19 November, 2024
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«Il #Centro Clinico del Villaggio Penitenziario di Uta sarà completato entro il 15 settembre prossimo. L’impegno è stato assunto dai vertici della Azienda Sanitaria Locale n. 8 nel corso di un vertice svoltosi in Prefettura a Cagliari». Ne dà comunicazione Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, sottolineando «l’importanza dell’iniziativa assunta dal Prefetto di Cagliari per delineare il futuro del servizio sanitario della mega struttura in fase di realizzazione nel territorio di Uta». All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, il Direttore generale della ASL 8, Emilio Simeone, il Procuratore Generale della Repubblica, Ettore Angioni, il Direttore della Casa circondariale di Cagliari Gianfranco Pala e il coordinatore sanitario del presidio medico di Buoncammino Antonio Piras.

«Un atto concreto, in attesa della conclusione dei lavori e nella prospettiva dell’inaugurazione dei tre plessi all’inizio dell’autunno, per garantire – osserva Caligaris – un efficiente sistema di prevenzione e cura per detenuti, agenti della Polizia penitenziaria, amministrativi. Una realtà corrispondente a un paese con presenze quotidiane di oltre un migliaio di persone.»

Nel Villaggio Penitenziario, oltre al Centro clinico, con 22 posti effettivi per degenti, sono infatti previsti defibrillatori semiautomatici in ogni piano per il primo soccorso e altri due per la rianimazione cardio-polmonare in punti strategici. Nei progetti della #ASL 8 anche una Tac il cui bando è in fase di predisposizione e un apposito corso di formazione per l’uso dei defibrillatori riservato agli agenti in servizio.

«E’ stata invece esclusa – rileva la presidente di SDR – la presenza di un’ambulanza dentro le mura della struttura penitenziaria di Uta. Si ritiene infatti sufficiente, in caso di necessità, far intervenire quella del Dipartimento di Emergenza di Sarroch, al centro del paese. Il vertice insomma ha messo l’accento sulle questioni organizzative del nuovo corso della sanità penitenziaria a Uta resta il problema però di sapere quando la mega struttura diverrà operativa. Troppi anni di attesa rischiano di trasformare i primi edifici in vecchie costruzione necessarie di ristrutturazioni.»

 

Maurizio Calamida.

Maurizio Calamida, Direttore Generale della Asl 7 di Carbonia.

 

Come è praticamente noto alla stragrande maggioranza dei dipendenti del Comparto della ASL n° 7, è oramai da anni in piedi la vicenda delle fasce retributive attribuite negli anni 2004 e 2008; come è altrettanto noto, dal mese di settembre 2010, l’attuale Direzione provvide a sospendere il pagamento di una fascia retributiva perché vennero sollevati pesanti dubbi sulla legittimità della determinazione dei fondi contrattuali da parte dell’allora Direttore Generale Dott. Pietro P. Chessa. Anzi, per meglio dire, l’allora Direttore Generale con atto formale (delibera n° 920 del 20/08/2009) dichiarò espressamente nulle le deliberazioni con le quali i precedenti Direttori Generali, nel 2005, Dr. Emilio Simeone (delibera n° 1280 del 05/07/2005) e nel 2008, Dr. Benedetto Barranu (delibera n° 1714 del 31/12/2008), avevano modificato ed incrementato i fondi per il finanziamento delle fasce retributive. Il motivo della dichiarazione di nullità era dettato dal “contrasto con i vincoli e limiti risultanti dai contratti collettivi nazionali e che le clausole difformi sono nulle e non possono essere applicate”. Di fatto, quindi, venivano dichiarati nulli anche gli accordi decentrati stipulati tra Azienda ed Organizzazioni Sindacali. Successivamente anche il Collegio dei Sindaci (ovvero i Revisori) della ASL in più occasioni mise in discussione le operazioni sulla rideterminazione dei fondi, ed in epoca ancora successiva gli stessi Revisori – con un esposto del 23/02/2011 – informavano la Procura Regionale della Corte dei Conti circa le gravi irregolarità amministrative e contabili della vicenda. Il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza ha effettuato approfonditi accertamenti al termine dei quali la Procura della Corte dei Conti, nei suoi atti conclusivi, ha affermato la invalidità dei ripetuti contratti collettivi aziendali. 

Poiché la conseguenza è la invalidità dell’attribuzione delle due fasce retributive avvenute con decorrenza 1 aprile 2004 e 1 febbraio 2008, la scrivente Azienda, pur non avendo avuto mai nessun ruolo attivo nei fatti, né aver certamente causato danni, si trova oggi nella spiacevolissima posizione di dover obbligatoriamente porre rimedio alle denunciate irregolarità. Ciò impone di:

1) rivedere l’assegnazione delle fasce retributive fino ad oggi attribuite;

2) procedere al recupero delle somme erogate a titolo di fasce retributive per il passato.

La Direzione Generale è molto consapevole delle conseguenze particolarmente spiacevoli che ci saranno per i dipendenti, ma, con tutta evidenza, di fronte a precise conclusioni dell’Autorità Giurisdizionale Contabile, non ci sono alternative. I Revisori e la Corte dei Conti hanno dichiarato l’obbligo del recupero delle somme. Non si può purtroppo fare altrimenti. Ma l’Amministrazione, questa Amministrazione, è anche consapevole che i Dipendenti non hanno alcuna responsabilità su quanto accaduto; i Dipendenti hanno percepito in buona fede quanto loro attribuito in base agli accordi Azienda-Sindacati rivelatisi poi illegittimi. Ed è proprio per questo che l’Amministrazione sta facendo e farà di tutto per rendere il meno amaro possibile il percorso di normalizzazione del sistema. Questo è un impegno solenne che l’Azienda assume nei confronti di tutti i Lavoratori. In questa ottica è doveroso quindi informare che, se da una parte si procederà nel mese di novembre p.v. a sospendere il pagamento della fascia del 2004 (con un valore medio di €. 50,00 lordi e circa €. 35,00 netti), da un’altra parte si potrà prevedere una forma di compensazione tra quanto oggetto di restituzione per il passato ed i crediti retributivi a vario titolo che verranno a maturare nel prossimo futuro. Su quest’ultimo aspetto si potrà avviare un confronto per un piano di rientro il più possibile condiviso. Tutto quanto sin qui esposto è stato anche riferito ai Rappresentanti Sindacali che proprio oggi sono stati informati della grave situazione in un apposito incontro; dopo ampia discussione i Rappresentanti Sindacali hanno manifestato il loro dissenso sulle posizioni e proposte dell’Amministrazione.

Ma purtroppo, come detto in precedenza, non ci sono alternative e la Direzione spera fermamente in qualche forma di collaborazione. Si informano inoltre i Lavoratori che in questi giorni la Direzione invierà a ciascun Dipendente una lettera con la quale verrà formalmente – come prevede la legge – comunicato il procedimento attivato. Si comunica, infine, che ogni nuova notizia o comunicazione al riguardo verrà tempestivamente diffusa dall’Azienda, la sola ad averne titolo nel merito della questione. Con il presente comunicato la ASL spera di avere in qualche maniera chiarito i gravi problemi riguardanti la vicenda delle fasce retributive e conferma la piena disponibilità ad eventuali ulteriori informazioni o chiarimenti.

Il Direttore Generale

Dott. Maurizio Calamida 

Emilio Simeone 3

Da ieri, giovedì 4 luglio, in virtù di un accordo sottoscritto tra la Asl di Cagliari e le Poste Italiane, è attivo presso il P.O. Businco un progetto pilota che prevede ogni giovedì dalle 11.30 alle 13.30, la presenza nel presidio di un postino telematico, dotato di palmare, stampante e POS. I familiari dei pazienti, e più in generale tutti i visitatori, potranno così’ pagare un bollettino di conto corrente, spedire posta sino a due kg, ricaricare la carta prepagata Postepay e le SIM PosteMobile, Wind, Tim e Tre.

«La ASL di Cagliari ha tra i suoi obiettivi quello di andare i contro alle esigenze dei pazienti e dei propri familiari. Il fine di questa iniziativa – ha dichiarato il direttore Generale Emilio Simeone – è di attivare servizi utili per i pazienti che trascorrono lungo periodo all’interno delle strutture e nelle corsie ospedaliere. Dopo la fase di sperimentazione nel p.o. Businco, il progetto verrà esteso a tutti gli altri ospedali della ASL di Cagliari.»

«La scelta di Poste Italiane di portare un postino telematico negli ospedale – ha precisato Roberta Pierantoni, responsabile servizi postali in Sardegna – rientra tra le iniziative di responsabilità sociale promosse dall’azienda. Si tratta di un progetto sperimentale che ci permetterà di valutare l’indice di gradimento da parte della clientela ed ampliare eventualmente servizi attualmente offerti.»

Ogni giovedì, dalle ore 11.30 alle 13.30, utilizzando le carte Postamat e Postepay e le carte di credito del circuito maestro, i familiari dei pazienti del Businco potranno effettuare una serie di servizi direttamente all’interno del presidio senza doversi spostare.