19 November, 2024
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Domani, venerdì 27 aprile, gli appuntamenti con l’VIII Festival pianistico del Conservatorio di Cagliari proseguono con “Invito a concerto”. Alle 18.00 nell’aula magna dell’istituzione di piazza Porrino la musicologa Martina Stracuzzi illustrerà il programma del concerto di mercoledì 2 maggio, quando il violoncellista Oscar Piastrelloni, in duo col pianista Riccardo Leone, il flautista Enrico Di Felice, il violista Dimitri Mattu, l’arpista Cristina Greco, il clarinettista Fabrizio Fadda e il soprano Maria Grazia Piccardi accompagnati al pianoforte da Manuele Pinna, proporranno una serata incentrata sulle musiche di Claude Debussy, compositore a cui quest’anno, in occcasione del centenario della morte, il Festival dedica questa edizione.

Nato da un progetto del pianista Stefano Figliola, docente di pianoforte nell’istituzione musicale cagliaritana, il Festival Pianistico è divenuto negli anni un sicuro riferimento per quel pubblico che sempre più numeroso ed attento ne ha seguito le precedenti edizioni. Il festival quest’anno conta sulla collaborazione con i Dipartimenti di Teoria e Analisi, Composizione, Direzione e Musicologia”, “Strumenti ad arco e a corda”, con la Sezione Interdipartimentale di “Discipline d’insieme e con l’Istituto di Alta Formazione Artistica e Musicale Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Como.

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L’Ensemble Spaziomusica inaugura domani sera (martedì 9 maggio) la seconda edizione della New MADE Week, la rassegna di musica contemporanea in programma a Cagliari fino a sabato 13. Diretto da Riccardo Leone con Enrico Di Felice al flauto, Simone Floris ai clarinetti, Giorgio Oppo al violino, Nicoletta Pintor al violoncello, Christian Cassinelli al pianoforte e Roberto Migoni alle percussioni, il complesso cagliaritano sarà in concerto al Centro Culturale la Vetreria, in via Italia, a Pirri, a partire dalle 20,30 con ingresso gratuito.

In programma composizioni di Alex Nante (“Aleph”), Daniel Linker (“Espìritu del Agua”), Panayiotis Kokoras (“Mutation”), Anthony Green (“Lighter Motives”), Pierre Boulez (“Derive 1”) e Gabriele Caselli (“Aftermath”). Apre la scaletta “A Franco”, un brano di Marcello Pusceddu dedicato a Franco Oppo, il compositore scomparso l’anno scorso, figura di riferimento per la musica contemporanea in Sardegna. È proprio in seno al Festival Spaziomusica da lui fondato che Riccardo Leone e Enrico Di Felice hanno dato vita all’omonimo progetto musicale nel 1982. Formazione variabile per numero e scelta dei suoi componenti, in trentacinque anni di attività l’Ensemble Spaziomusica può vantare la partecipazione a diversi e importanti festival in Italia e all’estero, come Nuova Consonanza di Roma, Festival Contrechamps di Ginevra, Ferienkurse Darmstadt, Ars Mobilis di Parigi, Festival S.I.M.C di Tirana, Festival “Encuentros” di Buenos Aires (1996), Temporada 96 di Montevideo (1996), Festival L.I.M di Madrid (1997), Festival Cinque Giornate di Milano (2012 e 2013) e una tournée in America Latina che ha toccato le principali città di Argentina e Uruguay. Nel 2012 ha pubblicato un CD dedicato a John Cage, nel centenario della nascita, molto apprezzato dalla critica specializzata.

 

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Venerdì 9 dicembre, alle 18.30, nella chiesa del Santo Sepolcro, a Cagliari, verrà presentato il CD “Musica d’organo nella Sardegna dell’Ottocento” in cui protagonista è Francesca Ajossa, giovante talento del Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina”, che suona  all’organo storico Piacentini-Battani (1875) della stessa chiesa del quartiere Marina.

Edito dalla prestigiosa etichetta bolognese Tactus, il CD si colloca nel quadro delle attività del LabOs (Laboratorio Organi Storici del Conservatorio di Cagliari), volte alla valorizzazione del patrimonio organario storico della Sardegna e dei giovani organisti che hanno acquisito, grazie alle attività del laboratorio stesso, una nuova consapevolezza sull’importanza e il valore del  cospicuo patrimonio di strumenti storici ancora esistenti nella nostra isola.

La diciassettenne Francesca Ajossa interpreta con grande maturità e consapevolezza una serie di brani di autori sardi o attivi in Sardegna tra l’ultimo scorcio del Settecento e la fine dell’Ottocento mostrandoci una Sardegna “urbana” del tutto allineata al gusto italiano del tempo, in cui il linguaggio operistico è soverchiante, ma che, timidamente, trova anche il tempo per riflettere su sé stessa e sulle sue peculiarità culturali e sulle sue musiche.

Dalle musiche di Michele Fusco, Francesco Vegni, Giovanni Stefano Masala di Bosa, dense di echi tardo-settecenteschi, agli accenti pienamente romantici di Nicolò Oneto e Giovanni Battista Dessy, alle leggerezze di Antonio Porcile si giunge al rigore scolastico della fuga del nuorese Priamo Gallisay, segno dei profondi cambiamenti che la musica organistica e sacra in genere conosce alla fine del XIX secolo.

Il tutto incorniciato dal “Hymnu sardu nationale” del sassarese Giovanni Gonella e da un “ballo sardo” trascritto da un anonimo nella seconda metà dell’Ottocento che appunto vogliono rappresentare quel sentimento “nazionale” che pervase le elites sarde negli anni del Risorgimento.

Un grande sforzo produttivo LabOs in collaborazione con il Conservatorio di Cagliari, sotto la direzione artistica di Angelo Castaldo, con le ricerche storico-musicologiche di Roberto Milleddu, il supporto organario di Davide Murgia, e con la presa del suono di Enrico di Felice.

Conservatorio

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Una giornata di studi, ma anche concerti, per ripercorrere la vita e le opere di Giuseppe Agus, violinista cagliaritano che ebbe un ruolo di spicco nel panorama culturale londinese del Settecento, ma che la storia ha invece dimenticato.

L’iniziativa è dell’associazione Echi lontani che, insieme al Conservatorio di Cagliari, domani, sabato 3 dicembre alle 9.30 nell’aula magna dell’istituzione musicale organizza “Giuseppe Agus, un violinista cagliaritano nella Londra del ‘700”. La giornata è l’occasione per rimettere insieme, almeno per quanto permettano le ricerche sinora svolte, il ricco puzzle della vita di Agus, musicista che con le sue composizioni contribuì al passaggio dal severo linguaggio del “ Barocco musicale” verso il più moderno “Stile galante”.

La giornata è il punto di partenza di  un progetto triennale volto a far emergere una volta per tutte la figura di Giuseppe Agus che, sebbene non abbia la stessa grandezza di Bach o Mozart, ha lasciato un’eredità importante. Dal raffronto tra la sua produzione e quella di Luigi Boccherini, considerato l’alfiere della musica strumentale italiana della seconda metà del XVIII secolo, e arrivato storicamente più tardi, emerge infatti che per circa duecento anni sia stata attribuita a quest’ultimo una raccolta di brani composti invece dal musicista cagliaritano.

L’appuntamento di domani si apre con i saluti di Gianluca Floris ed Elisabetta Porrà, rispettivamente presidente e direttrice del Conservatorio di Cagliari, quelli dell’assessore comunale alla Cultura, Paolo Frau, del responsabile comunicazione della Fondazione di Sardegna, Graziano Milia, del direttore del dipartimento di Musica antica del conservatorio “J. J. Fux” di Graz (Austria), Dario Luisi.

Subito dopo si entra nel vivo con l’intervento di diversi studiosi: Myriam Quaquero, parlerà della “Musica nel Settecento in Sardegna, Giuseppe Agus”; Enrico Di Felice interverrà su “Un tesoro nascosto in una scoperta inaspettata”; Enrico Fanni parlerà di “Giuseppe Agus padre e figlio, una ricerca genealogica”; mentre Roberto Milleddu illustrerà “I due Agus quindici anni dopo. Un tentativo di rilettura della vita e delle opere di Giuseppe e Joseph Francis Agus”.

La giornata proseguirà alle 20.00 nel Palazzo Regio con un concerto dal titolo “Agus e Händel”: protagonista sarà il Bizzarria Ensemble, composto da Attilio Motzo (violino barocco), Sara Meloni (violino barocco, viola), Fabrizio Meloni (violoncello barocco), Fabrizio Marchionni (clavicembalo). Un altro concerto, dal titolo “Agus e J. C. Bach-Confronti” sarà proposto sabato 10 dicembre alla stessa ora, sempre nel Palazzo Regio:  protagonista sarà, ancora una volta, il Bizzarria Ensemble.

Nato a Cagliari nel 1722 (fu battezzato nella chiesa di Sant’Eulalia, nel quartiere Marina), dopo aver studiato in uno dei conservatori di Napoli, nel 1742 Giuseppe Agus divenne primo violino nella Cappella civica del capoluogo sardo. Successivamente si trasferì a Londra, dove con ogni probabilità fu uno dei componenti dell’Orchestra di Georg Friedrich Händel. Nella capitale britannica Agus strinse relazioni con i più importanti musicisti del  momento, diventando egli stesso una personalità conosciutissima. Fu stretto amico, tra gli altri, di Johan Christian Bach, figlio di Johan Sebastian, e insieme a lui divenne maestro di Elisabeth Billington, pianista precocissima poi ricordata come il più grande soprano che l’Inghilterra abbia mai avuto.

Nel 1991, a scoprire in modo casuale dell’esistenza di Giuseppe Agus, è stato il musicista Enrico Di Felice: mentre preparava un concerto per il 250° anniversario della nascita di Luigi Boccherini si è imbattuto in questo nome e nell’analizzare il corpus delle opere di Boccherini, notò che i Duetti op. 37 per due violini, erano stati restituiti (grazie agli ultimi studi di Yves Gérard e Aldo Pais, che hanno curato l’edizione moderna dello stesso Boccherini) alla legittima paternità di un compositore di nome Giuseppe Agus.

attilio-motzo  fabrizio-marchionni fabrizio-meloni

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Sabato, a Cagliari, si terrà una giornata di studi, ma anche concerti, per ripercorrere la vita e le opere di Giuseppe Agus, violinista cagliaritano che ebbe un ruolo di spicco nel panorama culturale londinese del Settecento, ma che la storia ha invece dimenticato.

L’iniziativa è dell’associazione Echi lontani che, insieme al Conservatorio di Cagliari, sabato 3 dicembre, alle 9.30, nell’aula magna dell’istituzione musicale  organizza “Giuseppe Agus, un violinista cagliaritano nella Londra del ‘700”. La giornata è l’occasione per rimettere insieme, almeno per quanto permettano le ricerche sinora svolte, il ricco puzzle della vita di Agus, musicista che con le sue composizioni contribuì al passaggio dal severo linguaggio del “Barocco musicale” verso il più moderno “Stile galante”.

La giornata è il punto di partenza di  un progetto triennale volto a far emergere una volta per tutte la figura di Giuseppe Agus che, sebbene non abbia la stessa grandezza di Bach o Mozart, ha lasciato un’eredità importante. Dal raffronto tra la sua produzione e quella di Luigi Boccherini, considerato l’alfiere della musica strumentale italiana della seconda metà del XVIII secolo, e arrivato storicamente più tardi emerge, infatti, che per circa duecento anni sia stata attribuita a quest’ultimo una raccolta di brani composti invece dal musicista cagliaritano.

L’appuntamento di sabato si apre con i saluti di Gianluca Floris ed Elisabetta Porrà, rispettivamente presidente e direttrice del Conservatorio di Cagliari, quelli dell’assessore comunale alla Cultura, Paolo Frau, del responsabile comunicazione della Fondazione di Sardegna, Graziano Milia, del direttore del dipartimento di Musica antica del conservatorio “J. J. Fux” di Graz (Austria), Dario Luisi.

Subito dopo si entra nel vivo con l’intervento di diversi studiosi: Myriam Quaquero, parlerà della “Musica nel Settecento in Sardegna, Giuseppe Agus”; Enrico Di Felice interverrà su “Un tesoro nascosto in una scoperta inaspettata”; Enrico Fanni parlerà di “Giuseppe Agus padre e figlio, una ricerca genealogica”; mentre Roberto Milleddu illustrerà “I due Agus quindici anni dopo. Un tentativo di rilettura della vita e delle opere di Giuseppe e Joseph Francis Agus”.

La giornata proseguirà alle 20.00, nel Palazzo Regio, con un concerto dal titolo “Agus e Händel”: protagonista sarà il Bizzarria Ensemble, composto da Attilio Motzo (violino barocco), Sara Meloni (violino barocco, viola), Fabrizio Meloni (violoncello barocco), Fabrizio Marchionni (clavicembalo). Un altro concerto, dal titolo “Agus e J. C. Bach-Confronti” sarà proposto sabato 10 dicembre alla stessa ora, sempre nel Palazzo Regio: protagonista sarà, ancora una volta, il Bizzarria Ensemble.

Nato a Cagliari nel 1722 (fu battezzato nella chiesa di Sant’Eulalia, nel quartiere Marina), dopo aver studiato in uno dei conservatori di Napoli , nel 1742 Giuseppe Agus divenne primo violino nella Cappella civica del capoluogo sardo. Successivamente si trasferì a Londra, dove con ogni probabilità fu uno dei componenti dell’Orchestra di Georg Friedrich Händel. Nella capitale britannica Agus strinse relazioni con i più importanti musicisti del  momento, diventando egli stesso una personalità conosciutissima. Fu stretto amico, tra gli altri, di Johan Christian Bach, figlio di Johan Sebastian, e insieme a lui divenne maestro di Elisabeth Billington, pianista precocissima poi ricordata come il più grande soprano che l’Inghilterra abbia mai avuto.

Nel 1991, a scoprire in modo casuale dell’esistenza di Giuseppe Agus, è stato il musicista Enrico Di Felice: mentre preparava un concerto per il 250° anniversario della nascita di Luigi Boccherini si è imbattuto in questo nome e nell’analizzare il corpus delle opere di Boccherini, notò che i duetti op. 37 per due violini, erano stati restituiti (grazie agli ultimi studi di Yves Gérard e Aldo Pais, che hanno curato l’edizione moderna dello stesso Boccherini) alla legittima paternità di un compositore di nome Giuseppe Agus.

“Giuseppe Agus, un violinista cagliaritano nella Londra del ‘700” è realizzato in partenariato con il Conservatorio di Cagliari “Giovanni Pierluigi da Palestrina”, e con il contributo della Fondazione di Sardegna, degli Assessorati alla Cultura e Spettacolo della Regione Sardegna, del Comune di Cagliari. Echi lontani fa parte del REMA, il network europeo dei Festival di Musica Antica.

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L’interazione tra tecnologia e suono in ambito musicale è al centro del C.I.M., il Colloquio di Informatica Musicale in programma da martedì 27 a sabato (1 ottobre) a Cagliari: un appuntamento biennale promosso dall’AIMI, l’Associazione di Informatica Musicale Italiana nata nel 1981, che, alla sua edizione numero ventuno, ritorna nel capoluogo sardo a distanza di ventisette anni, anche stavolta per iniziativa del Festival Spaziomusica, la realtà più consolidata nell’isola nel campo della musica contemporanea, fondata nel 1982 dal compositore Franco Oppo.

Il C.I.M. rappresenta una preziosa occasione per presentare e discutere idee ed esperienze di ricerca, artistiche e didattiche nell’ambito dell’informatica musicale, attraverso i contributi di studiosi, musicisti e compositori, mettendo in comunicazione il versante tecnico e scientifico con quello invece più propriamente creativo. E saranno tre giorni intensi quelli ospitati dalla Cittadella dei Musei all’insegna di “Extending Interactivity”, tra interventi e contributi su temi come la composizione assistita dal computer, il design dell’interazione sonora, la spazializzazione, momenti dedicati all’analisi di opere musicali e alle diverse modalità di ascolto, e ancora installazioni, sessioni di ascolto e concerti. 

Domani (martedì 27), una serata in tre parti nella sala delle mostre temporanee fa da prologo alle giornate più propriamente dedicate al C.I.M. Si comincia alle 20.30 con un omaggio a Franco Oppo proposto da alcuni giovani compositori sardi che hanno lavorato prendendo a modello musiche del maestro scomparso lo scorso inverno (anche basate su materiali della tradizione isolana). In scaletta brani di Marcello Calabrò (“Anomalia”, per pianoforte), Alessio Carrus (“Così… francamente”, per chitarra e pianoforte), Claudia Mura (un brano per pianoforte e percussioni), Alberto Locci (“Ninnìa”, per pianoforte) e Matteo Casula, (“Xenia”, per pianoforte).

La seconda parte vede invece in scena Tolga Tüzün, musicista e compositore elettroacustico turco, impegnato al pianoforte e all’elettronica. Chiusura di serata con i francesi No Tongues, ovvero Matthieu Prual al sax, Alan Regardin alla tromba, Ronan Prual e Ronan Courty al contrabbasso: quattro strumentisti ancorati alla contemporaneità che si confrontano con un repertorio vocale ancestrale.

Stessi spazi, la sera dopo (mercoledì 28) alle 21.00, per il concerto inaugurale del Colloquio di Informatica Musicale con Giuseppe Orrù alle launeddas, il soprano Maureen Chowning e i Tenores di Bitti “Mialinu Pira” ad avvicendarsi in un programma che alterna e incrocia suoni della tradizione musicale della Sardegna ed elettronica, con brani di Luca Richelli, John Chowning e Roberto Zanata.

Giovedì mattina (29 settembre) si entra in medias res di questa ventunesima edizione del C.I.M. con i saluti istituzionali (ore 9..00) e la prima sessione di lavori. Tema: la composizione assistita. Apre la serie di contribuiti il compositore Riccardo Dapelo. Da segnalare tra gli altri momenti della giornata il “keynote speech” di John Chowning (ore 11.20), il compositore americano noto per aver inventato la sintesi a modulazione di frequenza nel 1967 e, nel pomeriggio, la sessione dedicata al design dell’interazione sonora. In serata, alle 20.00, un’installazione interattiva multimediale di Roberto Musanti e un’installazione performativa di Roberto Dani precedono il concerto (ore 21.00) di Enrico Di Felice al flauto, Simone Floris al clarinetto, Gianpaolo Antongirolami ai sassofoni, Giorgio Sanna al violino e Marco Carraro al pianoforte: in programma musiche di Marco Marinoni, Roberto Doati, Alessandro Anatrini e Hikari Kiyama, oltre a due brani acusmatici di Paolo Pastorino e Silvia Lanzalone e un audio/video di Joao Pedro Oliveira.

Densa di impegni anche la giornata di venerdì 30 che si apre alle 9.30 con una sessione dedicata all’analisi di opere musicali, seguita alle 11.20 dal contributo di Andrew McPherson (Augmenting Musical Instruments: A Player-Centered Approach), ricercatore alla Queen Mary University London. I supporti informatici per l’analisi etnomusicologica e Musicologia e conservazione sono i temi al centro degli incontri in programma rispettivamente alle 15.00 e alle 16.00. Poi, alle 21.00, il concerto serale vede stavolta di scena Gianpaolo Antongirolami ai sassofoni e Marco Carraro al pianoforte alle prese con musiche di Kosmas Giannoutakis, Riccardo Dapelo e Giulio Colangelo in una scaletta che propone anche brani acusmatici di Antonio D’Amato e di Dante Tanzi, e audio/video di Alfredo Ardia e di Demian Rudel Rey.

Ascolto e multimodalità al centro della sessione che apre la giornata di sabato (ore 9.30), mentre verte sul tema della musica elettroacustica e installazioni multimediali il consueto “keynote speech” di metà mattina, in questo caso a cura di Giovanni De Poli. La chiusura dei lavori, alle 12.40 è completata dall’assegnazione del Premio intitolato alla memoria di Aldo Piccialli, per il miglior contributo al programma scientifico del C.I.M.

Sipario finale in serata (ore 21.00) con l’ultimo concerto: protagonisti nuovamente Enrico Di Felice (flauto) Simone Floris (clarinetto), Gianpaolo Antongirolami (sassofoni), Giorgio Sanna (violino) e Marco Carraro (pianoforte), impegnati nell’esecuzione di musiche di Maria Cristina De Amicis, Yuanyuan Kay He, Giuseppe Silvi e Nicoletta Andreuccetti, in un programma completato da brani acusmatici di Marcela Pavia, Daniele Pozzi, John Nichols, e audio/video di Sergio Missaglia e di Filippo Guida.

 

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito.

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Fabio Furia e Marcello MelisFabio Furia 31

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Mario Frezzato

Il musicista iglesiente Fabio Furìa, uno dei migliori bandoneonisti d’Europa, esibitosi negli anni nelle più prestigiose sale da concerto del mondo, sarà uno dei protagonisti, sabato 27 febbraio alle 17.30 nell’auditorium del conservatorio “G.P. Da Palestrina”, di Novecento in musica, il primo dei concerti della serata, che l’istituzione musicale cagliaritana ha inserito tra le attività di sensibilizzazione verso lo stato dell’Alta formazione artistica e musicale (AFAM) partite il 13 febbraio con la “Giornata nazionale dell’alta formazione”.

L’appuntamento si aprirà con l’Ensemble Spaziomusica  (Enrico Di Felice, flauto e flauto in sol, Riccardo Leone, pianoforte, Roberto Migoni, vibrafono) che proporrà Fasi B del compositore recentemente scomparso Franco Oppo.

Subito dopo sarà la volta del Gruppo da camera Palestrina ensemble, diretto da un altro nome di rilievo: Mario Frezzato, oboista chiamato a partecipare a concerti in tutta Italia e insegnante al conservatorio “G. P. Da Palestrina”. L’ensemble proporrà un’esibizione incentrata sulle musiche del compositore tedesco Kurt Weill di cui sarà proposto Kleine Dreigroschenmusik.

L’appuntamento si chiude con Fabio Furìa e il suo un concerto – presentazione del Corso di Bandoneon e Interpretazione Stilistica del Tango (il Conservatorio di Cagliari è l’unico in Italia a ospitare un corso di questo strumento) di cui a breve partirà la terza edizione. Furìa, insieme al suo Novafonic quartet (Gianmaria Melis, primo violino dell’Orchestra del Teatro lirico di Cagliari, Walter Agus, pianoforte, Giovanni Chiaramonte, contrabbasso nell’Orchestra del Teatro lirico di Cagliari) proporrà il brano Adios nonino di Astor Piazzolla.

La serata si sposta alle 19.00 nella Chiesa di San Michele (via Ospedale) per il Concerto barocco: in programma musica antica suonata dall’Ensemble del dipartimento di musica antica del Conservatorio “G. P. Da Palestrina”.

L’ingresso ai concerti è libero e gratuito.