21 November, 2024
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Dopo la pausa imposta dall’emergenza sanitaria, ritorna la “Discesa dei Candelieri”, uno dei momenti più suggestivi della Solennità dell’Assunta, tra storia, tradizione e devozione.
Presso la Sala Riunioni del Centro Direzionale, sono state presentate le celebrazioni per Sancta Maria di Mezo Gosto, ed è stato siglato lo storico patto di collaborazione tra l’Arciconfraternita del Santo Monte, l’Associazione Candelieri B.V. Assunta ed il comune di Iglesias.
L’accordo firmato da Enrico Collu, Conservatore dell’Arciconfraternita, Guido Borgonovo, presidente dell’Associazione Candelieri e Claudia Sanna, assessore della Cultura e vicesindaco, consentirà di dar vita ad un’importante sinergia per la valorizzazione delle tradizioni storiche e religiose, dei riti della Settimana Santa e delle celebrazioni per l’Assunta.
Con particolare attenzione per la promozione della partecipazione, una maniera, come hanno spiegato i firmatari, per mantenere vive tradizioni antichissime, legate in maniera indissolubile alla storia di Iglesias ed al suo patrimonio culturale.

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Lo storico sodalizio dell’Arciconfraternita del Santo Monte di Iglesias, organizzatore dei riti della Settimana Santa, ha rinnovato le cariche del Consiglio. Conservatore è stato confermato Enrico Collu, il nuovo vice-Conservatore è Luigi Biggio.
Dopo oltre trent’anni lo storico tesoriere Luigi Angioy lascia il ruolo a Remigio Cabras, Andrea Mocci è il nuovo Sacrista maggiore mentre Roberto Orrù avrà funzioni di segretario.
Sono stati eletti anche gli Obrieri della Pietà che, insieme al tesoriere, coordineranno l’attività di beneficenza: Luigi Angioy, Renzo Caprai e Cristian Scanu. I nuovi eletti rimarranno in carica 2 anni.

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Come già anticipato dal precedente comunicato stampa, con profondo rammarico, l’Arciconfraternita della Vergine della Pietà del Santo Monte si è dovuta arrendere alle disposizioni previste dal Governo per arginare il Covid-19 e per conseguenza, quest’anno, le secolari e sacre rappresentazioni della Settimana Santa iglesiente, non potranno svolgersi.

Nel limite delle nostre possibilità, e all’interno delle normative previste dalla Legge, proporremo un programma alternativo alle canoniche processioni e celebrazioni perché sentiamo l’esigenza di sopperire alla privazione che la città di Iglesias subirà rispetto alle sue tradizioni più antiche e sentite.

Nella giornata del martedì Santo alle ore 19.00 in punto, per 15 minuti, la campana della Chiesa di San Michele suonerà come quando solitamente accompagna l’uscita della Processione dei Misteri.

Mercoledì Santo la consueta messa di Precetto, con la particolare benedizione del lignum crucis, verrà celebrata da don Francesco Pau e sarà trasmessa via streaming sulla pagina ufficiale fb dell’Arciconfraternita, viene da se che, per ovvi motivi, non ci sarà alcuna distribuzione dei rami d’ulivo benedetti.

Venerdì Santo è stato deciso di donare uno degli ultimi momenti intimi, segreti e riservati che ci sono rimasti. Da anni l’Arciconfraternita ha deciso di aprirsi alla città, rivelando e raccontando di sé anche al fine di attenuare quell’aura di mistero, di chiusura, di settario sodalizio che sembrava sorvolare attorno al proprio operato. Tra le poche cose rimaste ancora segrete, vi sono alcuni rituali interni di cui uno dei principali è legato alla cerimonia di “deposizione” del Cristo che si tiene in forma rigorosamente privata, ogni venerdì santo alle ore 15.00 esatte. Durante questa cerimonia un confratello, designato all’uopo dal Conservatore, legge una formula contenente al suo interno anche una preghiera che si pone come supplica al “Cristo in Croce” affinché possa garantire protezione e veglia in favore della nostra città di Iglesias. È un atto d’amore che i confratelli, da secoli, offrono alla propria culla natia, nella speranza di garantire alla stessa e ai suoi abitanti la grazia e la benevolenza del Redentore.

Di fatto, quest’anno, dopo più di un secolo, tale preghiera diverrà pubblica, sarà trasmesso un messaggio audio/video sulla pagina fb dell’Arciconfraternita venerdì Santo alle ore 15.00 in punto. Sarà un modo per stare insieme, per stringerci in un unico abbraccio simbolico che possa, come da sempre è accaduto e come per sempre ci auguriamo accadrà, sostituirsi momentaneamente a quell’abbraccio che tutti i fedeli ci garantiscono nelle strade della città quando, allineati, sfiliamo per il Descenso del nostro Signore.

Sempre in occasione del venerdì Santo dalle ore 20:00, orario canonico dell’uscita della processione del Descenso, promuoveremo un’iniziativa da svolgersi sulle terrazze e gli usci delle case affacciate nel centro storico, teatro del passaggio della processione, in collaborazione con privati cittadini e associazioni culturali.

Invitiamo gli adulti di vestire i bimbi con l’abito da baballottis, affinché dalle 20:00, possano suonare le piccole matracche per inondare la città di quel suono tipico che rappresenta la nostra Settimana Santa. Al contempo alcuni volontari delle associazioni sopraccitate, dai balconi o dall’ingresso delle loro abitazioni, proporranno il suono cupo dei tamburi, assecondando il ritmo caratteristico del più celebre strumento processionale che apre i riti del giovedì e del venerdì Santo. In contemporanea, dagli altoparlanti della filodiffusione comunale presenti in alcune vie del centro, saranno diffuse delle musiche comprese quelle solitamente suonate dalla banda musicale durante le processioni.

Siamo coscienti che nessuna manifestazione alternativa potrà sostituire le nostre tradizioni, nonostante questo abbiamo voluto dare un segnale di presenza alla nostra città e ai nostri concittadini, nella speranza che dall’anno prossimo tutto possa ritornare alla normalità per goderci appieno la magia e la misticità della Settimana Santa, secolare evento religioso che ha reso Iglesias famosa in tutto il mondo.

Dalla Conservatoria del Santo Monte

Il Conservatore (dott. Enrico Collu)

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L’Arciconfraternita del Santo Monte, vista l’attuale situazione di emergenza sanitaria che colpisce il Paese, ha comunicato ufficialmente, «non senza rammarico» che le tradizionali e storiche processioni della Settimana Santa, previste per il mese di aprile prossimo, «sono da considerarsi annullate».

«E’ stata la nostra una decisione dura e sofferta, seppur inevitabile, in linea con le misure previste dal Governo atte alla salvaguardia della sanità nazionale che, come già trapela in maniera ufficiosa, saranno prorogate almeno fino alla Pasquasi legge in una nota del conservatore dott. Enrico Collu -. Nonostante questo proveremo, nel nostro piccolo, a mettere in campo delle iniziative in rete, sul sito internet e sulle pagine ufficiali Facebook e Instagram dell’Arciconfraternita. Certo non sarà lo stesso ma vogliamo comunque, sfruttando internet, inviare dei segnali tangibili di quella che è la tradizione più antica e sentita della nostra comunità.»

«Anche in materia di solidarietà stiamo cercando delle soluzioni utili ad esaurire l’intero magazzino di beni di prima necessità in giacenza, al fine di dare sostentamento alle famiglie bisognose che, mai come in questo momento storico, hanno assoluta necessità dell’aiuto di tutti noiprosegue la nota del conservatore dell’Arciconfraternita del Santo Monte –. Vi terremo informati sulle nostre iniziative attraverso i canali internet e social che vi invitiamo a consultare a cadenza giornaliera. Nella speranza che grazie all’intercessione della nostra protettrice, Maria Vergine Addolorata, questo doloroso e inaspettato incubo, che siamo chiamati a vivere, possa terminare nel più breve tempo possibile.»

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Lo scorso 25 maggio, l’Arciconfraternita della Vergine della Pietà del Santo Monte, riunita in assemblea plenaria a Iglesias, ha rinnovato le cariche del Consiglio che governa il Sodalizio.

A seguito delle cinque votazioni sono stati eletti:

Enrico Collu (conservatore)

Remigio Cabras (vice conservatore)

Luigi Angioy (tesoriere)

Roberto Orrù (sacrista maggiore)

Luigi Biggio (segretario).

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Il 2018 è l’anno in cui cadono i cinquant’anni della nascita del Paese Museo, l’esaltante esperienza del comune di San Sperate che – sotto la regia di Pinuccio Sciola – vide nascere un nuovo modo di concepire il rapporto spazio-comunità.

In occasione dell’importante anniversario l’amministrazione comunale, intende proclamare il 2018 “Anno del Paese Museo, paese della creatività”.

I dettagli dell’iniziativa e delle attività culturali ad essa legate saranno illustrate in un incontro con la stampa in programma venerdì 4 maggio, alle 11,30, nell’aula consiliare del comune di San Sperate (in via Sassari 12), dove sarà presentato il progetto “Il paese della creatività. Cinquantennale del paese museo”, promosso dall’Amministrazione comunale.

All’incontro con i giornalisti, parteciperanno il sindaco e l’assessore della Cultura del comune di San Sperate, Enrico Collu ed Emanuela Katia Pilloni, il direttore artistico del progetto, Angelo Pilloni, il direttore scientifico, Paolo Lusci, i rappresentanti delle associazioni coinvolte che, per la prima volta, collaborano tutte insieme a un unico progetto.

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Il 2018 è l’anno in cui cadono i cinquant’anni della nascita del Paese Museo, l’esaltante esperienza del comune di San Sperate che – sotto la regia di Pinuccio Sciola – vide nascere un nuovo modo di concepire il rapporto spazio – comunità.

In occasione dell’importante anniversario l’amministrazione comunale intende proclamare il 2018 “Anno del Paese Museo, paese della creatività”.

I dettagli dell’iniziativa e delle attività culturali a essa legate saranno illustrate in un incontro con la stampa in programma venerdì 4 marzo, alle 11,30, nell’aula consiliare del comune di San Sperate (in via Sassari 12), dove sarà presentato il progetto “Il paese della creatività. Cinquantennale del paese museo”, promosso dall’amministrazione comunale.

All’incontro con i giornalisti parteciperanno il sindaco e l’assessora alla cultura del comune di San Sperate, Enrico Collu ed Emanuela Katia Pilloni, il direttore artistico del progetto, Angelo Pilloni, il direttore scientifico, Paolo Lusci, i rappresentanti delle associazioni coinvolte che, per la prima volta, collaborano tutte insieme ad un unico progetto.

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Si è conclusa nell’Aula del Consiglio regionale, con l’incontro con la conferenza dei capigruppo guidata dal presidente dell’Assemblea legislativa sarda, Gianfranco Ganau, la manifestazione dei sindaci che questa mattina hanno marciato a Cagliari, per protestare contro i vincoli di bilancio e per chiedere alla Regione sarda di farsi parte attiva con il governo perché siano modificate le norme che impediscono l’utilizzo del cosiddetto avanzo di amministrazione.

Le dieci richieste dei primi cittadini, contenute in un documento consegnato ai capigruppo e alla Giunta, sono state illustrate e argomentate oltreché dal presidente dell’Anci, Piersandro Scano, anche dagli undici sindaci intervenuti in Aula (Marco Lampis, Escalaplano; Andrea Piroddi, Bono; Antonio Tirotto, Aglientu; Enrico Collu, San Sperate; Fausto Piga, Barrali; Anna Paola Marongiu, Decimomannu; Anita Pili, Siamaggiore; Efisio Arbau, Ollolai; Angelo Sini, Pattada; Massimo Zedda, Cagliari) che hanno sollecitato un impegno della Regione perché si adoperi con il Governo al fine di iscrivere in bilancio l’avanzo di amministrazione almeno nella parte relativa alla quota di investimenti e che vengano considerate fuori dai vincoli di spesa le risorse destinate alla messa in sicurezza dei territori e degli edifici scolastici nonché quelle riferite all’accoglienza dei migranti.

«Questa è una battaglia che la Regione deve condurre con i sindaci sardi – ha dichiarato Piersandro Scano – perché le nostre amministrazioni sono ormai stremate e costrette alla paralisi dopo anni di tagli “selvaggi”, di blocco degli investimenti e per via  un generale aumento delle competenze e delle responsabilità a fronte di una riduzione delle risorse trasferite dallo Stato ai Comuni.»

Le fasce tricolori hanno invece chiesto alla Regione alcuni impegni precisi sul mantenimento dei livelli di stanziamento nel fondo unico per gli Enti Locali; sul rispetto dei termini per la redistribuzione degli spazi finanziari così da consentire ai Comuni la tempestiva programmazione della spendita delle risorse; una programmazione partecipata con gli Enti Locali; provvedimenti normativi utili ad impedire la revoca delle opere pubbliche nel caso risulti impossibile procedere con l’impegno della spesa per l’espletamento delle procedure di gara; ed hanno insistito sulla necessità di scongiurare “politiche di stampo neocentralista”, sull’esigenza di assicurare una maggiore efficienza all’apparato regionale e sull’opportunità di “azioni ferme” verso il governo, a tutela del ruolo e delle prerogative dei Comuni della Sardegna.

Il presidente della commissione consiliare del Bilancio, Franco Sabatini (Pd), nel ribadire pieno sostegno all’azione dei sindaci («la Regione non può essere la controparte dei primi cittadini ma siamo qui perché vogliamo e dobbiamo lavorare insieme»), ha quindi rilanciato la proposta perché la Regione sarda possa sostituirsi totalmente allo Stato nel finanziamento degli Enti locali, a condizione che lo Stato riduca, almeno in pari misura, la trattenuta annuale sulle quote di entrate spettanti alla Sardegna.

Piena disponibilità al dialogo e alla collaborazione per la ricerca delle soluzioni condivise, nell’interesse dei Comuni e dell’intera Sardegna, è stata manifestata dal capigruppo del Psd’Az, Angelo Carta; dal presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus (Sel); dal capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni; da quello dell’Udc, Gianluigi Rubiu; del Pd, Pietro Cocco e dalla vice capigruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda che, nel corso dei rispettivi interventi e seppur con differenti sottolineature critiche, hanno confermato l’impegno di tutte le forze politiche presenti in Consiglio, a dare seguito alle richieste formulate dai primi cittadini della Sardegna.

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, in rappresentanza della Giunta (era presente anche l’assessore degli Enti Locali, Cristiano Erriu) ha quindi riaffermato la volontà di collaborazione dell’esecutivo regionale («non vogliamo e non possiamo essere la controparte dei sindaci») insieme con la disponibilità ad “discutere e lavorare insieme” per superare i problemi delle entrate finanziarie. «Dobbiamo tutti tener conto però – ha affermato il vice presidente della Regione – che esistono, per i Comuni come per la Regione, precisi vincoli di spesa per effetto della zavorra del debito pubblico italiano di cui tutti dobbiamo farci carico».

«Abbiamo mantenuto i livelli di stanziamento del fondo unico per gli Enti locali – ha aggiunto l’assessore – e sono quantificabili in circa due miliardi di euro gli interventi della Regione che vanno al sistema dei Comuni sardi (progetto @Iscola, biblioteche, musei, cantieri verdi e altri interventi simili) e invito, dunque, quanti affermano l’opportunità di  collegare gli stanziamenti del fondo unico con le entrate della Regione, a valutare il fatto che in tempi di crisi economica le entrate tributarie (in testa l’Irpef) si riducono e di conseguenza diminuirebbero anche gli stanziamenti ai Comuni.»

«La battaglia dei sindaci sui vincoli del bilancio armonizzato e per l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione – ha sottolineato Raffaele Paci – è la stessa che conduciamo come Regione sarda in sede di conferenza unificata delle Regioni, perché vogliamo anche noi il superamento dei troppo stringenti limiti di spesa imposti dallo Stato».

«L’assemblea di oggi segna il primo passo di un confronto e di una nuova collaborazione con gli Enti locali – ha concluso l’incontro tra la capigruppo e i sindaci, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau – e saluto con favore gli impegni assunti per garantire maggiore efficienza al sistema regionale e per condurre insieme una battaglia comune con lo Stato e l’Europa per allentare i vincoli di spesa.»

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

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Pinuccio Sciola al Festival Jazz 1Pinuccio Sciola 3 copiaPinuccio Sciola 2

L’ufficio stampa dei Riformatori sardi ha diffuso una nota sulla proposta di legge sulla partecipazione della Regione Sardegna alla Fondazione “Sciola”.

«Pinuccio Sciola e le sue opere sono un patrimonio della Sardegna, che la Sardegna deve amare e aiutare a far conoscere e amare a sua volta. Conosciuto in tutto il mondo, oggetto di libri e tesi di laurea, non hai mai minimamente allentato il suo rapporto con la sua terra e con il suo paese, San Sperate. Non si è mai fatto prendere da quel provincialismo che spesso porta i sardi se non a rinnegare perlomeno a cercare di mettere in secondo piano le proprie radici. Ha creato opere che per loro natura sono eterne, perché eterno è il materiale che ha usato: le pietre. Le nostre due iniziative nascono dall’esigenza di fare in modo che la Regione sarda sia protagonista nella valorizzazione della figura di uno dei suoi figli più illustri.»

«Nei giorni scorsi è stata presentata dai figli di Pinuccio Sciola, che ne sono i fondatori e che la amministrano – sottolineano i Riformatori sardi -. Il suo obiettivo è quello di promuovere e conservare il grande valore artistico e culturale delle sue opere. La sua attività aderisce all’intenso e consolidato dialogo tra le diverse discipline artistiche e della comunicazione in cui le varie identità creative si confrontano, si trasformano, si fondono, ponendo interrogativi e dando risposte sulle analogie, sui riflessi, sulle complicità reciproche appunto tra scultura, architettura, arti visive, letteratura, musica. Un dialogo in cui i linguaggi si aprono e si attraggono reciprocamente, fondendosi. La Regione Sardegna non può restare indifferente ma deve partecipare attivamente alla promozione e diffusione della grande opera artistica e culturale dell’artista sardo recentemente scomparso.

In particolare, la nostra proposta di legge intende disciplinare in termini generali l’apporto della Regione alla nascente Fondazione, indicando la definizione delle condizioni di partecipazione  alle finalità statutarie della Fondazione e degli adempimenti volti a consentire la fattiva collaborazione dell’istituzione regionale. La proposta prevede inoltre l’individuazione dei rappresentanti della Regione nella Fondazione ed inserisce l’obbligo di relazione annuale al Consiglio regionale, che dovrà esprimersi in merito sotto forma di parere della Commissione consiliare competente. L’articolo 6 prevede una partecipazione della Regione in termini economici pari a 20.000 euro annui a partire dal 2016.» 

L’artista di San Sperate aveva da tempo lanciato l’idea di realizzare una grandiosa iniziativa di promozione culturale della Sardegna, trasformando la statale 131 nel più grande museo del mondo, un’esposizione lunga 240 km con il coinvolgimento di artisti internazionali.

«Concretizzare il sogno di Sciola – rimarcano i Riformatori Sardi – significherebbe realizzare un sentiero ed una guida attraverso un paesaggio irripetibile nella “più bella scultura del Mediterraneo”. Con la mozione, che auspichiamo possa essere sottoscritta e sostenuta da tutti i consiglieri regionali, chiediamo alla Giunta regionale di farsi promotrice, presso tutti i paesi europei, di una selezione di artisti di chiara fama internazionale per realizzare lungo i 240 chilometri della SS 131 un’installazione capace di modificare l’attuale paesaggio della Sardegna, passando da malinconica terra di vacanze a paesaggio unico al mondo e frutto di una cultura millenaria, legata alle sue pietre e alle sue tradizioni.»

Michele Cossa e Attilio Dedoni hanno presentato questa mattina in Consiglio regionale le iniziative dei Riformatori sardi

L’onorevole Cossa ha ricordato che in occasione dei funerali dell’artista il presidente della Regione si era espresso con l’impegno preciso di «portare a termine i progetti del Maestro Sciola». 

Anche il sindaco di San Sperate, Enrico Collu, presente alla conferenza stampa con l’assessore Germana Cocco, ha speso parole di ringraziamento per l’iniziativa dei Riformatori e ha detto: «Non vorremmo che si perdesse nel dimenticatoio le straordinarie relazioni culturali che Pinuccio ha attivato nel mondo e il Museo all’aperto sulla Statale 131 sarà una grandissima opportunità per ospitare in modo permanente le opere di tanti altri artisti amici di Sciola».

Sulla ricaduta economica degli interventi culturali si è soffermato anche il consigliere regionale Attilio Dedoni, primo firmatario della proposta di legge in nove articoli che prevede l’ingresso della Regione nella Fondazione Sciola. «Non si può non rendere merito a questo gradissimo artista sardo e spero davvero che la maggioranza e l’opposizione possano convergere totalmente su questa iniziativa. Abbiamo previsto apposta uno stanziamento di appena 20 mila per euro, proprio per un impegno di spesa simbolico che potrà essere aumentato ma  che intanto è così esiguo da non poter preoccupare nessuno».

All’iniziativa è intervenuto il direttore editoriale dell’Unione Sarda, Gianni Filippini, giornalista di lunghissimo corso. «Spesso le fondazioni sono frenate dalla partecipazione pubblica nella loro operatività quotidiana. Speriamo che questo non accada con la Fondazione Sciola, per la quale il Gruppo che rappresento ha mostrato tutta la sua disponibilità e ora plaude all’iniziativa dei Riformatori e auspica che tutte le forze politiche sarde vogliano essere d’accordo nel merito».