25 November, 2024
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Dopo l’eccezionale trapianto di epitelio pigmentato, un’altra tecnica rivoluzionaria per l’oculistica arriva in Sardegna ed è il San Giovanni di Dio di Cagliari il primo ospedale a tagliare il traguardo: interventi in 3D sulla cataratta e sulla retina, senza ausilio del microscopio, ma guidando gli strumenti chirurgici semplicemente guardando un maxi schermo in sala operatoria. Ieri la prima, eseguita dall’equipe di Enrico Peiretti, responsabile del Centro di retina medica del San Giovanni di Dio. Altri interventi sono stati eseguiti per tutta la giornata anche dal direttore della Clinica oculistica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Maurizio Fossarello, e da Marco Mura, docente all’Università di Amsterdam.

«Si tratta di un’altra giornata importante per la nostra struttura – dice il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino – ci confermiamo centro di alta specializzazione. Con i nostri presidi del San Giovanni di Dio e del Policlinico Duilio Casula di Monserrato ormai siamo un punto di riferimento per la sanità non solo sarda ma italiana. L’integrazione tra assistenza e ricerca, il valore aggiunto che porta l’Università di Cagliari, il lavoro dei nostri straordinari medici e infermieri, ci consentono di raggiungere risultati davvero all’avanguardia.»

La microchirurgia oculistica prevede dall’inizio degli anni Ottanta l’utilizzo di un microscopio che ha la funzione di ingrandire e illuminare le varie parti dell’occhio in modo da consentire al chirurgo di effettuare tutte quelle micro manovre che altrimenti non sarebbero possibili data l’estrema minuziosità dei particolari delle strutture oculari. «Da circa 2 anni – spiega Peiretti – la scienza e la tecnologia stanno studiando una metodica che permette, attraverso l’utilizzo di una fotocamera ad altissima risoluzione, di poter registrare tutti i più piccoli dettagli dell’occhio per poi trasmetterli in tempo reale a un monitor speciale che trasmette in 3 dimensioni. Lo schermo viene sistemato in sala operatoria di fronte al chirurgo che, tramite gli  occhiali che consentono la visione in 3D, riesce ad operare guardando non più nel microscopio ma direttamente nello schermo».

Questo sistema eccezionale di visualizzazione permette innanzitutto di rendere partecipe tutta l’equipe di sala operatoria durante l’intervento oculare, ma soprattutto di ingrandire in maniera mai vista prima tutti i dettagli dell’occhio. I benefici sono notevoli: interventi più veloci, meno traumatici, estrema sicurezza e percentuali di riuscita altissime, riducendo i rischi e le complicanze. Un notevole passo avanti che apre le porte al futuro e agli interventi robotizzati.

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Il primo trapianto all’occhio di epitelio pigmentato, effettuato questa mattina nella sala operatoria della clinica oculistica del San Giovanni di Dio, è perfettamente riuscito. E adesso la paziente di 78 anni che sembrava destinata a perdere la vista può tornare a vedere. L’eccezionale intervento porta l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari all’avanguardia nelle tecniche chirurgiche. Un balzo in avanti internazionale: questo tipo di operazioni sono effettuate soltanto in pochissimi centri in Europa: a Londra, Amsterdam, Rotterdam, Verona e ora Cagliari.

L’intervento, durato circa due ore, è stato eseguito dall’equipe del professor Marco Mura (40 anni, sardo, laureato a Cagliari e ora docente all’Università di Amsterdam) e del dottor Enrico Peiretti, responsabile del Centro Retina Medica del San Giovanni di Dio.

A celebrare l’evento c’era l’Azienda ospedaliero universitaria al completo: il commissario Giorgio Sorrentino, il direttore sanitario Oliviero Rinaldi e i direttori dei dipartimenti dell’Aou, Gian Benedetto Melis, Francesco Marrosu, Paolo Emilio Manconi e Ferdinando Coghe.

L’intervento di trapianto di epitelio retinico pigmentato è destinato a pazienti con maculopatia retinica atrofica. La maculopatia retinica atrofica è una malattia della retina che colpisce l’adulto in età avanzata ed è la causa la più comune di cecità acquisita (non congenita) nel mondo occidentale. L’intervento chirurgico è molto delicato, e associa all’intervento di vitrectomia, il trapianto autologo di epitelio pigmentato della retina. È l’unica alternativa possibile quando questa malattia non è più responsiva alla terapia farmacologica.

«L’Azienda Ospedaliero Universitaria che oggi rappresento assieme ai Direttori dei Dipartimenti Assistenziali Integrati e ai Direttori dei Dipartimenti Universitari – ha detto il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari Oliviero Rinaldi – conferma la propria vocazione di Centro di elevata  specializzazione, punto di riferimento per la sanità sarda e per la comunità scientifica nazionale e internazionale. L’Aou di Cagliari, proprio in quanto Azienda Ospedaliero Universitaria, ha la propria vocazione non solo nella clinica e nell’assistenza ma anche nella didattica e nella ricerca. Assistenza, Clinica, Formazione e Ricerca sono il  motore che spinge l’Azienda all’avanguardia per la cura delle malattie e per promuovere la salute dei cittadini.»

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Sabato 6 giugno, alle 9.00, all’ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari verrà effettuato un trapianto di epitelio pigmentato, un intervento particolarmente complesso e delicato che viene eseguito soltanto in pochissimi centri europei (Amsterdam, Rotterdam, Londra, Verona) e adesso – per la prima volta in assoluto – anche in Sardegna a Cagliari. Il San Giovanni di Dio e l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari entrano così nella Top Five internazionale della chirurgia oculistica.

Giornalisti, fotografi e operatori potranno assistere all’eccezionale intervento che sarà trasmesso in diretta, dalla sala operatoria, nell’Aula Dermos del San Giovanni di Dio e sarà preceduto da una breve presentazione del direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero universitaria di Cagliari, Oliviero Rinaldi.

Per Giorgio Sorrentino, commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, «si tratta di un altro passo importante per la sanità sarda, grazie all’alto valore scientifico e professionale dei nostro personale medico e infermieristico che ho trovato e ho intenzione di coltivare per portarlo ai vertici della comunità medica internazionale».

L’intervento sarà eseguito dalle equipe del professor Marco Mura, 40 anni, sardo, direttore del servizio di chirurgia vitro retinica e docente di oftalmologia all’Università di Amsterdam, e del dottor Enrico Peiretti, 42 anni, responsabile del Centro di Retina Medica della Clinica oculistica del San Giovanni di Dio e speaker dei più importanti congressi mondiali di retina medica.

Ospedale Civile di Cagliari