2 November, 2024
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Una basilica della Nostra Signora di Bonaria gremita ha dato l’estremo saluto a Giorgio Oppi, leader dell’UDC, morto ieri all’età di 82 anni. La Santa Messa è stata officiata dal padre gesuita Enrico Deidda.

In prima fila c’erano il presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, il presidente del Consiglio regionale Michele Pais, i sindaci di Cagliari Paolo Truzzu e di Iglesias (sua città d’origine) Mauro Usai, l’ex presidente della Regione ed attuale deputato Ugo Cappellacci.

Presenti, tra gli altri, numerosi assessori e consiglieri regionali, il senatore Emilio Floris, il segretario nazionale dell’UDC Lorenzo Cesa, l’ex presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. E ancora tanti amministratori e semplici cittadini, giovani e meno giovani, che hanno conosciuto ed apprezzato Giorgio Oppi nel corso della sua lunghissima esperienza politica ed amministrativa.

Padre Enrico Deidda nel corso della sua omelia ha ricordato la ferita aperta nel cuore di Giorgio Oppi, quella mai rimarginata del figlio scomparso nei primi anni ‘80, a soli 17 anni, vittima di un incidente stradale in pieno centro, a Cagliari. «Adesso il figlio Marco sarà stato tra i primi ad abbracciarlo in questa nuova dimensione della vita», ha detto padre Enrico Deidda.

Giorgio Oppi è stato uno dei maggiori protagonisti della politica sarda negli ultimi 50 anni. Venne eletto la prima volta in Consiglio regionale nel 1979, eletto altre sette volte, con la sola interruzione nel quinquennio 1994-1999, quando non venne ricandidato dal Partito Popolare, per aver superato il limite dei 3 mandati. 

Si ricandidò e venne rieletto nel 1999 nelle liste del CCD, per poi diventare il leader dell’UDC, forza politica con la quale ha recitato un ruolo di primattore nell’intero panorama politico regionale, fino ad alcune settimane fa, quando le condizioni di salute lo hanno costretto a fermarsi, fino a martedì 26 luglio, quando il suo cuore ha cessato di battere.

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I senatori sardi sono stati ricevuti questa mattina in audizione dalla commissione presieduta dall’on. Michele Cossa, per affrontare il tema dello svantaggio territoriale della Sardegna e della proposta di legge di iniziativa popolare che rimetta il principio dell’insularità in Costituzione.

Il primo a parlare è stato il decano Emilio Floris, che ha spiegato come «il cambio di maggioranza al governo del Paese» abbia in qualche modo «rallentato l’iter della proposta firmata da oltre 130 mila sardi, visto che il presidente della commissione competente è della Lega. In ogni caso ci siamo impegnati a richiedere in occasione della prossima riunione di capigruppo l’inserimento della proposta nel calendario dei lavori». L’ex sindaco di Cagliari ha aggiunto: «In  ogni caso va tenuto presente che di solito appena l’uno e mezzo per cento delle proposte di iniziativa popolare diventa legge ma in questo caso mi sento di dire che il traguardo dell’inserimento in Costituzione del principio di insularità sia più alla portata. Non solo: una volta per tutte deve cessare la discriminazione nel campo dei trasporti per cui ciò che per l’Italia è considerato aiuto di Stato dall’Unione europea ed è dunque vietato nelle isole baltiche è invece consentito».

Della stessa opinione Gianni Marilotti, senatore di Cinque stelle, secondo cui «esiste comunque un piano b, ossia quello di presentare noi senatori la proposta di legge, se dovesse essere necessario. Ma c’è anche un’altra strada: una mozione congiunta di tutti i senatori sardi, a sostegno della proposta di iniziativa popolare e per istituire un tavolo permanente tra la Regione, lo Stato italiano e la Commissione Europea, per rimuovere le penalizzazioni a danno delle regioni insulari italiane. Dobbiamo studiare forme di intervento incisive dentro il Senato, può darsi che il presidente della commissione Affari costituzionali, l’on. Stefano Borghesi, stia pensando più che altro alla fine della legislatura e non all’insularità della Sardegna».

Anche la senatrice Lina Lunesu (Psd’az – Lega) ha ricordato la grande partecipazione dei sardi a questa iniziativa e gli «effetti positivi che ne deriveranno per tutti» mentre il senatore Emiliano Fenu (Cinque stelle) ha posto l’accento sulla «necessità di modificare i regolamenti Ue in materia di trasporti e di energia» e ha ricordato che «oltre all’insularità esistono anche le periferie dei territori: anche la Sardegna ha il suo centro e le sue periferie, appunto, discriminate».

Hanno preso poi la parola i commissari. L’on. Antonello Peru (FI) ha ribadito: «Lo Stato non ha difeso la nostra insularità nei trattati, sono necessarie deroghe concrete al principio degli aiuti di Stato, così come ricordato dal senatore Emilio Floris». Per Francesco Agus (Campo progressista) «è utile questa commissione ed è giusta questa battaglia, anche se non sarà una guerra lampo ma una guerra di posizione che andrà oltre questa legislatura regionale e nazionale. Mi chiedo però cosa stiano facendo i senatori sardi per la nostra continuità territoriale, visto che il regime è scaduto e già la prossima stagione turistica è a rischio, se non arrivano risultati concreti. Segnalo che un volo Ciampino-Cagliari acquistato ora con Ryanair per l’estate costa più di 300 euro».

A conclusione della seduta il presidente Michele Cossa ha tirato le somme ringraziando i senatori intervenuti: «Se necessario incontriamo subito tutti i capigruppo e la presidente del Senato. Siamo disponibili a valutare ogni forma di intervento pur di portare avanti il compito che i sardi ci hanno affidato, sottoscrivendo in massa la proposta di legge. Dobbiamo poter ragionare anche in termini di macro regioni, come ci sollecita l’Unione europea sia per la spesa dei fondi strutturali che per l’erogazione dei servizi essenziali come i trasporti. E l’Italia in questo senso appare favorita: dopo la Brexit sarà il nostro Paese quello che avrà il maggior numero di cittadini europei residenti in isole, circa sette milioni. Non è una valutazione da poco».

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E’ urgente inserire il principio di insularità in Costituzione per consentire alla Sardegna di superare gli svantaggi dovuti alla condizione geografica di isola e creare le opportunità di sviluppo economico, che la mettano in una condizione di parità con le altre regioni italiane ed europee. E’ quanto ha chiesto oggi la Commissione speciale per I’Insularità, presieduta da Michele Cossa (Riformatori sardi), durante l’incontro che si è tenuto, questa mattina a Roma, con il presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, Stefano Borghesi. La Commissione da lui presieduta ha, infatti, in carico da ottobre 2018 la proposta di legge di iniziativa popolare per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione, presentata dal Comitato promotore, di cui è presidente Roberto Frongia.

All’incontro hanno partecipato i consiglieri regionali che compongono la commissione speciale: Michele Cossa (Riformatori), Eugenio Lai (Leu), Dario Giagoni (Lega) e Giuseppe Meloni (Pd), insieme ai senatori sardi Lina Lunesu (Lega), Emilio Floris (Forza Italia), Gianni Marilotti (M5S) e Giuseppe Cucca (Italia Viva), mentre non è potuto essere presente Roberto Frongia, impegnato a Cagliari con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia proprio sul tema dell’insularità. Tra Roberto Frongia e Stefano Borghesi ci sarà a breve un colloquio telefonico.

I commissari sardi hanno illustrato al presidente Stefano Borghesi le ragioni che hanno spinto il Consiglio regionale della Sardegna a istituire la Commissione speciale e hanno manifestato l’urgenza di approvare la proposta di legge, così da riconoscere gli svantaggi della condizione insulare e poter intervenire  per colmare il gap infrastrutturale e dei collegamenti da e per le Isole. I senatori sardi hanno garantito il massimo appoggio alla commissione e, in particolare, il senatore Gianni Marilotti, attraverso il suo gruppo, ha chiesto la calendarizzazione della proposta di legge nella Commissione Affari Costituzionali. Il presidente Stefano Borghesi ha assicurato il massimo impegno per portare avanti il provvedimento.
La Commissione speciale per l’Insularità si riunirà martedì, 19 novembre a Cagliari, con all’ordine del giorno l’audizione del Comitato promotore per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione.

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«Se è proprio necessario allontanare temporaneamente un minore dalla sua famiglia, riteniamo che sia più giusto affidarlo a un’altra famiglia e sostenerla invece che consegnarlo alle comunità, che devono tornare ad essere la risposta estrema.»

Lo ha detto l’on. Stefano Tunis (Sardegna 20/20), primo firmatario insieme ai colleghi De Giorgi e Caredda della proposta di legge 13/19 che potrebbe essere discussa dal Consiglio regionale a breve, prima della manovra finanziaria.

L’on. Stefano Tunis, affiancato dal senatore Emilio Floris e dall’assessore all’Industria Anita Pili (sindaco di Siamaggiore), ha ricordato come «nella cultura sarda vi sia da sempre l’istituto non normato de is fillus de anima» e ha spiegato che «per quanto riguarda la nostra Regione il dato Istat del 2012 ci dice che sono stati circa 1200 i minori per cui è stata avviata una procedura di affido. La mancanza di dati recenti la dice peraltro lunga sulla reale condizione di questo settore sociale e dunque sulla necessità che la Regione detti linee guida per i 377 Comuni sardi, d’intesa con i Tribunali per i minori. Purtroppo, a causa di un mancato concreto e fattuale sostegno alla genitorialità biologica, molti di questi bambini rischiano di restare in queste strutture fino al compimento della maggiore età».

Per il primo firmatario «bisogna snellire l’attuale sistema, limitando le lungaggini e la capziosità degli interventi vigenti. Prevederemo un sistema basato su una rete di servizi integrati, che assicuri celerità e trasparenza delle prestazioni». Secondo il senatore Emilio Floris «a proposta 13/2019 si armonizza con la normativa nazionale e valorizza il sostegno alla famiglia di origine e non, oltre che a quello assolutamente indispensabile relativo alla sussidiarietà dell’adozione internazionale, secondo quanto stabilito dalla Convenzione dell’ONU sui Diritti dei Fanciulli del 1989».

Nel merito, il testo prevede l’istituzione di équipe per le adozioni e di centri per l’affido, integrati con i servizi sociali dei Comuni, con quelli delle aziende sanitarie locali, individuando il Plus come il centro idoneo a garantire l’integrazione amministrativa ed il Tribunale per i minori, al quale compete in ultima sede decidere circa l’affidamento del bambino nel suo esclusivo interesse.

«Per permettere agli operatori di agire in maniera uniforme e chiara – ha detto l’assessore Anita Pili – la Giunta regionale, entro quattro mesi dall’approvazione della presente legge, dovrà emanare delle specifiche linee guida regionali in materia di adozione e affido, che rappresenteranno la cornice entro cui dovranno operare i soggetti coinvolti. La Regione dovrà controllare le prestazioni erogate  (verificando anche l’effettiva formazione degli operatori) e costituire l’anagrafe dei minori affidati alle comunità e la banca dati regionale delle persone disponibili per l’affidamento, al fine di poter individuare con la massima celerità le soluzioni più adatte. Sarà garantito il sostegno alle famiglie nell’importantissima fase successiva durante l’affido: la Regione dovrà favorire le necessarie sinergie con la scuola e il mondo dello sport.»

Sono previsti anche l’istituzione della Consulta regionale per le adozioni e gli affidi ed uno Sportello informativo permanente da parte della Regione, con l’obbiettivo di valorizzare sia la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione, sia di fornire le informazioni a coloro che intendono iniziare un percorso di affido o di adozione.

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Domani, venerdì 2 agosto, alle 10.30, nella sala stampa del Consiglio regionale della Sardegna, si terrà una conferenza stampa per la presentazione del progetto di legge n. 13 “Fillus de Anima” sul Sistema integrato di interventi e servizi in materia di adozioni e affidi. Il progetto di legge sarà presentato dai primi firmatari, l’on. Stefano Tunis e l’on. Valerio De Giorgi. Interverranno nella conferenza stampa il sen. Emilio Floris che ha recentemente trattato lo stesso tema nell’assemblea di Palazzo Madama e l’assessore regionale dell’Industria Anita Pili.

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«La consegna in Senato della proposta di legge sull’insularità sostenuta da 100mila firme non è la fine ma l’inizio di una battaglia che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi.»

Lo dicono i Riformatori sardi, all’indomani del deposito della proposta di iniziativa popolare che ha visto mobilitato tutto il partito per mesi e non solo in Sardegna ma in tutte le regioni italiane. Tra l’altro, gli uffici del Senato seguiranno da vicino l’iter della proposta di legge: è quanto emerso dall’incontro con la presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e una rappresentanza del comitato promotore per l’Insularità: il senatore Emilio Floris (Forza Italia) che ha organizzato il colloquio, il consigliere regionale Michele Cossa (Riformatori) e Luciano Uras (Sel). «L’impegno per la raccolta delle firme è stato trasversale – spiega Michele Cossa – e assieme ad altre associazioni e forze politiche siamo riusciti a coinvolgere migliaia di persone non solo in Sardegna ma in tutta Italia. Nonostante sia una nostra battaglia crediamo fortemente che la vittoria possa arrivare solo con una mobilitazione unitaria di tutte le forze politiche sarde e della Sardegna intera».

«Importantissimo – dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois – è stato l’apporto degli emigrati sardi, della Fasi, che con i loro circoli sparsi nelle diverse regioni italiane, ha consentito di dare a questo grande progetto una spinta decisiva e importantissima. Lo stesso vale per l’associazione dei Comuni delle Isole Minori e di tutte le associazioni che assieme a noi hanno organizzato tavolini, banchetti, feste e manifestazioni a sostegno della proposta di legge.»

«L’introduzione del principio di insularità in Costituzione – aggiungono i Riformatori sardi – ci consentirà di rivendicare ancora con più forza ciò che ai sardi spetta di diritto. L’Italia ha un debito di riconoscenza nei confronti della nostra Isola, un debito che risale a quasi un secolo fa e che non è mai stato saldato.»

La raccolta di firme è stata un successo senza precedenti. «In migliaia – dice ancora Pietrino Fois – si sono presentati ai tavolini per sostenere un diritto fondamentale per tutti i sardi. La Sardegna dovrà dimostrarsi estremamente compatta in questa battaglia vitale per le sue prospettive. E sarà in quel momento che capiremo davvero chi sta dalla parte della Sardegna e chi, invece, non lo è.»

«Anche perché – conclude Pietrino Fois -. tutti noi sardi sappiamo che vivere in un’isola ha costi che non sono paragonabili a quelli che ha chi abita in altre regioni: l’energia, i trasporti, la sanità, l’istruzione, richiedono spese che poi si riflettono sulla qualità di vita, sull’opportunità di lavoro e sul benessere. I Riformatori su questo faranno una grande battaglia e non si fermeranno sino a quando l’Isola non avrà quanto le spetta. Perché per noi ci sono prima i sardi e la Sardegna.»

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Questa mattina, a Roma, il Comitato Promotore per l’insularità ha tenuto una conferenza stampa per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare. Per la prima volta in Italia, è stata promossa la sottoscrizione di una proposta di legge di iniziativa popolare di modifica costituzionale che punta ad introdurre nella nostra Carta il principio di insularità.
«Grazie all’impegno generoso di decine e decine di volontari – si legge in una nota del Comitato promotore – è stato sfondato lo straordinario traguardo di centomila firme, oltre settantamila delle quali sono state raccolte in Sardegna. Un risultato quasi incredibile, ottenuto grazie a tutti i sardi, finalmente uniti sulla «madre di tutte le nostre battaglie» e a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che hanno sostenuto la proposta di legge.»
Le firme di sottoscrizione non sono state raccolte soltanto in Sardegna, ma in tutta Italia: con il sostegno della FASI e dell’ANCIM (associazione dei comuni delle isole minori), abbiamo voluto in questo modo sottolineare come la garanzia delle pari opportunità e dei pari diritti dei cittadini isolani sia un problema dell’intera comunità nazionale, la cui soluzione spetta a tutti gli italiani!

Questa mattina alla conferenza stampa, a Roma, hanno partecipato Pierpaolo Vargiu, Michele Cossa, Emilio Floris, Luciano Uras, Christian Solinas, Giannina Usai e Gemma Azuni in rappresentanza del Comitato promotore, mentre la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini che, da emiliana, ha fatto un appassionato intervento a sostegno delle ragioni della insularità, ha garantito, insieme ad altri senatori presenti, il massimo impegno per la rapida discussione della legge.
Il Comitato sardo per l’insularità, la FASI e l’ANCIM, da un lato, sono convinti della oggettiva centralità della “questione insularità” in tutta la progettualità dello sviluppo futuro delle Isole, dall’altro, sono consapevoli di quanto sia importante il riconoscimento del gap che produce ritardo di sviluppo sociale ed economico che spesso rende gli isolani cittadini con diritti ridotti ed affievoliti rispetto ai cittadini della terraferma.

Pierpaolo Vargiu ha ricordato che «nelle isole tutti i servizi sono più costosi a causa del “fattore trasporti”, mentre la salute diventa un elemento di spesa maggiore, da ridimensionare con conseguente taglio dei servizi. Anche i settori che potrebbero produrre eccellenza come l’ambiente, il risparmio energetico e le fonti alternative sono frenati dalle tendenze allo spopolamento. E’ per questo – ha concluso Pierpaolo Vargiu – che chiediamo che il “principio di insularità” diventi un principio costituzionale in grado di certificare la volontà dello Stato di riconoscere le peculiarità e misurare gli svantaggi delle sue Isole e degli italiani che ci vivono».
«Gli isolani, ma anche tanti italiani del continente, hanno fatto sentire la loro voce, sottoscrivendo in modo travolgente la proposta – ha detto Michele Cossa – ora tocca all’intero Parlamento di fare la sua parte, modificando l’art. 119, comma 5 della Costituzione. Da parte nostra il Comitato continuerà a lavorare insieme nella convinzione che sia arrivato il momento di proporre in Italia una vera e propria “rivoluzione copernicana” che ribalti filosofie superate, legate al vecchio concetto di “assistenza che compensa gli svantaggi” per i residenti nelle Isole, per arrivare invece ad una corretta misurazione del complesso delle opportunità – ha concluso Michele Cossa -, puntando a rimuovere le condizioni che impediscono agli isolani di confrontarsi alla pari con tutti gli italiani.»
Accanto al comitato promotore (presidente Roberto Frongia, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, Pierpaolo Vargiu, Alessandra Zedda, Emilio Floris, Luciano Uras, Piergiorgio Massidda, Roberto Deriu, Cecilia Cherchi, Piero Comandini, Luigi Crisponi, Attilio Dedoni, il sindaco di Nuxis Pier Andrea Deias, il coordinatore dei giovani, Matteo Rocca, Pietro Pittalis, Antonello Peru, Franco Sabatini, Stefano Tunis, Giannina Usai segretaria generale dell’Ancim, Romina Mura, il sindaco di Buggerru Laura Cappelli), è nato un comitato scientifico, coordinato dalla prof.ssa Maria Antonietta Mongiu, a cui hanno dato il loro contributo:

Il prof. Paolo Savona, il dr. Gavino Sanna, il prof. Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, la professoressa Maria Del Zompo, la prima donna ad essere eletta Rettore nella storia dell’Università di Cagliari, il prof. Pasquale Mistretta, già rettore dell’Università di Cagliari, il dr. Ettore Angioni, già procuratore generale della Repubblica, dr.ssa Simonetta Sotgiu, Giudice della Corte di Cassazione, il prof. Gianluigi Gessa, il Giudice dott. Federico Palomba, prof. Giovanni Lobrano, ordinario di Diritto romano presso l’università di Sassari, il prof. Francesco Sitzia, Dipartimento di Giurisprudenza di Cagliari, docente di Diritto Romano e diritti dell’Antichità (è stato preside della facoltà di giurisprudenza per 5 mandati – dal 1985 al 1994 e dal 2000 al 2006), prof. Gavino Faa (medico, università di Cagliari), il dr. Paolo Fadda, storico, l’editore Carlo Delfino, il giudice dr. Enrico Altieri, il prof. Mario Sanna fondatore e direttore del Gruppo Otologico, centro riconosciuto a livello mondiale per l’Otologia, l’Implantologia uditiva e la Chirurgia della Base Cranica, punto di riferimento nel suo campo, riconosciuto a livello internazionale, il dr. Francesco Manca, già direttore generale dell’Osservatorio industriale della Sardegna, il dr. Paolo Figus, già direttore de L’Unione Sarda, l’avv. Francesca Curreli, l’avv. Rita Dedola, già presidente del Consiglio dell’Ordine Forense di Cagliari, l’avv. Stefano Altea. 

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«Con la Giunta Pigliaru la Sardegna ha fatto il passo del gambero su tutti i fronti: l’economia è peggiorata e siamo tornati nell’obiettivo 1 della Ue, l’offerta di lavoro è insufficiente, il ciclo formazione/istruzione ha fallito nonostante l’impiego di risorse ingenti.»

Lo ha dichiarato la capogruppo di Forza Italia Sardegna Alessandra Zedda in un incontro organizzato dal partito sui temi del lavoro al quale hanno preso parte il prof. Severino Nappi, responsabile del settore Mezzogiorno, il sen. Emilio Floris componente della commissione Lavoro ed il consigliere regionale Stefano Tunis.

Alessandra Zedda ha quindi espresso la sua profonda preoccupazione per il futuro della Sardegna perché, a fronte dei dati fortemente negativi della Regione, «i recenti provvedimenti del governo nazionale come il c.d. Decreto dignità rischiano di determinare una ulteriore battuta d’arresto dell’economia».

«A 10 anni dalla crisi del 2008 – ha osservato il consigliere Stefano Tunis – la situazione della Sardegna presenta un saldo prima/dopo molto negativo con il calo verticale degli occupati nell’industria e nell’edilizia ed una live ripresa solo nel settore dei servizi». Questo significa due cose: «Che non siamo stati in grado di intercettare nemmeno i segnali minimi di ripresa e che, al netto delle 30.000 persone che andranno in pensione ogni anno, scenderemo ben presto al di sotto della soglia dei 500.000 occupati».

Il prof. Severino Nappi si è poi soffermato in particolare sulle conseguenze del decreto dignità sull’economia meridionale, affermando che «dopo gli sprechi di Renzi le elezioni politiche hanno trasmesso al Sud il messaggio negativo che ci può essere un reddito (di cittadinanza) senza lavoro, e con il nuovo decreto ci sarà ancora meno lavoro mentre il reddito è già scomparso nel nulla. Siamo preoccupatissimi per il futuro dei 20 milioni di italiani del Sud e delle Isole – ha aggiunto – perché se è chiaro che non possono vivere di assistenza è altrettanto vero che non possono accontentarsi di pizza e mare ma serve un grande progetto di sviluppo delle competenze e di potenziamento dei ciclo istruzione/formazione».

Il senatore Emilio Floris ha annunciato il massimo impegno del partito, a partire dall’incontro fissato per domani con il ministro Luigi Di Maio, per cambiare il decreto in due punti significativi: l’aumento del termine da 24 a 36 mesi per la trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato e la reintroduzione dei voucher. «Il primo intervento – ha spiegato – è di buon senso perché aderisce ai fondamentali dell’economia che adesso e in prospettiva indicano una quota maggioritaria di contratti a tempo determinato, il secondo viene incontro alle esigenze di alcuni settori in crescita, come agricoltura e turismo, che possono consolidare più di altri alcuni segnali di ripresa». Il dato di fondo, ha detto, infine, «è che non si può creare lavoro per legge, mantenendo oltretutto (come fa il decreto) una inaccettabile disparità fra privato, obbligato a trasformare i contratti entro 24 mesi a pena di sanzioni, ed il pubblico dove tutto rimane come prima».

«Nell’incontro con Luigi Di Maio – ha concluso Emilio Floris – parleremo anche dei siti di Porto Torres e Portovesme, luoghi simbolo di una Sardegna più povera che ha bisogno di credere in un futuro concreto.»

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Problemi del mercato del lavoro, impatto del Job Act sul sistema dopo la crisi del 2008, prospettive del cosiddetto “Decreto Dignità” recentemente varato dal governo, che fra breve sarà esaminato dalla commissione Lavoro della Camera. Sono i tempi al centro di un incontro di Forza Italia Sardegna che si terrà domani 10 luglio, alle 10.30, nella Sala Gruppi del Consiglio regionale della Sardegna.

Interverranno il prof. Severino Nappi, docente di Diritto del Lavoro all’Università di Napoli ed ex assessore regionale del Lavoro in Campania, il senatore Emilio Floris, capogruppo di Forza in Italia in commissione Lavoro, ed i consiglieri regionali di Forza Italia Sardegna.

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E’ stato depositato oggi in Corte di Cassazione, a Roma, il testo della proposta di legge per l’introduzione del principio di insularità in Costituzione.

In un clima di festa, ma anche di grande determinazione per il raggiungimento dell’obiettivo, si sono dati appuntamento a Roma i rappresentanti del Movimento per l’insularità.

A sottoscrivere il testo erano presenti Roberto Frongia, Emilio Floris, Luciano Uras, Alessandra Zedda, Michele Cossa, Gianfranco Ganau, Attilio Dedoni, Matteo Rocca, Pierpaolo Vargiu, Edoardo Tocco, Giovanni Pileri, Margherita Zurru, Elena Secci, Michele Solinas, Antonello Peru, Piergiorgio Massidda, Vincenzo Corrias, Laura Capelli per la Sardegna, Rino Piscitello e Salvatore Grillo per la Sicilia, il sindaco di La Maddalena Luca Montella e la Direttrice dell’ANCIM Giannina Usai per le Isole Minori, il presidente del Gremio dei Sardi, Antonio Masia, l’euro parlamentare Stefano Maullu.

«Inizia oggi un percorso che deve unire tutti i sardi, al di là di qualsiasi logica di schieramento, nella sfida più importante per il futuro della Sardegna – ha dichiarato Roberto Frongia, presidente del Comitato per l’insularità in Costituzione – che può davvero cambiare le prospettive di crescita della nostra Isola e delle altre regioni insulare italiane.»

«Basta con le vecchie logiche di rivendicazione e di assistenza che ci hanno tristemente accompagnato per lustri, alimentando cultura della clientela e della rassegnazione. Da sabato – annuncia Roberto Frongia – inizieremo la raccolta delle firme in tutte le regioni italiane perché vogliamo che il problema della identità e dello sviluppo delle isole diventi davvero un tema all’ordine del giorno di tutta la comunità nazionale!»

«Vivere nelle isole significa avere problemi peculiari nei trasporti, nel costo dell’energia, nelle reti infrastrutturali, nella sanità, nell’istruzione e nella formazione. Sono problemi dell’intera comunità nazionale e non soltanto degli italiani separati dal mare. Non vogliamo privilegi, né regali – ha concluso Roberto Frongia – le Isole chiedono invece pari punti di partenza e identiche opportunità perché siano finalmente riconosciuti diritti di cittadinanza uguali per tutti gli italiani!»