di lavoro per mancanza di fondi. Gli enti interessati, inoltre, sono in attesa della comunicazione ufficiale da parte della Regione dell’ulteriore finanziamento di due milioni di euro per il 2020 e 2021. L’assessora ha, dunque, preannunciato una verifica della situazione e si è detta certa della prosecuzione lavorativa degli interessati, auspicando l’attivazione di un percorso di stabilizzazione presso gli enti che si avvalgono delle prestazioni dei lavoratori in utilizzo.