2 November, 2024
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Joyce Lussu – La Rivoluzione possibile. E’ il titolo di quattro appuntamenti di studio fra cinema, teatro e musica sulla vita e l’opera di una ribelle, organizzati dal Crogiuolo, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri. Joyce Salvadori Lussu: nata a Firenze nel 1912, antifascista, anche per tradizione familiare (i genitori erano intellettuali antifascisti, figli di famiglie marchigiane con origini inglesi), partigiana, capitano nelle brigate Giustizia e Libertà, medaglia d’argento al valor militare, moglie del cavaliere dei Rossomori (così lo definì Giuseppe Fiori nel suo mirabile libro a lui dedicato), del capotribù nuragico (così Francesco Masala nel titolo di un suo famoso radiodramma) Emilio Lussu, mitico capitano della Brigata Sassari nella Grande Guerra, fondatore del Partito Sardo d’Azione e del movimento Giustizia e Libertà. Joyce Lussu: scrittrice, traduttrice (a lei molto devono i versi in italiano del poeta turco Nazim Hikmet) e poetessa. Per ricordarla, approfondire e riflettere, quattro appuntamenti dislocati fra Cagliari, Armungia e Portoscuso, a partire dal 23 giugno fino al 18 luglio.

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La seduta solenne del Consiglio in occasione della ricorrenza de Sa Die de sa Sardigna è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente Michele Pais ha pronunciato un breve discorso di commemorazione dell’ex presidente del Consiglio Salvatorangelo Mereu, recentemente scomparso. Il Consiglio ha osservato un minuto di raccoglimento.

Subito dopo ha preso la parola per l’intervento di apertura della giornata.

Il presidente, interpretando i sentimenti dell’intero Consiglio regionale, ha rivolto un saluto e un augurio a tutti i sardi, «idealmente con noi a formare una grande comunità di uomini e donne che, pur dovendo affrontare le difficoltà del presente, è pronta ad assumersi le proprie responsabilità e a lottare unita per assicurare un futuro migliore ai propri figli».

A 27 anni dal varo della legge che istituì Sa Die per ricordare l’insurrezione popolare che portò alla cacciata dei piemontesi dalla Sardegna e «segnò l’avvio di una stagione politica più attenta al temi dell’identità e delle piccole patrie» restituire alla giornata il suo significato originario significa, secondo Michele Pais, «riflettere sul momento storico che attraversiamo, sulle nostre istituzioni autonomistiche e sul nostro essere sardi oggi». Temi alti, al pari di quelli al centro di festività come quella della Repubblica, dell’indipendenza degli Stati Uniti e dei grandi eventi che scandiscono la storia della Sardegna: Sant’Efisio di Cagliari, l’Ardia di Sedilo, i Candelieri di Sassari, il Carnevale barbaricino.

«Temi di una tale portata – ha aggiunto il presidente – da non poter essere confinati in un freddo calcolo ragionieristico sui costi per l’apertura del Palazzo, perché oggi la cosa più importante è essere qui».

Citando il memoriale di Giovanni Maria Angioy, Michele Pais ha ripreso un passaggio nel quale il grande intellettuale sardo parlava dell’Isola come di una terra che ha tutto il necessario per il benessere dei suoi abitanti e quindi, se ben amministrata, «sarebbe uno degli Stati più ricchi d’Europa». Una «nazione protagonista», secondo la definizione di Giovanni Lilliu, che a giudizio del presidente del Consiglio deve riprendere, partendo dai moti del 1794, a ragionare sulla necessità di una «saldatura perfetta fra città e campagna, del rilancio dei piccoli paesi, di un nuovo rapporto fra Regione ed Enti locali capace di «dare gambe al decentramento amministrativo, superando il concetto di periferia anche attraverso una riforma del sistema di enti ed agenzie regionali concretizzata nel trasferimento di alcuni snodi decisionali in aree marginali».

Rispetto ai rapporti con lo Stato centrale «che hanno toccato in questi anni il punto più basso», Michele Pais ha auspicato una mobilitazione ampia della politica «senza distinzioni di schieramento per fare fronte comune in difesa dell’interesse supremo della Sardegna, cominciando con l’attuazione di tutte le prerogative dello Statuto di Autonomia».

«In questo momento – ha sostenuto Michele Pais – bisogna però andare oltre ed immaginare una radicale riforma del nostro istituto autonomistico, pensando ad un intervento innovativo sullo stesso Statuto che abbia come riferimento il Trentino-Alto Adige che, negli anni, è riuscito a dare forma compiuta al principio di autodeterminazione.»

Senza dimenticare, ha continuato il presidente, uno sguardo attento all’Europa, «ai mutamenti del quadro politico e sociale dove le spinte autonomiste e indipendentiste della Nazioni senza Stato come Catalogna, Scozia, Corsica e Bretagna si fanno sempre più pressanti».

Avviandosi alla conclusione, il presidente del Consiglio si è rivolto ai giovani sardi esprimendo l’auspicio che tornino ad essere protagonisti del futuro della Sardegna, conoscendo il mondo e facendo esperienza «ma rivendicando con orgoglio e fierezza il loro senso di appartenenza». Riprendendo un passo dello scrittore Francesco Masala riferito alla lingua come elemento costitutivo della libertà di un popolo, Pais ha riconosciuto i passi avanti del Consiglio nella difesa del sardo, del catalano e delle altre parlate alloglotte delle Sardegna, specificando però che manca ancora il passaggio fondamentale relativo alla «libertà di insegnare la lingua ai nostri figli nella scuole sarde di ogni ordine e grado».

Arrivato alle battute finali, Pais ha fatto appello ai sardi alla presa di coscienza del proprio passato che, come insegna l’antropologo Bachisio Bandinu, «è la base sulla quale costruire una nuova scena politica ed economica, sociale e culturale per procedere dalla sfiducia alla stima di sé, dal risentimento ossessivo alla proposta costruttiva, dal fatalismo alla progettualità».

Pais ha terminato il suo discorso con gli auguri per la festa di Sa die in sardo e catalano: «Bona Die de sa Sardigna» e «Bona jornada de Sardenya».

La seduta è proseguita con gli interventi dei presidenti dei gruppi.

Il primo a prendere la parola è stato Daniele Cocco di Leu: «Oggi è la festa della Sardegna ma sarà vera festa quando il presidente della Regione  otterrà risposte sui diritti  acquisiti come il tema degli accantonamenti: i 700 milioni che ci sono stati ingiustamente sottratti ci devono essere restituiti. La Sardegna è indietro anche per le responsabilità di tutta la classe politica: molto di quel che si poteva fare non è stato fatto e, a prescindere dalle posizioni politiche, tutti dovremmo collaborare per risolvere la vertenza con lo Stato e praticare sino in fondo lo Statuto speciale. Oggi non è il tempo della polemica ma degli impegni comuni, però tengo a dire che chi ha chiesto di non convocare oggi il Consiglio regionale non l’ha fatto per sminuire l’importanza di Sa die».

Francesco Mura (Fdi): «Chi sposa e definisce il nostro pensiero sa bene che la nostra patria è l’Italia, grande una e indivisibile. Ma questo non ci impedisce di sapere e riconoscere che l’Italia è il frutto dell’unione di tanti popoli. Chi, da sardo, nega che la Sardegna abbia una cultura e una condizione unica fa male alla Sardegna e all’Italia intera.  Cosa resta oggi dell’esperienza di questa cacciata? La considerazione che quando il governo, qualunque governo, si dimentica dei diritti dei cittadini c’è sempre qualcuno che si incarica, nel popolo, di rimettere le cose al loro posto. Dobbiamo avere la forza di smettere di cercare aiuto altrove e pensare a badare a noi stessi. Meritiamo di essere una delle regioni più ricche d’Europa e non abbiamo nemici che ci tengono in questa condizione: il problema è qui, in Sardegna. Dobbiamo liberarci della politica statalista e assistenzialista e occuparci di connettere le città con i paesi. Chi da ultimo ha pensato a una sola città metropolitana con 376 cortes apertas ha sbagliato. La Sardegna ha grandissime risorse e dobbiamo soltanto ben amministrarla, con una rivoluzione culturale che parta da noi».

Michele Cossa (Riformatori sardi): «Ogni 28 aprile la storia in Sardegna dialoga con il coraggio e ci fa sentire un popolo, consapevole e con una identità.  Nessuno può dimenticare che la nostra storia è fatta di uomini e donne che hanno lottato contro la bramosia del potere malato: è sempre tempo di libertà. Ma non saremo davvero mai liberi fino a quando la nostra capacità di autodeterminarci sarà così pesantemente limitata dalle circostanze. Essere isola è opportunità ma molto di più è ostacolo e se il progetto di autonomia differenziata andrà avanti in Parlamento non potrà che peggiorare la situazione.  La battaglia giusta è quella che tre anni fa abbiamo iniziato noi, chiedendo che sia inserito in Costituzione il principio di insularità, sia per i trasporti che per le accise che gravano sui sardi».

Valerio De Giorgi (Misto): «Nel giorno di Sa Die nessuno di noi può dimenticare le recenti rivendicazioni dei pastori sul prezzo del latte o la crisi del porto canale con 700 posti di lavoro a rischio. Siamo chiamati a risposte immediate, cari colleghi, e non possiamo dimenticare i troppi sardi rimasti indietro: non ci può essere sviluppo vero se non ci sono pari opportunità per tutti. Siamo riusciti in passato a liberare le migliori energie, possiamo farlo anche oggi con i sardi che sono nati qui e con chi ha scelto di diventare sardo, come me. Spero che questa legislatura coincida con la stagione dell’unità per il bene dei sardi: dobbiamo stare uniti per far tornare la Sardegna forte».

Desirèe Manca (Movimento cinque stelle): «Confesso di essere emozionata perché questo è il primo intervento del Movimento Cinque stelle nella storia della Sardegna e non poteva esserci migliore occasione. Ripeto le parole di Giomaria Angioy: “Malgrado tutto, la Sardegna abbonda di tutto ciò che è necessario per la sussistenza di tutti i suoi abitanti.  Ben amministrata, la Sardegna sarebbe uno degli stati più ricchi d’Europa”. Era il 1799 e dopo più di 200 anni viviamo in una situazione pressoché immutata. I primi due mesi di vuoto governativo e di intrecci sotto banco, non possono che richiamare le parole di Angioy: avete sventolato l’idea di un cambiamento ma era solo strumentale per richiamare voti. Dopo 60 giorni siete ancora prigionieri della vostra spartizione e tenete in ostaggio una terra martoriata e allo stremo. Qui le aziende chiudono per fallimento e la Sanità, un tempo eccellenza, è in ginocchio: sarebbero bastati 15 minuti e invece dopo 60 giorni tenete tutti i sardi in ostaggio. Il nostro popolo si merita un’amministrazione all’altezza. Ora che noi siamo entrati nelle istituzioni faremo tutto ciò che è possibile per ridare dignità alla politica. Non vi faremo mai nessun tipo di sconto».

Gianfranco Ganau (Pd): «In questa festa nazionale dei sardi non possiamo non notare i drammi presenti in Sardegna, come l’aumento delle povertà e l’incapacità dei governi, a tutti i livelli, di rispondere ai bisogni dei sardi. Per questo mi permetto di sollecitare il completamento della Giunta, perché si lavori a pieno regime e si aumenti l’autonomia di delle Regioni, senza intaccare la ripartizione delle risorse. Oggi dobbiamo ribadire l’unità del popolo sardo chiedendo maggiori poteri e maggiori spazi di gestione autonoma: le ragioni della nostra richiesta di autogoverno poggiano  prima di tutto sull’insularità, che ci impedisce di sfruttare le grandi reti italiane ed europee, a cominciare da quelle energetiche. Senza il riconoscimento della condizione di insularità noi non avremo mai condizioni paritarie di mobilità: questa deve diventare una battaglia di popolo, che avrà il nostro pieno e leale sostegno». 

Per il gruppo Psd’Az il consigliere Francesco Mula  ha ricordato che Sa Die ha un preciso riferimento ad un periodo storico in cui la Sardegna chiedeva autonomia e giustizia contro i soprusi fiscali e sociali del governo piemontese, una storia che purtroppo non è cambiata molto come hanno dimostrato le testimonianze fondamentali di Camillo Bellieni ed Emilio Lussu. Oggi, anche di fronte alla domande rimaste aperte del passato, ha aggiunto Mula, abbiamo il compito di riscrivere lo Statuto da riscrivere in molti punti, un passaggio che sarà tanto più se ci farà andare oltre le celebrazioni raggiungendo risultati concreti con l’impegno comune di maggioranza ed opposizione. Questo piacerebbe molto ai sardi, ha affermato il consigliere, e darebbe un valore non simbolico alla giornata che stiamo celebrando. Abbiamo grandi responsabilità nei confronti del popolo sardo, ha concluso Mula, soprattutto nei confronti di disoccupati, precari, famiglie ed imprese; sappiamo di non aver mai contato su un governo nazionale amico e di aver avuto di fronte su una Unione europea fondata sull’asse franco tedesco. All’Europa, in particolare, ha sollecitato l’esponente sardista, chiediamo una deroga per uscire dalla tagliola degli aiuti di Stato mentre, sul piano nazionale, il nostro accordo con Lega dovrà essere portato avanti su zona franca integrale e continuità territoriale, lotta allo spopolamento specie nelle zone interne, riforma della sanità, opere strategiche, istruzione, lingua, cultura: tutte battaglia sardiste sulla sovranità regionale nelle quali, fra l’altro, hanno creduto gli elettori sardi nelle recenti consultazioni.

A nome della Lega il consigliere Dario Giagoni ha riproposto le parole di Giovanni Maria Angioy sul rapporto fra cattiva amministrazione e situazione socio economica della Sardegna, per sottolineare che il pensiero di un grande uomo del passato crea in noi un forte sconcerto per la sua attualità e per la sua ansia di autonomia, a dimostrazione del fatto che la storia insegna che nessun avvenimento può essere considerato lontano ed estraneo ai fatti che l’hanno preceduto. Nei moti del 1794 c’è infatti, secondo Giagoni, un seme vivo ancora oggi, il sentimento di autogoverno e di riscatto che oggi abbiamo il dovere di raccogliere come moderna chiave di lettura con responsabilità ed unità, con rinnovata capacità di coesione e di difesa della nostra specificità. Oggi, ha concluso il consigliere,  nella giornata del popolo sardo chiediamo ai giovani (anche a quelli purtroppo lontani loro malgrado dalla Sardegna) di conservare le nostre tradizioni, di trasformare i moti di allora in un sentimento di rispetto della volontà popolare, nella volontà di lotta e riscatto, in una autonomia finalmente reale e concreta.

Il consigliere Francesco Agus, dei Progressisti, ha osservato che i ritardi nella formazione della di Giunta, per una sorta di scherzo del destino, hanno fatto coincidere primi interventi dei consiglieri regionali con la ricorrenza de Sa Die, una occasione che di consente di riflettere sulla Sardegna del passato in attesa di conoscere la Sardegna del futuro quando conosceremo governo regionale e programma. Il nostro passato secolare, ha detto ancora Agus, ci riporta ad una riflessione su nostri problemi di sempre, attraversati da di soprusi, dominazioni, governi per interposta persone e ministri di Roma che hanno creduto, sbagliando, di avere la ricetta giusta per Sardegna. Angioy, ha continuato Agus, è molto più di wikipedia, è il sogno vivo (allora come oggi) di una Sardegna libera capace di dialogare con tutti, in Italia ed Europa, con rapporti non subalterni; forse oggi abbiamo smesso di sognare e non possiamo permettercelo, perché ancora oggi il dibattito politico parla di noi come di una pedina nello scacchiere.  Il riferimento all’esperienza del Trentino, ha concluso Agus, ha un valore perché quella Regione ha saputo scrivere una storia di grande unità con il lavoro legislativo e la produzione significativa di importanti norme di attuazione, però va ricordato che tutto questo si costruisce soprattutto con le azioni concrete, con il rispetto delle garanzie dell’opposizioni e delle prassi consiliari consolidate: questo è fare l’unità dei sardi.

Al termine degli interventi dei gruppi ha preso la parola il presidente della Regione Christian Solinas che ha pronunciato il suo intervento in lingua sarda.

Dopo aver affermato che senza lingua non ci può essere vera identità, il presidente ha fatto un riferimento all’ingresso del sardo nella liturgia: «Est de importu mannu sa riforma liturgica a profetu de sa limba sarda, ca gai sos sardos poten faeddare con Deus in sa propria limba ma prus e prus Deus matessi in sa Missa nons faeddati in limba. Chustu cheret narrer chi su populu sardu vivet una esperientzia nova chi aperit unu camminu de fide. Su 28 aprile, sa Die de sa Sardigna, sa festa nazionale de sos Sardos, cuffirmat s’identitade de su populu sardu, ma diventat puru die nodida ca sa limba intrat in Creja e duncas a profettu de su populu de Deus. Su fattu est de ammonimentu a nois puliticos pro chi si faca intrare sa limba sarda in s’iscola. Oe, amus a comprendere totu chi sa consacrazione de sa limba in sa creja matzore de Casteddu e, unu cras, in totu sas crejas de Sardegna, petit, chene duda peruna, una cunsacratzione laica de sa limba in iscola e in totu sas istitutziones de s’Isula».

Soffermandosi poi sulla “lezione” dei moti del 1794, Solinas ha invitato i Sardi a riflettere su quale identità sia necessario costruire per il popolo sardo nel tempo che stiamo vivendo: “Bisonzat de affortire s’identidade territoriale, imbentare un’identidade turistica, economica, ambientale, una forma nova de pastoriu e da massaria. Sos prodotos pretziados in su mercadu mondiale sun sos prodottos identitarios, ca sun nostros e non de atteros. Sa calitade de s’abba, de s’aera, de su terrinu su sos fundamentos de s’isviluppu economico de sa Sardigna, mascamente pro s’identidade singulare chi l’at dadu sa natura. Ma pro li dare valore e profettu bisonzat da dare fortza a una cultura de rispettu e de investimentu”.

In conclusione, un messaggio positivo per il futuro: «Pro nois, supra sa Sardigna non pesat un’umbra de mancamentu e de fallimentu. Nois credimus in dunu tempus nou de fide e de ispera. Approntamus profeto e programmas pro leare unu caminu de creschida e de isviluppu pro su populu sardu. Amus cosas de contare e de produire: b’at meda da narrere e meda prus de faghere».

Augurios sincheros de bona Die de sa Sardigna, Augurios mannos pro sa festa de su Populu Sardu.

Al termine di quest’ultimo intervento, il presidente ha tolto la seduta, riconvocando il Consiglio a domicilio. I lavori dell’Aula sono proseguiti in seduta informale.

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Il presidente della Regione, Christian Solinas ha riunito oggi, nella sala Emilio Lussu, a Villa Devoto, la Giunta regionale.

Fra le altre delibere approvate, l’esecutivo, su proposta del Governatore, ha dato il via libera al programma per le celebrazioni de Sa Die de sa Sardigna, previste per domenica 28 aprile.

Questa la sintesi degli appuntamenti della giornata:

Ore 9-00-10.00 Cattedrale – Santa Messa celebrata da S.E. mons. Arrigo Miglio (le parti significative del rito si terranno in lingua sarda);

Ore 10,15 Palazzo Viceregio – Apertura dei lavori da parte della prof.ssa Carmen Campus, rappresentante del Comitato “Sa Die de sa Sardigna”;

-Saluti del Presidente della Città Metropolitana e del commissario del comune di Cagliari. 

Rappresentazione di una pièce teatrale di Riccardo Laria

– Ore 10,45 Partenza del corteo, dal Palazzo Viceregio al palazzo del Consiglio regionale, accompagnato dal suono delle launeddas del gruppo “Cuncordia a Launeddas”

– Ore 11.00 Consiglio regionale – Seduta solenne con apertura dei lavori da parte del presidente del Consiglio, Michele Pais

– Annuncio del presidente della Regione Christian Solinas della firma del decreto di attuazione della Legge istitutiva dell’Inno ufficiale della Regione Sardegna

– Esecuzione dell’inno “Procurade ‘e moderare”

– Intervento del prof. Luciano Carta, rappresentante del Comitato “Sa Die de sa Sardigna”, che illustra il significato dell’inno “Procurade ‘e moderare”

Sono previsti i seguenti interventi:

Nicola Gabriele, storico: Dall’invasione francese alla congiura di Palabanda: storia, valori, aspirazioni;

Gianni Loy, giurista: 28 aprile, festa del Popolo sardo. Attualità e prospettive;

Capigruppo del Consiglio regionale

Concluderà i lavori il presidente della Regione, Christian Solinas

 

A margine della riunione della Giunta regionale, il presidente Christian Solinas, preso atto della proposta in tal senso formulata dal Comitato per “Sa Die de Sa Sardigna”, ha firmato il decreto che stabilisce le corrette modalità di esecuzione e l’indicazione dello spartito musicale dell’inno ufficiale della Regione, “su patriota sardu a sos feudatarios”, meglio conosciuta come “procurade ‘e moderare”. In particolare, il decreto stabilisce che nelle cerimonie ufficiali o nelle ricorrenze solenni, la modalità di esecuzione delle strofe prescelte è stabilita nella melodia del canto dei “gosos”, in quanto – spiega il decreto – esso accomuna, secondo una tradizione secolare profondamente radicata, tutte le popolazioni delle regioni storico-geografiche della Sardegna. In circostanze particolari più improntate ad una atmosfera festosa, è consentito – specifica il decreto – che l’inno possa essere eseguito “cun boghe ‘e ballu”, ossia con il ritmo del “ballu tundhu” o “ballo sardo cantato”, anch’esso molto vivo nella tradizione sarda.

 

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La Giunta regionale, riunita nella sala Emilio Lussu a Villa Devoto con la direzione del vicepresidente Raffaele Paci, su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, ha stabilito di indire una procedura di selezione, per titoli e colloquio, degli idonei alla nomina di Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari. Un’apposita Commissione, composta da esperti indicati da qualificate istituzioni scientifiche indipendenti che non si trovino in situazioni di conflitto d’interessi, verificherà l’idoneità dei candidati. Un decreto del Presidente della Regione preciserà il numero massimo di candidati da inserire nella rosa degli idonei e la tempistica entro cui concludere il processo di valutazione.

In vista della predisposizione del PPR per le zone interne, è stato affidato alle Università di Cagliari e Sassari (Dipartimenti di Ingegneria Civile, Ambientale, Architettura e di Agraria, competenti nelle diverse tematiche insediative e agroforestali) il compito di avviare una ricerca sul riconoscimento dei rapporti tra le tecniche di gestione agro-silvo-forestali e paesaggio forestale, e tra le forme dell’insediamento nel paesaggio e la pianificazione territoriale. L’obiettivo è quello di arrivare a una conoscenza strutturata finalizzata a individuare e a schedare le pratiche agricole e forestali storicamente utilizzate nelle attività produttive del primario e ancora persistenti, oltre alle tecniche costruttive, composizioni architettoniche, materiali dei luoghi dell’insediamento urbano e rurale della Sardegna, delle attrezzature, delle infrastrutture e dei servizi.

Su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, la Giunta ha approvato la delibera con la quale viene dichiarato lo scioglimento del Consiglio comunale di Sini e nominato il commissario straordinario per la provvisoria gestione del Comune, nella persona di Luigi Mele, segretario generale del comune di Oristano. Il provvedimento si è reso necessario in seguito alle dimissioni rassegnate dal sindaco e da sei consiglieri. Il presidente della Regione disporrà con proprio decreto l’atto formale di scioglimento.

Su proposta dell’assessore Donatella Spano via libera all’aggiornamento su base nazionale delle tariffe per lo svolgimento delle ispezioni sugli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. Nulla osta alla immediata esecutività della delibera di variazione di bilancio dell’Amministratore unico dell’agenzia Forestas.

Su proposta dell’assessore Pier Luigi Caria, la Giunta ha concesso il nulla osta all’approvazione della venticinquesima variazione del bilancio di previsione 2018-2020 dell’Agenzia Agris Sardegna. Sempre su iniziativa di Caria, l’Esecutivo ha approvato il Piano di valorizzazione e recupero delle terre civiche del comune di Milis (OR).

L’esecutivo ha dato il via libera a due diverse delibere proposte dall’assessora Barbara Argiolas. Con la prima vengono approvate in via definitiva, dopo il parere finale della Quinta Commissione del Consiglio regionale, le Direttive di attuazione recanti la disciplina delle caratteristiche, dei requisiti e della classificazione delle strutture ricettive della tipologia bed&breakfast. La seconda invece individua i criteri per la ripartizione del contributo annuo dovuto alle Confederazioni delle imprese artigiane ai sensi della legge regionale 23 gennaio 1986, n. 19.

Su proposta dell’assessore Edoardo Balzarini la Giunta ha autorizzato l’esercizio provvisorio del bilancio di previsione 2019 di Enas, per il periodo 1° gennaio-30 aprile.

Su proposta dell’assessore Virginia Mura è stata approvata una delibera che recepisce gli esiti della ricognizione sui cantieri, nei quali saranno impegnati – in interventi attuati in collaborazione con gli Enti locali – i lavoratori del Parco Geominerario della Sardegna, provenienti dal bacino ex “Ati-Ifras”. Il provvedimento della Giunta dà incarico al Direttore generale del lavoro di avviare le procedure ritenute più idonee per l’immediata riconsegna dei beni immobili agli Enti interessati. Gli interventi negli appositi cantieri sono previsti in una convenzione sottoscritta tra la Regione e l’Ati Ifras. L’accordo, stipulato nel dicembre del 2016, ha dato attuazione al Progetto pluriennale, finalizzato alla stabilizzazione occupazionale dei soggetti impegnati in attività socialmente utili nel Parco Geominerario, secondo quanto previsto dalla Legge regionale n. 34 del 2016.

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Venerdì 7 dicembre, a Villa Devoto, nella sala Emilio Lussu, alle ore 9.30, il presidente della Regione Francesco Pigliaru firmerà con il sindaco di La Maddalena, Luca Montella, il protocollo d’intesa per l’avvio della collaborazione per il rilancio dell’ex Arsenale, restituito alla Regione al termine del contenzioso tra Governo e Mita Resort. Sarà inoltre comunicata la costituzione e la composizione dell’Ufficio del commissario, struttura di supporto al Presidente della Regione in qualità di Commissario straordinario di Governo per la bonifica e la rigenerazione urbana. La stampa è invitata a partecipare.

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A partire dai primi mesi del prossimo anno nei piccoli comuni della Sardegna, che rientrano nel progetto strategico della Regione per lo sviluppo della banda ultralarga nelle cosiddette aree “a fallimento di mercato”, saranno attivate le reti in fibra ottica.

L’importante novità, che scaturisce da un accordo tra TIM e Infratel grazie al quale la Regione Sardegna dà impulso all’attuazione dei programmi di copertura con le reti in fibra, è stata illustrata oggi, a Villa Devoto, nella Sala “Emilio Lussu”, dal Presidente Francesco Pigliaru, insieme agli assessori degli Affari Generali e degli Enti Locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, da Carlo Filangieri, Responsabile Wholesale Operations di TIM e da Maurizio Decina, presidente di Infratel, società in house del ministero dello Sviluppo Economico a cui è stata affidata la costruzione delle dorsali in fibra ottica nelle aree urbane.

Cittadini e imprese potranno così beneficiare di servizi di connettività ad alta velocità fino a 200 megabit. L’accordo prevede che TIM utilizzerà le infrastrutture in fibra “spenta” realizzate da Infratel per portare la banda ultralarga in 252 comuni, attraverso l’attivazione di 1.200 armadi stradali che verranno predisposti all’erogazione dei servizi di connettività grazie a interventi di installazione dell’elettronica e la realizzazione di ulteriori collegamenti in fibra con gli anelli urbani di Infratel e verso le centrali. Già entro la fine del prossimo mese di marzo, in base all’impegno assunto da TIM, le nuove reti saranno operative in circa 80 comuni con l’attivazione di 300 armadi. Tutto il processo di “accensione” della fibra verrà completato entro la fine del 2020, con il progressivo completamento della realizzazione delle dorsali da parte di Infratel e l’adeguamento delle centrali e dei cabinet stradali da parte di TIM.

Sinora i comuni sardi con reti sottoposte alle procedure di collaudo sono oltre 100.

Con 56 milioni di euro la Regione ha promosso la realizzazione delle reti in fibra ottica in 296 comuni in base al primo accordo siglato nel 2015 con il ministero dello Sviluppo economico.

La copertura di tutti gli altri è invece prevista nel secondo accordo di programma sottoscritto nel 2017 con un finanziamento che ammonta a 27 milioni di euro.

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Domani, lunedì 26 novembre, nella sala “Emilio Lussu” a Villa Devoto, alle ore 11.00, nel corso di una conferenza stampa, verrà presentato il piano di attivazione della rete in fibra ottica nelle aree rurali della Sardegna. Intervengono il presidente della Regione Francesco  Pigliaru, insieme agli assessori degli Affari Generali  e degli Enti locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, il responsabile Wholesale Operations TIM Carlo Filangieri e il presidente di Infratel Maurizio Decina.

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Domenica 25 novembre presso il Comando Militare Esercito Sardegna, Palazzo de La Vallèe, via Principe Amedeo, a Cagliari, con inizio alle ore 17.30, sarà messa in scena la pièce teatrale intitolata Donne al fronte. Memorie e Musiche della Grande Guerra.

L’evento è organizzato dal Club Modellismo Storico Cagliari, dal Comando Militare Esercito Sardegna, dal Comitato Sardo Grande Guerra con il sostegno della Fondazione di Sardegna e si inquadra nel programma di manifestazioni previste dal progetto “I Vessilli della Vittoria. Le Bandiere di Guerra della Brigata Sassari e della Brigata Reggio in Sardegna nel centesimo anniversario della conclusione della Grande Guerra”.

Lo spettacolo è scritto ed interpretato da Adriana Monteverde ed Eliana Carrus. Attraverso inedite testimonianze, diari e memorie ricostruisce il ruolo delle donne nel corso del primo conflitto mondiale. 

Crocerossine, Madrine di guerra, Intellettuali e Prostitute, le donne furono presenti al fronte in modo significativo, condividendo con i soldati le fatiche e i dolori della trincea. Fra tutte si ricordano le figure di Teresa Guerrato Nardini, Madrina di Guerra di Emilio Lussu e della Brigata “Sassari” e di Agnes von Kuroswsky, la crocerossina “Catherine” di Addio alle Armi che si prese cura di Ernest Hemingway ferito gravemente sul Piave.

L’impianto scenografico e gli effetti sonori sono curati da Cristiano Floris, artista creativo nel campo delle arti musicali e visive.

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Lunedì 26 novembre, nella sala “Emilio Lussu”, a Villa Devoto, alle ore 11.00, verrà presentato, nel corso di una conferenza stampa, il piano di attivazione della rete in fibra ottica nelle aree rurali della Sardegna. Interverranno il presidente della Regione Francesco Pigliaru, insieme agli assessori degli Affari generali  e degli Enti locali, Filippo Spanu e Cristiano Erriu, il responsabile Wholesale Operations TIM Carlo Filangieri ed il presidente di Infratel Maurizio Decina.

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E’ in programma venerdì 23 novembre, presso il Centro Civico Culturale, in Piazza Emilio Lussu, a Bauladu, l’Assemblea regionale di Generazioni (coordinamento under 40 di Legacoop), dal titolo “Innovare Coop Futuro Cooperativo”.

La giornata verterà sui temi dell’innovazione, a partire dal confronto tra il mondo delle istituzioni, delle Università e della Ricerca, delle imprese e del credito, nella tavola rotonda dal titolo: “Competenze per innovare: Istituzioni, Università e imprese a confronto”. Successivamente il lavoro proseguirà nei tre tavoli tematici dettagliati nel programma.