Enrico Pulisci e Gian Marco Mocci (RSU Eurallumina): «Grazie ad Antonello Pirotto, abbiamo imparato che esiste una deontologia anche per chi protesta e per chi rappresenta persone in difficoltà».
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Enrico Pulisci e Gian Marco Mocci, due componenti della RSU Eurallumina protagonista della lunga vertenza per il rilancio produttivo dello stabilimento di Portovesme, hanno commentato in una nota diffusa questa sera, la decisione di Antonello Pirotto di lasciare la RSU, annunciata questa mattina nel corso dell’assemblea generale.
Di seguito, il testo integrale.
«La decisione del collega Antonello Pirotto di dimettersi dalla RSU Eurallumina, dopo 11 anni di lotta unitaria, serrata e ininterrotta, non può che recarci grande dispiacere. Dispiacere alimentato dall’ottimo rapporto che, con Antonello, in questi anni di lotta, fianco a fianco, si è creato, in un crescendo di esperienze comuni, di confronto e discussione, di situazioni particolari vissute e al limite della “normalità” e per questo difficili anche da raccontare e spiegare; situazioni, dove la tensione continua, che da anni ci scorre nelle vene, ci ha logorato, ma ci ha tenuto sempre attivi, con picchi devastanti che più volte ci hanno messo in ginocchio, ai quali abbiamo sempre prontamente reagito, facendoci forza l’un l’altro, rialzandoci più determinati di prima.
Periodi che ci hanno visto passare dal trascorrere insieme notti di segregazione, al dormire su freddi e non certo comodi tavoli in sedi istituzionali occupate, ad essere accolti (dopo estenuanti presidi giornalieri davanti alle sedi delle massime istituzioni nazionali) a portare i problemi dei lavoratori all’attenzione dei vertici dello Stato italiano nelle stanze di Palazzo Chigi, il cui arredamento d’epoca ha avuto l’onore di sostenere le terga dei lavoratori Eurallumina, in tenuta da lavoro, con tuta ed elmetto (cosa mai successa prima), stesso ambiente nel quale normalmente vengono accolti i capi di Stato in visita ufficiale. Insieme, abbiamo attraversato periodi nei quali gli unici che continuavano a credere in quello che stavamo facendo eravamo noi stessi, soli. In mezzo a tutto questo, tanti altri avvenimenti, a volte dolorosi, a volte con la capacità di strapparci un sorriso, importanti o meno, ma che ci hanno visto affrontarli sempre nell’unione di intenti che, dai primi giorni di questa avventura, abbiamo messo come punto fermo di quel movimento che ci ha portato sino ad ottenere l’enorme risultato per la vertenza con la delibera V.I.A. del 5 dicembre 2019.
Una unitarietà nella lotta che è stata cercata, voluta ed ottenuta, proprio grazie ad Antonello ed alla sua visione di un movimento operaio che non può e non deve prescindere da un’unità di intenti e di azione per arrivare all’obiettivo principale, che è e deve essere sempre, quello di rivendicare i diritti dei lavoratori, cosa che noi abbiamo sempre condiviso e con lui messo in pratica. Determinante è stato poter attingere dalla trascorsa esperienza di Antonello, che da subito, per chi tra noi ha avuto l’umiltà di voler apprendere, è stata sempre messa a disposizione: sia quella sindacale che quella decennale del mondo dell’informazione, argomento oggi sottovalutato dai più. Questa storia che va a concludersi, è fatta anche da persone con caratteri diversi (ognuno ha il suo), che hanno creato affinità, in altri casi antipatie, simpatie o grandi amicizie, situazioni affrontate dal 99% dei coinvolti con grande onestà intellettuale, guardando oltre le differenze caratteriali, riconoscendo il chiaro intento di perseguire sempre l’obiettivo principale mirato ad ottenere il bene di tutti, intento sostenuto poi dai diversi risultati ottenuti per tutti e che ci hanno portato sino ad oggi ad essere ancora in piedi, con uno stipendio ed un’Azienda che vuole investire nel nostro territorio…per l’1% che avanza, la scusa delle differenze caratteriali nasconde l’affinità a rimestare nel torbido, ma non è cosa che ci appartiene.
Di Antonello ci mancherà la predisposizione per l’organizzazione precisa e puntigliosa, alla quale, in realtà, ci siamo tutti dovuti abituare e con la quale ci ha dimostrato quanti risultati con rigore e determinazione, anche all’apparenza irraggiungibili, possono essere traguardati. Puntigliosità e precisione anche nei dettagli, come l’importanza di apparire in occasioni pubbliche o di semplice mobilitazione, perché grazie ad Antonello, abbiamo imparato che esiste una deontologia anche per chi protesta e per chi rappresenta persone in difficoltà, concetto per alcuni difficile da digerire e per noi antipatico ed impopolare da ribadire, ma che ci ha permesso oggi, come rappresentanti sindacali e, soprattutto ,come movimento dei lavoratori Eurallumina, di essere stimati e riconosciuti come persone serie e affidabili in tutta Italia, le “Tute Verdi Sulcitane”.
Per noi questo è stato un periodo di grande crescita personale.
Il nostro dispiacere per questa decisione si stempera però quando ripensiamo all’intensità dall’impatto devastante che 11 anni di lotta hanno avuto su di noi e le nostre famiglie ed in modo particolare su Antonello e la sua famiglia. L’essere il portavoce ed il capo fila di un movimento così importante e con un impatto sociale ed economico di questi livelli, aver ottenuto una visibilità mediatica messa sempre a disposizione del movimento dei lavoratori Eurallumina e dell’intero territorio (non c’è stata occasione dove tutte le realtà del territorio non siano state coinvolte nelle diverse opportunità mediatiche nazionali e regionali nelle quali Antonello ci ha rappresentato) fa sì che si sia esposti in modo personale. L’impegno profuso per anni, dalla mattina alla sera ed alla notte, facendo un lavoro che solo una persona poteva fare e che per non inficiarne l’esito non poteva essere suddiviso, proverebbe chiunque e ne giustifica la stanchezza. Se questi anni sono stati pesanti per noi, per Antonello lo sono stati molto di più…e quel “molto di più” potrà tranquillamente essere considerato un eufemismo.
Quindi, cercando di non fare ragionamenti egoistici, ci dispiace infinitamente, ma comprendiamo e rispettiamo la posizione e la decisione di Antonello, che ringraziamo per tutto quello che ha fatto, elenco che non potrà certo essere contenuto in un comunicato come questo.
Augurandogli di riprendere, con tanta tranquillità, il corso normale della sua vita, speriamo che possa continuare a dare il proprio contributo nel mondo sindacale, attraverso la sua organizzazione di riferimento, che crediamo vorrà valorizzare la sua figura, anche perché visto il futuro incerto ed oscuro che attende i lavoratori italiani ed i loro diritti, c’è la necessità di uomini come lui che, sopratutto, abbiano idee come le sue.
E’ finita un’epoca, un periodo storico che resterà negli annali del movimento operaio italiano oltre che del territorio e della Sardegna. Siamo orgogliosi di averne fatto parte. Adesso si apre una nuova fase, per noi e per coloro che vorranno esserci, continueremo a combattere forti delle esperienze di questi anni e lo faremo per il rispetto che abbiamo per chi in questi anni ci ha creduto e con noi ha sofferto e lottato.
Caro Antonello, sai già che siamo stati onorati di vivere con te questo periodo particolare della nostra vita lavorativa e sindacale che ci ha dato grandi insegnamenti. Durante questo periodo abbiamo consumato insieme suole nelle strade, abbiamo sudato in estati torride e ci siamo ammalati in inverni freddi ed umidi, abbiamo discusso animatamente e ci siamo abbracciati, abbiamo consumato elmetti battendoli a terra ed abbiamo dormito nei posti più improbabili, per il bene di tutti, insomma, abbiamo mangiato lo stesso pane, che non è inteso solo come cibo, ma è l’aver condiviso gioie e dolori, rabbia, sconforto e soddisfazioni, cosa che ci rende orgogliosi di poterti chiamare COMPAGNO.
Enrico Pulisci
Gian Marco Mocci
Delegati RSU Eurallumina
Componente Filctem CGIL