21 November, 2024
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Venerdì 28 dicembre, in piazza Fiume, a Sassari, all’interno dei prestigiosi spazi della Biblioteca Universitaria sarà inaugurata l’esposizione “Una piazza per Enrico”, dando il via a una cornice di eventi tesi a impreziosire e avvalorare il recentissimo battesimo del monumento a Enrico Costa. Sono previsti gli interventi della direttrice della Biblioteca Viviana Tarasconi, dell’assessora alla Cultura Manuela Palitta e della presidente del Circolo Aristeo Simonetta Castia.

L’iniziativa è promossa da Aristeo d’intesa con la stessa Biblioteca, l’Archivio Storico Comunale, e in collaborazione con il Comitato per un Monumento a Enrico Costa. La mostra, che mira anche a ribadire ed evidenziare il valore civico di questo genere di sculture, così diffusamente rappresentate in contesti moderni di tutta Europa, e nel mondo, sarà preceduta da uno speciale vernissage, le “Passeggiate di Enrico Costa” che, a partire dalle 16.30, in Piazza Fiume, guideranno in questa nuova edizione  i partecipanti in una esplorazione e narrazione della storia dei luoghi e dei personaggi che, come Enrico Costa, hanno reso immortale Sassari.

Lungo il mutato scenario della piazza, Daniele Monachella ed i rievocatori storici dell’Associazione Itinerari del tempo restituiranno ai visitatori la dimensione pubblica e familiare dello storico sassarese, all’interno di un racconto destinato a descrivere e a rievocare il vissuto e lo spirito della Sassari dell’Ottocento.

Il viaggio nel passato si concluderà in Biblioteca, dove un percorso espositivo dedicato al Costa si snoderà lungo un filo tematico semplice e lineare, scandito dalle tappe cruciali della vita e delle opere del grande letterato.

L’antico cuore pulsante delle Appendici, il luogo per eccellenza della Sassari nuova a lui tanto cara, farà dunque da sfondo alle vicende umane e pubbliche del genius loci cittadino, unitamente allo sviluppo urbano di luoghi apparentemente meno cruciali e centrali.

Il percorso espositivo si dispiegherà lungo un ricco itinerario archivistico e bibliografico fatto di preziosi testi autografi, oggetti, album fotografici e opere letterarie, testimonianze dirette dell’originale e cruciale fluire della personalità e dell’insegnamento del Costa.

La doppia iniziativa ci accompagnerà verso i 110 anni dalla morte, quando si darà più ampio risalto alla vasta eredità di scritti inediti, attraverso una breve giornata di studi, manifestazioni artistiche e la presentazione di parte degli inediti. L’esposizione, che resterà aperta sino al 16 gennaio, sarà visitabile negli orari di apertura della Biblioteca. Per informazioni contattare il 339 7760176.

 

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Lunedì 17 dicembre, alle 11. 00, sarà inaugurata in Piazza Fiume a Sassari la statua in bronzo dedicata a Enrico Costa, una delle più grandi figure di intellettuale che la città abbia mai espresso.

La scultura è stata realizzata a grandezza naturale dalla fonderia artistica Mariani di Pietrasanta su bozzetto in creta dello scultore Milan Garcia, con progettazione della posa in opera a cura dell’architetta Elena Cenami.

Alla cerimonia di inaugurazione interverranno il presidente del Comitato promotore, Toto Porcu, il sindaco di Sassari Nicola Sanna, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau e l’assessore regionale alla Cultura, Giuseppe Dessena.

L’introduzione e la chiusura dell’evento saranno affidate alle note coinvolgenti della Banda musicale “Luigi Canepa”. Nel corso della mattinata, una prolusione dello storico Antonello Mattone ricorderà e omaggerà le figure di Enrico Costa e di Manlio Brigaglia.

Principali finanziatori sono la Regione e la Fondazione di Sardegna, affiancate da una cospicua partecipazione di sottoscrittori privati. La realizzazione dell’opera sarà impreziosita da una cornice di eventi a preludio delle celebrazioni per i centodieci anni dalla morte del “cantore di Sassari”.

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Questo l’annuncio ufficiale dato, domenica 9 settembre 2018, dal direttore del Dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione dell’Università di Sassari, prof. Marco Milanese: «Ieri è mancata Caterina Virdis Limentani, già ordinaria di Storia dell’arte moderna nella Facoltà di Lingue del nostro Ateneo e già Direttrice del Dipartimento di Scienze dei Linguaggi. La sua produzione è prevalentemente dedicata alla pittura e alla miniatura del Rinascimento europeo e alle indagini tecnologiche relative alla pittura. Ha inoltre rivelato interesse continuo per l’estetica e la produzione degli artisti del nostro tempo, dimostrandosi attenta in particolare ai classici della pittura contemporanea».

Caterina Virdis Limentani ha insegnato Storia dell’arte moderna, Storia dell’arte fiamminga e olandese, Iconografia e iconologia nelle Università di Padova (1970-2006), Milano Cattolica (Scuola di specializzazione, 1999-2002) e Sassari (2007-2011).

Ha partecipato in campo internazionale a numerosi congressi, pubblicazioni scientifiche, mostre, mentre in campo nazionale ha diretto rilevanti campagne di ricerca, ha curato mostre e organizzato convegni specialistici in sedi prestigiose. Suoi allievi insegnano Storia dell’Arte Moderna in varie Università italiane e occupano posizioni di rilievo in istituzioni museali. La sua produzione scientifica comprende riflessioni metodologiche e studi su specifici artisti del Nord, come Rubens e Van Dyck. Si è inoltre particolarmente dedicata alla pittura e alla miniatura del Cinquecento europeo, con una particolare attenzione a Hieronymus Bosch, sul quale è intervenuta anche recentemente nel catalogo della mostra di Madrid.

L’ultima sua fatica,  firmata con Maria Vittoria Spissu, è stata presentata qualche settimana fa a Stintino, quando la prof.ssa Virdis stava già male: «La via dei retabli. Le frontiere europee degli altari dipinti nella Sardegna del Quattro e Cinquecento».

Se si controlla l’OPAC (il catalogo online) dell’ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane), sono oltre sessanta le pubblicazioni registrate a nome di Caterina Virdis Limentani come autrice, come coautrice, come prefatrice, come postfatrice.

Da quest’elenco riportiamo le opere che hanno per oggetto artisti e fenomeni artistici dell’isola di Sardegna, terra natale alla quale Caterina rimase sempre affettivamente legata. I cataloghi seguenti sono una testimonianza viva della sua appassionata collaborazione con la F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) e in particolare con il Circolo sardo “Eleonora d’Arborea” di Padova, di cui era attualmente presidente.

  • Insularità: percorsi del femminile in Sardegna / a cura di Caterina Limentani Virdis; Sassari: Chiarella, 1996; 247 p.; 30 cm. In testa al front.: Comune di Sassari.
  • Paola Dessy: sculture e grafica / a cura di Giuliana Altea, Marco Magnani, Caterina Limentani Virdis, Gian Franco Martinoni; stampa 1999 (Rubano: Grafiche Turato); 46 p.: ill.; 22 cm. Catalogo della mostra tenuta a Padova dal 4 dicembre 1999 al 9 gennaio 2000.
  • Stanis Dessy: dipinti e opere grafiche nel centenario della nascita / a cura di Caterina Limentani Virdis; Padova : Il poligrafo, 2000; 142 p. : ill.; 27 cm. Catalogo della Mostra tenuta a Padova nel 2000.
  • L’ arte dell’incisione a Sassari nel Novecento: produzione, formazione, politiche espositive / a cura di Caterina Virdis Limentani e Paola Dessy; testi di Caterina Virdis Limentani;  Villanova Monteleone: Soter, 2008; 58 p.: ill.; 22×22 cm.
  • Vincenzo Manca: opere 1937-2009 / a cura di Caterina Virdis Limentani; con scritti di Annalena Manca; Padova: Cleup, 2010; 82 p.: ill.; 21×23 cm. Catalogo della mostra tenutasi a Sassari, Palazzo della Frumentaria, 9-26 aprile 2010
  • Albino Manca: L’officina di uno scultore dal mito di Roma al sogno americano / a cura di Giuliana Altea e Caterina Virdis; Roma: Gangemi, 2010; 206 p.: ill.; 24 x 31 cm. Mostra tenuta a Roma al Vittoriano nel 2010. La mostra andò anche nella sede della Legione di Carabinieri di Cagliari dove ci sono quattro statue gigantesche,  realizzate da Albino Manca, proprio sul frontone della Legione.
  • Ascoltare la pietra: sculture di Pinuccio Sciola / a cura di Caterina Virdis Limentani e Roberto Favaro; con uno scritto di Claudio Mazzoli; Roma: Gangemi, 2013; 143 p. : ill.; 22 x 24 cm. Catalogo della Mostra tenuta a Padova nel 2013.
  • Stanis Dessy: maestro del colore e delle tecniche / testi di Caterina Virdis Limentani; Nuoro: Ilisso,  2013; 112 p.: ill.; 30 cm. Catalogo della mostra tenuta presso la Pinacoteca comunale “Carlo Contini”, Oristano 17 maggio-6 luglio 2013.
  • Album delle ore d’ozio di Enrico Costa (1841-1909): impiegato di banca / [a cura di] Paolo Cau; postfazione di Caterina Virdis Limentani; Sassari: Mediando, 2014; 122 p.: ill.; 25 x 29 cm.

– La via dei retabli: le frontiere europee degli altari dipinti nella Sardegna del Quattro e Cinquecento / Caterina Virdis Limentani, Maria Vittoria Spissu; Sassari: Carlo Delfino, 2018; 335 p.: ill.; 31 cm.

Mostre organizzate dalla F.A.S.I. a cura di Caterina Virdis Limentani

Mostra “Sul filo dell’Arte: tessiture d’artista in Sardegna”, catalogo ed. Charta, Teulada, Casa Baronale Sanjust dal 25 agosto al 29 settembre 2001; Cagliari, Centro d’Arte “Exma” dal 26 ottobre al 1° dicembre 2001.

Mostra “Trafitture Preziose” di Giovanna Sechi, Padova, Oratorio di San Rocco, dal 30 settembre al 15 ottobre 2005.

Mostra “Francesco Ciusa: gli anni delle Biennali (1907-!928), coordinatrice Caterina Virdis Limentani, Venezia, Palazzo Molin Adriatica, dal 3 novembre 2007 al 6 gennaio 2008; Firenze, Palazzo Medici Ricciardi, dal 25 gennaio 2008 al 26 febbraio 2008.

Mostra “Antonio Corriga. Pitture e grafiche”, Padova, Circolo culturale sardo, dal 18 marzo al 30 maggio 2016.

Mostra “Elio Pulli dalla terra al sole”, Padova, Circolo culturale sardo, dal 16 al 30 dicembre 2017.

Mostra “Antonio Corriga. Pitture e grafiche”, Siena, Circolo “Peppino Mereu”, aprile 2018.

Testimonianze personali su Caterina dall’interno della  F.A.S.I.

Serafina Mascia, presidente: «Amica carissima, donna generosa e tenace, grande intellettuale impegnata nel trasmettere e far conoscere l’arte, la cultura e la storia della Sardegna lavorando con semplicità nei circoli della F.A.S.I. e nelle nostre città di emigrazione. Curatrice delle più prestigiose mostre della F.A.S.I. e delle attività culturali del Circolo sardo di Padova».

Tonino Mulas, presidente onorario: «Piccola, minuta, dolce e forte. Grande Caterina. Storica dell’arte e intellettuale impegnata, in politica e nel sociale, consigliera regionale veneta del PCI-PDS (dal 1990 al 1993), poi nella F.A.S.I.  Un esempio di rigore,  di misura, di generosa partecipazione, per tutti noi».

Sia Pierangela Abis (già responsabile del Coordinamento Donne) che Francesca Concas (attuale coordinatrice) ricordano con rimpianto il contributo dato da Caterina alle iniziative del  movimento delle donne dei Circoli della F.A.S.I.

Personalmente, dopo averla avuta come giovane e appassionatissima (era appena laureata) docente di Storia dell’ arte al Liceo classico “Azuni” di Sassari, ho ritrovato Caterina nel mondo F.A.S.I. La prima volta di questo “ritrovarci” le manifestai il positivo ricordo che in classe avevamo del Suo insegnamento, finalmente in grado di motivarci allo studio della storia dell’arte, dopo precedenti esperienze con professori didatticamente incapaci. Con mia grande meraviglia si ricordava di un mio tema che il prof. Brigaglia aveva letto in un consiglio di classe per motivare il voto più alto.

Nell’occasione mi regalò una copia del libro di memorie scritto da Marcella Piras Zara, Tramariglio: 1941-1945: cronache familiari da un luogo singolare della Sardegna (Padova: Cleup, 2002). Caterina, parente dell’autrice, è nominata spesso nel libro, ambientato nella colonia penale di Tramariglio (dal catalano Tramarill, “tra due mari”), vicino ad Alghero. Qui il direttore non era un carceriere nel senso vero, ma una figura bonaria che trattava i carcerati come se fossero figli suoi con l’intenzione, forse, di redimerli.

Ultimamente, Le avevo fatto avere una copia del libretto  di Teresa Mannu, Canzunetti, giogghi firastrocchi e gobbuli…: testi inediti della tradizione orale sassarese raccolti dalla mamma di Salvator Ruju / a cura di Sandro Ruju; Sassari: Edes, 2016.

Mi aveva scritto: «Caro Paolo, grazie del bel libretto, curato, elegante, sorprendente per l’impegno della raccoglitrice e  degnamente corredato dall’ottima introduzione del nostro amico Sandro Ruju. Mi dispiace di essere mancata all’appuntamento, ma ultimamente passo da un malanno all’altro. […] Non voglio affliggerti con questi resoconti sanitari, invece preferisco dimostrarti quanto mi stia a cuore il possesso di un libro che contenga i testi  popolari sassaresi di antica tradizione. Sono certa che mi sarà utile per un mio lavoretto dedicato alle memorie familiari, del quale mi permetto di farti conoscere un capitolo».

Il dolore che mi procura la scomparsa di u’amica ritrovata nel modo che ho appena detto è molto forte. Per quello che Lei ha fatto per la F.A.S.I. merita un ricordo adeguato alla Sua professionalità di studiosa e al Suo amore per le iniziative a favore della nostra organizzazione.

A Padova è intitolata al marito di Caterina prematuramente scomparso, Alberto Limentani (1935-1986; professore di Filologia Romanza nelle Università di Cagliari, di Venezia e di Padova), la biblioteca della Accademia Galileiana di Scienze, Lettere e Arti.

L’Università di Padova ha pubblicato il volume Uno sguardo verso Nord : scritti in onore di Caterina Virdis Limentani / a cura di Mari Pietrogiovanna; cura editoriale di Chiara Ceschi, Padova: Il poligrafo, 2016, 494 p.: ill.

Speriamo che – oltre Padova – anche l’amata città di Sassari e la mai dimenticata isola di Sardegna facciano la loro doverosa parte in memoria di una studiosa sarda così illustre!

Paolo Pulina

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha chiesto un incontro al ministro degli Affari Regionali Enrico Costa. Il tema è la Finanziaria della Regione Sardegna impugnata dal Governo su richiesta dello stesso Ministro, relativamente a due norme formali.
Il presidente Pigliaru, che ha ricevuto martedì comunicazione delle motivazioni alla base dell’impugnazione, scrive di dover prendere atto «di un mutato atteggiamento che, nella seppur doverosa e necessaria verifica della legislazione regionale, appare oggi estremamente formale e poco incline a porre in essere l’auspicata collaborazione istituzionale volta a contenere nei limiti strettamente fisiologici il ricorso al contenzioso istituzionale».Assicurando un impegno per la modifica della norma regionale, così da evitare «una impugnativa che, aldilà degli aspetti formali assume un chiaro significato politico», Francesco Pigliaru auspica, in chiusura della lettera, che l’incontro permetta di «riannodare i fili di una positiva e fattiva collaborazione volta a integrare e rendere sinergiche le azioni dei rispettivi livelli istituzionali».

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Quattro appuntamenti per avvicinare la cultura alle periferie e costruire nuove occasioni per la fruizione della letteratura, anche attraverso lo strumento dell’audiolibro. È questo l’obiettivo del progetto “Voci del passato”, promosso a Cagliari dal festival Leggendo Metropolitano in collaborazione con Orientare, la Mem – Mediateca del Mediterraneo e l’Aes – Associazione Editori Sardi.

Nella Grotta della Vipera, l’antico sepolcro romano di Attilia Pomptilla nel cuore del quartiere di Sant’Avendrace, verranno diffusi i suoni e le voci contenuti in quattro audiolibri, ispirati al tema della nona edizione del Festival Leggendo Metropolitano, “Tra la memoria e l’oblio”. Il biglietto di ingresso alla Grotta della Vipera è di 1 euro (gratis per bambini fino ai sei anni, portatori di handicap e accompagnatori).

L’iniziativa vuole in questo modo creare una nuova occasione di diffusione della cultura in quei contesti cittadini che troppo spesso ne restano esclusi, e al contempo agevolarne la fruizione a beneficio di chi – per motivi anagrafici o di disabilità permanente o temporanea – tende ad autoescludersi da tante occasioni pubbliche.

“Voci dal passato” parte sabato 20 maggio alle ore 16.00 con l’audiolibro della Cuec “Tempus”, con la voce del suo autore Giulio Angioni e le musiche di Marco Angioni, per un appuntamento che vuole essere un tributo al grande scrittore recentemente scomparso.

La rassegna “Voci dal passato” proseguirà sabato 27 maggio, sempre alle ore 16.00, con la poesia civile sarda di “Suono di pietra” recitata dall’attore Mario Faticoni, in un audiolibro pubblicato da Condaghes nella collana “Carta e musica”.

La voce narrante di Paolo Poli risuonerà invece nell’antico monumento romano sabato 3 giugno. L’attore  infatti il protagonista dell’audiolibro “Storia di un gatto” di Enrico Costa, pubblicato da Mediando.

L’ultimo appuntamento con “Voci dal passato” rientrerà nel programma del Festival Leggendo Metropolitano. Da giovedì 8 sabato a 10 giugno, sempre alle ore 16.00 e sempre nella Grotta della Vipera, protagonista dell’ultimo appuntamento dell’iniziativa sarà il capolavoro di Emilio Lussu “Un anno sull’altipiano”, letto da sessanta nomi della letteratura e dello spettacolo (da Marcello Fois a Neri Marcorè, da Massimo Carlotto a Fabrizio Falco), in un’opera orchestrata da Daniele Monachella, che dà voce al personaggio principale.

Giulio Angioni.

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Il Governo avvia ufficialmente a Palazzo Chigi il percorso per definire un nuovo accordo sulla finanza pubblica. A portare le ragioni della Sardegna a Roma è stato il vicepresidente della Regione Raffaele Paci che ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Maria Elena Boschi, il ministro agli Affari regionali Enrico Costa, il capo di Gabinetto del ministero dell’Economia e delle Finanze Roberto Garofoli e i dirigenti della Ragioneria generale dello Stato.

Le posizioni del Governo e della Regione sono in questo momento molto distanti, con la Sardegna che rivendica il diritto a tenere nelle sue casse gran parte dei 684 milioni di accantonamenti oggi previsti e il Governo che ha più volte ribadito che la situazione economica nazionale è complicata e non concede molti margini di manovra. «Di sicuro partiamo da posizioni molto distanti e il confronto di oggi (durato due ore, serrato e a tratti duro) lo conferma – dice il vicepresidente della Regione Raffaele Paci -. Ho apprezzato il fatto che, nonostante fosse solo il primo incontro, al tavolo ci fossero tutti i rappresentanti istituzionali coinvolti in modo da essere immediatamente operativi. Abbiamo rappresentato con forza le nostre ragioni e illustrato il dossier predisposto con il presidente Francesco Pigliaru che dimostra quanto la Sardegna ha bisogno di tutte le proprie entrate. Abbiamo detto al sottosegretario Boschi e al ministro Costa che non cederemo di un passo e che porteremo le nostre rivendicazioni fino in fondo. Il Governo, da parte sua, ha preso l’impegno di analizzare in tempi brevi la situazione con il Mef per dare le prime risposte alla Sardegna. Non sarà facile ottenere i risultati che vogliamo: il Governo ci ha ripetuto che la situazione economica italiana è complicata e che le richieste della Sardegna possono generare un effetto a cascata sulle altre Regioni a Statuto speciale. Noi, numeri alla mano, abbiamo ribadito che la nostra situazione è più difficile rispetto ad altre e quindi chiediamo un’attenzione maggiore, che tenga conto del nostro particolare ciclo economico. Il confronto, insomma, è stato avviato: nelle prossime settimane ci rivedremo e ci aspettiamo le prime, concrete risposte».

Pur nella certezza, certificata dalla Corte Costituzionale, che anche le Regioni a Statuto speciale debbano pagare gli accantonamenti, Raffaele Paci durante l’incontro ha sottolineato che si tratta di contributi straordinari che non possono essere incardinati come contributo fisso, cosa che di fatto sta accadendo. «Abbiamo contribuito, e in misura pesante, con 3,3 miliardi di euro in questi anni. Ora basta: continuare a pretendere il pagamento di centinaia di milioni all’anno non può essere accettato. A meno che lo Stato non abbia unilateralmente deciso di modificare il nostro Statuto stabilendo che nelle nostre casse debbano arrivare 5 decimi e non più i 7 decimi dell’Irpef previsti. Perché di questo stiamo parlando: continuare a trattenere tutti quegli accantonamenti significa versare alla Sardegna 2 decimi in meno dell’Irpef che ci spetta e dunque non rispettare lo Statuto. È chiaro che non lo permetteremo e chiediamo al Governo risposte adeguate che sono sicuro arriveranno».

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Gianmario Demuro 2

L’assessore regionale degli Affari generali, Gianmario Demuro, è intervenuto oggi alla riunione del coordinamento delle Regioni a Statuto Speciale della Conferenza delle Regioni che si è svolta a Roma, nella sede di rappresentanza della Sardegna. Era presente, tra gli altri, la Presidente del Friuli-Venezia-Giulia Debora Serracchiani.
«La Sardegna e le altre regioni a Statuto speciale e le province autonome – ha detto Gianmario Demuro – vanno avanti nel confronto sulle regole comuni per la revisione dello Statuto, d’intesa con lo Stato, e sulle norme di attuazione alla luce della riforma costituzionale in corso.»
Gianmario Demuro, nel ruolo di coordinatore del gruppo tecnico (che svolge su delega del presidente Francesco Pigliaru), dovrà prendere contatto con Gianfranco Ganau, responsabile delle assemblee delle Regioni a Statuto speciale e delle Provincie autonome di Trento e Bolzano, per avviare iniziative comuni.
Il coordinamento alla fine del prossimo mese di marzo, incontrerà il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Enrico Costa, per fare il punto sul lavoro svolto.
L’assessore Demuro ha inoltre partecipato, a Roma, all’incontro con il ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia, previsto nell’ambito della seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni.
Al centro del confronto c’era la valutazione dei provvedimenti attuativi della legge 124 del 2015 (riforma della pubblica amministrazione) approvati, in via preliminare, dal Governo lo scorso 20 gennaio.
«Anche su questo fronte – ha conlcuso l’assessore Demuro – si è registrata una piena convergenza sulla necessità di favorire il processo di semplificazione delle pubbliche amministrazioni e conseguentemente venire incontro alle esigenze dei cittadini.»

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La vita, gli amori e le scelte della giovane giudicessa Adelasia di Torres verranno narrate nella medioevale Bosa dall’attore e drammaturgo Gianluca Medas accompagnato dalle musiche del chitarrista e compositore Andrea Congia, dai canti della poetessa improvvisatrice Paola Dentoni e dalla partecipazione straordinaria del Coro di Bosa. L’evento, inserito all’interno delle manifestazioni estive del Comune di Bosa, è organizzato dalla Cooperativa L’Antico Tesoro. L’appuntamento è previsto per venerdì 21 agosto, alle ore 21.30. sul piazzale dell’Ex Convento dei Cappuccini a Bosa, sito nel Corso Garibaldi. L’ingresso è libero.

L’opera teatrale e musicale prende spunto dal testo dello scrittore Enrico Costa che racconta la figura della Giudicessa Adelasia, vissuta in una Sardegna divisa in giudicati ma che gode della sua massima autonomia politica. All’interno della performance artistica, s’incontrano le scelte drammaturgiche dell’attore Gianluca Medas supportate dai suoni del musicista Andrea Congia che creano uno scenario su cui si incastonano i canti provenienti da due delle più importanti espressioni della tradizione del popolo sardo: i mutetus improvvisati del Campidano interpretati da Paola Dentoni e il canto polivocale a traggiu proposti dal Coro di Bosa.

2015-08-21 Bosa Adelasia Locandina

Dalle marmellate della nonnina di Fonni alla pasta biologica che sta conquistando l’Europa: storie di prodotti sardi richiesti dai consumatori più esigenti del mondo.

Lo scrive anche l’ultimo libro di marketing: non si vendono solo prodotti, si vendono storie. Le storie, pertanto, sono le vere protagoniste del Food Festival di Porto Cervo, la vetrina per i prodotti sardi che puntano a imporsi sui mercati locali e internazionali. Storie di produttori e piccole eccellenze nostrane che nascono nelle terre remote della Sardegna e qualche volta riescono a imporsi addirittura nelle tavole della globalizzazione.

Storie come quella della famiglia Serusi di Fonni, quelli delle “marmellate”, da più di dieci anni uno dei fiori all’occhiello delle colazioni degli hotel esclusivi che la Starwood gestisce per conto della proprietà del Qatar. Da Fonni ai clienti di tutto il mondo. «Abbiamo otto ettari di frutteti e a un certo punto abbiamo pensato di produrre marmellate e confetture biologiche – racconta la signora Giovanna, madre e anima dell’azienda – le facciamo con mele, pere, fichi, fragole e tante altre ancora». Pare che quella al peperoncino riscuota successi imprevisti, visto che di solito il peperoncino é associato al salato. Ma spesso queste piccole grandi imprese familiari devono confrontarsi con lo scetticismo degli stessi concittadini o di una parte di essi, di chi pensa che uno sia un po’ folle lanciarsi in imprese commerciali che possono essere percepite come rischiose e complicate. «Una volta una mia vicina di casa mi ha visto raccogliere le more e mi ha chiesto se non avessi niente altro da fare. Ma noi raccogliamo la frutta di stagione, usiamo solo frutta fresca, con poco zucchero e senza conservanti né condensati». 

E, per la cronaca, la frutta si raccoglie ancora dagli alberi a mano. Come il formaggio caprino, il quale viene lavorato seguendo scrupolosamente la qualità artigianale nella lavorazione. Ne sanno qualcosa Danilo Farina e la moglie Daria Cambedda, dell’azienda Mannalita di Oliena. Danilo era il manager di un’azienda alimentare, si è licenziato e ha deciso di proseguire il suo percorso di vita facendo la strada inversa della filiera: tornando alle origini del prodotto. Partendo dalle capre si produce così un formaggio caprino di qualità abbinato con zafferano, erba cipollina, noci, pepe rosa e altro ancora. Anche qui all’inizio c’era la solita immarcescibile diffidenza. «Non nascevamo come allevatori – raccontano i titolari dell’azienda – e quando andavamo a comprare le capre ci guardavano straniti e ci dicevano di lasciar perdere, che non era roba per noi. Oggi quegli stessi allevatori ci vengono a trovare per chiederci qualche segreto sulla lavorazione del formaggio«.

Capita anche che la pasta sarda cerchi nuove strade per confrontarsi col mondo e fare il grande salto. É la storia di Silvio Carta e della sua Artinpasta, che nasce in Ogliastra 12 anni fa; Carta  capisce che la pasta fresca, per ovvie ragioni, ha campo limitato e che esportare é il futuro. Così nasce l’idea di usare il grano duro della sua terra ma anche una speciale farina Kamut proveniente dall’ America per produrre una pasta biologica che vende in tutta Europa: dalla Svizzera alla Gran Bretagna, passando per Austria e Germania. «Da piccolo andavo con mio padre al mulino di Urzulei e ricordo quell’odore quando si aprivano i sacchi di grano duro – racconta il signor Carta – ebbene, dopo tanti anni ho riscoperto quella fragranza in un ben preciso tipo di farina che occupa un settore commerciale di nicchia. Ho deciso, così, di produrre pasta solo con quella farina». Piccole storie di un commercio che punta sull’eccellenza per abbattere diffidenza e confini geografici. Quello che é lo spirito, in fondo, anche del Food Festival di Porto Cervo, la  rassegna del cibo che quest’anno taglia il traguardo della settima edizione e propone ancora una volta numeri di tutto rispetto: 34 produttori, dei quali almeno venti provenienti dall’Isola. Si parla dunque di eccellenze sarde che puntano ai mercati internazionali partendo dal richiamo dell’evento organizzato dalla Starwood, che gestisce gli alberghi della Costa Smeralda di proprietà del Qatar.

L’evento è stato anticipato alla prima settimana di giugno, dopo che per le prime sei edizioni si svolgeva a settembre, in modo da consentire ai produttori di poter acquisire clienti sfruttando la stagione in corso. Un modo per incrementare il giro di affari in vista dell’imminente stagione turistica. «Per noi è certamente una grande opportunità – spiega Maddalena Caddeo della Ittica Cabras – tutti mi chiedono la differenza tra la nostra bottarga e quella degli altri: io rispondo sempre che il nostro prodotto è artigianale». Ecco che anche la bottarga, che nasce dalle uova di muggine e rappresenta uno dei piatti più internazionali, trova il suo valore aggiunto nella tradizione. «Uno dei nostri prodotti, la bottarga “La Bella di Cabras”, nasce da un omaggio a mia suocera, che si chiama Rosa e il cui padre, nonno Amadu, il fondatore dell’azienda, si chiamava Salvatore – racconta Maddalena Caddeo, moglie del nipote della maestra della bottarga made in Cabras – esattamente come i personaggi del libro omonimo di Enrico Costa, che abbiamo voluto citare». Un’altra storia che crea quella economia cosiddetta “immateriale”, che non si vede accanto al cibo che si mangia, ma che in fondo accompagna ogni cosa che arriva sulla tavola nel mondo globalizzato. E che alla fine fa la differenza.

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Gianluca Medas - Andrea Congia - Orizzontale (foto Sara Deidda)

Domenica sera, alle 19.00, al Museo multimediale del Regno di Arborea di Las Plassas, andrà in scena “Adelasia di Torres”.

Un viaggio tra il mito e la storia, quasi un poema antico attraversato da verità nascoste e suggestioni. Si può definire così Adelasia di Torres, produzione teatrale dei Figli d’Arte Medas. Lo spettacolo, una narrazione con musiche di scena tratta dal romanzo di Enrico Costa, sarà interpretato dalla voce narrante di Gianluca Medas con l’accompagnamento della chitarra classica di Andrea Congia e dei mutetus di Paola Dentoni. Si tratta dell’evento di chiusura della manifestazione “Amore e Guerra nel Medioevo”, che si svolgerà al MudA nelle giornate di sabato 23 e domenica 24 maggio.

Pubblicato a Sassari nel 1898, Adelasia di Torres è un romanzo storico di Enrico Costa ambientato nel XIII secolo, momento di massima autonomia politica della Sardegna giudicale. A regnare è la Giudicessa di Torres, Adelasia, donna avvolta nella leggenda ma anche persona reale, sposa e madre.

GLI ARTISTI Gianluca Medas è il narratore dello spettacolo. Artista poliedrico ed erede dell’unica famiglia d’arte della Sardegna, è il direttore artistico dell’Associazione Figli d’Arte Medas. Andrea Congia, laureando in Etnomusicologia al Conservatorio di Cagliari, chitarrista (chitarra classica, baritono e fretless), è impegnato da tempo nella coniugazione di Parola e Musica. Paola Dentoni sale per la prima volta sul palco all’età di 12 anni. Alcuni anni dopo inizia la carriera da cantante condividendo il palco con importanti poeti sardi. Si aggiudica il titolo di “Miglior Cantadora” e il primo posto nella manifestazione “Su cantu de sei” tenutasi a Sinnai.