2 November, 2024
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Si è spento oggi, all’età di 82 anni, Giorgio Oppi, leader dell’UDC, consigliere regionale all’ottava legislatura (la sua presenza nell’aula di via Roma venne interrotta nella legislatura 1994-1999, quando il Partito Popolare gli negò la quarta candidatura consecutiva, in attuazione di una norma poi superata). E’ stato indiscutibilmente uno degli uomini più influenti della politica sarda per oltre mezzo secolo.

Giorgio Oppi era nato l’8 febbraio 1940, a Iglesias. Iniziò a fare politica da studente universitario, collega e grande amico di giovani che avrebbero “sposato” la carriera politica in altre formazioni: Emanuele Sanna, Luigi Cogodi ed Emidio Casula.

Conseguì la laurea in Geologia e le prime esperienze lavorative le maturò da docente nei corsi professionali nell’ente presieduto da Giovanni Maria Lai, a Carbonia.

E’ stato per diversi anni dirigente provinciale della Democrazia Cristiana e vicesindaco di Iglesias fino al 1993, quando non si ricandidò (l’anno che vide nascere la “stella” di Mauro Pili, eletto sindaco – con il compianto Roberto Frongia vice sindaco – con una coalizione civica, nella clamorosa rimonta al ballottaggio di inizio dicembre contro il candidato del centrosinistra Nico Grillo). Venne rieletto consigliere comunale nel 1997.

In Consiglio regionale Giorgio Oppi venne eletto la prima volta nel 1979 nel Collegio di Cagliari, confermato nel 1984 e nel 1989. Nel 1989 assunse prima la vicepresidenza del Consiglio regionale, due mesi dopo l’incarico di assessore regionale della Sanità, ricoperto nelle Giunte guidate da Mario Floris ed Antonello Cabras.

Nella legislatura 1994-1999, escluso forzatamente dall’assemblea perché non ricandidato, dopo brevi esperienze con PPI e MID, aderì al CCD, nelle cui liste venne rieletto consigliere regionale nel 1999 nel Collegio provinciale di Cagliari (dopo una breve esperienza da presidente del Consorzio Industriale di Portovesme, incarico che aveva già ricoperto diversi anni prima) e ricoprì l’incarico di capogruppo fino al 2002, quando nacque l’UDC, attraverso la fusione tra CCD, CDU e Movimento dei Democratici Cristiani della famiglia di Bruno Randazzo.

Giorgio Oppi venne rieletto per la quinta volta consigliere regionale nel 2004, da segretario regionale dell’UDC, partito che non ha più lasciato anche nei periodi più bui dello stesso a livello nazionale che hanno visto via via prendere altre strade i principali leader, ad iniziare da Marco Follini e Pierferdinando Casini. Ha avuto una breve esperienza da deputato ma ha poi preferito tornare in Sardegna, per continuare a recitare un ruolo centrale, sia quando si è trovato in maggioranza, sia quando è stato all’opposizione. Nel 2019 è stato rieletto per l’ottava volta consigliere regionale nella Circoscrizione di Cagliari e, nel corso della legislatura, ha lavorato per far crescere il gruppo e ha avuto un ruolo di primissimo piano nella coalizione di maggioranza di centrodestra, al punto che recentemente, ricoverato in gravi condizioni in ospedale mentre era in corso una serrata verifica di maggioranza in vista di un probabile rimpasto in Giunta, il presidente della Regione, Christian Solinas, ha affermato che la verifica sarebbe proseguita solo dopo la riabilitazione di Giorgio Oppi, La riabilitazione sperata, purtroppo, non c’è stata.

Giorgio Oppi ha avuto per oltre mezzo secolo un ruolo importantissimo anche nella politica locale e negli enti di sottogoverno. Ha tenuto quasi sempre ottimi rapporti con i partiti di opposizione, e con singoli loro rappresentanti, al punto da assegnare spesso – avendo un ruolo determinante nelle singole assemblee – incarichi di primissimo piano a esponenti della parte politica di minoranza.

A Iglesias, la sua città, pur facendo parte della coalizione di centrodestra in Consiglio regionale, in diverse consiliature, compresa quella in corso, con la sua lista civica ha stretto alleanza con il centrosinistra, risultando determinante per il risultato elettorale. Analoga strategia ha seguito anche a Carbonia alle elezioni dello scorso anno che portarono alla vittoria il centrosinistra e all’elezione a sindaco di Pietro Morittu.

Come spesso accade ai politici, soprattutto a quelli molto influenti, Giorgio Oppi era “amato” dagli amici, tanti, e “odiato” dai nemici, sicuramente in numero molto inferiore a quello degli avversari politici, perché con molti di loro aveva un ottimo rapporto. 

Conoscendolo da moltissimi anni, perché pur avendo 20 anni in meno di lui ho iniziato la professione di giornalista nei primi anni della sua carriera politica, ritengo di poter dire che con la scomparsa di Giorgio Oppi la politica sarda perde oggi un tassello importante di un mosaico che da anni fa grande fatica a trovare ricambi all’altezza.

Ciao Giorgio

Giampaolo Cirronis

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La politica sarda ha perso ieri sera uno dei suoi componenti più rappresentativi degli ultimi cinquant’anni, stroncato da un infarto nella sua abitazione di Cagliari: Luigi Cogodi. Nato a San Basilio, avrebbe compiuto 72 anni domenica prossima.

Avvocato, giornalista pubblicista, ha iniziato la sua attività politica negli anni dell’Università, nelle file del Pci, che lo videro protagonista delle battaglie giovanili con alcuni amici di diversa estrazione politica, tra i quali il compagno di partito Emanuele Sanna, il democristiano Giorgio Oppi e il socialista Emidio Casula.

La sua esperienza nelle istituzioni ebbe inizio nel 1970, quando venne eletto consigliere comunale a Cagliari, confermato anche nella successiva consiliatura. Venne eletto consigliere regionale nel 1979 e confermato nelle due legislature successive. E’ stato assessore regionale per cinque anni, prima dell’Urbanistica e poi del Lavoro, nella Giunta guidata dal sardista Mario Melis. Dopo la svolta politica della Bolognina che portò allo scioglimento del Pci e alla nascita del Pds, aderì al nuovo partito ma lo lasciò presto ed aderì prima al Partito della Rifondazione Comunista, di cui è stato a lungo leader regionale, poi a Sinistra Ecologia Libertà, nel 2010.

E’ stato eletto deputato nel 2006 con la lista di Rifondazione Comunista; ricandidato nel 2008, non venne rieletto.

Le due fotografie che lo ritraggono con la fascia di sindaco, sono state scattate nell’aprile del 2008, quando venne invitato a Carbonia per celebrare il matrimonio di un’amica. La terza fotografia lo ritrae durante un intervento in Consiglio regionale, con al suo fianco i compagni di partito Velio Ortu e Walter Vassallo (Luigi Cogodi allora era capogruppo, Walter Vassallo vicecapogruppo, Velio Ortu segretario).

Luigi Cogodi 5 copiaLuigi Cogodi 1 copia Luigi Cogodi

Francesco Agus

Proseguono in Consiglio regionale le audizioni della #Commissione “Autonomia” sulle riforme istituzionali. L’organismo consiliare, presieduto da Francesco Agus, ha sentito in mattinata le associazioni degli ex consiglieri regionali ed ex parlamentari.

In apertura di seduta, il presidente Agus ha consegnato ai partecipanti la bozza della risoluzione predisposta dalla Commissione, ribadendo la necessità di coinvolgere nel dibattito tutti i settori della società sarda. «Mai come adesso c’è l’esigenza di procedere alle riforme istituzionali – ha detto Agus – altrimenti cresce il rischio che le storture e le inefficienze del sistema vengano utilizzate come alibi per affossare la nostra specialità».

La presidente dell’Associazione degli ex consiglieri regionali, Maria Rosa Cardia, dopo aver ricordato l’attività svolta in questi anni nelle scuole per rafforzare la coscienza autonomistica delle giovani generazioni, ha concordato con la Commissione sull’urgenza di avviare la stagione delle riforme. «Lo Statuto, nato con limiti evidenti, è adesso uno strumento obsoleto – ha detto Cardia – per difendere il principio di autonomia e ricontrattare con lo Stato la nostra specialità occorre puntare sull’identità culturale del popolo sardo». Per l’Associazione degli ex consiglieri è urgente pensare ad una “nuova autonomia”, collaborativa e partecipativa. «Solo così – ha aggiunto Cardia – si potrà definire il ruolo della Sardegna nel cambiamento e nella modernizzazione del Paese. Serve però un’idea di futuro condivisa, una nuova unità autonomistica che disegni un orizzonte ideale e politico». Per gli ex consiglieri regionali, la nuova fase costituente esige non solo idee e valori forti, ma anche una pratica unitaria nella ricerca di soluzioni. «Il confronto deve essere focalizzato sui contenuti e non sulle procedure. Visto l’ampio ventaglio delle riforme da fare – ha concluso Cardia – è indispensabile che il Consiglio metta in campo un disegno organico che porti a una rivisitazione complessiva delle leggi fondamentali della Regione».  

Paolo Fois (vicepresidente dell’Associazione degli ex consiglieri) ha segnalato l’urgenza di spiegare le ragioni della nostra specialità, vista da molti come un privilegio da rimuovere. «Nel nostro ordinamento non ci sono riferimenti precisi – ha detto Fois – occorre ricercarli nel diritto internazionale». Uno di questi è il principio di insularità che però ripete la filosofia dello Statuto prevedendo interventi risarcitori per la condizione di svantaggio della Sardegna rispetto ad altre regioni d’Italia e d’Europa. «Questo – secondo Fois – però non basta. Bisogna invece affermare la nostra identità culturale e linguistica riconosciuta dagli organismi internazionali come strumento per resistere ai processi omologanti della globalizzazione». Per il vicepresidente dell’Associazione ex consiglieri regionali, è necessario, dunque, intervenire con una norma di principio da inserire nello Statuto che riaffermi una differenziazione basata sulla nostra identità. «Solo così – ha concluso Fois – potrà essere arginato il tentativo di cancellare la nostra autonomia».

Raffaele Manca (ex consigliere regionale del PCI nella X legislatura) è invece intervenuto sulla bozza delle riforme predisposta dalla Commissione chiedendo di superare la distinzione “zone costiere – aree montane” nel progetto di riassetto delle funzioni delle province e organizzazione dell’area vasta e città metropolitane. «Meglio parlare di  zone costiere e zone interne – ha detto Manca – per evitare, come in passato, che qualche comune cerchi di accaparrarsi il titolo di zona montana senza averne i requisiti». Manca ha poi suggerito di pensare a un nuovo sistema di controllo sugli atti degli enti locali che protegga amministratori e cittadini. «Per chi governa i comuni – ha sottolineato l’ex consigliere del Pci – è alto il rischio di cadere in irregolarità, mentre per i cittadini l’unico modo di contrastare un atto illegittimo è il ricorso giudiziario».

Roberto Deriu (PD) ha espresso forti perplessità sulla revisione dello Statuto. «Questo è il momento peggiore per pensare alle riforme – ha detto Deriu – lo Statuto è protetto dalla Costituzione. Più che a una revisione, dal punto di vista tattico, sarebbe meglio pensare a dargli piena attuazione».

Michele Cossa (Riformatori) ha invece espresso dubbi su un’autonomia fondata sul concetto di identità. «Tutti rivendicano maggiori spazi in nome della loro specialità culturale – ha detto Cossa – il rischio è che alla fine l’identità diventi un argomento debole per difendere le nostre ragioni».

Chiusa l’audizione degli ex consiglieri regionali, la Commissione ha sentito l’Associazione degli ex parlamentari, rappresentata dal presidente, Giorgio Carta, e dal vice Emidio Casula.

Carta, dopo aver illustrato le numerose iniziative nelle scuole promosse dall’Associazione per avvicinare le istituzioni ai cittadini, ha dato ampia disponibilità ad offrire un contributo concreto al processo riformatore. «Siamo pronti ad affrontare questioni politiche e non di parte – ha detto Carta – partendo da un punto condiviso: la necessità di rafforzare l’autonomia». «Il patto con lo Stato deve essere aggiornato – ha aggiunto il presidente dell’Associazione ex parlamentari – sarà compito del Consiglio procedere ad una revisione dello Statuto». Nelle prossime settimane sarà convocata un’assemblea di tutti gli ex parlamentari sardi per mettere a confronto proposte e suggerimenti.

I lavori della Commissione proseguono nel pomeriggio con l’audizione degli ex presidenti della Regione e del Consiglio regionale.