22 November, 2024
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Un cinghiale abbattuto alcuni giorni fa in territorio di Oliena, in località “Neosula”, è risultato positivo ai controlli di laboratorio che hanno individuato il pericoloso parassita della Trichinella. Nell’ambito delle attività di controllo su Peste suina africana (PSA) e Trichinella, coordinate dall’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della PSA, il Gruppo di intervento veterinario (GIV) ha prelevato diversi campioni dai cinghiali abbattuti consegnandoli ai laboratori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS) di Nuoro: le analisi e le successive verifiche hanno confermato la presenza del parassita. Il ritrovamento in agro di Oliena, seppure a poca distanza dal confine con Orgosolo, aggiorna la mappa sulla presenza della Trichinella in Sardegna che fino a oggi aveva riguardato solo cinghiali, maiali bradi o volpi rinvenuti in territorio di Orgosolo.

L’IZS. «L’appello va a tutti i consumatori affinché acquistino carni e salumi di provenienza certificata e con i dovuti controlli sanitari, ma anche ai cacciatori affinché continuino a prelevare e consegnare i campioni dai cinghiali abbattuti: solo grazie alla loro preziosa collaborazione possiamo mettere al sicuro la salute dei cittadini e garantire il monitoraggio sulla presenza del parassita nel territorio». Lo ha detto il responsabile del centro IZS di Nuoro, Ennio Bandino, che ha aggiunto: «Con la Trichinella non si scherza. Si tratta di un parassita molto pericoloso che, se non gestito con la giusta tempistica, può causare gravi problemi di salute all’uomo e, in casi estremi, può portare al decesso».

Come si alimenta il parassita. La circolazione e quindi la trasmissione del parassita rischia di aumentare nel caso in cui, come più volte documentato dall’UdP, nelle campagne si abbia contaminazione ambientale causata dall’abbandono sui campi di carcasse animali, non smaltite come previsto dalle norme igienico sanitarie, che favoriscono il cannibalismo fra cinghiali o maiali domestici al pascolo brado illegale. Se a queste condizioni di degrado si aggiunge la macellazione clandestina, diretta conseguenza dell’allevamento illegale e dei suini bradi e quindi in totale assenza di controlli veterinari, le possibilità di contagio verso l’uomo aumentano notevolmente.

Trasmissione e sintomi. Il parassita si localizza inizialmente a livello intestinale, per dare poi origine a una nuova generazione di larve che migrano nei muscoli dove si incistano. La trasmissione all’uomo avviene esclusivamente per via alimentare con il consumo di carne cruda o poco cotta contenente la larva del parassita. Il periodo di incubazione è di circa 8-15 giorni, con variazioni da 5 a 45 giorni a seconda del numero dei parassiti ingeriti. La trasmissione può avvenire attraverso il consumo di carni suine (maiale e cinghiale) o equine. La sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea, dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.

La Trichinellosi è una zoonosi parassitaria del genere Trichinella. Presente in tutti i continenti tranne che nell’Antartico, è stata segnalata in più di 100 specie di mammiferi, 13 specie di uccelli, 3 specie di rettili e colpisce oltre 2.500 persone all’anno. Il parassita è presente in Sardegna dal 2005 quando, in due distinti focolai (aprile e dicembre), 19 persone finirono in ospedale con sintomi clinici causati da grave infestazione di Trichinella. In entrambi i casi, verificatisi a Orgosolo, venne accertata che l’origine dell’infestazione era dovuta al consumo di insaccati freschi provenienti da suini macellati senza controllo sanitario.

Nel 2007 un altro episodio coinvolse un essere umano, poi nessuna segnalazione fino al gennaio 2011 quando è ricomparsa la malattia con 6 casi che hanno richiesto il ricovero in ospedale. La Trichinella, tranne un’unica positività riscontrata nel 2008 in un cavallo importato dai Paesi dell’Est e macellato regolarmente in un mattatoio della provincia di Cagliari, è stata rilevata fino a oggi quasi esclusivamente nei territori di Orgosolo. L’infezione, dai primi focolai del 2005, si è diffusa in buona parte dell’agro del Comune, avvicinandosi pericolosamente a Nuoro e sconfinando, da qualche giorno, in quello di Oliena.

La preparazione dei salumi. Il periodo invernale rappresenta il momento di maggior rischio di infezione per l’uomo poiché in questa stagione, tradizionalmente, molte famiglie macellano il maiale per preparare prosciutti, salsicce, guanciali, pancetta e altri derivati. Questi prodotti “fatti in casa” rappresentano la principale sorgente di infezione perché non cotti ed è quindi assolutamente necessario che tutti gli animali macellati o cacciati siano sottoposti all’esame specifico per la ricerca della Trichinella, prima del loro consumo.

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Allerta massima dei servizi sanitari e veterinari della Regione Sardegna per i nuovi casi di trichinella comparsi nelle campagne di Orgosolo con il ritrovamento del parassita in nove cinghiali abbattuti nella giornata di caccia del 27 novembre scorso. Il tema è stato illustrato in una conferenza stampa questa mattina a Nuoro, nella sede dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna (IZS). All’incontro hanno partecipato il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, la dirigente del Servizio sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’assessorato della Sanità, Daniela Mulas, il responsabile del dipartimento IZS di Nuoro, Ennio Bandino, e Pietro Mesina, già primario di malattie infettive all’ospedale San Francesco di Nuoro ed esperto sugli effetti del parassita nell’uomo.

Ai cinghiali, cacciati a Orgosolo in località “Olai”, due settimane fa erano stati prelevati i campioni di diaframma, per essere analizzati, come previsto dalla normativa e come ribadito dalle prescrizioni sulla caccia al cinghiale istruite dall’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della Peste suina africana (PSA). Dopo i dovuti controlli e le verifiche effettuate dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, che su alcuni aspetti saranno ancora approfonditi, la Regione invita i cittadini a prestare la massima attenzione nel consumare le carni suine. «In vista delle festività natalizie e delle tradizionali lavorazioni della carni per la produzione dei salumi, che tante famiglie fanno in casa – ha spiegato Laddomada – invitiamo tutti i sardi ad acquistare carni sicure e provenienti da allevamenti sottoposti a controllo sanitario. Raccomandiamo quindi ai consumatori di evitare l’acquisto di maiali allevati al pascolo brado illegale e senza alcun controllo sanitario. È necessario – ha aggiunto il direttore generale dell’IZS – prendere coscienza che si tratta di animali che potenzialmente potrebbero avere virus, parassiti o altri patogeni dannosi per la salute per l’uomo».
Daniela Mulas ha ricordato che «è sempre possibile effettuare le macellazioni domestiche ad uso famiglia, di suini allevati legalmente, avendo cura di garantire l’obbligatoria presenza di un veterinario della ASL che attesti la salubrità delle carni, così come previsto dalla legge».
L’Unità di Progetto per l’eradicazione della PSA ribadisce la forte preoccupazione per la possibilità che, alla luce dei ritrovamenti del parassita nei cinghiali, sia forte la probabilità della presenza della trichinella anche fra i maiali domestici illegali che vivono allo stato brado nei territori di Orgosolo e dei Comuni confinanti. Questo conferma la necessità di rafforzare la lotta all’allevamento illegale dei maiali per tutelare la salute di tutti e liberarsi di un intollerabile vincolo allo sviluppo di una suinicoltura di qualità, che rappresenta una grande occasione di sviluppo e lavoro per tutta la Sardegna e per le nostre aree interne, in particolare.

La Trichinellosi è una zoonosi parassitaria del genere Trichinella. Presente in tutti i continenti, tranne che nell’Antartico, è stata segnalata in più di 100 specie di mammiferi, 13 specie di uccelli, 3 di rettili e colpisce più di 2.500 persone ogni anno e può portare alla morte. «Si tratta di una larva infettante. Un piccolo verme parassita di circa 1mm di lunghezza che si può trovare nei muscoli dei maiali e di animali selvatici quali la volpe e il cinghiale. Gli animali infetti da Trichinella non mostrano alcun segno della malattia e quindi non possono essere distinti da quelli sani». Così Ennio Bandino che ha aggiunto: «Per identificare i soggetti colpiti è necessario effettuare un esame di laboratorio. Il principale serbatoio è la volpe, ma anche altri carnivori come il lupo, la martora, la donnola e i gatti selvatici».
«La presenza della Trichinella nella fauna selvatica e la promiscuità tra questa e i suini allevati allo stato brado – ha osservato Mulas – è un motivo in più (si pensi alla PSA) per agire con determinazione nel favorire la regolarizzazione degli allevamenti illegali e l’avvio di nuovi modelli di allevamento sottoposti a controllo sanitario e al pascolo confinato».