2 November, 2024
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Sardegna, Parte Montis: in questo angolo dell’Isola, carico di ricchezze della tradizione, archeologiche e culturali ci sono usanze, cibi, produzioni artistiche, chiese e nuraghi; un patrimonio materiale e immateriale che si fonde nel paesaggio in stretto rapporto con la natura. Il Ceas Masullas Parte Montis come ente ideatore del progetto ha individuato, nei comuni del territorio, tutti vicini tra loro e interconnessi proprio grazie a queste ricchezze, le grandi potenzialità presenti che necessitano di essere valorizzate e fatte conoscere. Questo è il punto di partenza del progetto “IntrArt: Tessiamo un futuro migliore”.

Tradizione e ambiente – In questi paesi, per tradizione consolidata ma anche per una ferrea convinzione che quelle stesse tradizioni debbano essere punto di partenza per le generazioni future, c’è grande attenzione nei confronti dell’ambiente: le risorse presenti vanno preservate nell’ottica di dar loro, con l’aiuto dei cittadini e delle nuove generazioni, una fruibilità. In Sardegna perseguire una crescita economica inclusiva e sostenibile è ancora possibile, così come garantire modelli sostenibili di produzione e consumo. L’impegno del Ceas Masullas Parte Montis si muove proprio in questa direzione.

Il progetto – Il richiamo va all’eccellenza del territorio, l’artigianato artistico e l’arte dell’intreccio, che trova nei paesi della zona i più valenti centri di produzione, basti pensare a Mogoro e alla fiera del tappeto che si tiene, ogni anno, partecipatissima. Il progetto “IntrArt: Tessiamo un futuro migliore”, analizzate le problematiche connesse ad un uso non sostenibile delle risorse, vuole muovere nuovi orizzonti di sviluppo per la società contemporanea e condurre alunni, cittadini e professionisti ad acquisire piena consapevolezza del loro ruolo nell’ambiente, partendo da una visione internazionale e dalla conoscenza del territorio regionale e di pratiche e attività concrete da sviluppare nel Parte Montis.

Identità da salvaguardare – Uno degli obiettivi del progetto è anche quello di creare nei più piccoli la percezione di far parte di una comunità da rispettare e salvaguardare per ripercorrere e fare proprie le ricchezze della tradizione: «Partecipare con senso di responsabilità ad un progetto comune. Questo è l’obiettivo principale che IntrArt: Tessiamo un futuro migliore si pone -specifica l’assessore comunale di Masullas, Ennio Vacca -. Protagonisti di questa iniziativa saranno i bambini delle scuole del Parte Montis che scopriranno, con il supporto degli artigiani locali, la nostra tradizione dell’intreccio».

Quando e chi – Si tratta di un progetto dinamico, flessibile e aperto, che si articola in 4 fasi attraverso incontri nelle classi, workshop, seminari, visite guidate. Il progetto è stato presentato oggi, martedì 10 dicembre, presso il teatro della scuola di Masullas. Chiamati a prendere parte al progetto saranno artigiani e designer, studenti, professionisti e cittadini. Verrà anche lanciato un concorso di design internazionale dove artigiani e designer dovranno realizzare un prodotto d’arredo in linea con le politiche del design for all e con i principi di sostenibilità e sviluppo dell’economia circolare.

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Seminare, attendere, curare e raccogliere i frutti: il tutto con pazienza e nel pieno rispetto delle stagioni e della natura. Potrebbe sembrare scontato ma ormai così non è più e un sempre maggior numero di giovani non sa quali prodotti della terra si colgono in autunno e quali in primavera, non ha mai assaggiato molte delle ricette della tradizione né tantomeno ne conosce la preparazione.

L’obiettivo che si propone il  Ceas Masullas – Parte Montis all’interno del progetto “Coltiviamo il Nostro Futuro” è proprio quello di colmare questo vuoto generazionale oltre che promuovere e sostenere la diffusione della cultura ambientale con particolare attenzione alla conoscenza del territorio. In un’ottica di coinvolgimento tra piccoli partecipanti, insegnanti e docenti dei progetti.

L’ultima, in ordine di tempo, delle attività con le scuole del Ceas Masullas – Parte Montis ha avuto come protagonista proprio l’orto: non come semplice luogo di coltivazione e raccolta ma anche e soprattutto come luogo dello scambio tra generazioni, del rispetto dei cicli della natura, della biodiversità.

L’orto, il significato – Orto come laboratorio per una nuova agricoltura orientata dalla biodiversità del nostro territorio, come incubatore di pratiche agricole “sostenibili”, di inclusione sociale e culturale. Orto quindi come simbolo di un modus vivendi che può essere esplicitato anche al di fuori della sua realtà specifica.

Le fasi del progetto – Gli incontri sono cominciati nell’ottobre del 2018, coinvolgendo scuole e famiglie; sono poi proseguiti nel mese di novembre attraverso la presentazione del progetto ai veri protagonisti, i bambini;  tra dicembre e gennaio 2019 si è continuato con la predisposizione dei materiali (di riciclo) per personalizzare l’orto; a febbraio si sono realizzati i semenzai;  in primavera i piccoli orticultori hanno finalmente sperimentato direttamente sul campo tutte le attività necessarie ad avviare e curare il loro orto secondo il metodo dell’agricoltura biologica; a maggio e giugno si è cominciato a raccogliere e, nelle giornate conclusive del 22 e 23 ottobre i bambini hanno scoperto le ricette della tradizione con cui i frutti raccolti possono essere cucinati.

Api, riciclo, sostenibilità – Durante tutto l’anno scolastico sono state organizzate varie attività collaterali: alla scoperta del mondo delle api e dell’apicoltura; si è spiegata l’importanza del riciclo come motore primo per un mondo sostenibile e una vita orientata alla lotta allo spreco dove i veri protagonisti sono, in primo luogo, le nuove generazioni.

Le impressioni dei partecipanti – «E’ stato un momento, articolato nel corso dei mesi, davvero unico – racconta Gaia Grussu del Ceas (costituito dall’associazione Aquilegia e dalla coop Il Chiostro) -. Come organizzatrice sono pienamente soddisfatta dei feedback ricevuti, sono cose che i piccoli ma anche noi grandi terremo per sempre nel nostro bagaglio di conoscenze».

«Un’esperienza nata per legare i bambini al loro territorio tramite un uso consapevole dell’agricoltura nel rispetto dell’ambiente», tiene a sottolineare il dott. Luigi Sanciu, direttore del museo e personale del Ceas.

Per le insegnanti che hanno preso parte al progetto, «è stata un’esperienza emozionante. Oltre all’importanza scientifica e didattica delle attività, per i bambini è stato un lavoro dalla valenza enorme, in cui uno per uno ma soprattutto tutti insieme sono riusciti a dar forma a un prodotto, importante per il territorio e il loro bagaglio culturale».

«I bambini e le bambine della comunità – aggiunge Ennio Vacca, assessore comunale e coordinatore del progetto -, sono gli uomini e le donne che domani vivranno il Pianeta che gli lasceremo in eredità. In un’epoca di riscoperta dei valori della terra e dell’importanza di un’alimentazione sana e che segua il naturale ritmo delle stagioni, “Coltiviamo il nostro futuro”  è un progetto che punta a far conoscere ai bambini e alle bambine tutto questo e molto altro attraverso il saper fare.»

«Il nostro obiettivo – spiegano dal Ceas Masullas – Parte Montis -, è che l’anima dell’inclusione si diffonda attorno alla scuola, esca dalle classi e contagi il territorio con i suoi abitanti. Crediamo che sia tempo di agire, di “fare insieme”. I “nostri” orti devono diventare una fucina spazio-temporale in cui le conoscenze verranno ricostruite in una dimensione condivisa ed inclusiva. Importantissima in questa missione la partecipazione, tutti insieme, di genitori, nonni, bambini, ragazzi e cittadini volontari che arricchiscono con il proprio sapere e il proprio saper fare, il progetto.»

Nelle giornate conclusive del 22 e 23 ottobre i bambini sono stati supportati dall’Auser Masullas, un’associazione di cui fanno parte persone avanti con l’età che offrono servizi di vario tipo tra cui quello del nonno vigile.

Il Ceas Masullas – Parte Montis –  Nato nel 2011, il Centro di educazione ambientale e sostenibilità  è una struttura territoriale che si occupa di ideare, svolgere e promuovere attività di educazione allo sviluppo sostenibile. «Il carburante che muove la nostra macchina, nelle attività e collaborazioni con le scuole, strutture, enti e organizzazioni, è la voglia di promuovere, informare e documentare per diffondere il benessere in tutte e tre le dimensioni della sostenibilità: ambiente, società ed economia».