22 November, 2024
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Il comune di Carloforte ha organizzato lo scorso 16 settembre la conferenza sul tema “Quali risposte a quali domande di salute e sanità dal territorio”, alla quale hanno relazionato tutti gli Ordini Professionali che, come evidenziato in   dei lavori dal Sindaco di Carloforte Stefano Rombi, «rappresentano il front office in Asl Sulcis tra ospedale e territorio e per mezzo dei loro professionisti sanitari, tecnici e sociali impattano e non poco sul diritto dei cittadini del Sulcis Iglesiente nella fruizione delle prestazioni di cura ed assistenza».
Le voci istituzionali degli Ordini che hanno animato la conferenza aperta ai 23 sindaci del Sulcis Iglesiente erano quelle dei Medici, degli Psicologi, delle Ostetriche, dei Biologi, dei Tecnici RSM, degli Infermieri, delle Assistenti sociali, ai quali Albi tutti gli esercenti le professioni sono iscritti.
Ha moderato i lavori l’Assessore alla Tutela della Salute del comune di Carloforte dott.ssa Pina Franca Opisso che ha sottolineato come «per la prima volta nel Sulcis Iglesiente i 23 sindaci in rappresentanza di 127mila abitanti ospitano gli Ordini professionali, Enti di Diritto Pubblico non Economico Sussidiario dello Stato vigilati dal ministero della Salute e che entrano nella vita delle persone e partecipano o dovrebbero partecipare a pieno titolo all’organizzazione del SSN tramite ASL Sulcis e altre istituzioni». L’assessore si è poi soffermata su un passaggio della rete ospedaliera che meriterebbe di essere meglio attenzionata rispetto agli effettivi esiti quando evidenzia che «la scomposizione dell’Azienda per la tutela della salute in otto Aziende sociosanitarie consentirà di presidiare con maggiore cura ed attenzione anche i bisogni dei cittadini nelle aree rurali e nelle piccole isole che, distanti dagli agglomerati urbani, risentono delle allocazioni delle strutture sanitarie principali».
Per l’Ordine dei Medici, rappresentato dalla Dott.ssa Rita Ecca su delega del presidente Enrico Montaldo, assume una fondamentale importanza a «garanzia della salute dei cittadini la questione della grave carenza dei professionisti sanitari medici e degli specializzati, nonostante le informazioni rese sulla stampa che attesterebbe la Sardegna come la regione con il più alto rapporto medici-cittadini. Il problema dell’assenza di medici di medicina generale nasce dall’alto numero di medici ai quali non è stato garantito l’accesso alle scuole di specializzazione o ai corsi di formazione specialistica triennale per poter esser impiegati ed operare correttamente e strutturalmente nel territorio piuttosto che essere chiamati a ruoli di sola sostituzione di titolari assenti e in sedi dove non presenti, ad esempio in continuità assistenziale o guardia turistica, e per qualsivoglia motivo». Oltre alla «grave carenza dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta», la dott.ssa Rita Ecca richiama la questione politica della “programmazione del fabbisogno” e illustra anche diversi aspetti amministrativi in ambito ospedaliero per criticità legate ai pensionamenti dei medici in periodo pandemico, che hanno comunque «portato nuove 17mila borse di studio per sostenere i percorsi di specializzazione e di formazione».
Il Commissario straordinario dell’Ordine regionale dei Biologi, dott. Nicola Loporto, è intervenuto illustrando «il ruolo, lo spazio e le competenze nel nostro Servizio Sanitario Regionale e in ASL Sulcis, dove portiamo risorse professionali e culturali e dove proviamo a colmare le carenze del sistema messe impietosamente in luce dalla pandemia da Covid-19», soffermandosi sulla pianificazione condivisa, che presti realmente attenzione ai bisogni del territorio.
Il Servizio Sanitario Regionale è un patrimonio che necessita di un numero di biologi adeguati, continua il presidente Nicola Loporto, «soprattutto in considerazione della peculiarità della figura del Biologo che presta assistenza e supporto anche ai centri di primo intervento e la cui presenza costante deve essere garantita per la sua intrinseca funzione alla pari di altri professionisti dell’emergenza urgenza».
La presidente dell’Ordine delle Ostetriche, dott.ssa Maria Rosaria Lai, è intervenuta facendo un’attenta analisi sui punti di forza e sulle criticità riscontrate nei Servizi dell’Area Materno Infantile, situati nei tre Distretti della ASL Sulcis, rafforzando sia la considerazione dei «Consultori familiari, importanti e indispensabili Servizi Sociosanitari che la normativa a sostegno degli stessi e per l’attuazione delle Linee d’indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel Percorso Nascita e per la riduzione del Taglio Cesareo, settori sanitari strategici ai quali aggiungere la prevenzione dei tumori femminili, l’educazione alla salute riproduttiva per gli adolescenti, sia per garantire il diritto all’accesso ai servizi alle fasce di popolazione più deboli e quindi maggiormente a rischio».

Nel Sulcis Iglesiente, mancherebbero n. 3 Consultori Familiari, uno per ogni Distretto. Ha inoltre sottolineato come «la difesa del Punto Nascita del CTO di Iglesias e quindi della ASL Sulcis può passare anche per la possibilità di rendere disponibile la parto analgesia, che rientra nei LEA, perché solo osservando i principi di eguaglianza e di equità nell’accesso alle cure, le donne gravide residenti nel territorio del Sulcis Iglesiente, possono fare delle scelte libere e consapevoli individuando in quale Punto Nascita andare a partorire»
Per l’Ordine dei Tecnici Sanitari e di Radiologia medica è intervenuta la presidente dott.ssa Maria Porru in rappresentanza di 19 professioni, che dal periodo pandemico sono state riscoperte come «fondamentali in tutti gli ambiti di cura, assistenza, diagnosi, riabilitazione in emergenza o in routine, in ospedale e nel territorio, nel pubblico e nel privato, nonostante l’importante carenza di tecnici delle dotazioni organiche anche nel Sulcis Iglesiente». Prosegue la presidente che le «professioni sanitarie tecniche posso esercitare non solo in ospedale ma anche nel territorio come i Poliambulatori, le Case della Salute, gli Ospedali di Comunità, nella telemedicina, finanche a domicilio dell’assistito. Noi ricerchiamo soprattutto la massima integrazione possibile con tutte le discipline sanitarie. Un’altra opportunità è la piena offerta formativa universitaria, da anni insufficiente ai bisogni di salute dei cittadini».
Il presidente dell’Ordine degli Infermieri Graziano Lebiu si è soffermato sull’importanza della presenza in contemporanea di tutte le professioni sanitarie e tecniche e sociali, «un segnale della responsabilità di farsi carico delle istanze, soprattutto, dei cittadini per i quali i professionisti hanno senso di agire ed esercitare e per misurarsi e continuare a svolgere un ruolo in tutti i contesti e i dibattiti che coinvolgono direttamente la sanità, la salute, il territorio della provincia Carbonia-Iglesias, mettendoci tutti a disposizione delle istituzioni tutte a tutela dei diritti non solo dei residenti».

Importante, tra gli altri, il passaggio sulle difficoltà della carenza di personale che sarà possibile di risolvere in parte solo «se ASL Sulcis sarà, dotata di autonomia gestionale ed organizzativa, acquisendo significative attività amministrative assegnate ad ARES SARDEGNA. ASL Sulcis non può direttamente assumere, sostituire, bandire, mobilitare, stabilizzare, selezionare per adeguare la dotazione organica carente in tutti i profili, mentre dovrebbe potersi anche occupare della gestione degli aspetti di reclutamento inerenti il personale».
La presidente dell’Ordine degli Psicologi, dott.ssa Angela Quaquero, richiama l’attenzione dei 23 sindaci che «lavorare sulla salute, oggi più che mai, significa da un lato prendere in carico la persona unitariamente, tenendo conto della sua complessità e dall’altro assumere una visione profonda e consapevole della comunità nella quale le persone sono immerse, ed investire sulla salute nel Sulcis – Iglesiente oggi implica una riflessione approfondita che deve partire dalle carenze profonde che la tutela della salute mostra in questo territorio più intensamente che in altri».

Interessante la parte dedicata dalla dott.ssa Quaquero ai numeri e all’esistente: «I servizi psicologici sono estremamente carenti e ridimensionati su un territorio che da decenni richiede una particolare attenzione: I CSM, i Consultori, i SERD, l’unità di Neuropsichiatria Infantile conoscono bene l’entità del malessere psicologico rappresentato dall’utenza che ad essi si rivolge, fortemente accentuato dopo l’emergenza sanitaria determinata dal COVID, con effetti che coinvolgono trasversalmente tutta la popolazione, con particolare accentuazione sull’età dello sviluppo (in particolare sull’adolescenza) e sulle persone anziane. I Comuni possono favorire la costruzione di reti orizzontali sul tema salute, cosa che consentirebbe una notevole razionalizzazione degli interventi e delle risorse».
Per l’Ordine delle assistenti sociali è intervenuta la dott.ssa Giannina Congias in rappresentanza della presidente Milena Piazza, è ha prontamente evidenziato che «l’accesso dei cittadini ai servizi ogni giorno porta le assistenti sociali a ragionare su quali siano le modalità appropriate per rendere fruibili i diritti degli utenti in tema di salute e sanità e integrazione socio sanitaria per il tramite del miglior funzionamento dei servizi, perché assistiamo ai cambiamenti dei bisogni in rapporto all’allungamento dell’età media, all’aumento di malattie croniche e degenerativa, a nuovi stili di vita in famiglia e nella società e che interessano tutte le età e tutte le fasi della vita. Per contrastare le disuguaglianza e la contrazione dei servizi dedicati all’utenza, riteniamo vincente e efficace lo sguardo multidisciplinare».
Sono intervenuti nel dibattito contributo:
– il sindaco di Fluminimaggiore, con sussistenti preoccupazioni sul futuro del servizio sanitario non solo nella sua comunità per l’assenza di medici di famiglia e per la prolungata chiusura della Casa Famiglia;
– il medico di famiglia di Carloforte dott. Giancarlo Grosso che ha ripercorso la scelta umana e slancio etico e deontologico di tutti i medici dell’Isola di San Pietro di prestare le loro professionalità alla cittadinanza di Calasetta nel loro momento più drammatico per la totale assenza di medici, pediatri, guardie mediche, guardie turistiche. Un esempio solidale, coraggioso virtuoso e vitale che non è passato inosservato agli addetti ai lavori.
– il consigliere comunale di Calasetta infermiere Sergio Lai e la consigliera comunale di Sant’Anna Arresi infermiera Cristiana Caredda, che hanno ribadito l’importanza del confronto, della collaborazione, dell’integrazione ospedale-territorio, del rispetto del diritto alla salute da parte di chi è deputato a garantirla indistintamente a tutti piuttosto che volgere la testa da un’altra parte, nonché dell’assunzione di responsabilità delle istituzioni ai massimi livelli e vertici regionali di confrontarsi con chi rappresenta i diritti dei cittadini, per dare risposte certe a domande altrettanto inequivocabili come quali soluzioni per la piena agibilità alla medicina generale e di continuità assistenziale, la cui carenza congestiona i Pronto Soccorso di ASL Sulcis. I Comuni di Calasetta e Sant’Anna Arresi hanno più volte provato far sentire la propria voce e per coinvolgere nella programmazione di cosa fare come chi avrebbe dovuto ed invece non ha fatto. Di fatto siamo comuni con poco peso politico e trascurati e abbandonati sotto tutti i punti di vista.

– il dott. Tinti, presidente regionale di Federlab, interviene per sollecitare i sindaci a comunicare con più regolarità i dati sanitari di loro pertinenza e delle loro popolazione alle istituzioni aziendali e regionali affinché alle domande di salute sidiano risposte su numeri certi e non su previsioni o ipotesi che possono poi risultare infondate
– un cittadino di Carloforte esterna le sue preoccupazioni sul fatto che nonostante il grido di allarme che si alza a più riprese dal territorio per la insufficiente offerta sanitaria quanto a servizi e nonostante la professionalità di chi lavora in ASL Sulcis, non si rileva nessun miglioramento tangibile e si chiede quale futuro attende i cittadini e se si sia in presenza di un disegno politico di ridimensionamento a favore di altre aree sanitarie.
Sono state distribuite tabelle riepilogative sui numeri dei servizi sanitari esistenti, sui servizi indisponibili, sui servizi ridimensionati e trasferiti, sugli investimenti dal PNRR per il Sulcis Iglesiente.
Erano presenti i sindaci di Buggerru, Fluminimaggiore e Musei e i delegati dei Comuni di Iglesias, Calasetta, Sant’Anna Arresi, Nuxis.
Assenti la Direzione Generale Asl Sulcis e la Direzione Generale Ares Sardegna.
Tutti i Presidenti degli Ordini Professionali hanno rinnovato la disponibilità a collaborare con il 23 sindaci del Sulcis Iglesiente, con le Direzioni di ASL Sulcis e di ARES Sardegna e con l’Assessorato alla Sanità e con tutti gli attori, a vario titolo, della sanità nel territorio della ex Provincia Carbonia Iglesias.